martedì 23 ottobre 2012

PARTE IL FESTIVAL DELLA FAMIGLIA, DA 
GIOVEDÌ 3 GIORNI A RIVA DEL GARDA IN 
APERTURA I SALUTI DEL MINISTRO RICCARDI
 Sta per aprire i battenti la prima edizione del Festival della famiglia, tre giorni densi di incontri, laboratori e altri eventi, per riflettere sul ruolo svolto dalla famiglia all'interno della societa' e sulle strategie a sostegno delle politiche familiari, in un periodo di forte crisi come quello attuale. L'appuntamento e' a Riva del Garda dal 25 al 27 ottobre. Il festival, organizzato dal Dipartimento per le politiche della famiglia e dalla Provincia autonoma di Trento in collaborazione con il Comune di Riva del Garda, offre uno spazio di confronto e approfondimento sul tema, cercando di analizzare vari aspetti. Rappresentanti istituzionali, studiosi ed esperti discuteranno di politiche per la famiglia e crisi economica, invecchiamento attivo e solidarieta' tra generazioni, smart cities e digital divide e altri temi che riguardano da vicino la famiglia, intesa come risorsa vitale non solo per i suoi componenti, ma per l'intera collettivita'. È proprio questa l'idea alla base dell'iniziativa: valorizzare e promuovere il benessere delle famiglie, motore di crescita e sviluppo di tutta la societa'. La tre giorni si aprira' con i saluti di Andrea Riccardi, ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione e di altri rappresentanti istituzionali. A seguire, una conferenza sul tema delle politiche familiari nel contesto della crisi economica, a cui interverranno, fra gli altri: Pierpaolo Donati, sociologo e presidente dell'Osservatorio nazionale sulla famiglia; Linda Laura Sabbadini, dell'Istat e Antonio Mastrapasqua, presidente dell'Inps. La prima giornata sara' l'occasione per approfondire un altro tema centrale nel dibattito sulle politiche familiari, le Alleanze locali per la famiglia. Ne sono un esempio i Distretti famiglia realizzati in Trentino, "forme di organizzazione economica e culturale a base locale, in cui soggetti diversi per natura e funzioni (istituzioni pubbliche, enti, operatori economici, terzo settore e famiglie) interagiscono al fine di promuovere, sostenere e valorizzare il benessere delle famiglie che vivono sul territorio". Le conferenze del 26, invece, si soffermeranno sui processi educativi, l'invecchiamento attivo e la solidarieta' tra generazioni (tema dell'Anno europeo 2012), le smart cities e il digital divide. Di processi educativi parlera', insieme ad altri esperti, Marco Rossi Doria, sottosegretario del Ministero dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca. Comunicare e informare l'argomento dell'ultimo incontro del 26, che vedra' la partecipazione, fra gli altri, di Gianfranco Noferi, direttore di RaiSat Ragazzi, e Roberto Farne', docente dell'Universita' di Bologna. La giornata del 27, infine, prevede approfondimenti sulla programmazione delle politiche familiari e il Family audit. Standard adottato dalla Provincia autonoma di Trento nel 2010, il Family audit e' "uno strumento gestionale che promuove un cambiamento culturale e organizzativo all'interno delle realta' lavorative sia pubbliche che private e consente di adottare e certificare politiche del personale orientate al benessere dei propri dipendenti e delle loro famiglie". Grazie a un accordo di collaborazione tra il Dipartimento per le politiche della famiglia e la Provincia autonoma di Trento, ne e' stata avviata la sperimentazione su scala nazionale con il coinvolgimento di cinquanta organizzazioni. Le conclusioni della tre giorni sono affidate al presidente del Consiglio dei ministri Mario Monti, al ministro Andrea Riccardi e al presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai. Oltre agli incontri e ai dibattiti, il festival propone anche una serie di attivita' culturali e ricreative, che si terranno in vari luoghi del centro storico: momenti di animazione per i bambini, proiezioni di film, spazi dedicati alla lettura e laboratori, giochi e occasioni di confronto sul tema della media education, pensate per sensibilizzare grandi e piccoli sull'uso sicuro e consapevole delle nuove tecnologie. Il programma completo e' disponibile sul sito dedicato all'evento. 
