venerdì 23 dicembre 2011

MOIGE: ECCO IL DECALOGO PER PASSARE
NATALE IN SICUREZZA DAI VIAGGI ALLA 
TV, I CONSIGLI ALLE FAMIGLIE
Il Natale e' un'occasione importante per passare insieme alla famiglia alcuni giorni di svago e riposo: per aiutare a trascorrere al meglio questo particolare periodo dell'anno, il Moige, Movimento genitori, fornisce alle famiglie dei consigli. In questi giorni l'allerta esodo e' nota a tutti: per questo motivo occorre rispettare alcune semplici regole che aiuteranno i viaggiatori.
Per partire in sicurezza e' assolutamente necessario informarsi sulle condizioni della viabilita' e del trasporto ferroviario e aereo: e' bene, quindi, consultare i siti della Protezione Civile (www.protezionecivile.it), di Autostrade per l'Italia (www.autostrade.it), di Trenitalia (www.ferroviedellostato.it) e degli aeroporti principali delle varie citta'. Vi ricordiamo, inoltre, il call center viabilita' di Autostrade per l'Italia 840.04.21.21 con scatto unico alla risposta, il numero del CCISS traffico e viabilita' (tempo reale) 1518 e il numero del soccorso stradale Aci 803.116.
QUANDO PARTIRE - La scelta di giorno e ora e' importante: e' meglio evitare di partire nei giorni e negli orari di punta per non rischiare di allungare ulteriormente il viaggio, che per i bambini e' sempre troppo lungo. In questi giorni di emergenza dovuta alle possibili cattive condizioni climatiche e' opportuno consultare il sito della Protezione Civile e prestare attenzione a ogni comunicazione data dagli organi competenti, al fine di evitare disagi e pericoli, soprattutto se si e' in viaggio con i bambini. È importante, inoltre, rispettare tutte le norme di sicurezza previste dal codice stradale: se gli adulti devono prestare la massima attenzione al rispetto delle distanze di sicurezza e ai limiti di velocita', ad esempio, i bambini devono essere consapevoli dell'importanza di stare seduti sui loro seggiolini e di tenere sempre le cinture di sicurezza allacciate.
Inoltre, fino ai 12 anni e' bene che viaggino sui sedili posteriori! Da non dimenticare, inoltre, la classica "valigetta del pronto soccorso": e' bene che ogni famiglia si ricordi di metterla in valigia e, se andate all'estero, cercate di informarvi prima sulle modalita' per usufruire dell'assistenza sanitaria.
COSA FARE DURANTE IL VIAGGIO - Le cose che si possono fare insieme sono tante: raccontare fiabe a turno oppure ascoltarle grazie ai CD; cantare insieme, raccontarsi barzellette, sfidarsi su chi riconosce le sigle o i modelli delle auto.Quando nonostante giochi, canzoni e intrattenimenti vari i ragazzi iniziano a essere un po' insofferenti e' bene prepararsi a una sosta. Spezzare il viaggio facendo far loro merenda, sgranchirsi le gambe e distrarsi un po' sara' sicuramente utile. Una sosta puo' essere utile anche per i bambini che soffrono il mal d'auto e che per tale motivo vanno seguiti con maggiore attenzione.
IN MONTAGNA - La montagna e' la destinazione preferita per le vacanze natalizie, E' necessario pero' seguire alcune accortezze.
Se si e' appassionati di sci, e' importante far seguire ai piu' piccoli delle lezioni e spiegare ai bambini un po' piu' grandicelli che si deve sciare in condizioni di sicurezza, con l'attrezzatura necessaria e senza compiere gesti spericolati, specialmente quando si e' alle prime armi. Assolutamente da evitare il fuori pista. Attenzione, inoltre, a essere sufficientemente coperti per il freddo NON BANDITE LA NOIA - Le giornate dei ragazzi non devono sempre essere organizzate minuto per minuto con le piu' svariate attivita': lasciate ai vostri figli dei momenti in cui siano liberi di scegliere cosa fare INTERNET E VIDEOGAMEa' MA CON MISURA- Il freddo puo' spingere i ragazzi a voler rimanere in casa e questo potrebbe portarli a utilizzare piu' frequentemente Internet: e' importante educare i nostri figli a un uso corretto e consapevole di questo mezzo, ricordandosi sempre di predisporre un filtro di protezione per minori. Il consiglio vale anche per i videogiochi.
TV SPENTA E TANTI LIBRI- Provate a tenere la televisione spenta il piu' possibile o, comunque, stabilite con i vostri figli degli orari e dei programmi ben precisi da vedere. La lettura puo' diventare un ottimo passatempo per il Natale.
TUTTI AL CINEMA MAa' - Natale e' il periodo in cui proliferano i film dedicati ai bambini, con numerosi cartoni animati e moltissime pellicole adatte a tutta la famiglia. Attenzione pero': alcuni film vanno accuratamente evitati, soprattutto dai bambini, come nel caso dei famosi "cinepanettoni".
CITTÀ VIVA - Per Natale tutte le citta' offrono un cartellone ricco di eventi comprensivi di mostre, concerti, spettacoli e tanto altro pensati soprattutto per i piu' piccoli. Non dimenticando le nostre tradizioni, un ultimo suggerimento:
ovunque siate avrete senz'altro la possibilita' di visitare meravigliosi presepi, espressione particolarmente legata alla tradizione italiana, all'arte e all'artigianato popolare.
ORGANIZZARE I COMPITI PER LE VACANZE- Sarebbe utile creare (e rispettare) una piccola tabella di marcia per la graduale esecuzione dei compiti in modo da non arrivare a pochi giorni dall'inizio della scuola con un carico ulteriore di tensione e malumore. Poche pagine al giorno saranno sufficienti per diluire il carico di lavoro.
ATTENZIONE AL SONNO - Un ultimo consiglio valido sia per chi e' in viaggio che per chi rimane nella propria citta': senza troppa rigidita', mantenete un minimo di orari per il sonno.
Notiziario Minori 23 dicembre 2011

martedì 20 dicembre 2011

MOIGE E INTERNET: POCHI CONOSCONO 
IMPOSTAZIONI PRIVACY SOLO 8 GENITORI
SU 100 UTILIZZANO IL PARENTAL CONTROL
Un plebiscito tra i giovanissimi per il social network piu' famoso, Facebook; il contrario, invece, se si tratta di conoscere le impostazioni per la privacy. È quanto fa sapere il Moige, che ha diffuso i risultati di una indagine condotta da Swg. Si conclude in Campania il tour di 'Per un web sicuro', progetto promosso da Moige - movimento genitori, in collaborazione con Trend Micro, Cisco e Polizia Postale e delle Comunicazioni e con il patrocinio di Anp - Associazione Nazionale dirigenti e alte professionalita' della scuola, con l'obiettivo di sensibilizzare ragazzi, genitori e insegnanti su un uso corretto e responsabile della rete. Dalla ricerca, condotta , al fine di comprendere il grado di consapevolezza dei genitori rispetto alla fruizione di media da parte dei minori, e' emerso che 7 minori su 10 (70%) navigano in rete quotidianamente. La fruizione di internet da parte dei minori, secondo i loro genitori, e' pari mediamente a 52 minuti al giorno, tempo che naturalmente aumenta con il crescere dell'eta', passando da poco piu' di mezz'ora al giorno tra 6 e 7 anni a circa 1 ora e 30 minuti tra 10 e 13 anni. Il divertimento e la conoscenza sono le motivazioni principali che appassionano i ragazzi al web: giocare (44%) e' l'attivita' preferita dai giovani internauti, seguita dalla possibilita' di reperire informazioni utili per lo studio (40%). Per i figli piu' grandi la rete diventa, invece, prevalentemente uno strumento di socializzazione: il 58% dei genitori di bambini dai 12 ai 13 anni sostiene che i figli visitano solitamente i siti dei social network e dei motori di ricerca. I Social Network sono, infatti, molto apprezzati, come dimostra anche l'indagine condotta da A&F Research con focus group di genitori commissionata da Moige - movimento genitori e Trend Micro: l'82,9% nella fascia tra 15 e 16 anni, e il 74,3% in quella 11-14. Anche un 20% dei piu' piccoli non e' indifferente.
Notiziario Minori, 20 dicembre 2011
UNA FAVOLA DI SPERANZA PER I BAMBINI AUTISTICI
"IL CANTO DI ARIO", UNA STORIA VERA
"Il canto di Ario" e'unafavola che parla di accoglienza senza paure del disabile e dellasperanza di costruire un futuro possibile anche per chi e' autistico. Il libro racconta la storia vera di un bambino nato con la sindrome autistica, chetrova il suo modo di mettersi in contatto con il mondo attraverso lasua capacita'di mandare a memoria le canzoni ascoltate alla radio anche una sola volta."La storia di Ario e' quella di un dono che viene da lontano, un dono che viene da una nuvola di silenzio- si legge sulla quarta dicopertina- E' una storia che coinvolge e commuove perche' parla della speranza. Una storia dove la musica ci permette di essere piu' forti e dove l'amore, alla fine, batte tutte le differenze".
La favola,presentata nei giorni scorsi nell'affascinante contesto del Museo internazionale delle marionette 'Antonio Pasqualino' di Palermo, vuole contribuire infatti a promuovere l'accoglienza del disabile tra i bambini delle scuole primarie.
Il libro nasce da una esperienza professionale del professor Mauro Li Vigni, che durante i suoi anni di lavoro, in qualita' di dirigente scolastico di una scuola primaria, ha stabilito profondi contatti professionali prima e di amicizia poi con i membri del Comitato "L'autismo parla" a cui e' dedicato il libro.
La storia raccontata vuole anche essere, nelle intenzioni dell'autore, un messaggio di speranza per tutte quelle famiglie che si trovano nella difficile fase iniziale della scopertadel disturbo autistico di un proprio figlio.
Il tema dell'integrazione della diversita' e' solo uno di quelli trattati nel racconto che si contraddistingue anche per il riferimento al potere della musica come strumento di contatto tra bambini autistici e mondo esterno. Nel racconto ci sono personaggi diversi che ruotano intorno ad Ario ma tra tutti spiccano i bambini stessi, suoi compagni di classe, contenti di essere coinvolti in un progetto cosi' importante di recupero delle relazioni con il loro compagno che vive la sua vita isolato in un angolo della stanza.Il libro vuole essere anche un modo per esplorare e far riflettere i piu' piccoli sulla diversita' e i modi di dialogo possibili con chi e' portatore di un linguaggio diverso dal nostro. Il linguaggio usato nel racconto e' quello adatto ai bambini che frequentano la scuola primaria privo, cioe', di termini scientifici ma denso di riferimenti ai comportamenti quotidiani, alla vita vissuta realmente, con le sue difficolta', da un coetaneo con caratteristiche diverse. Il testo e' accompagnato dalle colorate illustrazioni di Giuseppa La Barbera, zia di un bambino artistico,che sottolineano i momenti salienti del racconto.
"Il libro e' stato chiuso nel cassetto per un anno in attesa che arrivassero le illustrazioni che meglio potessero interpretare il racconto - afferma Mauro Li Vigni. I messaggi del racconto sono molteplici: l'avvicinamento dei bambini al 'diverso' da loro, la sua accoglienza, la sua valorizzazione e il rispetto di situazioni lontane dalle abitudini quotidiane dei bambini. Il personaggio centrale della storia, Lello Mangiante, riesce, attraverso la musica, a fare diventare Ario il protagonista di un mondo da cui lui stesso si esclude. Questa favola cerca anche di allontanare la paura dell'ignoto che ci impedisce di andare oltre le barriere- continua l'autore- Nella storia di Ario c'e', infatti, il desiderio di andare avantidi fronte a cio' che non conosciamo superando la paura del 'diverso'". "Per noi e' molto importante piu' che entrare nelle librerie riuscire ad entrare nelle scuole- prosegue Mauro Li Vigni- A tale scopo gireremo le scuole primarie di Palermo con l'intento di presentarlo e farlo conoscere agli insegnanti e ai bambini. Il 40% del ricavato della vendita verra' devoluto all'associazione 'L'autismo parla' a cui il libro e' dedicato".
"Credo che il potere delle parole di questa favola sia straordinario- dice Rosi Pennino, presidente del comitato "L'autismo Parla- Questa favola offre a tutti, piccoli, e grandi la possibilita' di non avere paura della disabilita'. Una favola che parla di sogni infranti, di disperazione, di amore e di speranza. Sappiamo tutti che di autismo non si muore ma si muore a poco poco con il silenzio e l'indifferenza sociale.
Riteniamo quindi molto importante diffondere questo libro perche' siamo convinti che la battaglia piu' grande sia quella dell'integrazione oltre a quella di potere avere per i nostri figli dei servizi dedicati. Ricordiamoci che spesso dietro le bizzarrie dei bambini autistici c'e' una ricchezza di risorse che andrebbe valorizzata e incanalata nella giusta direzione".
Il libro e' anche uno strumento essenziale di promozione delle attivita' del comitato "L'autismo parla" genitori di Palermo che da anni si battono sul territorio per il miglioramento delle condizioni di vita dei propri figli affetti dalla sindrome autistica. A tale scopo in questi giorni viene portato nelle scuole primarie della citta' il racconto orale de "Il canto di Ario" realizzato dallo stesso autore. Tutto cio' per rendere possibile una maggiore diffusione del messaggio di solidarieta' e operare una raccolta fondi per sostenere le attivita' del Comitato "L'autismo parla".
Notiziario Minori, 20 dicembre 2011

