martedì 6 novembre 2012

'NASO RIBELLE', GIOVEDI VISITA GRATUITA IN 50
 CENTRI SECONDO LA SIDRIA FENOMENO IN 
AUMENTO TRA I SOGGETTI CON MENO DI 14 ANNI 
 Avete una rinite cronica e le prove allergiche sono sempre negative? Starnutite continuamente e non sapete il perche'? Giovedi' potreste scoprirlo grazie alla Giornata nazionale su 'Il mio naso ribelle' promossa in tutta Italia dall'Accademia nazionale di citologia nasale (Aicna), che per l'occasione aprira' le porte di 50 centri a chiunque voglia effettuare un esame citologico, quale strumento diagnostico semplice, economico e indolore, ma soprattutto l'unico capace di riconoscere la presenza nel naso di cellule eosinofile e mastocita rie, cellule 'buone', responsabili delle riniti non allergiche. Per la prenotazione e' stato attivato il numero verde 800.858.404, mentre sul sito www.aicna.it e' possibile trovare tutto l'elenco dei centri dove effettuare gratuitamente l'esame. Il naso e' la cenerentola tra tutti gli organi, viene sempre trascurato. Almeno una persona su 12 soffre di rinite non allergica che viene definita 'aspecifica', quando invece ha una malattia cronica che solo la citologia puo' riconoscere. "Molte persone si adattano al malessere e imparano a convivere con questi problemi. Le conseguenze di una 'cura fai da te' sono gravi, come l'asma o la poliposi nasale", ha sottolineato il presidente dell'Aicna, Matteo Gelardi. Quest'ultimo problema "coinvolge il 4-5% della popolazione e comporta un intervento chirurgico che costerebbe al Sistema sanitario nazionale 2.500 euro. Soluzione- ha chiarito- non sempre definitiva perche' si tratta di pazienti che possono essere recidivi e, se non trattati subito, rischiano di ritornare in sala operatoria". Questa giornata nazionale serve quindi "per sensibilizzare il mondo scientifico e far prendere coscienza che esiste un esame economico e preciso per diagnosticare queste patologie nasali. Bisogna pero' iniziare anche una battaglia di informazione- ha concluso Gelardi- affinche' il ministero della Salute, che molto probabilmente non sa che esistono le riniti croniche, renda gratuite le cure per chi ne soffre. Si tratta sostanzialmente di terapie a base di corticosteroidi topici e antistaminici". Pazienti "arrabbiati" dunque, perche' economicamente non assistiti e spesso mal diagnosticati, ma le loro difficolta' non finiscono qui. La psicoterapeuta e docente in Psicoanalisi a Bari, Stella Daniele, ha spiegato che "la qualita' di vita delle persone che soffrono di riniti croniche e' compromessa. L'ostruzione nasale e' responsabile dei disturbi del sonno, da cui possono derivare stati d'ansia, depressione, difficolta' nel lavoro e nella sessualita' per gli adulti, mentre per i bambini aumentano le fobie e le ricadute negative nelle capacita' attentive e di apprendimento. Tutti- ha precisato - vivono un calo della stima e, essendo generalmente percepiti come soggetti affetti da influenza, appaiono piu' timidi e imbarazzati nelle relazioni sociali". Diventa quindi centrale anche per i pediatri "prevenire e spingere la comunita' scientifica ad aumentare le ricerche in questo settore- ha sottolineato Massimo Landi, medico di famiglia di Torino- se dati piu' certi ci sono per le riniti allergiche non c'e' invece nulla di definito per quelle non allergiche". L'ultimo studio sui minori in questo settore "e' della Sidria (Studi italiani sui disturbi respiratori dell'infanzia e l'ambiente) ed e' stato condotto su un campione di circa 40.000 soggetti fino a 14 anni di eta', sia nel 1994 che nel 2002. Questa ricerca ha dimostrato che il fenomeno delle allergie e' in forte aumento - ha ricordato il pediatra - passando dal 18% nel 1994 al 30% nel 2002". A concludere oggi la conferenza stampa di presentazione della Giornata nazionale sulle malattie nasali, e' stato Cristiano Caruso, medico specialista in allergologia presso il 'Complesso Integrato Columbus' di Roma, secondo cui anche gli allergologi "hanno adesso uno strumento in piu' per chiamare con il proprio nome una patologia che prima lavorava sotto la cenere. La citologia nasale e' una metodica accurata, che puo' prevenire lo sviluppo di asma e poliposi e aiutare medico e paziente a definire la cura piu' idonea per chi soffre di malattie nasali in modo da migliorare radicalmente la qualita' della vita". 
Notiziario Minori, 6 novembre 2012
TECNOLOGIA E BAMBINI, BINOMIO DA
REGOLARE OSPEDALE BAMBINO GESÙ: 
REGOLE, CONSIGLI E SUGGERIMENTI 
Regole, consigli, suggerimenti per conoscere, spiegare e regolamentare il rapporto tra bambini e tecnologia secondo l'ospedale Bambino Gesu'. Televisione, computer, internet, smartphone... la tecnologia negli ultimi anni ha invaso le nostre case e ha cambiato il modo di comunicare e di relazionarsi con il prossimo soprattutto da parte di bambini e adolescenti. Il mezzo televisivo e' un supporto per i genitori, negli anni e' passato da strumento d'informazione e intrattenimento nel tempo libero, a vero e proprio educatore al punto da rappresentare spesso una "compagnia virtuale", talvolta preferita in parte o in tutto a quella reale. La televisione propone messaggi educativi, culturali e sociali e grazie al digitale terrestre ci consente di avere una finestra sul mondo. Ma puo' anche presentare insidie che interferiscono sui processi emotivi e di crescita del bambino. Una di queste insidie e' quella di trasformare il bambino in un soggetto passivo rispetto alla realta' che e' proposta in tv. La visione solitaria del programma aumenta l'isolamento intrafamiliare, l'incomunicabilita' e di conseguenza il bambino subisce il messaggio senza possibilita' di confronto con l'adulto e senza poter distinguere fra cio' che e' bene e cio' che e' male. Questa insidia ha all'origine l'assenza di tutela da parte dell'adulto, il quale spesso non provvede a regolamentare ne' le ore, ne' a scegliere i programmi adatti al bambino. Cosa fare per evitare la dipendenza da TV e le sue conseguenze? Garantire la presenza di un adulto accanto al bambino ed aiutarlo a scegliere il programma; cogliere lo stato d'animo del bambino che apprende le notizie in televisione e se e' necessario, commentarle insieme a lui; regolamentare gli orari di visione della Tv in particolari quelli serali, per facilitare l'addormentamento e il sonno; favorire il movimento, i rapporti sociali e la creativita' del minore. Anche l'uso del PC e dei prodotti mobili quali lo smartphone sono delle vere e proprie calamite per bambini e adolescenti. Essi trascorrono molte ore davanti al PC, dimenticano a volte di mangiare e, quando si riesce a spegnere lo schermo, passano allo smartphone, per connettersi ai social network. Lo smartphone per esempio e' diventato un fenomeno di massa e non e' un caso che ad oggi il 65% dei tredicenni ne possiede uno. Ma perche' la Rete esercita un potere cosi' forte su bambini e adolescenti? I ragazzi attraverso i social network ed videogiochi online, allargano la propria cerchia di contatti, cercano interazioni e confronti con i propri amici. Tentano di rafforzare l'immagine ideale che hanno di se stessi, caricando foto, video e post, ma a volte finiscono per isolarsi, perdendo la cognizione del tempo, quasi in uno stato di estraneazione da tutto. Ma quali sono i segnali di allarme a cui i genitori devono prestare attenzione perche' indicano un utilizzo smodato e anomalo della Rete da parte dei ragazzi? Eccone alcuni: sembra incapace di staccarsi da Internet. Se costretto a smettere si innervosisce o mostra forti reazioni di sofferenza e insofferenza. Quando non puo' collegarsi manifesta apatia, depressione, irritabilita', stanchezza, malessere psicologico generale. Nega di passare troppo tempo su Internet, anzi si lamenta di non passarne abbastanza. Ma, si legge, non tutto e' da demonizzare: La tecnologia e le novita' che porta con se' sono in sintonia con i bisogni di cambiamento e di innovazione degli adolescenti e ci sono molti ragazzi che si avvicinano al mondo del software con spirito critico e capacita' innovative. I genitori pertanto non devono vietare l'uso del PC e/o prodotti mobili ma incentivarne l'uso finalizzato alla conoscenza. È invece consigliabile: un attento sistema di controllo da parte dei genitori condiviso con i ragazzi che consentirebbe l'uso della rete senza che questi ultimi vengano risucchiati dal vortice a volte inquietante di internet. 
Notiziario Minori, 6 novembre 2012
FEDERALIMENTARE E MIUR, TORNA 
L'EDUCAZIONE AL MANGIARE QUINTA EDIZIONE,
 50 IMPRESE APERTE A 10MILA STUDENTI
Cinquanta tra le imprese piu' importanti del comparto alimentare apriranno a circa 10mila studenti delle scuola italiane, distribuite sull'intero territorio nazionale. Torna 'Apertamente - Il Gusto fa scuola'. Giunta alla sua 5a edizione, e' declinata quest'anno nel concept 'Il gusto fa scuola' e vedra' coinvolte, dal 17 al 26 novembre 2012, oltre 50 tra le piu' importanti imprese del comparto alimentare distribuite sull'intero territorio nazionale, che apriranno i loro stabilimenti a circa 10mila studenti delle scuole italiane, con l'intento di sottolineare il contributo e l'impegno quotidiano dell'industria alimentare per garantire sulle nostre tavole alimenti sani, buoni e sicuri, all'insegna della qualita' e della responsabilita'. L'iniziativa e' promossa da Federalimentare e dalle associazioni di categoria ad essa aderenti in collaborazione con il Miur ed e' patrocinata dal ministero dello Sviluppo Economico e dal ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Apertamente si inserisce in un percorso didattico gia' intrapreso da tempo dall'industria alimentare con le scuole. Uno studio Format Research/Federalimentare rivela che circa un terzo delle aziende alimentari italiane (32,0%) e' stato coinvolto in attivita' didattiche di educazione alimentare e quasi la meta' di queste, il 45,5%, - ha comunque accolto studenti all'interno delle proprie aziende per le stesse finalita'. Gli studenti accolti nelle aziende alimentari sono compresi in prevalenza nella fascia di eta' tra gli 11 e i 13 anni (40,0% dei casi) e fra i 14 e i 18 anni (44,3%), ma le iniziative didattiche hanno coinvolto anche bambini piu' piccoli dai 6 ai 10 anni (15,7%). "Con Apertamente- afferma Filippo Ferrua Magliani, presidente di Federalimentare- vogliamo far toccare con mano a bambini e ragazzi delle scuole italiane il nostro impegno quotidiano per trovare una sintesi sempre piu' avanzata tra il gusto, la sicurezza e la qualita' nutrizionale. Raccontare ai giovani come nasce il cibo che portiamo in tavola, le sue materie prime e la lettura dell'etichetta nutrizionale permettera' loro di compiere scelte consapevoli e salutari". 
IL PROTOCOLLO FEDERALIMENTARE-MIUR: L'iniziativa e' uno dei punti qualificanti del protocollo siglato tra Federalimentare e Miur lo scorso 25 luglio e rientra tra le azioni di educazione alimentare previste dall'accordo. Miur e Federalimentare sono infatti fermamente convinti che l'unica via per combattere il sovrappeso e l'obesita', fenomeni presenti in Italia che hanno un impatto negativo sulla salute e sulla qualita' della vita, risieda nell'educazione alimentare, abbinata ad un'adeguata attivita' fisica, da realizzare attraverso la diffusione di una corretta cultura dell'alimentazione e dello sport a partire dai docenti fino ad arrivare alle famiglie tramite i ragazzi stessi. L'industria alimentare italiana ha finanziato per oltre un milione di euro due cicli di corsi rivolti ai referenti regionali e provinciali e ai docenti delle scuole secondarie di primo grado tenuto da storici dell'alimentazione, dirigenti scolastici, dietologi, tecnologi, esperti di diritto alimentare - coinvolgendo circa 900 docenti nel primo ciclo svoltosi lo scorso gennaio e altrettanti in quello che si terra' il prossimo gennaio - l'implementazione di strumenti digitali e tecnologici a supporto della didattica - in primis il sito www.ilgustofascuola.it - e la partecipazione di migliaia di studenti alla quinta edizione di Apertamente - il gusto fa scuola. 
MIUR E FEDERALIMENTARE INSIEME PER LA RICERCA: Il protocollo prevede infine una forte interazione tra industria e mondo della ricerca, con una serie di attivita' a carico del sistema associativo e delle aziende, che ha gia' portato a un primo importante risultato nella ricerca tecnologica in campo agroalimentare. Federalimentare ha coordinato insieme a Aster (Consorzio tra Regione Emilia Romagna, Universita', Enti di ricerca, e Associazioni Imprenditoriali) la partecipazione del sistema italiano delle imprese alimentari al cofinanziamento per circa 24 milioni di euro dei 4 progetti su nutrizione, sicurezza, sostenibilita' e produzione del bando del Miur Cluster Agrifood Nazionale. Sono 77 i soggetti, tra imprese, distretti tecnologici, Universita' ed enti di ricerca, parchi scientifici e tecnologici che partecipano al Cluster attivamente. Il valore complessivo dei progetti presentati e' pari a 47,5 milioni di euro. 
 L'ERA RATATOUILLE: PICCOLI CHEF CRESCONO...QUANDO I FIGLI CUCINANO PER I GENITORI: L'iniziativa targata Miur-Federalimentare arriva al momento giusto: una ricerca di 10 anni fa rivelava che erano piu' numerosi i bambini capaci di usare un videoregistratore di quanti fossero in grado di cuocere un uovo o preparare da soli una sana merenda. Ma nell'era di smartphone e touch screen le cose sono cambiate. Dalla meta' degli anni 2000 si sta affermando, in Europa ma non solo, la tendenza a rivolgere direttamente ai bambini iniziative di cultura nutrizionale o corsi, libri e videogiochi con al centro la cucina e la gastronomia. Insomma, la Ratatuille-mania sta dando i suoi frutti e i bambini sono sempre piu' interessati a tutto cio' che ruota intorno alla cucina e alle pentole. E se il governo inglese ha coinvolto, gia' nel 2004, lo chef Jamie Olivier per promuovere la campagna "Feed me better" e l'Unione Europea ha lanciato con l'associazione di chef stellati Euro-toques il progetto EU Mini-chefs, anche in Italia, complice il moltiplicarsi di corsi di cucina per i piu' piccoli, riviste dedicate e programmi tv con protagonisti bambini tra i fornelli, ormai i ragazzi che cucinano non sono piu' una rarita'. Moda, divertimento o abitudine dettata da una societa' che cambia, secondo elaborazioni del Centro Studi Federalimentare su dati ISTAT-Gpf, 1 teenager italiano su 2 esprime il desiderio di preparare pranzo e cena. E, il piu' delle volte, lo fa. Addirittura, 1 adolescente su 10 prepara un pasto per la mamma che, complice il lavoro, non ha piu' il tempo di cucinare. 
DUE RAGAZZI SU 10 SALTANO LA PRIMA COLAZIONE: Eppure, diversi indizi mostrano che questa rivoluzione culturale e' lontana dall'essere consolidata e che serve un passaggio Secondo uno studio pan-europeo deteniamo un triste primato nell'Europa a 25: in Italia almeno 2 ragazzi su 10 (19%) tra i 6 e i 17 anni non consuma la prima colazione, il pasto piu' importante della giornata. Dato confermato da un'indagine dell'Universita' degli Studi Milano-Bicocca, condotta in Lombardia su 3000 giovani tra i 14 e i 17 anni. Che aggiunge elementi tutt'altro che incoraggianti: 1 ragazzo su 4 non consuma mai o saltuariamente frutta e verdura, salta almeno un pasto a settimana, la meta' mangia 2 o 5 volte a settimana davanti alla tv o al pc e quasi l'80% dichiara di mangiare pesce molto raramente o mai. C'e' addirittura un 30% che disconosce la dieta mediterranea, reputandola, erroneamente, una cura ricca di grassi animali o - nel 21% dei casi - una dieta "che si fa al mare, a base di pesce"... 
Notiziario Minori, 6 novembre 2012

