martedì 30 novembre 2010

SENZA REGOLE (DEI GENITORI): 
BASTA TV, MEGLIO FACEBOOK
INDAGINE DELLA SOCIETÀ ITALIANA
DI PEDIATRIA SUI 12-14ENNI

Internet batte la tv, diminuisce il consumo di alcol e sigarette, ma non quello degli spinelli. E, a sorpresa, i ragazzi lamentano le "troppe poche regole" imposte dalle famiglie. In un poche parole: i genitori sono assenti. Da una indagine della Societa' italiana di pediatria (Sip) viene fuori il ritratto degli adolescenti italiani. A dominare, ovviamente, il web. È "inarrestabile l'ascesa di facebook: il 67% ha un profilo sul social network piu' famoso al mondo, contro il 50% dello scorso anno". Aumentano i comportamenti a rischio nella rete, come dare il numero di cellulare a uno sconosciuto.
Piu' in generale, si riduce il consumo di alcol e sigarette, ma non quello di droghe leggere. Dilagano le 'diete fai da te'. I genitori influiscono sulle scelte dei figli meno di quanto gli stessi figli ritengono giusto e aumenta il numero di adolescenti che reputa "troppo poche" le regole date dalla famiglia. Si riduce la fiducia verso tutte le figure istituzionali (insegnanti, forze dell'ordine, medici, magistrati, preti, politici). L'unica in controtendenza? I giornalisti.
L'indagine -"Abitudini e stili di vita degli adolescenti"- viene effettuata dalla Sip da quattordici anni su un campione nazionale di 1.300 studenti delle scuole medie inferiori, ragazzi di eta' compresa tra i 12 e i 14 anni. Patrocinata dal ministero della Gioventu', sara' presentata al convegno "la societa' degli adolescenti", il 2 dicembre a Salsomaggiore. IL WEB BATTE IL PICCOLO SCHERMO - E' la prima volta. La prima volta che tra gli adolescenti si assiste al "sorpasso", quello di internet sulla televisione. Gli intervistati che passano sul web piu' di 3 ore al giorno (17,2%) superano quelli che passano piu' di 3 ore al giorno davanti al piccolo schermo (15,3%), dato in calo rispetto allo scorso anno quando la percentuale dei ragazzi che guardava la tv piu' di tre ore al giorno era pari al 22%. E' Facebook il protagonista indiscusso del web. Oltre il 67% degli adolescenti ha un profilo sul social network, con un incremento di circa il 35% rispetto allo scorso anno. Ancora una volta le donne cybernaute superano i loro coetanei maschi (68,7 contro 65,8%). Frequentare You Tube e chattare sono di gran lunga le attivita' principali per le quali gli adolescenti si collegano in Internet e perde sempre piu' terreno la "ricerca di informazioni" per studio. Si conferma la tendenza, da parte degli adolescenti, ad un uso sempre piu' "privato" di TV e Internet.
Piu' della meta' ha tv e computer nella propria camera da letto, circa uno su due guarda la tv e oltre il 20% naviga in Internet.
Sempre elevatissima (86%) la cattiva abitudine di guardare la tv durante i pasti.
AUMENTANO COMPORTAMENTI A RISCHIO SUL WEB - Inviare foto, dare informazioni personali, farsi vedere in webcam, accettare incontri con sconosciuti: crescono rispetto allo scorso anno i comportamenti potenzialmente a rischio. Oltre il 16% (contro il 12,8% del 2009) dichiara di aver dato il proprio numero di telefono a uno sconosciuto, ed il 24,6% (contro il 20,7% del 2009) non ha esitato a inviare una sua foto. Ma e' nel sud che il fenomeno assume proporzioni maggiori, dove quasi un adolescente su tre dichiara di aver dato informazioni personali, come il proprio numero e di telefono e l'indirizzo della scuola, a sconosciuti. CALA CONSUMO SIGARETTE E ALCOLICI, SALE L'USO DI 'CANNE'. L'ECSTASY APPARE SEMPRE MENO COME PERICOLOSA - Meno di uno su tre dichiara di fumare sigarette, dato in lieve calo rispetto allo scorso anno (27,7 contro 29,5). In leggera diminuzione anche il consumo di alcolici, che comunque rimane alto (beve birra il 47%, vino il 40%, liquori il 18%). Cresce (dato molto probabilmente anche sottostimato) il consumo di "canne": il 9% del campione dice di aver provato almeno una volta uno "spinello" contro l'8% dello scorso anno. L'1,5% del campione (contro lo 0,3% di un anno fa) ammette di aver provato l'ecstasy che viene percepita sempre di meno come una droga pericolosa. Si riduce, infatti, di 9 punti percentuali, passando dal 77,5% al 66,3%, il numero di coloro che ritengono l'ecstasy "una droga pericolosa", mentre passa dal 5,2 al 9,3% il numero di coloro che la ritengono poco pericolosa.
BULLISMO IN CALO, MA GUAI A FARE LA SPIA - Si conferma l'attenuazione (in termini di frequenza) del fenomeno (in calo dal 2008), ma cresce - seppure relativo ad una minoranza - la percentuale di chi considera "fifone o spia" chi denuncia di essere vittima di atti di bullismo o,peggio, di chi considera il bullo "un tipo in gamba". Se nel 2009 chi va a "raccontare ai genitori o agli insegnanti di subire prepotenze da parte di altri ragazzi" viene considerato una spia secondo il 9%, nel 2010 lo e' per il 10,5%. In calo chi e' convinto che faccia "la cosa giusta": 81,3% nel 2009, 78,4% nel 2010.
DILAGA LA "DIETA FAI DA TE" - Essere piu' belli, piu' alti ma, soprattutto, non avere brufoli, sono i maggiori "desiderata" degli adolescenti rispetto al proprio aspetto fisico. Ma per le femmine anche avere gambe piu' belle (59,1%) e domina il modello "maggiorate": il 45,4% delle ragazze infatti vorrebbe avere piu' seno. Circa un adolescente su due vorrebbe essere piu' magro, percentuale che tra le ragazze arriva al 59,3%. E nel tentativo di perdere peso il 22% del campione ha gia' fatto una dieta dimagrante, ma solo il 32% (era il 36% nel 2009) si e' rivolto ad un medico (26% delle femmine). Dilaga dunque la dieta fai da te: l'ha sperimentata il 35%, degli adolescenti, percentuale che arriva al 43% tra le ragazze. Oltre il 60% ha dovuto ricorrere, almeno una volta, alle cure di un pronto soccorso e raddoppia (passando dal 4,6 al 9) la percentuale di coloro ai quali e' capitato di prendere farmaci per dormire.

Notiziario Minori, 30 novembre 2010
RISCHIO DOPPIO DI ALCOL PER CHI VA MALE A SCUOLA
I RISULTATI DI UNO STUDIO INGLESE

Gli adolescenti che rifiutano la scuola hanno il doppio di probabilita' di consumare bevande alcoliche. A mostrare il legame uno studio pubblicato su Substance Abuse, Treatment, Prevention and Policy che ha investigato abitudini e preferenze di 3.641 teen ager tra gli 11 e i 14 anni. I ricercatori della John Moores University di Liverpool affermano che i ragazzi che vivono con maggiore infelicita' il tempo scolastico hanno non solo una piu' forte attrazione verso gli alcolici ma anche una maggiore predisposizione ad anticipare l'attivita' sessuale, 10 volte piu' che i coetanei. "Questi minori possono allontanarsi dal sostegno di famiglia e scuola e avere un rischio piu' alto di malattie sessualmente trasmissibili", dice Mark Bellis, uno dei ricercatori.

Notiziario Minori, 30 novembre 2010
FUMO PASSIVO, SONO I BAMBINI LE PRIME VITTIME
600MILA MORTI ALL'ANNO

Seicentomila persone, pari all'intera popolazione della citta' di Genova, muoiono ogni anno nel mondo a causa delle conseguenze del fumo passivo. Lo ha rivelato uno studio pubblicato sulla rivista Lancet e realizzato da due ricercatori dell'Organizzazione Mondiale della Sanita', Armando Peruga e Annette Pruss-Ustun, che hanno utilizzato i dati del 2004 e quelli piu' recenti disponibili in 196 nazioni.
Secondo quanto elaborato dagli studiosi, le prime vittime del tabagismo passivo risultano essere i bambini: ben oltre centocinquantamila e al di sotto dei cinque anni. Questo perche' i piccoli di quella eta' sono ovviamente incapaci di sottrarsi a quella che nel documento e' citata come la prima fonte di esposizione, ossia i genitori che fumano fra le mura domestiche.
Cio' succede soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito.
Laddove il benessere prende il posto della poverta', il rispetto per la salute dei bambini porta a un calo nella statistica dei decessi. Qui sono infatti gli adulti le vittime principali, sebbene i minorenni siano ancora al primo posto fra coloro che risultano coinvolti loro malgrado con una percentuale pari al quaranta per cento dei casi. Seguono il trentacinque per cento delle femmine non fumatrici e il trentatre' per cento dei non fumatori (dati Oms riferiti al 2004). La stima fatta da Peruga e Pruss-Ustun ha calcolato che tali esposizioni abbiano provocato 379mila morti per ischemia, 165mila per infezioni respiratorie, 36.900 per asma, 21.400 per cancro ai polmoni. Che in totale fanno appunto 603mila morti, tutti attribuibili al fumo passivo e cosi' divisi: quarantasette per cento donne, ventisei uomini, ventotto bambini.
Il tabagismo passivo e' inoltre responsabile della perdita di 10,9 milioni di anni di vita in buona salute, il sessantuno per cento dei quali sottratti a minorenni. Questi dati, gravissimi gia' a una prima lettura, fanno ancora piu' riflettere se si considera che la stima dei decessi rappresenta l'uno per cento di tutti morti globali annui. Lo studio si conclude esaminando anche gli aspetti legislativi del fenomeno: se le leggi che hanno proibito il tabacco all'interno dei locali pubblici hanno fatto molto per arginare i danni del fumo passivo, la strada per una corretta prevenzione appare ancora distante, perche' spesso e' nelle case che il vizio lascia il segno.
Di pochi giorni fa e' la notizia, presentata dagli esperti dell'Universita' del Minnesota all'American Association for Cancer Research, che nelle urine dei neonati di pochi mesi figli di coppie di fumatori e' presente la nitrosammina, una sostanza cancerogene riconducibile alle sigarette, nicotina e cotinina. E nel febbraio scorso un altro studio, pubblicato su Pnas da un gruppo di ricercatori americani del Lawrence Berkeley National Laboratory, aveva evidenziato che il fumo di terza mano, quello residuo in tendaggi, tappeti, parati e arredi vari, nuoce come quello diretto perche' la nicotina si combina con altri inquinanti rimanendo a lungo nei locali. Un guaio che va moltiplicato per 1,2 miliardi, pari cioe' alla stima della popolazione mondiale di fumatori.
Notiziario Minori, 30 novembre 2010
NON ABUSARE DEL SAPONE, PIÙ ESPOSTI ALLE ALLERGIE
UNA RICERCA DELL'UNIVERSITÀ DEL MICHIGAN

