martedì 29 novembre 2011

LEGGERE PER CRESCERE: CAPPUCCETTO ROSSO
FIABA PIÙ LETTA MA 'IL PICCOLO PRINCIPE'
È L'AMICO FANTASTICO PER IL 63,4%
Gli italiani sono legati alla tradizione quando si tratta di far addormentare i figli con la splendida e antichissima 'ninna nanna' del racconto.
A dirlo e' la ricerca condotta da Doxa su un campione rappresentativo della popolazione composto da genitori e giovani, presentata a Verona in occasione del decimo anniversario del progetto di responsabilita' sociale di GlaxoSmithKline 'Leggere per crescere'. Nato sulla scorta delle iniziative realizzate negli Usa alla fine del secolo scorso per migliorare l'alfabetizzazione della popolazione, 'Leggere per crescere' si rifa' al progetto 'Born to read', rivolto a tutta la popolazione infantile e attivato dall'Associazione dei bibliotecari americani per sviluppare attraverso la lettura ad alta voce lo sviluppo mentale e l'amore per i libri.
Dall'indagine Doxa emerge che Cappuccetto rosso, con il lupo che spaventa quando si trasforma nella nonnina, sbaraglia tutti.
Tre persone su quattro, tra gli adulti, lo hanno letto e la percentuale cala di poco tra i giovani che ricordano le gesta della bambina nel bosco. Al secondo posto, distanziato di poco, l'immortale di Collodi, Le avventure di Pinocchio. Poi, tra giovani e adulti la classifica cambia: se Il piccolo principe e' stato l'amico fantastico per il 63,4 per cento dei teenagers. Per gli adulti Saint Exupery scende al quinto posto, raccontato ai piu' piccoli solo in un caso su due. E, a conferma di come il legame con le storie del passato sia indissolubile, e' Alice nel paese delle meraviglie a salire sul podio, ricordato come lettura dal 63,2 per cento delle persone. "Tra i tanti buoni motivi per rilanciare l'esperienza fertile della lettura e del racconto, uno mi sta particolarmente a cuore: nella lettura e nella narrazione, adulti e piccoli ascoltatori possono conoscersi meglio e in modo piu' autentico- commenta in una nota Fulvio Scaparro, psicoterapeuta e direttore scientifico dell'associazione Gea, Genitori ancora- Credo e sogno che piccoli e grandi, genitori e figli, nonni e nipoti, educatori e bambini che vogliano tentare di fare qualche escursione nel mondo dell'altro, riescano a farlo andando insieme altrove, come avviene nel bel raccontare, in un luogo in cui gli uni e gli altri siano stranieri. In quel luogo non conta soltanto essere vecchi o giovani, maschi o femmine, genitori o figli, maestri o allievi, perche' quello e' per tutti un luogo nuovo, sconosciuto e fascinoso. Ci sono molte occasioni in cui questo e' possibile, o almeno ce ne sono molte che possiamo creare: narrare una fiaba, raccontare le proprie esperienze, leggere o costruire storie, esplorare insieme luoghi fisici e immaginari, nuovi per entrambi".
Abituare il piccolo al racconto, quindi renderlo in futuro un lettore, e' un obiettivo che si raggiunge attraverso la partecipazione tra tutte le componenti che entrano nel processo di crescita del bimbo. Anche per questo famiglie, scuola, istituzioni (nel caso di Verona proprio il Comune e l'universita', insieme alla Regione Veneto, hanno accolto subito con grande interesse l'iniziativa), biblioteche, farmacie sono divenuti protagonisti attivi di 'Leggere per crescere', che vede comunque nei pediatri il punto di riferimento fondamentale.
"Il pediatra e' una parte fondamentale nel processo di crescita del bambino, perche' lo segue nel tempo monitorandone lo sviluppo e ha il ruolo di prevenire le malattie, e anche situazioni di possibile disagio, e di aiutare le famiglie a un accrescimento ottimale del bambino- e' il parere di Giampietro Chiamenti, pediatra di libera scelta, segretario regionale Fimp Veneto- Inoltre, la lettura ad alta voce al bambino deve iniziare nei primi periodi della vita, a partire dal sesto mese, con 'libri-giocattolo' adeguati per cui il pediatra curante e' in grado di dare il giusto consiglio a tutte le famiglie, nell'ambito dell'opera di prevenzione del pediatra che oltre a prevenire gli incidenti, a sensibilizzare sugli effetti nocivi del fumo passivo, ad aiutare il piccolo a nutrirsi e riposare bene e a controllare le normali funzioni fisiologiche deve valutare nel tempo lo sviluppo del bambino e favorire appunto il racconto gia' in tenerissima eta', obiettivo primo del progetto 'Leggere per crescere'".