Notiziario Minori, 23 ottobre 2012
RINITI, AICNA: 1 BAMBINO SU 10 NASCE CON 
QUELLA NON ALLERGICA 6/11 A ROMA CONFERENZA 
SU GIORNATA NAZIONALE 'NASO RIBELLE' 
Le malattie nasali colpiscono in Italia una persona su due, circa il 55% della popolazione. Curarle e' possibile ma solo dopo un'attenta diagnosi, e la citologia nasale e' l'unica pratica medica, semplice e non cara, capace di farla. Per informare tutti i cittadini sull'esistenza di questo nuovo strumento diagnostico e sensibilizzare la comunita' scientifica a riconoscere una patologia ancora oggi troppo sottostimata, l'Accademia nazionale di citologia nasale (Aicna), con il supporto non condizionante dell'azienda farmaceutica Msd Italia, ha organizzato una giornata nazionale su 'Il mio naso ribelle' in programma giovedi' 8 novembre in tutto il Paese. In occasione di questa iniziativa i cittadini con disturbi nasali, interessati ad effettuare gratuitamente il test per diagnosticare alcune forme di rinite vasomotoria, potranno rivolgersi in uno dei 50 centri rinologici presenti in Italia. Per ottenere ulteriori informazioni e' possibile chiamare il numero verde 800858404 o andare sul sito www.aicna.it. Il presidente dell'Aicna, Matteo Gelardi, presentera' l'iniziativa il 6 novembre in una conferenza stampa a Roma, presso l'hotel Nazionale in piazza Montecitorio 131 alle ore 11, durante la quale cerchera' di far luce sulla reale dimensione del problema fornendo studi epidemiologici e dati concreti. Le riniti cellulari, quali infiammazioni croniche della mucosa nasale, prendono il nome dalle cellule presenti nel naso. Possono essere Nares (rinite non allergica eosinofila), Narma (rinite non allergica mastocitaria), oppure Naresma (rinite non allergica eosinofila e mastocitaria). "Si tratta di cellule buone che sono nel sangue, ma se raggiungono la cavita' nasale sono responsabili della sintomatologia del naso ribelle. Il vero problema- ha precisato Gelardi- e' che queste patologie, in particolar modo quelle non allergiche, disturbano il sonno e la qualita' di vita soprattutto dei giovanissimi, basti pensare solo che piu' di 1 bambino su 10 (13%) nasce con una rinite non allergica su base 'cellulare' (Nares, Naresma, ecc...)". Per partecipare alla conferenza stampa e' necessario accreditarsi entro il 2 novembre, scrivendo all'indirizzo email ufficiostampa@comesrl.eu o chiamando il numero 3346534308. 
Notiziario Minori, 23 ottobre 2012
CINA, LA DIPENDENZA DA INTERNET METTE IN 
PERICOLO LA SALUTE DEGLI ADOLESCENTI QUASI 
11MILA QUESTIONARI,I MASCHI SOGGETTI PIÙ A RISCHIO
Uno studio di ricercatori della Repubblica Popolare Cinese ha focalizzato l'attenzione sulla dipendenza da internet e la sua associazione con il benessere tra gli adolescenti cinesi. Gli studiosi hanno somministrato 10.988 questionari cartacei scegliendo 40 classi per ogni citta', per un totale di 360 classi. All'interno del campione, 9.532 questionari erano stati interamente compilati determinando una copertura pari all'86,7%. Il campione, inoltre, era costituito da 50,5% di soggetti di genere maschile (4.814) e 49,5% di genere femminile (4.718) con un'eta' media pari a 17,2 anni e una deviazione standard pari a 2,72 anni. Dei 9.532 studenti intervistati il 29,2% proveniva da scuole medie inferiori (2.783), mentre il 41,6% erano studenti delle scuole medie superiori (3.965) ed, infine il 29,2% provenivano da universita' (2.784). Tramite questi questionari, gli studiosi hanno analizzato le associazioni di dipendenza da internet focalizzando l'attenzione su variabili demografiche, variabili di criterio come il tempo passato on-line e il rendimento scolastico ed infine la soddisfazione della vita. Si evince che il 7,5% dei soggetti esaminati e' dipendente da internet e che l'adolescente cinese piu' a rischio da dipendenza da internet, risulta essere di genere maschile (9,8%), di essere uno studente delle scuole medie superiori (8,3%), di possedere un computer a casa (8,2%), di avere un computer proprio (9,1%), di passare molto tempo on-line (12,35), di avere un rendimento scolastico basso (9,9%), di possedere poca stima di se stessi (5,214), di soffrire di depressione (11,048) e di avere una vita privata non soddisfacente (0,517). Dallo studio risulta che la dipendenza da internet e' correlata alla diminuzione del benessere, tra cui bassa autostima, meno soddisfazione con la vita e maggiore depressione. 
