domenica 27 marzo 2011

LO SPORT FIN DA PICCOLI MIGLIORA I RISULTATI 
A SCUOLA I RISULTATI DI UNO STUDIO AMERICANO
I bambini che cominciano a praticare sport fin da piccoli, avranno risultati migliori a scuola. Ad affermarlo e' uno studio della West Virginia University, che ha preso in esame 1200 alunni di quella che in Italia sarebbe la quinta elementare, e hanno comparato l'andamento scolastico con la frequenza dell'attivita' sportiva per due anni. I bambini che avevano avuto un allenamento sportivo costante, avevano un punteggio migliore nella lettura, comprensione e dettato. I bambini che avevano cominciato ad allenarsi, vedevano crescere il loro punteggio in seguito a lunghi periodi di costanza negli allenamenti. Mentre i bambini che non praticavano nessuno sport, avevano un punteggio piu' basso. La valutazione, aggiungono i ricercatori, era completamente disgiunta da quella sulla forma fisica, che non incideva sul rendimento scolastico.
Notiziario Minori, 27 marzo 2011
13.000 EURO, ECCO QUANTO COSTA PRIMO ANNO
DI UN FIGLIO STIME DI FEDERCONSUMATORI
Quanto costa mantenere un bambino durante il suo primo anno di vita? Sicuramente non e' il primo pensiero di una coppia di futuri genitori, completamente assorbiti dalla gioia del lieto evento.
Ma oggi, purtroppo, l'aspetto economico non e' da tenere sotto gamba, considerando il caro vita che ha colpito anche il settore dell'infanzia.
Secondo il rapporto di Federconsumatori, infatti, la maggior parte dei prodotti necessari per provvedere alle cure di un neonato ha subito aumenti esorbitanti, tanto che la spesa media in un anno si aggira tra i 6.119 e i 13.486 euro, valori molto piu' alti di quelli stimati per il 2010.
Si parla di prodotti di prima necessita', come ad esempio latte artificiale e pappe. Ma al di la dell'alimentazione, un dato abbastanza sconvolgente e' dato dal costo dei pannolini, per l'acquisto dei quali bisogna sborsare dai 600 ai quasi 1000 euro in un anno, e quasi sempre fino al compimento del terzo anno di vita del piccolo.
Le tabelle rese note da Federconsumatori passano in rassegna anche culle e lettini, altrettanto indispensabili nei primi anni di vita del bambino, cosi' come i prodotti necessari per la pulizia e cura del neonato. Partendo dal tradizionale fasciatoio fino alle pratiche salviette usa e getta, infatti, o prezzi hanno subito un incremento considerevole che incide sul bilancio familiare a fine mese.
Parlando di passeggini e carrozzine, invece, e' sempre Federconsumatori a consigliare una tipologia di acquisto particolare che consente di risparmiare un po' di denaro. La maggior parte dei genitori conosce bene la possibilita', gia' in uso da qualche anno, di usare un unico kit di attrezzature finalizzate al trasporto del bambino acquistabile in blocco.
"Per risparmiare consigliamo di acquistare i cosiddetti 'tris', ovvero carrozzine che, a seconda di come vengono regolate, si trasformano in passeggino o ovetto per l'auto. Questa tipologia di accessori puo' costare tra i 329 e i 650 euro".
Si passano poi in rassegna le spese necessarie per effettuare visite mediche da un pediatra privato, sempre piu' indispensabile, fino alle rette richieste dagli asili nido e alle attuali tariffe delle baby sitter (in questo caso, si parla di un costo che varia dagli 8 ai 9 euro l'ora).
I genitori dei bambini nati negli ultimi due anni, infine, non possono piu' contare sul Bonus Bebe', vale a dire un tot di denaro previsto per ogni nuovo nato a fondo perduto. Il governo, invece, per i bimbi nati o adottati tra il 2009 e il 2011, ha messo a disposizione la possibilita' di richiedere una sorta di finanziamento fino a 5mila euro da rimborsare in cinque anni.
Notiziario Minori, 27 marzo 2011
SCUOLA, 150 EURO DI MULTA PER CHI IMBRATTA
I BANCHI LA SINGOLARE IDEA LANCIATA DA
UNA PROFESSORESSA DI PARMA
E' di 150 euro la multa che dovranno sborsare gli studenti della scuola media 'Fra Salimbene' di Parma se lasceranno il proprio banco imbrattato con scritte, disegni o sporcizia. Il provvedimento e' scattato ieri dopo che tutte le classi avevano letto la circolare della preside che ha pure previsto, prima dell'entrata in vigore di oggi, un'ora di lezione dedicata alla pulizia del proprio banco.
