martedì 31 maggio 2011

COLDIRETTI: 8 BAMBINI SU 10 MAI ENTRATI 
IN STALLA LA NOVITÀ DELL'ESTATE 2011
SONO I CAMPI SCUOLA IN CAMPAGNA
Hanno visto gli animali dal vivo nei circhi o negli zoo delle citta', ma otto bambini su dieci non sono mai entrati in una stalla per vedere personalmente come si ottiene il latte che viene servito loro a colazione ogni giorno.
E' quanto emerge, come si legge in una nota, da una indagine on line della Coldiretti, divulgata in occasione della presentazione del primo censimento delle fattorie didattiche italiane realizzata grazie all'accordo della Coldiretti con il ministero della Pubblica istruzione e dell'Universita' (Miur). Una guida di riferimento per le gite nelle aziende agricole, ma anche per i campi scuola in campagna o le vacanze verdi per i piu' piccoli durante la prossima estate che rappresentano una vera novita' del 2011.
Nell'occasione e' stata aperta dalla Coldiretti, nel centro di Roma, una vera e propria fattoria con l'orto da coltivare, il miele da raccogliere e il formaggio da preparare a partire dal latte ottenuto da una vera e propria "gara" di mungitura con mucche, capre e pecore che ha coinvolto intere classi di bambini con maestre e mamme al seguito, per festeggiare la giornata mondiale del latte promossa in tutto il mondo dalla Fao.
L'obiettivo e' fare conoscere le molteplici attivita' che si svolgono nelle 1.189 fattorie didattiche italiane, riconosciute dalle diverse regioni, per colmare una lacuna formativa particolarmente preoccupante nelle giovani generazioni. Secondo una indagine Ipr marketing per Coldiretti/Univerde solo il 16 per cento degli italiani conosce le fattorie didattiche ma ben il 93 per cento e' interessato a visitarle.
Ricostruire un rapporto sano con l'alimentazione e' un obiettivo importante per le scuole italiane dove ben il 34 per cento dei piccoli cittadini italiani di 8 e 9 anni e' lontano dal peso forma: oltre un milione e' sovrappeso (22,1 per cento del totale) e 400mila (11,1 per cento) sono obesi, secondo il monitoraggio effettuato dal progetto 'Okkio alla salute', realizzato dal Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (Cnesps) dell'Istituto superiore di sanita', continua la nota. Dall'indagine e' emerso che il 9 per cento dei bambini salta la prima colazione, il 30 per cento fa una colazione sbilanciata in termini di carboidrati e proteine, mentre il 23 per cento dei genitori dichiara che i propri figli non consumano quotidianamente frutta e verdura e che il 48 per cento assume quotidianamente bevande zuccherate e gassate.
Con circolare del ministero dell'Istruzione, dell'Universita' e della Ricerca e' stata prevista la realizzazione di una unita' didattica di educazione alimentare per le scuole che ne fanno richiesta contattando i referenti del progetto "Educazione alla Campagna amica" promosso dalla Coldiretti. Un via libera di fatto agli agricoltori in cattedra con la formalizzazione di una apposita unita' didattica di educazione alimentare per le scuole, che prevede un momento formativo in aula sui temi dell'alimentazione, dell'ambiente e dell'alleanza con il territorio.
Tra gli obiettivi, aggiunge il comunicato, ci sono quello di far conoscere il lavoro necessario per produrre il cibo, le proprieta' di quello locale e di stagione che non deve percorrere lunghe distanze con mezzi inquinanti, ma anche educare al gusto dei prodotti naturali e insegnare a non sprecare il cibo in una situazione in cui ben il 30 per cento di quello acquistato finisce nella spazzatura con perdita di risorse e inquinamento ambientale.
La possibilita' di trascorrere giornate nelle fattorie didattiche e' stata offerta alle classi vincitrici della prima edizione del concorso promosso dalla collaborazione tra Coldiretti e il ministero dell'Istruzione, dell'Universita' e della Ricerca "dalla tavola alla cittadinanza" per l'anno scolastico 2009/2010 al quale hanno partecipato 211 scuole di tutta Italia. Al terzo posto si e' classificata la scuola primaria dell'istituto comprensivo di Fiumalbo (Mo), al secondo posto la scuola Gianni Rodari di Agliana (Pt) classe 3B e al primo posto la scuola primaria Pietro Baricco di Torino classe 4C.