venerdì 2 novembre 2012

INCIDENTI STRADALI, MOIGE: PREOCCUPANTI
 TRA I GIOVANI SI INTRODUCANO SISTEMI PIÙ
 AVANZATI PER LA LORO SICUREZZA  
"I dati del Rapporto Aci-Istat presentati sono allarmanti, come genitori non possiamo che esprimere la nostra preoccupazione per la sicurezza dei nostri figli: nonostante il calo riscontrato, infatti, sono ancora troppi i giovani che muoiono sulla strada". Queste le parole di Maria Rita Munizzi presidente nazionale del Moige, Movimento italiano genitori. "A destare maggior preoccupazione sono i dati sui motocicli, con un indice di mortalita' doppio rispetto alle auto- continua la nota- Occorre trovare soluzioni adeguate per contrastare il fenomeno; una soluzione potrebbe essere l'introduzione di sistemi avanzati, come l'Abs, che possono ridurre il numero di incidenti con feriti e morti fino al 53%". Le azioni da compiere "per la sicurezza dei giovani sono evidentemente molteplici- conclude la presidente- e il lavoro che va fatto per arginare il fenomeno e' grande e riguarda molti soggetti, dalle istituzioni ai produttori, dalla scuola alle famiglie, che devono essere le prime a fornire ai ragazzi il buon esempio per cio' che riguarda i corretti comportamenti da tenere quando si e' alla guida di ogni tipo di veicolo. Il Moige si batte da anni con campagne di sensibilizzazione per diffondere una vera e propria cultura della sicurezza". 
Notiziario Minori, 2 novembre 2012

martedì 23 ottobre 2012

PARTE IL FESTIVAL DELLA FAMIGLIA, DA 
GIOVEDÌ 3 GIORNI A RIVA DEL GARDA IN 
APERTURA I SALUTI DEL MINISTRO RICCARDI
 Sta per aprire i battenti la prima edizione del Festival della famiglia, tre giorni densi di incontri, laboratori e altri eventi, per riflettere sul ruolo svolto dalla famiglia all'interno della societa' e sulle strategie a sostegno delle politiche familiari, in un periodo di forte crisi come quello attuale. L'appuntamento e' a Riva del Garda dal 25 al 27 ottobre. Il festival, organizzato dal Dipartimento per le politiche della famiglia e dalla Provincia autonoma di Trento in collaborazione con il Comune di Riva del Garda, offre uno spazio di confronto e approfondimento sul tema, cercando di analizzare vari aspetti. Rappresentanti istituzionali, studiosi ed esperti discuteranno di politiche per la famiglia e crisi economica, invecchiamento attivo e solidarieta' tra generazioni, smart cities e digital divide e altri temi che riguardano da vicino la famiglia, intesa come risorsa vitale non solo per i suoi componenti, ma per l'intera collettivita'. È proprio questa l'idea alla base dell'iniziativa: valorizzare e promuovere il benessere delle famiglie, motore di crescita e sviluppo di tutta la societa'. La tre giorni si aprira' con i saluti di Andrea Riccardi, ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione e di altri rappresentanti istituzionali. A seguire, una conferenza sul tema delle politiche familiari nel contesto della crisi economica, a cui interverranno, fra gli altri: Pierpaolo Donati, sociologo e presidente dell'Osservatorio nazionale sulla famiglia; Linda Laura Sabbadini, dell'Istat e Antonio Mastrapasqua, presidente dell'Inps. La prima giornata sara' l'occasione per approfondire un altro tema centrale nel dibattito sulle politiche familiari, le Alleanze locali per la famiglia. Ne sono un esempio i Distretti famiglia realizzati in Trentino, "forme di organizzazione economica e culturale a base locale, in cui soggetti diversi per natura e funzioni (istituzioni pubbliche, enti, operatori economici, terzo settore e famiglie) interagiscono al fine di promuovere, sostenere e valorizzare il benessere delle famiglie che vivono sul territorio". Le conferenze del 26, invece, si soffermeranno sui processi educativi, l'invecchiamento attivo e la solidarieta' tra generazioni (tema dell'Anno europeo 2012), le smart cities e il digital divide. Di processi educativi parlera', insieme ad altri esperti, Marco Rossi Doria, sottosegretario del Ministero dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca. Comunicare e informare l'argomento dell'ultimo incontro del 26, che vedra' la partecipazione, fra gli altri, di Gianfranco Noferi, direttore di RaiSat Ragazzi, e Roberto Farne', docente dell'Universita' di Bologna. La giornata del 27, infine, prevede approfondimenti sulla programmazione delle politiche familiari e il Family audit. Standard adottato dalla Provincia autonoma di Trento nel 2010, il Family audit e' "uno strumento gestionale che promuove un cambiamento culturale e organizzativo all'interno delle realta' lavorative sia pubbliche che private e consente di adottare e certificare politiche del personale orientate al benessere dei propri dipendenti e delle loro famiglie". Grazie a un accordo di collaborazione tra il Dipartimento per le politiche della famiglia e la Provincia autonoma di Trento, ne e' stata avviata la sperimentazione su scala nazionale con il coinvolgimento di cinquanta organizzazioni. Le conclusioni della tre giorni sono affidate al presidente del Consiglio dei ministri Mario Monti, al ministro Andrea Riccardi e al presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai. Oltre agli incontri e ai dibattiti, il festival propone anche una serie di attivita' culturali e ricreative, che si terranno in vari luoghi del centro storico: momenti di animazione per i bambini, proiezioni di film, spazi dedicati alla lettura e laboratori, giochi e occasioni di confronto sul tema della media education, pensate per sensibilizzare grandi e piccoli sull'uso sicuro e consapevole delle nuove tecnologie. Il programma completo e' disponibile sul sito dedicato all'evento. 
Notiziario Minori, 23 ottobre 2012
RINITI, AICNA: 1 BAMBINO SU 10 NASCE CON 
QUELLA NON ALLERGICA 6/11 A ROMA CONFERENZA 
SU GIORNATA NAZIONALE 'NASO RIBELLE' 
Le malattie nasali colpiscono in Italia una persona su due, circa il 55% della popolazione. Curarle e' possibile ma solo dopo un'attenta diagnosi, e la citologia nasale e' l'unica pratica medica, semplice e non cara, capace di farla. Per informare tutti i cittadini sull'esistenza di questo nuovo strumento diagnostico e sensibilizzare la comunita' scientifica a riconoscere una patologia ancora oggi troppo sottostimata, l'Accademia nazionale di citologia nasale (Aicna), con il supporto non condizionante dell'azienda farmaceutica Msd Italia, ha organizzato una giornata nazionale su 'Il mio naso ribelle' in programma giovedi' 8 novembre in tutto il Paese. In occasione di questa iniziativa i cittadini con disturbi nasali, interessati ad effettuare gratuitamente il test per diagnosticare alcune forme di rinite vasomotoria, potranno rivolgersi in uno dei 50 centri rinologici presenti in Italia. Per ottenere ulteriori informazioni e' possibile chiamare il numero verde 800858404 o andare sul sito www.aicna.it. Il presidente dell'Aicna, Matteo Gelardi, presentera' l'iniziativa il 6 novembre in una conferenza stampa a Roma, presso l'hotel Nazionale in piazza Montecitorio 131 alle ore 11, durante la quale cerchera' di far luce sulla reale dimensione del problema fornendo studi epidemiologici e dati concreti. Le riniti cellulari, quali infiammazioni croniche della mucosa nasale, prendono il nome dalle cellule presenti nel naso. Possono essere Nares (rinite non allergica eosinofila), Narma (rinite non allergica mastocitaria), oppure Naresma (rinite non allergica eosinofila e mastocitaria). "Si tratta di cellule buone che sono nel sangue, ma se raggiungono la cavita' nasale sono responsabili della sintomatologia del naso ribelle. Il vero problema- ha precisato Gelardi- e' che queste patologie, in particolar modo quelle non allergiche, disturbano il sonno e la qualita' di vita soprattutto dei giovanissimi, basti pensare solo che piu' di 1 bambino su 10 (13%) nasce con una rinite non allergica su base 'cellulare' (Nares, Naresma, ecc...)". Per partecipare alla conferenza stampa e' necessario accreditarsi entro il 2 novembre, scrivendo all'indirizzo email ufficiostampa@comesrl.eu o chiamando il numero 3346534308. 
Notiziario Minori, 23 ottobre 2012
CINA, LA DIPENDENZA DA INTERNET METTE IN 
PERICOLO LA SALUTE DEGLI ADOLESCENTI QUASI 
11MILA QUESTIONARI,I MASCHI SOGGETTI PIÙ A RISCHIO
Uno studio di ricercatori della Repubblica Popolare Cinese ha focalizzato l'attenzione sulla dipendenza da internet e la sua associazione con il benessere tra gli adolescenti cinesi. Gli studiosi hanno somministrato 10.988 questionari cartacei scegliendo 40 classi per ogni citta', per un totale di 360 classi. All'interno del campione, 9.532 questionari erano stati interamente compilati determinando una copertura pari all'86,7%. Il campione, inoltre, era costituito da 50,5% di soggetti di genere maschile (4.814) e 49,5% di genere femminile (4.718) con un'eta' media pari a 17,2 anni e una deviazione standard pari a 2,72 anni. Dei 9.532 studenti intervistati il 29,2% proveniva da scuole medie inferiori (2.783), mentre il 41,6% erano studenti delle scuole medie superiori (3.965) ed, infine il 29,2% provenivano da universita' (2.784). Tramite questi questionari, gli studiosi hanno analizzato le associazioni di dipendenza da internet focalizzando l'attenzione su variabili demografiche, variabili di criterio come il tempo passato on-line e il rendimento scolastico ed infine la soddisfazione della vita. Si evince che il 7,5% dei soggetti esaminati e' dipendente da internet e che l'adolescente cinese piu' a rischio da dipendenza da internet, risulta essere di genere maschile (9,8%), di essere uno studente delle scuole medie superiori (8,3%), di possedere un computer a casa (8,2%), di avere un computer proprio (9,1%), di passare molto tempo on-line (12,35), di avere un rendimento scolastico basso (9,9%), di possedere poca stima di se stessi (5,214), di soffrire di depressione (11,048) e di avere una vita privata non soddisfacente (0,517). Dallo studio risulta che la dipendenza da internet e' correlata alla diminuzione del benessere, tra cui bassa autostima, meno soddisfazione con la vita e maggiore depressione. 
Notiziario Minori, 23 ottobre 2012