venerdì 16 dicembre 2011

IDO: DISLESSIA, ALLARME ECCESSIVO: SOLO 4%
HA PROBLEMA SU 23% BIMBI SEGNALATI DA
MAESTRE IN POCHI DAVVERO A RISCHIO
Faticano ad apprendere, ma non per questo sono necessariamente dislessici.
Eppure centinaia di bambini in Italia vengono inseriti, senza averne bisogno, in percorsi specifici di recupero. È l'allarme lanciato dall'IdO, l'Istituto di Ortofonologia di Roma, che oggi ha presentato alla Camera i risultati dell'indagine condotta nell'ambito del progetto 'Ora si'!'. In Italia, spiegano dall'IdO, "1 bambino su 5 presenta difficolta' di apprendimento, ma non per questo e' dislessico.
Tuttavia in molti vengono ritenuti tali e inseriti in percorsi di recupero che possono causare danni notevoli: questi bambini hanno in realta' disturbi comuni".
I numeri parlano chiaro. Secondo l'indagine condotta dall'IdO su 1.175 alunni (1.025 delle elementari, 150 della materne) con la partecipazione di 136 docenti solo il 4% dei bimbi della primaria ha mostrato davvero problemi di dislessia e apprendimento. Si scende poi al 3% se si tolgono dal gruppo gli anticipatari, i bambini iscritti in prima precocemente, che presentano queste difficolta'. Fra settembre 2010 e giugno 2011 l'Ido ha monitorato a Roma oltre mille alunni di scuola elementare (9 i plessi coinvolti, con 27 classi prime e 27 seconde). Per la comunita' scolastica il 23% dei bambini era a rischio. Alla fine dello studio solo il 4% (il 3% tolti i bimbi anticipatari) e' risultato essere veramente problematico. Alla scuola materna su un gruppo di 150 bimbi monitorati del terzo anno i bimbi su cui sono state riscontrate difficolta' organizzative sono stati 19 contro i 39 segnalati all'inizio dal gruppo dei docenti. "Segnalare come dislessici bambini che in realta' non lo sono comporta- ha spiegato il direttore dell'IdO, Federico Bianchi di Castelbianco- due gravi rischi: sono dirottati su percorsi alternativi come portatori di una disabilita' che non hanno, con oneri economici non sostenibili e inutili. Il loro problema non solo non verra' affrontato, ma lascera' un vuoto di conoscenze che si ripercuotera' sul loro curriculum".
Alla presentazione dello studio hanno preso parte anche le deputate Paola Binetti, responsabile per l'Udc dei rapporti con la Scuola, e Mariella Bocciardo, del Pdl, firmataria di una proposta di legge sulla somministrazione di farmaci psicotropi ai bambini e agli adolescenti.
"Grazie al lavoro svolto nell'ambito del progetto, con la collaborazione degli insegnanti- spiega Bianchi di Castelbianco- si e' passati da 1 bambino su 5 ad 1 bambino su 25 considerato a rischio". Fra questi ultimi c'erano anche 8 anticipatari ovvero "bambini precocemente sottoposti a stimoli scolastici. Un dato che ci deve far riflettere- continua l'esperto- anche sull'accelerazione forzata dei percorsi scolastici".
Con la presentazione l'indagine si e' anche voluto precisare che "non ci sono indici predittivi della dislessia alla scuola dell'infanzia e che per una corretta diagnosi bisogna aspettare la seconda elementare". La scuola, spiega Bianchi di Castelbianco, "puo' avere un ruolo fondamentale nell'evitare di inviare dagli specialisti bambini che non hanno davvero problemi di apprendimento. Per questo serve la formazione degli insegnanti. Anche per evitare che loro stessi vedano come soggetti a rischio bimbi che non lo sono". Altrimenti c'e' la possibilita' che vengano dati a pioggia strumenti didattici compensativi a alunni che non ne hanno bisogno, con un corrispettivo spreco di risorse: dopo l'approvazione della legge che ha stanziato fondi per le scuole per fare formazione e interventi su questo tema si sono gia' moltiplicate le richieste di aiuto. "Oggi le diagnosi mediche superano di molto quel 4% di bambini davvero problematici- chiude Bianchi di Castelbianco- la scuola va rafforzata per evitare che in troppi vengano mandati dallo specialista senza bisogno". Un tentativo che e' stato fatto con il progetto 'Ora si'' che ha coinvolto il corpo dei docenti fornendo loro gli strumenti per evitare allarmi sproporzionati.
"Concentrarsi sui problemi dei bambini- ha sottolineato Paola Binetti- significa ridare dignita' alla persona. Se poi grazie agli interventi quei bambini fanno progressi e' un passo avanti per tutta la societa'. Bisogna poi stare attenti a non risolvere i problemi dell'infanzia con una eccessiva medicalizzazione. Si deve ragionare sulla difficolta' del minore, in nessun caso bisogna tentare di sedarlo".
Una linea condivisa da Bocciardo che con la sua proposta di legge punta a "vietare la somministrazione di test nelle scuole che vengono poi consegnati agli psicologi bypassando la famiglia.
A meno che non siano a scopo di ricerca e comunque approvati dal ministero della Salute".
Notiziario Minori, 16 dicembre 2011
SCUOLA. ISTAT: 8.968.063 ISCRITTI ALL'ANNO 
2009/2010 +15 MILA RISPETTO ALL'ANNO PRECEDENTE
"Sono 8.968.063 gli studenti iscritti all'anno scolastico 2009/2010, circa 15.000 in piu' rispetto a quello precedente. Il tasso di scolarita' si attesta ormai da qualche anno intorno al cento per cento per la scuola primaria e secondaria di primo grado, mentre subisce una modesta flessione per la secondaria di secondo grado, dal 92,7% del 2008/2009 al 92,3% del 2009/2010". È quanto dice l'annuario statistico italiano 2011 diffuso dall'Istat: 800 pagine per 26 capitoli per 'fotografare' lo stato dell'Italia.
L'aumento della scolarizzazione ha prodotto, nel corso degli anni, "un costante innalzamento del livello di istruzione della popolazione italiana: la quota di persone con qualifica o diploma di scuola secondaria superiore si attesta al 33,9%, mentre l'11,1% possiede un titolo di studio universitario. La selezione scolastica e' piu' forte nelle scuole superiori dove, nel passaggio dal primo al secondo anno, la percentuale di alunni respinti e' pari al 20,3%. Gli esami di terza media sono invece superati dalla quasi totalita' degli studenti (99,5%), ma uno studente su tre non ottiene piu' della sufficienza nella votazione finale".
Notiziario Minori, 16 dicembre 2011
ROMA, 'GREEN PIGOTTE' DOMENICA A
PIAZZA DEL POPOLO INIZIATIVA UNICEF:
"ECOLOGICHE, FATTE CON MATERIALI RICICLATI"
Flash mob dei bambini romani a sostegno dell'ambiente e dell'Unicef. "Domenica piazza del Popolo a Roma sara' occupata dai bambini romani- si legge in un comunicato dell'Unicef- che presenteranno in piazza le 'green Pigotte', versione ecosostenibile della bambola simbolo dell'Unicef".
Le Pigotte ecologiche, cinque in tutto e alte un metro e mezzo ciascuna, sono state vestite di materiali riciclati dai bimbi nelle settimane scorse nel corso dei laboratori di Explora, il museo dei bambini di Roma. La sfilata delle green Pigotte si terra' alle 16 di domenica dal museo Explora (via Flaminia) fino alla Casa della Pigotta di piazza del Popolo, uno dei 5 temporary store del Comitato provinciale Unicef Roma, allestiti per Natale.
È il secondo anno consecutivo che il Comitato provinciale Unicef di Roma realizza, in collaborazione con Explora, le Pigotte ecologiche, fatte dai bambini romani che hanno partecipato ai seminari con materiali riciclati portati dai genitori. "I bimbi hanno scatenato la fantasia e riutilizzato per le decorazioni vecchi cartoni, sugheri, mollette, stoffe e nastri" spiega l'Unicef.
"Le Pigotte creano un incredibile circuito di solidarieta' tra chi le realizza, chi le compra e i bambini che usufruiscono concretamente del regalo finale e che vivono in situazioni di emergenza- specifica Claudio Leone, presidente del Comitato provinciale Unicef di Roma- Sono fatte da anziani, bambini e anche da detenuti, ovvero da chi e' piu' vulnerabile e che mette in gioco la propria creativita' e la propria passione per aiutare chi ha piu' bisogno". Ciascuna e' un pezzo unico, "realizzato ogni anno da centri anziani, alunni delle scuole medie ed elementari, associazioni di volontariato e detenuti" e la vendita di ogni bambola consente "di comprare e inviare un kit salvavita per i bimbi che vivono situazioni di emergenza nei Paesi dell'Africa centrale e occidentale".
Notiziario Minori, 16 dicembre 2011
DROGA. 'RADICI E ALI', GENITORI A SCUOLA DI
  EDUCAZIONE IL PROGETTO DEL DIPARTIMENTO
DELLE POLITICHE ANTIDROGA
La crescente esigenza di sperimentare a livello nazionale un comune modello d'intervento di promozione della salute e di costruzione della capacita' di autonomia dei figli, e' stato uno dei motivi che ha spinto il Dipartimento politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei ministri a realizzare un progetto specifico sul tema, coinvolgendo realta' territoriali gia' impegnate in percorsi educativi, 'Radici e Ali', che e' stato realizzato in collaborazione con l'Azienda sanitaria locale di Avezzano-Sulmona-Aquila. Il progetto coinvolge 5 unita' multidisciplinari selezionate sulla base dell'esperienza nel settore nonche' dell'operativita' nel territorio di appartenenza (l'Aquila, Roma, Pesaro, Reggio Emilia, Verona) sotto il coordinamento del Ser.T. de L'Aquila. I destinatari del progetto sono 80 individui tra genitori o adulti di riferimento per bambini tra 0 e 8 anni selezionati sul territorio nazionale tra consultori, Sert, distretti, servizi sociali dei Comuni, parrocchie, centri di aggregazione che prenderanno parte a incontri sulla valenza costruttiva e non ripartiva, della funzione genitoriale. Le attivita', si articoleranno in sedute plenarie sui temi legati allo stile di vita e alle dinamiche emergenti con laboratori didattico-esperienziali. Due sono le finalita' che si propone il progetto: quella educativa, con lo scopo di far acquisire una genitorialita' competente nei percorsi di crescita del bambino e quella formativa, rivolta agli operatori dei servizi per attivare gruppi di auto-mutuo-aiuto come risorsa permanente delle realta' territoriali coinvolte. Il progetto concentra il proprio intento nell'azione di riconoscimento dei pattern relazionali del sistema familiare d'origine e nella ricostruzione del rapporto trans generazionale perche' costituisca consapevolezza utile alla protezione da dinamiche disfunzionali. Questa revisione aiutera' il genitore e il proprio figlio a riconoscere e accogliere i "legami" pur liberandosi dai cosidetti 'legacci' nel processo di realizzazione delle capacita' di svincolo.
Notiziario Minori, 16 dicembre 2011