Notiziario Minori, 23 ottobre 2012

martedì 16 ottobre 2012

OBESITÀ, COINVOLTI 22 MLN BAMBINI:SIMPOSIO
A BRUXELLES STRADE NUOVE PER COINVOLGERE 
ISTITUZIONI FIN DA GRAVIDANZA 
'The Childhood Obesity Pandemic' e' il titolo del convegno internazionale che si svolgera' a Bruxelles il prossimo 18 ottobre, a cura di Public Policy Exchange in collaborazione con Centre for Parliamentary Studies. Secondo recenti dati diffusi dalla commissione Europea l'obesita' infantile coinvolge circa 22 milioni di bambini nell'Ue e la cifra e' destinata a crescere di oltre quattrocentomila casi all'anno. Il convegno vuole essere un'occasione per riflettere ai massimi livelli accademici e politici sul parziale fallimento delle politiche finora adottate per contrastare il fenomeno. Infatti, la maggior parte delle iniziative intraprese a livello europeo, tra le quali campagne di sensibilizzazione, strategie per spingere bambini e adolescenti a modificare i comportamenti alimentari, non hanno del tutto raggiunto l'obiettivo di ridurre il numero degli obesi e dei soggetti a rischio in quanto sovrappeso. La sfida che coinvolge tutti i Paesi europei e' trovare strade nuove che permettano in tempi brevi di agire sulla patologia. La via da seguire sembra essere quella della prevenzione di primo livello attraverso un approccio globale che coinvolga tutte le istituzioni interessate e che inizi sin dalla gravidanza. Durante il convegno si affrontera' anche il tema da un punto di vista normativo, avanzando la necessita' di adottare un quadro europeo che regolamenti tutti gli aspetti legati all'obesita': pubblicita' di prodotti alimentari, programmi scolastici, programmi sanitari. Per maggiori informazioni sul programma il link al quale collegarsi e': http://www.minori.it/sites/default/files/programma_94.pdf. 
 Notiziario Minori, 16 ottobre 2012
GLI ADOLESCENTI E LE DIPENDENZE: 
ECCO I NUMERI DI UNO STUDIO IL 58%
 DEI MASCHI HA QUELLA PER IL GIOCO 
 Negli Stati Uniti ed in altri paesi e' emerso che un'elevata percentuale di adolescenti ha dipendenza da alcol, droghe e gambling. Nel 2004, ad un campione di 515 adolescenti reclutati tramite uno studio di prevenzione randomizzato, sono stati somministrati alcuni questionari al fine di esplorare varie tematiche: eventi avversi affrontati dai ragazzi o da persone a loro vicine, presenza di sintomi depressivi, residenza in quartieri "difficili", caratteristiche demografiche, uso/non uso di sostanze stupefacenti e gambling. L'analisi dei dati e' stata effettuata tramite un modello di regressione logistico multinomiale con l'obiettivo di indagare l'associazione tra atteggiamenti dipendenti, eventi avversi e genere. L'80% del campione ha dichiarato di aver affrontato nell'ultimo anno eventi di vita avversi e di aver avuto almeno un atteggiamento di dipendenza, mentre il 43,5% delle femmine (24% dei maschi) e' risultato avere sintomi depressivi. Focalizzando l'analisi sui maschi, e' emerso che il 58% ha avuto dipendenza da gioco d'azzardo, il 75% consumava alcol, il 54% tabacco ed il 47% altre droghe. Tendenza analoga e' stata riscontrata nelle femmine per quanto riguarda il consumo di alcol, tabacco e altre droghe (79%, 49% e 42%), a fronte, pero', di una percentuale notevolmente inferiore di giocatrici (37%). Il confronto tra i vari gruppi di consumatori/non consumatori porta alla luce una sostanziale differenza tra maschi e femmine: i primi presentano una percentuale maggiore di soggetti dipendenti dal gioco d'azzardo e di quelli che sono giocatori ed anche consumatori, rispetto alle femmine che, invece, presentano valori maggiori di non consumatrici e di non giocatrici d'azzardo. Considerando anche gli eventi avversi come violenza, relazioni o instabilita', si e' notato che, rispetto a coloro che non sono consumatori e giocatori d'azzardo patologici, sia gli adolescenti consumatori di sole sostanze che quelli dipendenti dal gioco e dalle droghe hanno una probabilita' maggiore di incorrere in eventi violenti (probabilita' significativa sia nei maschi che nelle femmine del secondo gruppo), relazioni (probabilita' significativa solo nelle femmine) o instabili (probabilita' significativa nelle femmine del primo gruppo e nei maschi del secondo). Tali risultati mostrano quindi un'effettiva relazione tra atteggiamenti di dipendenza ed eventi avversi che suggeriscono la realizzazione di programmi che insegnino strategie per difendersi e lottare contro le violenze a cui si e' esposti, con una particolare attenzione verso le donne. 
