martedì 29 marzo 2011

ANSAS: LIM ED E-BOOK, COSÌ CAMBIA
L'INSEGNAMENTO LAVAGNE ELETTRONICHE
E LIBRI DIGITALI, IL FUTURO È FRA I BANCHI
Lavagne elettroniche e libri digitali. Il futuro e' gia' fra i banchi e sta cambiando rapidamente le modalita' di insegnamento. È la riflessione che compare sul sito dell'Ansas, Agenzia nazionale per lo sviluppo dell'autonomia scolastica, principale promotrice, per conto del ministero, delle aule 2.0 e dell'innovazione digitale a scuola.
In un approfondimento che compare sul sito dell'Agenzia si affronta la seguente domanda: Lim (Lavagne interattive multimediali) ed e-book, perche' portarli in classe? Innanzitutto, si spiega nell'articolo di approfondimento, gli ambienti digitali in classe sono qualcosa di piu' semplice rispetto a quanto viene evocato dall'immaginario collettivo quando se ne parla. Niente realta' virtuale o scene da Second life, insomma. L'aula digitale e' costituita da un insieme di strumenti digitali che vengono utilizzati, anziche' in solitudine, da una comunita' di persone. Ma grazie alle tecnologie la scuola si 'dilata', supera i propri confini e tocca il mondo portandolo fra le sue pareti. Tuttavia, perche' la scuola digitale funzioni "e' necessaria un'adeguata cultura dei media, ovvero un approccio che consenta al docente di appropriarsi della tecnologia, dei linguaggi multimediali, per farli propri e individuarne il valore aggiunto".
"Occorre prevedere nuovi modi d'uso- e' l'auspicio dell'Ansas-, consapevoli delle potenzialita' e specificita' del singolo medium per non incorrere nella tentazione di utilizzare, ad esempio, la Lim come la lavagna d'ardesia sprecando tempo e vanificando l'investimento". La Lim (lavagna interattiva multimediale), infatti, "puo' rappresentare oggi una svolta per l'insegnamento. Entra in classe, va al cuore del sistema di apprendimento e della pratica didattica quotidiana, rompe la configurazione tradizionale dell'ambiente".
La classe, estesa e potenziata, puo' accedere a diversi aspetti della realta' esterna, estrapolarne particolari e dettagli, analizzare, scomporre, manipolare informazioni e contenuti, con il supporto di efficaci applicazioni software appositamente progettate e sviluppate. Di fronte alla tecnologia il docente e lo studente possono essere "passivi consumatori" o, a loro volta, produttori. E questa e' la differenza fra un buono e un cattivo uso delle tecnologie in aula. Quanto al libro digitale, Alberto Manzi, storico maestro che negli anni del dopoguerra commosse l'Italia con il suo carisma e la dolcezza con cui insegnava agli adulti analfabeti a scrivere nel famoso programma televisivo 'Non e' mai troppo tardi', sosteneva che "per il ragazzo il libro deve essere qualcosa di piacevole, dove si puo' non solo leggere, ma colorare, trasformare, fare, disfare, ampliare, ridere, inventare, riflettere. Il libro si trasforma cosi' in qualcosa di personale, percio' vivo".
Queste affermazioni sono oggi piu' che mai attuali e potranno forse trovare un alleato nella tecnologia digitale. E se, di fatto, l'e-book non nasce per il target scuola, in essa trova applicazione e naturale collocazione.
Notiziario Minori, 29 marzo 2011
50 ANNI DI FIGURINE PANINI IN MOSTRA A ROMA
ESPOSTI AL PUBBLICO I 50 ALBUM COMPLETI
"Calciatori50. Storia e passione di 50 anni di figurine Panini sul calcio italiano".
Cosi' si intitola la straordinaria mostra organizzata dalla Panini per celebrare il 50° anniversario della "mitica" collezione di figurine "Calciatori". Per la prima volta, nel mezzo secolo di storia della Panini, sono esposti al pubblico dei collezionisti e degli appassionati di calcio tutti i 50 album originali e completi di "Calciatori", dal primo del 1961-62 fino all'ultimo sul Campionato in corso, passando per l'introvabile 1962-63 e lo storico 1972-73, quello che inauguro' l'era del "tutto adesivo". La mostra sara' aperta fino al 7 aprile presso l'Exed Luxury Events (piazza della Repubblica 64-66, ore 10-20, ingresso libero). Nell'esposizione trovano spazio anche due sezioni speciali dedicate alla A.S. Roma e alla S.S. Lazio: i successi e i campioni delle due squadre capitoline vengono raccontati con le figurine e le pagine piu' belle degli album "Calciatori". E' anche possibile effettuare una "visita virtuale" della mostra sul sito ufficiale www.calciatoripanini.it e i visitatori sono invitati a lasciare i propri commenti sulla pagina Facebook di "Calciatori Panini". A "Calciatori50", e' abbinata un'iniziativa della Panini, dedicata ai suoi "collezionisti doc": ogni visitatore che portera' con se' almeno un album "Calciatori" (relativo agli anni dal 1961 al 1990) in buono stato di avanzamento e conservazione, ricevera' uno speciale diploma onorario di "Collezionista Panini" per averlo gelosamente conservato fino ad oggi. In particolare, si trattera' dei diplomi "Collezionista Panini Platinum" (album dal 1961-62 al 1969-70), "Collezionista Panini Gold" (dal 1970-71 al 1979-80) e "Collezionista Panini Silver" (dal 1980-81 al 1989-90).
Notiziario Minori, 29 marzo 2011
TEENAGER A RISCHIO DEPRESSIONE DA
FACEBOOK STUDIO CONDOTTO DALLA 
"AMERICAN ACADEMY OF PEDIATRICS"
Facebook puo' alimentare una competizione che puo' diventare "pericolosa".
Stando ad uno studio condotto dalla "American Academy of Pediatrics", infatti, i teenager che hanno poca autostima possono cadere in depressione convincendosi di non avere amici a sufficienza. In pratica, nel mondo del social network, si accentuerebbero tutte le debolezze. Inoltre, la possibilita' di postare liberamente commenti ironici e discriminanti favorirebbe la diffusione del cyberbullismo.
Ecco perche' ragazzi particolarmente sensibili tenderebbero ad aggiornare costantemente il loro stato, postano foto o video che solitamente mostrano il lato migliore di se' stessi e cercando, al contempo, di nascondere eventuali difetti e caratteristiche a loro stessi sgradite.
Notiziario Minori, 29 marzo 2011
A BOLOGNA "FIERI DI LEGGERE", GIOVANI 
LETTORI CRESCONO OSPITE D'ONORE LA
LITUANIA; IL FESTIVAL CHIUDERA' A FINE MAGGIO
Mostre, incontri con gli autori, laboratori e visite guidate. Ma soprattutto molte occasioni per i piu' giovani di scoprire, esplorare e immaginare.
L'edizione 2011 di "Fieri di leggere", che andra' in scena a Bologna e provincia durante la Children's BookFair da fine marzo a tutto maggio, presenta un programma ricco di eventi e dal respiro internazionale: da una mostra su Italo Calvino (Anzola dell'Emilia dal 29 marzo al 30 aprile), con 18 fiabe raccontate da 18 illustratori italiani e francesi, a "Africa Abc Books Children" (in Sala Borsa a Bologna da lunedi' 28 marzo al 15 aprile): 100 libri per parlare di Africa, dai proverbi alle fiabe, dalle figure alle storie. Ma anche una mostra con piu' di 300 opere dedicata all'autore tedesco Nikolaus Heidelbach (dal 29 marzo al 18 aprile a Palazzo D'Accursio a Bologna), e "1, 100, 1.000 giornalini" della stampa periodica per ragazzi di ieri e di oggi (in piazza Re Enzo dal 26 marzo all'1 aprile). "Il mercato librario per ragazzi- spiega Rosaria Campioni, soprintendente per i Beni librari e documentari della'Emilia-Romagna- e' un settore importante. Un'indagine relativa all'ultimo trimestre del 2010, riferisce che le famiglie che comprano piu' libri sono quelle dove ci sono bambini da zero a sette anni. Ad acquistarli sono in maggioranza donne tra i 25 e i 44 anni. Le regioni che leggono di piu' in questo segmento? Emilia-Romagna, Friuli, Trentino e Veneto. E mi piace pensare che Bologna- conclude Campioni- con 'Fieri di leggere' dia un grande contributo". Paese ospite d'onore della Bologna Children's BookFair sara' la Lituania, che proporra' molte iniziative dedicate all'illustrazione, laboratori e proiezioni cinematografiche.

Notiziario Minori, 29 marzo 2011

domenica 27 marzo 2011

LO SPORT FIN DA PICCOLI MIGLIORA I RISULTATI 
A SCUOLA I RISULTATI DI UNO STUDIO AMERICANO
I bambini che cominciano a praticare sport fin da piccoli, avranno risultati migliori a scuola. Ad affermarlo e' uno studio della West Virginia University, che ha preso in esame 1200 alunni di quella che in Italia sarebbe la quinta elementare, e hanno comparato l'andamento scolastico con la frequenza dell'attivita' sportiva per due anni. I bambini che avevano avuto un allenamento sportivo costante, avevano un punteggio migliore nella lettura, comprensione e dettato. I bambini che avevano cominciato ad allenarsi, vedevano crescere il loro punteggio in seguito a lunghi periodi di costanza negli allenamenti. Mentre i bambini che non praticavano nessuno sport, avevano un punteggio piu' basso. La valutazione, aggiungono i ricercatori, era completamente disgiunta da quella sulla forma fisica, che non incideva sul rendimento scolastico.
Notiziario Minori, 27 marzo 2011
13.000 EURO, ECCO QUANTO COSTA PRIMO ANNO
DI UN FIGLIO STIME DI FEDERCONSUMATORI
Quanto costa mantenere un bambino durante il suo primo anno di vita? Sicuramente non e' il primo pensiero di una coppia di futuri genitori, completamente assorbiti dalla gioia del lieto evento.
Ma oggi, purtroppo, l'aspetto economico non e' da tenere sotto gamba, considerando il caro vita che ha colpito anche il settore dell'infanzia.
Secondo il rapporto di Federconsumatori, infatti, la maggior parte dei prodotti necessari per provvedere alle cure di un neonato ha subito aumenti esorbitanti, tanto che la spesa media in un anno si aggira tra i 6.119 e i 13.486 euro, valori molto piu' alti di quelli stimati per il 2010.
Si parla di prodotti di prima necessita', come ad esempio latte artificiale e pappe. Ma al di la dell'alimentazione, un dato abbastanza sconvolgente e' dato dal costo dei pannolini, per l'acquisto dei quali bisogna sborsare dai 600 ai quasi 1000 euro in un anno, e quasi sempre fino al compimento del terzo anno di vita del piccolo.
Le tabelle rese note da Federconsumatori passano in rassegna anche culle e lettini, altrettanto indispensabili nei primi anni di vita del bambino, cosi' come i prodotti necessari per la pulizia e cura del neonato. Partendo dal tradizionale fasciatoio fino alle pratiche salviette usa e getta, infatti, o prezzi hanno subito un incremento considerevole che incide sul bilancio familiare a fine mese.
Parlando di passeggini e carrozzine, invece, e' sempre Federconsumatori a consigliare una tipologia di acquisto particolare che consente di risparmiare un po' di denaro. La maggior parte dei genitori conosce bene la possibilita', gia' in uso da qualche anno, di usare un unico kit di attrezzature finalizzate al trasporto del bambino acquistabile in blocco.
"Per risparmiare consigliamo di acquistare i cosiddetti 'tris', ovvero carrozzine che, a seconda di come vengono regolate, si trasformano in passeggino o ovetto per l'auto. Questa tipologia di accessori puo' costare tra i 329 e i 650 euro".
Si passano poi in rassegna le spese necessarie per effettuare visite mediche da un pediatra privato, sempre piu' indispensabile, fino alle rette richieste dagli asili nido e alle attuali tariffe delle baby sitter (in questo caso, si parla di un costo che varia dagli 8 ai 9 euro l'ora).
I genitori dei bambini nati negli ultimi due anni, infine, non possono piu' contare sul Bonus Bebe', vale a dire un tot di denaro previsto per ogni nuovo nato a fondo perduto. Il governo, invece, per i bimbi nati o adottati tra il 2009 e il 2011, ha messo a disposizione la possibilita' di richiedere una sorta di finanziamento fino a 5mila euro da rimborsare in cinque anni.
