venerdì 24 aprile 2015


MORBILLO, OMS: NEL 2014 OLTRE 1.600
 CASI IN ITALIA CIRCA 240.000
MORTI L'ANNO IN TUTTO IL MONDO
Secondo l'Organizzazione mondiale della Sanita' "oggi, i bambini di tutto il mondo sono regolarmente vaccinati contro una crescente gamma di malattie e con la vaccinazione si previene, ogni anno, la morte di circa 2-3 milioni di persone per difterite, tetano, pertosse e morbillo".
Nonostante questo l'Italia e' "tra i sette paesi della regione europea (insieme al Kyrgyzstan, Bosnia Erzegovia, Federazione Russa, Georgia, Germania e Kazakhstan) in cui ancora si diffonde il morbillo e dove si sono registrati, nel 2014, oltre 1.600 casi della malattia virale, il doppio rispetto alla Germania; alcune regioni italiane hanno evidenziato un'incidenza maggiore rispetto alla media, la Liguria, seguita dal Piemonte, dalla Sardegna e dall'Emilia Romagna".
Il morbillo e' una malattia prevenibile "attraverso la vaccinazione, la quale provvede all'immunizzazione durante l'arco di tutta la vita nella maggior parte dei vaccinati; eppure continua a rappresentare una problematica europea".
Infatti, nel 2013, "sono stati riportati 31.617 casi di morbillo e 8.350 ospedalizzazioni in 36 dei 53 Stati dell'Area europea Oms; in Italia, la media della copertura vaccinale e' dell' 88,1% (anno 2013), ben lontano dal 95% fissato come obiettivo per l'eliminazione del Morbillo di quest'anno".
Come spiega Flavia Bustreo Vice direttore generale Salute della Famiglia, delle Donne e dei Bambini presso l'Oms, "Il morbillo e' una delle principali cause di mortalita' infantile insieme alla polmonite e alla diarrea; conduce a circa 240.000 morti l'anno in tutto il mondo. Piu' del 95% delle morti causate dal morbillo avvengono in paesi a basso reddito con scarse infrastrutture sanitarie, ma se pensiamo che in Europa lo avevamo quasi debellato, oggi i numeri sono tornati a crescere".
Per Flavia Bustreo, "abbiamo bisogno di migliorare la fiducia della gente nei vaccini", perche' "abbiamo visto di recente focolai di morbillo in paesi come la Germania e gli Stati Uniti, e non perche' i genitori non possono ottenere i vaccini, ma perche' hanno scelto di non vaccinare i propri figli; nel frattempo, in Pakistan, i genitori sono invitati a torto a non proteggere i loro bambini dalla poliomelite. Io considero tutto questo tragico. Come puo', chi ha visto morire di morbillo o polmonite un bambino o lottare per la sopravvivenza, non considerare i vaccini come uno dei piu' bei doni che gli scienziati ci hanno fatto?". Inoltre, "sempre piu' spesso, l'immunizzazione contro una malattia puo' prevenirne un'altra". Infatti, secondo un recente rapporto presentato dal Sage (Stretegic advisory group of experts on immunization), il gruppo di esperti che monitora i progressi del Piano d'azione globale per le Vaccinazioni, "siamo sulla buona strada per soddisfare solo uno dei sei obiettivi fissati per il 2015, quello di migliorare l'accesso ai vaccini nuovi e sottoutilizzati, in particolare per prevenire la polmonite e la diarrea, due delle maggiori cause di mortalita' infantile sotto i cinque anni, che sono state introdotte, rispettivamente, in 103 e 52 paesi; tutti gli altri cinque obiettivi per il 2015- aumentare la copertura dei vaccini contro difterite, tetano e pertosse (Dtp 3), porre fine alla trasmissione della poliomielite, sconfiggere il tetano materno e neonatale, debellare il morbillo in quattro regioni del mondo e la rosolia in due regioni, non saranno raggiunti- spiega Bustreo- Alcuni paesi come l'Etiopia, l'Indonesia e la Nigeria hanno compiuto notevoli progressi e hanno tutti una maggiore copertura Dtp3, la Nigeria e' riuscita a sconfiggere la poliomelite, Cina e India si sono concentrate sul tetano materno e neonatale. Ma milioni di bambini continuano a rischiare la vita perche' non sempre ci sono a disposizione le vaccinazioni di cui hanno bisogno".
Per l'Oms, "fermare tutto questo e' possibile attraverso il rafforzamento di sistemi e servizi sanitari, facendo arrivare i vaccini ai centri di salute per far si' che i bambini li ottengano; cio' significa integrare l'immunizzazione con altri servizi sanitari come l'assistenza post-natale per le madri e i loro figli e assicurarsi, ad esempio, che le donne sappiano quanto siano importanti i vaccini per mantenere i loro bambini vivi e in buona salute, e che li possano ottenere".
Inoltre, "assicurarsi che i sistemi sanitari siano sufficientemente forti per seguire le vaccinazioni dei bambini anche in caso di conflitti, disastri naturali e epidemie, escogitando modi sia per migliorarne l'accessibilita' che per mantenere i prezzi verso il basso, e migliorando la capacita' dei paesi di sostenere il costo delle vaccinazioni riducendolo sulla spesa dei singoli individui, una vera sfida per i paesi a medio reddito, che spesso ricevono meno assistenza dai donatori internazionali".
