lunedì 6 giugno 2016


LE VACANZE... E I COMPITI 
Ecco qualche utile consiglio per grandi e piccoli da parte dei medici pediatri:
1) Iniziate le vacanze con una stacco completo del bambino dai problemi scolastici per almeno 20 giorni, per permettergli un cambiamento significativo delle sue abitudini. Questo stimola molti sensori dell'organismo, in particolare la reattività ormonale e l'apparato immunitario.
2) Iniziate il riavvicinamento alle materie con la lettura di libri, cosa spesso accettata meglio dai bambini in quanto non si presenta come un esercizio o come un obbligo scolastico; ancor meglio se voi stessi come genitori fate vedere di essere interessati a leggere. 
3) Suddividete i compiti in base ai giorni di vacanza che rimangono, cercando di dare circa un'ora di tempo al giorno a compiti di diverse materie per dedicare il tempo restante alle attività all'aria aperta.
4) Cercate di rendere i compiti di matematica e di grammatica come dei giochi a quiz, stile esercizi delle parole crociate, mostrando come genitori interesse a trovare il giusto risultato.
5) Bilanciate i tempi della giornata, dando spazio ai compiti ma in proporzione anche ai giochi su tablet o computer e a quelli insieme agli amici per non penalizzare gli uni o gli altri in modo troppo netto.
6) Seguitelo nei compiti ma non sostituitevi a lui negli esercizi: il bambino deve rendersi conto ed essere consapevole delle proprie reali capacità.
7) Se possibile organizzate dei 'gruppi di studio' con qualche amico, vicino di casa o di ombrellone. Può diventare divertente incontrarsi un'ora al giorno quando fa meno caldo e fare i compiti insieme.
8) Fate scegliere a vostro figlio il momento in cui preferisce dedicarsi allo studio.
9) Dedicate il tempo ai compiti possibilmente in un luogo tranquillo e lontano da qualsiasi tipo di distrazione.
10) Se sono state assegnate ricerche a soggetto libero, stimolate il bambino o ragazzo ad eseguire una relazione su un animale, una pianta incontrati nelle vacanze o su una località o sito storico archeologico che lo ha colpito durante l'estate, corredando la ricerca con foto o reperti.
 Notiziario Minori, 6 giugno 2016
 
Dopo i seguenti consigli per l'estate, chiudiamo le news dell'anno scolastico 2015-2016. A tutti voi genitori e alunni auguro buone vacanze... 
Prof. Antonio Grassi
                                                                                                                  

SONNO, IL 50% DEI RAGAZZI DORME
MENO DEL PREVISTO, IL 26% HA DIFFICOLTA'
 A SVEGLIARSI. INDAGINE PRESENTATA A ROMA
I più giovani non riposano quanto dovrebbero. Da un'indagine conoscitiva condotta su 365 ragazzine e 356 ragazzi di otto anni (che abitano nella zona di Campagnano romano) ed effettuata dalla direzione della Asl Rm4, dai medici scolastici del quarto distretto dell'azienda sanitaria e da Assirem (Associazione scientifica italiana per la Ricerca e l'Educazione nella Medicina del Sonno) emerge infatti che "il 50% dei ragazzi dorme meno del previsto, anche perché c'è  una scarsa consapevolezza dell'importanza del sonno (il 31,7% la sera non vorrebbe andare a dormire). Si e' riscontrata inoltre una difficoltà all'addormentamento (9,6%) per la presenza di agitazione, ansia o paura (7,3%)". Lo studio e' stato illustrato a Roma dal professor Oliviero Bruni, presidente mondiale della Medicina del Sonno Pediatrica, nel corso del convegno "Il sonno non solo riposo ma funzione essenziale per la salute e la qualita' di vita", che si e' svolto nella sala Tevere della Regione Lazio.
"Il 7,2% dei ragazzi- ha spiegato Bruni- si sveglia durante la notte più di 2 volte, poi con difficoltà a riaddormentarsi (5,4%). Anche quando dormono, molti presentano un sonno agitato, si muovono in continuazione (26,7%). Nell'insieme ne emerge un sonno insufficiente e di scarsa qualità che giustifica poi come al mattino abbiano difficoltà a svegliarsi (26,1%) o si sveglino stanchi (15,2%). Altro aspetto molto rilevante e' la presenza di disturbi respiratori nel sonno: nel 17% e' infatti presente russamento, il 9,6 % non respira bene nel sonno mentre il 4,6% presenta apnee. Quest'ultimo dato e' particolarmente significativo poichè e' noto come la presenza di apnee nel sonno pregiudichi sia lo sviluppo fisico che mentale dei giovanissimi. I ragazzi con apnee presentano spesso disturbi del comportamento con deficit di attenzione e di concentrazione, irritabilità per cui frequentemente vengono etichettati come 'bambini difficili'".
Altro dato emerso dall'indagine e' stato il riscontro di una elevata percentuale di bambini sovrappeso (16%) o francamente obesi (11%) e la significativa correlazione tra aumento del peso corporeo e la presenza di disturbi respiratori. "Ovviamente, come previsto nei ragazzi- ha proseguito il presidente mondiale della Medicina del Sonno Pediatrica- sono state segnalate la presenza di parasonnie (sonnambulismo, pavor nocturnus, incubi, paralisi del sonno e bruxismo). In Italia purtroppo vi e' una scarsa sensibilità verso i disturbi del sonno o la deprivazione di sonno, perché non vengono considerati come causa dei problemi diurni. In realtà molti dei casi di disturbi di apprendimento, iperattività e bullismo possono avere come concausa e/o fattore favorente proprio la deprivazione di sonno".
Passando dall'analisi ai consigli, il professor Bruni ha raccomandato: "Prima di tutto bisognerebbe cercare di anticipare l'orario di addormentamento non oltre le 22, poi parlare con il pediatra della possibilità che dietro i disturbi accusati dal bambino possa esserci un problema di sonno. Possono bastare anche piccole modifiche in ambito sociale; ad esempio, in America, si e' visto che spostando di mezz'ora l'ingresso a scuola si e' rilevato una riduzione netta delle assenze scolastiche e un aumento del rendimento scolastico. E' necessario avviare una campagna di informazione che sensibilizzi l'opinione pubblica.
Ovviamente quei bambini che presentano uno specifico disturbo del sonno- ha concluso- dovranno rivolgersi ad uno specialista per valutare e correggere il disturbo".
Notiziario Minori  6 giugno 2016

