lunedì 24 settembre 2012

SCUOLA, L'ESPERTO: INGRESSO A 5 ANNI?
NON È CORRETTO CASTELBIANCO: "TRE 
ANNI DI MATERNA SONO IMMODIFICABILI" 
"La necessita' di considerare fondamentale l'ingresso in prima elementare a sei anni e' determinata dal fatto che la richiesta deve essere attuata e modellata per un bambino che ha raggiunto un grado di maturita' e non un grado di intelligenza. I bambini sono intelligenti, ma pretendere da loro anticipatamente comportamenti e prestazioni non e' pedagogicamente corretto". Cosi' lo psicoterapeuta dell'eta' evolutiva Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell'Istituto di Ortofonologia di Roma (IdO), ha commentato l'ipotesi, espressa dal ministro Francesco Profumo, di anticipare l'inizio delle elementari a cinque anni. "La maturita' dei bambini la si vede nei comportamenti- ha aggiunto l'esperto- bisogna pensare che questa e' frutto delle esperienze che il bimbo deve vivere nell'ambito della scuola materna". Ma cosa rischiano i bambini che 'anticipano' e vengono precocemente sottoposti agli 'stimoli scolastici' in un momento non adeguato della loro evoluzione? "Una percentuale estremamente piu' elevata di bambini anticipatari- ha precisato Castelbianco- presenta difficolta' di apprendimento, disturbi d'attenzione e stati di disagio sintomatici. In una ricerca effettuata abbiamo riscontrato che nel caso dei disturbi specifici dell'apprendimento la percentuale del 4% si triplica nei bambini anticipatari". Secondo il direttore dell'IdO "le patologie che coinvolgono i bambini stanno aumentando a causa delle pressioni sociali. Da un lato infatti incrementano quelle fisiche legate all'alimentazione, come nel caso dell'obesita', dall'altro quelle che riguardano il comportamento. I piccoli di oggi sono sottoposti a pressioni sociali estremamente pressanti che determinano in loro reazioni diverse, che vanno dalla fobia scolare ai disturbi di condotta, dalle difficolta' attentive alla dislessia o addirittura alla depressione". La scuola del futuro per Castelbianco "e' quella che prepara i bambini ad arrivare alla scuola in situazione ottimale e che prevede un progetto pedagogico adeguato, sul quale si possano appoggiare e che non crei loro confusione e inadeguatezza. Quindi i tre anni di scuola materna- ha concluso- sono immodificabili per la ricerca di stimoli ed esperienze che altrimenti verrebbero perse". 
Notiziario minori, 24 settembre 2012
PIÙ AMMESSI MA MENO 10, ECCO I 
RISULTATI DEGLI ESAMI DI TERZA MEDIA
PROMOZIONI STABILI, LE RAGAZZE LE MIGLIORI  
Aumentano, seppur di poco, gli studenti ammessi all'esame conclusivo del I ciclo d'istruzione, e si conferma la percentuale dei ragazzi, quasi la totalita', che supera l'esame. E' questa l'estrema sintesi del Notiziario sui risultati dell'ultimo esame di terza media, appena pubblicato sul sito del ministero dell'Istruzione, Universita' e Ricerca. Dati, riporta il Miur in una nota, che fanno emergere ancora alcune differenze tra i risultati delle singole regioni, piu' evidenti nelle percentuali di ammissione, maggiori difficolta' degli studenti stranieri, anche se il gap con gli italiani si riduce progressivamente, una sostanziale conferma del voto medio e della maggiore propensione delle ragazze a raggiungere risultati migliori.
 - SI CONFERMA IL VOTO MEDIO DEI PROMOSSI: 7,4 - In particolare, gli studenti ammessi all'esame nell'ultimo anno scolastico (2011/2012) sono stati il 96,3%, contro il 95,9 dell'anno 2010/2011. Un dato che conferma una tendenza in rialzo del tasso di ammissione gia' registrata a conclusione del precedente anno scolastico, quando la percentuale di alunni ammessi all'esame era aumentata di mezzo punto percentuale. E tra gli ammessi, quasi la totalita' supera l'esame (99,6%), in linea con il risultato dell'anno scorso, quando i promossi furono il 99,7%. In generale, si conferma il voto medio complessivo che passa dal 7,5 del precedente anno scolastico al 7,4 dell'ultimo esame. 
