MAL DI VIVERE TOCCA ANCHE LORO
CASTELBIANCO: CONTRO DEPRESSIONE
PSICOTERAPIA E' EFFICACE
"Il mal di vivere e il vivere male dei minori
italiani e' all'ordine del giorno e purtroppo interveniamo sempre troppo tardi.
Le angosce dei bambini, le loro paure, fobie e depressioni non emergono dall'oggi
al domani, bensi' piano piano. Si stratificano e si radicano nel loro animo
fino a portarli a manifestare comportamenti cosi' pesanti che anche i genitori,
i medici o gli insegnanti piu' ciechi non potranno fare a meno di non
vedere". Commenta cosi', Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta
dell'eta' evolutiva, il recente studio pubblicato sull'European Journal of
Neuropsychopharmacology, "definito 'preoccupante' dall'Organizzazione
mondiale della sanita' (Oms)", che rivela "un aumento del 40% negli
ultimi sette anni di consumo di psicofarmaci in cinque paesi Occidentali: Usa,
Gran Bretagna, Germania, Danimarca e Olanda. I maggiori incrementi si sono
registrati nelle fasce d'eta' tra i 10 e 14 anni e tra i 15 e i 19 anni, e i
farmaci piu' utilizzati sono quelli a base di citalopram, fluoxetina e
sertralina. La tendenza e' mondiale, anche se meno marcata nei Paesi
mediterranei, come l'Italia".
L'Italia si e' "parzialmente salvata grazie a una
cultura che ha teso ad evitare la somministrazione degli psicofarmaci
nell'infanzia e nell'adolescenza. Questo ci ha salvaguardato negli anni, ma non
possiamo piu' nascondere il fatto che sempre piu' bambini stanno male
emotivamente, sono angosciati e depressi. Un disagio determinato da una
societa' molto cambiata nel tempo- afferma Castelbianco- in cui i tanti valori
che prima facevano da riferimento sono andati perduti, provocando uno
sbandamento negli adulti e, di conseguenza, anche nei bambini".
A fronte di questo problema che sta esplodendo vi sono
due possibilita': "Una e' l'intervento psicoterapico, l'altra quello
psicofarmacologico- prosegue lo psicoterapeuta- che e' il piu' immediato,
veloce e meno costoso, ma non e' la soluzione". Sebbene in alcuni casi
possa risultare "anche necessario, perche' aiuta i minori ad uscire
velocemente da una situazione drammatica- sottolinea l'esperto- non
dimentichiamo che gli effetti provocati dalle sostanze chimiche non durano nel
tempo e creano dipendenza. Si pensi che negli Stati Uniti lo stato umorale e la
qualita' della vita di molti minori dipende sempre di piu' dalle pasticche che
assumono quotidianamente. Non e' la soluzione- ripete Castelbianco- ma un
comportamento di ripiego che purtroppo molti specialisti hanno adottato".
L'altra tipologia di intervento, "che dovrebbe
essere obbligatoria sui bambini, e' quella psicologica- afferma l'esperto-
pero' questo approccio richiede la collaborazione in primis dei genitori e poi
della scuola. Non e' cosi' semplice, anche se in verita' i bambini hanno una
capacita' di resilienza e di recupero che noi adulti possiamo lontanamente
immaginare". Eccolo il paradosso secondo lo psicologo: "Nonostante
l'intervento psicoterapico avrebbe grandi risultati con i minori, si tende ad
utilizzare la pillola, la molecola, per velocizzare la loro ripresa. Si
dovrebbe intervenire in modo diverso".
A monte, secondo Castelbianco, bisogna guardare alla
qualita' della vita: "Dobbiamo evitare di arrivare a registrare questi
picchi di depressione, questo malessere cosi' diffuso. Ma soprattutto non e'
corretto spezzettare in etichette diagnostiche diverse casi clinici che
sottendono una sofferenza di altra natura e che non si vuole vedere: dietro
moltissimi comportamenti alimentari a rischio c'e' un fondo depressivo e
l'intervento deve essere preventivo, agire subito, ai primi segnali manifestati
dai minori". La reazione e' invece differente: "Non li aiutiamo
perche', come societa', tendiamo a sovra diagnosticare e ad etichettare
qualunque comportamento- denuncia lo psicoterapeuta- fermandoci al primo
disagio e pensando che quello sia il problema. La vera causa sottostante ha
generalmente una matrice diversa, basti vedere l'esplosione dei disturbi
specifici di apprendimento (Dsa). Oggi sembra ci sia un'epidemia che riguarda
poco la dislessia, ma ha tanto a che fare con un disagio giovanile".
Lo psicoterapeuta sfata infine un luogo comune:
"Il depresso non e' il bambino che sta spento e abbattuto in disparte. La
depressione si puo' manifestare in modalita' molto piu' euforiche, anche, come
dicevo poc'anzi, attraverso l'anoressia e la bulimia. Quanti bambini obesi
inoltre ci sono oggi e non solo? Parliamo anche di come sono aumentati i
comportamenti oppositivo provocatori, i comportamenti dirompenti, i Dsa,
l'Adhd. Tutti dovremmo fare un passo indietro e non puntare a individuare la
sintomatologia- conclude Castelbianco- ma capire cosa essa sottende, per
riprendere in mano le file di una qualita' di vita nell'infanzia e
nell'adolescenza che ci permetta di agire in tempo e prevenire la depressione".
Notiziario Minori 24 aprile 2016