DIPENDENZA WEB, AL GEMELLI
1.200
VISITE IN 6 ANNI L'ESPERTO: GENITORI
SI FANNO SOSTITUIRE DA INTERNET
"Negli ultimi sei anni sono state 1.200
le visite effettuate dal nostro ambulatorio. Ora apriamo un centro ad hoc,
perché si apprende dall'esperienza che ce n'è bisogno: in questi anni, infatti,
abbiamo visto che è il caso di trattare più interamente i sintomi che questi
ragazzi portano, confrontandoci sia con il pediatra sia con il neuropsichiatra
infantile, ma abbiamo anche imparato ad avere una visione più intera delle
cause dei ritiri sociali e di tutti i modi disfunzionali di uso della rete, che
comunque rimane un'evoluzione dell'essere umano, non automaticamente qualcosa
che ammala".
Così
Federico Tonioni, Istituto di psichiatria dell'Università Cattolica del Sacro
Cuore e responsabile dell'Area delle dipendenze da sostanze e delle dipendenze
comportamentali della Fondazione Policlinico universitario 'A.
Gemelli', intervistato dall'Agenzia Dire in occasione della presentazione del 'Centro Pediatrico interdipartimentale per la psicopatologia da web', il nuovo polo multidisciplinare dedicato alla presa in carico di bambini e adolescenti con dipendenza patologica da web.
Gemelli', intervistato dall'Agenzia Dire in occasione della presentazione del 'Centro Pediatrico interdipartimentale per la psicopatologia da web', il nuovo polo multidisciplinare dedicato alla presa in carico di bambini e adolescenti con dipendenza patologica da web.
"Interessarsi
delle cause in maniera più intera- ha proseguito- significa anche rendersi
conto che nessun bambino nasce dipendente da internet e che, molto spesso, i
suoi problemi nascono da una sorta di difficoltà dei genitori a rapportasti
oggigiorno con figli che sono diversi, oltre alla tendenza stessa dei genitori,
e lo dico con comprensione, di farsi sostituire dal computer. Così la distanza
generazionale e la non conoscenza aumenta, perché i genitori cadono nella
tentazione di controllare i propri figli a loro insaputa e questo non serve mai
a conoscere meglio una persona, ma piuttosto confonde anziché chiarire le
idee". La tecnologia, d'altra parte, è anche una necessità della società
che evolve.
-
MA NASCONDE PER I PIÙ GIOVANI DEI RISCHI... QUALI SONO? "L'adolescenza è già
di per sé un rilascio- ha risposto Tonioni- ed è un momento anche drammatico
della nostra vita: noi molto spesso ci dimentichiamo come era la nostra, ma
dovremmo fare lo sforzo di ricordarcela, per cui nessun dottore può prevenire
l'adolescenza dal punto di vista del rischio". Certo, ha aggiunto
l'esperto, bisogna anche ricordare che "nessun adolescente vuole farsi
male necessariamente- ha sottolineato quindi Tonioni- un conto è avere bisogno
di fare esperienza, un altro è dover per gli adolescenti alzare il rischio e il
tiro della provocazione. E questo accade quando non c'è fiducia nei loro
confronti: è in questo caso che loro possono farsi male. Sulla natura dei loro
comportamenti, allora, non c'entra internet ma l'adolescenza, che deve essere
così". Spesso oggi l'unico contatto dell'adolescente è con la rete.
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PERCHÉ ACCADE QUESTO, DA COSA SI NASCONDONO? "Dalle emozioni- ha risposto
ancora l'esperto- pensate che due ragazzi, per esempio su Skype, parlando di
cose che in teoria li dovrebbero emozionare, non diventano rossi. La
comunicazione, non verbale, quindi, non si attiva se non si è a portata di
contatto fisico, e in rete non lo si è: ci si vede, ma non ci si può toccare.
In questo modo, gli stati emotivi vengono provati dai singoli ragazzi- ha concluso-
ma non trasmessi all'altro come in un incontro dal vivo".
Notiziario Minori, 22 gennaio 2016