martedì 29 novembre 2011

LEGGERE PER CRESCERE: CAPPUCCETTO ROSSO
FIABA PIÙ LETTA MA 'IL PICCOLO PRINCIPE'
È L'AMICO FANTASTICO PER IL 63,4%
Gli italiani sono legati alla tradizione quando si tratta di far addormentare i figli con la splendida e antichissima 'ninna nanna' del racconto.
A dirlo e' la ricerca condotta da Doxa su un campione rappresentativo della popolazione composto da genitori e giovani, presentata a Verona in occasione del decimo anniversario del progetto di responsabilita' sociale di GlaxoSmithKline 'Leggere per crescere'. Nato sulla scorta delle iniziative realizzate negli Usa alla fine del secolo scorso per migliorare l'alfabetizzazione della popolazione, 'Leggere per crescere' si rifa' al progetto 'Born to read', rivolto a tutta la popolazione infantile e attivato dall'Associazione dei bibliotecari americani per sviluppare attraverso la lettura ad alta voce lo sviluppo mentale e l'amore per i libri.
Dall'indagine Doxa emerge che Cappuccetto rosso, con il lupo che spaventa quando si trasforma nella nonnina, sbaraglia tutti.
Tre persone su quattro, tra gli adulti, lo hanno letto e la percentuale cala di poco tra i giovani che ricordano le gesta della bambina nel bosco. Al secondo posto, distanziato di poco, l'immortale di Collodi, Le avventure di Pinocchio. Poi, tra giovani e adulti la classifica cambia: se Il piccolo principe e' stato l'amico fantastico per il 63,4 per cento dei teenagers. Per gli adulti Saint Exupery scende al quinto posto, raccontato ai piu' piccoli solo in un caso su due. E, a conferma di come il legame con le storie del passato sia indissolubile, e' Alice nel paese delle meraviglie a salire sul podio, ricordato come lettura dal 63,2 per cento delle persone. "Tra i tanti buoni motivi per rilanciare l'esperienza fertile della lettura e del racconto, uno mi sta particolarmente a cuore: nella lettura e nella narrazione, adulti e piccoli ascoltatori possono conoscersi meglio e in modo piu' autentico- commenta in una nota Fulvio Scaparro, psicoterapeuta e direttore scientifico dell'associazione Gea, Genitori ancora- Credo e sogno che piccoli e grandi, genitori e figli, nonni e nipoti, educatori e bambini che vogliano tentare di fare qualche escursione nel mondo dell'altro, riescano a farlo andando insieme altrove, come avviene nel bel raccontare, in un luogo in cui gli uni e gli altri siano stranieri. In quel luogo non conta soltanto essere vecchi o giovani, maschi o femmine, genitori o figli, maestri o allievi, perche' quello e' per tutti un luogo nuovo, sconosciuto e fascinoso. Ci sono molte occasioni in cui questo e' possibile, o almeno ce ne sono molte che possiamo creare: narrare una fiaba, raccontare le proprie esperienze, leggere o costruire storie, esplorare insieme luoghi fisici e immaginari, nuovi per entrambi".
Abituare il piccolo al racconto, quindi renderlo in futuro un lettore, e' un obiettivo che si raggiunge attraverso la partecipazione tra tutte le componenti che entrano nel processo di crescita del bimbo. Anche per questo famiglie, scuola, istituzioni (nel caso di Verona proprio il Comune e l'universita', insieme alla Regione Veneto, hanno accolto subito con grande interesse l'iniziativa), biblioteche, farmacie sono divenuti protagonisti attivi di 'Leggere per crescere', che vede comunque nei pediatri il punto di riferimento fondamentale.
"Il pediatra e' una parte fondamentale nel processo di crescita del bambino, perche' lo segue nel tempo monitorandone lo sviluppo e ha il ruolo di prevenire le malattie, e anche situazioni di possibile disagio, e di aiutare le famiglie a un accrescimento ottimale del bambino- e' il parere di Giampietro Chiamenti, pediatra di libera scelta, segretario regionale Fimp Veneto- Inoltre, la lettura ad alta voce al bambino deve iniziare nei primi periodi della vita, a partire dal sesto mese, con 'libri-giocattolo' adeguati per cui il pediatra curante e' in grado di dare il giusto consiglio a tutte le famiglie, nell'ambito dell'opera di prevenzione del pediatra che oltre a prevenire gli incidenti, a sensibilizzare sugli effetti nocivi del fumo passivo, ad aiutare il piccolo a nutrirsi e riposare bene e a controllare le normali funzioni fisiologiche deve valutare nel tempo lo sviluppo del bambino e favorire appunto il racconto gia' in tenerissima eta', obiettivo primo del progetto 'Leggere per crescere'".
La lettura ad alta voce, che dovrebbe iniziare a partire dal sesto mese di vita del bimbo, e' funzionale alla prevenzione delle difficolta' di apprendimento, soprattutto per i bambini che vivono in ambienti svantaggiati. La prova di questo viene da ricerche condotte negli Usa: un bambino che vive in una famiglia disagiata ascolta mediamente in un'ora 616 parole, sente 5 affermazioni e riceve 11 proibizioni. Se l'ambiente familiare e' migliore, le parole ascoltate in un'ora quadruplicano offrendo maggiori stimoli, le affermazioni sono 9 volte piu' numerose e le proibizioni si dimezzano, forse per il fatto che i tanti 'perche'' dei piu' piccoli ottengono risposte esaurienti. Il racconto, in questo senso, puo' diventare uno strumento eccezionale per una crescita psicofisica migliore.
'Leggere per crescere' punta a stimolare nelle famiglie con bambini in eta' prescolare la lettura e il racconto ad alta voce, perche' ascoltare la voce di un genitore o di un nonno che narrano aiuta lo sviluppo psicofisico dei bambini, li aiuta ad amare i libri e rafforza i legami affettivi nella famiglia.
Inoltre, l'ascolto favorisce lo sviluppo del linguaggio, arricchisce la memoria, stimola la fantasia, promuove le capacita' cognitiva. Da queste osservazioni il progetto ha progressivamente ampliato i suoi orizzonti con filoni specifici dedicati ai bambini con disabilita' intellettive, a quelli in ospedale, per ridurre attraverso il racconto lo stress e l'isolamento del ricovero e ai bambini di famiglie immigrate per favorirne l'integrazione. In Italia oggi, a fronte di una popolazione complessiva di oltre 60 milioni di abitanti, sono 3.415.793 i bambini da 0 a 5 anni e di questi 428.603 sono figli di genitori stranieri (fonte Istat, 2011). Il progetto e' uno dei cardini del programma di responsabilita' sociale di GlaxoSmithKline 'Salute & societa'' che vede l'azienda impegnata a favore delle fasce piu' deboli della popolazione popolazione, i bambini appunto, e gli anziani per i quali ha sviluppato 'benAttivi', un progetto mirato alla diffusione dell'attivita' fisica come strumento di prevenzione nell'eta' avanzata.
"Come ogni buon cittadino, Gsk desidera contribuire al benessere della comunita' cui appartiene e puo' farlo in due modi- ha commentato Luc Debruyne, presidente e amministratore delegato GlaxoSmithKline- Puo' favorire lo sviluppo economico attraverso l'eccellenza e l'innovazione delle proprie attivita' d'impresa e quello sociale attraverso progetti e collaborazioni sostenibili, utili e durature, come 'Leggere per crescere' che, in 10 anni, ha creato una vastissima rete di famiglie, operatori sanitari, educatori, istituzioni per prendersi cura dei nostri figli, del nostro futuro".
Notiziario Minori, 29 novembre 2011
SOGNARE AIUTA A VIVERE MEGLIO: DIMINUISCE
LO STRESSRICERCA CONDOTTA DALL'UNIVERSITÀ 
DELLA CALIFORNIA DI BERKELEY
Per metabolizzare le difficolta' del quotidiano non c'e' miglior rimendio che sognare.
Stando alla ricerca condotta dall'Universita' della California di Berkeley, durante la fase REM del sonno, quella in cui si sogna, i circuiti cerebrali dello stress si spengono, permettendo al cervello di processare le esperienze emotive. Secondo Matthew Walker, responsabile della ricerca, la fase REM "ci offre una sorta di terapia notturna, un balsamo lenitivo che rimuove i bordi taglienti delle esperienze emotive del giorno precedente". E al risveglio "ci sentiamo meglio e pensiamo di potercela fare". Per giungere a questa conclusione, i ricercatori hanno monitorato l'attivita' cerebrale di 35 giovani adulti durante la visione di immagini emozionali che sono state fatte visualizzare due volte: meta' dei partecipanti ha osservato le immagini la prima volta al mattino e la seconda di sera, mentre l'altra meta' dei volontari le ha visualizzate la prima volta di sera e la seconda volta il mattino seguente, dopo aver dormito.
Si e' cosi' riscontrato che dormire tra una visione e l'altra riduce la reazione emotiva alla seconda visione delle immagini e attenua l'attivita' dell'amigdala, l'area cerebrale che processa le emozioni.
Notiziario Minori, 29 novembre 2011
ALLARME CELLULARI, CSS: POSSIBILI RISCHI
PER I BAMBINI  "MINISTERO AVVIERA' CAMPAGNA
DI INFORMAZIONE CONTRO L'ABUSO"
Nella seduta del 15 novembre, il Consiglio superiore di sanita' ha affrontato la questione dei rischi potenziali di uno smodato uso di telefoni cellulari. In linea con gli studi dell'Agenzia internazionale della ricerca sul cancro (Iarc) e in accordo con l'Istituto superiore di sanita', il Consiglio superiore rileva che "non e' stato finora dimostrato alcun rapporto di causalita' tra l'esposizione a radio frequenze e le patologie tumorali. Tuttavia le conoscenze scientifiche oggi non consentono di escludere l'esistenza di causalita' quando si fa un uso molto intenso del telefono cellulare- continua il Consiglio- Va quindi applicato, soprattutto per quanto riguarda i bambini, il principio di precauzione, che significa anche l'educazione ad un utilizzo non indiscriminato, ma appropriato, quindi limitato alle situazioni di vera necessita', del telefono cellulare". Il ministero della Salute avviera' una campagna di informazione sulla base delle ultime relazioni degli organismi tecnico-scientifici per sensibilizzare proprio a tale uso appropriato.
Notiziario Minori, 29 novembre 2011