martedì 16 ottobre 2012

OBESITÀ, COINVOLTI 22 MLN BAMBINI:SIMPOSIO
A BRUXELLES STRADE NUOVE PER COINVOLGERE 
ISTITUZIONI FIN DA GRAVIDANZA 
'The Childhood Obesity Pandemic' e' il titolo del convegno internazionale che si svolgera' a Bruxelles il prossimo 18 ottobre, a cura di Public Policy Exchange in collaborazione con Centre for Parliamentary Studies. Secondo recenti dati diffusi dalla commissione Europea l'obesita' infantile coinvolge circa 22 milioni di bambini nell'Ue e la cifra e' destinata a crescere di oltre quattrocentomila casi all'anno. Il convegno vuole essere un'occasione per riflettere ai massimi livelli accademici e politici sul parziale fallimento delle politiche finora adottate per contrastare il fenomeno. Infatti, la maggior parte delle iniziative intraprese a livello europeo, tra le quali campagne di sensibilizzazione, strategie per spingere bambini e adolescenti a modificare i comportamenti alimentari, non hanno del tutto raggiunto l'obiettivo di ridurre il numero degli obesi e dei soggetti a rischio in quanto sovrappeso. La sfida che coinvolge tutti i Paesi europei e' trovare strade nuove che permettano in tempi brevi di agire sulla patologia. La via da seguire sembra essere quella della prevenzione di primo livello attraverso un approccio globale che coinvolga tutte le istituzioni interessate e che inizi sin dalla gravidanza. Durante il convegno si affrontera' anche il tema da un punto di vista normativo, avanzando la necessita' di adottare un quadro europeo che regolamenti tutti gli aspetti legati all'obesita': pubblicita' di prodotti alimentari, programmi scolastici, programmi sanitari. Per maggiori informazioni sul programma il link al quale collegarsi e': http://www.minori.it/sites/default/files/programma_94.pdf. 
 Notiziario Minori, 16 ottobre 2012
GLI ADOLESCENTI E LE DIPENDENZE: 
ECCO I NUMERI DI UNO STUDIO IL 58%
 DEI MASCHI HA QUELLA PER IL GIOCO 
 Negli Stati Uniti ed in altri paesi e' emerso che un'elevata percentuale di adolescenti ha dipendenza da alcol, droghe e gambling. Nel 2004, ad un campione di 515 adolescenti reclutati tramite uno studio di prevenzione randomizzato, sono stati somministrati alcuni questionari al fine di esplorare varie tematiche: eventi avversi affrontati dai ragazzi o da persone a loro vicine, presenza di sintomi depressivi, residenza in quartieri "difficili", caratteristiche demografiche, uso/non uso di sostanze stupefacenti e gambling. L'analisi dei dati e' stata effettuata tramite un modello di regressione logistico multinomiale con l'obiettivo di indagare l'associazione tra atteggiamenti dipendenti, eventi avversi e genere. L'80% del campione ha dichiarato di aver affrontato nell'ultimo anno eventi di vita avversi e di aver avuto almeno un atteggiamento di dipendenza, mentre il 43,5% delle femmine (24% dei maschi) e' risultato avere sintomi depressivi. Focalizzando l'analisi sui maschi, e' emerso che il 58% ha avuto dipendenza da gioco d'azzardo, il 75% consumava alcol, il 54% tabacco ed il 47% altre droghe. Tendenza analoga e' stata riscontrata nelle femmine per quanto riguarda il consumo di alcol, tabacco e altre droghe (79%, 49% e 42%), a fronte, pero', di una percentuale notevolmente inferiore di giocatrici (37%). Il confronto tra i vari gruppi di consumatori/non consumatori porta alla luce una sostanziale differenza tra maschi e femmine: i primi presentano una percentuale maggiore di soggetti dipendenti dal gioco d'azzardo e di quelli che sono giocatori ed anche consumatori, rispetto alle femmine che, invece, presentano valori maggiori di non consumatrici e di non giocatrici d'azzardo. Considerando anche gli eventi avversi come violenza, relazioni o instabilita', si e' notato che, rispetto a coloro che non sono consumatori e giocatori d'azzardo patologici, sia gli adolescenti consumatori di sole sostanze che quelli dipendenti dal gioco e dalle droghe hanno una probabilita' maggiore di incorrere in eventi violenti (probabilita' significativa sia nei maschi che nelle femmine del secondo gruppo), relazioni (probabilita' significativa solo nelle femmine) o instabili (probabilita' significativa nelle femmine del primo gruppo e nei maschi del secondo). Tali risultati mostrano quindi un'effettiva relazione tra atteggiamenti di dipendenza ed eventi avversi che suggeriscono la realizzazione di programmi che insegnino strategie per difendersi e lottare contro le violenze a cui si e' esposti, con una particolare attenzione verso le donne. 
Notiziario Minori, 16 ottobre 2012
GIORNATA MONDIALE PULIZIA DELLE MANI 
CONTRO MORTALITÀ INFANTILE PUÒ RIDURRE
 INCIDENZA DELLA DIARREA INFANTILE FINO AL 50% 
Per il quinto anno consecutivo, il 15 ottobre e' stata la Giornata Internazionale per la pulizia delle mani, il cui fine e' di sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni sull'importanza di lavarsi le mani con il sapone come misura efficace e a bassissimo costo per la prevenzione di malattie spesso letali per la prima infanzia. Centinaia di milioni di persone in tutto il mondo hanno celebrato il "Global Handwashing Day" (Ghd). Istituita nel 2008 come una giornata di celebrazione in poche citta', la Ghd e' oggi divenuta un movimento realmente globale, che mobilita ovunque investimenti, visibilita' mediatica e consenso politico intorno a questa semplice pratica igienica. ACQUA E SAPONE CONTRO LA MORTALITÀ INFANTILE: I dati sulla mortalita' infantile presentati a settembre dall'Unicef mostrano che nonostante i grandi successi registrati negli ultimi 20 anni, ancora oggi circa 2.000 bambini sotto i 5 anni muoiono ogni giorno a causa di malattie diarroiche. Di questi, la stragrande maggioranza - circa 1.800 bambini al giorno - muoiono per malattie diarroiche dovute alla mancanza di acqua potabile e ai servizi igienici di base. Lavarsi le mani con il sapone ha molto a che vedere con la mortalita' infantile. Da sola, questa basilare misura di profilassi igienica puo' ridurre l'incidenza della diarrea infantile fino al 50%, e quella delle infezioni dell'apparato respiratorio di circa il 25%. "Il Global Handwashing Day e' molto piu' di una semplice giornata", ha affermato Therese Dooley, Responsabile dell'Unicef per i programmi di Igiene. "Vogliamo che il messaggio si diffonda dai bambini alle famiglie, alle comunita' e alle nazioni. Arrestare la diffusione delle malattie diarroiche non e' complicato o costoso, ma e' estremamente importante che il lavaggio delle mani con il sapone diventi un'abitudine per tutti". I dati sul ricorso a questa semplice pratica variano da paese a paese. Per esempio, in Swaziland nel 2010, il 50% delle famiglie urbane avevano l'abitudine di lavarsi le mani, rispetto al 26% delle zone rurali. In Ruanda appena il 2% della popolazione si lava regolarmente le mani con il sapone. In Mongolia, il 96% delle famiglie piu' abbienti ha questa abitudine, rispetto al 10% che si registra tra i piu' poveri. "Non c'e' bisogno di inventare una qualche formula da premio Nobel per salvare milioni di bambini. La soluzione esiste gia': acqua e sapone!",conclude Therese Dooley. 
 Notiziario Minori, 16 ottobre 2012

venerdì 12 ottobre 2012

DSA, IL 10 NOVEMBRE A ROMA XV CONVEGNO 
IDO SU 'DISLESSIE' UN DISTURBO DALLE 
MOLTEPLICI FORME, LE CUI CAUSE SONO DIVERSE 
 La dislessia e' un disturbo dalle molteplici forme, sono tante e diverse le cause che possono scatenarla. Per questo motivo al XV convegno nazionale dell'Istituto di Ortofonologia (IdO) si parlera' di 'Dislessie' e del 'Ruolo della scuola nella complessita' degli apprendimenti'. L'iniziativa avra' luogo a Roma il 10 novembre, dalle ore 9 alle 18, presso l'Istituto Regina Elena in via Puglie 4. "Troppi sono i bambini che per cause diverse presentano Disturbi specifici dell'apprendimento (Dsa) e il loro numero e' sempre in aumento. Forse, bisognerebbe sciogliere la differenza che esiste tra difficolta' scolastica, Dsa e le cause che hanno determinato questi disturbi di apprendimento". Ad affermarlo e' Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell'IdO, in merito all'aumento esponenziale di tali comportamenti problematici. "Il paradosso- ha proseguito lo psicoterapeuta- e' che se trent'anni fa avevamo bambini che si presentavano in prima elementare senza mai essere stati alle scuole materne, oggi tutti fanno per lo meno i 3 anni di scuola d'infanzia e un 50% di questi ha fatto anche il nido. È possibile che in questi 30 anni le insegnanti non sono state in grado di riconoscere i Dsa? Ma soprattutto, non ci rendiamo conto che il solo porci questo quesito rappresenta un insulto alla classe docente? Il problema e' sempre stato posto-ha chiarito- quello che manca invece e' un nuovo progetto pedagogico che restituisca alla scuola il ruolo di competenze e di intervento e non lo stato attuale, che e' una delega totale all'ambito sanitario". E proprio per avvalorare questa tesi a difesa dei professori, Castelbianco ha ricordato che nel 1978-79 l'IdO "coinvolse le insegnanti delle scuole dei Castelli Romani, con tutto il servizio di medicina scolastica, in una ricerca biennale su 2.000 bambini relativa ai Dsa. Allora la percentuale di soggetti con dislessia riscontrata dal corpo docente non supero' il 2%. Oggi- ha sottolineato il direttore- la percentuale si e' triplicata, anzi in alcuni casi si e' arrivati a indicare un erroneo 15-16%. Ma in realta' ci troviamo di fronte ad un'altra problematica: sono aumentate le difficolta' scolastiche, e di conseguenza quelle di apprendimento, sono cambiate le modalita' di insegnamento, le dinamiche sociali e della famiglia". Al convegno promosso dall'IdO ci si domandera', quindi, come e' possibile che negli ultimi trent'anni non siano stati richiesti alle maestre nuovi progetti pedagogici per superare il grande disagio scolastico? "Alla scuola- ha concluso Castelbianco- va ridato il ruolo preminente nell'insegnamento pedagogico, nel supporto e nella prevenzione di queste situazioni di difficolta'". Per partecipare al convegno e' necessario accreditarsi scrivendo all'indirizzo email convegno@ortofonologia.it o inviando un fax al numero 06.45.499.549.
 Notiziario Minori, 12 ottobre 2012

