martedì 31 gennaio 2012

POCHI BIMBI E OBESI, ITALIA PAESE DI 
NONNI SENZA NIPOTI ALIMENTAZIONE 
SREGOLATA, AL NORD QUELLI PIÙ 'IN LINEA'
L'Italia non e' un 'Paese per bambini', che sono pochi e anche tendenzialmente obesi. Nonostante questo, comunque, sono in condizioni di salute complessivamente buone grazie ad una 'rete di protezione familiare che e' una tipica tradizione 'made in Italy'. È questo il quadro, non del tutto roseo, che emerge dal primo 'Libro bianco 2011. La salute dei bambini', un'approfondita analisi dello stato di salute della popolazione pediatrica italiana fino a 18 anni di eta', e della qualita' dell'assistenza sanitaria nelle Regioni italiane ricevuta da questa importante fetta di popolazione, che rappresenta il futuro del Belpaese. Pubblicato dall'Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, che ha sede presso l'Universita' Cattolica di Roma, in collaborazione con la Societa' italiana di pediatria (Sip), presieduta dal professor Alberto Ugazio, e coordinato dal professor Walter Ricciardi, direttore dell'Istituto di Igiene della Facolta' di Medicina e Chirurgia, il Libro Bianco e' presentato oggi all'Universita' Cattolica. 'Il Libro bianco mette in evidenza non pochi elementi di criticita'- afferma Ugazio- la contrazione della spesa sociale per la maternita' e la famiglia, sia a livello nazionale che locale, e' forse uno dei piu' preoccupanti insieme a quello della denatalita' e ai numerosi problemi che continuano a rendere non equa e scarsamente efficace l'assistenza socio-sanitaria ai bambini migranti". Secondo il presidente della Sip 'occorre riportare il bambino e l'adolescente al centro delle scelte sociali e politiche del Paese. Il Libro bianco richiama tutti noi pediatri al nostro ruolo centrale, alla stessa 'mission' del nostro impegno professionale: garantire ai bambini e agli adolescenti la salute globale, cui hanno diritto, giocando un ruolo sempre piu' attivo non soltanto in ospedale e negli ambulatori, ma come protagonisti attivi delle scelte sociali, che sono indispensabili per garantire ai bambini e agli adolescenti la qualita' di vita - fisica, psichica e sociale - cui hanno diritto". Una bassa natalita', quindi, come lo e' il ricambio generazionale. Basti pensare che dal 1871 al 2009 la natalita' si e' quasi dimezzata (-74,25%) e attualmente si assesta al 9,5ë, cioe' nascono 9,5 bebe' ogni 1000 abitanti, contro, solo per fare qualche esempio, 12,8ë della Francia, 10,8ë della Spagna, 12ë della Svezia e 12,8ë del Regno Unito. Il livello della fecondita' e' in lieve aumento grazie all'apporto delle donne straniere.
UN PAESE DI NONNI... SENZA NIPOTI: l'Italia ha un volto sempre piu' vecchio, infatti, sebbene la popolazione italiana dal 2001 al 2010 sia aumentata del 5,9%, tale incremento non ha interessato la fascia di eta' 0-18 anni che, invece, e' diminuita del 2,64%. Questi dati confermano il rapido processo d'invecchiamento che si sta delineando nel nostro Paese. A livello territoriale, la percentuale maggiore di giovani under-18 anni (21,6%) si registra in Campania che, ormai da anni, detiene il record di regione "piu' giovane". Valori elevati vengono riscontrati anche nella Provincia autonoma di Bolzano (21%), in Sicilia (20,2%) e in Puglia (19,6%). Al contrario, la Regione con la struttura per eta' meno sbilanciata verso la classe "giovane", e' la Liguria che presenta il dato piu' basso (14,6%) e che, da anni, risulta essere la regione "piu' vecchia". Seguono il Friuli Venezia Giulia (15,7%), la Toscana (15,9%) e, a pari merito, il Piemonte e la Sardegna (16,1%).
LE DONNE FANNO POCHI FIGLI, LIETI EVENTI SOPRATTUTTO TRA DONNE STRANIERE: l'Italia e' uno dei Paesi europei dove i livelli di fecondita' totale, seppur in crescita, risultano tra i piu' contenuti. Nel 2008, il Tft e' stato pari a 1,4 figli per donna.