Chi l'avrebbe mai detto che la troppa igiene potrebbe essere una nemica della salute? E invece sembra proprio cosi'. I giovani che abusano di saponi antibatterici contenenti triclosan sembrerebbero maggiormente esposti alle allergie. Ad affermarlo una ricerca dell'universita' del Michigan.
Per giungere a questa conclusione gli esperti hanno preso in esame un campione tra bambini, adolescenti e adulti. Di questi hanno confrontato i loro livelli di triclosan e bisfenolo A (bpa) nelle urine con i risultati delle diagnosi di allergia o raffreddore allergico e i livelli di anticorpi citomegalovirus.
Ma ora cerchiamo di capire nel dettaglio cosa siano queste sostanze: il triclosan e' una sostanza chimica molto diffusa, con potente attivita' antibatterica. È utilizzato sia come conservante nei cosmetici, sia come antibatterico. Per il suo uso sono stabiliti attualmente dalla normativa dei limiti precisi, a seconda del prodotto in cui e' contenuto (nei cosmetici e' consentito come conservante fino allo 0,3%). Il bisfenolo A, invece, e' un composto organico con due gruppi fenolo. In particolare il BPA sembra essere imputato in numerose malattie dello sviluppo sessuale maschile nel feto, e nel calo di fertilita' nell'uomo adulto.
Ebbene stando dai risultati della ricerca e' risultato che i soggetti con piu' di 18 anni di eta', che erano entrati a contatto con livelli piu' elevati di bisfenolo A, avevano una concentrazione esagerata di anticorpi citomegalovirus. Mentre i ragazzi con meno di 18 anni, che si erano esposti a maggiori quantita' di triclosan, soffrivano in modo anomalo di allergie e febbre da fieno.
Notiziario Minori, 30 novembre 2010

sabato 27 novembre 2010

STUDIO E LAVORO, SACCONI AI GIOVANI:
'SCELTE RAGIONATE' GUARDARE IL MONDO
DEL LAVORO QUANDO SI SCEGLIE IL CORSO DI STUDI
Guardare con attenzione e concretezza alle esigenze del mondo del lavoro quando si sceglie il corso di studi: e' una pratica poco usata dai giovani italiani, che si trovano spesso con in mano un titolo poco vendibile e con poche garanzie, mentre ci sono posti in alcuni settori che restano vacanti. Per fermare questo circolo vizioso e' necessario promuovere scelte ragionate, mettere in vetrina le opportunita' e favorire l'incontro tra scuola e lavoro. È questo l'obiettivo di Job&Orienta, la mostra-convegno nazionale che si e' aperta in Fiera a Verona e che durera' fino a domani. Ospite d'eccezione, per l'apertura, il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, in collegamento video: "In Italia piu' di un terzo dei giovani sceglie il liceo in contrasto col mercato del lavoro che chiede competenze tecniche".
Sacconi registra un "disallineamento tra le richieste e la disponibilita' nel mercato del lavoro, a causa soprattutto delle debolezze dei percorsi educativi e formativi". Il problema e' che "si punta troppo poco a un orientamento serio: sulla scelta dei licei, ad esempio, pesa ancora troppo la convenzione sociale.
Inoltre, i ragazzi e le famiglie hanno scarse conoscenze rispetto alle professionalita' piu' richieste". L'esigenza di maggiore informazione potra' trovare risposta nell'ipotizzato aggiornamento trimestrale (oggi annuale) dei dati del Rapporto Excelsior di Unioncamere, annunciato dal ministro. Domani mattina sara' presentata un'elaborazione dei dati, realizzata appositamente per l'evento veronese, per dar modo al pubblico di conoscere quali siano i titoli di studio (diplomi e lauree) piu' spendibili nel mercato del lavoro a partire dalle figure professionali piu' difficilmente reperibili.
Ma secondo il ministro non basta investire sulla scuola: bisogna incentivare l'incontro con il lavoro "eliminando percorsi inutilmente lunghi che non danno robuste competenze e favorendo un maggior dialogo tra i due sistemi". E per frenare l'abbandono scolastico Sacconi chiede di valorizzare la possibilita' dell'apprendistato "offrendo ai ragazzi gia' dai 15 anni, come dice la recente legge varata dal Parlamento, la possibilita' di un contratto di apprendistato particolare a forte contenuto formativo". Uno strumento, quello dell'apprendistato, spendibile anche nell'alta formazione. Il ricco programma di Job&Oreinta, con dimostrazioni, presentazioni di dati, incontri faccia a faccia tra candidati e aziende e con i seminari a cura di esperti e' reperibile nel sito
Notiziario Minori, 27 novembre 2010
"O BEVI O GUIDI": IN MACCHINA SENZA ALCOL
AL VIA LA SECONDA CAMPAGNA 
DI SENSIBILIZZAZIONE ASSOBIRRA-UNASCA
Nel nostro Paese ogni anno quasi 6.000 incidenti hanno come unica causa l'abuso di alcol e almeno un incidente su 3 avrebbe tra le cause scatenanti proprio l'assunzione di alcolici. In quest'ottica si inseriscono le nuove norme introdotte dal Codice della strada nel 2010, che hanno stabilito l'obbligo di guida "a tasso alcolemico zero" per i conducenti professionali, i neo-patentati con meno di 3 anni di esperienza e i giovani inferiori a 21 anni: un provvedimento che si stima possa interessare oltre 3,5 milioni di italiani.
Le nuove norme sposano appieno la filosofia della campagna "O bevi O guidi", che gia' nel 2009 nasceva con l'intento di sensibilizzare i guidatori - e in particolare i piu' giovani - a rinunciare del tutto all'alcol quando ci si mette alla guida.
In appena 6 mesi sono stati raggiunti e sensibilizzati oltre 200 mila neopatentati: ovvero il 40% di quanti hanno preso la patente in quel periodo. E la speranza e' che anche questa iniziativa abbia contribuito a un incoraggiante risultato documentato dai dati della Polizia stradale: nei primi 10 mesi del 2010, le contravvenzioni per guida sotto l'influenza dell'alcol sono diminuite, del -9,8%.
La campagna "O bevi O guidi", dunque, torna con una seconda edizione, presentata a Roma. Dopo aver contribuito all'inserimento nei quiz d'esame dal 3 gennaio 2011 di alcune domande dedicate al tema alcol e guida, l'iniziativa firmata AssoBirra (Associazione degli industriali della birra e del malto) e Unasca (Unione nazionale autoscuole e studi consulenza automobilistica), quest'anno si svolgera' in 3.000 autoscuole e anche nei piu' rappresentativi atenei italiani.
Il suo messaggio di responsabilita', cosi', si rivolge oggi anche ai giovani che hanno preso la patente da meno di tre anni e che sono interessati dal provvedimento della guida a "tasso alcolemico zero".
Secondo una ricerca Makno-AssoBirra condotta quest'anno su un campione di 1.500 maggiorenni rappresentativi della popolazione italiana, 13 milioni di guidatori, piu' di uno su 3 afferma di stare attento a quanto beve, ma senza rinunciare del tutto all'alcol prima di mettersi alla guida.
"Rimanere al di sotto del limite di legge- dichiara Piero Perron, presidente di AssoBirra- non vuol dire essere esenti da rischi, tanto che gli studi scientifici in materia dimostrano che, anche assumendo un quantitativo di alcol inferiore al limite legale di 0,5 g/l, il rischio di incidente aumenta comunque del 40% rispetto a quando si guida da sobri. Secondo AssoBirra l'unico modo efficace di eliminare il rischio per la propria incolumita' e' quello di non bere prima di mettersi alla guida".
La seconda edizione di "O bevi o guidi", da gennaio a marzo 2011, coinvolgera' 9 tra gli atenei piu' rappresentativi distribuiti dal Nord al Sud Italia (mentre da gennaio a giugno 2011 saranno organizzati nelle autoscuole dei moduli formativi sugli effetti dell'alcol e sulle nuove regole previste dal codice della strada).
Gli atenei coinvolti saranno quelli di di Torino, La Sapienza di Roma, l'Universita' degli studi Perugia, la Federico II di Napoli, l'Universita' degli Studi di Firenze, l'Universita' Aldo Moro di Bari, l'Universita' degli studi di Palermo e quella di Padova, l'Universita' degli studi di Bergamo diventeranno, per qualche giorno, una scuola guida all'aria aperta, con addetti Unasca che spiegheranno ai neo-patentati le novita' del nuovo Codice della strada.
Inoltre, verranno consegnati 10.000 alcol-test per l'auto-misurazione del grado alcolemico nel sangue, uno strumento semplice da usare ma anche indispensabile a garantire la totale assenza di alcol prima della guida e 20.000 leaflet che lanciano il messaggio della campagna.
Notiziario Minori, 27 novembre 2010
REGALI DI NATALE 2010: 
LE TRE "S" PER NON SBAGLIARE
SICURI, SELEZIONATI, SOSTENIBILI:
LE DRITTE DEL BAMBINO GESU'
A un mese dal Natale scatta puntuale la corsa all'acquisto dei regali piu' accattivanti per i piccoli e, a proposito di giochi e giocattoli, le festivita' 2010 portano con se' un dato significativo: nel periodo compreso tra il 15 novembre 2009 e il 7 gennaio 2010 al Pronto Soccorso dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesu' di Roma sono stati registrati 6.616 accessi totali con una flessione di ben il 22,3% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, dato che indica una sensibile diminuzione del numero degli incidenti avvenuti tra le pareti di casa, in larga parte legati a momenti di gioco. Ma se la percentuale da' la misura di una crescente attenzione da parte dei genitori, anche nella scelta dei giochi piu' adatti ai loro bambini e dell'efficacia delle campagne di prevenzione intraprese sul tema, deve tuttavia essere interpretata come un punto di partenza e non di arrivo per una sempre maggiore attenzione sul fronte sicurezza. Secondo il monitoraggio del Dipartimento di emergenza e accettazione del Bambino Gesu' - osservatorio privilegiato dei rischi piu' comuni per la salute dei bambini e degli adolescenti
- gli incidenti domestici rappresentano ancora il 4,2% del totale degli accessi (277 su 6.616). Rientrano in questa casistica le ferite causate da giocattoli ridotti in pezzi, i traumi dovuti a giochi appuntiti o taglienti, le cadute, sovente in casa, da pattini o skate, gli infortuni generati dai trasformatori di trenini e piste elettriche o piu' in generale da congegni elettronici, l'ingestione o l'inalazione (nel naso e nelle vie respiratorie) di piccoli oggetti come gli occhi dei pupazzi o le pile. Piuttosto frequente anche la presenza di corpi estranei nel condotto uditivo.
A questo tipo di insidie sono esposti soprattutto i piu' piccoli, bimbi da 1 a 3 anni che ancora non hanno sviluppato appieno il concetto di pericolo.
Pertanto, tenere alta la guardia nell'individuazione del giocattolo ad hoc resta un imperativo: scelte fatte con leggerezza, cedendo alle richieste dei propri figli tentati dal personaggio del momento o dalle proposte che si moltiplicano durante le festivita' natalizie, possono infatti rappresentare un serio pericolo per l'incolumita' del bambino. Proprio per accompagnare i genitori verso una scelta sicura e consapevole dei giocattoli da mettere sotto l'albero, gli esperti dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesu' hanno raccolto i consigli utili in due vademecum: "tutelare l'incolumita' fisica del bambino" e "doni a misura di bambino", disponibili online sul portale www.ospedalebambinogesu.it. Tra le indicazioni per un acquisto in piena sicurezza: fare attenzione alla presenza dei marchi di qualita' e conformita' alle norme, specie sui prodotti meccanici o elettrici, evitare giocattoli che rompendosi possono creare schegge acuminate o taglienti e oggetti con parti che staccandosi possono essere inalate o ingerite. Inoltre, fare attenzione ai materiali che possono essere colorati con sostanze tossiche. Nel quadro del "regalo-perfetto" che vada incontro all'esigenza di sicurezza del genitore e alle disponibilita' economiche, senza pero' trascurare i desideri del bambino, non potevano mancare anche le indicazioni degli psicologi del Bambino Gesu'.
Considerare l'eta' di chi lo riceve, non lasciarsi condizionare dagli schemi convenzionali della divisione tra bambini e bambine, non lasciarsi sopraffare dai suggerimenti della pubblicita', ma soprattutto tenere sempre a mente che non e' certo il peso economico del dono che fa la felicita', ma la condivisione del gioco che porta il bambino ad imparare a non accumulare giocattoli senza dar loro alcun valore.
Scartare il regalo insieme ai propri figli puo' essere infine, ma non per ordine di importanza, un'occasione di educazione al rispetto dell'ambiente, cominciando - ad esempio - dal corretto smaltimento degli involucri, in genere molto voluminosi, e divertendosi insieme a riconoscere e a separare i diversi materiali per poi gettarli negli appositi contenitori.
Notiziario Minori, 27 novembre 2010
CARENZA DI FERRO, L'ALTERAZIONE 
PIÙ DIFFUSA NEL MONDO INTERESSA
I BAMBINI AL DI SOTTO DEI TRE ANNI
La carenza di ferro e' l'alterazione nutritiva piu' diffusa nel mondo e interessa principalmente i bambini al di sotto di 3 anni di eta', che nel 15% dei casi non assumo abbastanza ferro con la dieta. La rivista 'Pediatrics' ha recentemente pubblicato le raccomandazioni da seguire per contrastare la carenza di ferro nei bambini, che interessa anche i piccoli dei Paesi industrializzati e puo' avere ripercussioni importanti sulla loro salute.
"Conosciamo bene gli effetti irreversibili a lungo termine che tale carenza puo' avere sullo sviluppo cognitivo e comportamentale dei bambini. È di importanza cruciale per la loro salute che si migliorino i livelli di a partire dall'infanzia ", spiega Frank Greer, membro dell'American Academy of Pediatrics.
Nel loro report presentato alla National Conference & Exhibition di San Francisco, Greer e i colleghi sottolineano come sia necessario garantire nei bambini il fabbisogno di ferro con una dieta adeguata che includa carne rossa, legumi, frutta, verdura e cereali fortificati. Oltre al ferro, e' importante che i piccoli assumano anche molta vitamina C, che ne favorisce l'assorbimento da parte dell'organismo.
Ai bambini che non manifestano problemi nel mangiare cibi solidi dai 6 mesi a un anno di eta', i ricercatori raccomandano di far mangiare carne rossa e verdure ricche di ferro, in modo da poter soddisfare il loro fabbisogno giornaliero di 11 mg di ferro.
Questo si riduce a 7 mg al giorno tra 1 e 3 anni di eta', periodo in cui i piccoli devono comunque nutrirsi di alimenti appropriati, con la possibilita' di utilizzare supplementi vitaminici sotto controllo del pediatra. Per le mamme che allattano il piccolo oltre i 4 mesi, il consiglio e' quello di far assumere loro 1 mg di in supplementi al giorno, in modo da compensare l'eventuale carenza fino a che il piccolo non comincia a nutrirsi di alimenti solidi. Fino ai 4 mesi di vita, invece, il latte materno e' sufficiente a garantire al piccolo l'assunzione adeguata di questo minerale.