Notiziario Minori, 27 marzo 2011
SCUOLA, 150 EURO DI MULTA PER CHI IMBRATTA
I BANCHI LA SINGOLARE IDEA LANCIATA DA
UNA PROFESSORESSA DI PARMA
E' di 150 euro la multa che dovranno sborsare gli studenti della scuola media 'Fra Salimbene' di Parma se lasceranno il proprio banco imbrattato con scritte, disegni o sporcizia. Il provvedimento e' scattato ieri dopo che tutte le classi avevano letto la circolare della preside che ha pure previsto, prima dell'entrata in vigore di oggi, un'ora di lezione dedicata alla pulizia del proprio banco.
La notizia e' riportata dalla Gazzetta di Parma, che racconta anche che i 520 alunni della scuola, eta' compresa fra i 10 ed i 14 anni, hanno passato la prima ora in classe con guanti, spugne e detergenti messi loro a disposizione dai bidelli o portati da casa. Via tutti i segni di bianchetto o pennarello indelebile, e poi basta con le chewing-gum attaccate sotto la sedia.
"Oggi purtroppo il bene comune e' un oggetto misterioso: non si sa mai a chi tocca averne cura. Noi cerchiamo di far capire agli studenti che va tutelato- spiega Donata Donati, dirigente scolastico dell'istituto comprensivo 'Fra Salimbene-Sanvitale' di Parma- L'attenzione per i beni comuni e' gia' da molti anni in diminuzione, lo vedi non solo a scuola: la mattina davanti ai portoni di ingresso capita di trovare per terra bottigliette o bicchieri. E a lasciarli non sono stati adolescenti, ma adulti".
Una lezione, spiega poi Paola Ghirardi, la professoressa che ha lanciato l'idea, anche per sensibilizzare gli studenti contro gli atti vandalici che a Parma, nelle ultime settimane, hanno colpito i monumenti storici piu' importanti della citta' come il Battistero e il Duomo e che, purtroppo, hanno visto protagonisti proprio studenti di alcuni istituti della provincia.
Notiziario Minori, 27 marzo 2011
GIÀ A 7 ANNI SI DECIDE LA VACANZA CON MAMMA
E PAPÀ A MODENA LA FIERA "CHILDREN'S TOUR"
PRESENTA LE ULTIME TENDENZE
Se il pupo ha meno di tre anni, allora e' la mamma - e non il papa' - a decidere dove la famiglia andra' in vacanza. Le cose cambiano quando il bimbo ha sette anni: a quest'eta' comincia a essere tenuto in considerazione (11,1% dei casi). Ma dagli 11 anni e' proprio lui, il bambino, a decidere la meta in circa una famiglia su tre. Una tendenza che si fa consistente fino ai 16 anni, quando la prima parola spetta generalmente a lui. Sono invece sempre i genitori a decidere la tipologia di struttura (hotel, campeggio, appartamento). E' uno dei dati che emergono dall'ultimo Osservatorio Nazionale sul Turismo Giovanile 2011, presentato a Modena nell'ambito di Children's Tour, la fiera dedicata alle vacanze dei bambini da zero a 14 anni, in corso fino al 20 marzo. L'indagine, effettuata da Iscom Group, in collaborazione con Apt Servizi e Unione regionale di Prodotto Appennino e Verde, ha scattato una fotografia alle famiglie italiane con bambini. Il primo risultato, riferisce un comunicato, non lascia dubbi:
nonostante una lieve flessione (-5%) rispetto all'anno prima, le famiglie hanno continuato anche nel 2010 ad essere un forte mercato di "vacanzieri". Basta vedere i numeri: ben il 76,3% delle famiglie intervistate ha fatto almeno una vacanza di 4 giorni con i figli minorenni nei primi 9 mesi del 2010. Tradotto significa un mercato potenziale stimato di oltre 2 milioni di famiglie che genera presenze medie sui 15 giorni, con nuclei composti in genere da 3 o 4 persone. Lo studio, prosegue la nota diffusa da Apt, ha anche messo a fuoco qual e' il target piu' interessante per gli operatori turistici: una famiglia con due bambini, di eta' compresa tra i 6 e gli 11 anni. A questa tipologia appartiene ben l'86% del campione esaminato che parte per le vacanze. Piu' in generale, si puo' affermare che difficilmente si rinuncia alla vacanza se in casa ci sono bambini. C'e' addirittura una quota consistente, il 30% del campione, che nel 2010 ha fatto due vacanze lunghe o anche piu'. Per quanto riguarda la durata del soggiorno, l'indagine ha evidenziato che le vacanze principali delle famiglie hanno una durata media di 15 giorni l'anno.
Ma dove vanno in vacanza le famiglie con bambini? La destinazione numero uno rimane l'Italia (l'83,5%). E in Italia la meta piu' richiesta e' l'Emilia-Romagna. Tradotto in altri termini, questo significa che 1.781.000 famiglie hanno trascorso la vacanza economicamente piu' rilevante in Italia. Se poi il bimbo e' molto piccolo, la spinta a rimanere in Italia cresce a dismisura: oltre il 90% di famiglie non varca la frontiera.
All'estero e' volato solo il 16% del campione, cioe' 340.000 famiglie (contro il 26% del dato nazionale generico). Per chi ha scelto l'Italia, le regioni piu' gettonate per l'estate 2010 sono state l'Emilia-Romagna, la Puglia e la Toscana. Al primato emiliano-romagnolo hanno contribuito in parte anche gli stessi cittadini di questa regione che passano volentieri le loro vacanze con bambini in loco.
Se poi si vuole stilare una classifica per province (e non per regioni), allora al primo posto sale Venezia, seguita, nell'ordine, da Rimini e Lecce. Per quanto riguarda poi le singole localita', al top della graduatoria c'e' Rimini (scelta dal 2% delle famiglie italiane), poi l'Isola d'Elba (1,5%), Jesolo (1%) e a seguire Gargano e Salento. Da questo si capisce chiaramente che il mare stravince e batte la montagna: 74% a 14%.
Le citta' d'arte rimangono al 5%.
"Il primato dell'Emilia Romagna- sottolinea Andrea Babbi, amministratore delegato di Apt Servizi Emilia Romagna- nel complesso mondo del turismo delle famiglie con bambini non ci sorprende. Da sempre la nostra regione e' specializzata nell'accoglienza, che fa parte della nostra cultura e del nostro dna. Non a caso fra i nostri ospiti c'e' un'alta percentuale di 'repeaters', ovvero coloro che ritornano piu' volte nella stessa destinazione (piu' della meta', il 60%). Non offriamo solo belle localita', ma molto di piu': cordialita', professionalita' e specializzazione. Abbiamo le spiagge piu' organizzate d'Europa per i bambini, il mare piu' sicuro, i parchi naturali piu' divertenti, 12 parchi avventura e i parchi divertimento e acquatici fra i piu' belli d'Europa. E moltissime offerte convenienti".
L'indagine conferma quindi come i bambini siano un'ottima risorsa turistica. Gli operatori che si sono specializzati in questo segmento hanno risentito meno della crisi. Dall'altra parte le famiglie si sono fatte piu' esigenti: richiedono sempre piu' servizi, sono spesso a caccia di sconti e promozioni e sono anche bravissime a scovarli.
E ancora: a che eta' i ragazzi cominciano a viaggiare senza genitori? Sotto i diciotto anni almeno il 28% ha gia' trascorso almeno una vacanza senza famiglia o una gita di piu' giorni con la scuola. Il dato corrisponde a circa 770 mila famiglie, per la maggioranza in Lombardia. Il mercato pero' e' ancora di nicchia: solo il 18% di operatori ha ospitato questa tipologia, perlopiu' sono scolaresche o organizzazioni (parrocchie comprese) che propongono campi residenziali. I figli che sono andati in vacanza da soli hanno pero' partecipato, nel 75,5% dei casi, anche alla vacanza con i genitori. Il che significa che mandare via i figli da soli non influisce sulla vacanza principale. Sono dunque ancora pochi i bambini/ragazzi che viaggiano senza genitori.
Pero' quelli che lo fanno iniziano presto. L'eta' media per iniziare a viaggiare da soli cambia in base al tipo di accompagnatore. L'eta' media piu' bassa in assoluto (10 anni) e' quando le vacanze sono con altri adulti, diversi dai genitori.
Bassa anche l'eta' media dei partecipanti ai campi residenziali: 10 anni e mezzo. Le cose cambiano quando si chiede a mamma e papa' di partecipare a gite, vacanze studio e viaggi, soli con i coetanei: prima dei 15 anni (media nazionale), il permesso non arriva.
Notiziario Minori, 26 marzo 2011
EPATITE B, UNA GENERAZIONE DI IMMUNIZZATI
GRAZIE ALL'INTRODUZIONE OBBLIGATORIA
Tutti i giovani italiani sotto i 30 anni sono immunizzati dal virus dell'epatite B, ovvero, non contrarranno mai questa insidiosa malattia che colpisce il fegato e che puo' portare allo sviluppo di neoplasie o cirrosi. In pratica, questi ragazzi hanno una importante chance in piu' di non ammalarsi di cancro epatico. Un risultato eccellente, che dobbiamo alla introduzione obbligatoria del vaccino per tutti i neonati e i bambini al di sotto dei 12 anni.
La Legge divenne operativa nel 1991, e cosi', ad oggi, possiamo legittimamente felicitarci per aver sostanzialmente debellato questa patologia virale, la peggiore delle forme di epatite che possono colpire l'essere umano.
Tra l'altro, da sottolineare che in questa strategia sanitaria vincente l'Italia si e' posta all'avanguardia nel mondo, e ora molti altri Paesi importano l'idea dell'immunizzazione obbligatoria per i minori. "Prima dell'entrata in vigore della legge che ha reso obbligatoria la vaccinazione - spiega con soddisfazione Alessandro Zanetti, Direttore del Dipartimento di Igiene dell'Universita' di Milano - il vaccino veniva somministrato, fin dal 1983, alle persone considerate a rischio per l'infezione sia per gli stili di vita (per esempio, tossicodipendenti), sia per la professione (personale sanitario).

E anche certi pazienti come i dializzati e o i politrasfusi".
Tuttavia, l'Organizzazione mondiale della Sanita' (OMS), sosteneva la necessita' di immunizzare i neonati. "L'Italia e' andata oltre - prosegue il dott. Zanetti - Da noi, infatti, la malattia si trasmette diversamente rispetto ad altri Paesi, soprattutto asiatici e mediorientali, Da quelle parti e' prevalente il contagio materno-fetale e quello fra bambini, mentre in Italia le vie di trasmissione piu' frequenti sono i rapporti sessuali e gli aghi infetti".
Gli individui vaccinati contro l'epatite B, non solo sono immunizzati da questo specifico e pericolosissimo virus, ma evitano anche il rischio di contrarre altre forme virali di epatite che, seppur meno letali, sono comunque in grado di provocare alterazioni croniche. Parliamo delle sovra infezioni del virus Delta: "Il virus Delta, endemico in Italia - specifica Zanetti - e' un virus difettivo: in altre parole ha bisogno del virus B per replicarsi. Si capisce allora perche' il vaccino contro il virus B protegga anche dal Delta".
Notiziario Minori, 27 marzo 2011
I PROBLEMI DEGLI ADOLESCENTI IN CHAT COL
PEDIATRA INIZIATIVA DELLA FIMP DI NAPOLI
Un progetto sperimentale per favorire la comunicazione tra adolescenti e pediatri. Anche le domande piu' "imbarazzanti" troveranno risposte, anche i piu' timidi avranno ascolto. E' un'iniziativa del Settore adolescenza della Federazione Italiana Medici Pediatri di Napoli (FIMP), coordinato dalla dottoressa Maria Giuliano, a dare voce alle difficolta' dei pediatri nell'approccio e nel dialogo con gli adolescenti. Da qui una prima fase, fatta di esplorazione del mondo adolescenziale somministrando nell'ultima classe delle medie e nei primi due anni delle superiori un questionario con domande inerenti il rapporto tra adolescente e medico. Il questionario e' stato distribuito nelle scuole di quattro comuni rappresentativi dell'area di Napoli e provincia (Napoli Vomero, Somma Vesuviana, Sorrento, Pozzuoli) e dalla lettura complessiva e' emerso che solo il 15% dei ragazzi tra i 12 e i 14 anni viene visitato dal pediatra di famiglia.
