martedì 6 novembre 2012

'NASO RIBELLE', GIOVEDI VISITA GRATUITA IN 50
 CENTRI SECONDO LA SIDRIA FENOMENO IN 
AUMENTO TRA I SOGGETTI CON MENO DI 14 ANNI 
 Avete una rinite cronica e le prove allergiche sono sempre negative? Starnutite continuamente e non sapete il perche'? Giovedi' potreste scoprirlo grazie alla Giornata nazionale su 'Il mio naso ribelle' promossa in tutta Italia dall'Accademia nazionale di citologia nasale (Aicna), che per l'occasione aprira' le porte di 50 centri a chiunque voglia effettuare un esame citologico, quale strumento diagnostico semplice, economico e indolore, ma soprattutto l'unico capace di riconoscere la presenza nel naso di cellule eosinofile e mastocita rie, cellule 'buone', responsabili delle riniti non allergiche. Per la prenotazione e' stato attivato il numero verde 800.858.404, mentre sul sito www.aicna.it e' possibile trovare tutto l'elenco dei centri dove effettuare gratuitamente l'esame. Il naso e' la cenerentola tra tutti gli organi, viene sempre trascurato. Almeno una persona su 12 soffre di rinite non allergica che viene definita 'aspecifica', quando invece ha una malattia cronica che solo la citologia puo' riconoscere. "Molte persone si adattano al malessere e imparano a convivere con questi problemi. Le conseguenze di una 'cura fai da te' sono gravi, come l'asma o la poliposi nasale", ha sottolineato il presidente dell'Aicna, Matteo Gelardi. Quest'ultimo problema "coinvolge il 4-5% della popolazione e comporta un intervento chirurgico che costerebbe al Sistema sanitario nazionale 2.500 euro. Soluzione- ha chiarito- non sempre definitiva perche' si tratta di pazienti che possono essere recidivi e, se non trattati subito, rischiano di ritornare in sala operatoria". Questa giornata nazionale serve quindi "per sensibilizzare il mondo scientifico e far prendere coscienza che esiste un esame economico e preciso per diagnosticare queste patologie nasali. Bisogna pero' iniziare anche una battaglia di informazione- ha concluso Gelardi- affinche' il ministero della Salute, che molto probabilmente non sa che esistono le riniti croniche, renda gratuite le cure per chi ne soffre. Si tratta sostanzialmente di terapie a base di corticosteroidi topici e antistaminici". Pazienti "arrabbiati" dunque, perche' economicamente non assistiti e spesso mal diagnosticati, ma le loro difficolta' non finiscono qui. La psicoterapeuta e docente in Psicoanalisi a Bari, Stella Daniele, ha spiegato che "la qualita' di vita delle persone che soffrono di riniti croniche e' compromessa. L'ostruzione nasale e' responsabile dei disturbi del sonno, da cui possono derivare stati d'ansia, depressione, difficolta' nel lavoro e nella sessualita' per gli adulti, mentre per i bambini aumentano le fobie e le ricadute negative nelle capacita' attentive e di apprendimento. Tutti- ha precisato - vivono un calo della stima e, essendo generalmente percepiti come soggetti affetti da influenza, appaiono piu' timidi e imbarazzati nelle relazioni sociali". Diventa quindi centrale anche per i pediatri "prevenire e spingere la comunita' scientifica ad aumentare le ricerche in questo settore- ha sottolineato Massimo Landi, medico di famiglia di Torino- se dati piu' certi ci sono per le riniti allergiche non c'e' invece nulla di definito per quelle non allergiche". L'ultimo studio sui minori in questo settore "e' della Sidria (Studi italiani sui disturbi respiratori dell'infanzia e l'ambiente) ed e' stato condotto su un campione di circa 40.000 soggetti fino a 14 anni di eta', sia nel 1994 che nel 2002. Questa ricerca ha dimostrato che il fenomeno delle allergie e' in forte aumento - ha ricordato il pediatra - passando dal 18% nel 1994 al 30% nel 2002". A concludere oggi la conferenza stampa di presentazione della Giornata nazionale sulle malattie nasali, e' stato Cristiano Caruso, medico specialista in allergologia presso il 'Complesso Integrato Columbus' di Roma, secondo cui anche gli allergologi "hanno adesso uno strumento in piu' per chiamare con il proprio nome una patologia che prima lavorava sotto la cenere. La citologia nasale e' una metodica accurata, che puo' prevenire lo sviluppo di asma e poliposi e aiutare medico e paziente a definire la cura piu' idonea per chi soffre di malattie nasali in modo da migliorare radicalmente la qualita' della vita". 