- LE DIFFERENZE TRA LE REGIONI - Le differenze tra le regioni risultano piu' marcate per quanto riguarda il tasso di ammissione rispetto alle percentuali di superamento dell'esame. Una diversita' che emerge piu' facilmente confrontando i risultati regionali con quello nazionale. Da questo punto di vista le regioni dove il divario e' piu' marcato sono la Sicilia e la Sardegna, dove la percentuale di studenti ammessi risulta inferiore, rispettivamente, del 1,8% e 3,5 rispetto alla media nazionale. Meno sensibile, invece, e' la differenza per quanto riguarda gli studenti che hanno superato l'esame. In alcune regioni, a una percentuale di ammissione piu' bassa si associa un tasso di promozioni all'esame maggiore rispetto alla media nazionale. E' il caso del Friuli e della Liguria, dove si e' verificata una maggiore selezione in fase di ammissione all'esame, al quale hanno preso parte, rispettivamente, il 95,1% d il 96% degli studenti. Prosegue la nota del Miur con tutti i risultati degli esami di terza media: 
 - SUFFICIENZE IN AUMENTO, DIMINUISCONO I DIECI - Se la percentuale dei promossi all'esame e' rimasta sostanzialmente invariata, diversi sono stati i risultati rispetto allo scorso anno per quanto riguarda i voti conseguiti. Da questo punto di vista le differenze maggiori si registrano agli estremi della fascia di voto: gli studenti promossi con la sufficienza sono passati dal 28,8% al 31%, mentre si e' ridotta dell'1,5% la percentuale di studenti che ha superato l'esame con il massivo dei voti (dieci) e le lodi sono passate dal 2,1% all'1,7%. Nel complesso gli studenti che si sono licenziati con un voto pari a "dieci" o con la lode sono stati il 6%. Umbria, Puglia e Calabria sono le regioni dove si sono conseguiti i voti piu' alti, cioe' pari o superiori al "nove". In particolare, Calabria e Puglia sono quelle con la quota maggiore di studenti che hanno superato l'esame con "dieci": il 6,5% in Calabria e il 6,1% in Puglia. Situazione opposta per Sicilia e Sardegna, dove prevale la percentuale di alunni con la sufficienza pari, rispettivamente, al 34,3% e 33% dei casi. La regione con la piu' alta percentuale di lodi e' l'Umbria con il 2,7%. In ogni caso, considerando una serie storica su tre anni, si puo' notare come i dati rilevati quest'anno rispecchino maggiormente la situazione gia' emersa nell'anno scolastico 2009/2010. Ne consegue, quindi, che i risultati conseguiti all'esame sembrano riallinearsi a una situazione gia' consolidata. 
- TRA LE RAGAZZE RISULTATI MIGLIORI - Sono le ragazze ad aver conseguito i risultati piu' brillanti. Se nel complesso gli studenti che si sono licenziati con un voto pari a "dieci" o con la lode sono stati il 6%, le ragazze che si concentrano in queste fasce di voto piu' alte sono pari al 7,6% contro il 4,5% dei colleghi maschi. Specularmente, i ragazzi si concentrano maggiormente nelle fasce di voto piu' basse: il 65,1% ha conseguito un voto pari o inferiore al "sette" mentre solo il 51,1% delle ragazze ha conseguito i medesimi risultati. In particolare, le studentesse risultano essere piu' brillanti rispetto ai maschi nelle discipline umanistiche, mentre meno consistente e' la distanza registrata in Matematica. Si e' ridotto, inoltre, il divario nella prova nazionale Invalsi. Se lo scorso anno il voto delle ragazze era superiore di 0,5 punti, quest'anno i risultati sono sostanzialmente identici: 6,4 per i ragazzi e 6,5 per le ragazze. La regione dove il distacco tra ragazze e ragazzi e maggiore e' il Molise, dove il voto medio e' stato, rispettivamente, del 7,7 e 7,2. I maschi hanno raggiunto risultati migliori in Umbria, Lazio e Puglia. Le studentesse, invece, eccellono soprattutto in Calabria. 
