venerdì 4 febbraio 2011

SEDENTARIETÀ E ABITUDINI ALIMENTARI NEMICI
DEI   BAMBINI   VERDURE   RIFIUTATE    A  TAVOLA, 
MA   I   PRODOTTI   MENO   SANI   NON  SFONDANO
Pane, pasta, riso , carne sono gli alimenti preferiti dai bambini e ragazzi del Lazio, che non gradiscono, pero', proprio i cibi piu' raccomandati dagli esperti, ossia pesce, legumi e verdure, queste ultime in assoluto le piu' rifiutate a tavola (29%). Per fortuna, prodotti "meno sani" come bevande zuccherate, caramelle e fritti, non rientrano mai, o quasi, nella dieta delle giovani generazioni. Sono alcune delle conclusioni a cui e' giunta l'indagine sullo stile alimentare dei bambini della Regione Lazio, presentata dal Movimento Difesa del Cittadino Lazio, nell'ambito del "Workshop Bimbi InForma. La prevenzione dell'obesita' in eta' scolare" a cui hanno partecipato esperti e specialisti del settore.
La ricerca, realizzata nell'ambito del progetto Bimbi InForma (www.mdclazio.it/bimbiinforma) grazie al contributo della regione Lazio (Programma Utenti e Consumatori 2009), oltre alle preferenze a tavola dei ragazzi laziali con un'eta' compresa fra i 6 e i 13 anni, ha indagato: le abitudini di spesa alimentare delle famiglie, per le quali emerge positivamente un alto consumo di prodotti freschi da cucinare a scapito di quelli gia' pronti; l'influenza della televisione e la pratica dell'attivita' fisica: il risultato positivo e' che oltre l'80% dei bambini pratica uno sport, ma molto tempo viene anche dedicato al gioco con la playstation, il computer, il game boy e alla televisione, e soprattutto nei fine settimana! Tra i risultati dell'indagine, spicca poi il dato per cui ben il 54% dei bambini ha la televisione in camera, ma anche il fatto che circa il 60% dei genitori vorrebbe il divieto degli spot di alimenti diretti ai bambini, dando quindi un peso importante all'influenza del piccolo schermo sui bambini. Oltre a chiedere meno televisione, i genitori lamentano la mancanza di tempo da dedicare ai propri figli, a causa dei rimi frenetici imposti dalle esigenze lavorative e amplificati nelle grandi citta' come Roma. E anche se i genitori avessero tempo, non saprebbero dove portare i loro figli, visto che sono sempre meno le aree verdi corredate da aria pulita.
"Per prevenire l'obesita', - spiega, infatti, Livia Zollo, presidente del Movimento Difesa del Cittadino Lazio - non basta soltanto mangiare sano, ma anche muoversi molto e fare tanta attivita' fisica. Si puo' agire su molti fronti per migliorare lo stile di vita dei bambini e delle famiglie: com'e' emerso dai focus group, organizzati nell'ambito di questo progetto con esperti del settore e genitori, l'integrazione di iniziative comuni tra la famiglia e la scuola e' uno dei campi d'azione principali su cui lavorare: la scuola, infatti, riveste uno dei ruoli piu' importanti nell'educazione, dopo quello dei genitori, perche' il bambino ci passa la maggior parte del tempo, socializzando con i coetanei e ispirandosi a modelli di comportamento. Concordiamo, infine, con la posizione dei genitori di limitare la quantita' di spot pubblicitari di alimenti diretti ai bambini durante tutte le fasce orarie tv".
Notiziario Minori, 4 febbraio 2011
BAMBINI NEL LAZIO VOGLIONO PASTA-PANE-
CARNE E... TV IL 54% DEI PICCOLI HA LA TELE
IN   CAMERA,   L'80%   PRATICA   UNO   SPORT
Pane, pasta, riso e carne sono gli alimenti preferiti dai giovani del Lazio secondo quanto indicato dai loro genitori. In particolare, i cereali sono scelti dal 47% del campione, seguiti dalla carne (25%) e legumi (16%). E' quanto emerge dall'indagine sullo stile alimentare dei bambini della regione Lazio, presentata questa mattina dal Movimento Difesa del Cittadino Lazio, nell'ambito del 'Workshop Bimbi InForma'.