La lettura ad alta voce, che dovrebbe iniziare a partire dal sesto mese di vita del bimbo, e' funzionale alla prevenzione delle difficolta' di apprendimento, soprattutto per i bambini che vivono in ambienti svantaggiati. La prova di questo viene da ricerche condotte negli Usa: un bambino che vive in una famiglia disagiata ascolta mediamente in un'ora 616 parole, sente 5 affermazioni e riceve 11 proibizioni. Se l'ambiente familiare e' migliore, le parole ascoltate in un'ora quadruplicano offrendo maggiori stimoli, le affermazioni sono 9 volte piu' numerose e le proibizioni si dimezzano, forse per il fatto che i tanti 'perche'' dei piu' piccoli ottengono risposte esaurienti. Il racconto, in questo senso, puo' diventare uno strumento eccezionale per una crescita psicofisica migliore.
'Leggere per crescere' punta a stimolare nelle famiglie con bambini in eta' prescolare la lettura e il racconto ad alta voce, perche' ascoltare la voce di un genitore o di un nonno che narrano aiuta lo sviluppo psicofisico dei bambini, li aiuta ad amare i libri e rafforza i legami affettivi nella famiglia.
Inoltre, l'ascolto favorisce lo sviluppo del linguaggio, arricchisce la memoria, stimola la fantasia, promuove le capacita' cognitiva. Da queste osservazioni il progetto ha progressivamente ampliato i suoi orizzonti con filoni specifici dedicati ai bambini con disabilita' intellettive, a quelli in ospedale, per ridurre attraverso il racconto lo stress e l'isolamento del ricovero e ai bambini di famiglie immigrate per favorirne l'integrazione. In Italia oggi, a fronte di una popolazione complessiva di oltre 60 milioni di abitanti, sono 3.415.793 i bambini da 0 a 5 anni e di questi 428.603 sono figli di genitori stranieri (fonte Istat, 2011). Il progetto e' uno dei cardini del programma di responsabilita' sociale di GlaxoSmithKline 'Salute & societa'' che vede l'azienda impegnata a favore delle fasce piu' deboli della popolazione popolazione, i bambini appunto, e gli anziani per i quali ha sviluppato 'benAttivi', un progetto mirato alla diffusione dell'attivita' fisica come strumento di prevenzione nell'eta' avanzata.
"Come ogni buon cittadino, Gsk desidera contribuire al benessere della comunita' cui appartiene e puo' farlo in due modi- ha commentato Luc Debruyne, presidente e amministratore delegato GlaxoSmithKline- Puo' favorire lo sviluppo economico attraverso l'eccellenza e l'innovazione delle proprie attivita' d'impresa e quello sociale attraverso progetti e collaborazioni sostenibili, utili e durature, come 'Leggere per crescere' che, in 10 anni, ha creato una vastissima rete di famiglie, operatori sanitari, educatori, istituzioni per prendersi cura dei nostri figli, del nostro futuro".
Notiziario Minori, 29 novembre 2011
SOGNARE AIUTA A VIVERE MEGLIO: DIMINUISCE
LO STRESSRICERCA CONDOTTA DALL'UNIVERSITÀ 
DELLA CALIFORNIA DI BERKELEY
Per metabolizzare le difficolta' del quotidiano non c'e' miglior rimendio che sognare.
Stando alla ricerca condotta dall'Universita' della California di Berkeley, durante la fase REM del sonno, quella in cui si sogna, i circuiti cerebrali dello stress si spengono, permettendo al cervello di processare le esperienze emotive. Secondo Matthew Walker, responsabile della ricerca, la fase REM "ci offre una sorta di terapia notturna, un balsamo lenitivo che rimuove i bordi taglienti delle esperienze emotive del giorno precedente". E al risveglio "ci sentiamo meglio e pensiamo di potercela fare". Per giungere a questa conclusione, i ricercatori hanno monitorato l'attivita' cerebrale di 35 giovani adulti durante la visione di immagini emozionali che sono state fatte visualizzare due volte: meta' dei partecipanti ha osservato le immagini la prima volta al mattino e la seconda di sera, mentre l'altra meta' dei volontari le ha visualizzate la prima volta di sera e la seconda volta il mattino seguente, dopo aver dormito.
Si e' cosi' riscontrato che dormire tra una visione e l'altra riduce la reazione emotiva alla seconda visione delle immagini e attenua l'attivita' dell'amigdala, l'area cerebrale che processa le emozioni.
Notiziario Minori, 29 novembre 2011
ALLARME CELLULARI, CSS: POSSIBILI RISCHI
PER I BAMBINI  "MINISTERO AVVIERA' CAMPAGNA
DI INFORMAZIONE CONTRO L'ABUSO"
Nella seduta del 15 novembre, il Consiglio superiore di sanita' ha affrontato la questione dei rischi potenziali di uno smodato uso di telefoni cellulari. In linea con gli studi dell'Agenzia internazionale della ricerca sul cancro (Iarc) e in accordo con l'Istituto superiore di sanita', il Consiglio superiore rileva che "non e' stato finora dimostrato alcun rapporto di causalita' tra l'esposizione a radio frequenze e le patologie tumorali. Tuttavia le conoscenze scientifiche oggi non consentono di escludere l'esistenza di causalita' quando si fa un uso molto intenso del telefono cellulare- continua il Consiglio- Va quindi applicato, soprattutto per quanto riguarda i bambini, il principio di precauzione, che significa anche l'educazione ad un utilizzo non indiscriminato, ma appropriato, quindi limitato alle situazioni di vera necessita', del telefono cellulare". Il ministero della Salute avviera' una campagna di informazione sulla base delle ultime relazioni degli organismi tecnico-scientifici per sensibilizzare proprio a tale uso appropriato.
