SOGNARE È COME RESPIRARE, BIMBI LO
FANNO DI PIÙ. MONDO:
DIMOSTRA STATO
SVILUPPO DELLA LORO PERSONALITÀ
I sogni dei bambini son desideri?
"Sognare è qualcosa di più complesso del desiderare, atto che presuppone
la conoscenza della cosa anelata. I bambini ci dimostrano di avere una capacità
onirica molto prima di conoscere qualcosa. Approfonditi studi neurologici
affermano infatti che esiste un'attività celebrale nel sonno dei feti già
all'interno dell'utero materno. Sognare è quindi come respirare, e i bambini
sognano più degli adulti e ci riflettono lo stato di sviluppo della loro
personalità". In un'intervista alla Dire, Riccardo Mondo, psicologo
analista junghiano e docente di Psicologia del sogno nella Scuola di
psicoterapia dell'età evolutiva dell'Istituto di Ortofonologia (IdO) di Roma,
rivela che circa la metà del loro tempo i bambini molto piccoli lo trascorrano
sognando.
"L'attività cerebrale onirica è fondamentale per lo sviluppo del sistema nervoso, e con lo sviluppo progressivo delle capacità cognitive, linguistiche, di rappresentazione e di differenziazione tra ciò che sta dentro e ciò che sta fuori, il bambino inizia a manifestare con le immagini oniriche ciò che gli capita dentro. La successiva capacità di raccontare i propri sogni- sottolinea il membro del Centro italiano di psicologia analitica (Cipa)- dipende, in parte, dall'interazione che ha con gli adulti". È molto difficile sapere cosa sogna un bambino, soprattutto durante i primi anni di vita. "È complicato indagare sulla loro qualità- risponde Mondo- all'inizio sognano per lo più sensazioni tattili, movimenti materni, il proprio corpo, il battito cardiaco, i rumori. Sono sogni molto scarni, essenziali. Freud li definiva chiari, brevi e coerenti. Solo successivamente iniziano a fare dei resoconti, intrecciano fantasia e sogno in maniera inconsapevole, ma dalla terza infanzia in poi comincia a manifestarsi il sogno simbolico come negli adulti".
"L'attività cerebrale onirica è fondamentale per lo sviluppo del sistema nervoso, e con lo sviluppo progressivo delle capacità cognitive, linguistiche, di rappresentazione e di differenziazione tra ciò che sta dentro e ciò che sta fuori, il bambino inizia a manifestare con le immagini oniriche ciò che gli capita dentro. La successiva capacità di raccontare i propri sogni- sottolinea il membro del Centro italiano di psicologia analitica (Cipa)- dipende, in parte, dall'interazione che ha con gli adulti". È molto difficile sapere cosa sogna un bambino, soprattutto durante i primi anni di vita. "È complicato indagare sulla loro qualità- risponde Mondo- all'inizio sognano per lo più sensazioni tattili, movimenti materni, il proprio corpo, il battito cardiaco, i rumori. Sono sogni molto scarni, essenziali. Freud li definiva chiari, brevi e coerenti. Solo successivamente iniziano a fare dei resoconti, intrecciano fantasia e sogno in maniera inconsapevole, ma dalla terza infanzia in poi comincia a manifestarsi il sogno simbolico come negli adulti".
- I BAMBINI FANNO INCUBI? "È facile
che il bambino anche piccolo abbia degli incubi- ammette- anche se non sa
raccontarli. A volte possono verificarsi dei sogni ricorrenti, dei blocchi che
il soggetto non riesce a superare. Gli incubi simboleggiano proprio dei blocchi
psicologici o dei disagi di vario tipo". Ma non bisogna preoccuparsene
oltre misura, secondo lo psicoterapeuta, "perché la paura e la difficoltà
di crescere fa parte di ognuno di noi. Bisognerebbe chiedersi piuttosto come
noi adulti dovremmo comportarci di fronte a questi incubi. Condividendoli al
momento del risveglio- spiega l'analista- chiedendo ad esempio al bambino cosa
'hai sognato stanotte?', magari abituandolo a disegnarlo e a giocarci su.