Inoltre, i giovani richiedono ai pediatri una maggiore personalizzazione del rapporto e vorrebbero dunque al centro della visita medica ci fosse non solo il corpo che viene adeguatamente "curato" dal pediatra, ma anche le esigenze relative ai problemi ed agli interessi che lo occupano e che lo rendono una persona "originale". Da questi ed altri interessanti dati, e' iniziato un lungo lavoro di riflessione volto ad individuare le strategie giuste per comunicare ed interagire con gli adolescenti e per conoscere quali problematiche si celano intorno al loro universo. Siccome l'adolescente comunica con i coetanei attraverso chat, sms, cellulari, il gruppo di studiosi pediatri ha pensato che il modo piu' consono per entrare in comunicazione era quello di avvicinarsi a loro utilizzando una modalita' piu' congeniale.
È stata costituita cosi' una "chat line", sul portale della Fimp Napoli (www.fimpnapoli.it) e ogni lunedi', dalle 20 alle 22, secondo un turnazione predefinita, un pediatra di famiglia in forma volontaria ed anonima, si rendera' disponibile a 'chattare', con i ragazzi. Gli argomenti trattati saranno: sessualita', alimentazione, stile di vita, fumo di sigaretta e danni correlati, uso di sostanze stupefacenti, problematiche relazionali familiari e scolastiche oltre a problematiche mediche specifiche. I ragazzi, liberamente, potranno parlare, chiedere, confrontarsi, condividere pensieri, ansie e paure con esperti del settore.
Notiziario Minori, 27 marzo 2011

sabato 19 marzo 2011

STRASBURGO: IL CROCEFISSO IN CLASSE NON 
OFFENDE NESSUNO LA CORTE DI STRASBURGO 
ASSOLVE L'ITALIA: PUÒ ESSERE ESPOSTO
La Corte di Strasburgo ha assolto l'Italia dall'accusa di violazione della liberta' religiosa di chi non e' cattolico in merito all'esposizione dei crocefissi nelle scuole, che cosi' potranno continuare ad essere liberamente esposti.
Il caso dei crocefissi in aula approdato alla Corte di Strasburgo va avanti da tempo, dall'anno scolastico 2001/2002, quello in cui i figli di Soila Lautsi, cittadina di origini finlandesi sposata con un italiano, frequentano l'istituto comprensivo "Vittorino da Feltre" ad Abano Terme (Padova). I due bambini hanno 11 e 13 anni. Nella loro scuola tutte le classi hanno il crocefisso. La mamma non e' d'accordo e ne parla con la dirigenza scolastica facendo riferimento peraltro ad una sentenza della Corte di Cassazione del 2000 che aveva stabilito che la presenza di questi simboli nelle aule e' contraria al principio di laicita' dello Stato.
A maggio del 2002 la presidenza della scuola decide comunque di lasciare i crocefissi in classe. Arriva anche una circolare che va in questa direzione del ministero dell'Istruzione guidato all'epoca da Letizia Moratti. Il 23 giugno 2002 la mamma battagliera si rivolge al Tar del Veneto. Il ministero fa ricorso. A gennaio del 2004 il Tar sottomette il caso alla Corte Costituzionale. Intanto il governo (e' in carica Berlusconi) difende i crocefissi definendoli "simboli dello Stato italiano".
Nel 2005 la Consulta spiega di non avere giurisdizione in materia, si torna al Tar, dunque che respinge il ricorso affermando che il crocifisso "e' simbolo della storia e della cultura italiana e di conseguenza dell'identita' del Paese, ed e' il simbolo dei principi di eguaglianza, liberta' e tolleranza e del secolarismo dello Stato". Nel 2006, il Consiglio di Stato ha confermato questa sentenza. Di qui il ricorso alla Corte di Strasburgo a luglio del 2006. La Corte ha invertito le precedenti sentenze italiane e stabilito anche che il governo italiano dovra' versare un risarcimento di cinquemila euro per danni morali. Ma il governo ha fatto ricorso con relativo rinvio della questione alla Grande Camera. Oggi la sentenza che assolve l'Italia.
Notiziario Minori, 19 marzo 2011
FAMIGLIE AL FAST FOOD, POCA ATTENZIONE
I   RISULTATI   DI   UNO   STUDIO   USA
L'imposizione di tabelle caloriche in bella vista sulle portate nelle catene di fast food a quanto pare non ha alcun effetto dissuasivo ne' sugli adulti ne' su bambini e adolescenti , e quel che e' peggio non influenza minimamente nemmeno le ordinazioni dei genitori che si recano al fast food con i loro figli.
I ricercatori della New York University hanno preso in esame 349 bambini da 1 a 17 anni abituali clienti di catene quali McDonald's, Burger King, KFC, Wendy's. Il 70% del campione visita i fast food accompagnato dai genitori, il 30% da solo. Il tasso calorico medio di ogni singolo pasto consumato e' risultato di 645 calorie, sia prima dell'introduzione dell'obbligo per le catene di fast food di esporre le tabelle caloriche sia dopo, senza sostanziali cambiamenti. Il 60% circa del campione afferma di aver letto le tabelle, ma il 90% afferma che questa informazione non ha avuto alcun peso nella scelta del menu'.
Pero' Brian Elbel, professore di Health Policy alla New York University School of Medicine, avverte: "Questo non significa che le tabelle caloriche pubbliche siano una perdita di tempo, attenzione. Vuol dire solo che vanno inserite in un quadro complessivo di politiche per l'educazione alimentare della popolazione pediatrica e non. Un cartoccio enorme di patatine fritte ha un eccellente sapore, e renderne noto il devastante impatto calorico e nutrizionale non e' abbastanza per scoraggiarne l'acquisto, a quanto pare".
Notiziario Minori, 19 marzo 2011
A BOLOGNA SCUOLA DOCET: MURALES SÌ MA
SUL MURO "GIUSTO" STUDENTI DELLE FARINI 
IMPARANO ARTE WRITERS E RIDIPINGONO PARETE
"Disegni maldestri, tag, semplici sgorbi sono il brutto che avanza nella nostra citta', anche sui muri della nostra scuola, purtroppo". Parte da questa constatazione Filomena Massaro, dirigente scolastica ed esponente di Asabo, per indicare un modo diverso di affrontare il problema.
Infatti, "di fronte a questi fenomeni occorre certamente dire dei no e ripristinare il decoro, come sta facendo da tempo anche l'amministrazione comunale. Spesso pero' questo non basta, perche' appena cancellate le scritte riappaiono, in un circolo vizioso che indispettisce ed esaspera". E allora, dice la preside in una nota, "forse occorre anche educare dicendo dei si': si' al bello, si' alla creativita' unita al rispetto, si' all'espressione artistica ma sul muro giusto". Ed e' proprio quello che e' stato proposto a degli studenti: gli alunni delle Farini metteranno in pratica quanto suggerisce Massaro: "Laddove e' possibile e opportuno, forse occorre individuare spazi e superfici adatte ad una decorazione che non sia il prodotto di una mano furtiva e trasgressiva, ma di cittadini capaci di accordarsi e condividere la creativita'".
La parete esterna della palestra che si affaccia sul parco "Vittime della Uno bianca", nel tratto che costeggia viale Lenin sara' ridipinta da un grande murales "che esprima la nostra ricerca del bello e lanci un messaggio educativo per i giovani:
sui muri giusti e' possibile esprimersi con fantasia", afferma Massaro in una nota. In questo percorso, di cui l'Istituto comprensivo 12 e' il promotore, sono coinvolti l'Associazione "Gli anni in tasca", il Centro Antartide, Milena Naldi (esperta di storia dell'arte), writers famosi in citta'. Finanzia l'iniziativa la Fondazione Del Monte, sponsor della scuola nel piu' ampio progetto pluriennale di valorizzazione del parco pubblico che ha preso il nome de "L'isola che non c'era".
Notiziario Minori, 19 marzo 2011
INNO DI MAMELI OBBLIGATORIO A SCUOLA,
"IL DDL PASSERÀ" 'LA LEGA È CONTRO?
GLI ALTRI GRUPPI HANNO FIRMATO...'.
La Lega non vuole l'insegnamento obbligatorio alle elementari dell'inno di Mameli? "Gli altri gruppi hanno firmato la legge, il ddl passera'". Cosi' Paola Frassinetti, prima firmataria del provvedimento che istituisce la novita', commenta le posizioni del Carroccio. "La Lega- spiega all'agenzia Dire- non e' favorevole, ma il ddl passera' c'e' l'appoggio di tutti i gruppi. La prossima settimana chiuderemo il provvedimento in commissione forse in sede deliberante (non si va in aula, ndr). Credo sia importante che i ragazzi alle elementari imparino l'inno, credo che vada loro spiegato. E' anche uno strumento per integrare i tanti stranieri che ormai popolano le nostre classi".
Notiziario Minori, 19 marzo 2011
ECCO IL GARANTE PER L'INFANZIA, A TUTELA 
DEI DIRITTI ALLA CAMERA IL PRIMO SÌ 
AL DISEGNO DI LEGGE CHE LO ISTITUISCE
E' in arrivo anche in Italia il Garante nazionale per l'Infanzia, gia' presente in paesi come Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Norvegia, Portogallo, Spagna e Svezia. La Camera ha detto il primo si' al disegno di legge che lo istituisce e che parte da un testo base del governo presentato nel 2008. La nascita della figura del Garante da' attuazione all'articolo 31 della Costituzione nonche' ad una serie di convenzioni ed atti internazionali, fra cui la Convenzione sui diritti del fanciullo di New York e quella europea sull'esercizio dei diritti del fanciullo. FUNZIONI - Il Garante puo' proporre l'adozione di iniziative per assicurare la tutela dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza con particolare riferimento al diritto alla famiglia, all'educazione, all'istruzione, alla salute. Ha poi la competenza di esprimere osservazioni sull'individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni che riguardano i diritti civili e sociali relativi all'infanzia e all'adolescenza. Vigila sul rispetto dei diritti dell'infanzia. Promuove studi e ricerche sui settori di sua competenza. Inoltre segnala alla procura della Repubblica presso il tribunale per i minorenni situazioni di disagio di minori, e alla procura della Repubblica competente abusi che abbiano rilevanza penale o per i quali possano essere adottate iniziative di competenza della procura medesima.
LA NOMINA - L'Autorita' garante e' organo monocratico ed e' scelta tra persone "di notoria indipendenza, di indiscussa moralita' e di specifiche e comprovate professionalita', competenza ed esperienza nel campo dei diritti dei minori", con determinazione adottata d'intesa dai presidenti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. Il Garante dura in carica 4 anni e il suo mandato e' rinnovabile una sola volta. La sua sede e' a Roma.
LE SEGNALAZIONI - Chiunque puo' rivolgersi all'Autorita' garante per la segnalazione di violazioni ovvero di situazioni di rischio di violazione dei diritti dei minori.
I FONDI - Per l'istituzione degli uffici competenti ci sono 750.000 euro per l'anno 2011 e 1.500.000 a decorrere dall'anno 2012. Il Garante potra' guadagnare al massimo 200mila euro all'anno.
Notiziario Minori, 19 marzo 2011
UNICEF: TONNELLATE DI AIUTI AL CONFINE TUNISIA-LIBIA
INVIATE COPERTE, VACCINI, ACQUA: "FAMIGLIE IN FUGA"
Quarantasette tonnellate di aiuti dell'Unicef sono arrivati nella citta' di Ben Guerdane vicino al confine tra Tunisia e Libia. "Mentre sempre piu' famiglie attraversano il confine per fuggire dalla violenza, l'Unicef e i suoi partner stanno intensificando la risposta per soddisfare le loro esigenze umanitarie", spiega Maria-Luisa Fornara, rappresentante Unicef in Tunisia. L'Unicef si sta anche preparando "per una risposta immediata all'interno di Libia, non appena l'accesso sara' consentito e siano migliorate le condizioni di sicurezza". Gli aiuti attualmente disponibili nei pressi del confine comprendono: "Circa 300 pedane igieniche per latrine, che sono attualmente in fase di installazione per migliorare le condizioni igienico-sanitarie al campo; un totale di 10.000 coperte; circa 5.000 kit igienici, quasi 100 kit di sviluppo della prima infanzia, con giocattoli educativi e materiali per disegnare. Sono in oltre disponibili: vaccini, kit di primo soccorso, contenitori di acqua e kit ricreativi". Il campo Choucha al confine libico-tunisino attualmente ospita circa 300 famiglie e 120 bambini, molti dei quali di eta' inferiore ai due anni. Per evitare qualsiasi focolaio di malattia, "il ministero della Salute, in collaborazione con l'Unicef e altri partner in loco, hanno lanciato una campagna per vaccinare i bambini contro le malattie infantili".