sabato 21 maggio 2016


SAVE THE CHILDREN: 48% BAMBINI
NON LEGGE LIBRI IL 55% MAI STATO
IN UN MUSEO, 46% NON FA SPORT
I giovani italiani, nell'ultimo anno, hanno letto poco, hanno svolto poca attivita' fisica, non sono andati ad un museo. Cosi' Save The Children dal rapporto 'Liberare i bambini dalla poverta' educativa: a che punto siamo?' e dal relativo indice di poverta' educativa (Ipe) regionale, presentato a Roma nei giorni scorsi. Oltre al percorso scolastico, uno degli elementi fondamentali per contrastare la poverta' educativa e' determinato dal contesto di vita al di fuori delle mura scolastiche: andare a teatro o ad un concerto, visitare musei, siti archeologici o monumenti, svolgere regolarmente attivita' sportive, leggere libri o utilizzare internet, sono tutti fondamentali indicatori dell'opportunita' o della privazione educativa. In Italia, ben il 64% dei minori, nell'ultimo anno, non ha svolto quattro tra le sette attivita' sopra richiamate. Il 17% ne ha svolta soltanto una, mentre l'11% non ne ha svolta nessuna. Il 48% dei minori tra 6 e 17 anni non ha letto neanche un libro, se non quelli scolastici, nell'anno precedente, il 69% non ha visitato un sito archeologico e il 55% un museo, il 46% non ha svolto alcuna attivita' sportiva. Se nel Sud e nelle Isole la privazione culturale e ricreativa e' piu' marcata, arrivando all'84% della Campania, nelle regioni del Nord riguarda comunque circa la meta' dei minori considerati, dove solo le province di Trento e Bolzano scendono al di sotto di questa soglia (rispettivamente 49% e 41%).
 Notiziario  Minori, 21 maggio 2016

venerdì 6 maggio 2016


BINETTI: BENE UNA CONFERENZA
SU FAMIGLIA "SI PARTE DAL PRESUPPOSTO
 CHE E' IL NUCLEO DELLA SOCIETA'"
"Questa e' davvero una buona notizia: al Question time il ministro della Famiglia, Enrico Costa, ha detto di voler promuovere quanto prima la terza conferenza nazionale della famiglia, partendo dalla convinzione che la famiglia e' il nucleo fondamentale e naturale della societa'. Bene, se non fosse che sta per arrivare in aula la legge sulle unioni civili in cui il riferimento al fondamento naturale della famiglia appare quanto meno ambiguo, soprattutto se si prende in considerazione l'aspetto della genitorialita'.
Ottimo, quindi, il ministro Costa, la cui lunga esperienza come viceministro alla Giustizia, dovrebbe permettergli di mettere a fuoco con chiarezza tutti i termini del problema". Lo afferma l'onorevole di Area popolare (Ncd-Udc)Paola Binetti che continua: "Intanto assistiamo al piccolo giallo della mozione del Pd sull'utero in affitto, che almeno per ora risulta non pervenuta, per cui dopo la discussione generale sul tema la votazione e' stata differita ad un termine ancora non noto. Ma per tutti noi di Area popolare non si tratta di una questione irrilevante. La tutela dei minori e' al centro della nostra riflessione sulla famiglia e il diritto dei bambini ad avere un padre ed una madre e' un punto su cui la nostra battaglia politica non intende fare passi indietro.
Se e' vero che biologicamente le cose non sono cambiate e servono oggi come ieri due gameti diversi e una donna disposta ad accogliere la vita nascente di un figlio, non si capisce perche' non si debba tener conto delle stesse esigenze sul piano psicologico ed affettivo. Un bambino ha diritto ad un padre e ad una madre e questo diritto non e' paragonabile alla forza del desiderio con cui una coppia omosessuale puo' volere un bambino. Per noi e' fondamentale distinguere con chiarezza i diritti di coppia e la loro relazione di adulti consenzienti, da quelli dell'asse genitoriale su cui si innestano i diritti dei bambini, a cui nessuno chiede nessun tipo di consenso, e che risulterebbero defraudati da soluzioni diverse da quelle a cui si deve essere riferito il ministro Costa parlando di fondamento naturale", conclude Binetti.
 Notiziario Minori 6 maggio 2016