Tale valore, anche se in lieve aumento rispetto agli anni precedenti (+0,1 punti percentuali rispetto al 2000), risulta, comunque, inferiore al livello di sostituzione (circa 2,1 figli per donna) che garantirebbe il ricambio generazionale. Questa ripresa, imputabile sia alla crescita dei livelli di fecondita' delle over-30 che all'apporto delle donne straniere, richiede un'attenzione specifica da parte dei servizi sanitari che devono adeguarsi alle esigenze della domanda con reparti, ad esempio, dedicati alla diagnosi perinatale e con personale in grado di poter dialogare efficacemente con l'utenza straniera. Il valore piu' alto si registra nella PA di Bolzano, nella PA di Trento e in Valle d'Aosta (pari merito 1,6 figli per donna) e, in generale, nelle regioni del Centro-Nord, mentre il valore minimo si riscontra in Sardegna (1,1 figli per donna). Dal Libro Bianco emerge chiaramente l'incremento delle nascite da cittadini stranieri, sia con uno che con entrambi i genitori stranieri, soprattutto a partire dall'anno 2003. La quota piu' elevata e' quella dei nati da madre straniera. Questo indicatore, che nel 1999 era pari a 5,4%, si attesta nel 2008 a 15,9%. Le regioni del Nord sono nel 2008 quelle con la piu' elevata incidenza di nati da almeno un genitore straniero: l'Emilia-Romagna (madre 25%; padre 21,7%), il Veneto (madre 24,4%; padre 21,6%) e la Lombardia (madre 23,2%; padre 20,6%). Al contrario, nelle regioni del Mezzogiorno la quota di nati con almeno un genitore straniero risulta non solo inferiore al dato nazionale, ma estremamente contenuta. Sono i romeni, la prima comunita' per presenza (20,5%), a generare il piu' alto numero di nati tra gli stranieri (17,2%). Al secondo posto la comunita' marocchina con il 16,9%.
Segue la comunita' albanese con il 12,6%.
ALIMENTAZIONE SREGOLATA, SOPRATTUTTO TRA ADOLESCENTI: niente di buono sul fronte delle abitudini alimentari che, anzi, sono in peggioramento. Le ragazze stanno via via adottando le abitudini meno salutari dei loro coetanei. Ma le differenze tra maschi e femmine si acuiscono al crescere dell'eta'. Per le bambine tra i 3 e 5 anni si osserva un trend crescente per il consumo di alcune verdure, uova e pesce, mentre per i bambini si osserva una preferenza nel consumo delle verdure. Le differenze maggiori tra i due sessi si fanno piu' marcate tra gli adolescenti di 14-17 anni e tra i giovani di 18-24 anni a sfavore del genere femminile per il quale e' in aumento sia il consumo di alcolici fuori pasto, per lo piu' di alcolici diversi da birra e vino, sia il consumo di diversi tipi di alimenti proteici.
Al Nord i bambini con una linea migliore.
BAMBINI E RAGAZZI HANNO MOLTI PROBLEMI CON LA BILANCIA, DI PIÙ AL SUD: il 22,9% dei bambini di 8-9 anni e' risultato in sovrappeso e l'11,1% in condizioni di obesita'. Complessivamente, i dati rilevati nel 2010 risultano leggermente inferiori (sovrappeso
-0,9%; obesita' -3,5%) rispetto a quelli osservati nel 2008, ma confermano livelli preoccupanti di eccesso ponderale. I bambini piu' in linea sono quelli del Nord, quelli con piu' problemi di bilancia vivono nel Centro-Sud. Le regioni che presentano, nel 2010 i valori maggiori sono per il sovrappeso l'Abruzzo (28,3%) seguito dalla Campania (27,9%) e a pari merito da Molise e Basilicata (26,5%), mentre per l'obesita' le regioni maggiormente interessate dal fenomeno sono la Campania (20,5%), la Calabria (15,4%) e il Molise (14,8%). Nelle Province Autonome, invece, si registrano i valori minori (sovrappeso PA di Bolzano 11,4%; obesita' PA di Trento 3,5%).
Dal confronto dei dati 2008-2010 si evidenzia nelle regioni Centro-settentrionali (a eccezione del Veneto che presenta una tendenza opposta dovuta alla notevole riduzione del numero di soggetti obesi che determina l'aumento dei soggetti in sovrappeso) una riduzione dei tassi di sovrappeso che oscilla tra il -17,9% del Friuli Venezia Giulia e il -1,5% del Piemonte. Gli incrementi, invece, riguardano il Meridione, tranne la Sicilia dove il trend e' in diminuzione (-4,1%). La regione in cui si e' registrato l'aumento piu' consistente e' la Sardegna (+11,2%).