Notiziario Minori, 16 ottobre 2012
GIORNATA MONDIALE PULIZIA DELLE MANI 
CONTRO MORTALITÀ INFANTILE PUÒ RIDURRE
 INCIDENZA DELLA DIARREA INFANTILE FINO AL 50% 
Per il quinto anno consecutivo, il 15 ottobre e' stata la Giornata Internazionale per la pulizia delle mani, il cui fine e' di sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni sull'importanza di lavarsi le mani con il sapone come misura efficace e a bassissimo costo per la prevenzione di malattie spesso letali per la prima infanzia. Centinaia di milioni di persone in tutto il mondo hanno celebrato il "Global Handwashing Day" (Ghd). Istituita nel 2008 come una giornata di celebrazione in poche citta', la Ghd e' oggi divenuta un movimento realmente globale, che mobilita ovunque investimenti, visibilita' mediatica e consenso politico intorno a questa semplice pratica igienica. ACQUA E SAPONE CONTRO LA MORTALITÀ INFANTILE: I dati sulla mortalita' infantile presentati a settembre dall'Unicef mostrano che nonostante i grandi successi registrati negli ultimi 20 anni, ancora oggi circa 2.000 bambini sotto i 5 anni muoiono ogni giorno a causa di malattie diarroiche. Di questi, la stragrande maggioranza - circa 1.800 bambini al giorno - muoiono per malattie diarroiche dovute alla mancanza di acqua potabile e ai servizi igienici di base. Lavarsi le mani con il sapone ha molto a che vedere con la mortalita' infantile. Da sola, questa basilare misura di profilassi igienica puo' ridurre l'incidenza della diarrea infantile fino al 50%, e quella delle infezioni dell'apparato respiratorio di circa il 25%. "Il Global Handwashing Day e' molto piu' di una semplice giornata", ha affermato Therese Dooley, Responsabile dell'Unicef per i programmi di Igiene. "Vogliamo che il messaggio si diffonda dai bambini alle famiglie, alle comunita' e alle nazioni. Arrestare la diffusione delle malattie diarroiche non e' complicato o costoso, ma e' estremamente importante che il lavaggio delle mani con il sapone diventi un'abitudine per tutti". I dati sul ricorso a questa semplice pratica variano da paese a paese. Per esempio, in Swaziland nel 2010, il 50% delle famiglie urbane avevano l'abitudine di lavarsi le mani, rispetto al 26% delle zone rurali. In Ruanda appena il 2% della popolazione si lava regolarmente le mani con il sapone. In Mongolia, il 96% delle famiglie piu' abbienti ha questa abitudine, rispetto al 10% che si registra tra i piu' poveri. "Non c'e' bisogno di inventare una qualche formula da premio Nobel per salvare milioni di bambini. La soluzione esiste gia': acqua e sapone!",conclude Therese Dooley. 