Sorprende positivamente il fatto che oltre la meta' del campione (50,8%) consumi legumi 1-3 volte a settimana ma si evidenzia negativamente un consumo nullo per oltre un terzo delle famiglie intervistate. Discorso simile nel caso della frutta: pur essendo al quarto posto a pari merito con i legumi tra i cibi preferiti, ben il 12,8% non la consuma mai e oltre il 18,2% solo 1-3 volte a settimana. Come accennato, purtroppo la verdura e gli ortaggi occupano solo la nona posizione con una preferenza pari al 7%. Valore confermato dai risultati alla domanda 'Vostro figlio/a che cosa rifiuta soprattutto di mangiare?', dove rappresenta il cibo piu' rifiutato.
Anche il pesce non e' gradito sulle tavole delle giovani generazioni, sebbene un 57% afferma di mangiarne 1-3 volte la settimana. Per quanto riguarda i prodotti ad alto contenuto calorico, ricchi di additivi o grassi ma di scarso valore nutrizionale, la situazione appare positiva. Sia per le bevande zuccherate, che per le caramelle o lecca lecca che per i fritti, le percentuali di frequenza di consumo maggiori si riscontrano per la risposta 'mai' o per un uso non giornaliero pari a 1 o 3 volte la settimana.
Accanto alle scorpacciate a tavola non mancano quelle di tv.
Sebbene una notevole fetta del campione si posizioni sotto le 2 ore di fruizione (ben il 71% nei feriali considerando che il 5% non la guarda affatto), il dato sconcertante e' che circa un terzo dei genitori dichiara che i loro ragazzi passano piu' di 2 ore o piu' di 4 ore (4% nei giorni feriali e 15% nel week-end) davanti al teleschermo. Nel week-end i dati peggiorano:il 48% degli intervistati ha affermato che i propri figli guardano la tv piu' di 2 ore al giorno. D'altra parte oltre la meta' del campione (54%) ha la tv in camera. A questo punto quale l'influenza di 'mamma tv'? Il 16% ha risposto di non chiedere 'mai' i cibi reclamizzati e circa il 70% 'raramente' o 'qualche volta'. Ma anche di fronte alle richieste piu' pressanti i genitori del Lazio sembrano essere giustamente severi: circa il 20% non accontenta 'mai' queste richieste, il 66% 'raramente' o 'qualche volta', il 10% 'spesso' e solo il 2% 'sempre'.
Per quanto riguarda le abitudini di spesa alimentare delle famiglie intervistate, emerge un alto consumo di prodotti freschi da cucinare a scapito di zuppe pronte, succhi preparati o altri piatti pronti. Il biologico stenta invece ad affermarsi: la variabile piu' scelta e' 'qualche volta' (41%) mentre un buon 35% ha risposto 'mai' o 'raramente'.
Notiziario Minori, 4 febbraio 2011
BAMBINI   IPERATTIVI,    RELAZIONE    CON ALLERGIE 
ALIMENTARI? I RISULTATI DI UNA RICERCA OLANDESE
I bambini, si sa, hanno tanta energia, ma capita spesso che ne abbiano un po' troppa.
Quando un bambino registra un'eccessiva attivita' muscolare che rischia di trascendere nell'aggressivita' ed impulsivita', con conseguenti difficolta' nel fare i compiti, concentrarsi o avere problemi relazionali, si parla di iperattivita' (o ADHD). Finora, per diagnosticare la causa di questa patologia, sono state fatte tante ipotesi, ma non era mai stato preso in considerazione un legame piuttosto elementare: quello con il cibo.
Hanno tentato questa via dei ricercatori olandesi che hanno pubblicato i risultati del loro studio su Lancet. Hanno provato a mettere a dieta un gruppo di bambini affetti da ADHD dai 4 agli 8 anni. Il tentativo era quello di provare se, partendo con la base dell'alimentazione, cioe' cibi naturali come riso, frutta e verdura, i sintomi venivano ridotti.
Il dubbio infatti si concretizzava sui cibi lavorati o alcuni altri tipi che possono ingenerare delle allergie o intolleranze alimentari come ad esempio le uova o il latte. Eliminando tutti i cibi a rischio, dopo 5 settimane i ricercatori hanno notato che la sindrome cominciava a scemare, i sintomi si riducevano e l'attivita' motoria dei bambini prima problematici si avvicinava molto a quella dei loro coetanei considerati "normali".