- PROVA INVALSI: RISULTATI IN LINEA CON I VOTI FINALI - Per quanto riguarda la prova Invalsi, e' interessante osservare il rapporto tra il voto conseguito dagli studenti nella prova in funzione del risultato finale dell'esame. Le due variabili considerate infatti, voto Invalsi e voto finale, sembrano abbastanza allineate: al crescere della fascia di voto ottenuto nella Prova nazionale, aumenta il voto finale conseguito. Nello specifico, coloro che hanno ottenuto una votazione pari a "sei" risultano aver conseguito, nell'87,5% dei casi, un voto nella prova nazionale inferiore o pari alla sufficienza; allo stesso modo, chi ha superato l'esame con "nove" o "dieci" ha riportato un voto alla prova Invalsi superiore o pari al "sette", rispettivamente, nell'83,9% e 99,2% dei casi. Prosegue la nota del Miur con tutti i risultati degli esami di terza media: 
 - STUDENTI STRANIERI. RESTANO DIFFERENZE, MA IL GAP SI RIDUCE - Come gia' emerso dall'analisi dei dati dello scorso anno, i risultati conseguiti dagli studenti variano in funzione della cittadinanza. Se la percentuale degli studenti ammessi all'esame con cittadinanza italiana e' pari al 96,6%, quella degli studenti con cittadinanza non italiana si ferma al 90,4%. Meno sensibile invece e' la differenza per quanto riguarda il superamento dell'esame. Eppure, nonostante persistano differenze tra studenti stranieri e quelli italiani, e' importante notare come lo scarto si sia ridotto nel tempo: negli ultimi tre anni scolastici il gap esistente tra i tassi di ammissione e' passato da 8,3 a 6,5, quello tra i tassi di successo da 0,7 a 0,5. Un fenomeno, questo, frutto di un graduale processo di integrazione e dell'aumento degli studenti figli di immigrati di seconda generazione che, seppur in parte, hanno superato le difficolta' linguistiche. 
- CANDIDATI ESTERNI - Infine, il tasso di successo dei candidati esterni risulta sensibilmente inferiore rispetto ai colleghi interni: 84,8% per i primi contro il 99,7% dei secondi. Rispetto allo scorso anno, i risultati conseguiti dai candidati esterni hanno subito un calo, con una diminuzione delle promozioni dell'1,4%. La maggior parte di essi, inoltre, ha superato l'esame con la sufficienza (78,1%). Tutti i dati pubblicati su www.istruzione.it. 
Notiziario minori, 24 settembre 2012

mercoledì 19 settembre 2012

SE I BIMBI NON APPRENDONO ARRIVA IN 
AIUTO L'ENIGMISTICA STUDIO DEI LOGOPEDISTI 
DELL'IRCCS FONDAZIONE SANTA LUCIA DI ROMA 
 'Un mondo di parole", ovvero un percorso che richiamandosi all'enigmistica permette ai bambini di imparare a comprendere e condividere le potenzialita' della nostra lingua. E' questo l'ultimo tassello di una linea di ricerca che un gruppo di logopedisti guidati dalla professoressa Anna Iudica ha realizzato in vent'anni nell'ambito del Centro Ricerche di Neuropsicologia delll'Irccs Fondazione S.Lucia di Roma. Un pogetto volto a comprendere i meccanismi che determinano l'insorgere di disturbi specifici dell'apprendimento e a cercare di identificare dei percorsi per il trattamento riabilitativo. Risultati sperimentali, ottenuti in questo contesto, hanno permesso una caratterizzazione della dislessia e della disortografia nella lingua italiana e fornito indicazioni sulla impostazione di un piano di intervento mirato, oltre che confluire in pubblicazioni e nella preparazione di materiali diagnostici e riabilitativi ad aiutare bambini con difficolta' di apprendimento, editi dalle Edizioni Erickson di Trento. "Un gioco di p.a.r.o.l.e.", "Parole in corso" (primo e secondo volume), "Un mare di parole" e "Un mare di numeri", pubblicati tra il 2004 e il 2011, e oggi "Un mondo di parole", offrono a logopedisti, insegnanti e genitori, strumenti utili ad affrontare il recupero delle difficolta' di apprendimento. I materiali sono veri e propri giochi: matrici di lettere dove cercare parole nascoste, incroci di parole simili a giochi enigmistici, Memory e tombole per battere i 'grandi', infine storie semplici e brevi da leggere e completare con molte facilitazioni per dimostrare ai bambini che lettura e scrittura non sono compiti impossibili da affrontare. L'obiettivo e' quello di arricchire la competenza comunicativa dei bambini che abbiano bisogno di migliorare i loro rapporto con la lettura e la scrittura. 