sabato 26 novembre 2011

LA PEDAGOGISTA: LA SCUOLA EDUCHI ALLA NONVIOLENZA
"NECESSARIA LA FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI"
La ricerca europea Daphne III sul danno ai minori che hanno assistito a violenze sulle madri, nella sezione italiana invita alla sensibilizzazione e alla formazione sul tema degli insegnanti di ogni ordine e grado. Serve una vera e propria educazione alla nonviolenza. "Per la scuola dell'infanzia, elementare e di primo grado - dice Sandra Chistolini responsabile scientifico dell'indagine e docente di Pedagogia generale e sociale all'Universita' Roma Tre
- c'e' urgenza di attivare forme di sensibilizzazione per far comprendere ai docenti il fenomeno e aiutare i minori con una robusta educazione alla nonviolenza, in grado di contrastare i messaggi ricevuti sul fronte opposto e costruire una barriera di prevenzione e resistenza al danno e al bullismo". Nella scuola secondaria si possono affrontare questi temi con "documenti scientifici e anche di carattere narrativo", utili per dare un nome alla violenza, saperla riconoscere e sapervi reagire con modalita' costruttive. "Educare al rifiuto della violenza come mezzo di risoluzione dei conflitti indirizza alla scelta di via alternative alla riproduzione del trauma". Dalla ricerca Daphne III si evince che "a livello comparativo l'Italia emerge come il Paese nel quale il senso di identificazione con il modello materno e' particolarmente rilevante". Per quanto riguarda la variabile di genere, nel gruppo di bambini esposti alla violenza, sono state rilevate differenze significative tra i bambini e le bambine circa l'immagine di se'. I bambini tendono ad avere una percezione di se' superiore a quella maturata dalle bambine, spiegano i curatori. . Il dato dell'Italia incide sulla valutazione comparativa generale soprattutto per le prestazioni scolastiche delle bambine: i risultati scolastici se sono eccellenti per le bambine scelte a caso, arrivano al massimo ad essere buoni nelle bambine esposte a violenza.
Notiziario Minori, 26 novembre 2011
VIOLENZA   A  CASA,  COSÌ  NASCE   IL  PRE-
BULLISMO RICERCA EUROPEA "DAPHNE III"
Nel 2010 e' stata avviata la ricerca europea 'Daphne III' che analizza il danno indiretto nello sviluppo psico-fisico dei minori che assistono alle violenze perpetrate nei confronti delle madri. Dai risultati, emerge un dato fondamentale che merita di essere segnalato innanzitutto: nel 100% dei casi la donna-madre sopporta la violenza per i figli e per difendere l'unita' del modello patriarcale di famiglia. Prevale l'occultamento della violenza per ragioni socio-culturali. Solo quando la violenza arriva ai figli la madre rompe l'omerta' e esce allo scoperto. Il percorso di denuncia, separazione, divorzio in quel momento diviene obbligato. Dalla donna che parla emerge il danno indiretto sul figlio. La donna e' divisa tra la richiesta di aiuto ai servizi socio-educativi e la speranza che i figli potranno dimenticare.
Tuttavia - avverte il rapporto - il danno recato all'infanzia nell'arco dei primi 15 anni di vita e' tale da indurre i figli a negare il desiderio di formare una famiglia e di avere una relazione di coppia per paura di ripetere il comportamento di cui sono stati testimoni. La ricerca, coordinata dall'universita' di Cipro con partner l'universita' Roma Tre (Italia) e quelle di Oradea (Romania), di Presov (Slovacchia), ha preso in esame donne dai 16 ai 60 anni che hanno subito violenza. L'80% del campione italiano risulta essere coniugato e convivente, il 74% presenta denuncia e circa il 79% ha un referto del Pronto Soccorso o piu' referti medici.
Il grado di consapevolezza del danno recato al figlio dipende da variabili come eta', classe sociale, reddito, livello di istruzione, provenienza geografica, informazione e vicinanza del Centro antiviolenza. Le donne separate con affidamento condiviso vivono uno stato di paura costante per il figlio tenuto dal padre.
Sempre per quanto riguarda il campione italiano, l'86,7% delle donne e' di Roma il 13,3% e' di fuori Roma. Hanno nel complesso 54 figli di cui il 59% e' rappresentato dai maschi e il 41% e' dalle femmine. L'eta' dei figli che hanno assistito alla violenza varia da 0 anni ad oltre 29 anni con una maggiore concentrazione del 48% entro gli 11 anni di eta', il 30% ha 12-18 anni e il 22% ha un'eta' da 19 anni e oltre. La sola fascia di eta' di 10-11 anni rappresenta l'11% dei casi. Alcune donne parlano di violenza contro il feto durante la gravidanza con tentativi di interruzione della gravidanza. Aggressivita' e pre-bullismo. "Si puo' dire che l'aggressivita' e' una esperienza costante nel bambino che ha assistito alla violenza", dicono i curatori della ricerca dell'universita' di Roma Tre. Alcuni bambini sono aggressivi a casa e a scuola, altri solo a casa, altri solo a scuola. In alcuni casi i bambini sono aggressivi verso se stessi e attaccano il proprio corpo con tagli e morsi e anche con tentativi di fuga e suicidi. Altre volte sono aggressivi verso gli altri bambini (morsi, spinte, prepotenze), verso la madre, verso il padre, verso ambedue i genitori. La non aggressivita' e' parallela e unita in alcuni casi a mutismo e indifferenza del bambino. Vi e' un periodo di latenza dell'aggressivita' nel senso che il bambino, soprattutto se maschio, puo' riprodurla lanciando ad esempio oggetti contro la madre. Il fenomeno di pre-bullismo si manifesta in bambini dell'asilo che aggrediscono i piu' piccoli e indifesi e imitano i piu' grandi e forti, fanno i protagonisti e si compiacciono di essere amati e baciati. Il fenomeno del bullismo si registra intorno ai 10 anni anche con accerchiamento dai compagni, con prepotenze e frasi denigratorie.
Notiziario Minori, 26 novembre 2011
AL MUSEO CON MIO FIGLIO, L'IDEA VINCENTE DI BABY-
XITTER SERVIZIO  IN  SPERIMENTAZIONE  A TORINO
A Torino si sta sperimentando una nuova possibilita' per rendere le visite ai musei sempre piu' accessibili, grazie al servizio di baby sitting aperto ai bambini e ai ragazzi disabili. L'iniziativa Free Muxeum ha garantito per tre week end nel mese di novembre il servizio gratuito di baby sitting alla Reggia di Venaria, al Museo Egizio e al Museo Nazionale del Cinema, a cura di personale specializzato che si occupa dei bambini disabili permettendo loro di visitare le sale.
Contemporaneamente i genitori hanno potuto girare per i musei serenamente. L'iniziativa, tra le prime del genere in Italia, e' stata ideata dall'Associazione Baby-Xitter di Torino con il contributo della Compagnia di San Paolo e si avvale del patrocinio della Regione. Per il 26 e 27 novembre, ultimo week end della sperimentazione, e' prevista la visita al Museo Nazionale del Cinema con un percorso gioco che si concludera' con uno stratagemma cinematografico. L'ingresso e' per i bambini e i ragazzi disabili, mentre per gli accompagnatori e' gratuito o ridotto fino a un massimo di due persone. "E' un dovere per chi ha responsabilita' pubbliche lavorare per l'accessibilita' e la fruizione dei beni culturali - commenta Michele Coppola, assessore regionale alla Cultura - ancor piu' quando si tratta di rendere fruibili musei per persone con disabilita' e le loro famiglie. La nostra volonta' e' quella di ampliare questo progetto in modo permanente anche ad altre attivita' culturali del territorio e anche ad altri appuntamenti culturali, come ad esempio il Salone del Libro 2012".
"Noi famiglie con bimbi e ragazzi diversamente abili abbiamo spesso il problema di goderci un evento culturale, perche' molti dei nostri figli non hanno tempi d'attenzione abbastanza lunghi, o hanno dei comportamenti che agli occhi degli "altri" possono sembrare poco consoni all'ambiente e quindi molte volte decidiamo di non entrare in un museo o in altri luoghi, per "non dare fastidio", affermano i genitori sul sito http://www.baby-xitter.org/freemuxeum.htm
Notiziario Minori, 26 novembre 2011

sabato 19 novembre 2011

SCUOLA, PASSAGGIO DI CONSEGNE FRA 
GELMINI E PROFUMO "SARÒ IL 
MINISTRO DELL'ASCOLTO E DEL DIALOGO"
Si e' svolto ufficialmente questa mattina, poco dopo le 8, il passaggio di consegne fra il ministro uscente dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, e quello entrante, Francesco Profumo. Il passaggio e' avvenuto a porte chiuse. Profumo e Gelmini si sono confrontati sulle questioni aperte del settore di competenza del dicastero di Viale Trastevere. Temi gia' noti a Profumo che era rettore del Politecnico di Torino e presidente del Cnr.
"Lo ripeto, voglio essere il ministro dell'ascolto e del dialogo. Ma, con la stessa decisione, voglio condannare nella maniera piu' ferma ogni violenza, a persone e cose". Lo afferma il ministro dell'Istruzione Francesco Profumo nel giorno dei cortei che hanno attraversato l'Italia. Per il ministro "la forza delle proprie idee e proposte non puo' essere offuscata dalla violenza e dalla prevaricazione". Poi spiega: "Per questo governo, e per me, i giovani - quindi in particolar modo gli studenti - rappresentano una grande risorsa di questo Paese, che il Presidente Monti ha giustamente indicato come una delle priorita' dell'azione dell' esecutivo. E' mia intenzione- insiste il ministro- ascoltare con attenzione e interesse tutte le voci del mondo della scuola e dell'universita' che vogliano essere propositive. Per questo mi rendo disponibile ad incontrarle a breve. Da professore sono abituato ad ascoltare gli studenti, le loro aspettative e speranze sono legittime.
Scuola, universita' e ricerca restano presidi strategici per assicurare all'Italia un futuro solido e prospero, per dare certezze ai giovani, per consentire a tutti i cittadini di assecondare il proprio talento e le proprie ambizioni".
Notiziario Minori, 19 novembre 2011
ISTAT: COME CAMBIA LA VITA FAMILIARE
DI BIMBI E RAGAZZI AUMENTANO I 
'SENZA FRATELLI', CRESCE USO DI INTERNET
Aumentano i minori senza fratelli, raddoppiano quelli che vivono con un solo genitori. Ma non solo: sale l'utilizzo di internet come quello dei videogiochi. È la 'fotografia' del rapporto su 'Infanzia e vita quotidiana' riferita al 2011 diffusa oggi dall'Istat.
- Cambia il contesto di vita familiare di bambini e ragazzi: tra il 1998 e il 2011 la quota di minori senza fratelli sale dal 23,8% al 25,7%; i minori con 2 o piu' fratelli diminuiscono dal 23,1% al 21,2%; sostanzialmente stabili al 53,1% coloro che hanno un solo fratello. - Raddoppia il numero di minori che vivono con un solo genitore: dal 6% del 1998 al 12% del 2011.
- Nello stesso arco di tempo diminuisce dal 40,5% al 28,7% la percentuale di minori con padre occupato e madre casalinga. Sono dunque ormai di piu' i minori che hanno ambedue i genitori occupati (41,5%) rispetto a quelli che hanno la madre casalinga.
- Le nuove tecnologie sono il terreno rispetto al quale cambia piu' velocemente il comportamento di bambini e ragazzi. Cresce l'uso del cellulare, che quasi raddoppia tra gli 11-17enni (dal 55,6% del 2000 al 92,7% del 2011), e si trasforma in strumento multimediale: diminuisce dal 20,3% al 3,9% la percentuale di 11-17enni che usano il cellulare solo per telefonare. - Aumenta notevolmente anche l'utilizzo di internet: per la classe di eta' 6-17 anni si passa dal 34,3% nel 2001 al 64,3% nel 2011; per gli 11-17enni si passa addirittura dal 47,0% al 82,7%.
- Cresce la quota di bambini di 3-5 anni che usano videogiochi e computer per giocare: dal 19,6% del 1998 al 24,1% del 2011 per i maschi e dal 6,7% al 15,9% per le femmine.
- In testa alla graduatoria dei giochi preferiti dai bambini di 3-5 anni ci sono i giocattoli piu' tradizionali: le bambole per le femmine (86,4%) e le automobiline, i trenini e simili per i maschi (77,3%). A 6-10 anni la graduatoria vede al primo posto il pallone (74,2%), seguito da videogiochi (65,8%) per i maschi e, per le femmine, il disegno (77,7%) e le bambole (67,6%).
- Rispetto al 1998 cresce la quota di bambini di 3-10 anni che giocano con i genitori, con i nonni e con i coetanei. Nei giorni feriali la quota di bambini che giocano con la madre passa dal 32,4% al 57,8%, con il padre dal 22,5% al 46,2%; nei giorni festivi la quota di chi gioca con la madre passa dal 40,5% al 64,6%, con il padre dal 39,9% al 60,6%.
- Tra il 1998 e il 2011 aumenta la percentuale di ragazzi di 6 17 anni che vanno a teatro (dal 19,9% al 31,6%), al cinema (dal 69,2% all'80,2%), a visitare musei e mostre (dal 38,3% al 43,1%), a concerti di musica classica (dal 5,7% al 7,9%) o a spettacoli sportivi (dal 38,7% al 42,1%), leggono libri (dal 51,6% al 56,9%). Nella fruizione culturale permangono pero' forti differenze geografiche tra Nord e Sud.
- Nel 2011, 314 mila ragazzi da 6 a 17 anni (il 4,6% di questa fascia d'eta') non sono andati al cinema nei 12 mesi precedenti l'intervista, non hanno letto libri, non hanno usato ne' il pc ne' Internet, e non hanno praticato sport. Nel 2001 tale quota era pari al 7,2%.
- Tra il 1998 e il 2011 aumenta la partecipazione ai corsi di formazione extrascolastica (dal 41% al 51% tra i 3 e i 17 anni), piu' per le femmine (dal 39,7% al 50,4%) che per i maschi (dal 42,3% al 51,6%).
- Tra il 1998 e il 2011 diminuisce la quota dei bambini e dei ragazzi tra 6 e 17 anni che riceve regolarmente denaro dai genitori (dal 35,1% al 25,6%): la diminuzione piu' forte si ha tra il 2008 e il 2011. Ad aumentare in modo piu' consistente e' la quota di coloro che non ricevono mai denaro: dal 30,2% del 1998 al 37,4% del 2011.
Notiziario Minori, 19 novembre 2011