La notizia e' riportata dalla Gazzetta di Parma, che racconta anche che i 520 alunni della scuola, eta' compresa fra i 10 ed i 14 anni, hanno passato la prima ora in classe con guanti, spugne e detergenti messi loro a disposizione dai bidelli o portati da casa. Via tutti i segni di bianchetto o pennarello indelebile, e poi basta con le chewing-gum attaccate sotto la sedia.
"Oggi purtroppo il bene comune e' un oggetto misterioso: non si sa mai a chi tocca averne cura. Noi cerchiamo di far capire agli studenti che va tutelato- spiega Donata Donati, dirigente scolastico dell'istituto comprensivo 'Fra Salimbene-Sanvitale' di Parma- L'attenzione per i beni comuni e' gia' da molti anni in diminuzione, lo vedi non solo a scuola: la mattina davanti ai portoni di ingresso capita di trovare per terra bottigliette o bicchieri. E a lasciarli non sono stati adolescenti, ma adulti".
Una lezione, spiega poi Paola Ghirardi, la professoressa che ha lanciato l'idea, anche per sensibilizzare gli studenti contro gli atti vandalici che a Parma, nelle ultime settimane, hanno colpito i monumenti storici piu' importanti della citta' come il Battistero e il Duomo e che, purtroppo, hanno visto protagonisti proprio studenti di alcuni istituti della provincia.
Notiziario Minori, 27 marzo 2011
GIÀ A 7 ANNI SI DECIDE LA VACANZA CON MAMMA
E PAPÀ A MODENA LA FIERA "CHILDREN'S TOUR"
PRESENTA LE ULTIME TENDENZE
Se il pupo ha meno di tre anni, allora e' la mamma - e non il papa' - a decidere dove la famiglia andra' in vacanza. Le cose cambiano quando il bimbo ha sette anni: a quest'eta' comincia a essere tenuto in considerazione (11,1% dei casi). Ma dagli 11 anni e' proprio lui, il bambino, a decidere la meta in circa una famiglia su tre. Una tendenza che si fa consistente fino ai 16 anni, quando la prima parola spetta generalmente a lui. Sono invece sempre i genitori a decidere la tipologia di struttura (hotel, campeggio, appartamento). E' uno dei dati che emergono dall'ultimo Osservatorio Nazionale sul Turismo Giovanile 2011, presentato a Modena nell'ambito di Children's Tour, la fiera dedicata alle vacanze dei bambini da zero a 14 anni, in corso fino al 20 marzo. L'indagine, effettuata da Iscom Group, in collaborazione con Apt Servizi e Unione regionale di Prodotto Appennino e Verde, ha scattato una fotografia alle famiglie italiane con bambini. Il primo risultato, riferisce un comunicato, non lascia dubbi:
nonostante una lieve flessione (-5%) rispetto all'anno prima, le famiglie hanno continuato anche nel 2010 ad essere un forte mercato di "vacanzieri". Basta vedere i numeri: ben il 76,3% delle famiglie intervistate ha fatto almeno una vacanza di 4 giorni con i figli minorenni nei primi 9 mesi del 2010. Tradotto significa un mercato potenziale stimato di oltre 2 milioni di famiglie che genera presenze medie sui 15 giorni, con nuclei composti in genere da 3 o 4 persone. Lo studio, prosegue la nota diffusa da Apt, ha anche messo a fuoco qual e' il target piu' interessante per gli operatori turistici: una famiglia con due bambini, di eta' compresa tra i 6 e gli 11 anni. A questa tipologia appartiene ben l'86% del campione esaminato che parte per le vacanze. Piu' in generale, si puo' affermare che difficilmente si rinuncia alla vacanza se in casa ci sono bambini. C'e' addirittura una quota consistente, il 30% del campione, che nel 2010 ha fatto due vacanze lunghe o anche piu'. Per quanto riguarda la durata del soggiorno, l'indagine ha evidenziato che le vacanze principali delle famiglie hanno una durata media di 15 giorni l'anno.
Ma dove vanno in vacanza le famiglie con bambini? La destinazione numero uno rimane l'Italia (l'83,5%). E in Italia la meta piu' richiesta e' l'Emilia-Romagna. Tradotto in altri termini, questo significa che 1.781.000 famiglie hanno trascorso la vacanza economicamente piu' rilevante in Italia. Se poi il bimbo e' molto piccolo, la spinta a rimanere in Italia cresce a dismisura: oltre il 90% di famiglie non varca la frontiera.