 Notiziario Minori, 16 ottobre 2012

venerdì 12 ottobre 2012

DSA, IL 10 NOVEMBRE A ROMA XV CONVEGNO 
IDO SU 'DISLESSIE' UN DISTURBO DALLE 
MOLTEPLICI FORME, LE CUI CAUSE SONO DIVERSE 
 La dislessia e' un disturbo dalle molteplici forme, sono tante e diverse le cause che possono scatenarla. Per questo motivo al XV convegno nazionale dell'Istituto di Ortofonologia (IdO) si parlera' di 'Dislessie' e del 'Ruolo della scuola nella complessita' degli apprendimenti'. L'iniziativa avra' luogo a Roma il 10 novembre, dalle ore 9 alle 18, presso l'Istituto Regina Elena in via Puglie 4. "Troppi sono i bambini che per cause diverse presentano Disturbi specifici dell'apprendimento (Dsa) e il loro numero e' sempre in aumento. Forse, bisognerebbe sciogliere la differenza che esiste tra difficolta' scolastica, Dsa e le cause che hanno determinato questi disturbi di apprendimento". Ad affermarlo e' Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell'IdO, in merito all'aumento esponenziale di tali comportamenti problematici. "Il paradosso- ha proseguito lo psicoterapeuta- e' che se trent'anni fa avevamo bambini che si presentavano in prima elementare senza mai essere stati alle scuole materne, oggi tutti fanno per lo meno i 3 anni di scuola d'infanzia e un 50% di questi ha fatto anche il nido. È possibile che in questi 30 anni le insegnanti non sono state in grado di riconoscere i Dsa? Ma soprattutto, non ci rendiamo conto che il solo porci questo quesito rappresenta un insulto alla classe docente? Il problema e' sempre stato posto-ha chiarito- quello che manca invece e' un nuovo progetto pedagogico che restituisca alla scuola il ruolo di competenze e di intervento e non lo stato attuale, che e' una delega totale all'ambito sanitario". E proprio per avvalorare questa tesi a difesa dei professori, Castelbianco ha ricordato che nel 1978-79 l'IdO "coinvolse le insegnanti delle scuole dei Castelli Romani, con tutto il servizio di medicina scolastica, in una ricerca biennale su 2.000 bambini relativa ai Dsa. Allora la percentuale di soggetti con dislessia riscontrata dal corpo docente non supero' il 2%. Oggi- ha sottolineato il direttore- la percentuale si e' triplicata, anzi in alcuni casi si e' arrivati a indicare un erroneo 15-16%. Ma in realta' ci troviamo di fronte ad un'altra problematica: sono aumentate le difficolta' scolastiche, e di conseguenza quelle di apprendimento, sono cambiate le modalita' di insegnamento, le dinamiche sociali e della famiglia". Al convegno promosso dall'IdO ci si domandera', quindi, come e' possibile che negli ultimi trent'anni non siano stati richiesti alle maestre nuovi progetti pedagogici per superare il grande disagio scolastico? "Alla scuola- ha concluso Castelbianco- va ridato il ruolo preminente nell'insegnamento pedagogico, nel supporto e nella prevenzione di queste situazioni di difficolta'". Per partecipare al convegno e' necessario accreditarsi scrivendo all'indirizzo email convegno@ortofonologia.it o inviando un fax al numero 06.45.499.549.
 Notiziario Minori, 12 ottobre 2012

martedì 9 ottobre 2012

WWW.LATTEMATERNO.IT, L'ALLATTAMENTO È A 
PORTATA DI CLIC PRESENTATO SITO WEB AD HOC A ROMA 
Un sito che si rivolge direttamente alle mamme e fornisce informazioni utili sull'importanza che un gesto cosi' naturale come l'allattamento al seno ricopre per la salute tanto dei neonati quanto delle donne. Il portale, www.lattematerno.it, e' stato realizzato da Laziosanita'-Asp per la Regione Lazio ed e' stato presentato nel corso di un convegno che si e' svolto a Roma all'Auditorium del Comitato italiano per l'Unicef. Sul sito sono disponibili materiali divulgativi che spiegano le qualita' alimentari del latte materno e guide all'allattamento e all'alimentazione del bambino nel suo primo anno di vita. Sono presenti informazioni sulle strutture che svolgono attivita' di sostegno alle donne nell'avvicinamento al parto e che offrono la loro disponibilita' ed esperienza alle neomamme (ospedali, consultori, associazioni di mamme). Non mancano suggerimenti e indicazioni anche per quelle donne che non possono allattare al seno i loro figli. Il progetto punta sulla divulgazione dei materiali informativi di cui 42.000 copie sono state gia' distribuite alle ASL del Lazio e su un piano di formazione mirata per gli operatori. Tra ottobre e dicembre prossimi sono previste 10 edizioni di corsi accreditati di 20 ore dedicati agli operatori del settore. La promozione dell'allattamento al seno e' una delle azioni contenute nel Piano Regionale della Prevenzione 2010-2012 ed e' un progetto finanziato dal Centro per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (CCM) del Ministero della Salute attuato in collaborazione con l'Unicef, le regioni Sicilia, Lazio, Marche, Veneto e Asl di Milano. La promozione dell'allattamento al seno e' basata su numerosi studi scientifici che hanno dimostrato come rafforzi il legame madre bambino e favorisca l'accudimento, aiuti la digestione del bambino, rinforzi il suo sistema immunitario, lo protegga dalle infezioni delle vie urinarie, da otiti, stitichezza, sovrappeso, obesita' e diabete di tipo 2. L'allattamento al seno fa bene anche alla mamma: le donne che allattano al seno sono maggiormente protette dal tumore al seno e alle ovaie e dall'indebolimento delle ossa in eta' avanzata (osteoporosi). 