Notiziario Minori, 19 settembre 2012
DAGLI STUDENTI AI DOCENTI, ECCO
 NUMERI ANNO SCOLASTICO APPENA
 INIZIATO I DATI RESI NOTI DAL MIUR 
Otto milioni di ragazzi, e poi l'organico dei docenti e il tempo pieno. Dopo le cifre sugli edifici, il Miur ha reso noti i numeri delle persone che nelle scuole italiane lavorano e studiano: studenti, insegnanti, dirigenti scolastici e personale tecnico e amministrativo. Eccole: 
- QUASI 8MILIONI GLI STUDENTI TRA I BANCHI: IN AUMENTO RISPETTO ALLO SCORSO ANNO (+36.238) - Per quanto riguarda gli studenti, rispetto allo scorso anno scolastico 2011/2012 si registra un aumento di 36.238 unita', cosi' distribuiti: +3.146 nella scuola dell'infanzia, +11.097 nella primaria, + 20.891 nella secondaria di II grado, mentre nella secondaria di I grado si assiste ad una diminuzione pari a 4.461 studenti. Complessivamente gli studenti, considerate tutte le scuole di ogni ordine e grado, sono 7.862.470, per 365.255 classi e 625.878 posti in organico. In particolare, per quanto riguarda la scuola dell'infanzia, sono in aumento le sezioni (+351) che passano da 42.770 a 42.922, dando la possibilita' ad oltre 3mila bambini in piu' di frequentare questo grado di scuola. 
- STUDENTI STRANIERI: IL 44,2% È NATO IN ITALIA: IN VENETO E LOMBARDIA LE PERCENTUALI MAGGIORI - Con riferimento all'anno scolastico 2011/2012, sono 755.939 gli studenti con cittadinanza non italiana che frequentano le nostre scuole. Di questi, il 44,2% e' nato in Italia (334.284 in valore assoluto). Da questo punto di vista, le percentuali maggiori si registrano in Lombardia e Veneto dove la meta' degli studenti stranieri iscritti (il 50,9%) e' nata in Italia. 
- ISCRIZIONI ALLA SCUOLA SECONDARIA DI II GRADO: BENE I LICEI. IN AUMENTO GLI ISCRITTI NEI TECNICI E PROFESSIONALI - Sono i licei ad assorbire la maggior parte degli iscritti alle prime classi della scuola secondaria di II grado per l'anno appena iniziato, con una percentuale del 46,6%. Segue l'istruzione tecnica con il 32% e l'istruzione professionale con il 21,4%. Tuttavia, considerato nel suo complesso, la maggior parte dei nuovi iscritti ha scelto il settore dell'istruzione tecnica e professionale (53,4%), con un aumento rispetto allo scorso anno dell'1,5% nell'istruzione professionale e dello 0,4% nell'istruzione tecnica. Nello specifico, per quanto riguarda l'istruzione tecnica gli indirizzi piu' gettonati sono "Amministrazione finanze e marketing" (31%), "Informatica e telecomunicazioni" (14%), "Elettronica ed elettrotecnica" (10%) e "turismo" (10%). Nell'istruzione professionale la maggior parte delle scelte e' ricaduta sull'indirizzo "Enogastronomia e Ospitalita' alberghiera" (40%). Seguono "Manutenzione e assistenza tecnica" (14%), "Servizi socio-sanitari, odontotecnico, ottico" (12%), "Servizi commerciali" (11%).
 - ORGANICI, LUCI E OMBRE: PER LA PRIMA VOLTA - DOPO 10 ANNI - NESSUN TAGLIO. DIFFICOLTÀ PER CORRISPONDERE A INCREMENTO STUDENTI - In applicazione del piano triennale di assunzioni sono state autorizzate 21.112 immissioni in ruolo. E dopo 10 anni di tagli ai posti in organico, di cui 5 consecutivi, quest'anno vengono interamente confermate le cifre del passato anno scolastico. Pertanto, il totale dei posti normali resta di 625.878. Tuttavia, considerato l'aumento degli studenti, se da un lato si e' arrestato il trend negativo degli ultimi anni, dall'altro non e' stato possibile reperire ulteriori risorse capaci di compensare l'incremento demografico. A fronte di queste cifre, il numero delle classi rimane sostanzialmente stabile passando da 364.904 a 365.255 (+351). Una leggera crescita che consente, comunque, di limitare il fenomeno dell'affollamento delle classi. 