Notiziario Minori, 6 novembre 2012
TECNOLOGIA E BAMBINI, BINOMIO DA
REGOLARE OSPEDALE BAMBINO GESÙ: 
REGOLE, CONSIGLI E SUGGERIMENTI 
Regole, consigli, suggerimenti per conoscere, spiegare e regolamentare il rapporto tra bambini e tecnologia secondo l'ospedale Bambino Gesu'. Televisione, computer, internet, smartphone... la tecnologia negli ultimi anni ha invaso le nostre case e ha cambiato il modo di comunicare e di relazionarsi con il prossimo soprattutto da parte di bambini e adolescenti. Il mezzo televisivo e' un supporto per i genitori, negli anni e' passato da strumento d'informazione e intrattenimento nel tempo libero, a vero e proprio educatore al punto da rappresentare spesso una "compagnia virtuale", talvolta preferita in parte o in tutto a quella reale. La televisione propone messaggi educativi, culturali e sociali e grazie al digitale terrestre ci consente di avere una finestra sul mondo. Ma puo' anche presentare insidie che interferiscono sui processi emotivi e di crescita del bambino. Una di queste insidie e' quella di trasformare il bambino in un soggetto passivo rispetto alla realta' che e' proposta in tv. La visione solitaria del programma aumenta l'isolamento intrafamiliare, l'incomunicabilita' e di conseguenza il bambino subisce il messaggio senza possibilita' di confronto con l'adulto e senza poter distinguere fra cio' che e' bene e cio' che e' male. Questa insidia ha all'origine l'assenza di tutela da parte dell'adulto, il quale spesso non provvede a regolamentare ne' le ore, ne' a scegliere i programmi adatti al bambino. Cosa fare per evitare la dipendenza da TV e le sue conseguenze? Garantire la presenza di un adulto accanto al bambino ed aiutarlo a scegliere il programma; cogliere lo stato d'animo del bambino che apprende le notizie in televisione e se e' necessario, commentarle insieme a lui; regolamentare gli orari di visione della Tv in particolari quelli serali, per facilitare l'addormentamento e il sonno; favorire il movimento, i rapporti sociali e la creativita' del minore. Anche l'uso del PC e dei prodotti mobili quali lo smartphone sono delle vere e proprie calamite per bambini e adolescenti. Essi trascorrono molte ore davanti al PC, dimenticano a volte di mangiare e, quando si riesce a spegnere lo schermo, passano allo smartphone, per connettersi ai social network. Lo smartphone per esempio e' diventato un fenomeno di massa e non e' un caso che ad oggi il 65% dei tredicenni ne possiede uno. Ma perche' la Rete esercita un potere cosi' forte su bambini e adolescenti? I ragazzi attraverso i social network ed videogiochi online, allargano la propria cerchia di contatti, cercano interazioni e confronti con i propri amici. Tentano di rafforzare l'immagine ideale che hanno di se stessi, caricando foto, video e post, ma a volte finiscono per isolarsi, perdendo la cognizione del tempo, quasi in uno stato di estraneazione da tutto. Ma quali sono i segnali di allarme a cui i genitori devono prestare attenzione perche' indicano un utilizzo smodato e anomalo della Rete da parte dei ragazzi? Eccone alcuni: sembra incapace di staccarsi da Internet. Se costretto a smettere si innervosisce o mostra forti reazioni di sofferenza e insofferenza. Quando non puo' collegarsi manifesta apatia, depressione, irritabilita', stanchezza, malessere psicologico generale. Nega di passare troppo tempo su Internet, anzi si lamenta di non passarne abbastanza. Ma, si legge, non tutto e' da demonizzare: La tecnologia e le novita' che porta con se' sono in sintonia con i bisogni di cambiamento e di innovazione degli adolescenti e ci sono molti ragazzi che si avvicinano al mondo del software con spirito critico e capacita' innovative. I genitori pertanto non devono vietare l'uso del PC e/o prodotti mobili ma incentivarne l'uso finalizzato alla conoscenza. È invece consigliabile: un attento sistema di controllo da parte dei genitori condiviso con i ragazzi che consentirebbe l'uso della rete senza che questi ultimi vengano risucchiati dal vortice a volte inquietante di internet. 