Per l'obesita' tra 2008-2010 si registra una diminuzione nelle regioni Centro-meridionali, a eccezione della Toscana e della Basilicata (rispettivamente con +1,4% e +3,7%) e della Sicilia i cui valori risultano stabili. Tra le regioni del Nord, che presentano un trend in aumento, da evidenziare e' la tendenza controcorrente del Veneto (-4,1%), ma soprattutto della Valle d'Aosta che presenta anche la maggiore riduzione in assoluto pari a -31,1%.
'Oggi, purtroppo a tavola comanda il bambino- spiega Ugazio- non c'e' dubbio che oggi i genitori non sono piu' in grado di indicare ai figli le cose giuste e sbagliate a tavola, o non hanno tempo o non sono preparati per farlo". Cosi' i bambini prendono spazio e si comportano come piccoli tiranni: "una delle abitudini che il pediatra nota di piu' oggi - racconta il Presidente SIP Ugazio - e' che i genitori chiedono al bambino anche molto piccolo cosa vuol mangiare, ma il bambino non ha gli strumenti per decidere per il proprio bene". C'e' un insieme di fattori sociologici e psicologici familiari che convergono verso questo. I cambiamenti della struttura familiare hanno fatto moltissimo. Questi, continua il pediatra, sono tutti elementi che favoriscono una alimentazione sregolata. A cio' si aggiungono i ritmi sempre piu' frenetici che impediscono alla famiglia, anche quando e' unita, di vivere insieme il momento dei pasti.
"Il mangiar male (con la conseguente 'piaga' dell'obesita')- continua Ugazio- e' un fenomeno che riguarda tutti i paesi industrializzati e che colpisce di piu' le fasce piu' deboli e socialmente piu' svantaggiate, non e' un caso che, come emerge dal Libro Bianco, in Italia il gradiente di obesita' sia crescente da Nord a Sud. Le cause di questa epidemia di obesita' sono evidenti - sottolinea il pediatra - e legate a un'alimentazione ipercalorica e al fatto che i bimbi si muovono molto meno che in un passato. Noi andavamo a scuola a piedi o in bicicletta, oggi e' impossibile o pericoloso nelle grosse citta', mentre nei piccoli centri dove pure si potrebbe e' ormai invalsa la cattiva abitudine (anche perche' i genitori sono iperprotettivi) di accompagnare ovunque i figli in macchina".
Notiziario Minori, 31 gennaio 2012
SPORT ASSIDUO PER I PICCOLI, FUMA 1 
ADOLESCENTE SU 5 RAPPORTO CON L'ALCOL:
BEVONO PIÙ MASCHI CHE FEMMINE
Lo sport solo per i piu' piccoli, un giovane su cinque fuma, il rapporto con l'alcol e' sempre a rischio, soprattutto tra i maschi. Sono alcuni dei passaggi legati allo stile di vita dei giovani, emersi dal primo 'Libro bianco 2011. La salute dei bambini', analisi dello stato di salute della popolazione pediatrica italiana fino a 18 anni di eta', e della qualita' dell'assistenza sanitaria nelle Regioni italiane ricevuta da questa importante fetta di popolazione.
Pubblicato dall'Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, che ha sede presso l'Universita' Cattolica di Roma, in collaborazione con la Societa' italiana di pediatria (Sip).
L'attivita' sportiva, quindi, tra i piu' grandi e' praticata soprattutto in modo saltuario ed e' comunque scelta soprattutto tra i maschi sia in adolescenza che una volta compiuti i 18 anni.