Notiziario Minori, 29 novembre 2011

sabato 26 novembre 2011

LA PEDAGOGISTA: LA SCUOLA EDUCHI ALLA NONVIOLENZA
"NECESSARIA LA FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI"
La ricerca europea Daphne III sul danno ai minori che hanno assistito a violenze sulle madri, nella sezione italiana invita alla sensibilizzazione e alla formazione sul tema degli insegnanti di ogni ordine e grado. Serve una vera e propria educazione alla nonviolenza. "Per la scuola dell'infanzia, elementare e di primo grado - dice Sandra Chistolini responsabile scientifico dell'indagine e docente di Pedagogia generale e sociale all'Universita' Roma Tre
- c'e' urgenza di attivare forme di sensibilizzazione per far comprendere ai docenti il fenomeno e aiutare i minori con una robusta educazione alla nonviolenza, in grado di contrastare i messaggi ricevuti sul fronte opposto e costruire una barriera di prevenzione e resistenza al danno e al bullismo". Nella scuola secondaria si possono affrontare questi temi con "documenti scientifici e anche di carattere narrativo", utili per dare un nome alla violenza, saperla riconoscere e sapervi reagire con modalita' costruttive. "Educare al rifiuto della violenza come mezzo di risoluzione dei conflitti indirizza alla scelta di via alternative alla riproduzione del trauma". Dalla ricerca Daphne III si evince che "a livello comparativo l'Italia emerge come il Paese nel quale il senso di identificazione con il modello materno e' particolarmente rilevante". Per quanto riguarda la variabile di genere, nel gruppo di bambini esposti alla violenza, sono state rilevate differenze significative tra i bambini e le bambine circa l'immagine di se'. I bambini tendono ad avere una percezione di se' superiore a quella maturata dalle bambine, spiegano i curatori. . Il dato dell'Italia incide sulla valutazione comparativa generale soprattutto per le prestazioni scolastiche delle bambine: i risultati scolastici se sono eccellenti per le bambine scelte a caso, arrivano al massimo ad essere buoni nelle bambine esposte a violenza.
Notiziario Minori, 26 novembre 2011
VIOLENZA   A  CASA,  COSÌ  NASCE   IL  PRE-
BULLISMO RICERCA EUROPEA "DAPHNE III"
Nel 2010 e' stata avviata la ricerca europea 'Daphne III' che analizza il danno indiretto nello sviluppo psico-fisico dei minori che assistono alle violenze perpetrate nei confronti delle madri. Dai risultati, emerge un dato fondamentale che merita di essere segnalato innanzitutto: nel 100% dei casi la donna-madre sopporta la violenza per i figli e per difendere l'unita' del modello patriarcale di famiglia. Prevale l'occultamento della violenza per ragioni socio-culturali. Solo quando la violenza arriva ai figli la madre rompe l'omerta' e esce allo scoperto. Il percorso di denuncia, separazione, divorzio in quel momento diviene obbligato. Dalla donna che parla emerge il danno indiretto sul figlio. La donna e' divisa tra la richiesta di aiuto ai servizi socio-educativi e la speranza che i figli potranno dimenticare.
Tuttavia - avverte il rapporto - il danno recato all'infanzia nell'arco dei primi 15 anni di vita e' tale da indurre i figli a negare il desiderio di formare una famiglia e di avere una relazione di coppia per paura di ripetere il comportamento di cui sono stati testimoni. La ricerca, coordinata dall'universita' di Cipro con partner l'universita' Roma Tre (Italia) e quelle di Oradea (Romania), di Presov (Slovacchia), ha preso in esame donne dai 16 ai 60 anni che hanno subito violenza. L'80% del campione italiano risulta essere coniugato e convivente, il 74% presenta denuncia e circa il 79% ha un referto del Pronto Soccorso o piu' referti medici.
Il grado di consapevolezza del danno recato al figlio dipende da variabili come eta', classe sociale, reddito, livello di istruzione, provenienza geografica, informazione e vicinanza del Centro antiviolenza. Le donne separate con affidamento condiviso vivono uno stato di paura costante per il figlio tenuto dal padre.
