martedì 2 novembre 2010

SCUOLA, LO STATO GUADAGNA SULLE PARITARIE
TUTTOSCUOLA.COM SVELA IL BUSINESS DELLO STATO
DIETRO LE SCUOLE NON STATALI

Tra le scuole paritarie quelle dell'infanzia sono qualcosa di piu' di una scelta alternativa alla scuola statale. Accolgono il 40% dei bambini iscritti in strutture pubbliche e private e sono presenti in quasi tutto il territorio nazionale, soprattutto nei piccoli centri e nei paesi. Assicurano in via esclusiva il servizio educativo a circa 650mila bambini della fascia 3-5 anni (e anche piu' piccoli) laddove lo Stato non e' arrivato a istituire proprie scuole dell'infanzia. Ma se non vi fossero quelle strutture non statali, lo Stato dovrebbe istituire proprie scuole per un numero complessivo di circa 26mila nuove sezioni, a cui dovrebbe assegnare 52 mila insegnanti, senza considerare le migliaia di collaboratori scolastici necessari per l'assistenza nei servizi. L'aumento di organici avrebbe ripercussioni anche sul dimensionamento degli istituti comprensivi e dei circoli didattici con sicuro effetto di incremento degli organici del personale amministrativo. A sostenerlo e' il portale Tuttoscuola.com, secondo il quale per ogni bambino iscritto a una scuola dell'infanzia statale lo Stato spende annualmente 6.116 euro, mentre per un bambino iscritto alla scuola dell'infanzia paritaria lo Stato versa un contributo pari a 584 euro, risparmiando cosi' 5.532 euro. In tutto annualmente il risparmio dello Stato per la scuola dell'infanzia e' di 3 miliardi e 436 milioni. Insomma, dall'esistenza delle scuole dell'infanzia non statali lo Stato ci guadagna. Con lo stesso criterio, sempre secondo i dati pubblicati da Tuttoscuola, si puo' stimare in un altro miliardo e 202 milioni il risparmio dello Stato per gli alunni iscritti in scuole primarie paritarie (uno studente in scuola statale costa 7.366 euro, contro gli 866 di contributo pro capite in scuola paritaria). Per la scuola secondaria di I grado il risparmio sfiora i 500 milioni, mentre per le superiori e' di un miliardo e 110 milioni.Se le scuole paritarie non esistessero, insomma, lo Stato dovrebbe spendere 6 miliardi e 245 milioni all'anno per accogliere il milione e 60 mila studenti attualmente iscritti a scuole non statali.
Notiziario Minori Roma, 2 novembre 2010
L'ASMA? ANCHE LA MAMMA TOGLIE IL FIATO AI BAMBINI
I RISULTATI DI UNO STIDIO GIAPPONESE.

L'asma? Puo' essere anche colpa di mamma. Una ricerca pubblicata su BioPsychoSocial Medicine carica di nuove responsabilita' il ruolo della donna di casa nell'evoluzione della malattia; non solo come principale responsabile dell'aderenza alle cure, ai controlli, ai consigli del medico, ma anche nei comportamenti e nella relazione di ogni giorno.
Uno studio giapponese ha seguito per un anno circa 220 madri di bambini dai 2 ai 12 anni di eta' che soffrivano di asma.
All'inizio del lavoro tutte le mamme sono state invitate a compilare un questionario che comprendeva domande sul loro grado di stress e su come cercavano di gestirlo, sul loro rapporto con i figli e le loro modalita' educative, sulla gravita' della condizione clinica del piccolo, su quanto ci si attenesse alle prescrizioni dei farmaci e alle raccomandazioni del medico. Dopo un anno, le donne sono state ricontattate, anche per sapere come andava la malattia del figlio, in relazione alla frequenza e all'intensita' degli attacchi. Dai risultati e' emerso che i comportamenti e gli stati d'animo piu' deleteri cambiano nettamente a seconda dell'eta': i piccoli sotto i sette anni risentono negativamente soprattutto degli stati d'animo di rabbia o irritazione della madre che perdurano nel tempo, indipendentemente dal fatto che essa li esprima apertamente o cerchi di reprimerli o nasconderli; l'asma dei piu' grandicelli invece tende a peggiorare per lo piu' in risposta ad atteggiamenti iperprotettivi. Al contrario, se la mamma pensa di piu' a se stessa, fino al punto da essere classificata come "egoista" nei test psicologici, i ragazzini tirano il fiato, e non solo metaforicamente.
Notiziario Minori Roma, 2 novembre 2010
TROPPO FLUORO? BAMBINI A RISCHIO FLUOROSI
ESPERTI: "EFFETTO FLUOROSI LIEVE POTREBBE ESSERE ANCHE POSITIVO"