ESSERE MADRI OGGI, IL CONVEGNO DI
CAMMINO. RUO: RILEGGERE GIURISPRUDENZA
 PER TUTELARE AREE ESCLUSE
Maria, cantata da Dante come "Vergine, madre figlia del tuo figlio", i personaggi femminili del film "La dernie're leçon" di Pascale Pouzadoux, Ada, protagonista della pellicola di Nanni Moretti "Mia madre" e poi Anna Fierling, la "Madre coraggio" di Bertolt Brecht. "Parliamo di madri: Positivita', criticita' e nuove frontiere del diritto" e' il titolo del convegno in cui, attraverso questa carrellata tra i personaggi del cinema e della letteratura, Maria Giovanna Ruo, presidente della Camera nazionale avvocati per la famiglia e i minori (CamMino), ha cercato di restituire all'uditorio la complessita' del ruolo materno.
"Rileggere la giurisprudenza per tutelare aree ad oggi non tutelate", ha spiegato Ruo all'agenzia Dire, e' l'ambizione dell'incontro svoltosi alla Corte d'appello di Roma. L'iniziativa si iscrive nell'ambito di un ciclo di conferenze organizzato da CamMino e intitolato "Genitori, figli, relazioni familiari oggi". Gli avvocati per la famiglia e i minori si trovano ad affrontare costantemente "un sistema obsoleto confezionato su un modello di societa' oggi non piu' reale se non marginalmente" spiega ancora Ruo. Tra i temi dell'evento, quello delle madri "che non ci sono", ovvero delle madri surrogate, ma anche di quelle che non vogliono o non possono riconoscere i propri figli, per tutelare le quali la legge italiana dovrebbe fare di piu', come sottolineato anche dalla Corte europea dei Diritti dell'uomo.
All'incontro si e' trattato anche l'argomento della violenza domestica per punire la quale, secondo la legale Maria Minotti, "la nostra legislazione dovrebbe dotarsi di misure specifiche", come hanno fatto gia' diversi paesi tra cui anche Cina e Arabia Saudita. Tra avvocati, magistrati, assistenti sociali e studenti, circa 260 ascoltatrici e qualche ascoltatore hanno partecipato alla conferenza. I prossimi convegni, a partire da novembre, affronteranno anche i temi dell'omogenitorialita' e quelli legati al ruolo di figli e nonni.
 Notiziario Minori, 6 maggio 2016

domenica 24 aprile 2016


MAL DI VIVERE TOCCA ANCHE LORO
CASTELBIANCO: CONTRO DEPRESSIONE
PSICOTERAPIA E' EFFICACE
"Il mal di vivere e il vivere male dei minori italiani e' all'ordine del giorno e purtroppo interveniamo sempre troppo tardi. Le angosce dei bambini, le loro paure, fobie e depressioni non emergono dall'oggi al domani, bensi' piano piano. Si stratificano e si radicano nel loro animo fino a portarli a manifestare comportamenti cosi' pesanti che anche i genitori, i medici o gli insegnanti piu' ciechi non potranno fare a meno di non vedere". Commenta cosi', Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell'eta' evolutiva, il recente studio pubblicato sull'European Journal of Neuropsychopharmacology, "definito 'preoccupante' dall'Organizzazione mondiale della sanita' (Oms)", che rivela "un aumento del 40% negli ultimi sette anni di consumo di psicofarmaci in cinque paesi Occidentali: Usa, Gran Bretagna, Germania, Danimarca e Olanda. I maggiori incrementi si sono registrati nelle fasce d'eta' tra i 10 e 14 anni e tra i 15 e i 19 anni, e i farmaci piu' utilizzati sono quelli a base di citalopram, fluoxetina e sertralina. La tendenza e' mondiale, anche se meno marcata nei Paesi mediterranei, come l'Italia".
L'Italia si e' "parzialmente salvata grazie a una cultura che ha teso ad evitare la somministrazione degli psicofarmaci nell'infanzia e nell'adolescenza. Questo ci ha salvaguardato negli anni, ma non possiamo piu' nascondere il fatto che sempre piu' bambini stanno male emotivamente, sono angosciati e depressi. Un disagio determinato da una societa' molto cambiata nel tempo- afferma Castelbianco- in cui i tanti valori che prima facevano da riferimento sono andati perduti, provocando uno sbandamento negli adulti e, di conseguenza, anche nei bambini".
A fronte di questo problema che sta esplodendo vi sono due possibilita': "Una e' l'intervento psicoterapico, l'altra quello psicofarmacologico- prosegue lo psicoterapeuta- che e' il piu' immediato, veloce e meno costoso, ma non e' la soluzione". Sebbene in alcuni casi possa risultare "anche necessario, perche' aiuta i minori ad uscire velocemente da una situazione drammatica- sottolinea l'esperto- non dimentichiamo che gli effetti provocati dalle sostanze chimiche non durano nel tempo e creano dipendenza. Si pensi che negli Stati Uniti lo stato umorale e la qualita' della vita di molti minori dipende sempre di piu' dalle pasticche che assumono quotidianamente. Non e' la soluzione- ripete Castelbianco- ma un comportamento di ripiego che purtroppo molti specialisti hanno adottato".
L'altra tipologia di intervento, "che dovrebbe essere obbligatoria sui bambini, e' quella psicologica- afferma l'esperto- pero' questo approccio richiede la collaborazione in primis dei genitori e poi della scuola. Non e' cosi' semplice, anche se in verita' i bambini hanno una capacita' di resilienza e di recupero che noi adulti possiamo lontanamente immaginare". Eccolo il paradosso secondo lo psicologo: "Nonostante l'intervento psicoterapico avrebbe grandi risultati con i minori, si tende ad utilizzare la pillola, la molecola, per velocizzare la loro ripresa. Si dovrebbe intervenire in modo diverso".
A monte, secondo Castelbianco, bisogna guardare alla qualita' della vita: "Dobbiamo evitare di arrivare a registrare questi picchi di depressione, questo malessere cosi' diffuso. Ma soprattutto non e' corretto spezzettare in etichette diagnostiche diverse casi clinici che sottendono una sofferenza di altra natura e che non si vuole vedere: dietro moltissimi comportamenti alimentari a rischio c'e' un fondo depressivo e l'intervento deve essere preventivo, agire subito, ai primi segnali manifestati dai minori". La reazione e' invece differente: "Non li aiutiamo perche', come societa', tendiamo a sovra diagnosticare e ad etichettare qualunque comportamento- denuncia lo psicoterapeuta- fermandoci al primo disagio e pensando che quello sia il problema. La vera causa sottostante ha generalmente una matrice diversa, basti vedere l'esplosione dei disturbi specifici di apprendimento (Dsa). Oggi sembra ci sia un'epidemia che riguarda poco la dislessia, ma ha tanto a che fare con un disagio giovanile".
Lo psicoterapeuta sfata infine un luogo comune: "Il depresso non e' il bambino che sta spento e abbattuto in disparte. La depressione si puo' manifestare in modalita' molto piu' euforiche, anche, come dicevo poc'anzi, attraverso l'anoressia e la bulimia. Quanti bambini obesi inoltre ci sono oggi e non solo? Parliamo anche di come sono aumentati i comportamenti oppositivo provocatori, i comportamenti dirompenti, i Dsa, l'Adhd. Tutti dovremmo fare un passo indietro e non puntare a individuare la sintomatologia- conclude Castelbianco- ma capire cosa essa sottende, per riprendere in mano le file di una qualita' di vita nell'infanzia e nell'adolescenza che ci permetta di agire in tempo e prevenire la depressione".
 Notiziario Minori 24 aprile 2016