Sempre per quanto riguarda il campione italiano, l'86,7% delle donne e' di Roma il 13,3% e' di fuori Roma. Hanno nel complesso 54 figli di cui il 59% e' rappresentato dai maschi e il 41% e' dalle femmine. L'eta' dei figli che hanno assistito alla violenza varia da 0 anni ad oltre 29 anni con una maggiore concentrazione del 48% entro gli 11 anni di eta', il 30% ha 12-18 anni e il 22% ha un'eta' da 19 anni e oltre. La sola fascia di eta' di 10-11 anni rappresenta l'11% dei casi. Alcune donne parlano di violenza contro il feto durante la gravidanza con tentativi di interruzione della gravidanza. Aggressivita' e pre-bullismo. "Si puo' dire che l'aggressivita' e' una esperienza costante nel bambino che ha assistito alla violenza", dicono i curatori della ricerca dell'universita' di Roma Tre. Alcuni bambini sono aggressivi a casa e a scuola, altri solo a casa, altri solo a scuola. In alcuni casi i bambini sono aggressivi verso se stessi e attaccano il proprio corpo con tagli e morsi e anche con tentativi di fuga e suicidi. Altre volte sono aggressivi verso gli altri bambini (morsi, spinte, prepotenze), verso la madre, verso il padre, verso ambedue i genitori. La non aggressivita' e' parallela e unita in alcuni casi a mutismo e indifferenza del bambino. Vi e' un periodo di latenza dell'aggressivita' nel senso che il bambino, soprattutto se maschio, puo' riprodurla lanciando ad esempio oggetti contro la madre. Il fenomeno di pre-bullismo si manifesta in bambini dell'asilo che aggrediscono i piu' piccoli e indifesi e imitano i piu' grandi e forti, fanno i protagonisti e si compiacciono di essere amati e baciati. Il fenomeno del bullismo si registra intorno ai 10 anni anche con accerchiamento dai compagni, con prepotenze e frasi denigratorie.
Notiziario Minori, 26 novembre 2011
AL MUSEO CON MIO FIGLIO, L'IDEA VINCENTE DI BABY-
XITTER SERVIZIO  IN  SPERIMENTAZIONE  A TORINO
A Torino si sta sperimentando una nuova possibilita' per rendere le visite ai musei sempre piu' accessibili, grazie al servizio di baby sitting aperto ai bambini e ai ragazzi disabili. L'iniziativa Free Muxeum ha garantito per tre week end nel mese di novembre il servizio gratuito di baby sitting alla Reggia di Venaria, al Museo Egizio e al Museo Nazionale del Cinema, a cura di personale specializzato che si occupa dei bambini disabili permettendo loro di visitare le sale.
Contemporaneamente i genitori hanno potuto girare per i musei serenamente. L'iniziativa, tra le prime del genere in Italia, e' stata ideata dall'Associazione Baby-Xitter di Torino con il contributo della Compagnia di San Paolo e si avvale del patrocinio della Regione. Per il 26 e 27 novembre, ultimo week end della sperimentazione, e' prevista la visita al Museo Nazionale del Cinema con un percorso gioco che si concludera' con uno stratagemma cinematografico. L'ingresso e' per i bambini e i ragazzi disabili, mentre per gli accompagnatori e' gratuito o ridotto fino a un massimo di due persone. "E' un dovere per chi ha responsabilita' pubbliche lavorare per l'accessibilita' e la fruizione dei beni culturali - commenta Michele Coppola, assessore regionale alla Cultura - ancor piu' quando si tratta di rendere fruibili musei per persone con disabilita' e le loro famiglie. La nostra volonta' e' quella di ampliare questo progetto in modo permanente anche ad altre attivita' culturali del territorio e anche ad altri appuntamenti culturali, come ad esempio il Salone del Libro 2012".
"Noi famiglie con bimbi e ragazzi diversamente abili abbiamo spesso il problema di goderci un evento culturale, perche' molti dei nostri figli non hanno tempi d'attenzione abbastanza lunghi, o hanno dei comportamenti che agli occhi degli "altri" possono sembrare poco consoni all'ambiente e quindi molte volte decidiamo di non entrare in un museo o in altri luoghi, per "non dare fastidio", affermano i genitori sul sito http://www.baby-xitter.org/freemuxeum.htm
Notiziario Minori, 26 novembre 2011

sabato 19 novembre 2011

SCUOLA, PASSAGGIO DI CONSEGNE FRA 
GELMINI E PROFUMO "SARÒ IL 
MINISTRO DELL'ASCOLTO E DEL DIALOGO"
Si e' svolto ufficialmente questa mattina, poco dopo le 8, il passaggio di consegne fra il ministro uscente dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, e quello entrante, Francesco Profumo. Il passaggio e' avvenuto a porte chiuse. Profumo e Gelmini si sono confrontati sulle questioni aperte del settore di competenza del dicastero di Viale Trastevere. Temi gia' noti a Profumo che era rettore del Politecnico di Torino e presidente del Cnr.
"Lo ripeto, voglio essere il ministro dell'ascolto e del dialogo. Ma, con la stessa decisione, voglio condannare nella maniera piu' ferma ogni violenza, a persone e cose". Lo afferma il ministro dell'Istruzione Francesco Profumo nel giorno dei cortei che hanno attraversato l'Italia. Per il ministro "la forza delle proprie idee e proposte non puo' essere offuscata dalla violenza e dalla prevaricazione". Poi spiega: "Per questo governo, e per me, i giovani - quindi in particolar modo gli studenti - rappresentano una grande risorsa di questo Paese, che il Presidente Monti ha giustamente indicato come una delle priorita' dell'azione dell' esecutivo. E' mia intenzione- insiste il ministro- ascoltare con attenzione e interesse tutte le voci del mondo della scuola e dell'universita' che vogliano essere propositive. Per questo mi rendo disponibile ad incontrarle a breve. Da professore sono abituato ad ascoltare gli studenti, le loro aspettative e speranze sono legittime.