Mentre il numero di famiglie in fuga dalla Libia e' ancora relativamente limitato, l'Unicef "continua ad essere preoccupato per la situazione lungo il confine e l'impatto della violenza sul benessere delle donne e dei bambini".
Notizie di bambini e gli adolescenti che stanno prendendo parte alle ostilita' "sono particolarmente allarmanti. L'Unicef esorta tutte le parti a garantire che i diritti dei bambini siano protetti in ogni momento. Nell'ambito del Regional Flash Appeal delle Nazioni Unite, l'Unicef ha lanciato un appello di raccolta fondi per 8,1 milioni di dollari per rispondere ai bisogni immediati di donne e bambini colpiti dalle violenze in Libia. In questa crisi, l'Unicef coordina le attivita' nel settore acqua e servizi igienico-sanitari e collabora nell'ambito della protezione dell'infanzia, della salute e della nutrizione".
L'Unicef comunica che si possono effettuare donazioni tramite: c/c postale 745.000, causale: "Emergenza Nord Africa"; carta di credito online su www.unicef.it, oppure chiamando il numero verde Unicef 800745000; cc bancario Banca Popolare Etica IBAN IT51 R050 1803 2000 0000 0510 051 "Emergenza Nord Africa"; i comitati locali dell'Unicef presenti in tutta Italia (elenco sul sito-web www.unicef.it)".
Notiziario Minori, 19 marzo 2011
IL GIAPPONE DEI BAMBINI: I CONSIGLI DI
TELEFONO AZZURRO PER MEDIARE LE 
DRAMMATICHE NOTIZIE DI QUESTI GIORNI
"Il bilancio della catastrofe naturale che ha travolto il Giappone si aggrava di ora in ora. Non solo. Di giorno in giorno il rischio per le future vittime e la paura dell'emergenza nucleare crescono sempre di piu'. Le notizie sulle ultime esplosioni ed incendi avvenuti nella centrale nucleare di Fukushima, e le immagini di bambini con le mascherine protettive sul viso, risuonano attraverso radio, tv e internet ininterrottamente, turbando profondamente tutti noi. Anche i piu' piccoli, perche' quello che non conoscono crea in loro ansie e paure. Di fronte a queste notizie la paura costituisce una reazione comune: bambini appaiono particolarmente spaventati da notizie riguardanti disastri naturali e guerre, soprattutto qualora la vittima sia rappresentata da un coetaneo". Cosi' Telefono Azzurro, che con i suoi operatori ha deciso di mettersi al servizio della collettivita'.
Afferma Ernesto caffo, presidente di Telefono Azzurro: "Ogni bambino sperimenta durante la sua crescita diverse paure 'fisiologiche' che vengono poi superate col tempo e con l'affetto dei genitori. Oltre a queste ne esistono altre che possono svilupparsi in risposta ad eventi particolarmente drammatici, come quello che sta accadendo in Giappone".
Le manifestazioni piu' evidenti di queste paure sono diverse e possono essere riconosciute. Si tratta di ansia rispetto alla propria incolumita' e a quella dei propri cari, talvolta accompagnata da comportamenti tipici dell'eta' evolutiva, come la richiesta di una maggiore vicinanza e attenzione da parte dei genitori, paura del buio, pipi' a letto e disturbi del sonno. Il bambino puo' reagire anche manifestando ansia da separazione, disturbi della concentrazione, aggressivita', malessere fisico e calo di interesse per le attivita' abituali.
In questi casi, il ruolo dei familiari e' fondamentale. Sulla base dell'esperienza maturata nell'ascolto dei bambini in quasi 24 anni, Telefono Azzurro fornisce alcuni semplici consigli per aiutare gli adulti, in particolare i genitori, a parlare e comprendere i bambini in situazioni come queste.
Tra questi: proteggere il piu' possibile i bambini dall'esposizione a immagini forti e comunque stare accanto a loro quando guardano la televisione o navigano su Internet; trovare il tempo e la tranquillita' necessari per stare insieme, parlare con loro, ascoltare le loro domande su quanto e' successo, anche se ripetitive e insistenti, e rispondere con sincerita'; aiutare i piu' piccoli a capire che cosa e' accaduto, scegliendo parole semplici e utilizzando esempi concreti e comprensibili, vicini al loro mondo; ricordare che i bambini, soprattutto quelli piu' piccoli, hanno bisogno di molte rassicurazioni; evitare di trasmettere loro ansia in relazione ad alcuni pericoli; verificare se abbiano maturato convinzioni errate rispetto a quanto e' accaduto (per esempio, temano un imminente terremoto nella propria citta'), ecca' "Le paure dei bambini non vanno sottovalutate - ricorda Telefono Azzurro -. Possono diventare intense, persistenti e limitare le normali attivita' quotidiane del bambino. Cio' puo' accadere soprattutto se le notizie televisive di questi giorni raggiungono bambini che abbiano vissuto in passato simili esperienze traumatiche (ad esempio un terremoto e rischio nucleare): la notizia televisiva puo' riattivare emozioni e paure." E proprio per aiutare genitori ed insegnanti ad affrontare e gestire queste situazioni, Telefono Azzurro si mette a disposizione di grandi e piccolo attraverso le linee telefoniche 19696 per bambini e adolescenti, 199.151515 per genitori e altri adulti, attive 24 ore su 24 ogni giorno dell'anno.
Per questo, proprio in questi giorni e' in corso la campagna "Alziamo le mani per fermare la violenza sui bambini" , il ricavato servira' per rafforzare il Centro Nazionale di Ascolto di Telefono Azzurro 1.96.96, incrementando cosi' il numero di operatori dedicati alla consulenza e all'accoglienza delle chiamate, per rispondere sempre piu' tempestivamente ed efficacemente alle richieste dei piu' piccoli. Alla campagna e' associato il numero 45504 (In collaborazione con TIM, Vodafone, WIND, 3, CoopVoce, Telecom Italia, Fastweb, Tiscali e TeleTu), attraverso il quale e' possibile effettuare una donazione di 2 euro inviando un SMS o chiamando da rete fissa.
Notiziario Minori, 19 marzo 2011

martedì 15 marzo 2011

IL 20% DEGLI ADOLESCENTI HA CARENZE DI FERRO STUDIO
INRAN NELL'AMBITO DEL PROGETTO EUROPEO HELENA
L'INRAN ha condotto, nell'ambito del progetto europeo HELENA (VI programma quadro UE) ed in collaborazione con gli altri partner, una valutazione della carenza in ferro negli adolescenti europei. " Dai dati dallo studio HELENA - afferma Marika Ferrari, ricercatore INRAN che ha condotto lo studio - e' emerso che il 18% degli adolescenti presenta una riduzione delle riserve di ferro, con una prevalenza significativamente piu' elevata tra le ragazze con il 21%, rispetto ai ragazzi con il 13%. Per quanto riguarda l'Italia, in particolare la citta' di Roma, bassi depositi di ferro sono stati osservati nel 21% delle ragazze e nel 17% dei ragazzi, mentre la carenza conclamata di ferro e' risultata piu' elevata tra le ragazze con il 4% rispetto al 2% dei ragazzi e la comparsa di anemia conseguente alla carenza di ferro e' risultata presente solo nel 2% delle ragazze e in nessun ragazzo." Lo studio, pubblicato su "European Journal of Clinical Nutrition", si basa su un campione di 940 ragazzi, 438 maschi e 502 femmine, tra 12 e 17 anni, provenienti da 10 citta' europee (tra cui Roma) ed evidenzia come la prevalenza di carenza di ferro tra gli adolescenti sia un fenomeno trasversale nei diversi paesi europei.
"Particolare attenzione, dunque - conclude Catherine Leclercq, coordinatore INRAN del progetto HELENA - va posta all'alimentazione delle ragazze adolescenti, gruppo a maggior rischio di carenza. L'apporto di ferro nella loro dieta quotidiana dovrebbe essere adeguato ai loro fabbisogni, dovuti alla crescita e alle perdite mestruali. Il ferro e' presente in tanti alimenti: nei cereali - specie se integrali - , nelle verdure a foglie, nella carne, nel pesce, nei legumi e nella frutta secca oleosa. Il ferro della carne e del pesce e' piu' facile da assorbire, ma non per questo e' indispensabile consumare questi alimenti. Piccoli accorgimenti permettono di migliorare l'assorbimento del ferro presente negli alimenti di origine vegetale. Poiche' la vitamina C trasforma il ferro in una forma piu' disponibile, la spruzzata di limone sulle verdure e l'arancia consumata come tale o come spremuta sono un valido aiuto. L'importante e' limitare al massimo le calorie vuote nella dieta e cioe' gli alimenti che contengono grassi e/o zuccheri, ma non apportano micronutrienti: bibite alcoliche ed analcoliche, dolci, caramelle, etc. ".
Notiziario Minori, 15 marzo 2011
150^ ITALIA, ARCHIVIO STORICO ANSAS  AL
VITTORIANO IN MOSTRA LA STORIA DEL 
PAESE ATTRAVERSO LA SUA ISTRUZIONE
L'archivio storico-documentario dell'Ansas, l'Agenzia nazionale per lo sviluppo dell'autonomia scolastica, approda al Vittoriano, a Roma, dove dopodomani, giovedi' 17 marzo, si aprira' al pubblico la mostra 'Alle radici dell'identita' nazionale', un viaggio nella storia per analizzare e narrare il processo di costruzione dell'identita' culturale italiana.
La mostra vedra' al suo interno un'ampia parte dedicata alla scuola e al ruolo che ha avuto come primo strumento di unificazione nazionale, con un percorso che si articolera' in molteplici tappe che andranno dall'alfabetizzazione di massa agli strumenti didattici utilizzati in classe, dalla manualistica scolastica alla narrativa per l'infanzia, il tutto accompagnato da un gran numero di immagini delle classi scolastiche dell'Ottocento e del Novecento. Molto del materiale in mostra sara' costituito dal patrimonio fotografico-documentario dell'Ansas. L'Agenzia conserva infatti un ricco e particolare patrimonio documentario otto-novecentesco giunto a Firenze da tutte le parti d'Italia in occasione della grande Mostra didattica nazionale del 1925 e poi implementatosi nel corso di quasi un secolo di attivita' dell'istituto fiorentino.
Questa presenza di rilievo alla mostra del Vittoriano rafforza ancora il ruolo dell'Agenzia come centro di documentazione attestandola, insieme all'Archivio per la storia dell'educazione in Italia dell'Universita' Cattolica di Brescia, all'Archivio pedagogico italiano del Novecento di Firenze, al Centro studi Ernesto Codignola e al Centro di documentazione e ricerca sulla storia del libro scolastico dell'Universita' degli studi di Macerata, come uno dei principali luoghi specializzati nella raccolta e nella valorizzazione del materiale documentario e librario di interesse storico-pedagogico.
Notiziario Minori, 15 marzo 2011
ADOLESCENTI, L'ESIBIZIONISMO IN RETE È UNA
DROGA E STAVOLTA FACEBOOK NON C'ENTRA
Spesso i media tradizionali, soprattutto la televisione, intervengono per evidenziare i grandi pericoli di internet: Facebook sarebbe il "male assoluto", perche' bambini e adolescenti potrebbero conoscere adulti malintenzionati, maniaci sessuali e quant'altro.
Difficilmente si parla invece di quanti tra loro cercano facili guadagni sfruttando i meccanismi della rete. Facebook in questo caso non c'entra affatto perche' giovani e giovanissime hanno altri canali per la comunicazione: Badoo e Netlog sono ad esempio social network popolari, tuttavia non mancano le piattaforme italiane precedenti a Facebook.
Non e' un fenomeno prettamente femminile, sebbene la percentuale di ragazzi sia inferiore. Il metodo e' semplice: si pubblicano degli aggiornamenti in cui ci si propone per "incontri" via webcam in cambio di ricariche telefoniche oppure accrediti su PayPal e carte di credito a consumo. Alcuni propongono persino un'anteprima gratuita. Gli incontri dal vivo sono rari, pochi quelli disposti ad andare oltre la prestazione virtuale. Un'attenuante affatto consolatoria, ne' garante dell'anonimato (di chi si mostra). Tra un compito di scuola e l'altro, uno strip e qualche euro per comprare le sigarette o fare un aperitivo. A un'eta' cui sarebbero vietati entrambi i vizi.