domenica 17 aprile 2016


IL FETO HA UNA SUA VITA PSICHICA
RIGHETTI: E SA DARE IN UN
CONTESTO RELAZIONALE
La puericultura parte dalla pancia. 'È stato confermato da nostri studi sperimentali e da altre ricerche internazionali che il feto ha una sua vita psichica e dopo la 20esima settimana di gestazione, in un contesto di tipo relazionale, sa dare in modo volontario. Questo significa che il bambino ha gia' dalla nascita un bagaglio di esperienze fatte in utero che gli permetteranno di nascere con una competenze di tipo psicologico'. Lo rivela alla DIRE Pier Luigi Righetti, psicologo psicoterapeuta, docente di Psicologia della genitorialita' all'Istituto universitario Salesiano di Venezia e autore del libro 'Elementi di psicologia prenatale' (edizioni Magi) - COSA AIUTA LA MAMMA A SINTONIZZARSI CON IL FETO DURANTE LA GRAVIDANZA? 'Chiarendo che non e' possibile trovare all'interno della vita psichica del feto dei predittori per la psicopatologia. Abbiamo dei dati certi, e scientifici, sulla relazione feto-madre in condizioni di normalita'. Posso affermare che una mamma che vive serenamente la sua gravidanza influisce positivamente sulla crescita del bambino'.
- COSA VUOL DIRE VIVERE SERENAMENTE LA GRAVIDANZA? 'Significa vivere anche momenti di tristezza e gioia, l'importante e' che non si prolunghino troppo nel tempo. Mi fa molta piu' paura una mamma depressa dopo la nascita che non prima'. Perche'? 'Dopo la nascita c'e' una relazione totalizzante con il bambino, un prendersi cura reale. La relazione madre-bambino si muove sia su un registro oggettivo e fisico (ad esempio se piange, la mamma gli da' da mangiare), che su quello relazionale e psicologico, dove il bambino partecipa al contesto relazionale. Sono tutti dati confermati negli ultimissimi tempi anche da indicazioni di tipo neurologico e genetico. Le conferme neurologiche- precisa lo studioso- arrivano dai neuroni specchio, per quelle genetiche mi riferisco invece al concetto di epigenetica, dove l'ambiente, anche dopo la nascita, puo' modificare il gene del bambino'.
- IN QUESTO CASO QUAL È L'AMBIENTE? 'Non si sviluppa semplicemente un bambino ma un bambino all'interno di un contesto relazionale significativo al suo sviluppo L'ambiente e' appunto la mamma o chi si prende cura del piccolo. Questa dimensione di cura influisce molto sul suo sviluppo. Ricordiamo che la relazione e tutti i concetti d'intersoggettivita' sono studiati da tempo (Daniel Stern ne e' un esempio)- ricorda il professore di Psicologia della genitorialita'- eppure solo ultimamente ulteriori conferme sono arrivate appunto sia dalla neurologia che dall'epigenetica'.
- LE DONNE CHE SOFFRONO INCINTA CON NAUSEE E DOLORI, COME FANNO A VIVERE SERENAMENTE LA GRAVIDANZA? 'Oggi la mamma che desidera una gravidanza mette sul piatto delle possibilita' il fatto di non stare bene- afferma il professore- e il sentimento va al di la' del dolore. Lo dico anche pensando ai bambini prematuri e al fantasma del 'E' nato prematuro per colpa mia' che si sviluppa nel genitore, sebbene i motivi possano essere numerosi. È un fantasma che permane nel tempo- spiega lo psicologo- anche quando i figli stanno bene e sono cresciuti, queste mamme rimarranno con tali sentimenti che, per assurdo, le aiuteranno nell'accudimento e nella crescita dei figli. Poi e' vero che ci sono dei contesti dove alcune richieste del neonato possono essere causa di psicopatologie della mamma. Per esempio, in mancanza di altri predittori possiamo fare diagnosi di disturbo del sonno del bimbo solo a 3 anni compiuti- chiosa lo psicoterapeuta- se pero' il bambino non dorme o ha un sonno molto irregolare e la mamma non riesce a gestire questa situazione, la donna potrebbe manifestare delle condizioni psicologiche a volte anche patologiche'.
- QUAL È LA PAURA DI TUTTE LE MAMME? 'La depressione post partum, che si chiama depressione puerperale in quanto e' reattiva alla nascita di un bambino e si manifesta entro il primo anno di vita del piccolo. Dopo il primo anno di vita si parla di depressione maggiore. Il termine post partum e' sbagliato perche' indica le 24-48 ore dopo la nascita. In Italia abbiamo la certezza del 15% delle donne che dopo il parto attivano una depressione puerperale- avverte l'esperto- in realta' sembra che ci sia un sommerso del 15% e il dato reale e' del 30%. L'altro 15% che sfugge ai clinici sono mamme che da sole riescono a risolvere il problema ricordando che, nell'adattamento al bambino, piu' passa il tempo piu' la mamma si adatta'.