 Notiziario minori, 9 ottobre 2012

venerdì 5 ottobre 2012

MASCHI PIÙ SFACCENDATI, A SCUOLA SI IMPEGNANO
MENO: AL 21,3% BASTA IL 6 PIÙ CRESCONO E MENO 
SI SFORZANO, RISULTATI FEMMINE PIÙ ALTI 
Sei e sto. È il motto di uno studente maschio su cinque. Secondo un report odierno dell'Istat sulla scuola, dati alla mano, i ragazzi si impegnano meno delle femmine fra i banchi. Il 38,3% delle studentesse, spiega l'Istat, si impegna molto nello studio conseguendo ottimi risultati, mentre tra i maschi tale quota scende 24,9%. Tra i maschi e' piu' diffuso l'impegno mirato a ottenere la sufficienza (il 21,3% rispetto al 14,1% delle femmine) e uno studio selettivo delle sole materie che piacciono (il 13,1% rispetto al 9,4%). L'impegno nei confronti dello studio diminuisce al crescere dell'eta' e quindi all'ordine della scuola che si frequenta. In tutti gli ordini, sono circa l'11% coloro che studiano solo le materie che gli piacciono e tra i ragazzi della scuola secondaria di secondo grado si manifesta la maggiore insofferenza nei confronti dello studio: il 27,6% dichiara di impegnarsi solo per avere la sufficienza. Frequenta corsi di recupero il 14,7% dei bambini e ragazzi fino a 17 anni iscritti a scuola. Il 9,2% frequenta corsi organizzati dalla scuola e il 5,5% si rivolge ad insegnanti privati. Piu' alta tra i maschi la necessita' di seguire corsi di recupero e tra gli studenti del Centro-Nord, in particolare nel Nord-est (17,4%), piuttosto che al Sud (11,7%). 
RISULTATI BRILLANTI IN ROSA - Il 35,4% dei ragazzi di 13-17 anni ha conseguito la licenza media con "sufficiente" come giudizio finale, il 27,5% hanno ottenuto il giudizio "buono", il 19,7% ha riportato il giudizio "distinto" e solo il 17,3% dei ragazzi ha conseguito la licenza media con il giudizio "ottimo". Ma esistono differenziali di rendimento per ragazzi e ragazze: solo il 27,2% delle ragazze tra 13 e 17 anni dichiara di avere concluso il percorso della scuola dell'obbligo con il giudizio "sufficiente" contro il 43,7% dei loro coetanei. Considerando poi che il giudizio "buono" e' stato conseguito da entrambi i generi piu' o meno nella stessa misura (27%), e' elevata la quota delle ragazze che hanno ottenuto le valutazioni migliori: il 25,2% ottiene "distinto" e il 20% "ottimo".
