venerdì 15 maggio 2015


SANDPLAY THERAPY LI AIUTA AD
ESPRIMERSI CON IMMAGINI METODO
 ANALITICO PIÙ DIFFUSO AL MONDO.
16-17 MAGGIO CONVEGNO IDO
La Sandplay therapy è un approccio di tipo analitico che fa parte della psicologia del profondo junghiana. Ideata negli anni '50 da Dora Kalff, analista svizzera, si è diffuso in tutto il mondo: dagli Stati Uniti al Brasile, Canada, Israele, Europa, Giappone, Svizzera, Cina, Corea del Sud, Danimarca, Sudafrica e Taiwan. Forse, tra tutti gli approcci psicoanalitici, la Sandplay therapy è il più utilizzato per la sua facilità di applicazione sia in età evolutiva che in età adulta. Per questo motivo, l'Istituto di Ortofonologia (IdO) ha deciso di promuovere il 16 e 17 maggio a Roma un seminario dal titolo 'Sandplay therapy. Il gioco e le immagini nella Psicologia Analitica', nell'Aula magna dell'I. C. Regina Elena, in via Puglie 4 dalle 9 alle 18.
A gestirlo sarà Carla Cioffi, neuropsichiatra infantile, socio-didatta dell'Associazione per la ricerca in psicologia analitica (Arpa), associata dell'Associazione internazionale per la psicologia analitica (Iaap), socio didatta dell'Associazione italiana per la Sandplay therapy (Aispt) e associata della Società internazionale di schema therapy (Isst).
Il gioco della sabbia è nato come lavoro psicoterapeutico con i bambini. "Propone per l'appunto un gioco- afferma Cioffi- un metodo non verbale che li aiuta ad esprimersi attraverso un percorso di immagini.I terapeuti della sabbia- dice il medico- osservano il processo psicologico e trasformativo dei pazienti tramite le immagini che si susseguono sulla sabbia e in cui appaiono rappresentati non solo i loro traumi ma anche le loro possibilità di guarigione. Sulla sabbia agiscono due sinergie: il conscio e l'inconscio, che insieme creano immagini, sviluppano associazioni e risvegliano ricordi".
La terapeuta supporta minori con difficoltà di tipo emotivo-comportamentale. "Hanno un'intelligenza indenne ma con un funzionamento alterato. Gli adolescenti che vedo- prosegue l'analista- hanno problematiche importanti e sono spesso bloccati nella loro crescita evolutiva, possono presentare disturbi alimentari, di attenzione o di comportamento".
La Sandplay Therapy non può essere esercitata da tutti. "Per praticarla bisogna essere psicoterapeuti e aver seguito un percorso di analisi personale e con le sabbie". Sabato 16 maggio Cioffi inquadrerà questo approccio analitico da un punto vista storico culturale, nell'evoluzione della Psicologia analitica del Novecento, per passare poi agli aspetti teorici e alle applicazioni pratiche della metodologia. Inoltre, l'esponente dell'Aisp presenterà il caso clinico di un bambino di 8 anni attraverso la lettura di 7 sabbie.
Nel pomeriggio ci sarà Eva Pattis Zoja, analista junghiana per l'infanzia (Cipa/Iaap), terapeuta anch'ella della Sandplay therapy (aispt/isst) e fondatrice della International association of expressive sandwork (Iaes), che presenterà il 'Sandwork espressivo: una proposta terapeutica in situazioni di abbandono e violenza'. Il Sandwork è stato ideato dalla stessa Pattis Zoja come supporto psicologico da applicare nelle situazioni di emergenza, guerra, catastrofi naturali e degrado sociale in genere. Al seminario IdO la fondatrice dell'Iaes mostrerà il lavoro svolto in situazioni di estrema difficoltà umana e psicologica.
La due giorni di formazione terminerà domenica 17 maggio, e nel corso della giornata verranno proiettati video e immagini sulla Sandplay Therapy per stimolare e attivare un vero e proprio laboratorio esperienziale con i presenti.
L'Aisp è associata all'Isst, presente in tutto il mondo. "Ci sono esperti di Sandplay Therapy- conclude Cioffi- che da tanti anni girano il mondo per portare la formazione alla Sandplay therapy anche nei paesi emergenti e far uscire la pratica clinica da un approccio esclusivo dei paesi culturalmente più avanzati".
Per informazione sulle modalità di partecipazione al seminario, è possibile scrivere a scuolapsicoterapia@ortofonologia.it.
 Notiziario Minori, 15 maggio 2015

È NATA LA FONDAZIONE ITALIANA
 PER IL BAMBINO ECCO IL DECALOGO
 PER PROMUOVERE  E CREARE
SALUTE DA 0 A 100 ANNI
Creare salute da zero a cento anni è lo scopo per cui nasce la Fondazione italiana per il bambino (Fib), nella "consapevolezza che si può ambire ad avere future generazioni di adulti e di anziani più sani, più attivi e meglio inseriti in una società sempre più longeva". Un ruolo fondamentale è giocato dalla prevenzione, "che inizia prima della nascita del bambino con i corretti stili di vita della mamma nella fase gestazionale, e che deve accompagnare l'infante, l'adolescente, l'adulto e l'anziano durante tutto l'arco dell'esistenza". Alberto Ugazio, direttore del dipartimento di Medicina pediatrica dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e componente del Cda della Fib, afferma: "Abbiamo raggiunto aspettative di vita che sono tra le migliori al mondo, ma, con l'aumento della vita media aumenta anche l'incidenza di malattie come quelle cardiovascolari, polmonari, tumorali e tante altre ancora.