- COME SI COSTRUISCE UN CONTESTO RELAZIONALE SIGNIFICATIVO? 'Quando il bambino e' accettato e quando la gravidanza e' accettata. Anche se non e' una regola- avverte il docente di psicologia della genitorialita'- quanti bambini sono abbandonati alla nascita ma si sviluppano bene lo stesso? La relazione e' un qualcosa che va al di la' di chi la mette in atto, pero' se viene costruita dalla presenza di un papa', una mamma e un figlio e' migliore. Oggi ci confrontiamo con la procreazione eterologa dove il 50% del contesto genetico non e' della coppia che si incontra. Dai follow-up delle ricerche risulta che lo sviluppo del bambino e' sano se la relazione dello sviluppo e' favorevole al suo sviluppo, ovvero se i genitori saranno accudenti e in sintonia con l'eta' del piccolo'.
  Notiziario Minori, 17 aprile 2016

IL RUOLO DEI NONNI, FONDAMENTALI
PER I PICCOLI DI ROSALBA MICELI
I diversi legami di attaccamento che si instaurano tra un bambino e coloro che si prendono cura di lui (caregivers) sono considerati in maniera integrata all'interno di una rete di relazioni. In particolare, nella crescita dei piccoli, i nonni rappresentano figure fondamentali. Numerosi studi individuano nel legame nonno-bambino un "fattore protettivo" per entrambi, a condizione che i nonni non si sostituiscano arbitrariamente alle figure genitoriali, ma collaborino allo sviluppo fisico ed emozionale del bambino, non siano ancorati a superate pratiche genitoriali bensi' competenti sulle norme di sicurezza e aggiornati sulle novita' in termini di alimentazione infantile, di puericultura, di pedagogia, di aspetti socio-educativi.
Ma come sono percepiti i nonni dai bambini? "L'indagine Eurispes 2004 'L'identikit del nonno italiano', ancora attuale, mette in luce come il nonno italiano venga percepito dal nipote con un'eta' compresa tra i sette e gli 11 anni: e' una figura che comunica affetto, che comprende le sue necessita', che trasmette esperienze- afferma il pediatra Leo Venturelli, referente per l'Educazione sanitaria e la comunicazione della Sipps (Societa' italiana di pediatria preventiva e sociale)- Di contro, i nipoti che si sentono viziati dai nonni sono una minoranza, anche se discreta (il 27%), e quelli che invece che si sentono trattati in modo autoritario rappresentano circa un terzo degli intervistati. Insomma, i nonni italiani sono amati dai loro nipoti e passano con loro quasi la meta' del loro tempo".
"Da uno studio europeo del 2011 (Share: The Survey of Health, Ageing and Retirement in Europe-2011)- continua Venturelli - l'Italia e' il paese dove il 33% dei nonni si prende cura quotidianamente dei nipoti, contro l'1,6% della Danimarca o il 2,9% della Svezia. Questa situazione, giudicabile positiva sotto l'aspetto umano, nasconde pero' una realta' in cui le famiglie giovani si devono appoggiare a quelle di origine per poter accudire i figli, in tempi di difficolta' economiche ed occupazionali e di carenti investimenti nel settore della famiglia e dei servizi sociali: anche in questo l'Italia rappresenta il fanalino di coda tra i paesi europei nella percentuale del Pil dedicato al welfare della famiglia".
Qual e' il profilo dei nonni di oggi? "Sono numerosi i testi che disegnano un quadro di nonni dinamici, al passo con la nostra societa', attivi, con molteplici interessi, che leggono, viaggiano sia fisicamente, sia virtualmente usando il computer e utilizzando i motori di ricerca di Internet (forse anche per maggior tempo a disposizione)- spiega il pediatra Giuseppe Di Mauro, Presidente Sipps-. Sono nonni che hanno un buon livello di istruzione, desiderano stabilire un legame affettivo con i nipoti e cercano di proporsi come utile sostegno ai genitori. Cosa ancor piu' vera e necessaria in quanto spesso ci sono situazioni di separazione di coppia o di famiglie monoparentali che di fatto si appoggiano alle famiglie di origine".
Quali punti critici si rilevano riguardo la sicurezza infantile e l'assistenza affidata ai nonni? "Anche il pediatra si confronta in ambulatorio in quasi meta' delle consulenze con i nonni, che si sostituiscono per buona parte della giornata al genitore- chiarisce Di Mauro-. I nonni sono sicuramente in grado di trasmettere affetto e fiducia nei piccoli nipoti, ma in recenti ricerche (tra cui una ricerca eseguita in Alabama e presentata nell'ottobre 2012 al Congresso annuale americano di Pediatria, n.d.r.) e nell'esperienza del pediatra le competenze sanitarie e tutoriali dei nonni hanno lacune che dovrebbero essere colmate da maggior disponibilita' dei pediatri, da incontri o corsi organizzati da istituzioni, in particolare da Societa' scientifiche pediatriche".
Notiziario Minori, 17 aprile 2016