Notiziario Minori, 27 novembre 2010
BAMBINI: SE PIANGONO MAMMA SI SVEGLIA PIU' DI PAPA'
UNIVERSITA'DEL MICHIGAN STUDIA INTERRUZIONI NOTTURNE DEI BIMBI
Al richiamo del piccolo di casa le mamme si svegliano due volte e mezzo piu' dei papa'. La notizia arriva da uno studio della University of Michigan in attesa di pubblicazione sulla rivista Social Forces.
I ricercatori hanno analizzato i dati raccolti da circa 20.000 genitori sui loro orari lavorativi dal 2003 al 2007: nelle coppie in cui lavorano entrambi i partner con un bambino di eta' inferiore a un anno, il 32% delle donne ha riferito di prendersi cura del bimbo anche di notte rispetto all'11% degli uomini.Le interruzioni notturne diminuiscono con l'eta' del bambino: 10% delle mamme contro 2% dei padri per i bambini da 1a 2 anni, fino ad arrivare al 3% delle madri lavoratrici e all'1% dei padri per i bambini dai 3 ai 5 anni. "Quello che e' davvero sorprendente - dichiarano i ricercatori - e' che questa differenza di genere permane anche dopo l'aggiustamento per livelli di occupazione, status, reddito e istruzione".
Notiziario Minori, 27 novembre 2010
ONE TREE FOR CHILD', UN ALBERO PER OGNI NEONATO
INIZIATIVA FORUM GIOVANI-ANCI
PER RIFORESTAZIONE E SOSTENIBILITÀ

Un albero per ogni bimbo, per salvare il nostro pianeta dalla deforestazione e dal surriscaldamento globale. L'ambiziosa iniziativa 'One tree per child', lanciata nel dicembre dello scorso anno in occasione della Cop15 di Copenhagen, e' una campagna internazionale del Forum internazionale dei giovani che si propone, con la collaborazione dell'Anci ed il patrocinio del ministero dell'Ambiente, di sensibilizzare gli enti locali affinche' applichino una normativa gia' esistente in Italia, la legge 'Rutelli' 113/92, che impone ad ogni Comune la piantumazione di un albero per ogni bambino registrato all'anagrafe, ma che, a parte alcune virtuose realta', raramente viene applicata.
L'idea del Forum, promossa e ribadita in un incontro nella sede dell'Associazione nazionale dei Comuni italiani, e' quella di riuscire a far applicare la legge nel nostro Paese, per poi esportarla, sotto forma di direttiva, in tutti gli Stati membri dell'Unione europea, tramite l'appello alla raccolta di un milione di firme di cittadini Ue. Dall'inizio del ventesimo secolo e' andato distrutto, a causa dell'edizione del suolo e dello sfruttamento umano, piu' del 50% dell'estensione originale delle foreste pluviali, e ogni anno nel mondo si perdono oltre 13 milioni di ettari di foresta - piu' di 25 ettari al minuto, praticamente un campo di calcio al secondo - con gravi ripercussioni per l'uomo e l'ambiente.
La soluzione proposta dall'associazione e' semplice: per ogni bambino si dovra' piantare un albero che sara' si' demaniale, ma formalmente ed individualmente intitolato ai neonati e di cui sara' garantita la tracciabilita'. Ai genitori, o magari ai nonni, il compito, assieme al proprio pargolo, di prendersene cura.
'One tree one child' partira' da Nettuno, il Comune sopra i 50mila abitanti con il sindaco piu' giovane d'Italia, e il primo albero, su proposta diretta del Forum, sara' piantato in onore di Francesco Cossiga, ex presidente della Repubblica da poco venuto a mancare.
Questa iniziativa, spiega Rafi Korn, portavoce della campagna per conto del Forum, si pone "due obiettivi generali:
sensibilizzare le istituzioni e avviare la campagna. Prevediamo azioni a livello locale, affinche' sposino l'iniziativa, e a livello europeo, in modo che tramite una direttiva si impegnino a fare lo stesso tutti i Paesi membri". Da far suo, evidenzia Andrea Di Sorte, presidente della Consulta nazionale Anci Giovane, "l'Associazione attivera' la propria rete di amministratore per sensibilizzare tutti i Municipi sull'iniziativa. In particolare noi, come Anci Giovane - la struttura Anci che riunisce gli amministratori locali under 35 - non possiamo non esprimere soddisfazione per il fatto che la campagna parta proprio dai giovani, ovvero da coloro che piu' hanno a cuore le tematiche ambientale".
Notiziario Minori, 27 novembre 2010

martedì 23 novembre 2010

ALIMENTAZIONE, 83% GENITORI FA FARE 
5 PASTI AL GIORNO I DATI DEL PROGETTO
NUTRIKID SULL'EDUCAZIONE ALIMENTARE
Da Nutrikid, programma di educazione alimentare nelle scuole primarie voluto da Nestle', emerge il fatto che i genitori ritengono importante l'educazione nutrizionale, ma che serve maggiore attenzione alla qualita', alla varieta' dei pasti, soprattutto degli spuntini, e all'attivita' fisica. Questi i risultati principali che emergono dall'analisi pilota di oltre 1.000 questionari compilati dalle famiglie nell'ambito del progetto di educazione alimentare Nutrikids - I segreti degli Alimenti, giunto alla sua 3^ edizione, con 140.000 bambini coinvolti e oltre 7.000 classi. I questionari, elaborati ed analizzati in collaborazione con la Clinica pediatrica dell'Ospedale San Paolo di Milano e con Spes, Societa' per l'educazione alla salute, hanno evidenziato come la corretta alimentazione passi per due buone abitudini: ben l'83.5% del campione dichiara di far fare ai figli gli ideali 5 pasti al giorno - 3 principali e 2 spuntini - e solo il 12.5% dichiara di prevederne 4 al giorno, testimoniando quindi l'attenzione all'alimentazione quotidiana, sia a casa sia fuori casa. Inoltre, il 71,1% del campione dichiara di far fare massimo un pasto veloce alla settimana, rispetto a solo il 15 % che ne stima fare da 2 a 5 alla settimana: l'elogio della lentezza vale quindi anche per i pasti che devono ritornare ad essere dedicati alla convivialita' e alla conversazione in famiglia. Atteggiamento dunque attento e proattivo, quello di padri, madri e nonni, che sembrano aver accolto il richiamo ad un'alimentazione corretta ed equilibrata fin da bambini, e che nel 77.2% del campione intervistato, ritengono essere il principale punto di riferimento nell'educazione alimentare.
"Dall'Osservatorio - commenta Giuseppe Banderali, vicedirettore della Clinica pediatrica dell'Ospedale San Paolo di Milano - emerge un ruolo attivo della famiglia che richiede il confronto con le figure competenti per evitare una valutazione soggettiva e personale dello stato fisico dei figli e degli interventi nutrizionali necessari". Passando poi dalla teoria alla pratica, ovvero alla tavola di ogni giorno, vi sono ancora passi decisivi da compiere: se infatti l'importanza di una colazione sembra ormai acquisita a livello familiare (circa il 90% del campione dichiara di farla regolarmente) e seppur il latte risulti essere consumato in abbondanza (86% del campione lo cita come alimento centrale della colazione), ancora il 20% dei bambini non consuma una prima colazione completa.Ugualmente, se pur i pasti sono previsti per la maggior parte in cinque momenti della giornata, lo spuntino di meta' mattina e di meta' pomeriggio sembrano ancora non avere dignita' di pasto, ma di consistere in un solo alimento, spesso nutrizionalmente non adeguato.

Notiziario Minori, 23 novembre 2010
MENO SALE DA ADOLESCENTI, RIDUCE
RISCHIO IPERTENSIONE
I RISULTATI DI UNO STUDIO USA