La legge italiana proibisce l'accesso incontrollato ai social network al di sotto dei 13 anni, Badoo richiede la maggiore eta' e Netlog almeno 15 anni. Restrizioni inutili, perche' mentire e' semplice quanto un clic: pochissimi genitori predispongono dei filtri a computer e internet perche' queste attivita' siano inibite ai propri figli. I dati, da questo punto di vista, fanno riflettere: come abbiamo visto ieri sarebbero ben 3,6 milioni i bambini che avrebbero mentito sulla propria eta' per iscriversi a Facebook.
Notiziario Minori, 15 marzo 2011
SONO OLTRE 3 MILIONI GLI UNDER 13  ISCRITTI
A FACEBOOK MENTONO SULLA LORO ETÀ
PER ISCRIVERSI AL SOCIAL NETWORK
Il Children's Online Privacy Protection Act (COPPA) e' una legge federale USA del 1998 con il quale si stabilisce nei tredici anni d'eta' il limite minimo per l'iscrizione delle persone a siti del genere dei social network. Tale limite e' applicato anche in Italia, com'e' possibile leggere tra le condizioni d'uso di Facebook nella nostra lingua. Secondo quanto riporta ComScore (via NY Times) sarebbero 3,6 milioni gli account creati su Facebook (ovviamente preso come principale esempio di social network) da persone con dodici anni d'eta', o ancora meno.
Danah Boyd di Microsoft riporta inoltre un altro dato significativo, quello secondo il quale tra questi 3,6 milioni ci sarebbe una vasta quantita' di bambini "incoraggiati" dai propri genitori a mentire sulla propria eta' al fine di iscriversi al social network, mentre un'altra buona parte delle persone nemmeno conoscerebbe il limite imposto.
Notiziario Minori, 15 marzo 2011
NON SOLO CELIACHIA, C'È ANCHE LA "GLUTEN 
SENSITIVITY" IPERSENSIBILITÀ CON GLI STESSI
SINTOMI SENZA REAZIONI AUTOIMMUNI
Fino a pochi anni fa la quasi totalita' del mondo scientifico che si occupava di gastroenterologia era convinta che il glutine avesse effetti negativi solo nella malattia celiaca. Pertanto, accadeva che se una persona lamentava problemi addominali, meteorismo, diarrea, ecc..., ma i valori delle transglutaminasi erano negativi e i villi integri, gli veniva detto che non era celiaca e che poteva continuare ad assumere glutine senza problema. Quindi, al di fuori di un quadro clinico chiaro di Celiachia, il glutine veniva considerato assolutamente sicuro. Ma sembra che le cose non stiano proprio in questi termini. Negli ultimi anni si sta infatti assistendo a numerose ricerche volte a considerare la tossicita' del glutine anche in soggetti non celiaci. In poche parole una vera e propria intolleranza al glutine, diversa dalla Celiachia. In realta', sarebbe piu' corretto chiamarla "ipersensibilita' al glutine" o Gluten Sensitivity (GS), come la chiamano i ricercatori.
Uno studio e' stato effettuato dalla sezione Biotecnologia e Biologia molecolare del Dipartimento di Medicina sperimentale della Seconda Universita' degli Studi di Napoli, in collaborazione con il Center for Vascular and Inflammatory Diseases, University of Maryland School of Medicine, Baltimore, Md., USA, l'Istituto di Scienze Alimentari, CNR di Avellino e la Division of Allergy and Clinical Immunology, Johns Hopkins University School of Medicine, Baltimore, Md., USA. Lo studio ha preso in considerazione soggetti sani (gruppo di controllo), celiaci diagnosticati e soggetti con sensibilita' al glutine, cercando di capire quali meccanismi differenziano le condizioni cliniche di questi due ultimi gruppi. I risultati hanno mostrato che la Malattia Celiaca e la Gluten Sensitivity non solo sono diverse per l'eziologia genetica, ma anche per il tipo di risposta immunitaria (aumento della produzione della interleuchina IL-17 nei pazienti celiaci ma non in quelli con alta sensibilita' al glutine). Al di la' dell'innegabile interesse del risultato di questa ricerca, preme sottolineare che si sta facendo strada nel mondo medico la possibilita' di una condizione patologica scatenata dal glutine in soggetti non celiaci. La Gluten Sensitivity, appunto.
Che la gliadina fosse una frazione tossica del glutine era gia' noto. Ma l'idea di base era che lo fosse solo per i celiaci. La direzione che gli studi recenti stanno prendendo e' invece logicamente ribaltata; la gliadina e' tossica per tutti, ma la maggior parte delle persone sviluppa una tolleranza, un meccanismo di protezione che mette al riparo le cellule intestinali (e i villi) dall'azione tossica di questo composto proteico. Altri soggetti, invece, perdono (o non sviluppano) questa tolleranza e in alcuni casi la condizione evolve in Malattia Celiaca, mentre in altri vi sarebbe comunque una reazione, come accadrebbe per i soggetti sensibili al glutine, anche se del tutto diversa da quella celiaca e meno coinvolgente per il sistema immunitario.
Secondo un articolo della dottoressa Anna Sapone, pubblicato su Celiachia Notizie di Luglio 2010(il notiziario in formato cartaceo dell'AIC), i pazienti affetti da GS avrebbero un leggero aumento dei linfociti intraepiteliali (non netto come nel caso dei celiaci) ma con villi assolutamente normali. Inoltre, in alcuni casi, sarebbero positivi ai soli anticorpi IgA/IgG AntiGliadina, ma negativi agli altri markers (EMA e TtG). I sintomi pero' sarebbero quasi sempre legati a gonfiore addominale, diarrea, calo di peso, crampi e dolori articolari.
Spesso sono diagnosticati con la sindrome del colon irritabile.
Notiziario Minori, 15 marzo 2011
GRAN BRETAGNA, RECORD TRISTISSIMO: ALCOLISTA A 3
ANNI È FINITO IN OSPEDALE PER ESSERE DISINTOSSICATO
Un bambino inglese di appena 3 anni e' entrato nel guinness del piu' triste dei primati: quello di piu' giovane alcolista di sempre. Il piccolo, a cui e' stata diagnosticata una crisi di astinenza da alcol, e' finito in ospedale per essere disintossicato. I medici si sono cosi' trovati davanti ad un paziente con tutti i sintomi dell'alcolismo, e sono stati costretti ad inserirlo nel gruppo di 13 minori al di sotto dei 12 anni, a cui sia stata diagnosticata la dipendenza dall'alcol tra il 2008 e il 2010.
Il fenomeno dell'alcolismo in Gran Bretagna e' vastissimo, e la gravita' del problema e' proprio evidenziata dall'eta', sempre decrescente, degli individui affetti da patologie collegate a questa dipendenza cosi' nefasta.
Notiziario Minori, 15 marzo 2011
GIAPPONE, SAVE THE CHILDREN: 70MILA BIMBI SFOLLATI
APPELLO PER RACCOGLIERE 5 MILIONI DI DOLLARI
"Siamo estremamente preoccupati per gli almeno 70mila bambini sfollati a causa del terremoto e dello tsunami. Moltissimi hanno perso le loro case e sono stati costretti a rifugiarsi in posti insicuri e disagiati come i centri di evacuazione che potrebbero indurre in loro ulteriore ansia e paura. C'e' poi il rischio che un certo numero di bambini sia rimasto separato dai propri genitori e familiari".
Cosi' in una nota Stephen McDonald, coordinatore dell'intervento di emergenza di Save the Children.
"E' fondamentale provvedere subito a un supporto sia per i bambini che per i genitori, per aiutarli a fare fronte al devastante impatto del terremoto. Save the Children ha gia' inviato un team a Sendai - l'area piu' colpita - stabilendovi una base operativa". Inoltre un altro team dell'ong e' dispiegato lungo la strada da Tokyo a Sendai per organizzare e allestire delle 'aree sicure' per i bambini, degli spazi dove possano giocare e divagarsi, permettendo ai genitori di registrarsi per ottenere gli aiuti e l'assistenza d'emergenza. Save the Children, inoltre, avviera' anche delle attivita' di ricongiungimento dei minori rimasti soli e separati dai genitori. Per supportare l'immediato intervento di emergenza l'organizzazione internazionale lancia un appello per la raccolta di 5 milioni di dollari.
Notiziario Minori, 15 marzo 2011
GIAPPONE, UNICEF: PRONTI AD AIUTARE UN POPOLO
GENEROSO "LORO LO HANNO FATTO CON TANTE PERSONE"
"Mentre il mondo si unisce nel sostegno al popolo giapponese, noi dell'Unicef esprimiamo le nostre sentite condoglianze per le tragiche perdite di vita provocate dal terremoto e dallo tsunami". Lo ha dichiarato il direttore generale dell'Unicef Anthony Lake. "Questa doppia catastrofe- continua la nota- ha lasciato il paese ed i suoi amici storditi e in lutto, e le nuove minacce causate dal sisma e le sue conseguenze sono fonte di estrema preoccupazione per tutti noi. Come in tutte le emergenze di portata devastante, i bambini sono i piu' vulnerabili. Lavorando in stretta collaborazione con il Comitato Giappone per l'Unicef, abbiamo offerto il nostro sostegno per proteggere i bambini colpiti da questa catastrofe e per fornire servizi necessari nei giorni a venire".
Il direttore generale ha poi concluso: "I nostri pensieri e le nostre preghiere sono per il popolo del Giappone, uno dei paesi piu' generosi del mondo. Siamo pronti ad aiutare loro, cosi' come loro hanno aiutato tante altre persone, in questi giorni di estremo bisogno".
Notiziario Minori, 15 marzo 2011
A BOLOGNA "L'ISOLA CHE C'È", SITO 
ABBATTI-BARRIERE DA PROVINCIA E AICS
PORTALE ACCESSIBILE ANCHE AI NON VEDENTI
Provincia di Bologna e Aics insieme per dare un punto di riferimento alle persone con disabilita' fisica o mentale. Con un sito (http://www.isolachece.eu), che si propone come una banca dati online totalmente gratuita e sempre aggiornata. Una bacheca che mette a disposizione degli utenti tutte le informazioni relative a attivita' ricreative, sportive e culturali del territorio. "Con tante associazioni coinvolte- spiega Matilde Mariotto dell'Aics- che insieme possono crescere e farsi conoscere. Entrando in contatto e costruendo qualcosa di importante per i disabili. E' per questo che e' nato il progetto 'L'Isola che c'e''. Un sito che rispetta gli standard di accessibilita' e, in maniera molto semplice, tramite il programma screen reader puo' anche essere utilizzato dai non vedenti". Secondo Elena Costa del Pd, "questo progetto rappresenta un valore aggiunto per tutti. Fare insieme per fare meglio. Ma in futuro occorrera' tirare le somme, fare un bilancio. Ci rivedremo per capire se il servizio risponde alle caratteristiche degli utenti- dice nel corso della commissione di oggi a Palazzo Malvezzi- ma anche per valutare se ci sono cose che possono essere migliorate".