venerdì 11 novembre 2011

FAZIO: "IL FUMO FA MALISSIMO, LO VIETEREI"
"IL RISCHIO OBESITÀ È REALE, FARE PIÙ SPORT"
Cattive abitudini alimentari, uso smodato di alcol, soprattutto superalcolici, ma anche la sigaretta facile sono piaghe che colpiscono i giovani e contro le quali bisogna agire con educazione e sane abitudini. Il ministro della Sanità, Ferruccio Fazio, parla di giovani riuniti al 'Festival delle giovani idee' promosso dall'Istituto di Ortofonologia e da Diregiovani.it al palazzo dei congressi e li invita a praticare più sport. "Il rischio obesità e' reale", avverte Fazio che porta a sostegno alcuni dati. "Il 35% dei ragazzi tra i 7 e i 14 anni è sovrappeso o obeso, il 38% dei giovani passa 2 ore al giorno davanti alla televisione o giocando con i videogiochi, questo e' sbagliato". Non solo, "uno su due ha la tv in camera", riferisce.
Di qui l'appello alle famiglie e agli educatori: "Dobbiamo educare i giovani ad avere sane abitudini. Lo sport e' necessario". Il ministro ritiene anche che il fumo tra i giovani andrebbe proibito: "Fa malissimo", sottolinea. E anche l'alcol "non e' la risposta".
Notiziario Minori, 11 novembre 2011
INTERNET, 9 RAGAZZI SU 10 PREFERISCONO 
FACEBOOK "DA DOMANI LA CAMPAGNA 
SULL'USO RESPONSABILE DEL WEB"
Arriva in Lombardia il tour di 'Per un web sicuro', progetto promosso dal Moige, il Movimento italiano genitori, in collaborazione con Trend Micro, Cisco e Polizia postale e delle comunicazioni e con il patrocinio di Anp, l'Associazione nazionale dirigenti e alte professionalita' della scuola, con l'obiettivo di sensibilizzare ragazzi, genitori e insegnanti su un uso corretto e responsabile della rete.
La campagna coinvolgera' 30 scuole medie in 6 regioni italiane (Lazio, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Campania, Puglia), incontrando oltre 10.000 studenti e 21.000 adulti fra genitori e docenti. Il progetto prevede la realizzazione, presso le scuole selezionate, di incontri con gli studenti e i docenti in orario scolastico, nel corso dei quali gli operatori volontari discuteranno con i ragazzi le tematiche relative ad internet e al suo corretto utilizzo attraverso l'ausilio di materiale visivo.
Presso le scuole saranno, inoltre, organizzati, in orario pomeridiano/serale, incontri formativi per i genitori, durante i quali gli operatori volontari offriranno aiuto e consigli agli adulti sull'utilizzo della rete e sui passi da compiere per tutelare i ragazzi. Al termine di ogni incontro, minori e adulti riceveranno materiale informativo appositamente creato, scaricabile anche dal sito www.genitori.it dove sara' pubblicata una sezione dedicata al progetto.
Da una ricerca condotta da Swg per il Moige, al fine di comprendere il grado di consapevolezza dei genitori rispetto alla fruizione di media da parte dei minori, e' emerso che 7 minori su 10 (70%) navigano in rete quotidianamente.
La fruizione di internet da parte dei minori, secondo i loro genitori, e' pari mediamente a 52 minuti al giorno, tempo che naturalmente aumenta con il crescere dell'eta', passando da poco piu' di mezz'ora al giorno tra 6 e 7 anni a circa 1 ora e 30 minuti tra 10 e 13 anni. Il divertimento e la conoscenza sono le motivazioni principali che appassionano i ragazzi al web: giocare (44%) e' l'attivita' preferita dai giovani internauti, seguita dalla possibilita' di reperire informazioni utili per lo studio (40%). Per i figli piu' grandi la rete diventa, invece, prevalentemente uno strumento di socializzazione: il 58% dei genitori di bambini dai 12 ai 13 anni sostiene che i figli visitano solitamente i siti dei social network e dei motori di ricerca.
"I giovani oggi hanno molta dimestichezza con la rete- ha dichiarato Maria Rita Munizzi, presidente nazionale Moige- tuttavia, cio' non significa che conoscano bene anche i rischi che possono derivare da un uso non corretto di internet. Per questo e' necessario il ruolo di controllo dei genitori: l'ideale resta sempre l'esperienza condivisa, capace di rinsaldare un rapporto genitori-figli basato essenzialmente sulla fiducia reciproca".
I social network sono, infatti, molto apprezzati, come dimostra anche l'indagine condotta da A&F research con focus group di genitori commissionata dal Moige e Trend Micro: l'82,9% nella fascia tra 15 e 16 anni, e il 74,3% in quella 11-14. Anche un 20% dei piu' piccoli non e' indifferente.
Facebook, come prevedibile, la fa da padrone: quasi 9 ragazzi su 10 lo preferiscono. L'utilizzo di questi mezzi, inoltre, non e' accompagnato da una adeguata consapevolezza dei pericoli per la privacy e da una sufficiente conoscenza delle necessarie misure di protezione. Ad esempio, solo 3 adulti (30%) e 4 ragazzi su 10 (40%) sanno come impostare le regole di privacy nei social network. Sembra prevalere un 'controllo ambientale generico' da parte dei genitori, basato su una selezione di tempi e possibilita' di utilizzo della rete e su un generico ricorso al dialogo. Le misure di controllo e prevenzione adottate dai genitori, di fatto, non sembrano tra le piu' severe ed efficaci:
6 genitori su 10 (60%) si limitano a parlare genericamente dell'argomento con i propri figli, 4 su 10 (43%) navigano insieme a loro (ma solo il 28,1% se i figli hanno 15-16 anni) e solo 3 genitori su 10 (33,3%) condividono la scelta dei siti da visitare. Il 40% controlla periodicamente siti visitati e le attivita' online, mentre pochissimi, solo 8 genitori su 100 (7,8%), utilizzano le funzioni di parental control messe a disposizione dai software di sicurezza. Dall'indagine Swg, tuttavia, e' emerso che 6 genitori su 10 (61%), pur consentendo la navigazione su internet, non nascondono tuttavia una forte preoccupazione. La pedofilia (44%), gli incontri pericolosi (39%), la pornografia (35%) e la perdita di contatto con la realta' (35%) sono i principali motivi di preoccupazione. Dai dati forniti dalla Polizia postale e delle comunicazioni, la pedofilia on line si conferma l'emergenza maggiore per cio' che concerne il web: dal 1 gennaio al 30 settembre 2011, sono stati effettuati ben 16.142 monitoraggi e 554 perquisizioni. I denunciati sono stati 685 e gli arrestati 39. Segue la pirateria informatica: nello stesso periodo, vi sono state 264 denunce e 56 perquisizioni, che hanno condotto all'arresto di 2 persone.
"Un numero sempre maggiore di giovani accedono alla rete e attraverso questa comunicano- dichiara Antonio Apruzzese, direttore della Polizia postale e delle comunicazioni- ma internet deve essere utilizzata osservando regole che consentono di evitare i rischi e i pericoli che si possono incontrare durante la navigazione. L'educazione alla prevenzione appare lo strumento piu' efficace per formare i ragazzi e iniziative come queste sono estremamente utili non solo per aiutare i giovani ad utilizzare la rete in sicurezza ma anche a fornire strumenti ai genitori per proteggere i figli dai pericoli del web".
"Come mamma ho sempre rivolto uno sguardo attento al web, controllando la navigazione dei miei figli e soprattutto parlando con loro, affinche' fossero informati con capacita' critica- dichiara Milly Carlucci, madrina dell'iniziativa- È importante, pero', parlare anche ai genitori: sulla rete noi siamo principianti e i nostri figli dei fuoriclasse, pertanto, anche noi dobbiamo imparare per non restare indietro".
Domani il tour della campagna 'Per un web sicuro' partira' dalla Lombardia.
Notiziario Minori, 11 novembre 2011