- SOSTEGNO: PREVISTO UN AUMENTO DI 4MILA ALUNNI DISABILI E 2MILA POSTI - Per il sostegno attualmente si confermano i dati dell'anno 2011/2012: 197.639 alunni disabili e 97.636 posti di sostegno. Tuttavia, pur non essendo ancora completo l'inserimento al sistema dei dati di organico di fatto, tenendo conto dell'andamento registrato negli ultimi anni il Ministero prevede un aumento di oltre 4mila alunni disabili e di almeno 2mila posti di sostegno.
 - DIMENSIONAMENTO: LE SEDI ACCORPATE E GLI EFFETTI SUGLI ORGANICI DEI DIRIGENTI SCOLASTICI - A seguito del dimensionamento, cioe' gli accorpamenti tra piu' istituzioni scolastiche, le scuole autonome sono passate da 10.219 a 9.134. Tra queste, 1.154 sono le sedi sottodimensionate, cioe' con meno 600 alunni (o meno di 400 alunni nelle scuole di montagna o nelle piccole isole), alle quali non e' possibile assegnare un Dirigente scolastico titolare, ne' il dsga (direttore dei servizi generali amministrativi). Pertanto, le sedi assegnabili sono 7.980 mentre i dirigenti scolastici in servizio sono 7.962, di cui 859 appena nominati. Questi ultimi, in particolare, sono circa il 10% del totale e rappresentano un segnale dell'impegno dell'Amministrazione per il regolare rinnovamento della dirigenza, a cominciare da quella - piu' importante - a diretto contatto con gli studenti. Le reggenze, assegnate nelle sedi sottodimensionate e in Lombardia (a causa del blocco del concorso) sono pari a 1.584. A subire gli effetti del dimensionamento anche i posti da dsga che presentano una dinamica pressoche' identica a quella dei dirigenti scolastici, diminuendo di 2.237 unita'. Gli organici del restante personale ata (amministrativi, tecnici ed ausiliari), invece, sono invariati rispetto allo scorso anno. 
- AUMENTA IL TEMPO PIENO: +1.284 CLASSI NELLA PRIMARIA - Nella scuola primaria aumentano le classi a tempo pieno che passano dalle 38.386 dell'anno scolastico 2011/2012 a 39.670 dell'anno appena iniziato. L'aumento dunque e' pari a 1.284 classi. Se quindi diminuisce leggermente il totale delle classi della scuola primaria (dalle 132.270 dello scorso anno alle 132.193 di quest'anno), aumentano quelle in cui e' attivato il tempo pieno, per un miglioramento complessivo della qualita' dell'offerta formativa. 
Notiziario Minori, 19 settembre 2012

mercoledì 12 settembre 2012

SCUOLA, EURISPES: PER I RAGAZZI QUELLA 
IDEALE PREPARA AL LAVORO I GENITORI  INVECE
VOGLIONO UN MAGGIOR BAGAGLIO CULTURALE 

Il 32,5% dei ragazzi ritiene che la scuola debba fondamentalmente preparare gli alunni nell'ingresso nel mondo del lavoro, un dato che si consolida con il crescere dell'eta': se dai 12 ai 15 anni la preparazione professionale e' l'obiettivo del 31% dei ragazzi, dai 16 ai 18 anni il valore cresce sino al 36,7%. Seguono una seria crescita personale e un solido incremento della cultura, che vengono indicate rispettivamente dal 27,8% e dal 26,6% degli studenti. Sono alcuni dei dati emersi dall'Indagine conoscitiva sulla condizione dell'Infanzia e Adolescenza in Italia, realizzato dall'Eurispes e dal Telefono Azzurro. Sempre secondo il rapporto, funzioni piu' 'educative' raccolgono consensi marginali: solo il 5,9% dei giovani ritiene che l'obiettivo principale della scuola sia quello di trasmettere valori, ed una percentuale ancora piu' bassa, pari al 3,1%, ritiene importante che aiuti a sviluppare il senso critico. Questi due dati crescono sensibilmente tra i ragazzi piu' grandi, quelli con un'eta' compresa tra i 16 ed i 18 anni. Di diverso orientamento i genitori: mentre cresce la domanda culturale e valoriale, diminuisce