Notiziario Minori, 6 novembre 2012
FEDERALIMENTARE E MIUR, TORNA 
L'EDUCAZIONE AL MANGIARE QUINTA EDIZIONE,
 50 IMPRESE APERTE A 10MILA STUDENTI
Cinquanta tra le imprese piu' importanti del comparto alimentare apriranno a circa 10mila studenti delle scuola italiane, distribuite sull'intero territorio nazionale. Torna 'Apertamente - Il Gusto fa scuola'. Giunta alla sua 5a edizione, e' declinata quest'anno nel concept 'Il gusto fa scuola' e vedra' coinvolte, dal 17 al 26 novembre 2012, oltre 50 tra le piu' importanti imprese del comparto alimentare distribuite sull'intero territorio nazionale, che apriranno i loro stabilimenti a circa 10mila studenti delle scuole italiane, con l'intento di sottolineare il contributo e l'impegno quotidiano dell'industria alimentare per garantire sulle nostre tavole alimenti sani, buoni e sicuri, all'insegna della qualita' e della responsabilita'. L'iniziativa e' promossa da Federalimentare e dalle associazioni di categoria ad essa aderenti in collaborazione con il Miur ed e' patrocinata dal ministero dello Sviluppo Economico e dal ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Apertamente si inserisce in un percorso didattico gia' intrapreso da tempo dall'industria alimentare con le scuole. Uno studio Format Research/Federalimentare rivela che circa un terzo delle aziende alimentari italiane (32,0%) e' stato coinvolto in attivita' didattiche di educazione alimentare e quasi la meta' di queste, il 45,5%, - ha comunque accolto studenti all'interno delle proprie aziende per le stesse finalita'. Gli studenti accolti nelle aziende alimentari sono compresi in prevalenza nella fascia di eta' tra gli 11 e i 13 anni (40,0% dei casi) e fra i 14 e i 18 anni (44,3%), ma le iniziative didattiche hanno coinvolto anche bambini piu' piccoli dai 6 ai 10 anni (15,7%). "Con Apertamente- afferma Filippo Ferrua Magliani, presidente di Federalimentare- vogliamo far toccare con mano a bambini e ragazzi delle scuole italiane il nostro impegno quotidiano per trovare una sintesi sempre piu' avanzata tra il gusto, la sicurezza e la qualita' nutrizionale. Raccontare ai giovani come nasce il cibo che portiamo in tavola, le sue materie prime e la lettura dell'etichetta nutrizionale permettera' loro di compiere scelte consapevoli e salutari". 
IL PROTOCOLLO FEDERALIMENTARE-MIUR: L'iniziativa e' uno dei punti qualificanti del protocollo siglato tra Federalimentare e Miur lo scorso 25 luglio e rientra tra le azioni di educazione alimentare previste dall'accordo. Miur e Federalimentare sono infatti fermamente convinti che l'unica via per combattere il sovrappeso e l'obesita', fenomeni presenti in Italia che hanno un impatto negativo sulla salute e sulla qualita' della vita, risieda nell'educazione alimentare, abbinata ad un'adeguata attivita' fisica, da realizzare attraverso la diffusione di una corretta cultura dell'alimentazione e dello sport a partire dai docenti fino ad arrivare alle famiglie tramite i ragazzi stessi. L'industria alimentare italiana ha finanziato per oltre un milione di euro due cicli di corsi rivolti ai referenti regionali e provinciali e ai docenti delle scuole secondarie di primo grado tenuto da storici dell'alimentazione, dirigenti scolastici, dietologi, tecnologi, esperti di diritto alimentare - coinvolgendo circa 900 docenti nel primo ciclo svoltosi lo scorso gennaio e altrettanti in quello che si terra' il prossimo gennaio - l'implementazione di strumenti digitali e tecnologici a supporto della didattica - in primis il sito www.ilgustofascuola.it - e la partecipazione di migliaia di studenti alla quinta edizione di Apertamente - il gusto fa scuola. 