sabato 2 aprile 2016


ANOMALIE CONGENITE, CORSO PER
GENITORI INIZIATIVA CONSULCESI:
PREVENZIONE INIZIA PRIMA DELLA
GRAVIDANZA
Circa 8 milioni di bambini nel mondo nascono ogni anno con un difetto congenito. Di questi, almeno la meta' non sopravvive. Solamente in Italia se ne contano ben 25.000. Cosa sono? Quali sono? Che conseguenze comportano? Come prevenirle? Molteplici le domande, una sola certezza: la prevenzione inizia prima della gravidanza. È questo, infatti, il messaggio lanciato dal Cdc National Center on Birth Defects and Developmental Disabilities, che insieme ad altre 11 organizzazioni internazionali di salute materno-infantile in America, Europa e Asia, ha promosso la seconda giornata mondiale delle anomalie congenite, con lo scopo di sensibilizzare operatori sanitari e tutta la comunita' e richiamare l'attenzione dei responsabili della sanita' pubblica.
Prepararsi in modo consapevole e responsabile alla gravidanza e' il modo migliore per aumentare la possibilita' che il futuro bambino nasca sano. Seguire stili di vita corretti e tenere sotto controllo il proprio stato di salute, sono solo le piu' note accortezze per i futuri genitori che vogliono prepararsi al concepimento. Per verificare e diffondere la consapevolezza di questi stili di vita, non solo tra i futuri genitori, ma anche tra i medici e tutti gli operatori sanitari, il provider accreditato Age.na.s. Sanita' in-Formazione, in collaborazione con Consulcesi Group, ha lanciato il nuovo corso Ecm "La salute della coppia prima della gravidanza". L'obiettivo e' rafforzare i programmi di ricerca e rendere i servizi di assistenza e prevenzione piu' efficaci, efficienti, e piu' vicini ad ogni singolo cittadino.
Pierpaolo Mastroiacovo- pediatra del Bambino Gesu' e direttore dell'Icbd (International Centre on Birth Defects and Prematurity)- ha coordinato il team di responsabili scientifici del corso, che spiega, appunto, perche' bisogna "prendersi cura" dei propri figli ancor prima che vengano concepiti: "Il sostegno alla maternita' e alla paternita' responsabile inizia ben prima del concepimento. Alcuni stili di vita e comportamenti materni potrebbero alterare lo sviluppo dell'embrione. Gia' nel grembo materno vengono gettate le basi per alcune malattie della fase adulta come diabete e ictus". Il corso- fruibile gratuitamente collegandosi al sito www.consulcesi.it/it/servizi/crediti-ecm-fad- permette a tutti gli specialisti di acquisire quattro crediti Ecm, affrontando- con i vantaggi della formazione a distanza- tematiche molto importanti per la tutela della salute della coppia e del bambino, come il "Counseling genetico prima della gravidanza"; le principali raccomandazioni sulle linee guida della salute pre-concezionale e il modulo "Conoscere per comunicare" per rendere piu' efficace l'interazione tra medici e futuri genitori. APPROFONDIMENTI. I comportamenti dei futuri genitori prima del concepimento possono condizionare o compromettere la salute dei bambini. I futuri papa' sono meno consapevoli delle donne che il proprio stato di salute e i propri stili di vita possono influenzare la salute dei figli. È importante quindi che questi argomenti siano condivisi all'interno della coppia per aumentare il piu' possibile la probabilita' che la gravidanza proceda senza problemi e il bambino nasca sano. Obesita', fumo ed esposizione a sostanze tossiche costituiscono i principali fattori di rischio. CINQUE CONSIGLI PER LEI: Assumere giornalmente 0,4 mg di Acido Folico riduce del 72% il rischio di difetti del tubo neurale e del 28% i rischi di difetti cardiaci; Non bere vino, birra ed altre sostanze alcoliche, nemmeno in quantita' moderate perche' non esiste una quantita' minima ritenuta sicura; Smettere di fumare. Il fumo materno aumenta del 30% il rischio di labioschisi, malformazioni congenite cardiache e anorettali; Avere un peso corporeo normale e fare esercizio fisico. Una donna obesa prima del concepimento ha un rischio maggiore compreso fra il 20% e 40% di aver un bambino affetto da difetti del tubo neurale, cardiopatie e labiopalatoschisi. A seconda della storia familiare, si dovrebbe eseguire una visita con un medico genetista, continua Consulcesi.
CINQUE CONSIGLI PER LUI: Tenere sotto controllo il peso corporeo. L'obesita' paterna prima del concepimento costituisce un fattore di rischio per l'alterazione del Dna fetale coinvolto nella regolazione delle prime fasi della crescita embrionale. Smettere di fumare: il fumo di sigaretta contribuisce ai processi di inibizione della fertilita' e aumenta il rischio di malformazioni congenite cardiache, anorettali e delle vie genito-urinarie.
Valutare e ridurre l'esposizione a sostanze tossiche: l'esposizione si rivela dannosa per tempi prolungati, normalmente legati a motivi professionali. Il maggior rischio di malformazioni, tumori infantili, sotto peso alla nascita, e' legato all'esposizione a piombo, gas di scarico, pesticidi, vernici professionali e prodotti di tipo industriale. I lavoratori piu' a rischio sono cuochi, giardinieri, addetti alle pulizie e impiegati del settore agricolo.
 Notiziario  Minori, 2 aprile 2016