martedì 8 novembre 2011

PARTE LUDORADIO, LA RADIO DEDICATA AI
 BAMBINI PER LA COLLABORAZIONE TRA 
ANTENNA RADIO ESSE E GIOCOLENUVOLE
Parte da oggi martedì 8 novembre "Ludoradio", la nuova trasmissione radiofonica dedicata ai bambini e nata dalla collaborazione tra Antenna Radio Esse e Giocolenuvole.
L'obiettivo del programma e' diffondere la cultura dell'infanzia e dare vita ai pensieri dei bambini. La trasmissione ha dunque scopi educativi. Infatti attraverso una serie di giochi e intrattenimenti la trasmissione coinvolgerà i bambini per aiutarli a sviluppare la loro fantasia ed abituarli all'ascolto.
Il programma andrà in onda dalle ore 16:10 alle 17:00 e sarà condotto da Silvia Priscilla Bruni, educatrice di Giocolenuvole e speaker di Antenna Radio Esse che intratterrà i piccoli radioascoltatori raccontando favole della letteratura per bambini e invitandoli ad intervenire telefonicamente. Il programma prevede anche un mini corso di inglese tenuto da insegnanti madrelingua.
Nel palinsesto e' presente anche "Bimbox" un programma dedicato ai genitori che andrà in onda tutti i giovedì alle ore 10:30.
Saranno affrontati temi come alimentazione, scuola, sport ed educazione; di volta in volta interverranno esperti del settore ai quali gli ascoltatori potranno rivolgere le proprie domande.
I programmi si potranno ascoltare sulle frequenze di Antenna Radio Esse (Mh 93.200 - 93,500 - 99,100) o collegandosi al sito www.antennaradioesse.it
Notiziario Minori, 8 novembre 2011
BANKITALIA: NÈ LAVORO NÈ STUDIO PER 
2,2  MILIONI  SONO  I  NEET:  NOT  IN 
EDUCATION, EMPLOYMENT OR TRAINING
Per effetto della crisi il numero di giovani che non sono occupati, ne' impegnati in corsi di studio o formazione e' aumentato: nel 2010 erano 2,2 milioni. Lo scrive la Banca d'Italia nel rapporto 'Economie regionali'. I giovani appartenenti a questa categoria sono spesso indicati con l'acronimo Neet: Not in Education, Employment or Training.
Nel periodo 2005-08, si legge, "i Neet tra 15 e 29 anni erano poco meno di 2 milioni, pari al 20 per cento della popolazione nella stessa fascia d'eta'. Nel 2010 erano 2,2 milioni, circa il 23,4 per cento. L'aumento e' stato più marcato nel Nord e al Centro, meno pronunciato nel Mezzogiorno, dove tuttavia l'incidenza di giovani Neet era prossima al 30 per cento già prima della crisi. L'incidenza dei Neet tra le donne supera il 26 per cento, contro il 20 degli uomini.
Notiziario Minori, 8 novembre 2011
L'ASMA? ANCHE LA MAMMA TOGLIE IL FIATO AI
BAMBINI I RISULTATI DI UNO STUDIO GIAPPONESE
L'asma? Può essere anche colpa di mamma. Una ricerca pubblicata su BioPsychoSocial Medicine carica di nuove responsabilità il ruolo della donna di casa nell'evoluzione della malattia; non solo come principale responsabile dell'aderenza alle cure, ai controlli, ai consigli del medico, ma anche nei comportamenti e nella relazione di ogni giorno.
Uno studio giapponese ha seguito per un anno circa 220 madri di bambini dai 2 ai 12 anni di età che soffrivano di asma.
All'inizio del lavoro tutte le mamme sono state invitate a compilare un questionario che comprendeva domande sul loro grado di stress e su come cercavano di gestirlo, sul loro rapporto con i figli e le loro modalità educative, sulla gravità della condizione clinica del piccolo, su quanto ci si attenesse alle prescrizioni dei farmaci e alle raccomandazioni del medico. Dopo un anno, le donne sono state ricontattate, anche per sapere come andava la malattia del figlio, in relazione alla frequenza e all'intensità degli attacchi. Dai risultati e' emerso che i comportamenti e gli stati d'animo piu' deleteri cambiano nettamente a seconda dell'età': i piccoli sotto i sette anni risentono negativamente soprattutto degli stati d'animo di rabbia o irritazione della madre che perdurano nel tempo, indipendentemente dal fatto che essa li esprima apertamente o cerchi di reprimerli o nasconderli; l'asma dei più grandicelli invece tende a peggiorare per lo più in risposta ad atteggiamenti iperprotettivi. Al contrario, se la mamma pensa di più a se stessa, fino al punto da essere classificata come "egoista" nei test psicologici, i ragazzini tirano il fiato, e non solo metaforicamente.
Notiziario Minori, 8 novembre 2011
I BAMBINI HANNO PROBLEMI AGLI OCCHI? COLPA
DELLO SMOG RICERCA PORTATA AVANTI A MILANO
Smog e inquinamento fanno male agli occhi dei bambini. Alcuni dei problemi della vista che colpiscono i bambini, tra i quali prurito, rossore, lacrimazione, dolore diffuso, sono causati dallo smog che ormai e' di casa nelle grandi città, ma non solo. Questa teoria e' portata avanti da uno studio condotto da Paolo Nucci, rinomato oculista pediatrico e primario dell'ospedale San Giuseppe di Milano.
Si tratta di una ricerca molto interessante incentrata sui bambini di età compresa tra uno e dodici anni, monitorati tra il 2009 e il 2011. Il titolo dello studio e' allarmante, "Congiuntiviti urbane: una nuova forma di congiuntiviti da inquinamento?", tanto che per definire questa nuova patologia che colpisce gli occhi dei piccoli e' stato coniato un nuovo neologismo che rende bene il problema: "Urban Eye Allergy".
A soffrire di vari disturbi alla vista, secondo Nucci e il suo team, sarebbe il 42% dei bambini, e a esserne colpiti sono soprattutto coloro che vivono nelle aree altamente urbanizzate.
L'obiettivo e' descrivere una nuova entità clinica, definita Urban Eye Allergy (allergia dell'occhio urbanizzato), in seguito all'evidenza che un certo numero di pazienti presentano sintomi di irritazione congiuntivale non direttamente causati da agenti allergici, infettivi o dalla secchezza oculare. A riprova della nostra ipotesi, i bambini colpiti vivevano in aree urbane ad alto tasso di inquinamento».
Un nuovo tipo di congiuntivite, quindi, del tutto riconducibile allo smog e ormai ricorrente in un bambino su due. Un motivo in più per tenere sotto controllo la vista dei bambini seguendo piccoli accorgimenti ed effettuando visite periodiche da un buon oculista, specialmente dopo i tre anni ma soprattutto prima di frequentare la scuola primaria.
Una buona abitudine per mantenere gli occhi dei piccoli sempre puliti, liberandoli da polveri e residui, e' quella di passare una garza sterile imbevuta di acqua fisiologica, partendo dall'interno verso l'esterno e utilizzando una garza differente per ciascun occhio. Questa semplice pulizia può essere effettuata anche nei neonati.
Notiziario Minori, 8 novembre 2011

venerdì 28 ottobre 2011

ALCOL, IL 75% DEI GIOVANI BEVE 
ABITUALMENTE L'IDENTIKIT DEL BINGE
DRINKER: TRA I 15 E I 24 ANNI, MASCHIO
Negli ultimi 20 anni in Italia e' diminuito il consumo degli alcolici, il nostro si conferma un paese di bevitori moderati rispetto agli altri stati europei, ma suona il campanello d'allarme per gli eccessi diffusi tra i giovani. A destare preoccupazione e' soprattutto la moda del 'binge drinking', cioe' bere almeno 5 bicchieri di alcolici in un tempo breve e lontano dai pasti. L'identikit del binge drinker fra i giovani tra i 15 e i 24 anni e' maschio, vive nell'area nord -ovest dell'Italia e non nel capoluogo, nel 57% dei casi e' studente, nel 35% lavoratore, nel 7% disoccupato.
Sono i risultati dell'analisi fatta dal Censis su una serie di sei indagini realizzate dall' Osservatorio Permanente Giovani e Alcool/Doxa dal 1991 al 2010 su un campione di circa duemila persone. In questo lasso di tempo si e' mantenuta stabile (intorno al 75%) la platea dei giovani consumatori.Cresce la moda del bere fuori pasto, con il boom di aperitivi ed happy hours che fino a pochi anni fa costituivano un consumo marginale. Si affacciano sulla scena nuove categorie di bevitori a rischio in passato meno visibili: i giovani tra i quali sembrano essersi indeboliti i meccanismi di autocontrollo. In venti anni e' diminuito il consumo di vino, mentre la birra e' stabile. In entrambi i casiaumenta la platea dei consumatori moderati e calano i "consumatori eccessivi". Trend opposto per le bevande alcoliche 'fuori pasto'. Il consumo di aperitivi e di superalcolici segnano rispettivamente, un incremento del 10% e del 20%. Per gli aperitivi aumenta sia la platea dei consumatori sia quella dei consumatori che eccedono.
La moda del "fuori pasto" porta i giovani a consumare sempre piu' spesso gli aperitivi soprattutto nei fine settimana e sempre in compagnia. Per i superalcolici, la quota di bevitori regolari e' bassa ed al di sotto della media europea, ma dal 2000 al 2010 si registra un aumento della quota relativa a fenomeni di eccessi che coinvolgono entrambi i sessi. Per il binge drinking, l'83% del campione non l'ha mai fatto, ma il 13,5 % l'ha provato uno o due volte. Nel disagio collegato allo sballo del sabato sera, alcuni tra i fattori piu' importanti sono la mancanza di valori, l'isolamento sociale, la precarizzazione, la migrazione e la mobilita'. Le preoccupazioni per i danni causati dall'eccesso di alcol sono aumentate non solo per l'attenzione agli stili di vita sani ma anche per l'aumento dello 'sballo' del sabato sera, per gli incidenti stradali e sul lavoro.
Notiziario Minori, 28 ottobre 2011
BAMBINI ABBANDONATI IN AUTO, 
VOLANTINI PER  PREVENZIONE
INIZIATIVA DELL'OSPEDALE MEYER DI FIRENZE
Cinquemila volantini in tutta Firenze per prevenire l'abbandono del bambino in auto.
E' l'originale iniziativa che intende promuovere ilTrauma Center Pediatrico dell'Ospedale Meyerattraverso la distribuzione di materiale informativo negli ospedali, nelle scuole, negli asili e nelle grandi aziende per combattere un drammatico fenomeno che ha recentemente coinvolto alcune famiglie italiane.
"Sembra impossibile che un genitore possa dimenticare involontariamente il proprio piccolo in macchina - ha spiegato Leonardo Bussolin, responsabile del Trauma Center del Meyer- ma lo stress della vita di oggi, unito ad un'abitudine meccanica quotidiana nel fare le cose, puo' portare a una tale circostanza". Un fenomeno molto raro in Italia, ma che negli Stati Uniti provoca una media di 38 decessi all'anno,con picchi di 49.
Nel volantino, oltre a presentare la gravita' del fenomeno, si spiega come fare per prevenirlo. Tra gli accorgimenti suggeriti, quello di mettere sullo screen saver del pc dove si lavora la scritta "Hai accompagnato il tuo bambino a scuola?", oppure posare sul sedile accanto al nostro in auto un oggetto che ricordi il figlio, fino ad arrivare a degli allarmi sul sedile dove sta seduto il bambino che suonano se si chiude la portiera dell'auto con il bambino ancora seduto.
La diffusione di volantini, che partira' non appena arriveranno delle sponsorizzazioni all'ospedale Meyer, si estendera' probabilmente ad altre province della Toscana e, fondi permettendo, alle altre regioni italiane.
Notiziario Minori, 28 ottobre 2011
WEB, SOLO 8 GENITORI SU 100 USANO IL PARENTAL
 CONTROL PARTE CAMPAGNA INTERNET 
SICURA DI MOIGE E POLIZIA POSTALE
Solo 8 genitori su 100 utilizzano i sistemi di parental control per rendere i loro computer a prova di minore. E solo 3 adulti su 10 sanno come impostare le regole di privacy sui social network. Una percentuale che sale di poco (40% fra i ragazzi). Tutti navigano, soprattutto i piu' giovani, ma in pochi sanno come proteggersi dalle insidie della Rete.
Rischi che vanno dall'adescamento nel caso dei minori, alla violazione dei propri dati personali, problema trasversale che riguarda anche gli adulti.
Sono i dati forniti dal Moige, il Movimento italiano genitori, che, insieme alla Polizia postale, a Trend Micro, Cisco e con il patrocinio dell'Anp, l'Associazione nazionale dei presidi, ha lanciato una iniziativa, 'Per un web sicuro', tesa proprio ad educare grandi e piccoli ad un uso corretto di Internet. Saranno coinvolte 30 scuole medie in 5 regioni italiane (Lazio, Lombardia, Piemonte, Campania, Puglia. Oltre 10mila studenti e 21mila adulti parteciperanno agli incontri. Il tour parte domani da Roma. Secondo i dati presentati dal Moige, il 70% dei minori naviga ogni giorno, mediamente per 52 minuti, con oscillazioni che vanno dalla mezz'ora tra i 6 e i 7 anni e 1 ora e mezza fra i 10 e i 13. Il 58% dei genitori di bambinbi fra i 12 e i 13 anni sostengono che i loro figli vanno sui social network e sui motori di ricerca. Ma in pochi sanno difendere la loro privacy (30% di adulti e 40% di minori).
Le famiglie si limitano spesso al 'controllo ambientale': il 60% parla solo con i figli della navigazione, il 43% ci naviga insieme, solo il 33,3% sceglie quali siti possono visitare i figli. Il 40% dei genitori controlla periodicamente i siti visti dai figli ma solo 8 su 100, pochissimi, usano il parental control per bloccare quelli proibiti. Eppure il 61% dei genitori e' preoccupato da possibili brutti incontri dei figli durante la navigazione.
"I genitori, comunque, ancor prima che inseguire tutte le tecnologie- spiega Antonio Apruzzese, direttore della Polizia Postale- devono dare una solida educazione di base ai figli, dargli le chiavi della formazione. Educare alla prevenzione e' molto efficace". "I giovani hanno molta dimestichezza con il web- continua Maria Rita Munizzi, presidente Moige- ma non sempre si sanno proteggere dai suoi rischi perche' spesso non li conoscono". 
Notiziario Minori, 28 ottobre 2011