quella strettamente legata alla formazione professionale dei ragazzi. Infatti, i genitori indicano tra gli obiettivi sovrani della formazione scolastica quello di accrescere il bagaglio culturale personale dei propri figli (28,9%), e quello di contribuire piu' in generale alla loro crescita personale (28,8%), e solo il 17,9% ritiene che la scuola debba concentrarsi prevalentemente sulla preparazione al mondo del lavoro. "I dubbi, le incertezze e i timori che la crisi economica determina sul futuro professionale dei giovani- osserva l'avvocato Andrea Catizone, direttrice dell'Osservatorio permanente sulle Famiglie dell'Eurispes- ha radicato in loro l'idea che il percorso scolastico abbia come unico scopo quello di portare a un'attivita' lavorativa, facendo dimenticare completamente che la scuola e' anche, e soprattutto, il luogo simbolo dell'educazione e della formazione in senso lato". Dall'analisi dei dati raccolti in riferimento all'offerta didattica delle scuole, appare ancora molto forte la domanda di modernizzazione che avanza da tempo tra i ragazzi e i genitori italiani. Se il 16,1% degli studenti chiede alla scuola piu' spazio per le materie sportive (con una forte polarizzazione tra i maschi con il 27,7%, a fronte del 9,4% registrato tra le ragazze), il 15,6% degli intervistati vorrebbe dedicare piu' tempo alle attivita' pratiche, mentre le nuove tecnologie e Internet stanno a cuore al 13% del campione. Inoltre, continua il grande interesse per le lingue straniere che conquistano il 12,5% dei ragazzi, un interesse avvertito piu' dalle ragazze, con il 15,2% del campione, a fronte dell'8,1% registrato tra i ragazzi. Valori significativamente piu' bassi per le tematiche sociali legate alla prevenzione (alcool, fumo, droghe e bullismo) e all'educazione sessuale che interessano solo il 4,7% ed il 4,4% degli studenti. Anche in questo caso dall'analisi dei dati relativi alla domanda dei genitori emerge un interesse maggiore proprio sulla prevenzione: il 20,7% vorrebbe, infatti, una scuola piu' impegnata contro il fumo, l'alcool e le droghe; il 18,5%, vorrebbero una scuola che ascolti di piu' i ragazzi e gli argomenti di loro maggiore interesse; mentre il 17,9% vorrebbe che venisse dedicato piu' tempo alle lingue straniere. La scuola ideale, secondo gli studenti, dovrebbe essere piu' attenta all'ascolto. Si esprime cosi' quasi l'85% dei ragazzi, che dichiara di volere una scuola piu' incline ad accettare le loro proposte e le loro iniziative. Addirittura, il 66% di loro vedrebbe bene gli stessi studenti in cattedra per alcune materie. Una scuola piu' accogliente, ma, allo stesso tempo, piu' severa con i ragazzi violenti, per il 60,8%, e piu' impegnata nel combattere le discriminazioni, per il 58,8%. In pochi, infatti, vorrebbero una scuola senza stranieri o senza simboli religiosi (rispettivamente il 10,7% e il 18,2% degli intervistati). Infine il 59,1% dei ragazzi vorrebbe nella sua scuola ideale professori piu' preparati e competenti, un'esigenza avvertita maggiormente tra gli studenti con un'eta' compresa tra i 16 e i 18 anni (78,6%, a fronte del 49,1% rilevato tra i 12 ai 15 anni) e condivisa anche dai genitori. Infatti, per l'80% di loro, i professori dovrebbero essere piu' aggiornati e competenti, specialmente se insegnano ai ragazzi piu' grandi. Nella scuola ideale inoltre non c'e' spazio per i ragazzi violenti: il 79,1% dei genitori e' unito con i propri figli nel desiderare provvedimenti e interventi piu' severi e nell'auspicare un maggiore impegno della scuola contro le discriminazioni, raccomandato dal 67% dei genitori. 