All'estero e' volato solo il 16% del campione, cioe' 340.000 famiglie (contro il 26% del dato nazionale generico). Per chi ha scelto l'Italia, le regioni piu' gettonate per l'estate 2010 sono state l'Emilia-Romagna, la Puglia e la Toscana. Al primato emiliano-romagnolo hanno contribuito in parte anche gli stessi cittadini di questa regione che passano volentieri le loro vacanze con bambini in loco.
Se poi si vuole stilare una classifica per province (e non per regioni), allora al primo posto sale Venezia, seguita, nell'ordine, da Rimini e Lecce. Per quanto riguarda poi le singole localita', al top della graduatoria c'e' Rimini (scelta dal 2% delle famiglie italiane), poi l'Isola d'Elba (1,5%), Jesolo (1%) e a seguire Gargano e Salento. Da questo si capisce chiaramente che il mare stravince e batte la montagna: 74% a 14%.
Le citta' d'arte rimangono al 5%.
"Il primato dell'Emilia Romagna- sottolinea Andrea Babbi, amministratore delegato di Apt Servizi Emilia Romagna- nel complesso mondo del turismo delle famiglie con bambini non ci sorprende. Da sempre la nostra regione e' specializzata nell'accoglienza, che fa parte della nostra cultura e del nostro dna. Non a caso fra i nostri ospiti c'e' un'alta percentuale di 'repeaters', ovvero coloro che ritornano piu' volte nella stessa destinazione (piu' della meta', il 60%). Non offriamo solo belle localita', ma molto di piu': cordialita', professionalita' e specializzazione. Abbiamo le spiagge piu' organizzate d'Europa per i bambini, il mare piu' sicuro, i parchi naturali piu' divertenti, 12 parchi avventura e i parchi divertimento e acquatici fra i piu' belli d'Europa. E moltissime offerte convenienti".
L'indagine conferma quindi come i bambini siano un'ottima risorsa turistica. Gli operatori che si sono specializzati in questo segmento hanno risentito meno della crisi. Dall'altra parte le famiglie si sono fatte piu' esigenti: richiedono sempre piu' servizi, sono spesso a caccia di sconti e promozioni e sono anche bravissime a scovarli.
E ancora: a che eta' i ragazzi cominciano a viaggiare senza genitori? Sotto i diciotto anni almeno il 28% ha gia' trascorso almeno una vacanza senza famiglia o una gita di piu' giorni con la scuola. Il dato corrisponde a circa 770 mila famiglie, per la maggioranza in Lombardia. Il mercato pero' e' ancora di nicchia: solo il 18% di operatori ha ospitato questa tipologia, perlopiu' sono scolaresche o organizzazioni (parrocchie comprese) che propongono campi residenziali. I figli che sono andati in vacanza da soli hanno pero' partecipato, nel 75,5% dei casi, anche alla vacanza con i genitori. Il che significa che mandare via i figli da soli non influisce sulla vacanza principale. Sono dunque ancora pochi i bambini/ragazzi che viaggiano senza genitori.
Pero' quelli che lo fanno iniziano presto. L'eta' media per iniziare a viaggiare da soli cambia in base al tipo di accompagnatore. L'eta' media piu' bassa in assoluto (10 anni) e' quando le vacanze sono con altri adulti, diversi dai genitori.
Bassa anche l'eta' media dei partecipanti ai campi residenziali: 10 anni e mezzo. Le cose cambiano quando si chiede a mamma e papa' di partecipare a gite, vacanze studio e viaggi, soli con i coetanei: prima dei 15 anni (media nazionale), il permesso non arriva.
Notiziario Minori, 26 marzo 2011
EPATITE B, UNA GENERAZIONE DI IMMUNIZZATI
GRAZIE ALL'INTRODUZIONE OBBLIGATORIA
Tutti i giovani italiani sotto i 30 anni sono immunizzati dal virus dell'epatite B, ovvero, non contrarranno mai questa insidiosa malattia che colpisce il fegato e che puo' portare allo sviluppo di neoplasie o cirrosi. In pratica, questi ragazzi hanno una importante chance in piu' di non ammalarsi di cancro epatico. Un risultato eccellente, che dobbiamo alla introduzione obbligatoria del vaccino per tutti i neonati e i bambini al di sotto dei 12 anni.
La Legge divenne operativa nel 1991, e cosi', ad oggi, possiamo legittimamente felicitarci per aver sostanzialmente debellato questa patologia virale, la peggiore delle forme di epatite che possono colpire l'essere umano.