  Notiziario minori, 5 ottobre 2012
IL 44,3% DEGLI STUDENTI VA A SCUOLA IN AUTO, SOLO
IL 29,9% A PIEDI NEL MEZZOGIORNO SI CAMMINA DI PIÙ
 Spostamenti casa-scuola all'insegna della pigrizia. Secondo quanto si legge in un Report odierno dell'Istat gli spostamenti quotidiani per andare in classe coinvolgono circa 8 milioni 400 mila bambini dell'asilo nido o della scuola dell'infanzia e studenti. La maggior parte degli studenti utilizza un mezzo di trasporto (69,8%), soprattutto l'automobile (il 44,3% degli studenti), e i mezzi pubblici o collettivi (27,1%). Si sposta a piedi il 29,9% degli studenti. A livello territoriale si riscontra un uso maggiore dei mezzi di trasporto nel Centro (78,7%) e nel Nord-est (78,1%), mentre nel Mezzogiorno tale quota scende sotto il 63% a vantaggio degli spostamenti a piedi. L'utilizzo dell'automobile e' elevato in tutte le ripartizioni, ma il Nord-est si caratterizza in particolare per un maggior utilizzo della bicicletta che riguarda il 6,9% degli studenti, una modalita' di spostamento diffusa soprattutto a Bolzano (17%). Il mezzo collettivo e' usato soprattutto nel Centro-nord, in particolare a Bolzano (41,4% degli studenti) e nelle Marche (40,6%). Nel Mezzogiorno si riscontra una maggiore propensione ad andare a piedi (il 39,3% nel Sud e il 36,4% nelle Isole). Per quanto riguarda i tempi di percorrenza per giungere sul luogo di studio, nel 73,3% dei casi gli studenti impiegano fino a 15 minuti. È elevata la quota di bambini iscritti alla scuola dell'infanzia, alla primaria e alla secondaria di primo grado che raggiungono la scuola a piedi (rispettivamente 31,1%, 35% e 38,3%). La quota di studenti che raggiungono la scuola a piedi si dimezza, rispetto alla media nazionale, per i ragazzi della scuola secondaria di secondo grado (15%). Tra questi sono anche piu' numerosi coloro che impiegano piu' di 30 minuti per andare a scuola (26,3%). 
Notiziario minori, 5 ottobre 2012
SCUOLA, ISTAT: I COMPITI A CASA? 
CI VOGLIONO IN MEDIA DUE ORE 
Compiti a casa, ci passano un po' tutti. Secondo i numeri diffusi negli scorsi giorni dall'Istat la quasi totalita' degli alunni ha sempre o spesso compiti da svolgere a casa: il 97,4% nella scuola primaria, il 98,6% nella secondaria di primo grado e il 97,6% nella secondaria di secondo grado. La situazione in cui i bambini hanno solo alcune volte i compiti da svolgere a casa e' piu' diffusa nella scuola primaria (28,7%) rispetto alla scuola secondaria di primo grado (10,3%). Il numero medio di ore giornaliere passate a studiare e' di 2 ore e 9 minuti. Gli studenti della scuola secondaria di secondo grado dedicano in media 2 ore e 28 minuti ai compiti rispetto a 1 ora e 46 minuti degli studenti della scuola primaria. Se si esclude la scuola primaria dove non emergono differenze di genere (in media 1 ora e 46 minuti per bambini e bambine), al crescere dell'eta' le ragazze mostrano un impegno maggiore nello studio. Gia' alla scuola secondaria di primo grado i ragazzi dedicano in media allo svolgimento dei compiti 2 ore e 17 minuti, mentre le ragazze circa 15 minuti in piu' al giorno (2 ore e 32 minuti). In particolare, nella scuola secondaria chi frequenta il liceo dedica allo studio circa 40 minuti in piu' al giorno (2 ore e 49 minuti) rispetto a chi frequenta un istituto tecnico o professionale (circa 2 ore). Tra chi frequenta il liceo, le ragazze studiano circa 36 minuti in piu' dei loro coetanei maschi (da 2 ore e 45 minuti a 2 ore e 9 minuti). La differenza di genere scende a 26 minuti negli istituti tecnici (2 ore e 26 per le ragazze contro 2 ore dei maschi ) e praticamente si annulla negli istituti professionali (circa 2 ore). Le differenze sono ancora maggiori nella scuola secondaria di secondo grado: 2 ore e 9 minuti i maschi e 2 ore e 45 minuti le femmine. Inoltre, mentre il passaggio dalla scuola secondaria di primo grado alla scuola secondaria di secondo grado implica una diminuzione di 8 minuti per i maschi (da 2 ore e 17 minuti a 2 ore e 9 minuti), nel caso delle femmine il tempo dedicato allo studio aumenta di 13 minuti: da 2 ore e 32 minuti a 2 ore e 45 minuti. Il 76,4% degli alunni della primaria svolge i compiti con l'aiuto della madre e il 26,2% e' aiutato dal padre. Nella scuola secondaria di primo grado il 37,3% dei bambini svolge i compiti con le madri, mentre solo il 13% fa i compiti con il padre. La quota di ragazzi che frequenta la scuola secondaria di secondo grado e svolge i compiti insieme ai genitori e' decisamente ridotta (il 10,6% svolge i compiti con la madre e il 4,3% con il padre). 
Notiziario minori, 5 ottobre 2012