Le premiazioni sono state fatte da Guido Viceconte, sottosegretario del ministero dell'Istruzione, dell'Universita' e della Ricerca, Paolo Russo, presidente commissione Agricoltura della Camera, Adriana Bucco, responsabile Donne Impresa Coldiretti, Rosario Trefiletti, presidente Federconsumatori, Alfonso Pecoraro Scanio, presidente Fondazione Univerde, Sergio Marini, presidente della Coldiretti, e Sveva Sagramola, giornalista e conduttrice televisiva che ha presentato il suo libro "Secondo natura impariamo a vivere bio".
Notiziario Minori, 31 maggio 2011
LATTE D'ASINA, PER LA LINEA E PER IL CUORE
È MOLTO RICCO DI OMEGA 3 E DI CALCIO
Era il segreto di bellezza di Cleopatra, oggi gli scienziati rivalutano il latte d'asina e gli attribuiscono nuove doti: ad esempio sembra che faccia miracoli per il girovita e per mantenere il peso forma. A rivelarlo e' uno studio made in Italy, realizzato da un gruppo dell'universita' di Napoli e presentata all'European Congress on Obesity (Eco 2011) a Istanbul (Turchia). I ricercatori sono convinti che il latte d'asina sia un alleato della forma fisica per una serie di qualita' che gli sono proprie: ad esempio e' molto ricco di omega 3 e di calcio, fatto che puo' avere effetti benefici anche per il cuore, e che sembra aiuti a mantenere alti i livelli di energia per tutta la giornata. Gli autori della ricerca lo suggeriscono in effetti come alternativa al latte scremato e alla soia, e invitano a fare una prova chi ha a cuore la propria linea e soprattutto chi farebbe bene a perdere qualche chilo. Quella presentata a Istanbul non e' la prima ricerca che descrive il latte di' asina come un elisir di bellezza e salute.
Studi precedenti avevano gia' suggerito che la bevanda potesse rappresentare una buona alternativa al latte vaccino per i bambini allergici e che potesse diventare il futuro pilastro nelle diete di chi e' attento al proprio peso e alla salute.
Nello studio italiano, condotto sui topini di laboratorio, gli scienziati hanno diviso le cavie in due gruppi, nutriti rispettivamente con latte d'asina e latte di mucca, in aggiunga alla loro consueta alimentazione. Alla fine dell'esperimento, gli scienziati hanno notato che gli animali nutriti con latte di mucca sono arrivati a pesare piu' dei ratti normali, mentre quelli a cui era toccato il latte d'asina sono risultati piu' magri della media. In piu', questo secondo gruppo ha presentato livelli inferiori di grasso nel sangue e minor presenza di altri grassi dannosi per arterie e cuore Infine i mitocondri, le 'microbatterie' che alimentano le cellule, risultavano ultra-ricaricati e riuscivano a convertire il cibo in energia a un ritmo piu' veloce. La conclusione a cui arrivano gli scienziati e' che "bisognerebbe incoraggiare il consumo di latte d'asina". Purtroppo, sulla strada di chi desidera consumarlo c'e' qualche difficolta'. La bevanda ha conosciuto molta fortuna in passato, ma oggi non e' piu' di moda ed e' quasi impossibile acquistarla in supermercato.
Notiziario Minori, 31 maggio 2011
GIORNATA SENZA TABACCO, DA RAGAZZI INVITO 
A NON FUMARE ALL'OSPEDALE FORLI' MOSTRA
REALIZZATA DA STUDENTI SCUOLE MEDIE
Parte dai ragazzi l'invito a non fumare. In occasione della XXIV° Giornata mondiale senza tabacco, indetta dall'Organizzazione mondiale della sanita' (Oms) e che si celebra oggi, nell'atrio del padiglione 'Morgagni' dell'ospedale 'Morgagni-Pierantoni' di Forli', e' visitabile, da oggi sino alla fine della settimana, una mostra con i disegni realizzati dagli studenti delle scuole medie forlivesi nell'ambito del progetto 'Liberi di scegliere', promosso dalla pediatria di comunita' dell'Ausl di Forli' per sensibilizzare sull'importanza di dire no alla sigaretta. Il percorso educativo, che dal 1992 coinvolge alunni e insegnanti, quest'anno ha visto la partecipazione delle scuole medie Marco Palmezzano, Benedetto Croce e Pietro Zangheri. Sempre all'interno dell'ospedale, saranno disponibili anche i volantini preparati dall'U.O. di pneumologia dell'Ausl di Forli' e dall'Ammp (Associazione Morgagni malattie polmonari), nei quali si sottolineano i vantaggi di rinunciare per sempre al fumo. Tale materiale verra' distribuito, inoltre, in tutti i bar e locali pubblici della Romagna.