Ancora, "un passo avanti importante per la salute delle donne si sta compiendo verso l'immunizzazione contro il papilloma virus che sta dimostrando la sua efficacia nel prevenire il cancro al collo dell'utero e un nuovo vaccino recentemente scoperto, ora all'ultimo stadio della sperimentazione clinica, potrebbe svolgere un ruolo chiave nel prevenire una futura epidemia di Ebola; questo e' potuto accadere grazie all'impegno profuso dai ricercatori che lavorano duramente per sviluppare nuovi vaccini sempre piu' efficaci, dai governi che destinano risorse affinche' ai bambini dei loro paesi siano garantite le vaccinazioni di cui hanno bisogno, dalle organizzazioni nazionali e internazionali che lavorano per ottenere aiuti salva vita per i bambini che vivono in paesi a basso reddito o a rischio a causa di conflitti, disastri naturali, e altre crisi e grazie anche all'impegno politico e finanziario di alto livello".
Per questo, con la Settimana mondiale dell'Immunizzazione, la divisione dell'Organizzazione mondiale per la Sanita' per la Salute della Famiglia, delle Donne e dei Bambini "esorta tutti coloro che possono farlo, ad adottare misure per superare il gap sulla vaccinazione ancor oggi esistente".
 Notiziario Minori,  24 aprile 2015

UNICEF, DIRETTORE GENERALE INCONTRA
 PAPA FRANCESCO PER PARTNERSHIP
PER AIUTARE ADOLESCENTI SVANTAGGIATI
Sua Santità Papa Francesco e il direttore generale dell'UNICEF Anthony Lake si sono incontrati a Roma per lanciare una nuova partnership, che garantirà agli adolescenti più svantaggiati gli strumenti, le informazioni e le conoscenze di cui hanno bisogno per prendere parte pienamente come cittadini alla vita delle loro società - e del mondo. La nuova partnership tra Scholas Occurentes, un'organizzazione educativa fondata dal Papa, e l'UNICEF è nata sulla comune convinzione delle potenzialità e della forza dei giovani. La collaborazione, che durerà 5 anni, si propone di promuovere l'accesso di quanti più adolescenti possibile, specialmente i più svantaggiati, alla tecnologia, allo sport e alle arti, grazie a piattaforme per l'istruzione, la partecipazione e per il processo di costruzione di pace dove i giovani possono incontrarsi per avere reciproche conoscenze sugli altri e sul mondo che li circonda.
"Scholas vuole in qualche modo unire l'impegno di tutti per l'istruzione- ha dichiarato Papa Francesco- e si propone di riformare in modo armonioso il patto educativo, perché solo in questo modo - se tutti coloro che si occupano dell'istruzione dei nostri bambini e dei giovani lavorano insieme - possiamo cambiare l'istruzione. Ecco perché Scholas cerca di includere cultura, sport e scienza; ecco perchè Scholas cerca ponti che dal 'piccolo' raggiungono ogni luogo. Oggi questa prospettiva, questa interazione, sta per essere implementata in tutti i continenti". Scholas e UNICEF collaboreranno inizialmente con iniziative globali congiunte, per porre fine alle violenze e promuovere la connettività per i giovani, attingendo dalle reciproche e specifiche capacità di coinvolgere gli adolescenti. Le due organizzazioni esploreranno i collegamenti tra le loro rispettive piattaforme di mobilitazione sociale e media e insieme supporteranno le campagne digitali e i movimenti sociali per i bambini più svantaggiati. Piani specifici per la collaborazione comprendono il coinvolgimento del network Scholas attraverso contenuti e opportunità di interazione per i giovani su Voices of Youth, lo spazio online dell'UNICEF per gli adolescenti e i giovani. L'UNICEF inoltre adeguerà U-report per la comunità globale di Scholas, dando la possibilità ai suoi membri di entrare a far parte del network dove circa 500.000 giovani già utilizzano la piattaforma digitale per esprimere le proprie idee e partecipare. L'organizzazione svilupperà anche nuove opportunità per collaborare durante gli eventi più importanti per i giovani a livello globale, tra cui: GenUin - Special Olympics Social Impact Summit, che si svolgerà durante gli Speciali Giochi Olimpici Mondiali Estivi nel 2015 a Los Angeles. Nel 2016, questa collaborazione esplorerà altre iniziative a livello regionale, nazionale e comunitario, con campagne di informazione congiunte e azioni di sostegno sui problemi che colpiscono milioni di adolescenti svantaggiati.
I giovani tra i 10 e i 19 anni rappresentano circa il 20% della popolazione mondiale. La maggior parte degli 1,2 miliardi di adolescenti vive in paesi in via di sviluppo. Garantire alla maggior parte degli adolescenti importanti opportunità di partecipazione e nuovi modi per connettersi e imparare reciprocamente, può aiutarli a sviluppare il proprio potenziale e contribuire alla crescita delle loro società. Questo può essere importante in particolar modo nei paesi colpiti da conflitti, dove unire i giovani al di là delle differenze di etnia, razza e religione può aiutare a interrompere il ciclo intergenerazionale della violenze e rafforzare il tessuto sociale.
"L'UNICEF è entusiasta di sostenere Scholas nel suo lavoro, e di unirsi al suo impegno per migliorare le vite degli adolescenti- ha dichiarato Anthony Lake, Direttore generale dell'UNICEF- L'adolescenza è un momento cruciale - un'età di rischi ma anche di opportunità. I giovani che imparano a collaborare e a risolvere problemi comuni sviluppano capacità che serviranno a costruirsi un futuro migliore e tante altre cose.
Questi ragazzi stanno sviluppando comportamenti da cittadini attivi che possono aiutarli a costruire un futuro migliore per il mondo intero".
Continua la nota: "Accogliamo con grande favore questa iniziativa, perché promuove e favorisce l'apprendimento e la partecipazione tra le giovani generazioni. Solo attraverso la conoscenza e il rispetto reciproci, possiamo costruire un futuro di pace, con tanti ponti tra mondi solo apparentemente lontani", ha dichiarato il Presidente dell'UNICEF Italia Giacomo Guerrera.
Notiziario Minori, 24 aprile 2015