martedì 9 ottobre 2012

WWW.LATTEMATERNO.IT, L'ALLATTAMENTO È A 
PORTATA DI CLIC PRESENTATO SITO WEB AD HOC A ROMA 
Un sito che si rivolge direttamente alle mamme e fornisce informazioni utili sull'importanza che un gesto cosi' naturale come l'allattamento al seno ricopre per la salute tanto dei neonati quanto delle donne. Il portale, www.lattematerno.it, e' stato realizzato da Laziosanita'-Asp per la Regione Lazio ed e' stato presentato nel corso di un convegno che si e' svolto a Roma all'Auditorium del Comitato italiano per l'Unicef. Sul sito sono disponibili materiali divulgativi che spiegano le qualita' alimentari del latte materno e guide all'allattamento e all'alimentazione del bambino nel suo primo anno di vita. Sono presenti informazioni sulle strutture che svolgono attivita' di sostegno alle donne nell'avvicinamento al parto e che offrono la loro disponibilita' ed esperienza alle neomamme (ospedali, consultori, associazioni di mamme). Non mancano suggerimenti e indicazioni anche per quelle donne che non possono allattare al seno i loro figli. Il progetto punta sulla divulgazione dei materiali informativi di cui 42.000 copie sono state gia' distribuite alle ASL del Lazio e su un piano di formazione mirata per gli operatori. Tra ottobre e dicembre prossimi sono previste 10 edizioni di corsi accreditati di 20 ore dedicati agli operatori del settore. La promozione dell'allattamento al seno e' una delle azioni contenute nel Piano Regionale della Prevenzione 2010-2012 ed e' un progetto finanziato dal Centro per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (CCM) del Ministero della Salute attuato in collaborazione con l'Unicef, le regioni Sicilia, Lazio, Marche, Veneto e Asl di Milano. La promozione dell'allattamento al seno e' basata su numerosi studi scientifici che hanno dimostrato come rafforzi il legame madre bambino e favorisca l'accudimento, aiuti la digestione del bambino, rinforzi il suo sistema immunitario, lo protegga dalle infezioni delle vie urinarie, da otiti, stitichezza, sovrappeso, obesita' e diabete di tipo 2. L'allattamento al seno fa bene anche alla mamma: le donne che allattano al seno sono maggiormente protette dal tumore al seno e alle ovaie e dall'indebolimento delle ossa in eta' avanzata (osteoporosi). 
 Notiziario minori, 9 ottobre 2012

venerdì 5 ottobre 2012

MASCHI PIÙ SFACCENDATI, A SCUOLA SI IMPEGNANO
MENO: AL 21,3% BASTA IL 6 PIÙ CRESCONO E MENO 
SI SFORZANO, RISULTATI FEMMINE PIÙ ALTI 
Sei e sto. È il motto di uno studente maschio su cinque. Secondo un report odierno dell'Istat sulla scuola, dati alla mano, i ragazzi si impegnano meno delle femmine fra i banchi. Il 38,3% delle studentesse, spiega l'Istat, si impegna molto nello studio conseguendo ottimi risultati, mentre tra i maschi tale quota scende 24,9%. Tra i maschi e' piu' diffuso l'impegno mirato a ottenere la sufficienza (il 21,3% rispetto al 14,1% delle femmine) e uno studio selettivo delle sole materie che piacciono (il 13,1% rispetto al 9,4%). L'impegno nei confronti dello studio diminuisce al crescere dell'eta' e quindi all'ordine della scuola che si frequenta. In tutti gli ordini, sono circa l'11% coloro che studiano solo le materie che gli piacciono e tra i ragazzi della scuola secondaria di secondo grado si manifesta la maggiore insofferenza nei confronti dello studio: il 27,6% dichiara di impegnarsi solo per avere la sufficienza. Frequenta corsi di recupero il 14,7% dei bambini e ragazzi fino a 17 anni iscritti a scuola. Il 9,2% frequenta corsi organizzati dalla scuola e il 5,5% si rivolge ad insegnanti privati. Piu' alta tra i maschi la necessita' di seguire corsi di recupero e tra gli studenti del Centro-Nord, in particolare nel Nord-est (17,4%), piuttosto che al Sud (11,7%). 
RISULTATI BRILLANTI IN ROSA - Il 35,4% dei ragazzi di 13-17 anni ha conseguito la licenza media con "sufficiente" come giudizio finale, il 27,5% hanno ottenuto il giudizio "buono", il 19,7% ha riportato il giudizio "distinto" e solo il 17,3% dei ragazzi ha conseguito la licenza media con il giudizio "ottimo". Ma esistono differenziali di rendimento per ragazzi e ragazze: solo il 27,2% delle ragazze tra 13 e 17 anni dichiara di avere concluso il percorso della scuola dell'obbligo con il giudizio "sufficiente" contro il 43,7% dei loro coetanei. Considerando poi che il giudizio "buono" e' stato conseguito da entrambi i generi piu' o meno nella stessa misura (27%), e' elevata la quota delle ragazze che hanno ottenuto le valutazioni migliori: il 25,2% ottiene "distinto" e il 20% "ottimo".
  Notiziario minori, 5 ottobre 2012
IL 44,3% DEGLI STUDENTI VA A SCUOLA IN AUTO, SOLO
IL 29,9% A PIEDI NEL MEZZOGIORNO SI CAMMINA DI PIÙ
 Spostamenti casa-scuola all'insegna della pigrizia. Secondo quanto si legge in un Report odierno dell'Istat gli spostamenti quotidiani per andare in classe coinvolgono circa 8 milioni 400 mila bambini dell'asilo nido o della scuola dell'infanzia e studenti. La maggior parte degli studenti utilizza un mezzo di trasporto (69,8%), soprattutto l'automobile (il 44,3% degli studenti), e i mezzi pubblici o collettivi (27,1%). Si sposta a piedi il 29,9% degli studenti. A livello territoriale si riscontra un uso maggiore dei mezzi di trasporto nel Centro (78,7%) e nel Nord-est (78,1%), mentre nel Mezzogiorno tale quota scende sotto il 63% a vantaggio degli spostamenti a piedi. L'utilizzo dell'automobile e' elevato in tutte le ripartizioni, ma il Nord-est si caratterizza in particolare per un maggior utilizzo della bicicletta che riguarda il 6,9% degli studenti, una modalita' di spostamento diffusa soprattutto a Bolzano (17%). Il mezzo collettivo e' usato soprattutto nel Centro-nord, in particolare a Bolzano (41,4% degli studenti) e nelle Marche (40,6%). Nel Mezzogiorno si riscontra una maggiore propensione ad andare a piedi (il 39,3% nel Sud e il 36,4% nelle Isole). Per quanto riguarda i tempi di percorrenza per giungere sul luogo di studio, nel 73,3% dei casi gli studenti impiegano fino a 15 minuti. È elevata la quota di bambini iscritti alla scuola dell'infanzia, alla primaria e alla secondaria di primo grado che raggiungono la scuola a piedi (rispettivamente 31,1%, 35% e 38,3%). La quota di studenti che raggiungono la scuola a piedi si dimezza, rispetto alla media nazionale, per i ragazzi della scuola secondaria di secondo grado (15%). Tra questi sono anche piu' numerosi coloro che impiegano piu' di 30 minuti per andare a scuola (26,3%). 
Notiziario minori, 5 ottobre 2012
SCUOLA, ISTAT: I COMPITI A CASA? 
CI VOGLIONO IN MEDIA DUE ORE 
Compiti a casa, ci passano un po' tutti. Secondo i numeri diffusi negli scorsi giorni dall'Istat la quasi totalita' degli alunni ha sempre o spesso compiti da svolgere a casa: il 97,4% nella scuola primaria, il 98,6% nella secondaria di primo grado e il 97,6% nella secondaria di secondo grado. La situazione in cui i bambini hanno solo alcune volte i compiti da svolgere a casa e' piu' diffusa nella scuola primaria (28,7%) rispetto alla scuola secondaria di primo grado (10,3%). Il numero medio di ore giornaliere passate a studiare e' di 2 ore e 9 minuti. Gli studenti della scuola secondaria di secondo grado dedicano in media 2 ore e 28 minuti ai compiti rispetto a 1 ora e 46 minuti degli studenti della scuola primaria. Se si esclude la scuola primaria dove non emergono differenze di genere (in media 1 ora e 46 minuti per bambini e bambine), al crescere dell'eta' le ragazze mostrano un impegno maggiore nello studio. Gia' alla scuola secondaria di primo grado i ragazzi dedicano in media allo svolgimento dei compiti 2 ore e 17 minuti, mentre le ragazze circa 15 minuti in piu' al giorno (2 ore e 32 minuti). In particolare, nella scuola secondaria chi frequenta il liceo dedica allo studio circa 40 minuti in piu' al giorno (2 ore e 49 minuti) rispetto a chi frequenta un istituto tecnico o professionale (circa 2 ore). Tra chi frequenta il liceo, le ragazze studiano circa 36 minuti in piu' dei loro coetanei maschi (da 2 ore e 45 minuti a 2 ore e 9 minuti). La differenza di genere scende a 26 minuti negli istituti tecnici (2 ore e 26 per le ragazze contro 2 ore dei maschi ) e praticamente si annulla negli istituti professionali (circa 2 ore). Le differenze sono ancora maggiori nella scuola secondaria di secondo grado: 2 ore e 9 minuti i maschi e 2 ore e 45 minuti le femmine. Inoltre, mentre il passaggio dalla scuola secondaria di primo grado alla scuola secondaria di secondo grado implica una diminuzione di 8 minuti per i maschi (da 2 ore e 17 minuti a 2 ore e 9 minuti), nel caso delle femmine il tempo dedicato allo studio aumenta di 13 minuti: da 2 ore e 32 minuti a 2 ore e 45 minuti. Il 76,4% degli alunni della primaria svolge i compiti con l'aiuto della madre e il 26,2% e' aiutato dal padre. Nella scuola secondaria di primo grado il 37,3% dei bambini svolge i compiti con le madri, mentre solo il 13% fa i compiti con il padre. La quota di ragazzi che frequenta la scuola secondaria di secondo grado e svolge i compiti insieme ai genitori e' decisamente ridotta (il 10,6% svolge i compiti con la madre e il 4,3% con il padre). 
Notiziario minori, 5 ottobre 2012