SPORT: Nel 2010 le quote piu' elevate di bambini/giovani che praticano sport in modo continuativo si riscontrano, in generale, nella classe di eta' 6-17 anni e, in particolare, tra gli 11-14 anni (56,3%). Lo sport praticato in modo saltuario, invece, registra percentuali piu' alte tra i 18-19 anni (14,5%) anche se presenta un incremento al crescere dell'eta'. Dal 2003 al 2010 e' cresciuta la quota di bambini che praticano sport in modo continuativo, a eccezione della fascia di eta' 15-17 anni che presenta un decremento sia pure minimo (-2,3%). È invece in diminuzione la pratica di sport in modo saltuario, mentre cresce il numero di sedentari, a eccezione delle classi 3-5 e 6-10 anni (rispettivamente, -5% e -13,6%). Il Rapporto evidenzia forti differenze tra i due sessi: i livelli di pratica sportiva sono molto piu' alti fra i maschi, fa sport abitualmente il 55,7% dei maschi tra 15-17 anni contro il 36,9% delle coetanee, il 50,6% dei maschi tra 18-19 anni contro il 23,9% delle coetanee. SEDENTARIETÀ: i partecipanti che dichiarano di guardare la televisione almeno 2 ore al giorno sono il 44,2% dei maschi e il 36,5% delle femmine undicenni, il 54,7% dei maschi e il 53,7% delle femmine tredicenni e il 55,3% dei maschi e il 54% delle femmine quindicenni. Per quanto concerne l'attivita' fisica, dalle analisi emerge che i ragazzi di 15 anni (47,5% dei maschi e 26,6% delle femmine) svolgono meno attivita' fisica rispetto ai tredicenni (50,9% dei maschi e 33,7% delle femmine) e agli undicenni (47,6% dei maschi e 35,3% delle femmine). La differenza e' ancora piu' evidente nelle femmine, che svolgono meno attivita' fisica dei compagni maschi in tutte le tre fasce di eta' oggetto di studio. Questo dato, che gia' ci vedeva al 32° posto rispetto agli altri Paesi nell'indagine internazionale del 2006, evidenzia uno scarso livello globale di attivita' fisica nei nostri ragazzi. GIOVANI E IL FUMO: È un rischio per oltre 1 giovane su 5. Maglia nera alla Sardegna, promossa la Calabria che ha la minore quota di giovani fumatori in Italia - Sono ancora troppi i giovani che fumano, infatti nel 2010 complessivamente la quota di fumatori di 15-24 anni e' pari al 21,5%. Si noti pero' che, rispetto all'anno 2000, si e' riscontrata una lieve diminuzione (-1,8%).
Riduzioni consistenti si registrano a livello regionale in Calabria (-42,1%), Friuli Venezia Giulia (-28%), Valle d'Aosta (-23,7%) e Toscana (-17,8%). Alcune regioni, pero', presentano un trend opposto, cioe' in aumento. Nello specifico, gli incrementi maggiori si sono osservati in Sardegna (+29,1%), nelle Marche (+26,9%) e in Campania (+11,1%). Nel 2010 le regioni con il numero piu' alto di giovani fumatori sono la Sardegna (29,7%), le Marche (26,4%), il Trentino-Alto Adige (25,7%) e la Lombardia (25,1%), mentre i valori minori si riscontrano in Calabria (11,3%), Valle d'Aosta (14,8%), Puglia (17,8%) e Campania (18%).
GIOVANI E L'ALCOL: Nel 2010 la prevalenza di coloro che hanno consumato almeno una bevanda alcolica nell'anno e' pari al 76% dei maschi e al 59,8% delle femmine di 18-19 anni. I maschi bevono piu' delle femmine in tutte le classi di eta' considerate, per di piu' i ragazzi assumono piu' delle ragazze comportamenti a rischio superando la soglia di consumo 'moderato' o addirittura lasciandosi andare al binge drinking. È definita moderata una quantita' giornaliera di alcol equivalente a non piu' di 2-3 Unita' Alcoliche, cioe' 36 grammi, per l'uomo, non piu' di 1-2 Unita' Alcoliche, cioe' 24 grammi, per la donna. Un'Unita' Alcolica corrisponde a circa 12 grammi di etanolo; una tale quantita' e' contenuta in un bicchiere piccolo (125 ml) di vino di media gradazione, o in una lattina di birra (330 ml) di media gradazione o in una dose da bar (40 ml) di superalcolico.
I maschi di 18-19 anni che adottano comportamenti di consumo a rischio (consumo non moderato) e di quelli che "buttano giu'" tutti in una volta sei bicchieri di alcolici (binge drinking) sono rispettivamente il 22,9% e il 22%. Anche le coetanee non scherzano: l'11,6% di loro beve in modo esagerato fino al binge drinking.
Notiziario Minori, 31 gennaio 2012
PARMA, APRE LO SPORTELLO PER IL DIRITTO
AL GIOCO DEI BIMBI SI CHIAMA 'UFFICIO 31',
COME ARTICOLO CONVENZIONE ONU
Si chiama "Ufficio 31", come l'articolo della Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia che riconosce ai piu' piccoli il diritto al gioco, visto come attivita' fondamentale per la crescita e lo sviluppo.