Gli adolescenti che riescono a dare un taglio al consumo di sale diminuiscono il proprio rischio di diventare adulti ipertesi. Secondo uno studio americano una riduzione di 3 grammi dell'introito giornaliero potrebbe portare a un calo di persone ipertese variabile tra il 44 e il 63%. Per gli studiosi questo provvedimento potrebbe favorire una riduzione compresa tra il 7 e il 12 % del rischio di malattia coronarica, tra l'8 e il 14 % per quello d'infarto, tra il 5 e l'8 % di ictus e tra il 5 e il 9 % della mortalita' per qualunque altra causa.
"Ridurre la quantita' di sale utilizzato nella preparazione dei cibi, potrebbe tenere alla larga piu' a lungo i giovani dal rischio di sviluppare l'ipertensione - osserva Kirsten Bibbins-Domingo, professore all'Universita' della California - inoltre, un'educazione precoce potrebbe modificare le attese su quello che dovrebbe essere il sapore dei cibi, modificando il gusto dei ragazzi verso qualcosa di meno salato".
Notiziario Minori,  23 novembre 2010
PARTO NATURALE E I NEONATI SONO PIÙ AGITATI
GLI STUDIOSI: "COLPA ALTI LIVELLI 
DELL'ORMONE DELLO STRESS"
I bambini nati con il cesareo sono piu' calmi di quelli nati con il parto naturale. La notizia arriva dallo studio condotto su 4000 bambini, pubblicato dalla rivista BJOG, "An International Journal of Obstetrics and Gynaecology". Gli autori dell ricerca, portato avanti nell'Institute of Reproductive and Child Health di Pechino, sono arrivati a questa conclusione intervistando i genitori di bambini in eta' prescolare, ponendo domande sul comportamento dei figli e incrociando le risposte con il metodo di nascita. E' risultato che i nati con il parto naturale sono bimbi piu' agitati di quelli messi al mondo con il cesareo. Ma gli effetti piu' evidenti sono stati rilevati per i figli avuti tramite parto naturale assistito dal forcipe.
La spiegazione di queste differenze comportamentali potrebbe risiedere nei livelli di cortisolo, l'ormone dello stress, che sono elevati nei bambini nati naturalmente, e che restano tali per almeno otto settimane, contribuendo a modificare lo sviluppo cerebrale del neonato. Secondo gli esperti, infatti, "un alto livello di cortisolo alla nascita e' anche legato a un maggior rischio di problemi psicologici nell'infanzia".
Notiziario Minori,  23 novembre 2010
ALCOLISMO TRA LE MURA DOMESTICHE: 
ADOLESCENTI A RISCHIO
PUÒ MODIFICARE IL PERCORSO 
DI MATURAZIONE DEL CERVELLO
Il Brain imaging center del McLean Hospital e il Dipartimento di pschiatria della Harvard Medical School nel Massachusetts in collaborazione con The Brain Institute di Salt Lake City (Utah), hanno recentemente scoperto una significativa vulnerabilita' neurobiologica nei ragazzi con una storia familiare d'alcolismo, fenomeno che include una ridotta efficienza neuronale e il reclutamento di risorse cerebrali addizionali. I ricercatori hanno analizzato con risonanza magnetica funzionale (1.5 Tesla) il funzionamento cerebrale di 32 adolescenti (eta' media 13.4 anni) durante l'esecuzione di un compito cognitivo (Stroop Color-Word Interference task), indicato per la valutazione della capacita' di controllo inibitorio. La storia famigliare d'abuso d'alcol e' stata investigata con un'intervista strutturata (Family History-Epidemiologic structured interview) alle madri che accompagnavano i rispettivi figli. I ragazzi sono stati suddivisi in 2 gruppi, con alta (FH+) o bassa (FH-) familiarita' per l'alcolismo (genitori e/o nonni alcolisti). Il gruppo FH+ mostra, rispetto al gruppo FH-, una piu' estesa attivazione del circuito fronto-limbico, della corteccia cingolata anteriore e del giro frontale medio, durante il compito d'inteferenza.
La scoperta che la familiarita' per l'alcolismo puo' avere un significativo impatto neurobiologico sul cervello in via di sviluppo di un ragazzo e' molto importante perche',durante l'adolescenza vi e' una maggiore propensione a non controllarsi.L'abuso di alcol, durante questa eta', puo' modificare il percorso di maturazione del cervello.

Notiziario Minori, 23 novembre 2010

martedì 16 novembre 2010

GIOCATTOLI SICURI A NATALE, ECCO 
LA GUIDA MINISTERIALE ENTRO GENNAIO 2011 
LA NUOVA DIRETTIVA COMUNITARIA

"Sono oltre 2 milioni i giocattoli importati contraffatti che non rispondevano alle norme di sicurezza sequestrati dalla Guardia di Finanza, per impedire che le prossime vetrine di Natale siano riempite di prodotti privi del necessario certificato di conformita' alla normativa comunitaria in materia di sicurezza prodotti e, quindi, potenzialmente pericolosi per i bambini". E' quanto si legge sul sito del Governo che elenca i prodotti piu' a rischio tra quelli maggiormente diffusi sul mercato ufficiale: robot, bambole, peluche, bolle di sapone, palloni. Tutta merce prodotta in Paesi asiatici, prevalentemente in Cina, ed introdotta in Italia attraverso societa' di esportazione cinesi.
Ma come si riconosce un giocattolo contraffatto? Sul sito e' presenta anche una breve guida per imparare a identificarli. Il prezzo, in genere inferiore a quello del gioco venduto nei negozi; il confezionamento, i giocattoli contraffatti sono privi della confezione rigida di cartone in quanto inseriti in buste di cellophane; il marchio, simile all'originale ma non identico, modificato onde evitare di incorrere in accuse di usurpazione del marchio; la qualita', i giocattoli contraffatti infatti sono prodotti con plastica pessima e con materiali considerati tossici ai fini della nostra normativa.
Si tratta in sostanza di una falsa riproduzione del giocattolo originale, realizzata copiando il design ed utilizzando un marchio ed un nome identificativi del prodotto simile, ma non uguale, all'originale.
La prima cosa da fare, secondo le indicazioni riportate dal sito, e' scegliere giocattoli sui quali sia stato apposto il marchio CE, in quanto sottoposti ai necessari controlli di sicurezza previsti dalla Comunita' Europea.
Il marchio CE e' stato introdotto dalla direttiva 88/378/CEE, recepita in Italia con il decreto legislativo 1991/313, la quale ha stabilito i requisiti di sicurezza per i giocattoli, destinati ai ragazzi di eta' inferiore ai 14 anni, e le misure di sicurezza per la loro fabbricazione e vendita.
Allo scopo di tenere conto dell'inevitabile evoluzione tecnologica, si e' reso opportuno rivedere la legislazione comunitaria in materia sostituendo la vecchia direttiva con un nuovo testo, aggiornato e conforme alle mutate condizioni. Entro il 20 gennaio 2011, infatti, gli Stati membri dovranno adottare la nuova direttiva 2009/48/CE sulla sicurezza dei giocattoli e sulla loro libera circolazione nella Comunita' che va a sostituire la precedente ed applicarla entro il 20 luglio 2011.
Notiziario Minori, 16 novembre 2010
GUSTI E ABITUDINI ALIMENTARI? 
INFLUENZATI DALLE MAMME
DURANTE LA GRAVIDANZA SI GETTANO 
LE BASI DELLO STILE FUTURO

I gusti e le abitudini alimentari, le emozioni, la qualita' delle relazioni, l'attivita' fisica: tutto cio' che tesse la trama della vita quotidiana della mamma entra a far parte dell'orizzonte del nascituro e pone le basi per quello che, nel futuro, sara' il suo stile.
L'intima unione del feto con la mamma e la profonda influenza che la donna incinta ha sul figlio che porta in grembo, trovano un saldo fondamento scientifico in una serie di studi raccolti nel libro di Annie Murphy Paul "How The Nine Months Before Birth Shape The Rest Of Our Lives" (Come i nove mesi prima della nascita possono formare il resto della tua vita). Gli studi si sono concentrati in modo particolare sulle influenze ed i condizionamenti in campo alimentare. Un esempio e' stato offerto da un esperimento condotto su alcuni topi e pubblicato sul 'British Journal of Nutrition'.Stephanie Bayol ed altri ricercatori del Royal Veterinary College di Londra hanno evidenziato che, nutrendo le madri durante la gravidanza con il cosiddetto junk food - cibo spazzatura -, i figli avrebbero avuto il 95% in piu' di possibilita' di mangiare in modo eccessivo e decisamente oltre le reali necessita', assumendo ben un quinto di calorie in piu', ogni giorno, rispetto ai figli di madri che erano state alimentate in modo sano e regolare.
Le abitudini alimentari delle mamme, inoltre, incidono anche sulle preferenze, sui gusti dei nascituri. Lo prova un esperimento, condotto nel Monell Chemical Senses Center di Philadelphia. Questa volta lo studio e' stato condotto su donne al terzo trimestre di gravidanza. Ad alcune e' stato offerto frequentemente succo di carota, mentre ad altre soltanto acqua.
Ebbene, i piccoli nati dal primo gruppo di donne, raggiunti i sei mesi di vita, sembravano gradire in modo particolare il succo di carota mescolato con i cereali, apprezzandolo molto di piu' dei bimbi nati da donne che avevano bevuto solo acqua. La perfetta simbiosi si manifesta anche per cio' che riguarda la difesa dalle malattie. A provarlo, questa volta, e' uno studio condotto alla Oregon State University. I ricercatori hanno dimostrato che i topolini nati da mamme che durante la gravidanza avevano assunto composti anticancro come quelli contenuti ad esempio in broccoli e cavoli, avevano una piu' forte resistenza nei confronti del cancro, anche se esposti ad agenti cancerogeni.

Notiziario Minori, 16 novembre 2010
FARMACI AI BIMBI, ATTENTI ALLE DOSI "A CUCCHIAIO"
SI RISCHIA DI SOVRADOSARE

Quando si da' lo sciroppo ai bambini, non farlo con cucchiai e cucchiaini.
Sbagliare la dose e' troppo facile. Meglio usare il misurino apposito. I rischi legati alla somministrazione di dosi sbagliate di farmaco ai bambini esistono e sono stati documentato da piu' studi di recente pubblicazione. Nonostante questo, si sottovaluta il problema. Sono i genitori stessi a farlo, pensando erroneamente che i farmaci acquistabili senza ricetta siano sicuri e non possono causare problemi. Sbagliato. Possono essere rischiosi.
Alcuni ricercatori hanno misurato l'imprecisione delle somministrazioni fatte usando un cucchiaio. Hanno visitato 25 case, trovando complessivamente 71 cucchiai da te' (diversi per forma e dimensione) e 49 cucchiaini da tavola (diversi per forma e dimensione). Ne hanno quindi misurato la capacita' in millilitri, riempiendoli con acqua. La capacita' dei 71 cucchiai da te' variava da 2.5 a ben 7.3 ml: insomma alcuni cucchiai contenevano fino al triplo di altri. La capacita' dei 49 cucchiai da tavola andava da 6.7 a 13.4 ml, cioe' variava fino a raggiungere il doppio. In pratica, utilizzando come unita' di misura i cucchiai, si puo' arrivare a somministrare una dose notevolmente piu' bassa o piu' alta di quella desiderata o prescritta dal medico.
Notiziario Minori, 16 novembre 2010
DAGLI USA ARRIVA IN ITALIA LA PRIMA PALESTRA 
PER BIMBI CON FORMAT DI FITNESS E ACTIVE GAMING 
PER BIMBI TRA 3 E 14 ANNI

Arriva a Milano direttamente dagli Stati Uniti il primo centro pilota in Italia di XRKADE, format di fitness e active gaming dedicato ai bambini tra i 3 e i 14 anni. L'obiettivo e' quello di abituare i bambini ad uno stile di vita piu' dinamico e salutare e di aiutarli a ridurre eventuali problemi di sovrappeso, prevenendo e combattendo l'obesita' infantile. Grazie ad una serie di innovativi programmi di attivita' motoria cardiovascolare che utilizzano nuove attrezzature basate sull'interattivita' con i videogiochi, i bambini possono combattere la sedentarieta' e svolgere un'attivita' fisica stimolante, divertente e mirata, in compagnia dei loro amici. La palestra diventa cosi' luogo di incontro e punto di riferimento per i tutti bambini, che qui troveranno macchinari innovativi e attrezzature avveniristiche giocose e colorate, studiate, per dimensioni e materiali, rigorosamente su misura e in funzione delle loro esigenze.
Pareti bianche che "vivono ed interagiscono" attraverso proiezioni in 3D di luoghi e sport giocabili, pareti di arrampicata che ruotano e si muovono in verticale, raggi laser per allenamenti di tennis ed arti marziali indoor e materassini per aerobica che comunicano attraverso una rete wireless sono solo alcuni dei numerosi attrezzi XRKADE per coniugare l'esercizio fisico e la voglia di divertimento e creativita' dei piu' piccoli.
In America (tra Canada e Stati Uniti) ci sono gia' circa 300 centri di active gaming XRKADE e all'inizio dell'anno Michelle Obama, attiva sostenitrice della lotta contro il sovrappeso e l'obesita' infantile, dopo aver visitato il centro di ricerca XRKADE nell'Universita' della Florida ed esserne rimasta molto colpita, ha voluto attivare una collaborazione tra XRKADE e l'organizzazione Let's Move da lei creata.