lunedì 24 settembre 2012

SCUOLA, L'ESPERTO: INGRESSO A 5 ANNI?
NON È CORRETTO CASTELBIANCO: "TRE 
ANNI DI MATERNA SONO IMMODIFICABILI" 
"La necessita' di considerare fondamentale l'ingresso in prima elementare a sei anni e' determinata dal fatto che la richiesta deve essere attuata e modellata per un bambino che ha raggiunto un grado di maturita' e non un grado di intelligenza. I bambini sono intelligenti, ma pretendere da loro anticipatamente comportamenti e prestazioni non e' pedagogicamente corretto". Cosi' lo psicoterapeuta dell'eta' evolutiva Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell'Istituto di Ortofonologia di Roma (IdO), ha commentato l'ipotesi, espressa dal ministro Francesco Profumo, di anticipare l'inizio delle elementari a cinque anni. "La maturita' dei bambini la si vede nei comportamenti- ha aggiunto l'esperto- bisogna pensare che questa e' frutto delle esperienze che il bimbo deve vivere nell'ambito della scuola materna". Ma cosa rischiano i bambini che 'anticipano' e vengono precocemente sottoposti agli 'stimoli scolastici' in un momento non adeguato della loro evoluzione? "Una percentuale estremamente piu' elevata di bambini anticipatari- ha precisato Castelbianco- presenta difficolta' di apprendimento, disturbi d'attenzione e stati di disagio sintomatici. In una ricerca effettuata abbiamo riscontrato che nel caso dei disturbi specifici dell'apprendimento la percentuale del 4% si triplica nei bambini anticipatari". Secondo il direttore dell'IdO "le patologie che coinvolgono i bambini stanno aumentando a causa delle pressioni sociali. Da un lato infatti incrementano quelle fisiche legate all'alimentazione, come nel caso dell'obesita', dall'altro quelle che riguardano il comportamento. I piccoli di oggi sono sottoposti a pressioni sociali estremamente pressanti che determinano in loro reazioni diverse, che vanno dalla fobia scolare ai disturbi di condotta, dalle difficolta' attentive alla dislessia o addirittura alla depressione". La scuola del futuro per Castelbianco "e' quella che prepara i bambini ad arrivare alla scuola in situazione ottimale e che prevede un progetto pedagogico adeguato, sul quale si possano appoggiare e che non crei loro confusione e inadeguatezza. Quindi i tre anni di scuola materna- ha concluso- sono immodificabili per la ricerca di stimoli ed esperienze che altrimenti verrebbero perse". 
Notiziario minori, 24 settembre 2012
PIÙ AMMESSI MA MENO 10, ECCO I 
RISULTATI DEGLI ESAMI DI TERZA MEDIA
PROMOZIONI STABILI, LE RAGAZZE LE MIGLIORI  
Aumentano, seppur di poco, gli studenti ammessi all'esame conclusivo del I ciclo d'istruzione, e si conferma la percentuale dei ragazzi, quasi la totalita', che supera l'esame. E' questa l'estrema sintesi del Notiziario sui risultati dell'ultimo esame di terza media, appena pubblicato sul sito del ministero dell'Istruzione, Universita' e Ricerca. Dati, riporta il Miur in una nota, che fanno emergere ancora alcune differenze tra i risultati delle singole regioni, piu' evidenti nelle percentuali di ammissione, maggiori difficolta' degli studenti stranieri, anche se il gap con gli italiani si riduce progressivamente, una sostanziale conferma del voto medio e della maggiore propensione delle ragazze a raggiungere risultati migliori.
 - SI CONFERMA IL VOTO MEDIO DEI PROMOSSI: 7,4 - In particolare, gli studenti ammessi all'esame nell'ultimo anno scolastico (2011/2012) sono stati il 96,3%, contro il 95,9 dell'anno 2010/2011. Un dato che conferma una tendenza in rialzo del tasso di ammissione gia' registrata a conclusione del precedente anno scolastico, quando la percentuale di alunni ammessi all'esame era aumentata di mezzo punto percentuale. E tra gli ammessi, quasi la totalita' supera l'esame (99,6%), in linea con il risultato dell'anno scorso, quando i promossi furono il 99,7%. In generale, si conferma il voto medio complessivo che passa dal 7,5 del precedente anno scolastico al 7,4 dell'ultimo esame. 
- LE DIFFERENZE TRA LE REGIONI - Le differenze tra le regioni risultano piu' marcate per quanto riguarda il tasso di ammissione rispetto alle percentuali di superamento dell'esame. Una diversita' che emerge piu' facilmente confrontando i risultati regionali con quello nazionale. Da questo punto di vista le regioni dove il divario e' piu' marcato sono la Sicilia e la Sardegna, dove la percentuale di studenti ammessi risulta inferiore, rispettivamente, del 1,8% e 3,5 rispetto alla media nazionale. Meno sensibile, invece, e' la differenza per quanto riguarda gli studenti che hanno superato l'esame. In alcune regioni, a una percentuale di ammissione piu' bassa si associa un tasso di promozioni all'esame maggiore rispetto alla media nazionale. E' il caso del Friuli e della Liguria, dove si e' verificata una maggiore selezione in fase di ammissione all'esame, al quale hanno preso parte, rispettivamente, il 95,1% d il 96% degli studenti. Prosegue la nota del Miur con tutti i risultati degli esami di terza media: 
 - SUFFICIENZE IN AUMENTO, DIMINUISCONO I DIECI - Se la percentuale dei promossi all'esame e' rimasta sostanzialmente invariata, diversi sono stati i risultati rispetto allo scorso anno per quanto riguarda i voti conseguiti. Da questo punto di vista le differenze maggiori si registrano agli estremi della fascia di voto: gli studenti promossi con la sufficienza sono passati dal 28,8% al 31%, mentre si e' ridotta dell'1,5% la percentuale di studenti che ha superato l'esame con il massivo dei voti (dieci) e le lodi sono passate dal 2,1% all'1,7%. Nel complesso gli studenti che si sono licenziati con un voto pari a "dieci" o con la lode sono stati il 6%. Umbria, Puglia e Calabria sono le regioni dove si sono conseguiti i voti piu' alti, cioe' pari o superiori al "nove". In particolare, Calabria e Puglia sono quelle con la quota maggiore di studenti che hanno superato l'esame con "dieci": il 6,5% in Calabria e il 6,1% in Puglia. Situazione opposta per Sicilia e Sardegna, dove prevale la percentuale di alunni con la sufficienza pari, rispettivamente, al 34,3% e 33% dei casi. La regione con la piu' alta percentuale di lodi e' l'Umbria con il 2,7%. In ogni caso, considerando una serie storica su tre anni, si puo' notare come i dati rilevati quest'anno rispecchino maggiormente la situazione gia' emersa nell'anno scolastico 2009/2010. Ne consegue, quindi, che i risultati conseguiti all'esame sembrano riallinearsi a una situazione gia' consolidata. 
- TRA LE RAGAZZE RISULTATI MIGLIORI - Sono le ragazze ad aver conseguito i risultati piu' brillanti. Se nel complesso gli studenti che si sono licenziati con un voto pari a "dieci" o con la lode sono stati il 6%, le ragazze che si concentrano in queste fasce di voto piu' alte sono pari al 7,6% contro il 4,5% dei colleghi maschi. Specularmente, i ragazzi si concentrano maggiormente nelle fasce di voto piu' basse: il 65,1% ha conseguito un voto pari o inferiore al "sette" mentre solo il 51,1% delle ragazze ha conseguito i medesimi risultati. In particolare, le studentesse risultano essere piu' brillanti rispetto ai maschi nelle discipline umanistiche, mentre meno consistente e' la distanza registrata in Matematica. Si e' ridotto, inoltre, il divario nella prova nazionale Invalsi. Se lo scorso anno il voto delle ragazze era superiore di 0,5 punti, quest'anno i risultati sono sostanzialmente identici: 6,4 per i ragazzi e 6,5 per le ragazze. La regione dove il distacco tra ragazze e ragazzi e maggiore e' il Molise, dove il voto medio e' stato, rispettivamente, del 7,7 e 7,2. I maschi hanno raggiunto risultati migliori in Umbria, Lazio e Puglia. Le studentesse, invece, eccellono soprattutto in Calabria. 
- PROVA INVALSI: RISULTATI IN LINEA CON I VOTI FINALI - Per quanto riguarda la prova Invalsi, e' interessante osservare il rapporto tra il voto conseguito dagli studenti nella prova in funzione del risultato finale dell'esame. Le due variabili considerate infatti, voto Invalsi e voto finale, sembrano abbastanza allineate: al crescere della fascia di voto ottenuto nella Prova nazionale, aumenta il voto finale conseguito. Nello specifico, coloro che hanno ottenuto una votazione pari a "sei" risultano aver conseguito, nell'87,5% dei casi, un voto nella prova nazionale inferiore o pari alla sufficienza; allo stesso modo, chi ha superato l'esame con "nove" o "dieci" ha riportato un voto alla prova Invalsi superiore o pari al "sette", rispettivamente, nell'83,9% e 99,2% dei casi. Prosegue la nota del Miur con tutti i risultati degli esami di terza media: 
 - STUDENTI STRANIERI. RESTANO DIFFERENZE, MA IL GAP SI RIDUCE - Come gia' emerso dall'analisi dei dati dello scorso anno, i risultati conseguiti dagli studenti variano in funzione della cittadinanza. Se la percentuale degli studenti ammessi all'esame con cittadinanza italiana e' pari al 96,6%, quella degli studenti con cittadinanza non italiana si ferma al 90,4%. Meno sensibile invece e' la differenza per quanto riguarda il superamento dell'esame. Eppure, nonostante persistano differenze tra studenti stranieri e quelli italiani, e' importante notare come lo scarto si sia ridotto nel tempo: negli ultimi tre anni scolastici il gap esistente tra i tassi di ammissione e' passato da 8,3 a 6,5, quello tra i tassi di successo da 0,7 a 0,5. Un fenomeno, questo, frutto di un graduale processo di integrazione e dell'aumento degli studenti figli di immigrati di seconda generazione che, seppur in parte, hanno superato le difficolta' linguistiche. 
- CANDIDATI ESTERNI - Infine, il tasso di successo dei candidati esterni risulta sensibilmente inferiore rispetto ai colleghi interni: 84,8% per i primi contro il 99,7% dei secondi. Rispetto allo scorso anno, i risultati conseguiti dai candidati esterni hanno subito un calo, con una diminuzione delle promozioni dell'1,4%. La maggior parte di essi, inoltre, ha superato l'esame con la sufficienza (78,1%). Tutti i dati pubblicati su www.istruzione.it. 
Notiziario minori, 24 settembre 2012