Per aiutare giovani e famiglie a trovare occasioni di gioco, apre a Parma lo sportello per il diritto al gioco: un luogo dove trovare informazioni, incontrare operatori specializzati e promuovere un gioco accessibile a tutti, senza alcuna discriminazione. La nascita dello sportello rientra nel progetto europeo "Re-Play", che vede il comune di Parma capofila di una rete di otto citta' (Dublino, Montpellier, Liverpool, Parma, Bruxelles, Monaco di Baviera, Timisoara e Varsavia). L'Ufficio 31 sara' operativo nella sede del Coni di Parma, in via Luigi Anedda 5/a, e sara' aperto al pubblico il lunedi', il mercoledi' e il venerdi' dalle 10 alle 12. Ogni primo lunedi' del mese l'ufficio sara' aperto con orario continuato dalle 10 alle 16. Il punto informativo sara' anche "itinerante" e tocchera' scuole, associazioni sportive, associazioni ricreative e punti d'incontro del territorio.
Obiettivo del progetto Re-Play e' diffondere la conoscenza dell'articolo 31 della Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia, garantire pari opportunita' di accesso al gioco e agli interventi ludici per bambini e ragazzi, creare un network di societa' sportive e ricreative che diano libero accesso alle loro strutture, ma anche migliorare la sicurezza nelle aree di gioco e supportare la creazione di nuovi spazi di gioco libero. Il progetto Re-Play prevede inoltre la realizzazione di un'inchiesta sul diritto al gioco, con interviste a bambini e adulti, mentre gli sportelli dedicati all'articolo 31 verranno aperti in altre due fra le citta' coinvolte nel progetto, Varsavia e Liverpool: i risultati verranno illustrati in un convegno finale da tenersi proprio a Parma nel gennaio 2013.
Notiziario Minori, 31 gennaio 2012

venerdì 27 gennaio 2012

BOOM BABY-SCOMMETTITORI: PROVINCIA 
CONTRO LUDOPATIA CAMPAGNA NELLE
SCUOLE, ZINGARETTI: ORMAI È UN DRAMMA
Ottocentomila persone in Italia ne sono dipendenti, altri 2 milioni sono a rischio, un 'giro' che attira anche il 13% degli under 18. Stiamo parlando del gioco d'azzardo, industria che nel nostro Paese fattura 76 miliardi di euro all'anno, ben il 4% del totale del Pil, cifra che porta l'Italia a essere la prima nazione europea e la terza nel mondo in questa 'classifica'. La regione con il fatturato legale piu' alto sul gioco d'azzardo e' la Lombardia, seguita dalla Campania e, a completare il podio, dal Lazio, con 1,6 miliardi annui. È proprio questo che ha indotto la Provincia di Roma, ente sul cui territorio - Capitale compresa - insistono i numeri record di 50 mila slot machine e 294 sale giochi, il 12% del totale italiano, ad avviare la campagna informativa 'Non farti prendere dal gioco d'azzardo', iniziativa contro la ludopatia che, in collaborazione con l'associazione Archi d'arte, raggiungera' circa 3 mila studenti di 20 istituti secondari del territorio provinciale, per un totale di 60 ore di lezione per combattere i pericoli della dipendenza, del sovraindebitamento da gioco e della pubblicita' ingannevole, fino a quello dell'usura.
A presentare l'iniziativa sono stati questa mattina, a Palazzo Valentini, il presidente della Provincia, Nicola Zingaretti, e l'assessore alla Tutela dei consumatori e Lotta all'usura, Serena Visintin, insieme al presidente di Archi d'arte, Rosella Brecciaroli, e al direttore generale della Provincia, Antonio Calicchia.
Ogni cittadino italiano, ha detto Visintin ricordando i dati diffusi nelle scorse settimane dall'associazione Libera, "spende mediamente 1.260 euro all'anno tra slot, gratta e vinci e scommesse. Attorno al mercato legale, pero', c'e' un fatturato illegale di 10 miliardi annui, a cui partecipano 41 clan tra mafia, 'ndrangheta e altri, basti pensare che la Finanza ha raccolto ed evidenziato oltre 8 mila irregolarita', tra manomissione delle macchinette, scommesse clandestine e mancato divieto di gioco ai minori". Roma, ha continuato l'assessore, "ha il triste primato di slot e sale da gioco, con Appia, Tuscolana e Re di Roma le zone piu' 'affollate'. Ormai quando chiude un'attivita' commerciale apre una sala giochi". Quello del gioco d'azzardo, ha sottolineato Visintin, "e' ormai un fenomeno serio e importante, la Provincia ha fatto questa scelta e a breve inizieremo una campagna importante, in cui i ragazzi parteciperanno a corsi tenuti da persone che hanno vissuto questo dramma ed esperti che daranno loro informazioni ed esperienza per evitare lo sviluppo del disagio della ludopatia, un problema non solo psicologico ma anche fisico, perche' da' un'assuefazione simile a quella dell'alcolismo".