Notiziario Minori, 16 novembre 2010
TROPPO RUMORE RALLENTA L'APPRENDIMENTO 
DEL LINGUAGGIO INDAGINE DEL SERVIZIO ISPETTIVO 
SCOLASTICO BRITANNICO

Un ambiente rumoroso rallenta l'apprendimento del linguaggio. La notizia, pubblicata da tuttoscuola.com, arriva dalla Gran Bretagna. Una recentissima indagine del servizio ispettivo scolastico britannico Ofsted ha rivelato che molti bambini, all'ingresso nella scuola dell'infanzia, hanno spesso scarse capacita' di parlare e di ascoltare a causa della rumorosita' degli ambienti di vita da cui provengono. L'inchiesta ha messo in luce come la continua e pervasiva presenza della tv, l'abitudine degli adulti a parlare con un tono di voce eccessivo e la presenza di fratelli rumorosi impediscono ai piccoli di concentrarsi sui suoni e non consentono loro di distinguere, ed apprendere, dettagli e sfumature del linguaggio. Molti di loro sono poco coinvolti nella conversazione in famiglia e hanno scarsa esperienza del mondo fuori di casa.
Percio', i bambini presentano difficolta' ad articolare frasi complesse, a comprendere adeguatamente quanto viene loro detto, con conseguenti difficolta' nell'apprendimento.La ricerca, partita per osservare i metodi di insegnamento della lettura applicati nelle dodici migliori scuole nelle graduatorie nazionali, ha portato alla scoperta di elementi inaspettati, compresa la scarsa autonomia di molti piccoli nell'attendere alle proprie necessita' fisiologiche o il protrarsi dell'uso del succhiotto. Le statistiche mostrano come un ragazzino su cinque che esce dalla scuola primaria non ha raggiunto a sufficienza le competenze attese per la lettura e la scrittura. Le pratiche messe in atto dalle scuole esaminate sono ora all'attenzione del dipartimento per l'istruzione inglese perche' possano essere esportate in tutte le scuole. La sfida e' infatti per aperta a tutti: l'obiettivo e' uscire dal circolo vizioso di risultati che, nonostante gli sforzi e le opportunita' offerte dalle scuole, producono ancora insoddisfacenti risultati.
Notiziario Minori, 16 novembre 2010
100 FILM E UN PAESE', RACCONTARE L'ITALIA NELLE SCUOLE
PROGETTO DELLA PROVINCIA DI ROMA, ZINGARETTI: 
"UN INVESTIMENTO"
Ripercorrere con gli studenti la storia del Novecento italiano, in particolare il periodo del secondo Dopoguerra attraverso il cinema e le sue immagini. E' il progetto '100+1, 100 film e un Paese: l'Italia', promosso dalla Provincia di Roma con il sostegno del ministero per i Beni e le Attivita' culturali. Giunto alla seconda edizione, e rivolto agli istituti superiori di Roma e provincia, il progetto portera' nelle scuole sette film ('I vitelloni', 'Accattone', 'Salvatore Giuliano', 'Il gattopardo', 'Una giornata particolare', 'Padre padrone' e 'Roma citta' aperta') per riscoprire l'Italia attraverso il suo cinema.
"Questo progetto- ha sottolineato il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti- e' un metodo intelligente per fare formazione, poiche' mette insieme la storia del nostro Paese con il meglio del cinema italiano". Non a caso il motto del progetto e' "la nostra identita', la nostra memoria: un patrimonio da salvare". E la scuola, conclude Zingaretti, "deve insegnare non solo dove mettere le h, ma anche a capire il perche' dei grandi eventi. E il cinema e la cultura non sono mai da considerare un costo per le pubbliche amministrazioni. Anzi, sono al contrario dei grandi investimenti".

Notiziario Minori, 16 novembre 2010
BINGE-DRINKING, RAGAZZI A RISCHIO DEPRESSIONE
PROVOCA UN'ALTERAZIONE DEL SISTEMA ORMONALE

Si chiama binge-drinking e significa "bere per ubriacarsi". Una moda che arriva dal Nord Europa in Italia e che mette i giovani a rischio di sviluppare disturbi dell'umore come ansia e depressione. È il risultato di uno studio sul modello animale del Loyola University Health System. Esponendo ratti adolescenti a dosi di alcol tali da riprodurre la condizione di ubriachezza, si e' riusciti a dimostrare infatti il rischio di un'alterazione permanente del sistema che produce ormoni in risposta allo stress, che a sua volta si puo' tradurre in "disturbi del comportamento nell'eta' adulta".
Sebbene gli studi su animali non si possano trasferire direttamente all'essere umano, i risultati suggeriscono l'esistenza di un meccanismo con cui il binge drinking potrebbe causare problemi in eta' successiva.
Lo schema di somministrazione prevedeva tre giorni di alte dosi di alcol tali da alzare la concentrazione ematica fino a un valore compeso tra 0,15 e 0,2 per cento. Nel gruppo di controllo e' stata invece iniettata regolarmente una soluzioe salina.
Un mese dopo, una volta raggiunto lo stato di giovani adulti, gli animali sono stati sottoposti a tre regimi: iniezioni saline, iniezione di alcol una tantum o un ulteriore somministrazione di alte dosi di alcol. Il consumo di alcol e' una forma di stress: per questo i ricercatori non sono stati sorpresi di constatare come gli animali esposti all'alcol, sia una sola volta sia in modo continuativo, avessero piu' alti livelli di corticosteroidi.
Notiziario Minori, 16 novembre 2010
REGOLE E PUNIZIONI ASSENTI, COSÌ COME I GENITORI
CASTELBIANCO: "L'AUTOREVOLEZZA DAL PASSARE PIÙ TEMPO COI FIGLI"

Regole e punizioni? Bambini e adolescenti di oggi sembrano proprio non averne.
Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell'eta' evolutiva e direttore dell'Istituto di Ortofonlogia (Ido) di Roma, spiega: "Regole e punizioni sono rare. Anche se esistono, i genitori sono i primi a trasgredirle. Ma il vero problema- prosegue- e' la mancanza di autorevolezza sui figli, dettata dal senso di colpa per il poco tempo che dedicano loro e quindi, nei momenti passati insieme, scelgono di vedere sorridere il proprio figlio piuttosto che vederlo piangere". Per riuscire a ristabilire l'autorevolezza sui figli, Castelbianco suggerisce di "passare piu' tempo con loro e di condividere piu' cose possibili".
Ma l'aspetto importante, secondo l'esperto, e' quello di "non far si che questi momenti passati insieme siano un modo per 'traghettare' il tempo in attesa della crescita dei propri figli". L'assenza di regole e punizioni e l'incapacita' dei genitori di stabilirne, corre in parallelo con la richiesta di giustizia da parte dei ragazzi, quella che secondo Castelbianco "non vedono negli adulti intorno a loro".

Notiziario Minori, 16 novembre 2010

venerdì 12 novembre 2010

94% DA SOLI SUL WEB,
E UNO SU TRE PARLA CON SCONOSCIUTI
RICERCA A BOLOGNA: 60% GENITORI IGNORA;
24% VITTIME CYBERBULLISMO

Gli adolescenti bolognesi sono ormai "assuefatti all'uso di internet e del cellulare". Ma il vero problema e' che "non hanno coscienza dei rischi che corrono" con l'utilizzo delle nuove tecnologie, ne' delle "possibilita' di commettere reati".
Insomma, i ragazzi "non hanno la percezione di cio' che puo' correre sulla rete", nonostante molti siano stati vittime di casi di cyber-bullismo. E i genitori sono il piu' delle volte all'oscuro di come i propri figli usino il web o il telefono. E' questo il risultato della ricerca condotta da Provincia di Bologna, Corecom e Difensore civico regionale su 508 studenti di prima e seconda superiore in sei istituti del capoluogo emiliano, presentato oggi a Palazzo Malvezzi. Il 95,6% di loro ha un collegamento internet in casa e il 93,8% naviga da solo, anche se e' il 47,4% dei ragazzi intervistati ad avere la connessione al web direttamente nella propria stanza.
Quasi un terzo usa internet per parlare con sconosciuti e il 48% e' abbastanza smaliziato da aspettarsi di contattare sul web persone che non dicono chi sono. Da questi sconosciuti, gli adolescenti ricevono moltissimi inviti: il piu' diffuso (60%) e' avere una fotografia, seguito dalla richiesta del numero di cellulare (53%), di farsi vedere in webcam (43%) e di avere un incontro diretto (39%). Il piu' delle volte questi inviti vengono accettati: sei ragazzi su dieci mandano foto e numero di telefono, oltre la meta' e' disponibile al contatto diretto.
"Sono soprattutto le ragazze ad avere atteggiamenti piu' disinibiti su internet- spiega Rossella Tirotta, sociologa del Corecom che ha condotto la ricerca- mentre i maschi sono piu' autori di bullismo elettronico, in particolare contro le ex-fidanzate". Per cyberbullismo si intende l'invio ripetuto di insulti, minacce o foto imbarazzanti via sms o web.
Quasi un quarto degli oltre 500 studenti di Bologna intervistati dichiara di aver subito atti di bullismo elettronico, un fenomeno che e' conosciuto dal 64% dei ragazzi.
Il piu' delle volte si tratta di casi accaduti fuori dalla scuola (66%), che colpiscono una singola persona (89,5%). Nel 35% dei casi l'iniziativa parte dagli stessi compagni di classe, il 20% sono vendette dell'ex fidanzato (o fidanzata). Degli studenti intervistati il 36% affronta direttamente il cyber-bullo, il 31% ignora la cosa finche' non sfuma e il 20% cambia numero di cellulare. Nel 12% dei casi si ricorre all'aiuto delle Forze dell'ordine, mentre il 16% fa intervenire i genitori. E proprio mamma e papa' scontano un grosso gap nei confronti dei figli, essendo il piu' delle volte all'oscuro dell'uso che i ragazzi fanno delle nuove tecnologie.
Dalla ricerca emerge infatti che il 62% dei genitori ignora come i propri figli usino internet, limitandosi a rimproverarli per il troppo tempo perso davanti al computer (il 45%). Solo il 15% controlla come internet e cellulari vengono usati. A loro, i sociologi che hanno condotto l'indagine suggeriscono di "diventare amici dei propri ragazzi su Facebook- spiega Raffaele Lelleri del settore Politiche sociali della Provincia- pero' non sotto falso nome". Ma se il web e' molto diffuso tra gli adolescenti, il cellulare e' pur sempre al primo posto. Sui 508 studenti intervistati, solo due non hanno il telefonino: una ragazza italiana e una straniera, di 14 e 16 anni. In media, il primo cellulare si riceve a 11 anni e lo si usa soprattutto per inviare sms (84%) e fare foto (64%): il 40% non lo spegne mai, a scuola solo il 13% non lo tiene acceso. In media i ragazzi spendono 20 euro al mese, con picchi di 60 euro: per il 70% pagano i genitori.
La ricerca condotta da Provincia, Corecom e Difensore civico regionale rientra nell'iniziativa "La Rete siamo noi", per promuovere un uso sicuro di internet e del cellulare tra i minori. "Il 70% dei ragazzi intervistati non sa che per un reato commesso con il cellulare si e' imputabili gia' a 14 anni", sottolinea il difensore civico della Regione, Daniele Lugli. Lo stesso questionario distribuito in sei scuole a Bologna (Paolini, Belluzzi, Cassiano, Fioravanti, Laura Bassi e Righi) e' stato diffuso anche in alcuni istituti di Ferrara, Piacenza e Rimini, per un totale di oltre 2.000 adolescenti coinvolti. "I dati sono piu' o meno gli stessi anche nelle altre province- spiega Lugli- a Bologna ci sono solo piu' casi di bullismo elettronico".
L'obiettivo dell'iniziativa, spiega l'assessore provinciale alle Politiche sociali, Giuliano Barigazzi, e' "dare strumenti a chi educa e tratteggiare l'utilizzo che i ragazzi fanno dei social network e del cellulare: i rischi sono molti, proprio perche' il web offre opportunita' straordinarie". Per i docenti delle scuole e' stato organizzato un corso di aggiornamento di 15 ore (hanno partecipato in 180), mentre per i genitori sono stati organizzati alcuni eventi pubblici: i prossimi sono domani e il 24 novembre, all'istituto Minguzzi, con la presentazione di due libri sul bullismo elettronico e su quello omofobico. Inoltre e' stata stampata una guida per i genitori, con alcuni consigli su come affrontare il problema e seguire piu' da vicino i figli anche mentre navigano su internet.
Notiziario Minori, 12 novembre 2010
GELMINI: "STIAMO PREPARANDO IL LICEO DELLO SPORT"
100 CLASSI PILOTA, PARTENZA FORSE GIA' NEL 2011