Notiziario Minori, 31 maggio 2011
DORMIRE POCO PUÒ RENDERE I BAMBINI
OBESI UNA RICERCA NEOZELANDESE
I bambini piccoli che non dormono abbastanza hanno piu' probabilita' di essere in sovrappeso, secondo un nuovo studio neozelandese. I ricercatori dell'Universita' di Otago a Dunedin, Nuova Zelanda, hanno trovato che i bambini tra i tre e i cinque anni che dormivano meno rispetto alla media di 11 ore per notte, avevano maggiori probabilita' di avere un piu' alto indice di massa corporea dall'eta' di sette anni.
Per ogni ora di sonno perso nell'eta' compresa tra i tre e i cinque anni, dal settimo compleanno si avranno 0.7kg di grasso in piu', secondo questo studio.
I ricercatori per giungere a tali conclusioni hanno monitorato circa 250 bambini di eta' compresa tra tre e sette anni, studiandone il peso, la dieta, la composizione corporea, l'attivita' fisica e il sonno.
Hanno considerato oltre allo stile di vita anche altri fattori che possono influire sul peso, quali il peso alla nascita, il livello di istruzione dei genitori, il reddito e l'etnia.
Il professor Barry Taylor, dell'Universita' di Otago, ha detto che il sonno ridotto potrebbe aumentare l'apporto dietetico e potrebbe anche influenzare la spesa energetica, riducendo l'esercizio fisico.
La ridotta quantita' di sonno altera gli ormoni che controllano il metabolismo e l'appetito e, quindi, quanto si mangia, ha dichiarato il professor Taylor.
Altri specialisti del settore ritengono che non dormire le giuste ore possa contribuire a lungo termine a far insorgere problemi di salute sia negli adulti che nei bambini.
Notiziario Minori, 31 maggio 2011
MEDIAZIONI FAMILIARI, UNICEF PREMIA 
ASSOCIAZIONE GEA SPADAFORA: SEPARAZIONI
E DIVORZI AUMENTANO PERICOLI PER BIMBI
Un premio, un attestato, per oltre venti anni di attivita' di una associazione come la GeA, 'Genitori ancora', che e' a sostegno di genitori e figli che ha introdotto in Italia la conoscenza e la pratica "della mediazione familiare per prevenire il maltrattamento all'infanzia da cattiva separazione". Il presidente del Comitato italiano Vincenzo Spadafora ha fatto gli onori di casa a Fulvio Scaparro, socio fondatore e direttore scientifico della GeA, a Cesare Rimini, avvocato del Foro di Milano, a Gloria Servetti, presidente della sezione IX civile Tribunale ordinario di Milano. Il presidente Spadafora ha ricordato che se "la nostra attivita'" e' soprattutto "nei paesi in via di sviluppo", e' anche vero che "il ruolo dell'Unicef e' quello di occuparsi di tutti i bambini del mondo, non solo quelli che vivono in aree svantaggiate. Quando si da la possibilita' all'Unicef di porre l'accento per quello che riguardano i bambini italiani per noi e' molto importante". Spadafora ha evidenziato l'aumento di "minacce che a volte stentiamo a riconoscere. Sono in aumento il numero dei divorzi, delle separazioni, in generale di situazioni che possono mettere a rischio e in crisi l'armonia familiare e in modo particolare la crescita e il sano sviluppo dei minori e dei bambini nelle famiglie. Minacce sono dietro l'angolo e in ambienti e situazioni familiari insospettabili".