Secondo Zingaretti, "per affrontare questo nuovo problema bisogna innanzitutto ammetterne l'esistenza e la gravita' e poi guardare in faccia senza paura questo dramma. Auspico che questa lotta diventi uno degli obiettivi e dei compiti anche delle istituzioni, che devono uscire dall'apatia della pigrizia e intervenire, affrontando questo tema di etica e lavoro - se sono disoccupato cerco guadagni facili - e offrendo ai ragazzi luoghi d'aggregazione e relazioni sane".
Ormai, ha aggiunto il presidente, "a Roma ci sono piu' locali per il gioco d'azzardo che distributori di bevande, c'e' stato un 'laissez-faire' che ha coinvolto il Paese, permettendo una tale diffusione da rendere difficoltoso il controllo, il che crea delle zone d'ombra in cui si insinua la criminalita', colpendo la tenuta dello stesso tessuto civile". Per Zingaretti "va bene la repressione, ma le istituzioni devono puntare anche sulla prevenzione, educazione e sensibilizzazione dei giovani. Noi- ha concluso- non ci volteremo dall'altra parte".
Notiziario Minori, 27 gennaio 2012
BULLISMO A SCUOLA, AUMENTA IL 
RISCHIO DROGA RISULTA DA STUDIO
CONDOTTO DAI RICERCATORI IN OHIO
Il coinvolgimento in atti di bullismo rappresenta un fattore di rischio legato a problemi di carattere sociale, emotivo e psicologico, e i comportamenti aggressivi aumentano la probabilita' di rifiuto da parte dei coetanei, abbandono scolastico, delinquenza minorile. Inoltre, sembrerebbe che gli adolescenti coinvolti in comportamenti aggressivi abbiano maggiori probabilita' di utilizzare alcol, sigarette e marijuana. Uno studio condotto dai ricercatori della Ohio State University ha esaminato la prevalenza di tali comportamenti in studenti delle scuole medie e superiori. L'indagine ha coinvolto oltre 74.000 studenti che hanno risposto ad un questionario anonimo. La maggior parte degli studenti di scuola media non risultava coinvolto in atti di bullismo, ne utilizzava sostanze. Tuttavia, i "bulli" erano caratterizzati dalle percentuali piu' alte di consumo di sostanze: il 10,5% usava sigarette, il 14,8% alcol e l'11,4% marijuana, evidenziando una relazione significativa tra i due comportamenti. La situazione era molto simile anche tra gli studenti delle scuole superiori: il consumo di sostanze e gli atti di bullismo risultavano correlati.
Infatti, i "bulli" si caratterizzavano per le percentuali piu' alte d'uso di sigarette (25,8%), di alcol (52,6%) e di marijuana (31,7%). La correlazione tra bullismo e uso di sostanze suggerisce che i giovani coinvolti in un comportamento deviante sono piu' propensi ad essere coinvolti in altri comportamenti a rischio. I programmi di prevenzione e di intervento precoce dovrebbero tenere presente tali relazioni per affrontare con strategie piu' efficaci le conseguenze negative derivanti da tali comportamenti.
Notiziario Minori, 27 gennaio 2012

sabato 21 gennaio 2012

ITALIA LONTANA DA UE, 20% DEGLI STUDENTI ABBANDONA
PRECOCEMENTE STUDI I DATI ISTAT, TROPPI 25-64ENNI
FERMI AL SOLO DIPLOMA DELLE MEDIE
L'Italia resta lontana dagli obiettivi Ue in materia di dispersione scolastica.
L'obiettivo di ridurre entro la fine del decennio a un valore inferiore al 10% il tasso di abbandono scolastico sembra impossibile visto che oggi il 18,8% dei ragazzi abbandona precocemente la scuola. L'incidenza degli abbandoni e' maggiore fra i ragazzi, rivela l'Istat nelle sue statistiche sul paese. Sale, comunque, il tasso di partecipazione dei giovani in eta' 15-19 anni: ha raggiunto l'81,8% nel 2009, mentre la partecipazione al sistema di formazione dei 20-29enni e' pari al 21,3%. Nei paesi Ue19 il tasso medio di partecipazione dei giovani in eta' 15-19 anni al sistema di istruzione e' pari all'86,2%, mentre quello della fascia 20-29 anni si attesta al 26,6%. Il titolo medio, comunque, e' basso. In Italia, nel 2010, il 45,2% della popolazione tra i 25 e i 64 anni di eta' ha conseguito come titolo di studio piu' elevato la licenza di scuola media. La situazione e' in via di miglioramento ma restiamo indietro rispetto ai principali paesi Ue.