venerdì 18 marzo 2016


I GIOVANI SI ARRABBIANO, GLI
ADULTI NO CASTELBIANCO: "I GRANDI
SONO INCREDULI, NON CAPISCONO"
"I giovani rappresentano un problema per gli adulti, perche' non riescono a riconoscere e ad inquadrare le radici dei loro problemi. Nel mondo dell'immediatezza non fanno altro che cercare le soluzioni piu' rapide". Una critica forte quella di Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell'eta' evolutiva e promotore di numerosi sportelli di ascolto e supporto psicologico nelle scuole italiane.
"Se i bambini non dormono c'e' lo sciroppo per il sonno istantaneo (fortunatamente e' stato ritirato)- prosegue il terapeuta- se strillano, e' subito concesso loro quello che desiderano per placare immediatamente il senso di colpa dei genitori. Se poi hanno un comportamento che disturba al di fuori dall'ambito familiare, si ricorre al neuropsichiatra. In questo modo si potra' ricevere una diagnosi e, possibilmente, un farmaco: la pillola che lo calmi e la valutazione che giustifichi gli adulti sull'impossibilita' di educare il figlio".
Castelbianco avverte: "I comportamenti dei bambini e degli adolescenti sono giunti a un punto veramente difficile. Purtroppo non e' la fine, siamo nel mezzo di un percorso che sara' sempre piu' lungo e difficile".
Lo psicoterapeuta dell'eta' evolutiva differenzia poi il suo discorso tra adolescenti e bambini: "L'adolescenza dovrebbe essere quell'eta' in cui i minori possono non sapere tante cose, ma certo non gli adulti di essere cosi' ciechi e ignoranti su cio' che accade fra di loro. Il punto e' che l'attenzione degli adulti si focalizza sui ragazzi solo quando emergono delle patologie eclatanti, sulle quali e' impossibile chiudere gli occhi: anoressia, bulimia, alcol, droga, sesso, fumo e comportamenti disperati. Manca una riflessione sul fatto che purtroppo esiste una percentuale elevatissima di giovani che stanno veramente male pur non manifestandolo. Fino a che non accadra' qualcosa di eclatante pero'- critica lo psicoterapeuta- gli adulti faranno sempre come gli struzzi: mettono la testa sotto la sabbia e dicono 'Mio figlio per fortuna non fa parte di questa gioventu''".
Ultimamente "c'e' tanta attenzione sul bullismo e il cyberbullismo- ricorda Castelbianco- in questo modo e' possibile offrire un'idea dei danni che possono essere commessi tramite internet. Non solo c'e' il comportamento violento a danno dei compagni- spiega l'esperto- esistono anche dei siti che illustrano agli adolescenti come diventare anoressici e nasconderlo ai familiari; come studiare il modo di suicidarsi; come bere il sangue dell'amico e cosi' via. Su questi rischi abominevoli non vi e' traccia nelle tante discussioni relative ai pericoli di internet, salvo la continua attenzione della polizia postale- sottolinea l'esperto- ma tutti gli altri vivono in una beata ignoranza". Ecco allora che "a questa notizia di siti cosi' malevoli seguira' un coro di stupore e si ripetera' un'altra volta lo stesso tram tram: l'adulto si stupisce, poi si meraviglia, poi chiede informazioni e poi dimentica".
Passando ai bambini, "purtroppo il grande problema nella scuola media e' il sesso- fa sapere lo psicoterapeuta- alle elementari, invece, e' forte il fenomeno dell'aggressivita', che affonda le sue radici addirittura negli asili nido e nelle materne. Ai nidi ci sono tanti bambini che mordono, danno calci, sputano e danno testate al muro- ripete lo psicologo- e la colpa viene addossata alle assistenti di asili nido. Va chiarito allora che il bimbo quando compie un atto di aggressivita' e' rapidissimo e lo fa nel momento in cui e' meno possibile l'essere fermato".
La problematica dell'aggressivita' "e' trasversale in tutta Italia- chiosa Castelbianco- ed e' determinata da una rabbia profonda sia nei bambini che negli adolescenti. Invece di andare a cercare un neuropsichiatra che possa dare una diagnosi di disturbo oppositivo provocatorio, di Adhd o cercare la colpa in terze persone- consiglia- dovremmo riflettere su come mai il sentimento di rabbia nasca e cresca in questi giovani, assaliti anche da un forte stato d'ansia: una miscela esplosiva". II terapeuta fa un esempio: "I bambini che reagiscono con un' esplosione di rabbia e aggressivita' a fronte di un 'no' risultano agli occhi di noi adulti un fenomeno inspiegabile.
Questo accade perche' paragoniamo la reazione alla negazione di una semplice caramella o di un'altra piccola richiesta- conclude- ma non e' li' che va cercata la causa. Il primo tentativo che gli adulti devono fare per arginare quest'ondata di malessere crescente e' essere piu' coscienti e smettere di stupirsi. Piu' l'adulto manifesta il suo stupore, piu' monta la rabbia del giovane".
 Notiziario Minori, 18 marzo 2016