Notiziario Minori, 12 settembre 2012
L'OCSE: ISTRUZIONE È ARMA CONTRO CRISI, MA FAMIGLIE VANNO SOSTENUTE GURRIA: PREOCCUPANO DISPARITÀ SOCIALI E CRESCITA GIOVANI 'NEET'

Chi ha un livello di istruzione superiore si orienta meglio in un periodo di crisi e continua a guadagnare di piu' rispetto ai lavoratori meno istruiti. E cittadini piu' 'titolati' costituiscono un ritorno economico anche per gli Stati: sono maggiori introiti in termini di tasse. Anche per questo gli Stati membri dell'Ocse devono combattare quei divari sociali che impediscono ai piu' deboli, ancora oggi, di arrivare ai livelli piu' alti dell'istruzione. Ma anche sostenere le famiglie su cui grava gran parte del carico dell'istruzione dei figli. E poi devono fare i conti con quella generazione Neet, quella dei giovani che non studiano e non lavorano, che e' in aumento. Lo ricorda Angel Gurria, segretario generale dell'Ocse, nella sua nota introduttiva al Rapporto 2012 sull'Educazione (Education at a glance 2012 - Uno sguardo all'Educazione 2012) presentato oggi alla stampa. "E' chiaro- spiega Gurria- che avere una maggiore istruzione ha aiutato i cittadini a mantenere o cambiare posto di lavoro durante la recessione. In tutti i paesi Ocse il tasso di disoccupazione nel 2010 e' stato di circa un terzo in meno per gli uomini con istruzione universitaria rispetto a quelli con un'istruzione secondaria superiore. Per le donne con il piu' alto grado di istruzione, e' stato di due quinti in meno". Resta anche il divario negli stipendi che e' "cresciuto" durante la crisi. "Nel 2008 un uomo con un'istruzione di livello universitario poteva aspettarsi di guadagnare il 58% in piu' di uno con al massimo un'istruzione secondaria superiore, nel 2010 questo divario e' aumentato al 67%. Nel 2008, le donne con un'istruzione superiore guadagnavano il 54% in piu' rispetto a quelle con una istruzione secondaria. Nel 2010 il divario e' cresciuto al 59%". In prospettiva chi ha un'istruzione universitaria puo' mettere in conto, al netto delle spese sostenute, un guadagno di 160mila dollari superiore a quello che avrebbe fermandosi alle scuole superiori. Questo per un uomo. Per una donna si parla di 110mila dollari. L'Italia, inverita', e' un po' in controtedenza. Ma restano ovunque eccessivi divari sociali che impediscono ai piu' deboli di arrivare al grado piu' alto dell'istruzione. Ad esempio il Rapporto rileva che "le prestazioni di lettura degli studenti di origine migrante possono essere influenzate in modo negativo quando si frequentano scuole con un gran numero di alunni provenienti da famiglie con bassi livelli di istruzione. Allo stesso modo i politici farebbero bene a prendere atto dell'aumento del numero dei 15-29enni che non sono ne' occupati ne' studiano, i cosiddetti Neet" che ormai sono in media il 16% e sono in crescita. Un dato che "riflette il disagio particolare" dei giovani in tempo di crisi. Giovani la cui disoccupazione ha raggiunto "livelli allarmanti". Per questo "molti paesi Ocse devono fare di piu' per aumentare il loro accesso all'istruzione superiore" oggi negata ai piu' deboli: chi viene da famiglie disagiate ha la meta' delle possibilita' di arrivare all'universita' di un coetaneo piu' agiato. Infine il capitolo famiglie. Per Gurria vanno sostenute di piu': "I paesi dovrebbero trovare un maggiore equilibrio fra il sostegno pubblico fornito per gli studi e la quota chiesta alle famiglie per coprire una parte dei costi". 
Notiziario Minori, 12 settembre 2012
L'OCSE LANCIA L'ALLARME 'NEET', IN ITALIA SONO IL 23% 
SI TRATTA DEI GIOVANI CHE NON STUDIANO NE' LAVORANO  

Non studiano ne' lavorano. Sono i giovani cosiddetti Neet ("Not in education, employment or training") che in Italia rappresentanto il 23% dei 15-29enni. Un dato che colloca l'Italia al quinto posto fra i paesi Ocse. È quanto emerge dal Rapporto 2012 sull'Educazione dell'organizzazione. Siamo ben al di sopra della media Ocse del 16%. Quello dei Neet da noi e' un fenomeno che ritorna, sottolinea l'Ocse che chiede ai governi di "farsi carico del problema": erano il 26% nel 1998, sono scesi al 19% nel 2003. Poi i Neet in Italia sono cresciuti rapidamente "a causa della recessione globale che ha colpito il paese nel 2008". Oggi sono appunto a quota 23%. (Ami/ Dire).