mercoledì 19 settembre 2012

SE I BIMBI NON APPRENDONO ARRIVA IN 
AIUTO L'ENIGMISTICA STUDIO DEI LOGOPEDISTI 
DELL'IRCCS FONDAZIONE SANTA LUCIA DI ROMA 
 'Un mondo di parole", ovvero un percorso che richiamandosi all'enigmistica permette ai bambini di imparare a comprendere e condividere le potenzialita' della nostra lingua. E' questo l'ultimo tassello di una linea di ricerca che un gruppo di logopedisti guidati dalla professoressa Anna Iudica ha realizzato in vent'anni nell'ambito del Centro Ricerche di Neuropsicologia delll'Irccs Fondazione S.Lucia di Roma. Un pogetto volto a comprendere i meccanismi che determinano l'insorgere di disturbi specifici dell'apprendimento e a cercare di identificare dei percorsi per il trattamento riabilitativo. Risultati sperimentali, ottenuti in questo contesto, hanno permesso una caratterizzazione della dislessia e della disortografia nella lingua italiana e fornito indicazioni sulla impostazione di un piano di intervento mirato, oltre che confluire in pubblicazioni e nella preparazione di materiali diagnostici e riabilitativi ad aiutare bambini con difficolta' di apprendimento, editi dalle Edizioni Erickson di Trento. "Un gioco di p.a.r.o.l.e.", "Parole in corso" (primo e secondo volume), "Un mare di parole" e "Un mare di numeri", pubblicati tra il 2004 e il 2011, e oggi "Un mondo di parole", offrono a logopedisti, insegnanti e genitori, strumenti utili ad affrontare il recupero delle difficolta' di apprendimento. I materiali sono veri e propri giochi: matrici di lettere dove cercare parole nascoste, incroci di parole simili a giochi enigmistici, Memory e tombole per battere i 'grandi', infine storie semplici e brevi da leggere e completare con molte facilitazioni per dimostrare ai bambini che lettura e scrittura non sono compiti impossibili da affrontare. L'obiettivo e' quello di arricchire la competenza comunicativa dei bambini che abbiano bisogno di migliorare i loro rapporto con la lettura e la scrittura. 
Notiziario Minori, 19 settembre 2012
DAGLI STUDENTI AI DOCENTI, ECCO
 NUMERI ANNO SCOLASTICO APPENA
 INIZIATO I DATI RESI NOTI DAL MIUR 
Otto milioni di ragazzi, e poi l'organico dei docenti e il tempo pieno. Dopo le cifre sugli edifici, il Miur ha reso noti i numeri delle persone che nelle scuole italiane lavorano e studiano: studenti, insegnanti, dirigenti scolastici e personale tecnico e amministrativo. Eccole: 
- QUASI 8MILIONI GLI STUDENTI TRA I BANCHI: IN AUMENTO RISPETTO ALLO SCORSO ANNO (+36.238) - Per quanto riguarda gli studenti, rispetto allo scorso anno scolastico 2011/2012 si registra un aumento di 36.238 unita', cosi' distribuiti: +3.146 nella scuola dell'infanzia, +11.097 nella primaria, + 20.891 nella secondaria di II grado, mentre nella secondaria di I grado si assiste ad una diminuzione pari a 4.461 studenti. Complessivamente gli studenti, considerate tutte le scuole di ogni ordine e grado, sono 7.862.470, per 365.255 classi e 625.878 posti in organico. In particolare, per quanto riguarda la scuola dell'infanzia, sono in aumento le sezioni (+351) che passano da 42.770 a 42.922, dando la possibilita' ad oltre 3mila bambini in piu' di frequentare questo grado di scuola. 
- STUDENTI STRANIERI: IL 44,2% È NATO IN ITALIA: IN VENETO E LOMBARDIA LE PERCENTUALI MAGGIORI - Con riferimento all'anno scolastico 2011/2012, sono 755.939 gli studenti con cittadinanza non italiana che frequentano le nostre scuole. Di questi, il 44,2% e' nato in Italia (334.284 in valore assoluto). Da questo punto di vista, le percentuali maggiori si registrano in Lombardia e Veneto dove la meta' degli studenti stranieri iscritti (il 50,9%) e' nata in Italia. 
- ISCRIZIONI ALLA SCUOLA SECONDARIA DI II GRADO: BENE I LICEI. IN AUMENTO GLI ISCRITTI NEI TECNICI E PROFESSIONALI - Sono i licei ad assorbire la maggior parte degli iscritti alle prime classi della scuola secondaria di II grado per l'anno appena iniziato, con una percentuale del 46,6%. Segue l'istruzione tecnica con il 32% e l'istruzione professionale con il 21,4%. Tuttavia, considerato nel suo complesso, la maggior parte dei nuovi iscritti ha scelto il settore dell'istruzione tecnica e professionale (53,4%), con un aumento rispetto allo scorso anno dell'1,5% nell'istruzione professionale e dello 0,4% nell'istruzione tecnica. Nello specifico, per quanto riguarda l'istruzione tecnica gli indirizzi piu' gettonati sono "Amministrazione finanze e marketing" (31%), "Informatica e telecomunicazioni" (14%), "Elettronica ed elettrotecnica" (10%) e "turismo" (10%). Nell'istruzione professionale la maggior parte delle scelte e' ricaduta sull'indirizzo "Enogastronomia e Ospitalita' alberghiera" (40%). Seguono "Manutenzione e assistenza tecnica" (14%), "Servizi socio-sanitari, odontotecnico, ottico" (12%), "Servizi commerciali" (11%).
 - ORGANICI, LUCI E OMBRE: PER LA PRIMA VOLTA - DOPO 10 ANNI - NESSUN TAGLIO. DIFFICOLTÀ PER CORRISPONDERE A INCREMENTO STUDENTI - In applicazione del piano triennale di assunzioni sono state autorizzate 21.112 immissioni in ruolo. E dopo 10 anni di tagli ai posti in organico, di cui 5 consecutivi, quest'anno vengono interamente confermate le cifre del passato anno scolastico. Pertanto, il totale dei posti normali resta di 625.878. Tuttavia, considerato l'aumento degli studenti, se da un lato si e' arrestato il trend negativo degli ultimi anni, dall'altro non e' stato possibile reperire ulteriori risorse capaci di compensare l'incremento demografico. A fronte di queste cifre, il numero delle classi rimane sostanzialmente stabile passando da 364.904 a 365.255 (+351). Una leggera crescita che consente, comunque, di limitare il fenomeno dell'affollamento delle classi. 
- SOSTEGNO: PREVISTO UN AUMENTO DI 4MILA ALUNNI DISABILI E 2MILA POSTI - Per il sostegno attualmente si confermano i dati dell'anno 2011/2012: 197.639 alunni disabili e 97.636 posti di sostegno. Tuttavia, pur non essendo ancora completo l'inserimento al sistema dei dati di organico di fatto, tenendo conto dell'andamento registrato negli ultimi anni il Ministero prevede un aumento di oltre 4mila alunni disabili e di almeno 2mila posti di sostegno.
 - DIMENSIONAMENTO: LE SEDI ACCORPATE E GLI EFFETTI SUGLI ORGANICI DEI DIRIGENTI SCOLASTICI - A seguito del dimensionamento, cioe' gli accorpamenti tra piu' istituzioni scolastiche, le scuole autonome sono passate da 10.219 a 9.134. Tra queste, 1.154 sono le sedi sottodimensionate, cioe' con meno 600 alunni (o meno di 400 alunni nelle scuole di montagna o nelle piccole isole), alle quali non e' possibile assegnare un Dirigente scolastico titolare, ne' il dsga (direttore dei servizi generali amministrativi). Pertanto, le sedi assegnabili sono 7.980 mentre i dirigenti scolastici in servizio sono 7.962, di cui 859 appena nominati. Questi ultimi, in particolare, sono circa il 10% del totale e rappresentano un segnale dell'impegno dell'Amministrazione per il regolare rinnovamento della dirigenza, a cominciare da quella - piu' importante - a diretto contatto con gli studenti. Le reggenze, assegnate nelle sedi sottodimensionate e in Lombardia (a causa del blocco del concorso) sono pari a 1.584. A subire gli effetti del dimensionamento anche i posti da dsga che presentano una dinamica pressoche' identica a quella dei dirigenti scolastici, diminuendo di 2.237 unita'. Gli organici del restante personale ata (amministrativi, tecnici ed ausiliari), invece, sono invariati rispetto allo scorso anno. 
- AUMENTA IL TEMPO PIENO: +1.284 CLASSI NELLA PRIMARIA - Nella scuola primaria aumentano le classi a tempo pieno che passano dalle 38.386 dell'anno scolastico 2011/2012 a 39.670 dell'anno appena iniziato. L'aumento dunque e' pari a 1.284 classi. Se quindi diminuisce leggermente il totale delle classi della scuola primaria (dalle 132.270 dello scorso anno alle 132.193 di quest'anno), aumentano quelle in cui e' attivato il tempo pieno, per un miglioramento complessivo della qualita' dell'offerta formativa. 
Notiziario Minori, 19 settembre 2012

mercoledì 12 settembre 2012

SCUOLA, EURISPES: PER I RAGAZZI QUELLA 
IDEALE PREPARA AL LAVORO I GENITORI  INVECE
VOGLIONO UN MAGGIOR BAGAGLIO CULTURALE 

Il 32,5% dei ragazzi ritiene che la scuola debba fondamentalmente preparare gli alunni nell'ingresso nel mondo del lavoro, un dato che si consolida con il crescere dell'eta': se dai 12 ai 15 anni la preparazione professionale e' l'obiettivo del 31% dei ragazzi, dai 16 ai 18 anni il valore cresce sino al 36,7%. Seguono una seria crescita personale e un solido incremento della cultura, che vengono indicate rispettivamente dal 27,8% e dal 26,6% degli studenti. Sono alcuni dei dati emersi dall'Indagine conoscitiva sulla condizione dell'Infanzia e Adolescenza in Italia, realizzato dall'Eurispes e dal Telefono Azzurro. Sempre secondo il rapporto, funzioni piu' 'educative' raccolgono consensi marginali: solo il 5,9% dei giovani ritiene che l'obiettivo principale della scuola sia quello di trasmettere valori, ed una percentuale ancora piu' bassa, pari al 3,1%, ritiene importante che aiuti a sviluppare il senso critico. Questi due dati crescono sensibilmente tra i ragazzi piu' grandi, quelli con un'eta' compresa tra i 16 ed i 18 anni. Di diverso orientamento i genitori: mentre cresce la domanda culturale e valoriale, diminuisce quella strettamente legata alla formazione professionale dei ragazzi. Infatti, i genitori indicano tra gli obiettivi sovrani della formazione scolastica quello di accrescere il bagaglio culturale personale dei propri figli (28,9%), e quello di contribuire piu' in generale alla loro crescita personale (28,8%), e solo il 17,9% ritiene che la scuola debba concentrarsi prevalentemente sulla preparazione al mondo del lavoro. "I dubbi, le incertezze e i timori che la crisi economica determina sul futuro professionale dei giovani- osserva l'avvocato Andrea Catizone, direttrice dell'Osservatorio permanente sulle Famiglie dell'Eurispes- ha radicato in loro l'idea che il percorso scolastico abbia come unico scopo quello di portare a un'attivita' lavorativa, facendo dimenticare completamente che la scuola e' anche, e soprattutto, il luogo simbolo dell'educazione e della formazione in senso lato". Dall'analisi dei dati raccolti in riferimento all'offerta didattica delle scuole, appare ancora molto forte la domanda di modernizzazione che avanza da tempo tra i ragazzi e i genitori italiani. Se il 16,1% degli studenti chiede alla scuola piu' spazio per le materie sportive (con una forte polarizzazione tra i maschi con il 27,7%, a fronte del 9,4% registrato tra le ragazze), il 15,6% degli intervistati vorrebbe dedicare piu' tempo alle attivita' pratiche, mentre le nuove tecnologie e Internet stanno a cuore al 13% del campione. Inoltre, continua il grande interesse per le lingue straniere che conquistano il 12,5% dei ragazzi, un interesse avvertito piu' dalle ragazze, con il 15,2% del campione, a fronte dell'8,1% registrato tra i ragazzi. Valori significativamente piu' bassi per le tematiche sociali legate alla prevenzione (alcool, fumo, droghe e bullismo) e all'educazione sessuale che interessano solo il 4,7% ed il 4,4% degli studenti. Anche in questo caso dall'analisi dei dati relativi alla domanda dei genitori emerge un interesse maggiore proprio sulla prevenzione: il 20,7% vorrebbe, infatti, una scuola piu' impegnata contro il fumo, l'alcool e le droghe; il 18,5%, vorrebbero una scuola che ascolti di piu' i ragazzi e gli argomenti di loro maggiore interesse; mentre il 17,9% vorrebbe che venisse dedicato piu' tempo alle lingue straniere. La scuola ideale, secondo gli studenti, dovrebbe essere piu' attenta all'ascolto. Si esprime cosi' quasi l'85% dei ragazzi, che dichiara di volere una scuola piu' incline ad accettare le loro proposte e le loro iniziative. Addirittura, il 66% di loro vedrebbe bene gli stessi studenti in cattedra per alcune materie. Una scuola piu' accogliente, ma, allo stesso tempo, piu' severa con i ragazzi violenti, per il 60,8%, e piu' impegnata nel combattere le discriminazioni, per il 58,8%. In pochi, infatti, vorrebbero una scuola senza stranieri o senza simboli religiosi (rispettivamente il 10,7% e il 18,2% degli intervistati). Infine il 59,1% dei ragazzi vorrebbe nella sua scuola ideale professori piu' preparati e competenti, un'esigenza avvertita maggiormente tra gli studenti con un'eta' compresa tra i 16 e i 18 anni (78,6%, a fronte del 49,1% rilevato tra i 12 ai 15 anni) e condivisa anche dai genitori. Infatti, per l'80% di loro, i professori dovrebbero essere piu' aggiornati e competenti, specialmente se insegnano ai ragazzi piu' grandi. Nella scuola ideale inoltre non c'e' spazio per i ragazzi violenti: il 79,1% dei genitori e' unito con i propri figli nel desiderare provvedimenti e interventi piu' severi e nell'auspicare un maggiore impegno della scuola contro le discriminazioni, raccomandato dal 67% dei genitori. 
Notiziario Minori, 12 settembre 2012
L'OCSE: ISTRUZIONE È ARMA CONTRO CRISI, MA FAMIGLIE VANNO SOSTENUTE GURRIA: PREOCCUPANO DISPARITÀ SOCIALI E CRESCITA GIOVANI 'NEET'