martedì 21 giugno 2011

ANCHE LE NEWS VANNO IN VACANZA.....
Con la chiusura dell'anno scolastico terminano anche le nostre notizie news. Riprenderemo il nostro servizio all'apertura del nuovo anno, metà settembre circa. Ringraziamo  i lettori e tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo spazio.
La Comunità Scolastica augura a tutti buone vacanze ed un meritato riposo...
PASTICCIO INVALSI, ERRORI NELLE 
GRIGLIE DI CORREZIONE MOLTE SCUOLE
COSTRETTE A RIMETTERE MANO AI VOTI
Dopo la correzione, la ri-correzione.
Molte scuole stanno rimettendo mano ai voti presi dai loro studenti alle prove Invalsi. 'Anomalia funzionamento maschera': e' l'oggetto della mail che ieri sera ha seminato l'ansia in molte commissioni che avevano terminato tardi di valutare tutte le prove secondo le indicazioni fornite dall'Istituto di Valutazione. Solo che nelle griglie di correzione c'era un errore informatico che generava errori nel calcolo del voto finale. La mail di scuse dell'Invalsi e' firmata dal responsabile del servizio di valutazione Roberto Ricci che comunica che i ragazzi che hanno preso 20 o meno punti in italiano vanno ricontrollati.
In particolare, bisogna guardare le risposte del gruppo A (quello piu' facile). Se le risposte corrette sono 16 allora va ricalcolato tutto. Problemi anche per matematica per le domande D2 e D9: qui il cervellone dei voti dava il massimo dei punti se le risposte a crocetta erano tutte giuste. Invece l'Invalsi aveva stabilito che bastavano 3 risposte corrette su 4. Nessun problema, invece, per le prove corrette manualmente. Ma molti istituti, con gli orali in corso, stanno procedendo al ri-controllo delle prove. Oggi peraltro solo all'ora di pranzo l'Invalsi ha fornito l'indicazione dell'arrivo di una nuova maschera di correzione che avrebbe facilitato la revisione dei compiti.
Notiziario Minori, 21 giugno 2011
LA METÀ DEI GIOVANI ITALIANI SOGNA DI EMIGRARE
IN DUE MILIONI NON STUDIANO E NON LAVORANO
Oggi l'Italia e' tra i paesi piu' ricchi del mondo, ma crescono i problemi per mantenere i livelli raggiunti e sono molti quelli desiderosi di andare all'estero per avere piu' opportunita'. Lo rivela il VI Rapporto Italiani nel mondo di Caritas-Migrantes presentato oggi a Roma. Il rapporto prende in esame alcuni dati, partendo dall'Eurispes, secondo cui i giovani di 15-29 anni, da qualificare come "ne'/ne'" (ne' allo studio, ne' al lavoro), sono oltre due milioni, un quinto del totale di questa fascia di eta'. Ma e' lo stesso rapporto ad attestare che il "sogno estero" affascina ben piu' persone di quelle che emigrano: il 40,6% tra tutte le fasce d'eta' e ben il 50,9% tra i piu' giovani (tra i 25 e i 34 anni).
Una propensione confermata anche da altre indagini.
Gli intervistati piu' disposti a trasferirsi vivono al Centro (49,4%). Il 40% ha dichiarato che non cambierebbe mai Paese.
Guardando alle fasce di eta', i piu' bendisposti ad andarsene hanno tra i 25 e i 34 anni (50,9%).Ma dove si trasferirebbero gli aspiranti emigranti? In Francia (16,5%), Stati Uniti (16,1%), Spagna (14,3%), Inghilterra (11,9%) e Germania (10,1%). Seguono Svizzera, Austria, Svezia, Canada, Olanda, Brasile, Danimarca e Norvegia In Italia a mettere in movimento i loro sogni sono migliaia di laureati che ogni anno si spostano all'estero, ponendo fine all'attesa di un improbabile posto adatto alla loro preparazione, spesso neppure cancellandosi dalle anagrafi comunali. Sono stati 17.754 gli studenti universitari che, nell'anno accademico 2008/2009, si sono recati all'estero inserendosi nel Programma Europeo Erasmus e 1.628 quelli che hanno compiuto un tirocinio presso imprese di altri paesi, su un totale europeo, rispettivamente, di 168.153 e 30.300 studenti.
A venire in Italia sotto la copertura di questo programma sono stati, invece, in 15.530. Dal 1987 al 2009 gli studenti europei protagonisti di queste "migrazioni per studio", spesso funzionali anche alle migrazioni per lavoro, sono stati 2 milioni (l'1% della popolazione universitaria), non scoraggiati dal modesto sussidio comunitario (272 euro al mese), che in pratica finisce per favorire i figli di famiglie benestanti. La Spagna e' al primo posto, sia come paese che invia gli studenti che come paese che accoglie, essendo identificata come un luogo di ottima permanenza, motivo per cui, nonostante i suoi problemi, attira anche diversi italoamericani provenienti dal Sud America. In Spagna, secondo fonti locali, gli italiani sono passati da 59.743 nel 2003 a 170.051 nel 2010. A Madrid, inoltre, dal 16 al 21 agosto 2011 e' previsto l'arrivo 40 mila italiani per unirsi al mezzo milione di giovani partecipanti alla Giornata Mondiale della Gioventu' e anche questo grande evento influira' sui flussi migratori. Nel 2008, secondo l'Ocse, gli universitari che hanno studiato in altri Stati sono stati 3.342.092 tra i quali, per quanto riguarda l'Italia, 42.433 in uscita e 68.273 in entrata: questi ultimi sono quasi il doppio rispetto al 2000, ma ancora pochi rispetto al livello di studenti stranieri che si riscontra negli altri grandi paesi europei.
Notiziario Minori, 21 giugno 2011
IL 38% DEI RAGAZZI SALTA LA COLAZIONE DURANTE 
LO STUDIO E IL 40% NON PORTERÀ CIBO ALL'ESAME
Un buon esame di maturita' passa anche per una corretta alimentazione. Ma non tutti gli studenti sembrano esserne al corrente. Almeno stando ai dati di una ricerca condotta sui maturandi da Skuola.net e che ha coinvolto 783 intervistati. Il 38% dei maturandi in questo periodo sta saltando la colazione ed eventualmente si limita ad assumere semplicemente dei liquidi (caffe' o succo di frutta).
Quelli che non assumono ne' liquidi ne' cibi solidi sono complessivamente uno su quattro.
Anche durante le prove scritte della maturita', che possono durare fino a 6 ore, molti studenti andranno impreparati. Infatti il 40% degli studenti non portera' nessun cibo solido per alimentarsi durante la prova, mentre gli altri si rivolgeranno agli snack industriali o al classico panino, scartando quasi del tutto la frutta. Va meglio sul fronte idratazione: solo uno studente su dieci rinuncera' ad idratarsi, mentre la stragrande maggioranza si orientera' sull'acqua alla quale verranno associati soprattutto the' freddo e caffe'/energy drink.
Notiziario Minori, 21 giugno 2011
INVALSI, STUDENTI: TEST FACILE MA LA MATEMATICA...
PROMOSSA L'INVERSIONE DELL'ORDINE DELLE MATERIE
Matematica resta l'"incubo" comune, ma il test Invalsi era "piu' facile del previsto". All'uscita di scuola gli alunni delle medie che stanno sostenendo l'esame di terza commentano i contenuti della prova nazionale di Italiano e Matematica. "I professori- racconta Aurora, 13 anni, studentessa dell'istituto comprensivo Regina Elena di Roma- ci hanno detto che stavolta il test era piu' facile rispetto a quello dello scorso anno. Comunque c'erano diverse risposte simili fra loro e non sempre era facile trovare quella piu' corretta. Italiano era la parte piu' semplice". Anche per Agnese e Maritza, stessa scuola, "matematica era piu' tosta, soprattutto la parte di geometria. È stato meglio, proprio per questo, cominciare da matematica, non da italiano". Gli studenti, insomma, promuovono l'inversione delle materie decisa dall'Istituto di valutazione, l'Invalsi. Bene anche i tempi piu' lunghi per rispondere. "La prova era piu' semplice del previsto- commenta Alice, III A dello stesso istituto- era meno difficile delle simulazioni fatte durante l'anno". Per Delia e Sofia, pero', "abbassera' la media. Come fai a prendere il massimo?". Elena, III I della media Settembrini di Roma, parla di "qualche difficolta' sulla grammatica ho fatto tutto, ma sicuramente avro' sbagliato qualcosa. Bene l'inversione fra le materie, meglio togliersi subito matematica cbe ci stressa di piu'". Sara, III H dello stesso istituto, critica ancora grammatica: "C'erano domande anche sui programmi di prima". Fernanda, III L, arrivata dall'Ecuador tre anni fa, ha avuto problemi anche lei con la grammatica per via delle sue origini, ma, assicura "anche per me che non sono bravissima il test non era difficilissimo, si poteva fare". Secondo un sondaggio di Skuola.net 8 studenti su 10 temono lo scritto Invelsi all'esame. Ma per i ragazzi lo scoglio maggiore resta sempre l'orale, raccontano, "perche' li' sei solo davanti ai professori, ti possono fare qualunque domanda e nessuno ti puo' suggerire".