Scuola, universita' e ricerca restano presidi strategici per assicurare all'Italia un futuro solido e prospero, per dare certezze ai giovani, per consentire a tutti i cittadini di assecondare il proprio talento e le proprie ambizioni".
Notiziario Minori, 19 novembre 2011
ISTAT: COME CAMBIA LA VITA FAMILIARE
DI BIMBI E RAGAZZI AUMENTANO I 
'SENZA FRATELLI', CRESCE USO DI INTERNET
Aumentano i minori senza fratelli, raddoppiano quelli che vivono con un solo genitori. Ma non solo: sale l'utilizzo di internet come quello dei videogiochi. È la 'fotografia' del rapporto su 'Infanzia e vita quotidiana' riferita al 2011 diffusa oggi dall'Istat.
- Cambia il contesto di vita familiare di bambini e ragazzi: tra il 1998 e il 2011 la quota di minori senza fratelli sale dal 23,8% al 25,7%; i minori con 2 o piu' fratelli diminuiscono dal 23,1% al 21,2%; sostanzialmente stabili al 53,1% coloro che hanno un solo fratello. - Raddoppia il numero di minori che vivono con un solo genitore: dal 6% del 1998 al 12% del 2011.
- Nello stesso arco di tempo diminuisce dal 40,5% al 28,7% la percentuale di minori con padre occupato e madre casalinga. Sono dunque ormai di piu' i minori che hanno ambedue i genitori occupati (41,5%) rispetto a quelli che hanno la madre casalinga.
- Le nuove tecnologie sono il terreno rispetto al quale cambia piu' velocemente il comportamento di bambini e ragazzi. Cresce l'uso del cellulare, che quasi raddoppia tra gli 11-17enni (dal 55,6% del 2000 al 92,7% del 2011), e si trasforma in strumento multimediale: diminuisce dal 20,3% al 3,9% la percentuale di 11-17enni che usano il cellulare solo per telefonare. - Aumenta notevolmente anche l'utilizzo di internet: per la classe di eta' 6-17 anni si passa dal 34,3% nel 2001 al 64,3% nel 2011; per gli 11-17enni si passa addirittura dal 47,0% al 82,7%.
- Cresce la quota di bambini di 3-5 anni che usano videogiochi e computer per giocare: dal 19,6% del 1998 al 24,1% del 2011 per i maschi e dal 6,7% al 15,9% per le femmine.
- In testa alla graduatoria dei giochi preferiti dai bambini di 3-5 anni ci sono i giocattoli piu' tradizionali: le bambole per le femmine (86,4%) e le automobiline, i trenini e simili per i maschi (77,3%). A 6-10 anni la graduatoria vede al primo posto il pallone (74,2%), seguito da videogiochi (65,8%) per i maschi e, per le femmine, il disegno (77,7%) e le bambole (67,6%).
- Rispetto al 1998 cresce la quota di bambini di 3-10 anni che giocano con i genitori, con i nonni e con i coetanei. Nei giorni feriali la quota di bambini che giocano con la madre passa dal 32,4% al 57,8%, con il padre dal 22,5% al 46,2%; nei giorni festivi la quota di chi gioca con la madre passa dal 40,5% al 64,6%, con il padre dal 39,9% al 60,6%.
- Tra il 1998 e il 2011 aumenta la percentuale di ragazzi di 6 17 anni che vanno a teatro (dal 19,9% al 31,6%), al cinema (dal 69,2% all'80,2%), a visitare musei e mostre (dal 38,3% al 43,1%), a concerti di musica classica (dal 5,7% al 7,9%) o a spettacoli sportivi (dal 38,7% al 42,1%), leggono libri (dal 51,6% al 56,9%). Nella fruizione culturale permangono pero' forti differenze geografiche tra Nord e Sud.
- Nel 2011, 314 mila ragazzi da 6 a 17 anni (il 4,6% di questa fascia d'eta') non sono andati al cinema nei 12 mesi precedenti l'intervista, non hanno letto libri, non hanno usato ne' il pc ne' Internet, e non hanno praticato sport. Nel 2001 tale quota era pari al 7,2%.
- Tra il 1998 e il 2011 aumenta la partecipazione ai corsi di formazione extrascolastica (dal 41% al 51% tra i 3 e i 17 anni), piu' per le femmine (dal 39,7% al 50,4%) che per i maschi (dal 42,3% al 51,6%).
- Tra il 1998 e il 2011 diminuisce la quota dei bambini e dei ragazzi tra 6 e 17 anni che riceve regolarmente denaro dai genitori (dal 35,1% al 25,6%): la diminuzione piu' forte si ha tra il 2008 e il 2011. Ad aumentare in modo piu' consistente e' la quota di coloro che non ricevono mai denaro: dal 30,2% del 1998 al 37,4% del 2011.