Chi ha un livello di istruzione superiore si orienta meglio in un periodo di crisi e continua a guadagnare di piu' rispetto ai lavoratori meno istruiti. E cittadini piu' 'titolati' costituiscono un ritorno economico anche per gli Stati: sono maggiori introiti in termini di tasse. Anche per questo gli Stati membri dell'Ocse devono combattare quei divari sociali che impediscono ai piu' deboli, ancora oggi, di arrivare ai livelli piu' alti dell'istruzione. Ma anche sostenere le famiglie su cui grava gran parte del carico dell'istruzione dei figli. E poi devono fare i conti con quella generazione Neet, quella dei giovani che non studiano e non lavorano, che e' in aumento. Lo ricorda Angel Gurria, segretario generale dell'Ocse, nella sua nota introduttiva al Rapporto 2012 sull'Educazione (Education at a glance 2012 - Uno sguardo all'Educazione 2012) presentato oggi alla stampa. "E' chiaro- spiega Gurria- che avere una maggiore istruzione ha aiutato i cittadini a mantenere o cambiare posto di lavoro durante la recessione. In tutti i paesi Ocse il tasso di disoccupazione nel 2010 e' stato di circa un terzo in meno per gli uomini con istruzione universitaria rispetto a quelli con un'istruzione secondaria superiore. Per le donne con il piu' alto grado di istruzione, e' stato di due quinti in meno". Resta anche il divario negli stipendi che e' "cresciuto" durante la crisi. "Nel 2008 un uomo con un'istruzione di livello universitario poteva aspettarsi di guadagnare il 58% in piu' di uno con al massimo un'istruzione secondaria superiore, nel 2010 questo divario e' aumentato al 67%. Nel 2008, le donne con un'istruzione superiore guadagnavano il 54% in piu' rispetto a quelle con una istruzione secondaria. Nel 2010 il divario e' cresciuto al 59%". In prospettiva chi ha un'istruzione universitaria puo' mettere in conto, al netto delle spese sostenute, un guadagno di 160mila dollari superiore a quello che avrebbe fermandosi alle scuole superiori. Questo per un uomo. Per una donna si parla di 110mila dollari. L'Italia, inverita', e' un po' in controtedenza. Ma restano ovunque eccessivi divari sociali che impediscono ai piu' deboli di arrivare al grado piu' alto dell'istruzione. Ad esempio il Rapporto rileva che "le prestazioni di lettura degli studenti di origine migrante possono essere influenzate in modo negativo quando si frequentano scuole con un gran numero di alunni provenienti da famiglie con bassi livelli di istruzione. Allo stesso modo i politici farebbero bene a prendere atto dell'aumento del numero dei 15-29enni che non sono ne' occupati ne' studiano, i cosiddetti Neet" che ormai sono in media il 16% e sono in crescita. Un dato che "riflette il disagio particolare" dei giovani in tempo di crisi. Giovani la cui disoccupazione ha raggiunto "livelli allarmanti". Per questo "molti paesi Ocse devono fare di piu' per aumentare il loro accesso all'istruzione superiore" oggi negata ai piu' deboli: chi viene da famiglie disagiate ha la meta' delle possibilita' di arrivare all'universita' di un coetaneo piu' agiato. Infine il capitolo famiglie. Per Gurria vanno sostenute di piu': "I paesi dovrebbero trovare un maggiore equilibrio fra il sostegno pubblico fornito per gli studi e la quota chiesta alle famiglie per coprire una parte dei costi". 
Notiziario Minori, 12 settembre 2012
L'OCSE LANCIA L'ALLARME 'NEET', IN ITALIA SONO IL 23% 
SI TRATTA DEI GIOVANI CHE NON STUDIANO NE' LAVORANO  

Non studiano ne' lavorano. Sono i giovani cosiddetti Neet ("Not in education, employment or training") che in Italia rappresentanto il 23% dei 15-29enni. Un dato che colloca l'Italia al quinto posto fra i paesi Ocse. È quanto emerge dal Rapporto 2012 sull'Educazione dell'organizzazione. Siamo ben al di sopra della media Ocse del 16%. Quello dei Neet da noi e' un fenomeno che ritorna, sottolinea l'Ocse che chiede ai governi di "farsi carico del problema": erano il 26% nel 1998, sono scesi al 19% nel 2003. Poi i Neet in Italia sono cresciuti rapidamente "a causa della recessione globale che ha colpito il paese nel 2008". Oggi sono appunto a quota 23%. (Ami/ Dire).
 Notiziario Minori, 12 settembre 2012
IN ITALIA 44% DEI FIGLI DI NON DIPLOMATI SI FERMA ALLE 
MEDIE LA 'TRAPPOLA' CULTURALE DENUNCIATA DALL'OCSE 
E' un dato inedito che spezza il fiato alla corsa del nostro paese verso gli obiettivi educativi prefissati dall'Europa. In Italia chi nasce in famiglie con meno possibilita' e con genitori con titoli bassi di istruzione ha scarse possibilita' di avere un lungo percorso scolastico. Secondo il Rapporto Ocse sull'Educazione presentato oggi in Italia "nonostante l'aumento dei livelli di istruzione", molti figli di genitori con un titolo restano a loro volta intrappolati nello stesso meccanismo. Ovvero studiano poco. In dettaglio, il 44% di giovani 25-34enni i cui genitori non hanno completato l'istruzione secondaria superiore fa la stessa fine, si ferma alle medie.
 Notiziario Minori, 12 settembre 2012

sabato 8 settembre 2012

MOIGE: 
BENE BALDUZZI SU FUMO 
MINORI, MALE SU ALCOL 
 "Bene ed auspicato da tempo il provvedimento del divieto di vendita del fumo ai minorenni, che da anni l'Organizzazione mondiale della Sanita' raccomanda di normare. È un'occasione per metterci finalmente al pari degli altri Paesi europei rispetto ai quali siamo in grave ritardo". Queste le parole di Maria Rita Munizzi, presidente nazionale del Moige, Movimento Italiano Genitori, in merito al decreto presentato dal Ministro della Salute Renato Balduzzi. "Riteniamo positiva la proposta di inasprimento delle sanzioni per chi vende fumo ai minori, mentre suscita perplessita' e preoccupazione la dimenticanza sul divieto di vendita di alcol ai minori: In italia, non esiste alcuna normativa che disciplini la vendita, ma solo una vecchia legge, spesso disattesa, che ne vieta la sola somministrazione ai minori di 16 anni- continua la nota-. Auspichiamo vivamente per il bene dei nostri figli un adeguamento della normativa sull'alcool con l'innalzamento del divieto all'accesso per i minori ai 18 anni. Non bisogna poi dimenticare la necessita' di migliorare il sistema dei controlli nei punti vendita di tutti questi prodotti. Noi genitori, chiediamo di non essere lasciati soli nella complessa sfida educativa: solo con gli sforzi di tutti possiamo impedire l'accesso a questi prodotti dannosi per la salute e il benessere dei nostri figli".  
                                                                 Notiziario Minori, 8 settembre 2012
LENTI A CONTATTO PER BAMBINI? 
BISOGNA PENSARCI BENE 
Lenti a contatto per i bambini. Puo' essere una scelta che i genitori devono valutare attentamente e, come in molte scelte, ci sono aspetti negativi e positivi. Le lenti a contatto offrono una migliore visualita' in caso di attivita' sportiva e per la guida, non si rompono come i tradizionali occhiali e possono migliorare la qualita' della visione in caso di miopia accentuata. Ci sono anche considerazioni estetiche da tener presente, alle quali tengono soprattutto le bambine. Gli aspetti negativi comprendono le abrasioni e le infezioni, soprattutto per scarsa igiene. Secondo una indagine americana, riportata dalla rivista Pediatrics, circa un quarto dei soggetti analizzati e' dovuto ricorrere al pronto soccorso. 
Ecco alcuni consigli per evitare guai: 
- Lavarsi sempre le mani prima di pulire o di applicare le lenti e asciugare con cura le mani con un panno pulito, privo di lanugine. 
- Lavare e disinfettare le lenti a contatto solo con i prodotti e le soluzioni consigliate dal proprio specialista di fiducia.
- Evitare di tenere le lenti troppo a lungo. 
- Non mettere mai una lente a contatto in un occhio che e' rosso. 
- Non indossare le lenti di qualcun altro.
 - Non ignorare prurito, bruciore, irritazione o rossore agli occhi che potrebbero segnalare una infezione. In tal caso rimuovere le lenti e rivolgersi al proprio specialista di fiducia.
- Applicare cosmetici dopo aver inserito le lenti, e rimuovere le lenti prima di togliere il trucco. 
Notiziario Minori, 8 settembre 2012

martedì 10 aprile 2012

INNO MAMELI, VICINO OK ALEGGE CHE LO 
RENDE OBBLIGATORIO A SCUOLA DOMANI 
SE NE DISCUTE IN COMMISSIONE ALLA CAMERA
La commissione Cultura della Camera dei deputati domani tornera' a discutere della proposta della deputata Pdl Paola Frassinetti per rendere obbligatorio l'insegnamento dell'Inno di Mameli a scuola. Ci sono gia' i pareri delle altre commissioni competenti. Ora si va dunque verso la chiusura del provvedimento che consta di un articolo secondo cui nelle scuole del primo ciclo sara' "previsto l'insegnamento dell'inno nazionale e dei suoi fondamenti storici e ideali, attraverso il supporto degli strumenti didattici necessari" nell'ambito della materia trasversale 'Cittadinanza e Costituzione'.
Notiziario Minori, 10 aprile 2012

domenica 25 marzo 2012

'AMICA': CRESCERE UN FIGLIO COSTA 
300 MILA EURO NEL 1965 20 MLN DI LIRE
Per crescere un figlio dalla nascita all'universita' in Italia nel 1965 servivano 20 milioni di lire, oggi 300 mila euro. Questo quanto emerge dall'inchiesta condotta dal mensile "Amica", in edicola da domani. Un confronto che parte da un articolo pubblicato da Amica nel 1965 con un risultato sorprendente per quei tempi: 20 milioni di lire, l'equivalente, si scriveva: "di una villa in campagna, una ventina di automobili, uno yacht". Erano gli anni del boom economico, quando un corredino da neonato costava circa 40 mila lire, equivalente a 396 euro odierni. Secondo la stima di Francesco Daveri (docente dell'Universita' degli Studi di Parma e dell'Universita' Bocconi) infatti "1.000 lire di allora corrispondono a 9,90 euro di oggi, con una perdita del potere di acquisto di quasi il 50%". Oggi invece crescere un figlio in Italia costa in media 300 mila euro (piu' o meno quanto un piccolo appartamento in una grande citta') e incide per il 35% sulla spesa familiare, lievitando ulteriormente nel caso di genitori separati (Fonte Cisf - Centro Internazionale Studi Famiglia). La societa', poi, non aiuta, come si legge nel rapporto Cisf: "Possiamo dire che un Paese e' tanto piu' arretrato quanto piu' gli interventi pubblici e privati si concentrano sui costi di tipo 1 (minimo vitale). L'Italia e' tra questi Paesi. Una seria politica sociale per le nuove generazioni dovrebbe soprattutto espandersi nella direzione di sostenere i costi del capitale umano e del capitale sociale dei figli".
Dall'inchiesta di 'Amica' emerge che sulla contabilita' familiare pesano soprattutto i costi di istruzione - oggi "l'universita' e' un lusso ormai", afferma un'insegnante di scuola superiore - e sono in aumento le spese per le nuove tecnologie, dal cellulare al computer, mentre per abbigliamento e giochi si cerca di supplire con i regali e il riciclo. In alcuni casi il bilancio obbliga a rinunciare alla baby-sitter o all'asilo nido, considerando anche che, secondo i dati Istat, solo nel 30% dei comuni italiani sono presenti strutture pubbliche. Inevitabile quindi risparmiare con non poche rinunce per i genitori, dagli svaghi alle vacanze, fino alle opportunita' professionali e di studio all'estero. Si cerca poi di educare i ragazzi al senso di responsabilita' e a uno stile di vita meno consumistico, anche se "non e' facile". Tutte le mamme intervistate pero' concordano nel dire che quando si tratta di un figlio "non sono rinunce che pesano".
Notiziario Minori, 25 marzo 2012
REGIONE FRIULI VIETA TATUAGGI E PIERCING
 A UNDER 14 OBIETTIVO ELIMINARE 
TRASMISSIONE VIRUS CON STRUMENTI USATI
Tatuaggi e piercing vietati ai minori di 14 anni in Friuli Venezia Giulia. È quanto ha deciso il Consiglio regionale, che ha chiuso la pratica dopo l'approvazione della Commissione. L'Aula ha approvato a maggioranza, con voto trasversale: 33 i voti favorevoli, 1 contrario e 4 astensioni. Il provvedimento inserisce una serie di divieti: prima di tutto l'eta', fino ai diciotto anni sara' necessario il consenso dei genitori. E poi basta 'fai da te': chi vuole aprire una attivita' deve essere maggiorenne e deve aver frequentato la scuola dell'obbligo dimostrando il superamento di specifici corsi finalizzati all'apprendimento ½di adeguate conoscenze tecnico-professionali in relazione ai rischi per la salute.
Obiettivo della normativa ridurre, se non eliminare, i pericoli derivanti da strumenti contaminati che, penetrando nella pelle, possono trasmettere virus come l'epatite C, B o addirittura l'Hiv. O batteri come lo stafilococco. Scrive il Piccolo che "altri inconvenienti possono essere legati alla scarsa pulizia ambientale e alla carenza di tecniche asettiche". 
Notiziario Minori, 25 marzo 2012
PREVENZIONE VACCINI 2012-2014, ECCO
 IL NUOVO PIANO PUBBLICATO SU 
GAZZETTA UFFICIALE, TRE LE NOVITÀ
È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il nuovo "Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2012-2014" con allegato un nuovo calendario nazionale delle vaccinazioni offerte a tutta la popolazione. Lo fa sapere la Sip, la societa' italiana pediatri. Questo documento vuole costituire uno strumento tecnico di supporto operativo all'accordo tra Stato e Regioni in tema di diritto alla prevenzione di malattie per le quali esistono vaccini efficaci e sicuri, diritto che deve essere garantito a tutti i cittadini del Paese, indipendentemente dalla regione di residenza, ai sensi dell'articolo 32 della Costituzione. Tre le novita' contenute nel Piano. La prima riguarda il vaccino contro l'Hpv (papillomavirus) che entra nel piano grazie ad un stanziamento ad hoc e sara' quindi gratuito per tutte le dodicenni. La seconda riguarda altri due vaccini gia' offerti in molte regioni, l'antimeningococco e l'antipneumococco, la cui offerta viene calendarizzata. L'ultima novita' riguarda invece il vaccino contro la varicella: se ne posticipa l'introduzione universale in tutte le Regioni al 2015 (attualmente fa parte dei programmi vaccinali pilota di Basilicata, Calabria, P.A. Bolzano, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana e Veneto). Ma la vera novita' e' che i vaccini entrano nei Lea e cio' fa si' che finalmente anche in Italia tutti i bambini avranno diritto alle stesse vaccinazioni, superando le disparita' da Regione a Regione. Il testo non e' esaustivo e deve esser considerato continuamente aggiornabile alla luce delle conoscenze di volta in volta disponibili. Tuttavia, esso rappresenta una base di riferimento perche' le Regioni possano garantire in modo uniforme il diritto alla prevenzione vaccinale. Il documento non entra nel merito delle modalita' organizzative dell'offerta vaccinale, di competenza delle Regioni, ma delinea gli schemi ottimali per un'offerta di servizi vaccinali sicuri, efficaci ed efficienti. 
Notiziario Minori, 25 marzo 2012