Notiziario Minori, 21 giugno 2011

martedì 14 giugno 2011

ANSIA, PAURA E SOGNI NEL CASSETTO: ARRIVANO GLI ESAMI
TERZA MEDIA E POI LA MATURITÀ, SI ENTRA NEL VIVO
Ogni volta sembrano cambiare soltanto i nomi dei protagonisti: "Ho paura", "Non ho studiato, tanto so che mi va male comunque", "Ho studiato, ma non ricordo piu' nulla!". E cosi' via, all'infinito: chi non ricorda commenti simili detti a voce o letti, oggi, sui vari social network dagli esaminandi delle medie e delle superiori? Pochi giorni fa in molte scuole sono partiti gli esami di terza media, leggero ritardo per chi invece la scuola l'ha vista occupata per i referendum. Il tempo dello spoglio e poi le classi torneranno a disposizione per gli esami. Paura, ansia ma, per qualcuno, anche un sogno nel cassetto mai chiuso del tutto. "Era rimasto nel cassetto senza riuscire a terminarlo". E si' perche' Alessio e' uno dei tanti studenti pronti a farsi esaminare per il diploma di scuola media. Peccato non sia giovanissimo: "Oggi a quasi 50 anni ho aperto il cassetto e il mio sogno si sta avverando- si legge su uno dei tanti portali sul mondo della scuola- Non riesco a crederci, ma sono troppo felice ragazzi... Non sempre ricominciare a studiare dopo molti anni crea difficolta', non a me, e l'apprendimento puo' essere piu' facile. Ovviamente non siamo tutti uguali ed e' comprensibile. "
Notiziario Minori, 14 giugno 2011
IL 23% DEI MATURANDI STUDIA MENO  DI 
UN'ORA AL GIORNO STUDENTI.IT: NEL 2010 
ERA IL 14%,  FORSE ESAME FA MENO PAURA?
L'esame di maturita' fa meno paura. O almeno questo e' quanto sembra emergere dal sondaggio di studenti.it, dal quale risulta che il 23% degli esaminandi passa sui libri meno di un'ora al giorno. Lo scorso anno erano il 14%. "Se il timore dell'esame di maturita' si dovesse misurare dalle ore passate sui libri- sottolinea il portale- potremmo dire che i maturandi 2011 temono la prova meno dei maturandi 2010.
Secondo un'indagine condotta, in collaborazione con Swg, da Studenti.it, portale di Banzai leader sul target giovani con 2.604.000 utenti unici mese (Dati Audiweb - Aprile 2011), tra piu' di 800 maturandi, il 23% di loro in questi ultimi giorni di ripasso studia meno di 1 un'ora al giorno, il 29% passa sui libri tra le 2 e le 3 ore al giorno mentre il 20% tra le 4 e le 5 ore al giorno. Il 12% studia 6-7 ore, il 5% 8-9 ore circa, il 2% dichiara di studiarne 10 mentre il 6% ne studia piu' di 10".
Se quest'anno "le percentuali maggiori sono tra chi studia meno di un'ora al giorno e tra le fasce 2-3 ore e 4-5 ore, l'anno scorso, nello stesso periodo, le percentuali maggiori erano tra chi studiava 2-3 ore (24%), 4-5 (21%) e 6-7 ore (18%). Gli studenti sembrano temere sempre meno l'esame di maturita', complice anche una crescente offerta del web di materiale per studiare, di forum in cui chiedere consigli ad altri maturandi e prof, ad app gratuite che consentono di avere appunti, versioni di latino e consigli anche in mobilita'".
Notiziario Minori, 14 giugno 2011
MATURITÀ, GLI STUDENTI: "SI STUDIA MEGLIO
DA SOLI" LO DICONO 9 INTERVISTATI SU 10 
Per gli esami di maturita' quasi 9 studenti su 10 studieranno da soli. È quanto emerge dal sondaggio condotto da skuola.net. In barba al cooperative learning, i maturandi preferiscono prepararsi in modo individuale alle prove che li aspettano tra una settimana. L'87% degli studenti ha dichiarato che studiera' prevalentemente da solo in vista della maturita'. Il sondaggio proposto da Skuola.net 'Per prepararti alla maturita' studierai prevalentemente...' mette in evidenza come i ragazzi preferiscano lo studio individuale anche perche' e' la prima e fondamentale tappa per arrivare ad assimilare nozioni e concetti.
Notiziario Minori, 14 giugno 2011
PEDIATRI: ESCHERICHIA COLI, NESSUN
ALLARMISMO NEL DECALOGO: LAVARSI 
LE MANI, PROTEGGERE GLI ALIMENTI
"Attenzione, ma nessun allarmismo per l'Italia rispetto all'epidemia di Escherichia Coli 0104:H4". Questa la posizione di Giuseppe Di Mauro, presidente della Societa' italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps), che ribadisce come nessun caso sia stato ancora segnalato in Italia.
La Sipps rassicura tutti i genitori, precisando che il ceppo batterico che sta preoccupando l'Europa ha finora colpito, nel 90% dei casi, adulti in eta' superiore ai 20 anni. La terribile complicanza rappresentata dalla Sindrome Uremico-Emolitica ha coinvolto soltanto eccezionalmente soggetti in eta' infantile, contrariamente a tutta la casistica riportata nella letteratura, dove si dimostra come i piu' colpiti da patologie analoghe siano generalmente i bambini di eta' inferiori ai 5 anni. "Per gli adulti colpiti da Sindrome uremico-emolitica, a livello ospedaliero- dichiara Angelo Milazzo, pediatra direttivo regionale Sipps- gia' da tempo sono stati adottati trattamenti appropriati, sebbene in molti casi la causa della malattia fosse sconosciuta; in questo modo e' stato possibile contenere la mortalita' al di sotto dell'1% e fronteggiare adeguatamente questa terribile patologia". La mancata identificazione del focolaio di infezione impone, pero', il rispetto stretto di alcune importanti misure di sicurezza e di corretta igiene, precauzioni comuni per la prevenzione di tutte le forme di contagio batterico derivate da alimenti e da trasmissioni oro-fecali. La Sipps, poi, elenca le principali accortezze da adottare:
- lavarsi bene le mani con detergenti idonei prima di toccare i cibi;
- prestare attenzione all'acquisto degli alimenti, preferendo quelli con etichettatura e soggetti ai controlli sanitari;
- proteggere i cibi da mosche o da altri insetti, coprendo gli alimenti o chiudendoli in contenitori;
- consumare latte pastorizzato o trattato ad alte temperature e cibi ben cotti, soprattutto nel caso di pesce, carne, latte e uova;
- lavare molto bene la verdura e sbucciare la frutta;
- bere solo acqua sicuramente potabile.
Inoltre, di assoluta importanza, e' eliminare subito pannolini sporchi di feci e lavare a temperature superiori a 65° gli indumenti e la biancheria contaminata con le feci, usando anche disinfettanti quali ipoclorito di sodio o equivalenti. La Sipps ribadisce e raccomanda, infine, a tutte le famiglie di non fare uso di antibiotici senza una precisa prescrizione del pediatra, poiche' in caso di enteriti emorragiche si aumenterebbe di ben 17 volte il rischio di Sindrome uremico-emolitico.
Notiziario Minori, 14 giugno 2011

martedì 7 giugno 2011

LA LAUREA PAGA, SALARIO MIGLIORE COL "PEZZO DI CARTA"
ISFOL: 'INVESTIRE NELLA PROPRIA ISTRUZIONE AIUTA'
"Anche se in misura ridotta rispetto al passato, investire nella propria istruzione continua ad essere una scelta premiante per i giovani italiani: i nostri laureati guadagnano di piu' rispetto ai diplomati e raggiungono tassi di occupazione piu' elevati". Aviana Bulgarelli, Direttore Generale dell'Isfol, commenta i risultati di uno studio che anticipa un progetto di ricerca dell'Istituto sui rendimenti dell'istruzione nel mercato del lavoro. Lo scenario italiano "mostra una elevata variabilita' della spendibilita' sul mercato delle diverse competenze acquisite". La laurea paga, dunque, ma non tutti scelgono il titolo giusto: in Italia si conferma un rendimento maggiore per le competenze tecniche e scientifiche, ma una bassa offerta di laureati in mqueste aterie ed una diminuzione della quota di giovani che seguono percorsi tecnici e professionali nell'istruzione secondaria superiore.
Intanto, comunque, i giovani che decidono di investire su se stessi, scommettendo sull'aumento della propria formazione e acquisendo un titolo di istruzione universitario, ottengono, spiega l'Isfol, risultati migliori rispetto a chi decide di entrare nel mercato del lavoro con un diploma di scuola secondaria: i giovani laureati guadagnano piu' dei diplomati e, in prospettiva, hanno tassi di occupazione piu' elevati. Per fare un esempio, fra i 25-34enni chi ha solo il diploma prende in media 1.108 euro al mese. Chi ha la laurea 1.289.
Il divario retributivo dei laureati rispetto ai diplomatiß-ßriferito ai soli lavoratori dipendentiß-ße' pari ad oltre il 16ß% sia nella classe di eta' compresa tra 15 e 24 anni che, tra 25 e 34 anni, per poi aumentare sistematicamente nel corso della carriera lavorativa.
Quanto al tasso di occupazione, le evidenze suggeriscono uno scenario migliore per i giovani diplomati, che nelle prime due fasce di eta' considerate hanno un tasso di occupazione piu' elevato. Ma va considerato che i diplomati entrano nel mercato del lavoro mediamente un quinquennio prima dei laureati, accumulando un'esperienza che porta progressivamente ad una maggiore occupabilita' e, in generale, ad uno scenario che vede i diplomati in condizioni mediamente migliori nella fascia di eta' fino ai 34 anni. Ma gia' prima dei 30 anni di eta' i laureati recuperano ampiamente le posizioni in termini di tasso di occupazione e di retribuzione media. Il divario osservato e' infatti recuperato interamente intorno ai 28-29 anni, eta' dalla quale il tasso di occupazione dei laureati supera sistematicamente quello dei diplomati. Nella classe di eta' compresa tra 25 e 34 anni il tasso di occupazione dei giovani diplomati e' superiore di oltre un punto percentuale rispetto ai laureati, ma nella fascia di eta' successiva, da 34 a 44 anni, il tasso di occupazione dei laureati sopravanza di quasi 7 punti percentuali quello dei diplomati. L'eta' al primo ingresso al lavoro dei laureati, oltre ad essere mediamente piu' alta di cinque anni rispetto ai diplomati, e' anche assai piu' variabile:
i diplomati generalmente iniziano la ricerca di lavoro subito dopo il conseguimento del titolo, tra i 19 e i 20 anni; i laureati con laurea triennale iniziano la ricerca tra 22 e 23 anni, quelli con laurea specialistica non prima dei 24 anni e coloro che proseguono il percorso formativo post-laurea si affacciano sul mercato del lavoro intorno ai 27-28 anni. Di cio' occorre tenere necessariamente conto nel valutare i livelli di occupazione di giovani con diverso titolo di studio nelle medesime fasce di eta'.
Notiziario Minori, 7 giugno 2011
LE CATTIVE ABITUDINI ALIMENTARI: 38% 
MANGIA CON LA TV UNO SU CINQUE 
COMINCIA LA GIORNATA SENZA COLAZIONE
Poco sport e movimento, ma anche abitudini scorrette a tavola. Secondo i dati dell'Ipsos, che ha realizzato un'indagine sugli stili di vita dei ragazzi italiani per Save the Children e Kraft Foods Italia l'alimentazione dei minori presenta zone d'ombra. Piu' di un ragazzo su 4 mangia la frutta solo un paio di volte la settimana o meno spesso. I bambini inoltre non iniziano correttamente la giornata con la colazione a casa nel 21% dei casi, a volte fanno pranzo (14%) e cena (13%) da soli o con gli amici. Ben il 38% dei bambini dichiara di mangiare sempre davanti alla tv, percentuale che sale al 49 al sud e nelle isole, con un 53% dei genitori che non contesta il fatto o no c'e', mentre il restante 47% borbotta ma accetta la situazione.
L'obesita' o il sovrappeso dei bambini italiani appare per i genitori un problema consueto e che colpisce un cospicuo numero di ragazzi: solo il 14 % dei genitori intervistati, infatti, afferma che il problema riguardi meno del 10% dei minori del nostro paese. Il sovrappeso e' maggiormente presente in famiglie che denunciano qualche problematica o difficolta' relazionale o famiglie mono-reddito, in cui le madri sono casalinghe.
Notiziario Minori,7 giugno 2011
R L'80% "CRISTIANI SÌ, MA SENZA MORALE
SESSUALE" INDAGINE CENSIS: PER I RAGAZZI
È AMMISSIBILE AGGIRARE LE REGOLE
In cinque anni (2004-2009) sono cresciute del 26,5% le lesioni e percosse e del 35,3% le minacce e ingiurie, i reati sessuali sono passati da 4.454 a 5.625 (+26,3%). I dati diffusi oggi dal Censis fotografano un'Italia su cui pesano "la crisi dell'autorita', il declino del desiderio, la riduzione del controllo sulle pulsioni". "È diffuso il sentimento autoreferenziale per cui ognuno e' l'arbitro unico dei propri comportamenti: - spiega il rapporto - e' questa l'opinione dell'85,5% degli italiani.
Inoltre, si ritiene che le regole possano essere aggirate in molte situazioni". Tutto divierne relativa: nel divertimento il 44,8% dei giovani ammette la trasgressione. Il 46,4% degli intervistati e' convinto che "per raggiungere i propri fini bisogna accettare i compromessi" e il 63,5% (quasi l'80% tra i piu' giovani) ritiene che "si puo' essere buoni cattolici anche senza tener conto della morale della Chiesa in materia di sessualita'". Inoltre il 48,6% (il 61,3% tra i residenti nelle grandi citta') dichiara che "quando e' necessario, bisogna difendersi da se' anche con le cattive maniere". Boom di antidepressivi. Se la dimensione piu' narcisistica delle pulsioni e' legata al bisogno di apparire (nel 2010 circa 450 mila interventi di chirurgia estetica in Italia), la dimensione piu' distruttiva delle pulsioni si riscontra nel progressivo crescere delle forme di depressione. Il consumo di antidepressivi e' raddoppiato in dieci anni (+114,2%): le dosi giornaliere sono dal 2001 al 2009 sono passate da 16,2 a 34,7 per 1.000 abitanti.
Notiziario Minori, 7 giugno 2011