Notiziario Minori, 15 marzo 2011
ROBOTICA E NUOVE TECNOLOGIE ATTRAGGONO SEMPRE
STUDENTI E I DIPLOMATI TROVANO FACILMENTE LAVORO
Robotica e nuove tecnologie attraggono sempre di piu' gli studenti tanto da far crescere le iscrizioni in alcuni istituti tecnici italiani, ma crollano gli investimenti pubblici e per poter far fronte alle spese gli istituti si autotassano o si rivolgono alle fondazioni bancarie. Dal Piemonte all'Abruzzo, e' il paradosso raccontato da alcune voci dei partecipanti al RomeCup 2011, Trofeo internazionale Citta' di Roma di Robotica, promosso dalla Fondazione Mondo Digitale e in corso a Roma a cui partecipano diverse scuole italiane, alcune universita' e aziende che lavorano nel settore. Dall'Itis Vallauri di Fossano, in provincia di Cuneo, all'istituto Alessandro Volta di Pescara, presenti alla manifestazione con due stand, la storia e' la stessa. Nell'ultimo anno c'e' stato un incremento delle iscrizioni, oltre il 30% rispetto all'anno precedente, ma al contempo i fondi provenienti dallo Stato sono calati in maniera considerevole. A parlarne, tra soddisfazione per il lavoro fatto e amarezza, sono i docenti che hanno accompagnato i ragazzi alla manifestazione per confrontarsi con le altre esperienze e a presentare i propri progetti di robotica. "Quest'anno abbiamo incrementato le iscrizioni del 36% - spiega Antonio Briatore, insegnante di Meccanica e Macchine all'Itis Vallauri di Fossano -. Questo significa per noi che almeno sul nostro territorio qualche famiglia ha cominciato a reinvestire negli istituti tecnici". L'istituto di Fossano oggi ha 1.200 alunni e 150 insegnanti. Ci sono ben 26 laboratori e i costi da sostenere sono tali da dover andare a cercarli altrove. "Il ministero non manda piu' soldi - spiega Mario Freni, direttore amministrativo dell'istituto - e ci rivolgiamo alle fondazioni bancarie, con bandi a progetto. Andiamo avanti partecipando a tutti i bandi, con buoni risultati. Nel 2010 l'apporto esterno e' pari di 100mila euro, quello del ministero circa 40mila". E le differenze rispetto al passato si sentono. "Nel '92 avevamo 10 milioni di lire a classe, nel 2010 abbiamo mille euro a classe.
Nel '92 a parita' numerica di alunni avevamo 300milioni, nel 2010 48mila euro. Tutto questo mentre negli ultimi due anni sono cresciute le iscrizioni alle prime. L'anno prossimo in prima entreranno 373 allievi su 270 dell'anno precedente".
A diversi chilometri di distanza la situazione non e' poi cosi' diversa. A raccontarla e' Renzo Delle Monache, docente di sistemi e automazione all'Itis Alessandro Volta di Pescara, presente al RomeCup con un proprio progetto di robotica a pochi passi dallo stand dell'istituto di Fossano. Nell'Itis di Pescara, per far partecipare i ragazzi ai concorsi e per rifornire di alcune attrezzature i laboratori, gli stessi professori hanno deciso di autotassarsi. "Noi andiamo avanti con i sacrifici dei docenti - racconta Delle Monache -. Per poter acquisire quattro kit di robot di 300 euro ciascuno abbiamo attinto a fondi d'istituto, significa che i docenti hanno fatto dei piccoli sacrifici e alcune ore di supplenza non verranno pagate". Anche a Pescara scarseggiano i fondi. "Sono diminuiti tantissimo, specialmente nell'ultimo anno. Sono diminuiti addirittura i soldi per pagare le supplenze dovute all'accorpamento delle cattedre. Nel nostro capitolato quest'anno mancano 250mila euro. Non ci arrivano piu' dalla direzione generale, prima invece arrivavano". L'istituto oggi conta 1.100 iscritti, ma anche in questo caso i nuovi studenti stanno aumentando. "Le iscrizioni sono aumentate del 30% - racconta Delle Monache -, gli iscritti alle prime sono passati da 200 a 270 con una netta inversione rispetto ai licei che fino all'anno scorso avevano il predominio".
Eppure, nonostante le difficolta' economiche, i risultati ci sono. L'istituto di Fossano ha vinto gia' diverse edizioni della Gara nazionale di meccanica e elettronica. Nel 2006 ha vinto il primo premio nella categoria meccanica e nel 2010 si e' aggiudicato entrambe le categorie. Anche l'istituto di Pescara e' sulla strada del successo, passando le semifinali a Vicenza e partecipando alle prossime gare nazionali di Catania. Ma tra i risultati non ci sono solo quelli in gara. Quello piu' significativo e' il successo dovuto alla preparazione che l'istituto riesce a dare ai suoi alunni e la possibilita' che le aziende scommettano su di loro. "A Fossano facciamo un'indagine sui nostri diplomati ogni due anni - racconta Briatore - e quindi abbiamo sempre idea di dove sono finiti, quali attivita' svolgono, coerenti o meno con il diploma. Per i corsi di periti meccanici, elettrotecnici e informatici, siamo oltre il 67% di persone che trovano un lavoro coerentemente col suo diploma".
Successo riscontrato anche a Pescara. "Abbiamo un ottimo rapporto con le aziende - spiega Delle Monache -. Riusciamo a far fare stage ad una trentina di ragazzi per specializzazione ogni anno.
Dalla meccanica all'elettrotecnica. Molti ragazzi poi vengono richiamati perche' fanno degli ottimi progetti".
Notiziario Minori, 15 marzo 2011
ROMA, BIMBO LASCIATO SUL BUS: L'ATAC 
LO FA RITROVARE AUTISTA  HA CONTATTATO
SUBITO CENTRO CONTROLLO
Disavventura a lieto fine per un ragazzino di 11 anni lasciato solo sulla linea 309 che ha potuto riabbracciare il padre grazie alla pronta segnalazione dell'autista del bus. E' accaduto stamani, alle 7.20 quando la madre del bambino e' scesa alla fermata senza rendersi conto di aver lasciato il figlio solo a bordo della vettura. Lo rende noto con un comunicato Roma servizi per la Mobilita'.
Accortosi di essere rimasto senza genitore, il giovane e' sceso alla fermata successiva di via Igino Giordani palesemente impaurito e in lacrime, continua la nota. L'autista, accortosi della situazione, ha immediatamente contattato il centro controllo dell'Atac che ha inviato sul posto due ispettori i quali, grazie alla descrizione fornita dall'autista, hanno rintracciato il ragazzino e hanno chiamato i Carabinieri, che dopo averlo preso in consegna, hanno rintracciato il padre e glielo hanno consegnato.
Anche la madre, accortasi d'aver lasciato il ragazzino sul bus, si era messa in contatto con Atac che le ha confermato d'averlo rintracciato.
Notiziario Minori, 15 marzo 2011
A BOLOGNA 'YOUNGABOUT', IL CINEMA  FATTO
DAI RAGAZZI TRATTATI TEMI  INQUINAMENTO,
BULLISMO, ESCLUSIONE SOCIALE
Un festival dedicato al cinema contemporaneo per ragazzi. A Bologna, da lunedi' al 19 marzo, va in scena la quinta edizione di 'Youngabout internazional film festival', manifestazione dedicata al cinema contemporaneo per ragazzi e che quest'anno portera' in sala temi come l'inquinamento, il bullismo, l'esclusione sociale e il dialogo interculturale. L'edizione 2011 prevede in concorso tre sezioni: una dedicata ai lungometraggi, con il meglio della produzione internazionale; una ai corti e una ai medio-metraggi.
Il festival e' organizzato dall'associazione culturale 'Gli anni in tasca' in collaborazione con il Comune di Bologna e altri enti del territorio. Per Doriana Bortolini, responsabile ufficio giovani del Comune "il festival, in questo momento di crisi, e' un evento eccezionale che dimostra una grande capacita' di crescita e creativita' dei giovani a fronte di fondi molto bassi.
È importante che anche le istituzioni sostengano questi progetti".
Tra i corti della sezione scolastica, uno in particolare tratta il tema della diversita' culturale. Si chiama 'Nei panni degli altri ed e' realizzato dai ragazzi delle scuole superiori di Novellara, in provincia di Reggio Emilia. Il video racconta la storia dell'arrivo in classe di un nuovo compagno straniero: inizialmente tutti lo guardano con diffidenza, poi, l'alunno piu' disinvolto della classe si addormenta e sogna di essere circondato da coetanei di altri paesi' La situazione si ribalta nel finale e al risveglio il ragazzo comprende cosa sta provando il compagno straniero.
Notiziario Minori, 15 marzo 2011

venerdì 11 marzo 2011

GARIBALDI, FALCONE... L'ITALIA DEGLI STUDENTI
STRANIERI SONDAGGIO FRA I 16-18ENNI NEL
NOSTRO PAESE CON INTERCULTURA
Il 74% di loro e' a conoscenza delle celebrazioni per i 150 anni dell'Unita' d'Italia, il 54% conosce 'Fratelli d'Italia' e il 30% identifica per antonomasia Giuseppe Garibaldi con il nostro Risorgimento. E' l'esercito di studenti stranieri, dai 16 ai 18 anni, accolti gratuitamente da una famiglia italiana, che studiano nel nostro Paese grazie ad Intercultura, la onlus che dal 1955 promuove i programmi di studio all'estero in oltre 60 paesi. Quest'anno, ospiti nei 135 Centri locali gestiti dai volontari dell'associazione, sono quasi 800 ragazzi. Un novantina di loro hanno risposto a un questionario sulla loro esperienza di studio e di vita in Italia. Con una serie di quesiti dedicati anche ai festeggiamenti dell'Italia Unita. 17 MARZO, UNA FESTA CONOSCIUTA - Il 74% degli intervistati sa dell'appuntamento del 17 marzo, il 26% lo ignora. I piu' hanno saputo della festa (39% dei casi) dalla famiglia ospitante, il 26% dai mezzi d'informazione (giornali e tv) e il 10% dalla scuola. "Questo dato e' la conferma- spiega Raffaele Pirola, responsabile della comunicazione di Intercultura- del ruolo centrale che la famiglia ospitante riveste nella formazione di questi ragazzi".
L'EROE DEL RISORGIMENTO? GARIBALDI... MA ANCHE FALCONE - Chi e' l'eroe del Risorgimento? Quasi uno studente straniero su 3 indica Giuseppe Garibaldi, perche' e' l'eroe dei due mondi. Il 3,5% dei ragazzi vota invece per Giuseppe Mazzini, mentre il 2,5% ricorda Cavour o Vittorio Emanuele II. C'e' anche chi si confonde con il Rinascimento (e cita Leonardo, Machiavelli, Brunelleschi, Michelangelo) e chi mette fra gli eori dell'Italia Unita, non per errore storico ma per rilievo simbolico, il giudice Falcone.
Infine ben il 54% degli studenti conosce l'inno di Mameli e sa citarne almeno la prima strofa. ITALIANI: UNITI SÌ, MA SEPARATI IN CASA - L'Italia e' si' una sola nazione, ma resta nettamente separata tra Nord e Sud: e' la percezione della stragrande maggioranza (il 76,5%) degli studenti stranieri che stanno trascorrendo un anno nostro paese con Intercultura. La differenza e' talmente marcata che ben 1 su 4 di questi studenti (75%) dice di sentirsi un cittadino del Nord, del Centro o del Sud a seconda di dove risiede. Solo il 24% afferma di considerarsi un cittadino italiano. Le differenze tra settentrione e meridione si cristallizzano nei soliti luoghi comuni: i ritmi frenetici, la freddezza, il lavoro e la ricchezza concentrati al Nord messi in antitesi alla tranquillita' e al calore delle persone del Sud. Ma i ragazzi vanno oltre: interrogati sugli elementi di unione sanno indicare non solo quelli scontati (la passione per il calcio, il patrimonio artistico e culturale, la lingua, l'amore per il cibo), ma anche e soprattutto i buoni sentimenti che scaturiscono dal cuore degli italiani, come il forte senso della famiglia e la solidarieta'.
TRA STEREOTIPI E SCOPERTE, L'ITALIA VISTA CON OCCHI STRANIERI - Credevano di trovare la mafia e invece hanno scoperto Roberto Saviano. Giunti in Italia con una valigia piena di pregiudizi sugli aspetti negativi della nostra nazione che identificavano con la mafia, la criminalita', il rumore, la sporcizia, il razzismo, la disorganizzazione, la superficialita', il maschilismo, gli studenti stranieri si rendono ora conto che l'Italia non e' solo cosi'. Dopo i loro primi 5-6 mesi di permanenza dimostrano di essere in grado di elaborare una propria personale percezione del nostro Paese che viene identificato con l'universo familiare che li ospita in tutta la sua solarita'.
Infine alla domanda sul loro scrittore italiano preferito, la maggior parte risponde Dante (39%), Manzoni (7%) o Boccaccio, ma uno su cinque stupisce citando da Saviano a Umberto Eco, intellettuali di riferimento della societa' civile. Amatissimi sono anche Roberto Benigni e Fabrizio De Andre'.
