venerdì 12 febbraio 2016


EPILESSIA, 70% CASI ENTRO
 I 12 ANNI L'OSPEDALE BAMBINO
 GESU' SPIEGA CASI E CURE
Sono i bambini i piu' colpiti dall'epilessia. Nei due terzi dei casi, infatti, la malattia si manifesta prima della puberta'. Il 30% di tutte le epilessie e' resistente ai farmaci: di queste solo il 10-15% puo' essere trattata con la chirurgia. In questo caso, prima si interviene piu' alta e' la possibilita' di guarigione. L'Ospedale pediatrico Bambino Gesu' aderisce alla giornata mondiale dell'8 febbraio con iniziative di informazione e sensibilizzazione.
Rispondendo all'appello della Lice (Lega italiana contro l'epilessia), l'ospedale ha promosso l'Open day dell'epilessia con un team di neurologi del dipartimento di Neuroscienze a disposizione per consulti specialistici gratuiti. Durante la giornata sono stati organizzati workshop pratici, rivolti principalmente agli insegnanti e agli operatori scolastici, sulla gestione delle crisi degli studenti affetti da epilessia. A loro e' stato spiegato quali sono le manovre utili, come somministrare la terapia farmacologica d'urgenza, cosa non fare o cosa e' addirittura dannoso. I due appuntamenti, a cura del gruppo infermieristico di Neuroscienze e Neuroriabilitazione del Bambino Gesu', sono stati introdotti dal direttore del dipartimento, Federico Vigevano. "Le persone affette da epilessia ancora oggi sono vittime di pregiudizi e limitazioni in vari ambiti della loro esistenza- ha spiegato Vigevano- Esclusi i casi particolarmente complessi e invalidanti, ciascuno di loro puo' invece vivere una vita regolare nella societa', a scuola, a lavoro, nel tempo libero. E' per questo motivo che discriminazione ed emarginazione vanno combattute con ogni iniziativa di informazione, formazione e sensibilizzazione possibile".
L'epilessia, spiegano ancora dal Bambino Gesu', e' una malattia neurologica dovuta sia ad una predisposizione genetica, sia a lesioni cerebrali. Colpisce mediamente l'1% della popolazione. Si manifesta con crisi di vario tipo nei primi anni di vita (entro i 12 anni nel 70% dei casi) con conseguenze negative sullo sviluppo psicomotorio e ricadute sul piano sociale. Un terzo dei pazienti resiste al trattamento con i farmaci e di questi il 10-15% riporta una lesione cerebrale operabile. La chirurgia dell'epilessia e' indicata, infatti, solo quando l'area epilettogena (zona del cervello responsabile delle crisi) e' circoscritta e la sua asportazione non causa deficit neurologici. Dal 2010 ad oggi, al Bambino Gesu' sono stati eseguiti piu' di 100 interventi chirurgici con una percentuale di successo pari al 70%. Vale a dire che sette bambini su 10 sono guariti completamente. Quanto piu' l'intervento e' precoce, tanto piu' alta e' la possibilita' che la malattia scompaia del tutto. "Accertata l'idoneita' all'approccio chirurgico e' necessario intervenire il prima possibile- spiega Nicola Specchio, responsabile di Neurochirurgia dell'epilessia del nosocomio- Infatti, minore e' il tempo di esposizione alle crisi, minore e' il rischio che il bambino riporti danni cerebrali poi trattabili con maggiori difficolta'". I bambini candidati alla neurochirurgia vengono sottoposti a un iter pre-operatorio per la definizione dell'area da asportare con l'ausilio di sofisticati e prolungati esami video-Eeg (elettroencefalogramma). Al Bambino Gesu' e' stata perfezionata la tecnica del Wada test in ambito pediatrico che consente di individuare con precisione le aree cerebrali coinvolte nel linguaggio e nel movimento. Questo test agevola la rimozione delle lesioni cerebrali riducendo al minimo il margine d'errore in fase di intervento Nei casi farmacoresistenti e non operabili (ad esempio quando l'area epilettogena e' troppo estesa) si puo' ricorrere all'impianto dello stimolatore del nervo vago, una specie di pace-maker che viene applicato sottocute nella zona dello sterno e collegato con un sottilissimo cavo al nervo vago all'altezza del collo. La stimolazione del nervo fa diminuire la tendenza ad avere crisi. La percentuale di successo e' di circa il 30-40%.
Per ridurre le convulsioni che non possono essere controllate ne' con i farmaci ne' con la chirurgia, si e' rivelata utile anche la dieta chetogena. Si tratta di un regime alimentare che comporta una iperproduzione di chetoni e si fonda sull'impiego di un'alta percentuale di grassi (fino all'80%), anziche' di carboidrati e proteine, come fonte principale di energia. Nell'esperienza dell'ospedale Bambino Gesu', la somministrazione della dieta chetogena e' risultata efficace nel 60% dei casi. In questo ospedale, ogni anno vengono effettuati oltre 500 ricoveri per epilessia, pari a circa il 50% delle attivita' dell'unita' Operativa complessa di Neurologia. Sono 2.300 le giornate di Day hospital e 1.700 le visite ambulatoriali. I piccoli pazienti sottoposti a intervento chirurgico nel corso del 2015 sono stati 25. Al Bambino Gesu' infine e' possibile accedere a sperimentazioni cliniche con farmaci ancora non in commercio per diverse forme di epilessia.
Notiziario  Minori, 12 febbraio 2016