Ma siccome non si puo' mettere a dieta ferrea un bambino in crescita, questa e' stata solo la prima fase dello studio. I cibi prima eliminati dovevano essere necessariamente reintrodotti, e cosi' sono stati fatti "provare" ai bambini uno per volta, in modo da notare quale di questi faceva scattare l'iperattivita'.
Grazie a questa sperimentazione, un po' come avviene con le allergie alimentari, si riesce ad individuare l'elemento incriminato ed eliminarlo dalla dieta. La cosa importante e' che, come affermano gli stessi ricercatori, la dieta ferrea non venga protratta per oltre 5 settimane.
Notiziario Minori, 4 febbraio 2011
BAMBINI    PLUSDOTATI,    CORSO    BIENNALE 
FORMERÀ    INSEGNANTI     RICONOSCERE    E  
INTERVENIRE PER AIUTARE I TALENTI PARTICOLARI
Prendera' il via entro la fine del 2011 il corso biennale di formazione per specialisti in "gifted education" promosso dalla rete Ulisse e che verra' presentato venerdi' 4 febbraio nel corso del seminario "Tutti differenti/Tutti uguali - Rete Ulisse: nuovi strumenti per lo sviluppo del talento e della plusdotazione nel contesto italiano ed europeo" (vedi lancio precedente, ndr). "Si tratta di un corso molto approfondito che non si vuole limitare a dare agli insegnanti indicazioni sui segnali che possono presentare i bambini piu' dotati di talento", spiega Daniela Meazza, psicologa e specializzata nella formazione degli insegnanti.
Riconoscere e intervenire per aiutare un bambino che, pur avendo un talento particolare, manifesta insofferenza e disagio, che non ha risultati scolastici all'altezza delle sue potenzialita' non e' affatto semplice. "Per questo il corso sara' estremamente qualificante e, allo stesso tempo, molto impegnativo", precisa Daniela Meazza. Gli insegnanti che parteciperanno avranno l'opportunita' di assistere a lezioni teoriche (psicologia, pedagogia, didattica, etc.), seminari, momenti di approfondimento, ma anche di viaggiare all'estero per conoscere direttamente le buone prassi messe in atto in altri Paesi europei. "Vorremmo poi che, al termine dei due anni di formazione, i docenti restassero in contatto. Che si creasse una rete in cui far girare informazioni, esperienze, buone pratiche - aggiunge Daniela Meazza -, ma anche avere feedback e riscontri rispetto alla realta' quotidiana". Agli insegnanti spetta il compito, molto impegnativo, di saper motivare questa categoria di studenti, contrastarne la dispersione "perche' questi ragazzi hanno bisogno di un clima adeguato per dare il meglio -commenta Daniela Meazza- sprecare il loro talento e' un peccato. Per tutta la societa'".
Notiziario Minori, 4 febbraio 2011
BAMBINI PLUSDOTATI: L'8-10% DEGLI STUDENTI
ITALIANI RAGAZZI DOTATI DI PARTICOLARI 
ABILITÀ.      SEMINARIO     ALLA      BOCCONI
I bambini plusdotati (o gifted, come vengono definiti nel resto d'Europa) rappresentano l'8-10% della popolazione studentesca italiana. Sono dotati di particolari abilita', competenze e capacita' superiori rispetto ai coetanei, spesso pero' il loro talento non viene riconosciuto e stimolato dagli insegnanti. "Manifestano difficolta' scolastiche, emotive e relazionali. Con il rischio, paradossale, che nonostante le loro qualita' alcuni finiscano persino con l'abbandonare la scuola", spiega Anna Maria Roncoroni, presidente dell'Associazione italiana per lo sviluppo del talento e della plusdotazione (Aistap) e corrispondente italiana dell'European council for high ability.
Il tema e' al centro di un seminario in programma oggi all'universita' Bocconi di Milano durante il quale viene presentata la rete internazionale "Ulisse" che vede la partecipazione di sei partner internazionali (tra cui l'universita' olandese di Nijmegen, l'universita' spagnola di Laguna, l'Aistap) e che si pone l'obiettivo di sensibilizzare sulle tematiche del talento e della plusdotazione tutti coloro che, a diverso titolo, sono interessati a questo tema. L'obiettivo della rete, spiega Roncoroni, e' mettere in collegamento tra di loro le associazioni, gli enti, le associazioni e le istituzioni che si occupano di plus-dotazioni per formare una piattaforma comune. "Per condividere materiale, esperienze e buone pratiche che da tempo sono state avviate all'estero- aggiunge-. Nel nostro Paese, al di la' di qualche sporadica esperienza, mancano competenze specifiche". Durante la giornata verra' inoltre presentato il corso di formazione biennale sulla plus-dotazione organizzato dall'Aistap che prendera' il via entro fine anno a Milano.