Patologie che rendono precaria la qualità di vita dell'anziano, aumentano sempre più la spesa sanitaria e impediscono di condurre una vita attiva e serena nella terza età. Oggi-prosegue Ugazio- sappiamo bene dai più recenti progressi della medicina che, in larga misura, salute e malattia dell'adulto e dell'anziano originano durante la gravidanza e i primissimi anni di vita. La salute di domani dipende quindi dalle scelte che facciamo oggi". La scienza dice che nei primi mille giorni di vita, dal concepimento fino ai 2 anni d'età, si gioca il futuro di salute dell'essere umano. L'allattamento al seno e una dieta equilibrata sono due pilastri fondamentali nello sviluppo psico-fisico del bambino". L'alimentazione gioca "infatti un ruolo indispensabile, ma regimi alimentari seguiti più sulla scia delle mode del momento che su sulla base delle evidenze scientifiche allontanano dal fabbisogno nutrizionale e rischiano di produrre uno sbilanciamento della dieta ideale per la crescita. Anche la lotta all'obesità- continua l'esponente della Fib- è una delle grandi sfide che ci attendono per avere una società più sana e meno soggetta al rischio di malattie legate all'eccesso ponderale come diabete, ipertensione e le altre patologie correlate. Allo stesso modo, promuovere una sana attività fisica, lontana sia dalla sedentarietà sia dagli eccessi agonistici, è fondamentale per un corretto funzionamento dell'organismo già dai primi anni di vita". La salute del bambino si tutela anche attraverso "una cultura delle vaccinazioni troppo spesso assente o sempre più minacciata da una disinformazione organizzata. Si assiste a un calo preoccupante di alcune importanti vaccinazioni come evidenziato recentemente anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità che ha bacchettato l'Italia e l'Europa perché in ritardo sulla tabella di marcia stabilita per eliminare morbillo e rosolia. In alcune scelte di salute un ruolo fondamentale lo svolgono i pediatri". I dati di una "recente ricerca condotta in occasione della Giornata mondiale contro la meningite- dichiara Carla Collicelli, vicedirettore del Censis- evidenziano che il pediatra è la principale fonte di informazione delle famiglie in questo campo. Ed è al medico che cura i propri figli che i genitori affidano i loro dubbi e le loro speranze per la guarigione dei loro bambini". Il pediatra è sempre più un'antenna sociale dei bisogni di salute psicofisica del bambino e dell'adolescente in una società che muta continuamente. "L'advocacy della pediatria- spiega Giovanni Corsello, presidente della Società italiana di pediatria (Sip) e componente del Cda della Fib- si esprime nella tutela della salute del bambino, attraverso la diagnosi, la cura e la prevenzione delle malattie. Ma anche promuovendo il suo benessere fisico-psichico e relazionale, e i suoi diritti nella società. Il pediatra del terzo millennio è chiamato a passare dalla cura alla 'care', cioè al prendersi cura del bambino e della sua famiglia". Occorre quindi "investire a tutto tondo per la salute del bambino che sarà l'adulto di domani. Ma per raggiungere tale scopo è indispensabile un impegno globale che coinvolga a tutti i livelli le istituzioni, il mondo della ricerca, i media, gli opinion leader e gli stakeholder delle professioni e dell'industria.
Perché- conclude Corsello- se è vero che la salute è un bene di tutti, ognuno deve contribuire a favorire le condizioni che rendono effettivo questo diritto tutelato dalla nostra Costituzione". In occasione della presentazione della Fib Walter Ricciardi, direttore Osservasalute e commissario Iss, ha tenuto la 'Lettura tra denatalità e invecchiamento della popolazione: una sfida sostenibile per il nostro Ssn?': "La prevenzione- dichiara Ricciardi- è la vera chiave di volta per la sostenibilità del Ssn. Investire in prevenzione significa investire in salute e creare le condizioni favorevoli per una popolazione più sana e longeva. Spendiamo ancora troppo poco in prevenzione e occorrono sempre più campagne mirate contro i non corretti stili di vita. I problemi di stile di vita, di abitudini comportamentali come quelle alimentari, di urbanistica e di ambiente, vanno affrontati e risolti oggi se si vuole creare salute da 0 a 100 anni". Anche la Fondazione italiana per il bambino è pronta a fare la sua parte. Ecco il decalogo su 'Lo stile di vita per la donna in gravidanza e da neomamma': 1. Più movimento all'aria aperta 2. Niente stress 3. Niente alcool 4. Niente fumo 5. Cibi poveri di grassi e zuccheri 6. Alimenti freschi 7. Frutta e verdura di stagione 8. Fibre e prebiotici 9. Pesce azzurro 10. Allattamento esclusivo al seno per almeno 6 mesi.
Notiziario Minori, 15 maggio 2015