Notiziario Minori, 19 novembre 2011

venerdì 11 novembre 2011

FAZIO: "IL FUMO FA MALISSIMO, LO VIETEREI"
"IL RISCHIO OBESITÀ È REALE, FARE PIÙ SPORT"
Cattive abitudini alimentari, uso smodato di alcol, soprattutto superalcolici, ma anche la sigaretta facile sono piaghe che colpiscono i giovani e contro le quali bisogna agire con educazione e sane abitudini. Il ministro della Sanità, Ferruccio Fazio, parla di giovani riuniti al 'Festival delle giovani idee' promosso dall'Istituto di Ortofonologia e da Diregiovani.it al palazzo dei congressi e li invita a praticare più sport. "Il rischio obesità e' reale", avverte Fazio che porta a sostegno alcuni dati. "Il 35% dei ragazzi tra i 7 e i 14 anni è sovrappeso o obeso, il 38% dei giovani passa 2 ore al giorno davanti alla televisione o giocando con i videogiochi, questo e' sbagliato". Non solo, "uno su due ha la tv in camera", riferisce.
Di qui l'appello alle famiglie e agli educatori: "Dobbiamo educare i giovani ad avere sane abitudini. Lo sport e' necessario". Il ministro ritiene anche che il fumo tra i giovani andrebbe proibito: "Fa malissimo", sottolinea. E anche l'alcol "non e' la risposta".
Notiziario Minori, 11 novembre 2011
INTERNET, 9 RAGAZZI SU 10 PREFERISCONO 
FACEBOOK "DA DOMANI LA CAMPAGNA 
SULL'USO RESPONSABILE DEL WEB"
Arriva in Lombardia il tour di 'Per un web sicuro', progetto promosso dal Moige, il Movimento italiano genitori, in collaborazione con Trend Micro, Cisco e Polizia postale e delle comunicazioni e con il patrocinio di Anp, l'Associazione nazionale dirigenti e alte professionalita' della scuola, con l'obiettivo di sensibilizzare ragazzi, genitori e insegnanti su un uso corretto e responsabile della rete.
La campagna coinvolgera' 30 scuole medie in 6 regioni italiane (Lazio, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Campania, Puglia), incontrando oltre 10.000 studenti e 21.000 adulti fra genitori e docenti. Il progetto prevede la realizzazione, presso le scuole selezionate, di incontri con gli studenti e i docenti in orario scolastico, nel corso dei quali gli operatori volontari discuteranno con i ragazzi le tematiche relative ad internet e al suo corretto utilizzo attraverso l'ausilio di materiale visivo.
Presso le scuole saranno, inoltre, organizzati, in orario pomeridiano/serale, incontri formativi per i genitori, durante i quali gli operatori volontari offriranno aiuto e consigli agli adulti sull'utilizzo della rete e sui passi da compiere per tutelare i ragazzi. Al termine di ogni incontro, minori e adulti riceveranno materiale informativo appositamente creato, scaricabile anche dal sito www.genitori.it dove sara' pubblicata una sezione dedicata al progetto.
Da una ricerca condotta da Swg per il Moige, al fine di comprendere il grado di consapevolezza dei genitori rispetto alla fruizione di media da parte dei minori, e' emerso che 7 minori su 10 (70%) navigano in rete quotidianamente.
La fruizione di internet da parte dei minori, secondo i loro genitori, e' pari mediamente a 52 minuti al giorno, tempo che naturalmente aumenta con il crescere dell'eta', passando da poco piu' di mezz'ora al giorno tra 6 e 7 anni a circa 1 ora e 30 minuti tra 10 e 13 anni. Il divertimento e la conoscenza sono le motivazioni principali che appassionano i ragazzi al web: giocare (44%) e' l'attivita' preferita dai giovani internauti, seguita dalla possibilita' di reperire informazioni utili per lo studio (40%). Per i figli piu' grandi la rete diventa, invece, prevalentemente uno strumento di socializzazione: il 58% dei genitori di bambini dai 12 ai 13 anni sostiene che i figli visitano solitamente i siti dei social network e dei motori di ricerca.
"I giovani oggi hanno molta dimestichezza con la rete- ha dichiarato Maria Rita Munizzi, presidente nazionale Moige- tuttavia, cio' non significa che conoscano bene anche i rischi che possono derivare da un uso non corretto di internet. Per questo e' necessario il ruolo di controllo dei genitori: l'ideale resta sempre l'esperienza condivisa, capace di rinsaldare un rapporto genitori-figli basato essenzialmente sulla fiducia reciproca".
I social network sono, infatti, molto apprezzati, come dimostra anche l'indagine condotta da A&F research con focus group di genitori commissionata dal Moige e Trend Micro: l'82,9% nella fascia tra 15 e 16 anni, e il 74,3% in quella 11-14. Anche un 20% dei piu' piccoli non e' indifferente.