Arriva il liceo dello sport. Ci sta lavorando il ministero dell'Istruzione che vorrebbe lanciare la nuova scuola gia' nell'anno scolastico 2011/2012. Nel nuovo indirizzo si fara' molto sport, ma, soprattutto, si studieranno le varie materie declinate anche in ambito sportivo, dalla storia all'economia.
Per creare, in uscita, profili gia' pronti anche per entrare nel mondo dello sport non solo a livello agonistico ma anche dirigenziale.
Lo ha annunciato il ministro Mariastella Gelmini durante una conferenza stampa con il Coni a Palazzo Chigi. La sollecitazione e' partita dalla ex campionessa dello sci Manuela Di Centa, oggi deputata del Pdl. Il ministro ha condiviso in pieno il progetto e ora i tecnici del ministero sono all'opera. "Stiamo lavorando- ha detto Gelmini- a dei regolamenti per dei licei ad indirizzo sportivo se riusciremo a completare questo progetto sara' arricchimento per offerta formativa. E' un'iniziativa che ci convince e ci piace e vorremmo portarla avanti".
Il ministro ha gia' in mente i tempi di realizzazione: "Entro quest'anno ci sara' l'elaborazione del progetto e per settembre prossimo forse riusciremo a farlo partire". Ci saranno delle classi pilota come gia' avvenuto per i nuovi indirizzi coreutici e musicali. "Si dovrebbe partire- ha spiegato alle agenzie Manuela Di Centa- con 40 scuole pilota per un totale di 100 classi divise equamente fra le regioni".
Notiziario Minori, 12 novembre 2010
PIÙ BRAVI I BAMBINI CHE CRESCONO AL NIDO
STUDIO PUBBLICATO SULLA RIVISTA CHILD DEVELOPMENT

Al nido si cresce meglio: si parla meglio e si fa di conti meglio. Lo ha rivelato uno studio pubblicato sulla rivista Child Development. Infatti, i piccoli che vengono coinvolti dalle educatrici, durante la crescita hanno col tempo molti effetti positivi. Risultati che sono evidenti soprattutto nei bambini di basso livello socio-economico. Inoltre secondo un'altra ricerca resa nota dalla rivista Brain Research i bambini che fanno attivita' sportiva hanno un ippocampo piu' grande rispetto ai coetanei. Le dimensioni dell'ippocampo sono legate alla memoria, infatti i bambini piu' sportivi hanno conseguito risultati migliori nel corso dei test.
Il gioco e la socialita' risultano fondamentali per la prevenzione dell'obesita'. Insomma l'esercizio fisico e attivita' tipicamente cerebrali, secondo uno studio di alcuni ricercatori toscani pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, determinano nell'ipotalamo un potenziamento della risposta dei neuroni al segnale di sazieta' veicolato dalla leptina, ormone che agisce sul cervello e sopprime l'appetito.
Notiziario Minori, 12 novembre 2010
BAMBINI SENZA SCUOLA NEL MONDO. 
'SERVE ROBIN HOOD TAX'
"CAMPAGNA GLOBALE PER L'EDUCAZIONE".

Per pagare le insegnanti e le scuole dei paesi piu' poveri c'e' bisogno di una "Robin Hood Tax". La "Campagna globale per l'educazione" (Gce) - sostenuta da 100 organizzazioni internazionali tra cui Oxfam, Education International, ActionAid e Save the Children - propone un'azione concreta affinche' in questo periodo di difficolta' finanziarie, l'istruzione nei paesi in via di sviluppo rimanga una priorita' per le grandi potenze.
Si tratta di una tassa, o piu' comunemente una "Robin Hood Tax", sugli investimenti pubblici dei paesi ricchi, in grado di assicurare a milioni di bambini che vivono nei paesi piu' poveri del mondo un finanziamento costante e duraturo, con l'obiettivo di tutelare i diritti fondamentali dei bambini e di realizzare opere e iniziative contro la poverta' e l'analfabetismo.
L'impatto della crisi economica, nell'ultimo anno, ha ridimensionato enormemente i fondi destinati all'istruzione dei minori nel Terzo mondo. Questa settimana, a Madrid, i rappresentanti dell'Education for All Fast Track Iniziative (Efa-Fti) - l'Ente finanziatore per l'educazione globale -assegnera' gli ultimi 80 milioni di dollari rimanenti nel fondo dell'organizzazione. Si tratta di una cifra sulla quale soltanto una ventina dei paesi piu' poveri del mondo potra' fare ricorso per tenere le scuole aperte l'anno prossimo. "Le cose potranno cambiare - dice la presidente della "Campagna per l'educazione", Kailash Satyarthi - solo se i paesi donatori, che in questi giorni si incontreranno a Madrid, accetteranno dei provvedimenti radicali sui loro investimenti: in caso contrario, milioni di bambini vedranno chiudere i portoni della loro scuola e gli insegnanti saranno senza lavoro". Attraverso l'Ente finanziatore per l'educazione globale (Efa-Fti), i paesi donatori negli ultimi dieci anni hanno sostenuto diverse iniziative e hanno aiutato a costruire migliaia di scuole. Puntando a realizzare uno degli obiettivi delle Nazioni Unite per il 2015, sono riusciti a stabilire l'educazione primaria universale in diverse nazioni. Dal 2008 il Mozambico, infatti, con l'appoggio dei paesi donatori, ha assunto 20 mila insegnanti ed ha costruito 3 mila nuove aule. Il numero dei bambini recentemente iscritti alle scuole del paese e' quasi raddoppiato tra il 2002 e il 2010. Per questo motivo la "Campagna Globale per l'Educazione" sta rivolgendo ai donatori principali della Fti (Francia, Germania, Stati Uniti, Giappone, Regno Unito e Paesi Bassi), un appello a compensare le loro promesse sull'educazione e sulla formazione nel Terzo mondo.
Notiziario Minori, 12 novembre 2010
17.000 INCIDENTI "IN CULLA" TRA IL 2005 E 2007
PRESENTATE NUOVE NORME EUROPEE SU SICUREZZA PRODOTTI PER SONNO

Gli incidenti che si verificano in culla, a danno di bambini in tenera eta', causano annualmente un numero maggiore di decessi infantili di quanti ne siano provocati da tutti gli altri prodotti per l'infanzia. I dati della ricerca condotta dalla European Injury database, e presentati questa mattina a Roma, hanno rilevato, tra il 2005 e il 2007, 17.000 incidenti a danno dei bambini da 0 a 4 anni che si trovano nel lettino. Proprio durante il sonno, bambini e neonati, che nei primi cinque anni di vita trascorrono almeno la meta' della giornata o anche piu' a contatto con prodotti per il sonno, sono spesso lasciati soli senza sorveglianza per periodi prolungati. La commissione Europea, previa consultazione degli Stati Membri, ha condotto uno studio che ha identificato i prodotti per l'infanzia piu' pericolosi in relazione ai quali non vi sono norme di sicurezza o, se ve ne fossero, non coprono tutti i rischi. I cinque prodotti selezionati dalla Commissione sono: materassi per lettino, paracolpi per lettino, amache per bambini piccoli, piumini da letto per bambini e sacchi-nanna che comportano rischi per la vita dei piccoli che vanno dall'intrappolamento, all'infiammabilita' e soffocamento. Le nuove norme decise dalla Commissione europea il 2 luglio 2010 a cura del vice presidente del Parlamento europeo, Roberta Angelilli, hanno l'obiettivo di ridurre il rischio di incidenti dovuti, ad esempio, al soffocamento causato da parti che si staccano, all'intrappolamento di un bambino dovuto a una concezione carente del materasso o all'asfissia causata da cordini o asole. Sono stati, inoltre, introdotti altri requisiti necessari come quelli in materia di stabilita' e di design al fine di ridurre il rischio di caduta e di lesioni dalle amache per bambini.
Notiziario Minori, 12 novembre 2010

martedì 9 novembre 2010

I PEDIATRI: "I BAMBINI DORMONO TROPPO POCO"
NEI PRIMI 2 ANNI BEN IL 20-30% DEI NEONATI SOFFRE DI INSONNIA

Un bimbo che dorma male, o troppo poco, che soffra di insonnia piu' o meno frequentemente, avra' delle ripercussioni sulla salute, sull'equilibrio psico-fisico, sulla capacita' di concentrazione e disturbi dell'attenzione. E'l'allarme lanciato dai pediatri. Le ore di sonno dovrebbero essere 8-10, per un bambino in eta' pre-scolare e nei primi anni delle elementari. Ma non solo sulla quantita' i genitori dovrebbero vigilare, anche la qualita' e' essenziale. Una buona dormita, profonda, rilassata, dara' al piccolo la possibilita' di "ricaricare le pile" e di rielaborare - attraverso l'attivita' onirica - le informazioni apprese durante il giorno. Sappiamo, infatti, quanto sia importante il sogno per il nostro equilibrio psichico, a maggior ragione lo sara' per i nostri figli, il cui cervello e' in pieno sviluppo. Eppure, secondo le ultime indagini, il 30% dei bambini non dorme a sufficienza o dorme un sonno di cattiva qualita'.
Nello specifico: nei primi 2 anni di vita ben il 20-30% dei neonati soffre di insonnia, percentuale che scende al 10-15% fino ai 3 anni d'eta' (ma e' comunque alta), mentre problemi di respirazione con conseguenti apnee notturne e russamento affliggono il 27% dei bimbi fino ai 6 anni. Ci sono poi fenomeni come il sonnambulismo e il parlare nel sonno, gli incubi e i tremori che svegliano i piccoli nel cuore della notte.
Notiziario Minori Roma, 9 novembre 2010
OBESITÀ INFANTILE, IN ITALIA È ANCORA ALLARME
"I GENITORI IGNORANO IL PROBLEMA"

Secondo un'indagine svolta da Okkio alla Salute, il sistema di sorveglianza su alimentazione e attivita' fisica nei bambini della scuola primaria promosso dal ministero della Salute in collaborazione con il ministero della Pubblica Istruzione e coordinato dall'Istituto Superiore di Sanita', che ha analizzato oltre 42.000 alunni delle terze classi delle scuole primarie, e' ancora alta la prevalenza del sovrappeso (23%) e dell'obesita' (11%).
Nel 9% dei casi, infatti, i bambini italiani non fanno colazione e nel 30% non la fanno adeguatamente, mentre 1 bambino su 4 non mangia quotidianamente frutta e verdura e circa il 50% consuma bevande zuccherate o gassate nell'arco della giornata. I dati sono stati resi noti in occasione di un incontro organizzato a Roma per discutere il bilancio dell'iniziativa 'Scuola e Salute', avviata nel 2007 dal ministero della Salute e da quello dell'Istruzione che mira a inculcare la cultura della prevenzione e della salute fin dalle scuole elementari. Secondo i dati diffusi 1 bambino su 2 oggi ha la televisione in camera, uno su 5 pratica sport per non piu' di un'ora a settimana. Inoltre, i genitori non sempre hanno un quadro corretto dello stato ponderale del proprio figlio: tra le madri di bambini in sovrappeso o obesi, il 36% non ritiene che il proprio figlio abbia chili di troppo.
Notiziario Minori Roma, 9 novembre 2010
LA SOCIALITÀ? PER I GEMELLI SI SVILUPPA GIÀ NELL'UTERO
STUDIO ITALIANO PUBBLICATO SU "PLOS ONE"