Notiziario Minori, 11 marzo 2011
LA PRIMA SIGARETTA A 15 ANNI, PER SEGUIRE GLI AMICI
LA CAMPAGNA ITINERANTE MOIGE-'SIPPS': NO AL FUMO
Partira' domani dalla Regione Lazio la seconda edizione di "Alessio e Sara in tour per la prevenzione al fumo minorile!", la campagna itinerante realizzata dal Moige - Movimento genitori con il patrocinio scientifico della Sipps - Societa' italiana di pediatria preventiva e sociale, che gia' lo scorso anno ha portato in 6 regioni italiane il suo programma di sensibilizzazione e informazione per la lotta al fumo minorile. I dati piu' recenti a disposizione sono quelli dell'indagine condotta dalla Doxa per l'Istituto superiore di sanita', secondo cui in Italia, nel 2010, fuma il 21,7% delle persone di 15 anni e piu', corrispondenti a circa 11,1 milioni di cittadini italiani. Di questi, il 23,9% sono uomini (5,9 milioni) e il 19,7% donne (5,2 milioni).
Secondo il Moige, "l'eta' media in cui i giovanissimi di eta' compresa tra 15 e 24 anni iniziano a fumare e' 15 anni, sebbene oltre il 34 % dei ragazzi intervistati ha dichiarato di aver iniziato prima, mentre il 50 % nella fascia di eta' 15-17 anni".
I dati sono allarmanti, "indicando che piu' di 8 giovani su 10 (85,3 %) under 24 iniziano a fumare prima del diciottesimo anno di eta'". Grave anche la quantita' di sigarette consumate: quasi il 13% dei minorenni ne fuma meno di 15 al giorno, mentre il 7,9% si spinge fino a 24 e c'e' un 1,3% che consuma oltre le 25 sigarette giornaliere.
Interessanti i dati sulle ragioni che spingono i minori ad avvicinarsi al fumo: 7 intervistati su 10 (73%) appartenenti alla classe di eta' 15-24 anni hanno dichiarato che la principale motivazione per cui hanno iniziato a fumare e' stata l'influenza esercitata dagli amici o il fatto che i propri amici gia' fumavano.
Notiziario Minori, 11 marzo 2011
SEDENTARI E BEVONO TROPPO, GIOVANI A 
RISCHIO RAPPORTO OSSERVASALUTE 2010
L'Italia e' un paese 'ancora in salute', ma 'e' grassa, vecchia e pigra'. Colpa dei 'cattivi comportamenti' e degli stili di vita sbagliati. È quanto emerge dall'ottava edizione del Rapporto Osservasalute (2010), presentato a Roma all'Universita' Cattolica. Secondo il rapporto mettono a rischio la salute, o comunque ne compromettono la qualita', i cattivi comportamenti (in fatto di alimentazione, sedentarieta' e consumo di alcol in eccesso soprattutto tra i giovani). Queste abitudini sbagliate, oltretutto, sembrano divenute 'normali' (e accettate per tali). 'Difficolta'' anche sulla salute delle donne. Secondo il rapporto, infatti 'ha smesso di crescere l'aspettativa di vita' delle donne: 'negli ultimi 5 anni e' aumentata di appena tre mesi (da 84 anni nel 2006 a 84,1 anni nel 2009, 84,3 nel 2010), mentre per gli uomini e' aumentata di sette mesi nello stesso arco di tempo (da 78,4 anni nel 2006 a 78,9 anni nel 2009, 79,1 nel 2010)'.
Comportamenti a rischio tra le donne, ma anche tra gli uomini, sono legati al consumo di alcol: 'sono infatti aumentate le donne adulte (19-64 anni) con consumi di alcol a rischio (si ritengono a rischio le donne che eccedono il consumo di 20 grammi di alcol al giorno, 1-2 Unita' Alcoliche), la prevalenza e' passata dall'1,6% nel 2006 al 4,9% nel 2008'. 'Ma i problemi di salute degli italiani non dipendono solo dalla loro cattiva volonta' che li porta a essere sedentari e poco inclini a corretti stili di vita- ha spiegato il professor Walter Ricciardi, direttore dell'Istituto di Igiene della Facolta' di Medicina e Chirurgia dell'Universita' Cattolica di Roma- bensi' anche dal deteriorarsi, soprattutto nelle regioni in difficolta' sul piano economico (soprattutto al Sud), di interventi adeguati per mancanza di investimenti nella prevenzione. A cio' si aggiunge il problema della chiusura degli ospedali'.
'In dieci anni di federalismo sanitario, con la sanita' ormai trasferita interamente alle regioni, il problema e' che quelle deboli corrono il rischio di essere travolte, la sanita' rischia cioe' di essere l'elemento dirompente della Regione in toto', ha aggiunto Ricciardi.
Il Rapporto e' frutto del lavoro di 203 esperti di sanita' pubblica, clinici, demografi, epidemiologi, matematici, statistici e economisti distribuiti su tutto il territorio italiano.
Tre regioni da sole (Lazio, Campania e Sicilia) hanno generato il 69% dei disavanzi accumulati dal Servizio sanitario nazionale nel periodo 2001-2009. In termini pro capite, 'disavanzi molto significativi si sono generati anche in Molise, Valle d'Aosta, Abruzzo e Sardegna. Solo nel Centro-Nord le regioni (tranne appunto Valle d'Aosta, nonche' Piemonte, PA di Trento, Liguria e, nel 2009, Veneto) da alcuni anni chiudono i conti in sostanziale equilibrio'.
CRESCE ANCHE LA FECONDITÀ - Il tasso di fecondita' totale (Tft) si attesta, nel 2008, su un valore inferiore al livello di sostituzione (ossia quello, circa 2,1 figli per donna, che garantirebbe il ricambio generazionale) che e' pari a 1,4 figli per donna in eta' feconda. Tale ripresa e' imputabile sia alla crescita (specie nel Centro-Nord) dei livelli di fecondita' delle over 30 anni che all'apporto delle donne straniere. Studi dimostrano che l'aumento del Tft registrato tra il 2001 e il 2006 e' dovuto, in pari misura, alla crescita della fecondita' delle donne con cittadinanza italiana e a quella delle cittadine straniere. Nel 2008 i valori del Tft piu' elevati si registrano nelle Province Autonome del Trentino-Alto Adige e alla Valle d'Aosta, dove tale indicatore raggiunge il valore di circa 1,6 figli per donna. Le regioni dove si registra un Tft particolarmente basso (ossia inferiore a 1,2 figli per donna in eta' feconda) sono Sardegna e Molise.
QUALCHE SPORTIVO IN PIÙ MA CONTINUA A VINCERE LA PIGRIZIA - Rispetto al Rapporto Osservasalute 2009 si registra un leggero incremento della quota di persone che svolgono solo qualche attivita' fisica e una conseguente riduzione nella quota di sedentari. Nel 2008 il 21,6% della popolazione di 3 anni e oltre pratica uno o piu' sport con continuita', poco piu' di un italiano su cinque (era il 20,6% nel precedente Rapporto) mentre il 9,7% lo pratica in modo saltuario. Le persone che dichiarano di svolgere qualche attivita' fisica (come fare passeggiate per almeno 2 chilometri, nuotare o andare in bicicletta), sono il 27,7%. La quota di sedentari e' pari al 40,2%. Come negli anni precedenti si vede che nelle regioni meridionali si fa meno sport in maniera continuativa - in Sicilia lo pratica solo il 13,8%, in Campania il 15,1% e in Puglia il 15,8% - rispetto alle regioni settentrionali (Trentino-Alto Adige 33,5%) e centrali (Lazio 23,2%). Verosimilmente, l'analisi territoriale mostra come la sedentarieta' aumenti man mano che si scende da Nord verso Sud, in particolare in Campania (53,9%), Calabria (54,6%) e Sicilia (61,8%) dove oltre la meta' delle persone dichiara di non praticare nessuno sport.
LA DIETA MEDITERRANEA, UNA TRADIZIONE DA RICONQUISTARE - Aumentano di pochissimo i consumi di frutta e verdura degli italiani, nel 2008 solo il 5,7% delle persone (poco piu' di cinque su 100) mangia le cinque porzioni raccomandate al di', con un +0,1% rispetto al 2007. Si noti che per il 2008, nelle regioni dove e' piu' diffusa l'abitudine di pranzare fuori casa (a mensa e al ristorante, sono soprattutto le regioni del Nord e il Lazio) si registra una percentuale piu' elevata di persone che dichiarano di mangiare 5 e piu' porzioni al giorno di ortaggi, verdura e frutta. L'evoluzione dei consumi alimentari ha messo in evidenza il ruolo della mensa come luogo di consumo dei pasti in relazione all'assunzione giornaliera di verdura, ortaggi e frutta. Le tendenze degli italiani a tavola non sono proprio virtuose, pur con qualche marginale segno di miglioramento: negli anni 2001-2009, i consumi degli italiani risultano molto lontani da una dieta equilibrata, che richiederebbe soprattutto l'incremento del consumo di vegetali e la riduzione del consumo delle fonti di grassi, di zuccheri semplici e delle bevande alcoliche. Si riscontra la diminuzione nei consumi di alcune fonti di grassi (salumi e formaggi), ma anche del consumo di latte e patate. Troppo esiguo inoltre il consumo di cereali (pane, pasta e riso), visto che una dieta equilibrata prevede che i carboidrati ammontino a circa l'84% del fabbisogno medio giornaliero. Inoltre si osserva un aumento delle persone che consumano dolci in quantita' moderata, mentre risulta fortemente crescente il consumo di snack salati. Si osserva anche l'aumento del consumo di bevande gassate.
CONSUMO DI ALCOL - I giovani si imitano anche nelle cattive abitudini, infatti dal Rapporto emerge che le ragazze si stanno accostando alle abitudini meno salutari dei ragazzi loro coetanei: si osserva per le giovani di 18-24 anni la crescita del consumo di alcolici fuori pasto e alcolici diversi da birra e vino e di alimenti proteici. Quanto all'alcol, i non consumatori risultano pari al 29,4% della popolazione (dati 2008), dato rimasto stabile rispetto al 2007 in tutte le regioni ad eccezione di Molise e Campania dove si registra un incremento statisticamente significativo dei non consumatori (Molise +4,5 punti percentuali; Campania +2,9 punti percentuali). La prevalenza di consumatori a rischio raggiunge, nel 2008, il 25,4% per gli uomini e il 7,0% per le donne. Non si evidenziano differenze statisticamente significative rispetto al 2007 tra gli uomini, mentre si registra una riduzione complessiva, a livello nazionale, di 0,8 punti percentuali tra le donne e a livello regionale in Piemonte (-3,2 punti percentuali) e nelle Marche (-3,8 punti percentuali). La prevalenza di consumatori a rischio 11-18enni raggiunge, nel 2008, il 18,0% per il genere maschile e l'11,4% per quello femminile e a livello regionale non si registrano differenze statisticamente significative rispetto al 2007. Il dato piu' elevato, rispetto alla media nazionale, si registra, per entrambi i generi, nella Provincia Autonoma di Bolzano (M = 33,2%; F = 33,2%).
Notiziario Minori, 11 marzo 2011
RAVENNA, ECCO LA PRIMA AULA ECO PENSATA DAI 
BAMBINI 2,4 MLN INVESTITI, IL PAESE SI CHIAMA CLASSE...
E' "bio", cioe' costruita coi metodi ecologici e pure innovativa nella didattica, visto che sara' la prima ad avere aule con gli alunni disposti a cerchio, come bambini e insegnanti hanno voluto e progettato. La scuola di nuova generazione e' a Classe, nel ravennate, e sara' inaugurata sabato prossimo dal sindaco della citta' bizantina, Fabrizio Matteucci. Il Comune, infatti, ha speso 2,4 milioni di euro per rinnovare la vecchia struttura e oggi il nuovo polo dispone di 14 spazi, di cui 10 aule per la didattica e quattro laboratori destinati alle elementari e tre sezioni per la materna che potra' ospitare fino a 84 bambini. La struttura portante e' tutta in legno, l'impiantistica a basso consumo energetico e fornita di pannelli fotovoltaici per l'energia. Altro elemento all'avanguardia e' il fatto che gli arredi e la loro disposizione sono frutto della progettazione elaborata proprio dai bambini e dalle loro insegnanti.