Nonostante il loro talento, questi bambini non riescono a ottenere i risultati normalmente attesi dall'ambiente scolastico in cui sono inseriti. "Non solo le loro doti faticano a emergere
-puntualizza Anna Maria Roncoroni- ma vengono misconosciuti, si crede che siano bambini in difficolta', da aiutare". Chi poi ha alle spalle una situazione di disagio familiare, sociale o economico e' esposto a un rischio piu' elevato di dispersione scolastica: per loro stare a scuola e' frustrante, fanno fatica, non si sentono integrati nel gruppo dei pari. In tanti, quindi, abbandonano.
Notiziario Minori, 4 febbraio 2011
BIBERON   AL   BISFENOLO FUORILEGGE DAL
1^ MARZO ADUC: "BATTAGLIA VINTA, DALL'1
GIUGNO   NON   SARANNO  IN COMMERCIO"
"Dall'1 marzo prossimo i biberon al bisfenolo A (Bpa) non potranno piu' essere fabbricati e dall'1 giugno non potranno essere immessi in commercio. Finalmente! E' una battaglia che la nostra associazione ha condotto da tempo e, ora, arrivano i risultati".
Lo annuncia Pietro Mastrantoni, presidente dell'Aduc, l'associazione per i diritti degli utenti e consumatori.
"La decisione della Commissione europea e' stata pubblicata sulla Gazzetta dell'Unione- si legge in un comunicato- Il Bpa e' il maggiore componente delle plastiche di policarbonato usate nei biberon ma anche in altri contenitori per alimenti (bottiglie per bibite con il sistema del vuoto a rendere, piatti e tazze, pellicole e rivestimenti protettivi per lattine e tini, ecc.). Il Bpa puo' migrare nei cibi e nelle bevande conservati in materiali che lo contengono. Gli effetti tossicologici sul sistema endocrino e riproduttivo nonche' sul sistema immunitario e sullo sviluppo neurologico, sono di particolare pertinenza nei bambini.
E' un passo per una maggiore garanzia per la salute dei consumatori".
Notiziario Minori, 4 febbraio 2011
I NUOVI RISPARMIATORI SONO GLI STUDENTI 
DELLE MEDIE PAGHETTA MEDIA MENSILE 
DI  29  EURO,  PIÙ  ALTRI    26    DAI   NONNI
La paghetta non si spende tutta in una volta. Il 45% degli studenti delle scuole medie preferisce invece accantonarne una parte per avere sempre a disposizione una riserva di soldi. È quanto emerge dall'indagine "Educazione finanziaria. Una nuova generazione di risparmiatori", promossa dall'associazione Junior achievement Italia e curata dall'universita' Cattolica di Milano. "Questa propensione al risparmio e' segno che c'e' capacita' di pianificare nel lungo periodo- spiega Emanuela Rinaldi, docente di sociologia e autrice dell'idagine-. Questi ragazzini sentono tanto parlare di crisi, di tagli, dell'esigenza di risparmiare. Ascoltano le storie dei loro cugini o familiari trentenni precari. Ne consegue una maggiore attenzione alla gestione e all'uso del denaro".
Un'attenzione e una propensione al risparmio che andrebbero pero' potenziate ed educate con programmi specifici all'interno della scuola.
La paghetta media mensile dei 13-14enni si aggira intorno ai 29 euro che vengono dati dai genitori. Cui i nonni ne aggiungono, mediamente, altri 26. Ma uno studente su cinque dichiara, invece, di non avere idea dell'ammontare della cifra ricevuta in un mese.
"Dato che suggerisce l'esistenza di una sorta di inconsapevolezza finanziaria in una quota consistente del gruppo", si legge nel testo della ricerca. Il 46,2% chiede soldi quando ne ha bisogno, mentre il 21% riceve una paghetta regolare, spesso integrata da ulteriori "rabbocchi" da parte dei genitori.