Facebook, come prevedibile, la fa da padrone: quasi 9 ragazzi su 10 lo preferiscono. L'utilizzo di questi mezzi, inoltre, non e' accompagnato da una adeguata consapevolezza dei pericoli per la privacy e da una sufficiente conoscenza delle necessarie misure di protezione. Ad esempio, solo 3 adulti (30%) e 4 ragazzi su 10 (40%) sanno come impostare le regole di privacy nei social network. Sembra prevalere un 'controllo ambientale generico' da parte dei genitori, basato su una selezione di tempi e possibilita' di utilizzo della rete e su un generico ricorso al dialogo. Le misure di controllo e prevenzione adottate dai genitori, di fatto, non sembrano tra le piu' severe ed efficaci:
6 genitori su 10 (60%) si limitano a parlare genericamente dell'argomento con i propri figli, 4 su 10 (43%) navigano insieme a loro (ma solo il 28,1% se i figli hanno 15-16 anni) e solo 3 genitori su 10 (33,3%) condividono la scelta dei siti da visitare. Il 40% controlla periodicamente siti visitati e le attivita' online, mentre pochissimi, solo 8 genitori su 100 (7,8%), utilizzano le funzioni di parental control messe a disposizione dai software di sicurezza. Dall'indagine Swg, tuttavia, e' emerso che 6 genitori su 10 (61%), pur consentendo la navigazione su internet, non nascondono tuttavia una forte preoccupazione. La pedofilia (44%), gli incontri pericolosi (39%), la pornografia (35%) e la perdita di contatto con la realta' (35%) sono i principali motivi di preoccupazione. Dai dati forniti dalla Polizia postale e delle comunicazioni, la pedofilia on line si conferma l'emergenza maggiore per cio' che concerne il web: dal 1 gennaio al 30 settembre 2011, sono stati effettuati ben 16.142 monitoraggi e 554 perquisizioni. I denunciati sono stati 685 e gli arrestati 39. Segue la pirateria informatica: nello stesso periodo, vi sono state 264 denunce e 56 perquisizioni, che hanno condotto all'arresto di 2 persone.
"Un numero sempre maggiore di giovani accedono alla rete e attraverso questa comunicano- dichiara Antonio Apruzzese, direttore della Polizia postale e delle comunicazioni- ma internet deve essere utilizzata osservando regole che consentono di evitare i rischi e i pericoli che si possono incontrare durante la navigazione. L'educazione alla prevenzione appare lo strumento piu' efficace per formare i ragazzi e iniziative come queste sono estremamente utili non solo per aiutare i giovani ad utilizzare la rete in sicurezza ma anche a fornire strumenti ai genitori per proteggere i figli dai pericoli del web".
"Come mamma ho sempre rivolto uno sguardo attento al web, controllando la navigazione dei miei figli e soprattutto parlando con loro, affinche' fossero informati con capacita' critica- dichiara Milly Carlucci, madrina dell'iniziativa- È importante, pero', parlare anche ai genitori: sulla rete noi siamo principianti e i nostri figli dei fuoriclasse, pertanto, anche noi dobbiamo imparare per non restare indietro".
Domani il tour della campagna 'Per un web sicuro' partira' dalla Lombardia.
Notiziario Minori, 11 novembre 2011

martedì 8 novembre 2011

PARTE LUDORADIO, LA RADIO DEDICATA AI
 BAMBINI PER LA COLLABORAZIONE TRA 
ANTENNA RADIO ESSE E GIOCOLENUVOLE
Parte da oggi martedì 8 novembre "Ludoradio", la nuova trasmissione radiofonica dedicata ai bambini e nata dalla collaborazione tra Antenna Radio Esse e Giocolenuvole.
L'obiettivo del programma e' diffondere la cultura dell'infanzia e dare vita ai pensieri dei bambini. La trasmissione ha dunque scopi educativi. Infatti attraverso una serie di giochi e intrattenimenti la trasmissione coinvolgerà i bambini per aiutarli a sviluppare la loro fantasia ed abituarli all'ascolto.
Il programma andrà in onda dalle ore 16:10 alle 17:00 e sarà condotto da Silvia Priscilla Bruni, educatrice di Giocolenuvole e speaker di Antenna Radio Esse che intratterrà i piccoli radioascoltatori raccontando favole della letteratura per bambini e invitandoli ad intervenire telefonicamente. Il programma prevede anche un mini corso di inglese tenuto da insegnanti madrelingua.
Nel palinsesto e' presente anche "Bimbox" un programma dedicato ai genitori che andrà in onda tutti i giovedì alle ore 10:30.
Saranno affrontati temi come alimentazione, scuola, sport ed educazione; di volta in volta interverranno esperti del settore ai quali gli ascoltatori potranno rivolgere le proprie domande.
I programmi si potranno ascoltare sulle frequenze di Antenna Radio Esse (Mh 93.200 - 93,500 - 99,100) o collegandosi al sito www.antennaradioesse.it
Notiziario Minori, 8 novembre 2011
BANKITALIA: NÈ LAVORO NÈ STUDIO PER 
2,2  MILIONI  SONO  I  NEET:  NOT  IN 
EDUCATION, EMPLOYMENT OR TRAINING
Per effetto della crisi il numero di giovani che non sono occupati, ne' impegnati in corsi di studio o formazione e' aumentato: nel 2010 erano 2,2 milioni. Lo scrive la Banca d'Italia nel rapporto 'Economie regionali'. I giovani appartenenti a questa categoria sono spesso indicati con l'acronimo Neet: Not in Education, Employment or Training.