 Notiziario Minori, 12 settembre 2012
IN ITALIA 44% DEI FIGLI DI NON DIPLOMATI SI FERMA ALLE 
MEDIE LA 'TRAPPOLA' CULTURALE DENUNCIATA DALL'OCSE 
E' un dato inedito che spezza il fiato alla corsa del nostro paese verso gli obiettivi educativi prefissati dall'Europa. In Italia chi nasce in famiglie con meno possibilita' e con genitori con titoli bassi di istruzione ha scarse possibilita' di avere un lungo percorso scolastico. Secondo il Rapporto Ocse sull'Educazione presentato oggi in Italia "nonostante l'aumento dei livelli di istruzione", molti figli di genitori con un titolo restano a loro volta intrappolati nello stesso meccanismo. Ovvero studiano poco. In dettaglio, il 44% di giovani 25-34enni i cui genitori non hanno completato l'istruzione secondaria superiore fa la stessa fine, si ferma alle medie.
 Notiziario Minori, 12 settembre 2012

sabato 8 settembre 2012

MOIGE: 
BENE BALDUZZI SU FUMO 
MINORI, MALE SU ALCOL 
 "Bene ed auspicato da tempo il provvedimento del divieto di vendita del fumo ai minorenni, che da anni l'Organizzazione mondiale della Sanita' raccomanda di normare. È un'occasione per metterci finalmente al pari degli altri Paesi europei rispetto ai quali siamo in grave ritardo". Queste le parole di Maria Rita Munizzi, presidente nazionale del Moige, Movimento Italiano Genitori, in merito al decreto presentato dal Ministro della Salute Renato Balduzzi. "Riteniamo positiva la proposta di inasprimento delle sanzioni per chi vende fumo ai minori, mentre suscita perplessita' e preoccupazione la dimenticanza sul divieto di vendita di alcol ai minori: In italia, non esiste alcuna normativa che disciplini la vendita, ma solo una vecchia legge, spesso disattesa, che ne vieta la sola somministrazione ai minori di 16 anni- continua la nota-. Auspichiamo vivamente per il bene dei nostri figli un adeguamento della normativa sull'alcool con l'innalzamento del divieto all'accesso per i minori ai 18 anni. Non bisogna poi dimenticare la necessita' di migliorare il sistema dei controlli nei punti vendita di tutti questi prodotti. Noi genitori, chiediamo di non essere lasciati soli nella complessa sfida educativa: solo con gli sforzi di tutti possiamo impedire l'accesso a questi prodotti dannosi per la salute e il benessere dei nostri figli".  
                                                                 Notiziario Minori, 8 settembre 2012
LENTI A CONTATTO PER BAMBINI? 
BISOGNA PENSARCI BENE 
Lenti a contatto per i bambini. Puo' essere una scelta che i genitori devono valutare attentamente e, come in molte scelte, ci sono aspetti negativi e positivi. Le lenti a contatto offrono una migliore visualita' in caso di attivita' sportiva e per la guida, non si rompono come i tradizionali occhiali e possono migliorare la qualita' della visione in caso di miopia accentuata. Ci sono anche considerazioni estetiche da tener presente, alle quali tengono soprattutto le bambine. Gli aspetti negativi comprendono le abrasioni e le infezioni, soprattutto per scarsa igiene. Secondo una indagine americana, riportata dalla rivista Pediatrics, circa un quarto dei soggetti analizzati e' dovuto ricorrere al pronto soccorso. 
Ecco alcuni consigli per evitare guai: 
- Lavarsi sempre le mani prima di pulire o di applicare le lenti e asciugare con cura le mani con un panno pulito, privo di lanugine. 
- Lavare e disinfettare le lenti a contatto solo con i prodotti e le soluzioni consigliate dal proprio specialista di fiducia.
- Evitare di tenere le lenti troppo a lungo. 
- Non mettere mai una lente a contatto in un occhio che e' rosso. 
- Non indossare le lenti di qualcun altro.
 - Non ignorare prurito, bruciore, irritazione o rossore agli occhi che potrebbero segnalare una infezione. In tal caso rimuovere le lenti e rivolgersi al proprio specialista di fiducia.
- Applicare cosmetici dopo aver inserito le lenti, e rimuovere le lenti prima di togliere il trucco. 
Notiziario Minori, 8 settembre 2012