Smentito anche il mito che una paghetta piu' alta rende piu' felici i ragazzini. "Sanno benissimo che il denaro non compra l'amicizia. Che il ragazzino piu' ricco non e' necessariamente il piu' benvoluto -puntualizza Emanuela Rinaldi-. E questo, da un punto di vista educativo e valoriale e' molto importante".
La ricerca, che ha coinvolto 2.300 studenti di tutta italia, e' frutto del progetto "Io e l'economia", programma didattico di formazione economica rivolto agli studenti delle classi seconde e terze delle scuole secondarie di primo grado. Un progetto promosso dall'associazione Junior achievement Itali e lanciato nell'anno scolastico 2002/2003 che ha raggiunto piu' di 80mila studenti.
Notiziario Minori, 4 febbraio 2011
PEDIATRIA, SIPPS: CAUTELA NELL'USO DI FANS 
NEI   BAMBINI    "IN   AUMENTO LE REAZIONI 
AVVERSE  AD   ALCUNI   ANTI-INFIAMMATORI"
La Societa' italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps), in linea con la direttiva del Working group pediatrico dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), in una nota, "invita ad un uso piu' attento e consapevole dei farmaci anti-infiammatori non steroidei (Fans) nei bambini, in particolare ibuprofene e ketoprofene".
"Negli ultimi cinque anni infatti- spiegano i peidatri di Sipps- a fronte di un aumento esponenziale delle vendite di questi farmaci ad uso pediatrico, si e' assistito ad un considerevole aumento di reazioni avverse a tali principi attivi, che spesso sono venduti nelle stesse formulazioni destinate agli adulti. Tra le reazioni avverse segnalate spiccano fra tutte quelle a carico della cute, seguite da emorragie gastrointestinali e complicanze renali".
"Nei piu' piccoli- raccomanda Leo Venturelli, specialista in pediatria e componente direttivo Sipps- e' possibile ricorrere ai Fans solo nel caso in cui alla febbre si associ un importante malessere generale, somministrando solamente quelli ad elevato indice di sicurezza (paracetamolo o ibuprofene, ma non entrambi a distanza di poche ore uno dall'altro) e calcolandone le dosi in base al peso del bambino e non alla sua eta'. Per questo motivo e' indispensabile rafforzare adeguatamente l'attivita' di informazione per aiutare i genitori ad utilizzare in modo corretto questa classe di farmaci". I Fans sono una classe di molecole la cui attivita' farmacologica consiste nella riduzione dei sintomi di un'infiammazione locale o sistemica. L'uso razionale di questi farmaci prevede, nell'adulto, il trattamento della febbre, di stati infiammatori dolorosi e di malattie croniche, ma in ambito pediatrico l'Aifa raccomanda linee guida piu' restrittive all'utilizzo dei Fans: "la febbre elevata e il dolore, ma solo al bisogno e non continuativamente".
In caso di infezioni respiratorie pediatriche, fa sapere Sipps nella nota, "i Fans devono essere utilizzati solo per le manifestazioni dolorose di tali infezioni (per esempio l'otalgia o la faringodinia), in quanto non esistono studi che testimonino la loro efficacia nel ridurre anche gli altri tipi di sintomi".
In ogni caso la Sipps raccomanda di "valutare attentamente l'esistenza di fattori concomitanti che possano aumentare il profilo di tossicita' del farmaco, quali malattie epatiche e renali, cardiopatia cronica, diabete e malnutrizione".
Notiziario Minori, 4 febbraio 2011
MINISTERO:   SÌ   A   3   NUOVI LICEI MUSICALI   E   A  5 
COREUTICI MA LE SCUOLE NE AVEVANO CHIESTI 34 E 9
Il ministero dell'Istruzione si prepara ad autorizzare 3 nuovi licei musicali e 5 coreutici nell'ambito della prosecuzione dell'applicazione della riforma delle superiori. Attualmente i licei musicali concessi in Italia sono 37, mentre sono 5 i licei coreutici.
Tutti hanno avuto il pienone di iscrizioni. Molti ragazzi sono rimasti fuori a settembre.
Cosi' si procede con l'allargamento. In totale ne verranno concessi rispettivamente 40 e 10 secondo quanto ha comunicato il Miur ai sindacati. Quindi ci saranno ex novo altri 3 licei musicali e 5 licei coreutici. Questo pero' a fronte delle 34 richieste dei primi e 9 per i secondi, gia' pervenute al ministero dalle varie regioni.
Notiziario Minori, 4 febbraio 2011