Questo è un metodo ottimo per esorcizzare gli incubi".
Il classico sogno che angoscia i bambini è "l'apparizione di un mostro a casa propria. Quello che esce dall'armadio o dalla cassapanca dei giochi".
Il classico sogno che angoscia i bambini è "l'apparizione di un mostro a casa propria. Quello che esce dall'armadio o dalla cassapanca dei giochi".
-
COSA SIGNIFICA? "Segnala la paura di fronte al potere degli adulti, o il
timore di perdere l'amore delle figure di riferimento. Può simboleggiare anche
un'insicurezza personale, come un'incapacità o il mancato (sufficiente)
controllo delle proprie forze istintive, non ancora dominate. A volte sulla
figura del mostro è proiettata quella di un adulto che gli fa paura. Ciò può
indicare un'area conflittuale con il genitore, con cui il piccolo si scontra
per motivi di normale evoluzione". Un'altra immagine onirica è il rimanere
intrappolati: "Il bambino che resta incastrato in una scatola, in un
letto, che cade in un pozzo o che non riesce a correre ci indica quanto si
senta minacciato da una situazione scomoda che non riesce ad affrontare".
- LE FIGURE PIÙ RAPPRESENTATE?
"Sono gli animali o i personaggi fantastici. I piccoli hanno molta
difficoltà a fare distinzione tra il racconto e il racconto che si fa sul
sogno. Quando raccontano un sogno partono da un'immagine onirica, che poi
arricchiscono con uno stile di narrazione eroica. Quello che importa è il
racconto e la sua condivisione, e soprattutto che ci sia il genitore ad
ascoltarlo. La presenza e l'ascolto dei genitori rassicura i bambini,
confermandogli che i mostri non sono reali e che possono sentirsi sicuri nel
loro letto".
Tutti i bambini sanno raccontare i loro sogni? "Il racconto del sogno dipende dall'educazione ricevuta all'interno della struttura familiare. Dallo spazio che la famiglia riserva al gioco, alla fantasia, a ciò che sta dentro al bambino. A volte i genitori provano angoscia se il figlio racconta di essere stato ferito da un mostro".
- DA COSA DIPENDE QUESTA DIFFERENZA? "I bambini sono liberamente a contatto con le loro pulsioni, con le parti competitive, distruttive e sadiche che si manifestano. Pensiamo alle fiabe dei fratelli Grimm, che hanno dei momenti assolutamente horror e che oggi stanno diventando dei canovacci meravigliosi per gli Horror contemporanei. La paura stessa è un momento catartico dell'esperienza. Il sogno è un'esperienza di simulazione esistenziale e ha un valore formativo ed evolutivo nel bambino, che ha bisogno di sperimentare e di controllare la paura. Il vero problema- conclude l'esponente della Cipa- non sono i sogni dei bambini ma la capacità degli adulti di stare con i sogni dei bambini".
Tutti i bambini sanno raccontare i loro sogni? "Il racconto del sogno dipende dall'educazione ricevuta all'interno della struttura familiare. Dallo spazio che la famiglia riserva al gioco, alla fantasia, a ciò che sta dentro al bambino. A volte i genitori provano angoscia se il figlio racconta di essere stato ferito da un mostro".
- DA COSA DIPENDE QUESTA DIFFERENZA? "I bambini sono liberamente a contatto con le loro pulsioni, con le parti competitive, distruttive e sadiche che si manifestano. Pensiamo alle fiabe dei fratelli Grimm, che hanno dei momenti assolutamente horror e che oggi stanno diventando dei canovacci meravigliosi per gli Horror contemporanei. La paura stessa è un momento catartico dell'esperienza. Il sogno è un'esperienza di simulazione esistenziale e ha un valore formativo ed evolutivo nel bambino, che ha bisogno di sperimentare e di controllare la paura. Il vero problema- conclude l'esponente della Cipa- non sono i sogni dei bambini ma la capacità degli adulti di stare con i sogni dei bambini".
Notiziario
Minori, 2 novembre 2015