Nel periodo 2005-08, si legge, "i Neet tra 15 e 29 anni erano poco meno di 2 milioni, pari al 20 per cento della popolazione nella stessa fascia d'eta'. Nel 2010 erano 2,2 milioni, circa il 23,4 per cento. L'aumento e' stato più marcato nel Nord e al Centro, meno pronunciato nel Mezzogiorno, dove tuttavia l'incidenza di giovani Neet era prossima al 30 per cento già prima della crisi. L'incidenza dei Neet tra le donne supera il 26 per cento, contro il 20 degli uomini.
Notiziario Minori, 8 novembre 2011
L'ASMA? ANCHE LA MAMMA TOGLIE IL FIATO AI
BAMBINI I RISULTATI DI UNO STUDIO GIAPPONESE
L'asma? Può essere anche colpa di mamma. Una ricerca pubblicata su BioPsychoSocial Medicine carica di nuove responsabilità il ruolo della donna di casa nell'evoluzione della malattia; non solo come principale responsabile dell'aderenza alle cure, ai controlli, ai consigli del medico, ma anche nei comportamenti e nella relazione di ogni giorno.
Uno studio giapponese ha seguito per un anno circa 220 madri di bambini dai 2 ai 12 anni di età che soffrivano di asma.
All'inizio del lavoro tutte le mamme sono state invitate a compilare un questionario che comprendeva domande sul loro grado di stress e su come cercavano di gestirlo, sul loro rapporto con i figli e le loro modalità educative, sulla gravità della condizione clinica del piccolo, su quanto ci si attenesse alle prescrizioni dei farmaci e alle raccomandazioni del medico. Dopo un anno, le donne sono state ricontattate, anche per sapere come andava la malattia del figlio, in relazione alla frequenza e all'intensità degli attacchi. Dai risultati e' emerso che i comportamenti e gli stati d'animo piu' deleteri cambiano nettamente a seconda dell'età': i piccoli sotto i sette anni risentono negativamente soprattutto degli stati d'animo di rabbia o irritazione della madre che perdurano nel tempo, indipendentemente dal fatto che essa li esprima apertamente o cerchi di reprimerli o nasconderli; l'asma dei più grandicelli invece tende a peggiorare per lo più in risposta ad atteggiamenti iperprotettivi. Al contrario, se la mamma pensa di più a se stessa, fino al punto da essere classificata come "egoista" nei test psicologici, i ragazzini tirano il fiato, e non solo metaforicamente.
Notiziario Minori, 8 novembre 2011
I BAMBINI HANNO PROBLEMI AGLI OCCHI? COLPA
DELLO SMOG RICERCA PORTATA AVANTI A MILANO
Smog e inquinamento fanno male agli occhi dei bambini. Alcuni dei problemi della vista che colpiscono i bambini, tra i quali prurito, rossore, lacrimazione, dolore diffuso, sono causati dallo smog che ormai e' di casa nelle grandi città, ma non solo. Questa teoria e' portata avanti da uno studio condotto da Paolo Nucci, rinomato oculista pediatrico e primario dell'ospedale San Giuseppe di Milano.
Si tratta di una ricerca molto interessante incentrata sui bambini di età compresa tra uno e dodici anni, monitorati tra il 2009 e il 2011. Il titolo dello studio e' allarmante, "Congiuntiviti urbane: una nuova forma di congiuntiviti da inquinamento?", tanto che per definire questa nuova patologia che colpisce gli occhi dei piccoli e' stato coniato un nuovo neologismo che rende bene il problema: "Urban Eye Allergy".
A soffrire di vari disturbi alla vista, secondo Nucci e il suo team, sarebbe il 42% dei bambini, e a esserne colpiti sono soprattutto coloro che vivono nelle aree altamente urbanizzate.
L'obiettivo e' descrivere una nuova entità clinica, definita Urban Eye Allergy (allergia dell'occhio urbanizzato), in seguito all'evidenza che un certo numero di pazienti presentano sintomi di irritazione congiuntivale non direttamente causati da agenti allergici, infettivi o dalla secchezza oculare. A riprova della nostra ipotesi, i bambini colpiti vivevano in aree urbane ad alto tasso di inquinamento».
Un nuovo tipo di congiuntivite, quindi, del tutto riconducibile allo smog e ormai ricorrente in un bambino su due. Un motivo in più per tenere sotto controllo la vista dei bambini seguendo piccoli accorgimenti ed effettuando visite periodiche da un buon oculista, specialmente dopo i tre anni ma soprattutto prima di frequentare la scuola primaria.
Una buona abitudine per mantenere gli occhi dei piccoli sempre puliti, liberandoli da polveri e residui, e' quella di passare una garza sterile imbevuta di acqua fisiologica, partendo dall'interno verso l'esterno e utilizzando una garza differente per ciascun occhio. Questa semplice pulizia può essere effettuata anche nei neonati.
Notiziario Minori, 8 novembre 2011