L'ABBANDONO IN UE - Nel 2010 il valore medio degli abbandoni nell'Unione europea si attesta al 14,1%. Tra i paesi che presentano incidenze inferiori al 10% i piu' virtuosi sono Repubblica Ceca, Polonia, Slovenia e Slovacchia (tutti con quote intorno al 5%). Nell'ambito dei principali paesi dell'Unione, Germania e Francia si trovano in buona posizione con valori pari rispettivamente all'11,9 e al 12,8 %, mentre la posizione peggiore e' occupata dalla Spagna, con un tasso di abbandoni scolastici precoci del 28,4%. L'Italia si colloca nella quarta peggiore posizione subito dopo la Spagna. Il divario dell'Italia con il dato medio europeo e' piu' accentuato per la componente maschile (22 contro 16%) in confronto a quella femminile (rispettivamente, 15,4 e 12,2%).
IL QUADRO DEL SUD ITALIA - Nel 2010 il fenomeno degli early school leaver ha coinvolto il 22,3% dei giovani meridionali ed il 16,2% dei coetanei del Centro-Nord. L'incidenza maggiore e' in Sicilia, dove almeno 1 giovane su 4 non porta a termine un percorso scolastico/formativo dopo la licenza media. Valori intorno al 23% si registrano poi per Sardegna, Puglia e Campania.
Quote elevate di abbandoni si riscontrano pero' anche in alcune aree del Nord (principalmente nella provincia autonoma di Bolzano e in Valle d'Aosta, ma anche in Lombardia e Piemonte). Peraltro, nel periodo 2004-2010, la contrazione del fenomeno appare piuttosto forte soprattutto nelle regioni meridionali, nelle quali l'incidenza dei giovani che lasciano prematuramente gli studi e' scesa di 5,4 punti, a fronte di un decremento di 3,1 punti nelle regioni del Centro-Nord. Tra queste ultime, i progressi maggiori in termini di riduzione degli abbandoni scolastici prematuri sono quelli della provincia autonoma di Bolzano.
Notiziario Minori, 21 gennaio 2012

sabato 14 gennaio 2012

UN ANNO IN MENO DI STUDI E OBBLIGO A 17 ANNI,
IL SOGNO DI PROFUMO LE INDISCREZIONI SULLE 
PROSSIME MOSSE DEL MINISTRO CHE GUARDA A UE
 Ridurre di un anno il percorso scolastico e innalzare l'obbligo di istruzione al diciassettesimo anno di eta'. Sarebbero questi i progetti per il futuro prossimo del ministro Francesco Profumo, che punta ad allineare l'Italia ai sistemi europei. Per ora, secondo quanto risulta alla Dire, e' in corso il dibattito preliminare su questi temi. Se ne parla ai piani alti di Viale Trastevere e anche in incontri con esponenti politici.
L'idea e' accorciare di un anno il percorso di istruzione (non si sa ancora se tagliando un anno di superiori o magari intervenendo sulle medie) per far si' che i nostri giovani possano accedere prima, come molti loro coetanei europei, all'universita' per uscirne poi piu' giovani e risultare competitivi quanto i loro 'rivali'. L'obbligo dovrebbe poi essere innalzato di un anno, da 16 a 17. Anche qui per provare ad avvicinarci agli standard Ue sul numero di diplomati. Per attuare modifiche di questo tipo ci vuole una legge. Sull'innalzamento dell'obbligo il ministro si e' gia' sbilanciato parlando del Mezzogiorno dove vorrebbe sperimentare la permanenza a scuola fra i banchi per "evitare- ha detto nelle scorse settimane a 'Il Mattino'- che i ragazzi lascino la scuola in eta' precoce. Un traguardo che si puo' raggiungere prolungando il percorso dell'obbligo scolastico con le qualifiche professionali". Sul fronte della riduzione degli anni di studio sul blog del sottosegretario all'Istruzione Marco Rossi Doria il 10 gennaio e' comparso un post dal titolo 'Attese possibili'.  Fra queste: -
"Riformare i percorsi scolastici in modo che- dalla prima elementare al diploma- durino in tutto non oltre 12 anni". Il dibattito sembra aperto.