La socialita' si sviluppa gia' nel grembo materno. E' quanto emerge da una ricerca italiana pubblicata sulla rivista PLos One, condotta dai ricercatori delle Universita' di Parma, Padova e Torino.
Lo studio, condotto in collaborazione con l'Istituto pediatrico Burlo Garolfo di Trieste, ha indagato i movimenti fetali in cinque coppie di feti gemelli a 14 e 18 settimane, utilizzando l'ecografia quadridimensionale, una tecnica che permette di visualizzare i movimenti dei feti nel tempo. I ricercatori hanno scoperto che gia' dall'undicesima settimana di gestazione vi erano dei contatti tra i feti, ma volevano capire se fossero movimenti involontari o meno.
Per farlo hanno preso come riferimento la decelerazione dei movimenti, indice di un atto controllato, e scoperto che nell'utero materno gia' a 14 settimane i movimenti verso il gemello erano piu' accurati e controllati di quelli verso se stesso o le pareti dell'utero. Col passare delle settimane questi contatti controllati aumentano di numero verso il gemello e sono sempre piu' delicati di quelli rivolti verso se stesso, indice di movimenti non casuali.
"Per i feti singoli l'utero materno e' un luogo solitario, in cui non esistono le condizioni per un'azione sociale - spiega Cristina Becchio dell'Universita' di Torino - Per capire se una predisposizione all'azione sociale fosse presente anche prima della nascita, ci siamo quindi rivolti allo studio dei feti gemelli".Utilizzando un software speciale sono, quindi, stati ricostruiti ed analizzati i paramenti di movimento, arrivando a concludere che siamo in qualche modo programmati per la socialita' e che il modo in cui interagiremo col mondo esterno potrebbe iniziare a svilupparsi gia' diversi mesi prima della nascita.Cia' che ha stupito gli studiosi e' che tali movimenti non sono dei riflessi casuali o movimenti stereotipati, bensi' sono veri e propri gesti volontari e intenzionali analoghi a quelli dell'adulto, frutto di una precisa pianificazione motoria.Si era gia' visto che sin dalla undicesima settimana di gestazione i gemelli stabiliscono contatti fra di loro, sottolineano gli scienziati nella ricerca, ma questo e' il primo studio che affronta l'aspetto piu' critico, se, cioe', questa interazione sia casuale, dovuta alla prossimita' spaziale, o invece pianificata.Con questa scoperta si aggiunge al mondo della ricerca un indicatore in piu' per valutare il buon sviluppo del sistema nervoso centrale, la presenza o meno di un istinto precoce alla socialita' nello stadio fetale e' un indizio che puo' aiutarci a una diagnosi precoce di certe patologie o disturbi comportamentali.
Notiziario Minori Roma, 9 novembre 2010
PROSEGUIRE GLI STUDI ALL'ESTERO, LA FUGA DEI MIGLIORI
TUTTOSCUOLA: "PORTARE A 1500 EURO AL MESE LE BORSE DI STUDIO"

Il 95% dei diplomati della 'Scuola Galileiana di Studi Superiori del Bo' (settore scientifico) - il centro d'eccellenza collegato all'Universita' di Padova riservato alle migliori 24 matricole - e' intenzionato a proseguire gli studi all'estero.
Secondo quanto pubblicato dal sito tuttoscuola.com, "la notizia ha impressionato, anche se purtroppo non sorpreso, chi da tempo denuncia l'emorragia di intelligenze che caratterizza il nostro Paese, incapace di trattenere e valorizzare i propri migliori laureati". Tante le motivazioni. Tra queste, una e' spiegata bene da alcuni neodiplomati: "le borse di studio per frequentare un dottorato di ricerca sono all'estero assai piu' consistenti di quelle offerte in Italia: in alcune Universita' di Parigi, per esempio, ammontano a 1.400 euro al mese, contro i 1.000 offerti dall'Universita' di Padova". Per gli studenti, che in molti casi non risiedono nella citta' in cui frequentano l'universita', la differenza e' rilevante.
Sull'argomento e' tornato indirettamente anche il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, che nella lectio magistralis tenuta lo scorso venerdi' 5 novembre all'Universita' di Ancona in occasione del convegno in ricordo dell'economista Giorgio Fua', ha messo l'accento sulla necessita' di far ripartire sviluppo, ricerca e investimenti puntando sui giovani. "Pena la stagnazione, che c'e' gia' da una decina d'anni - dice - e poi il regresso, che colpira' le generazioni future".
Tuttoscuola avanza una proposta-tampone per bloccare l'emorragia: "portare a 1.500 euro al mese le borse di studio dei migliori laureati che si iscrivono ai dottorati di ricerca italiani, nella certezza che i ricavi per il sistema-Paese saranno di gran lunga superiori ai costi.Almeno si potrebbe cercare di fermare la grande fuga (non proprio di tipo beethoveniano) delle migliori intelligenze".
Notiziario Minori Roma, 9 novembre 2010
UE: PERICOLO DROGHE INIZIA NEI LUOGHI DI SVAGO
SECONDO L'AGENZIA EUROPEA PER LE DROGHE

Agire nei luoghi di svago per prevenire i danni causati dall'abuso di droghe: questo secondo il Consiglio dell'Unione europea, che riunisce i ventisette governi, uno degli approcci che meglio possono garantire risultati in materia di riduzione del danno. Secondo i dati recentemente diffusi dall'Agenzia europea per le droghe (Emcdda), che domani presentera' a Lisbona il suo ultimo rapporto, e' nei luoghi ricreativi che - durante i periodi di vacanza o nei fine settimana - i piu' giovani corrono i maggiori rischi di cadere nell'uso di varie droghe, spesso assunte contemporaneamente, con l'alcol a fungere da base a un mix a volte letale.
Secondo l'opinione del Consiglio, riunito ieri per l'occasione nella formazione dei ministri degli Interni (assente pero' Roberto Maroni), si puo' ridurre il rischio di abusi provvedendo a mettere in pratica misure di salute pubblica che promuovano comportamenti sani tra i giovani, anche tramite una stretta collaborazione con l'industria del divertimento anche per quanto riguarda la distribuzione delle sostanze illecite presso bar e discoteche. Ma come il Consiglio stesso riconosce, al momento non esiste una base di dati e statistiche abbastanza ampia per poter stabilire un approccio che sia scientificamente valido, col rischio pertanto di intraprendere campagne di prevenzione che possono avere risultati contrari alle aspettative.
Per questo il Consiglio invita i suoi componenti a intraprendere interventi basati su prove scientifiche della loro efficacia.
Viene poi suggerito di prendere in considerazione l'adozione di misure concrete per i luoghi di intrattenimento, quali l'accesso illimitato e gratuito all'acqua, la disponibilita' di sale di 'decompressione' (chill-out), la presenza di mezzi di trasporto sicuri e alternativi alla vettura privata, fino a restrizioni sull'accesso per i minorenni. Viene inoltre incoraggiato un approccio trasversale che includa la partecipazione di tutti gli attori coinvolti, dai gestori di discoteche alle autorita' sanitarie, dalla polizia ai servizi sociali. Gli Stati dovrebbero anche prendere in considerazione strumenti per far fronte ai problemi collaterali derivanti dall'abuso di droghe, come l'uso pericoloso della macchina quando si e' sotto effetto, i rapporti sessuali non consenzienti e le gravidanze indesiderate, o ancora problemi generali di ordine pubblico. Andrebbe anche fornito agli addetti sanitari e di sicurezza un addestramento adeguato per far fronte a situazioni a rischio. L'Emcdda e la Commissione sono invece invitate a promuovere la raccolta di dati, buone pratiche e in generale la cooperazione a livello europeo, di modo da poter fornire al Consiglio e ai governi delle basi scientifiche solide per ridurre il danno negli ambienti ricreativi.
Notiziario Minori Roma, 9 novembre 2010
UNIVERSITÀ,
ITALIANI POPOLO DI DIPLOMATICI ED ENOLOGI
FOTO DI UNA GENERAZIONE
SCATTATA DA INTERCULTURA

Un futuro di medici, infermieri per associazioni umanitarie, diplomatici e ingegneri ambientali per chi ha studiato all'estero. Altro che "eterni Peter Pan, tronisti, veline, perennemente connessi a Facebook, chiusi in casa sognando di entrare nella casa del Grande Fratello". Sono 1.500 gli studenti tornati da un periodo di scuola all'estero con Intercultura, l'associazione Onlus fondata nel 1955 che promuove e organizza scambi ed esperienze interculturali. A fornire questa immagine sono gli studenti che si sono appena iscritti al primo anno di universita' e che due anni fa hanno trascorso la quarta superiore in uno dei 50 Paesi in cui Intercultura propone programmi scolastici internazionali, una scelta che sempre piu' adolescenti italiani compiono, anche grazie alle numerose borse di studio esistenti (il 10 Novembre scade il bando Intercultura per tutti i ragazzi interessati a partire l'anno prossimo, www.intercultura.it/bando-di-concorso-2010-11/). Diverse le domande poste: quali sono le scelte universitarie di chi ha studiato all'estero durante le superiori? Come ha inciso un anno di vita in un altro Paese nelle loro decisioni? Medici (3% del campione analizzato) e infermieri (d'elicottero, o d'urgenza, magari per Medecins sans frontieres, 3%), ma non solo.
Il 20%, ambiziosamente, vorrebbe abbracciare la carriera diplomatica o lavorare nelle associazioni non governative, specialmente all'estero, l'11% ingegnere (il 15% del campione sta frequentando un corso d'ingegneria di cui ben il 32% quella aereo-spaziale), il 10% manager (ad esempio, rappresentante di imprese all'estero, in Cina o Paesi Orientali), il 7% interprete o traduttore, meglio se al Parlamento europeo o all'Onu, il 5% psicologo, il 4% ricercatore in Italia o all'estero (il Cern e' sempre il piu' ambito).
Particolarmente interessanti sono alcune scelte 'naturalistiche': il 2% vorrebbe diventare enologo e il 4% svolgere professioni in tutela della natura, come guardia forestale o per un'Ong ambientalista.
Notiziario Minori Roma, 9 novembre 2010

venerdì 5 novembre 2010

SCUOLA, GELMINI PREMIA I 34 'SECCHIONI' D'ITALIA
PER LORO PERIODO STUDI IN UNIVERSITA' ITALIANE O STRANIERE

Il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, ha premiato, presso l'Accademia dei Lincei di Roma, i 34 migliori studenti d'Italia, ragazzi e ragazze (poche, erano solo due) che si sono distinti per aver partecipato a olimpiadi nazionali e internazionali di quelle materie come la matematica, l'informatica, le scienze della terra che per molti dei loro compagni restano arabo anche dopo cinque anni filati di scuola.
L'iniziativa rientra nell'ambito del progetto ministeriale 'Io merito' grazie al quale dal 2007 i migliori studenti del paese, per esempio quelli che prendono 100 e lode alla maturita' e quelli che si distinguono in particolari competizioni, vengono premiati con bonus, benefit per l'accesso ai luoghi di cultura, partecipazione a iniziative formative, ma anche con assegni che lo studente puo' poi utilizzare a suo piacimento. Per esempio per i cento e lode ci sono in palio 650 euro. Quello di stamattina e' stamattina e' stato un ulteriore riconoscimento che il ministero dell'Istruzione, insieme all'Accademia dei Lincei, nell'ambito di un protocollo di collaborazione siglato oggi, hanno voluto attribuire ai ragazzi che si distinguono per l'impegno nello studio. I 34 'secchioni' d'Italia potranno passare un periodo di studi all'interno di una delle realta' universitarie di eccellenza nel paese o all'estero.
"Oggi e' davvero una bella giornata per la scuola italiana- ha sottolineato il ministro parlando ai ragazzi- I risultati che avete saputo raggiungere mettono in evidenza tutte le potenzialita' del nostro sistema di istruzione, che pero' deve imparare a saper accogliere con meno diffidenza il cambiamento.
Speriamo che le celebrazioni dei 150 anni dall'Unita' d'Italia siano non solo un momento di festa ma anche l'occasione per una riscoperta della scuola italiana che ancora oggi e' l'istituzione piu' importante del paese. Tuttavia dobbiamo essere aperti ai cambiamenti e non limitarci a difendere lo status quo".
Notiziario Minori Roma, 5 novembre 2010
ARRIVA LA "GUIDA AI FILM PER RAGAZZI"
OLTRE 700 SCHEDE E 200 FOTO PER CREARE PERCORSI CINEMATOGRAFICI