Notiziario Minori, 11 marzo 2011
RADIOTERAPIA, UNA FIABA INVECE 
DELL'ANESTESIA I BAMBINI SI TRANQUILLIZZANO
E   COLLABORANO CON I TECNICI
Leggere una fiaba puo' evitare l'anestesia ai bambini che si sottopongono a radioterapia. Soprattutto se e' scritta apposta per questo tipo di situazione. L'idea e' venuta a Gabriele Carabelli e Sarah Frasca, tecnici di radioterapia pediatrica all'Istituto nazionale dei tumori di Milano, che quotidianamente affrontano le difficolta' di interagire con bambini malati. Cosi' e' nato il libro "Il gatto che aveva perso la coda" scritto da Emanuela Nava per Carthusia, e realizzato grazie alla fondazione Magica Cleme.
"La radioterapia e' di per se' indolore, ma richiede collaborazione da parte dei pazienti -spiega Carabelli- Chi arriva a questo trattamento, in genere e' gia' passato attraverso molti altri interventi. È spaventato e dolorante". Cosi', soprattutto con i piu' piccoli, a volte e' necessario fare l'anestesia "che peggiora ulteriormente la qualita' di vita del bambino e dei genitori" aggiunge il tecnico. La fiaba e' un modo per creare un terreno comune per la comunicazione fra i medici, il paziente e la sua famiglia. Il gatto protagonista della storia parte per un viaggio nello spazio alla ricerca della coda smarrita: nelle illustrazioni, l'astronave e' uguale al macchinario usato per la radioterapia, mentre il gatto indossa un casco, che riproduce la maschera che i bambini indossano durante la cura. Una settimana prima dell'inizio della terapia il libro viene consegnato gratuitamente ai genitori dall'Istituto dei tumori (grazie al finanziamento della fondazione Magica Cleme). "Quando il bambino arriva qui, noi e loro possiamo fare riferimento alla fiaba per spiegargli la situazione, e lui riconosce intorno a se' gli elementi che ha visto nel libro" spiega Carabelli. In questo modo si tranquillizza e collabora con i tecnici, che non sono costretti a ricorrere a farmaci anestetizzanti. La versione per l'ospedale ha all'interno un pieghevole per spiegare ai genitori la storia e l'uso del libro. Da gennaio sono stati consegnati circa 20 volumi: "Sembra che funzioni, ma stiamo raccogliendo dati e valutazioni sulle reazioni dei nostri pazienti, per poter valutare scientificamente l'efficacia di questo strumento terapeutico" conclude Carabelli.
Notiziario Minori, 11 marzo 2011
AUTISMO E SCUOLA, "NON CI SONO INVESTIMENTI"
"ALIENI NEL CORTILE", CONVEGNO IN CORSO A CREMA
"Se al mondo non ci fossero teste con autismo, i progressi informatici degli ultimi anni non sarebbero stati possibili. Nella Silicon valley, per esempio, lavorano molte persone con sindrome di Asperger. Abbiamo bisogno di tutti i tipi di mente". Secondo Enza Crivelli, responsabile per l'autismo dell'ambulatorio riabilitativo "Il tubero" dell'Anffas di Crema, e' uno dei motivi per cui e' necessario favorire la partecipazione a scuola dei bambini e dei ragazzi affetti da autismo. "In Italia sono circa 16 su mille e spesso hanno capacita' intellettive superiori alla norma. In classe pero' si trovano in difficolta', perche' il tipo di comunicazione tradizionale della scuola, in prevalenza verbale, non e' adatto a loro" continua Enza Crivelli. Il tema e' approfondito a Crema, nel corso del convegno "Alieni nel cortile. L'etica dell'inclusione scolastica e sociale per l'autismo e la sindrome di Asperger", organizzato da Anffas - Crema e dalla casa editrice Uovonero.
Chi dovrebbe favorire in primis questa inclusione e' l'insegnante, adattando la lezione anche a chi a problemi di comunicazione, potenziando per esempio l'aspetto visivo.
Accorgimenti che non vanno a scapito degli altri alunni, e che i docenti dovrebbero imparare attraverso appositi corsi di formazione. "Il problema e' che non si fanno investimenti. Anche solo per venire a questo convegno, molti insegnanti hanno problemi, perche' dovrebbero prendere le ferie" aggiunge Enza Crivelli. Che si occupa anche di spiegare ai bambini nelle classi che cos'e' l'autismo e come si possono aiutare i compagni che hanno questo problema a partecipare ai giochi. Fra gli strumenti di queste lezioni, c'e' il libro "Riccio Lino e le gommolose", che spiega come anche l'amico "spinoso" possa avere delle risorse utili al gruppo. Il volume e' edito da Uovonero, una casa editrice specializzata in libri sull'autismo, che la stessa Enza Crivelli ha contribuito a fondare. Da domani in libreria saranno disponibili due nuovi titoli. Per i bambini, "Giacomino e la pianta di fagioli", una fiaba tradizionale, che affianca al testo e alle classiche illustrazioni i simboli Pcs (Picture communication symbols), usati in ambito terapeutico per chi ha problemi con la lettura. A insegnanti, genitori, e altri professionisti del settore e' rivolto invece "Le percezioni sensoriali nell'autismo", di Olga Bogdashina, che analizza come le percezioni sensoriali degli autistici, diverse rispetto alle nostre, siano alla base di molti dei loro comportamenti che noi giudichiamo incomprensibili.
Notiziario Minori, 11 marzo 2011

martedì 8 marzo 2011

ADOLESCENTI, IN GRUPPO PIÙ VULNERABILI E 
'PERICOLOSI' STUDIO DELLA TEMPLE UNIVERSITY
Gli adolescenti non sono piu' bambini, ma non sono neanche adulti. È una fase della vita, quella dai 13 ai 17 anni, molto delicata. Un momento in cui ci si lascia trascinare, si e' vulnerabili e si e' anche inclini a comportamenti azzardati, soprattutto quando si e' in gruppo. A sostenere questa tesi, molto preoccupante per i genitori, e' uno studio della Temple University, pubblicato su 'Developmental Science'. Non e' facile per mamma e papa' proteggere i loro bambini, anzi il compito di genitore forse in questa eta' diventa particolarmente complicato.
La ricerca spiega come mai, fra i teenager, l'unione sia una specie di calamita' verso il pericolo. I ricercatori hanno misurato l'attivita' cerebrale degli adolescenti, da soli e con un gruppo di coetanei, mentre erano impegnati a prendere decisioni pericolose. Finche' sono piccoli, si sta attenti ai loro bisogni primari, a che vivano e giochino in piena sicurezza, ma non c'e' un reale pericolo nel mondo esterno, perche' tanto sono al sicuro con noi. Ma quando sono piu' grandi, le paure aumentano e in modo esponenziale anche i pericoli.
I teeanger sono piu' vulnerabili al fascino del rischio e ai possibili vantaggi di una scelta pericolosa, rispetto a quando sono da soli. I volontari sono stati sottoposti al test mentre giocavano con videogame che simulavano la guida. La presenza dei coetanei rendeva piu' facile l'azzardo in chi stava alla guida.
Notiziario Minori, 8 marzo 2011
SORDITÀ INFANTILE, COLPISCE 0,7 PER MILLE
NUOVI NATI CUDA (SIO): "SERVE SCREENING 
NEONATALE DI MASSA COME IN USA E UE"
La sordita' infantile profonda incide per lo 0.5-0.7 per mille nuovi nati. Accanto a queste vi sono poi altrettante forme di minore gravita'. Perche' e' importante diagnosticare precocemente queste sordita' gravi? "Perche' in assenza di un tempestivo trattamento il linguaggio non si sviluppa come dovrebbe (non sento e pertanto non imparo a parlare)- spiega Domenico Cuda, direttore dell' U.O. di Otorinolaringoiatria presso l'ospedale "G. da Saliceto" di Piacenza ed esponente della Societa' italiana di otorinolaringologia e chirurgia cervico - facciale (Sio)- Se non si esegue alcun trattamento si arriva fatalmente al vecchio sordomutismo. Se si interviene tardivamente si hanno in ogni caso compromissioni piu' o meno severe del linguaggio e della comunicazione. Ecco l'urgenza del problema".
Cosa e' possibile fare oggi? "Fortunatamente- continua Cuda- e' possibile sottoporre a screening tutti i nuovi nati con procedure automatiche molto veloci, economiche e non invasive. Il metodo piu' utilizzato e' quello delle cosiddette emissioni otoacustiche. In pratica, l'orecchio sano risponde ad alcuni stimoli esterni emettendo lievissimi segnali (detti anche "echi" cocleari). Apparecchiature automatiche captano tali segnali e forniscono 'disco verde' all'operatore. In caso contrario danno 'disco rosso'". Ma cosa si fa poi con i bambini "disco rosso"?.
"Va precisato che essi non sono necessariamente sordi- avverte Cuda- in quanto il test dello screening e' molto sensibile ma potrebbero verificarsi casi di falsi positivi. E' pertanto necessario che su di essi vengano eseguiti test piu' accurati detti anche test diagnostici. Questi bambini vengono, quindi, inviati ad una struttura audiologica (in genere aggregata a reparti Orl dei principali ospedali) dove verranno eseguiti i potenziali evocati uditivi (Abr od altri). In alcuni di essi il risultato dei potenziali sara' normale e pertanto il bambino sara' dimesso dal programma di osservazione. In altri, invece, la sordita' sara' confermata. Tutto questo percorso dovra' completarsi nei primi mesi di vita (auspicabilmente entro il terzo)- consiglia l'esperto- A questo punto inizia la fase del trattamento che comprende la protesizzazione acustica e la presa in carico da parte di una logopedista. Se dopo alcuni mesi di trattamento riabilitativo i risultati non sono soddisfacenti il caso viene valutato per eventuale impianto cocleare (od orecchio bionico)".
"L'esperienza del passato- avverte Cuda- insegna che in assenza di programmi di screening neonatale della sordita', lasciata al solo sospetto da parte dei genitori o degli insegnanti, l'eta' di prima diagnosi e' decisamente tardiva (di norma compresa fra uno e due anni di vita) con sequele oggi considerate inaccettabili. Da tutto cio' si desume la capitale importanza dello screening neonatale universale della sordita'".
A questo punto veniamo alle note dolenti. "Mentre in quasi tutti i Paesi europei piu' avanzati, negli Stati Uniti ed in quelli dell'ex blocco sovietico- prosegue l'otorinolaringoiatra- sono stati adottati programmi di massa per lo screening neonatale della sordita' a livello nazionale, nel nostro paese essi sono stati inclusi nei Lea (livelli essenziali di assistenza) solo di recente (il decreto tra le altre non e' ancora stato emanato). Le realta' regionali al contrario sono molto variegate. Infatti, da tempo esistono programmi di screening nelle regioni Liguria, Umbria, Veneto, Lombardia e Campania. La Regione Emilia Romagna sta per emanare un decreto che lo rende obbligatorio in tutti i punti nascita regionali. A livello locale, infine, esistono molti singoli ospedali che praticano lo screening neonatale praticamente in quasi tutte le regioni sebbene esso non possa considerarsi in questi casi universale mancando il pieno coinvolgimento di tutti i punti nascita di un territorio (cliniche pediatriche, piccoli ospedali secondari etc.) e sebbene vada riconosciuto che in questi casi lo screening e' stato attuato su base volontaria da singoli reparti Orl presso i punti nascita locali. Risultare chiaro- sottolinea Cuda- come istituire un programma di questo genere e' cosa molto piu' complessa di quanto non sembra a prima vista. Infatti si deve prima organizzare e rendere obbligatorio lo screening in tutti i punti nascita di una regione prevedendo meccanismi di controllo che ne garantiscano la copertura di almeno il 95% dei nuovi nati nonche' un database centralizzato. Inoltre, bisogna formare il personale dei nidi di questi centri e dotarli delle apparecchiature necessarie (di solito di basso costo)".
Secondo l'esponente Sio, infine, "Bisogna poi strutturare i percorsi per l'invio automatico dei casi sospetti ad un centro di secondo livello per la conferma diagnostica. Devono esistere automatismi per la presa in carico riabilitativa precoce di questi casi. Infine, bisogna definire i criteri per inviare i casi meritori di impianto cocleare a centri di terzo livello.
Pertanto- conclude- non c'e' alcun bisogno di un megacentro di riferimento, ma un lavoro ben diverso che punti alla strutturazione di una rete capillare che sia capace di intercettare, in maniera efficiente e localmente, tutti i nati con questo problema. A quel punto poi si potranno strutturare i centri di secondo livello ed infine di terzo (magari anche uno unico). Diversamente si procedera' come al solito con il passo del gambero o con la solita' mentalita' top-down, costosa e criticabile".
Notiziario Minori, 8 marzo 2011