martedì 13 marzo 2012

SCUOLA, ISCRIZIONI SUPERIORI: AUMENTANO ISTITUTI 
TECNICI E PROFESSIONALI IN CALO LICEI SCIENTIFICI,
IN SALITA INVECE QUELLI LINGUISTICI
Aumentano le preferenze per gli Istituti Tecnici e Professionali, calano i Licei scientifici, crescono i Licei linguistici. I primi dati sulle iscrizioni al primo anno delle scuole secondarie di II grado statali e paritarie per l'anno scolastico 2012/2013 rilevano un aumento per gli Istituti Tecnici e Professionali e una diminuzione per i Licei. Il dato, non ancora definitivo e in attesa della chiusura dei termini di iscrizione prorogati al 14 marzo, riguarda 494.379 alunni su circa 570.000 frequentanti l'ultimo anno della scuola secondaria di I grado. Il 31,50% degli studenti ha scelto gli Istituti Tecnici (l'anno scorso fu il 30,39%), il 20,60% gli Istituti Professionali (l'anno scorso fu il 19,73%), mentre i Licei scendono al 47,90% rispetto al 49,88% dell'anno precedente. Tra gli Istituti Tecnici aumentano le preferenze per il settore tecnologico: per l' indirizzo di Meccanica, meccatronica ed energia gli iscritti salgono da 2,18% dell'anno scorso al 2,57%, cosi' come per l'indirizzo Informatica e telecomunicazione (4,59%) e Chimica, materiali e biotecnologie (1,98%). Tra gli Istituti Professionali registra un aumento degli iscritti soprattutto il settore servizi. In particolare l'indirizzo Alberghiero sale al 9,51% di preferenze rispetto all'8,52% dell'anno scolastico 2011/2012. Aumentano, tra i Licei, le iscrizioni ai linguistici: 7,25% rispetto al 6,86% dell'anno precedente. Calano i licei scientifici: 22,38%, rispetto al 23,95%. In calo invece i licei classici, dal 7,52% scendono al 6,66%.
Notiziario Minori, 13 marzo 2012

martedì 6 marzo 2012

LICEO SPORTIVO, MENO LATINO E PIÙ ECONOMIA
DELLO SPORT LANCIATO DALLA GELMINI, 
PROFUMO VUOLE CONDURLO IN PORTO
Il liceo ad indirizzo sportivo sara' una costola dello scientifico. Al biennio si faranno 27 ore al triennio 30. Non ci saranno latino e storia dell'arte, ma si studieranno Diritto ed economia dello sport, Scienze motorie e sportive (ovvero l'educazione fisica, che sara' potenziata), Discipline sportive (lo studente approfondira', anche in base alle strutture disponibili nella scuola, uno sport).
In base a quanto previsto dal ministero dell'Istruzione potra' essere attivata (con l'accordo delle Regioni) fino ad una sezione per provincia, per un totale di oltre 100 sezioni a partire da settembre 2012. Il via libera sara' legato alla disponibilita' di organico. In tutto dovrebbero essere coinvolte una quarantina di scuole, secondo i primi calcoli, un paio per regione. L'idea del liceo sportivo e' stata lanciata dall'onorevole Manuela Di Centa, deputata del Pdl, che aveva sottoposto il progetto all'ex ministro Mariastella Gelmini. L'otto settembre scorso, prima della sua caduta, il governo Berlusconi ha approvato in Consiglio dei ministri, proprio su proposta della Gelmini, uno schema di regolamento per l'istituzione dei licei sportivi. Ovvero di sezioni in cui sia centrale "lo studio delle scienze motorie e sportive, l'applicazione dei metodi della pratica sportiva in diversi ambiti, l'elaborazione dell'analisi critica dei fenomeni sportivi, la riflessione metodologica sullo sport e sulle procedure sperimentali ad esso inerenti". Ora il ministro Francesco Profumo vuole condurre in porto l'operazione.
Notiziario Minori, 6 marzo 2012

martedì 28 febbraio 2012

UNICEF: OLTRE UN MILIARDO NELLE CITTÀ, 
SEMPRE DI PIÙ IN SLUM GUERRIERA: 
URBANIZZAZIONE È UNA REALTÀ DELLA VITA
"Oggi il 50% di tutta la popolazione mondiale vive in aree urbane ed entro la meta' di questo secolo arrivera' a oltre due terzi. Questo rapporto e' dedicato a bambini e ragazzi che vivono negli ambienti urbani di tutto il mondo; sono piu' di un miliardo e il loro numero continua ad aumentare". E' quanto ha dichiarato il presidente dell'Unicef Giacomo Guerriera durante la presentazione di "Figli delle citta'", il rapporto sulla condizione dell'infanzia nel mondo 2012, in contemporanea in tutto il mondo e in Italia a Roma, alla presenza del presidente del Senato Renato Schifani e del Goodwill Ambassador Alberto Angela.
L'urbanizzazione, spiega il rapporto, lascia centinaia di milioni di bambini che vivono nelle citta' senza accesso ai servizi di base. Ogni anno la popolazione urbana aumenta di circa 60 milioni di persone. L'Asia ospita la meta' della popolazione urbana mondiale, nonche' 66 delle 100 zone urbane che crescono piu' rapidamente. Eppure, circa un terzo della popolazione urbana mondiale gia' oggi vive negli slum - e in Africa questa percentuale sale al 60% - dove si concentrano poverta', emarginazione e discriminazione. Entro il 2020 quasi 1,4 miliardi di persone vivranno in insediamenti non ufficiali e negli slum".
Quando pensiamo alla poverta' "le immagini che tradizionalmente ci vengono in mente sono quelle dei bambini nei villaggi rurali", ha detto il direttore generale dell'Unicef Anthony Lake (nella presentazione da Citta' del Messico). "Oggi, sempre piu' bambini vivono negli slum e nelle baraccopoli e sono tra i piu' svantaggiati e vulnerabili al mondo, privati della maggior parte dei servizi di base e del diritto di crescere bene. Escludendo questi bambini che vivono negli slum non solo li priviamo della possibilita' di sviluppare il proprio potenziale, ma priviamo anche le loro societa' di benefici economici che derivano da una popolazione urbana in buona salute e ben istruita". Le citta' offrono a molti bambini scuole, ospedali e parchi gioco. Le stesse citta', in tutto il mondo, presentano anche una serie di disparita' in termini di salute, istruzione e opportunita' per i bambini. In molte regioni, le infrastrutture e i servizi non tengono il passo della crescita urbana, cosi' i bisogni di base dei bambini non vengono soddisfatti. Le famiglie che vivono in poverta' spesso pagano molto di piu' per dei servizi scadenti.
Per esempio l'acqua nei quartieri piu' poveri, dove i residenti devono acquistarla da venditori privati, puo' costare 50 volte di piu' che nei quartieri ricchi, dove le case ricevono l'acqua direttamente tramite le condutture. Per l'Unicef e' essenziale concentrarsi sull'equita', raggiungendo i bambini piu' poveri dovunque essi vivano. L'Unicef chiede con forza ai governi di mettere i bambini al centro dei piani urbanistici e di ampliare e aumentare i servizi per tutti, cominciando con l'avere a disposizione dati piu' accurati e piu' specifici per identificare e colmare le disparita' tra i bambini nelle aree urbane. Nell'ambito delle buone pratiche, il Rapporto da' grande spazio all'iniziativa internazionale "Citta' amiche dei bambini", lanciata dall'Unicef e da Un-Habitat, che rappresenta la prima partnership tra tutte le parti interessate e mette i bambini al centro dell'agenda urbana. "Oggi, ci sono piu' di 300 sindaci italiani nominati 'Difensori dell'Infanzia' dai Comitati Provinciali per l'Unicef, , con l'impegno di realizzare i '9 passi per costruire una citta' amica dei bambini', il quadro di riferimento dell'Unicef Internazionale per tutte le amministrazioni comunali del mondo", ha ricordato il presidente dell'Unicef Italia Giacomo Guerrera. "L'urbanizzazione e' una realta' della vita e noi dobbiamo investire di piu' nelle citta', focalizzando maggiormente l'attenzione nel fornire servizi ai bambini che piu' hanno bisogno", ha concluso Lake, direttore generale dell'Unicef.
Notiziario Minori, 28 febbraio 2012

martedì 21 febbraio 2012

'CHE MI COMBINI TOMMASO', ARRIVA 
GIOCO PER SCORAGGIARE (AB)USO ALCOL
PROGETTO DELL'ASSOCIAZIONE LILT
L'associazione Lilt lancia un nuovo progetto per contrastare l'abuso di alcol e sensibilizzare i bambini. "Che mi combini Tommaso..." e' un gioco-racconto che sara' portato in 29 scuole del basso Polesine nel nuovo anno scolastico, per un totale di 6mila alunni raggiunti in 11 comuni. Il gioco - che prevede un tabellone di gioco, una coppia di dadi, un circuito con delle tappe lungo cui muovere la propria pedina, evitando ostacoli e inconvenienti - ha l'obiettivo di far divertire i bambini insegnando pero' allo stesso tempo che con l'alcool non si scherza. Come nel piu' classico Monopoli, "Che mi combini Tommaso..." prevede la sfida tra quattro squadre, che hanno a disposizione una quantita' di denaro e una pedina che riporta l'immagine di un nonnetto, coprotagonista del racconto. Ogni squadra deve percorrere le 44 caselle del tabellone il prima possibile, la vittoria, infatti, va a chi arriva prima alla meta. Non sara' facile, perche' lungo il percorso si dovranno affrontare diversi inconvenienti, causati proprio dal tasso alcolico del proprio personaggio, un ragazzino annoiato, che non sapendo cosa fare, decide insieme ai suoi amici di prendere una lattina di birra. Secondo l'ideatrice del gioco Marina Zaoli, psicoterapeuta riminese e consigliera della Lilt, l'utilizzo della fiaba e della favola nel percorso educativo influenza l'immaginario simbolico del bambino nel resto della sua vita, mettendolo in guardia da comportamenti gravi sia socialmente sia per la salute. Non solo: l'apprendimento attraverso momenti ludici, emotivamente coinvolgenti a livello personale, rimane piu' impresso nella memoria. In piu', il dover sottostare al risultato ottenuto lanciando i dadi, senza poter interagire in prima persona, fa sperimentare al bambino l'impotenza collegata al consumo di alcol, su cui si concentra il racconto. Un modo per sottolineare come la dipendenza da sostanze impedisca il totale controllo sul proprio corpo.
Notiziario Minori, 21 febbraio 2012