Notiziario Minori, 14 gennaio 2012

martedì 10 gennaio 2012

IL TRIONFO DEI COPIONI, 1 STUDENTE SU 2
HA BARATO SU COMPITI DELLE VACANZE UN
SONDAGGIO DI SKUOLA.NET SMASCHERA I RAGAZZI
I compiti per le vacanze erano troppi e quasi 1 studente su 2 li ha copiati, mentre 3 su 4 giudicano eccessivo il carico di lavoro. È quanto rivela Skuola.net che ha coinvolto in un sondaggio circa 890 ragazzi di eta' compresa tra gli 11 e 19 anni, 65% donne e 35% uomini.
La gran parte dei ragazzi e' disposta ad accettare di buon grado qualche esercizio che serva come ripasso, ma "gli insegnanti esagerano nell'assegnare i compiti", tanto che chi vorrebbe recuperare lo studio arretrato difficilmente riesce in questo suo buon proposito per l'anno nuovo. Per il 74% dei ragazzi i compiti erano troppi, ma circa 2 studenti su 3, comunque, sentono forte l'obbligo di completarli in tempo per il rientro a scuola e per riuscirci non disdegnano l'idea di copiarli. Di tutti quelli che si sono messi sui libri durante le vacanze, l'8% si e' presentato a scuola con i tutti compiti copiati mentre il 37% ne ha trafugato solo una parte.
Analizzando le risposte fornite da maschi e femmine, si nota un sostanziale allineamento tra i due sessi, sfatando quindi il mito che vuole le ragazze essere piu' diligenti nelle questioni scolastiche. Il sondaggio ha evidenziato, inoltre, che non solo molti studenti copiano i compiti da presentare al rientro a scuola, ma hanno anche l'abitudine di ridursi all'ultimo momento per farli: il 60% dei ragazzi concentra i suoi sforzi durante gli ultimi giorni di pausa per completare esercizi, versioni o temi.
E tutto questo vanifica l'obiettivo con cui vengono assegnati i compiti natalizi, quello di mantenere gli studenti in allenamento con lo studio impedendo loro di dimenticare le nozioni ricevute.
Notiziario Minori, 10 gennaio 2012
UN SMS PER UN SORRISO, L'INIZIATIVA DELLA
FONDAZIONE THEODORA IL PROGETTO DI SOSTEGNO
AI BIMBI IN OSPEDALE E ALLE LORO FAMIGLIE
Un sms per donare un sorriso, un momento di gioco e di allegria ai bambini ricoverati in ospedale, in tutta Italia. È l'obiettivo di 'Un sorriso per i bambini in ospedale', il progetto di Fondazione Theodora che porta sostegno personalizzato, attraverso la visita dei 'Dottor Sogni', agli oltre 10.000 bambini ricoverati nei reparti oncologici e cardiologici di tutta Italia. Per sostenere il progetto, fino al 29 gennaio, sara' possibile inviare un sms al numero 45502 da tutti i cellulari personali Tim, Vodafone, Wind, 3, Poste mobile, CoopVoce, Tiscali e Noverca oppure chiamare lo stesso numero da rete fissa Teletu per donare 2 euro oppure donare 2 o 5 euro da rete fissa Telecom Italia, Infostrada, Fastweb e Tiscali, regalando cosi' un sorriso in piu' a un piccolo paziente. I Dottor Sogni attraverso l'ascolto, le attivita' ludiche, la magia offrono al bambino e alla sua famiglia un prezioso aiuto per affrontare la difficile prova del ricovero. I 'Dottor Sogni', attraverso il progetto, potranno regalare sorrisi ai bambini in attesa di un cuore nuovo presso i principali poli pediatrici cardiologici italiani: l'ospedale infantile Regina Margherita di Torino, l'Irrcs San Donato di Milano, l'ospedale Bambino Gesu' di Roma, il Policlinico Federico II di Napoli. Ma anche fare visita ai bimbi che lottano contro il cancro presso quattro presidi onco-ematologici pediatrici con un ampio bacino di utenza a livello regionale e nazionale, ovvero l'Istituto dei Tumori a Milano, l'Istituto Giannina Gaslini a Genova, il Policlinico Umberto I a Roma e l'Ospedale San Gerardo a Monza. I fondi raccolti, oltre a finanziare le visite dei Dottor Sogni, serviranno a realizzare i corsi di formazione continua attraverso seminari di aggiornamento organizzati da Fondazione Theodora, il counceling psicologico periodico e la sterilizzazione delle attrezzature dei Dottor Sogni: camici, giocattoli, strumenti adatti al gioco con il bambino in ospedale.
Notiziario Minori, 10 gennaio 2012