MIUR E FEDERALIMENTARE INSIEME PER LA RICERCA: Il protocollo prevede infine una forte interazione tra industria e mondo della ricerca, con una serie di attivita' a carico del sistema associativo e delle aziende, che ha gia' portato a un primo importante risultato nella ricerca tecnologica in campo agroalimentare. Federalimentare ha coordinato insieme a Aster (Consorzio tra Regione Emilia Romagna, Universita', Enti di ricerca, e Associazioni Imprenditoriali) la partecipazione del sistema italiano delle imprese alimentari al cofinanziamento per circa 24 milioni di euro dei 4 progetti su nutrizione, sicurezza, sostenibilita' e produzione del bando del Miur Cluster Agrifood Nazionale. Sono 77 i soggetti, tra imprese, distretti tecnologici, Universita' ed enti di ricerca, parchi scientifici e tecnologici che partecipano al Cluster attivamente. Il valore complessivo dei progetti presentati e' pari a 47,5 milioni di euro. 
 L'ERA RATATOUILLE: PICCOLI CHEF CRESCONO...QUANDO I FIGLI CUCINANO PER I GENITORI: L'iniziativa targata Miur-Federalimentare arriva al momento giusto: una ricerca di 10 anni fa rivelava che erano piu' numerosi i bambini capaci di usare un videoregistratore di quanti fossero in grado di cuocere un uovo o preparare da soli una sana merenda. Ma nell'era di smartphone e touch screen le cose sono cambiate. Dalla meta' degli anni 2000 si sta affermando, in Europa ma non solo, la tendenza a rivolgere direttamente ai bambini iniziative di cultura nutrizionale o corsi, libri e videogiochi con al centro la cucina e la gastronomia. Insomma, la Ratatuille-mania sta dando i suoi frutti e i bambini sono sempre piu' interessati a tutto cio' che ruota intorno alla cucina e alle pentole. E se il governo inglese ha coinvolto, gia' nel 2004, lo chef Jamie Olivier per promuovere la campagna "Feed me better" e l'Unione Europea ha lanciato con l'associazione di chef stellati Euro-toques il progetto EU Mini-chefs, anche in Italia, complice il moltiplicarsi di corsi di cucina per i piu' piccoli, riviste dedicate e programmi tv con protagonisti bambini tra i fornelli, ormai i ragazzi che cucinano non sono piu' una rarita'. Moda, divertimento o abitudine dettata da una societa' che cambia, secondo elaborazioni del Centro Studi Federalimentare su dati ISTAT-Gpf, 1 teenager italiano su 2 esprime il desiderio di preparare pranzo e cena. E, il piu' delle volte, lo fa. Addirittura, 1 adolescente su 10 prepara un pasto per la mamma che, complice il lavoro, non ha piu' il tempo di cucinare. 
DUE RAGAZZI SU 10 SALTANO LA PRIMA COLAZIONE: Eppure, diversi indizi mostrano che questa rivoluzione culturale e' lontana dall'essere consolidata e che serve un passaggio Secondo uno studio pan-europeo deteniamo un triste primato nell'Europa a 25: in Italia almeno 2 ragazzi su 10 (19%) tra i 6 e i 17 anni non consuma la prima colazione, il pasto piu' importante della giornata. Dato confermato da un'indagine dell'Universita' degli Studi Milano-Bicocca, condotta in Lombardia su 3000 giovani tra i 14 e i 17 anni. Che aggiunge elementi tutt'altro che incoraggianti: 1 ragazzo su 4 non consuma mai o saltuariamente frutta e verdura, salta almeno un pasto a settimana, la meta' mangia 2 o 5 volte a settimana davanti alla tv o al pc e quasi l'80% dichiara di mangiare pesce molto raramente o mai. C'e' addirittura un 30% che disconosce la dieta mediterranea, reputandola, erroneamente, una cura ricca di grassi animali o - nel 21% dei casi - una dieta "che si fa al mare, a base di pesce"... 
Notiziario Minori, 6 novembre 2012