sabato 23 marzo 2013

CERCARE LAVORO CON LAUREA IN TASCA? È PIU'
FACILE PARTITA CAMPAGNA DIREGIOVANI-PRESIDENZA
CONSIGLIO SU 'DIRITTO AL FUTURO'
Il settimo rapporto stilato dalla Fondazione per la Sussidiarieta', in collaborazione con il dipartimento di Sociologia dell'Universita' Cattolica e il Consorzio interuniversitario AlmaLaurea, non lascia dubbi: i neolaureati hanno piu' possibilita' occupazionale dei diplomati. A quattro anni dalla laurea, quasi 6mila laureati di tutte le facolta', sono in prevalenza lavoratori dipendenti o atipici. Per questo motivo la Presidenza del Consiglio dei Ministri, in collaborazione con Diregiovani.it, ha dato il via alla campagna 'Diritto al futuro: i tuoi studi non si fermano...', perche' tutti i giovani, a prescindere dalle condizione economiche della famiglia, devono avere eguali opportunita' di formazione. Dall'indagine, il dato piu' rilevante e preoccupante e' quello della riduzione delle iscrizioni all'universita'. Tra le cause ci sono: ridotto interesse, difficolta' economiche delle famiglie e mancanza di politiche per il diritto allo studio. Parallelamente alle immatricolazioni, pero', diminuisce anche il tasso di occupazione giovanile e cresce invece la categoria dei NEET (Not in Education, Employment or Training). Dallo studio e' emerso che una buona dose di 'intraprendenza personale' prima della laurea e' un vantaggio competitivo al termine del percorso di studi. Attivismo universitario, adattabilita' al mercato, utilizzo dei canali di ricerca appaiono fattori in grado di fare la differenza ai fini occupazionali. Sul totale degli intervistati, pero', soltanto il 14,5% appartiene al gruppo delle e'lite intraprendenti, che hanno fatto esperienze di studio all'estero, stage e tirocini, possiedono varie specializzazioni, lavorano a tempo indeterminato nei settori educazione, chimica-petrolchimica e manifatturiero, hanno una ricca dotazione di capitale relazionale e guadagnano in media fino a 200 euro in piu' degli altri laureati. A dispetto dello stereotipo della ricerca del 'posto fisso' emerge una adattabilita' crescente (52,8%), che denota un alto livello di flessibilita' rispetto alle esigenze del mercato: i piu' 'adattabili' sono soprattutto uomini (63%), ingegneri e laureati residenti al centro-sud (60%), laureati in agraria e in lingue (59%), impiegati in lavori occasionali e non standard. A conferma di un'elevata mobilita' territoriale, inoltre, il 30,6% dei rispondenti emigrerebbe anche all'estero nel caso in cui si verificassero opportunita' lavorative rilevanti. Dall'indagine si e' riscontrata la reale efficacia delle reti sociali nell'inserimento professionale dei laureati. Stando ai risultati dell'indagine, agenzie private, autopromozione, risposta e pubblicazione annunci, social network si rivelano piu' utili per trovare lavoro nel 48,4% dei casi. Rispetto a questi canali, quelli personali (parenti, amici, conoscenti) permettono di trovare un'occupazione meno remunerativa, poco legata all'utilizzo delle competenze ed instabile da un punto di vista contrattuale, soltanto nel 24,3% dei casi, con notevoli differenze per sesso e settore di studio. Se le donne si affidano maggiormente ai servizi per l'impiego pubblici e ai concorsi, oltre che ai canali relazionali, gli uomini si avvalgono soprattutto dei servizi di placement universitario, dei social network e dell'autopromozione.
Notiziario Minori Roma, 23 marzo 2013