Notiziario Minori Roma, 5 nov. - Una guida al cinema che parla il linguaggio dei ragazzi, con competenza, divertimento, precisione e passione e che puo' essere una preziosa alleata nella formazione dello sguardo di futuri spettatori. E' l'idea della 'Guida ai film per ragazzi' (Editrice Il Castoro),compilata da Michele Ravasio, Mattia Mariotti, Francesco Zurlo con Barbata Sorrentini e Orietta Mizzoni, frutto di un intenso lavoro redazionale durato tre anni.
Si tratta di una guida ragionata, ricca di informazioni e curiosita', coloratissima e scritta con un linguaggio adatto ai piu' piccoli. Uno strumento prezioso per orientarsi nell'universo del cinema per ragazzi. La Guida passa in rassegna oltre 700 schede di film disponibili sul mercato, reperibili in DVD, tutti regolarmente passati dalle sale cinematografiche. Uno strumento destinato a bambini e ragazzi (da 0 a 14 anni) - per la semplicita' di lettura e la grafica -, e a quei genitori che hanno bisogno di orientarsi nelle scelte, agli insegnanti che vogliono creare dei percorsi didattici e a tutti gli operatori che cercano una guida nel mare dei film per ragazzi.
La guida e' corredata da oltre 200 fotografie su 520 pagine ed e' uno strumento utile per costruire dei veri e propri percorsi tematici all'interno della cinematografia per ragazzi.
In ogni scheda di un film, infatti, oltre ai dati tecnici, sono indicate le principali categorie tematiche di riferimento, il genere e il suggerimento sull'eta' ideale dello spettatore.
Ogni scheda, inoltre, riporta anche la dicitura: "Se ti piace vedi anche", con cui si consigliano alcuni titoli che potrebbero essere apprezzati da chi ha amato un determinato film. Si tratta, pero', di consigli talvolta anche poco prevedibili, in grado magari di allargare un po' gli orizzonti pur rimanendo in territori contenutistici e/o formali simili.
Notiziario Minori Roma, 5 novembre 2010
ECCO NUOVO BANDO,
TORNA "MANGIA BENE CRESCI MEGLIO"
GALAN:
FONDAMENTALE ALIMENTAZIONE CORRETTA PER I RAGAZZI

La campagna 'Mangia Bene Cresci Meglio' e' al via anche quest'anno con la pubblicazione del nuovo bando.
"Seguire una sana e corretta alimentazione e' fondamentale, soprattutto per i nostri ragazzi che con questa edizione avranno modo di misurarsi anche con i nuovi temi inseriti nella campagna". Cosi' il ministro delle Politiche agricole, Giancarlo Galan, annuncia la pubblicazione sul sito www.mangiabenecrescimeglio.it del nuovo bando per l'edizione 2011 della campagna.
Due, spiega Galan, i nuovi argomenti che saranno affrontati:
"L'importanza di una informazione trasparente circa l'origine dei prodotti alimentari, esigenza sempre piu' sentita dai consumatori e dai produttori che deve entrare a far parte dell'educazione dei nostri ragazzi; e l'attenzione verso il consumo eccessivo e in particolar modo allo spreco di cibo. E' utile ricordare- prosegue il ministro- che secondo recenti studi (il Libro Nero sullo spreco alimentare dell'Universita' di Bologna) nei 27 Paesi dell'Unione si sprecano 179 kg di cibo pro capite all'anno e solo in Italia il 40% della frutta, della verdura e della carne.
E' importante quindi che i nostri giovani siano consapevoli di questi dati e di quanto sia prezioso questo cibo in un mondo in cui ci sono ancora milioni di persone che soffrono la fame".
'Mangia Bene Cresci Meglio' e' una campagna di sensibilizzazione promossa dal ministero, "rivolta ad alunni e insegnanti delle scuole secondarie di primo grado italiane- dice ancora la nota- nata per proporre ai giovani una maggiore attenzione sulle proprie scelte alimentari. La campagna prevede la produzione di annunci pubblicitari, da realizzarsi in classe attraverso un lavoro di gruppo, sui temi della sana alimentazione e della varieta' e qualita' del nostro patrimonio agroalimentare.
Scopo della campagna e' di attirare l'attenzione dei giovani sull'importanza di essere consapevoli delle proprie scelte alimentari e fornire loro strumenti critici per difendersi da messaggi pubblicitari negativi sull'alimentazione.
Altresi', la campagna si propone di sensibilizzare i giovani sull'importanza della varieta' e qualita' del patrimonio agroalimentare italiano".
Notiziario Minori Roma, 5 novembre 2010
MILANO: 2500 I VOLONTARI CARITAS, CON TANTI GIOVANI
PAREGGIATE LE RICHIESTE DEGLI ADULTI

Fare volontariato in Caritas piace anche ai giovani. Nel 2009 infatti, lo Sportello del volontariato dell'organismo diocesano ha ricevuto 350 richieste da parte di persone "adulte" (dai 30 e i 67 anni) e quasi altrettante, 345, da giovani di eta' compresa tra i 18 e i 30 anni. A questi poi, bisogna aggiungere i 98 volontari (tra i 18 e i 30 anni) che hanno scelto di trascorrere le loro vacanze in uno degli 11 cantieri della solidarieta' aperti da Caritas in America Latina, Medio Oriente, Europa dell'Est e Asia.
Complessivamente, sono circa 2.500 i volontari di Caritas impegnati nei 300 centri di ascolto diffusi su tutto il territorio della diocesi di Milano. E ai volontari sara' dedicato il convegno diocesano che ogni anno raduna a Milano il "popolo della Caritas". Il prossimo anno, infatti, e' stato proclamato dalla Ue anno europeo del volontariato. È bene pero' sgomberare subito il campo da un equivoco: "A volte abbiamo avuto l'impressione che le istituzioni scaricassero sul terzo settore responsabilita' e compiti che sono loro propri. È bene ricordare che il nostro spirito di collaborazione non puo' diventare pretesto per un disimpegno da parte della politica su alcune questioni sociali". I volontari di Caritas ambrosiana sono, in genere, "persone con grandi energie e risorse, ma che hanno per lo piu' i capelli bianchi", sottolinea don Roberto Davanzo. Si impone quindi (come in generale per tutte le realta' del terzo settore) il problema del ricambio generazionale "e su questo terreno intendiamo proprio concentrare i nostri sforzi", conclude don Davanzo.
Sforzi che stanno iniziando a dare i primi frutti, come testimoniano i 345 nuovi volontari "under 30". Spesso si tratta di studenti che, anche se non frequentano assiduamente l'oratorio, si trovano in sintonia con i valori cristiani . Ha inoltre un interesse specifico per il singolo progetto formativo, per il quale e' disposto a informasi e approfondire.
Unico limite - fanno osservare gli operatori -: e' poco disponibile a impegnarsi nel lungo periodo.
Il convegno diocesano si terra' domani, sabato 6 novembre, a partire dalle ore 9 presso la Casa Cardinal Schuster (via Sant'Antonio, 5). Parteciperanno monsignor Giancarlo Perego, direttore della fondazione Migrantes, Alessandro Martini, direttore della Caritas di Firenze, monsignor Giovanni D'Ercole, vescovo ausiliare della diocesi dell'Aquila.
Notiziario Minori Roma, 5 novembre 2010
DIPENDENZA DA TABACCO: ADOLESCENTI A CONFRONTO
LO STUDIO CANADESE DELLA BRITISH COLUMBIA.

I ricercatori canadesi della British Columbia hanno effettuato uno studio su un campione di oltre 7000 studenti di eta' compresa tra i 12 e i 19 anni, per capire le differenze nel modo in cui, ragazze e ragazzi, percepiscono il proprio comportamento nei confronti del fumo.
L'idea da cui sono partiti e' che esistano modalita' diverse tra donne e uomini di vivere e sentire la propria identita' di fumatore. Agli studenti canadesi selezionati e' stato distribuito un questionario nel quale veniva richiesto il numero medio di sigarette fumate negli ultimi sette giorni, nell'ultimo mese e il livello di dipendenza dal tabacco.
Inoltre, venivano forniti una serie di profili ai quali i ragazzi potevano associarsi: "fumatore", "fumatore occasionale", "non fumatore", "ex fumatore", ecc. I responsi dei ragazzi sono stati divisi in 3 gruppi: coloro che avevano scelto un solo profilo (oltre 6500), coloro che ne avevano indicati 2 (268) oppure tre (23). I ragazzi intervistati avevano in media 15 anni ed erano, per la maggior parte, non fumatori. Dai risultati e' emerso che, nell'ultimo mese, le ragazze avevano fumato piu' dei ragazzi e sembravano mostrare una maggiore propensione nel ricorrere a diversi profili per descrivere il proprio atteggiamento nei confronti del fumo, ad esempio come "ex-fumatrici" oppure "fumatrici occasionali". I ragazzi, dal canto loro, riportavano un maggior numero di sigarette fumate quotidianamente e registravano un punteggio piu' alto nella percezione della propria dipendenza. Non si riscontravano invece particolari differenze nell'eta' media in cui si iniziava a fumare e nei livelli di percezione della dipendenza tra coloro che risultavano essere fumatori. A questo scopo risulterebbe utile, concludono i ricercatori, attivare programmi di prevenzione distinti: uno per prevenire l'inizio del vizio e la sua progressiva stabilizzazione in forma di dipendenza; l'altro, piu' intensivo e differenziato per genere maschile e femminile, dedicato ai fumatori gia' dipendenti.
Notiziario Minori Roma, 5 novembre 2010
ROMA, CONTROLLI MINICAR: 32 SEQUESTRI E 45 MULTE
TROVATI VEICOLI MODIFICATI E PASSEGGERI CON CONDUCENTI MINORENNI

I Carabinieri del Comando provinciale di Roma nelle ultime 48 ore hanno avviato controlli mirati alle minicar. Agili e scattanti come motorini, ma auto a tutti gli effetti, anche per quanto riguarda il loro coinvolgimento, sempre piu' frequente, negli incidenti stradali.
Queste 'vetturine' sono sempre piu' in voga tra i minori che di frequente le utilizzano per il tragitto casa scuola, e viceversa, nelle ore di punta del traffico capitolino. I controlli sono stati svolti durante i servizi di prevenzione eseguiti lungo le strade della Capitale e provincia. I militari sono stati impegnati in specifiche attivita' di verifica alle minicar riscontrando numerose infrazioni al Codice della strada.
Su 383 quadricicli controllati, 32 sono stati sequestrati per trasporto di passeggeri da parte di conducenti minori.
Quarantacinque sono stati sanzionati per infrazioni al Codice della strada. Le principali infrazioni contestate vanno dal trasporto del secondo passeggero da parte di conducente minorenne, alle modifiche tecnico-costruttive come gli allestimenti da 'Fast&furious': aggiunta di serbatoi, modifiche all'avvisatore acustico, modifiche allo sterzo, modifiche alle targhe e ai loro supporti, sostituzione delle ruote con pneumatici maggiorati, sostituzione degli scarichi con altri non omologati per guadagnare potenza e quindi velocita', le luci, non conformi, e vetri oscurati. Tali modifiche aggravano ulteriormente i gia' poco elevati standard di sicurezza.
Notiziario Minori Roma, 5 novembre 2010