Tra l'altro, da sottolineare che in questa strategia sanitaria vincente l'Italia si e' posta all'avanguardia nel mondo, e ora molti altri Paesi importano l'idea dell'immunizzazione obbligatoria per i minori. "Prima dell'entrata in vigore della legge che ha reso obbligatoria la vaccinazione - spiega con soddisfazione Alessandro Zanetti, Direttore del Dipartimento di Igiene dell'Universita' di Milano - il vaccino veniva somministrato, fin dal 1983, alle persone considerate a rischio per l'infezione sia per gli stili di vita (per esempio, tossicodipendenti), sia per la professione (personale sanitario).

E anche certi pazienti come i dializzati e o i politrasfusi".
Tuttavia, l'Organizzazione mondiale della Sanita' (OMS), sosteneva la necessita' di immunizzare i neonati. "L'Italia e' andata oltre - prosegue il dott. Zanetti - Da noi, infatti, la malattia si trasmette diversamente rispetto ad altri Paesi, soprattutto asiatici e mediorientali, Da quelle parti e' prevalente il contagio materno-fetale e quello fra bambini, mentre in Italia le vie di trasmissione piu' frequenti sono i rapporti sessuali e gli aghi infetti".
Gli individui vaccinati contro l'epatite B, non solo sono immunizzati da questo specifico e pericolosissimo virus, ma evitano anche il rischio di contrarre altre forme virali di epatite che, seppur meno letali, sono comunque in grado di provocare alterazioni croniche. Parliamo delle sovra infezioni del virus Delta: "Il virus Delta, endemico in Italia - specifica Zanetti - e' un virus difettivo: in altre parole ha bisogno del virus B per replicarsi. Si capisce allora perche' il vaccino contro il virus B protegga anche dal Delta".
Notiziario Minori, 27 marzo 2011
I PROBLEMI DEGLI ADOLESCENTI IN CHAT COL
PEDIATRA INIZIATIVA DELLA FIMP DI NAPOLI
Un progetto sperimentale per favorire la comunicazione tra adolescenti e pediatri. Anche le domande piu' "imbarazzanti" troveranno risposte, anche i piu' timidi avranno ascolto. E' un'iniziativa del Settore adolescenza della Federazione Italiana Medici Pediatri di Napoli (FIMP), coordinato dalla dottoressa Maria Giuliano, a dare voce alle difficolta' dei pediatri nell'approccio e nel dialogo con gli adolescenti. Da qui una prima fase, fatta di esplorazione del mondo adolescenziale somministrando nell'ultima classe delle medie e nei primi due anni delle superiori un questionario con domande inerenti il rapporto tra adolescente e medico. Il questionario e' stato distribuito nelle scuole di quattro comuni rappresentativi dell'area di Napoli e provincia (Napoli Vomero, Somma Vesuviana, Sorrento, Pozzuoli) e dalla lettura complessiva e' emerso che solo il 15% dei ragazzi tra i 12 e i 14 anni viene visitato dal pediatra di famiglia.
Inoltre, i giovani richiedono ai pediatri una maggiore personalizzazione del rapporto e vorrebbero dunque al centro della visita medica ci fosse non solo il corpo che viene adeguatamente "curato" dal pediatra, ma anche le esigenze relative ai problemi ed agli interessi che lo occupano e che lo rendono una persona "originale". Da questi ed altri interessanti dati, e' iniziato un lungo lavoro di riflessione volto ad individuare le strategie giuste per comunicare ed interagire con gli adolescenti e per conoscere quali problematiche si celano intorno al loro universo. Siccome l'adolescente comunica con i coetanei attraverso chat, sms, cellulari, il gruppo di studiosi pediatri ha pensato che il modo piu' consono per entrare in comunicazione era quello di avvicinarsi a loro utilizzando una modalita' piu' congeniale.
È stata costituita cosi' una "chat line", sul portale della Fimp Napoli (www.fimpnapoli.it) e ogni lunedi', dalle 20 alle 22, secondo un turnazione predefinita, un pediatra di famiglia in forma volontaria ed anonima, si rendera' disponibile a 'chattare', con i ragazzi. Gli argomenti trattati saranno: sessualita', alimentazione, stile di vita, fumo di sigaretta e danni correlati, uso di sostanze stupefacenti, problematiche relazionali familiari e scolastiche oltre a problematiche mediche specifiche. I ragazzi, liberamente, potranno parlare, chiedere, confrontarsi, condividere pensieri, ansie e paure con esperti del settore.
Notiziario Minori, 27 marzo 2011