L'associazione GeA, che fino allo scorso anno ha soltanto formato mediatori familiari, ma che da quest'anno effettua direttamente mediazione, e' nata nel 1987. Si tratta di una associazione privata senza fini di lucro e, tra le cose piu' importanti fatte, c'e' la realizzazione "del primo servizio pubblico italiano di mediazione familiare, il Centro civico di mediazione familiare, realizzato per il Comune di Milano nel 1989". E ancora: "la prima scuola di formazione alla mediazione familiare per operatori pubblici e privati", anche questa nel 1989. "Quello di cui si discute- spiega Scaparro- non e' la separazione, che e' un passo della nostra vita che puo' esserci.
Ma e' come avviene". Per il socio fondatore e' infatti importante "non trasformare il conflitto in guerra".
Notiziario Minori, 31 maggio 2011
IMPIANTI COCLEARI, ANCHE DA PICCOLI: 
E L'UDITO È SALVO CHONG SUN KIM A 
UDINE PER IL CONGRESSO NAZIONALE SIO
L'udito e' il senso che ci da' la consapevolezza di essere immersi nel cosiddetto "bagno sonoro" che ci circonda in ogni istante della nostra vita e che ne e' espressione. E il "bagno" e' il punto di arrivo, il traguardo, se non un vero e proprio sogno della ricerca nel campo degli impianti cocleari. Per ora il presente piu' avanzato si chiama impianto cocleare bilaterale. Perche' sentire con un solo orecchio non solo riduce la capacita' di localizzare la provenienza di un suono, ma ostacola anche la capacita' di seguire una conversazione sia nel silenzio che in un ambiente rumoroso. E durante l'infanzia e l'adolescenza la perdita dell'udito da un orecchio puo' influire negativamente sullo sviluppo. Inoltre, la maturazione delle aree del cervello dedicate all'udito rimane, nelle sordita' di questo tipo, parzialmente deficitaria. Dunque, in attesa che la tecnologia ibrida diventi realta', il presidente della Societa' mondiale di otorinolaringoiatria, Chong Sun Kim ha colto l'occasione del 98^ congresso nazionale Sio, Societa' italiana di otorinolaringologia e chirurgia cervico-facciale per fare il punto sulla situazione: "Negli ultimi decenni c'e' stata una serie di proteste, anche su vasta scala, contro gli impianti cocleari, ma oggi e' una delle metodiche piu' consolidate sia per gli adulti che per i bambini.
Anzi, si puo' dire che l'impianto precoce e' ormai la regola.
L'efficacia negli impianti dopo i 12 mesi d'eta' da' esito favorevole nella maggioranza dei casi, e non c'e' stato un aumento di complicanze chirurgico-anestesiologiche. Certo, abbiamo bisogno di un follow up maggiore per un'evidenza ancor piu' solida di questi risultati, ma abbiamo il futuro dalla nostra parte".
Oggi, nella valutazione di un potenziale candidato all'impianto cocleare, si pone grande attenzione a migliorare le capacita' uditive di entrambe le orecchie. Ai pazienti viene proposta sia la stimolazione "bimodale", ossia con impianto cocleare da un lato e protesi acustica dall'altro, sia la stimolazione bilaterale, con un impianto cocleare per lato.
La scelta di uno dei due metodi non ha generalmente grande importanza se non nel bambino; difatti in questo caso, affinche' il sistema nervoso si sviluppi omogeneamente ed il piccolo possa avere un udito binaurale a tutti gli effetti, e' preferibile utilizzare la stimolazione bilaterale.
Diverse obiezioni in passato ed ancora oggi vengono mosse a questo tipo di impianto. Una di esse si basa sul fatto che il posizionamento dell'impianto in entrambe le orecchie preclude definitivamente l'accesso ad eventuali nuove possibilita' terapeutiche, in particolare alle cellule staminali. Questo e' sicuramente uno svantaggio. Ma lo stesso Chong Sun Kim ci tiene a sottolineare che "sono molto i vantaggi anche negli impianti bilaterali, soprattutto in eta' pediatrica. E' ormai una procedura sicura a tutti gli effetti. Le complicanze principali, poco sotto il 50% del totale, sono dovute solo al malfunzionamento del dispositivo. E in totale solo l'1,7% ha dato problemi. Da molti anni si parla di impianti ibridi, e dobbiamo essere pronti anche a quelli. Ma per ora ci proponiamo sicuramente di aumentare la quota di impianti bilaterali, e cominciare anche prima dei 12 mesi".
Notiziario Minori, 31 maggio 2011