Anche se i bambini assumono elevate qualita' di fluoro, che potrebbero provocare una fluorosi mite, questa non e' negativa e potrebbe avere anche effetti positivi. E' la conclusione a cui e' giunta una ricerca diretta da David G. Pendrys e pubblicata su "The Journal of the American Dental Association". Gli studiosi hanno iniziato il lavoro in conseguenza dei numerosi casi di fuorosi segnalti soprattutto dai media e che hanno suscitato sgomento e preoccupazione nell'opinione pubblica.
La fluorosi mite e' un problema caratterizzato da striature bianche o linee appena percettibili sullo smalto dei denti dei bambini. Alla sua origine, vi e' l'assunzione di elevate quantita' di fluoro, tramite cibi, bevande e supplementi, da parte di soggetti sensibili, cioe' bambini di eta' compresa tra i 3 ed i 36 mesi.Ma secondo Pendrys, autore della ricerca, "l'allarmismo e' fuori luogo". Quasi tutti i casi di fluorosi nei partecipanti allo studio, infatti, erano miti. "Una recente analisi degli effetti della fluorosi dentale lieve sulla salute orale - aggiunge lo studioso - e la correlata qualita' della vita, e' arrivata alla conclusione che l'effetto della fluorosi lieve non e' stato negativo e potrebbe anche essere favorevole".
Sulla base delle evidenze, i ricercatori concludono che, pesando vantaggi e svantaggi, "i bambini dovrebbero usare prodotti a base di fluoro, poiche' possono prevenire la carie e non influiscono negativamente sulla qualita' della vita".
Notiziario Minori Roma, 2 novembre 2010
AUMENTANO I CASI DI MUTISMO SELETTIVO
E FOBIA SCOLARE
CASTELBIANCO (IDO):
"ANSIA E STRESS ANCHE ALLE MEDIE E SUPERIORI"

Fra i minori, e in particolare nel mondo della scuola, aumentano i casi di mutismo selettivo e fobia scolare. A lanciare l'allarme e' Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell'eta' evolutiva e direttore dell'Istituto di Ortofonologia (Ido) di Roma, commentando l'esito di una ricerca svolta proprio dall'istituto capitolino. "Il primo disturbo- spiega l'esperto- indica un bambino, intelligente, che si relaziona e parla solo con i familiari e che a scuola non dice una parola. Questa patologia, sebbene in aumento, presenta una possibilita' di recupero". Per quello che riguarda la fobia scolare, invece, Castelbianco evidenzia la differenza che si e' venuta a realizzare negli anni.
Mentre in passato, infatti, rappresentava una situazione rara e sporadica, ora e' diventata una tematica frequente. "In passato solo i bambini di prima, seconda e terza elementare- sottolinea lo psicoterapeuta- accusavano stress, vomito, ansia e comportamenti esagerati che impedivano l'accesso del bambino a scuola, con conseguenti lacune nell'apprendimento. Ora, in aggiunta ai bambini di questa eta', le fobie scolari si manifestano nella scuola media e superiore con conseguenze disastrose sul rendimento scolastico e quindi sul futuro lavorativo e di inserimento".
Dietro queste situazioni di ansia, stress, angoscia, forme di disturbi da attaccamento e depressione, secondo l'esperto c'e' un'insicurezza sociale. "E' questo l'aspetto piu' grave- avverte- perche' invece di passare da un'eta' immatura ad una piu' matura, conquistando equilibrio, nei giovani che crescono aumenta il disequilibrio nei rapporti personali e nella vita di societa'".
Notiziario Minori Roma, 2 novembre 2010
IL WEB È UNDER 10: IL 40% DEI BIMBI NAVIGA GIÀ
I RISULTATI DELLA RICERCA "BAMBINI E NUOVI MEDIA"

Anche i piu' piccoli navigano. Il 40% dei bambini ha cominciato a navigare a meno di dieci anni, il 30% sa gia' utilizzare il cellulare e il 16% e' iscritto a un social network anche se al di sotto dell'eta' minima richiesta. Sono alcuni dei dati rilevati da "Bambini e nuovi media", una ricerca svolta da People, societa' di ricerche di mercato di Milano, per Terre des Hommes con il contributo di Google, Vodafone Italia e Fondazione Ugo Bordoni.
La percentuale di bambini che utilizza i nuovi media cresce poi con l'andare dell'eta', anche se cambiano gli interessi.
Televisione e videogiochi sono inizialmente tra i preferiti dei giovanissimi, ma vengono poi successivamente sostituiti dal web e dagli aspetti sociali di Internet. L'accesso al mondo online normalmente viene piuttosto controllato dai genitori, molto piu' rispetto a quanto non avvenga ad esempio con televisione e videogiochi, ma non sempre mamma e papa' si ritengono in grado di poter proteggere i propri figli in una realta' a tutti gli effetti nuova anche per loro. Non mancano infine i piu' ottimisti che manifestano una certa ammirazione per le capacita' dei loro piccoli di destreggiarsi con le nuove tecnologie con una facilita' superiore a quella dei genitori.
Notiziario Minori Roma, 2 novembre 2010