OMS: TEEN-AGER ITALIANI
PIU' GRASSI IN EUROPA
Gli adolescenti italiani sono più pigri e obesi dei loro coetanei europei. Hanno più difficoltà ad avere relazioni con gli adulti ma, e questo e' l'aspetto positivo, sono meno violenti e praticano e subiscono meno il bullismo.
È il rapporto sulla salute e il benessere dei giovani pubblicato dall'ufficio europeo dell'Oms a disegnare questo ritratto dei nostri 'under'. Secondo lo studio, che contiene dati su ragazze e ragazzi di 11, 13 e 15 anni, più del 30% degli undicenni e dei tredicenni maschi e' sovrappeso o obeso, un dato che cala, ma rimane sopra il 25% per i quindicenni. Numeri ancora più preoccupanti si trovano se si cerca di quantificare l'attività sportiva: l'Italia e' ultima sia a 11 anni che a 13. A questa età appena il 5% delle ragazze e l'11% dei ragazzi fa almeno un'ora al giorno di esercizio.
I PROBLEMI - "Obesità e inattività sono fattori indipendenti- spiega Franco Cavallo, ordinario di Epidemiologia dell'università di Torino e curatore della parte italiana del rapporto- occorrerebbe incentivare lo sport ma anche diffondere, ancora di più, un corretto modello alimentare. Quello mediterraneo, ormai, e' stato 'contaminato'". Un altro capitolo che ci vede in difficoltà e' quello che si occupa della relazione con la famiglia e la percezione della scuola: sembra che i nostri ragazzi trovino grossi ostacoli nell'avere rapporti con gli adulti. A testimoniare il disagio i dati su quante volte i ragazzi denunciano qualche sintomo generico come mal di testa o di stomaco. In questa classifica i tredicenni italiani sono primi (il 61% delle ragazze e il 34% dei ragazzi lamenta un sintomo più di una volta a settimana) mentre i quindicenni sono superati solo dai coetanei di Malta. Tra le 'foto' positive del mondo adolescenziale italiano troviamo un "basso livello" di abitudine al bullismo invece si segnala il bullismo. "Contrariamente a quello che si potrebbe pensare visti i casi di cronaca", aggiunge Cavallo. I numeri dell'Oms descrivono il fenomeno da noi: all'età  di 15 anni il 2% delle ragazze e il 3% dei ragazzi confessa di aver subito atti di bullismo, un numero superiore solo a quello di Islanda e Armenia e un decimo di quello della Lituania.
L'INIZIATIVA - L'obesità, nei bambini, continua, dunque, ad essere stabile come conferma questo ultimo studio dell'Oms.
Piccoli spostamenti, solo peggiorativi, dal 2010 ad oggi. Il 22,9% dei bambini italiani di otto anni risulta sovrappeso, mentre l'11,1% e' obeso, con punte ancora più  alte nel Sud Italia, in particolare in Puglia, Calabria, Campania e Sicilia. In Puglia, dove un bambino su quattro e' obeso, per esempio, hanno deciso di provare a cambiare rotta. Da Bari e' partito il progetto "Costruiamo il Futuro", dieci tappe che attraverserà l'Italia. L'iniziativa e' della Federazione italiana medici pediatri e della Società italiana di pediatria e coinvolge L'Associazione nazionale dietisti. Circa 250 pediatri sono impegnati sull'eccesso di peso infantile, sulle sue conseguenze, ma anche sulle possibili strategie per arginare questa "minaccia". Dopo Bari, le prossime tappe di "Costruiamo il Futuro" saranno: Napoli (19 marzo), Milano (16 aprile), Firenze (7 maggio), Palermo (11 giugno), Bologna (25 giugno), Roma (2 luglio), Torino (10 settembre), Catania (8 ottobre), Verona (12 novembre).
 Notiziario Minori, 18 marzo 2016