sabato 24 gennaio 2015


MINORI. Cala numero bimbi in sovrappeso (21%), e 10% è obeso
Dati 'Okkio alla salute': restano cattive abitudini

 Cala in Italia il numero dei bambini obesi, ma restano le cattive abitudini. Nel 2014 i bambini in sovrappeso sono il 20,9%, mentre il 9,8% sono obesi. Le prevalenze più alte si registrano nelle regioni del sud e del centro. Sono alcuni dei risultati della IV raccolta dati di 'Okkio alla Salute', il sistema di sorveglianza promosso dal ministero della Salute/Ccm (Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie) e presentati oggi a Roma presso l'auditorium 'Biagio D'Alba' del ministero.
Dal 2008 a oggi "sono diminuiti i bambini di 8-9 anni in sovrappeso o obesi- fa sapere la ricerca- anche se rimangono elevati i livelli di eccesso ponderale, che pongono l'Italia ai primi posti in Europa per sovrappeso e obesità infantile". Per quanto riguarda invece le abitudini alimentari, che possono favorire un aumento di peso, dai dati emerge che gli stili di vita continuano a non essere corretti. Secondo 'Okkio alla salute', infatti, "l'8% dei bambini salta la prima colazione; il 31% fa una colazione non adeguata (ossia sbilanciata in termini di carboidrati e proteine); il 52% fa una merenda di metà mattina abbondante; il 25% dei genitori dichiara che i propri figli non consumano quotidianamente frutta e/o verdura, mentre il 41% dichiara che i propri figli assumono abitualmente bevande zuccherate e/o gassate".
Ma ancora, appaiono invariati gli aspetti relativi al movimento e alla sedentarietà. Nel 2014 "il 16% dei bambini- prosegue la ricerca- non ha svolto attività fisica il giorno precedente l'indagine; il 18% pratica sport per non più di un'ora a settimana; il 42% ha nella propria camera la tv e il 35% guarda la guarda e/o gioca con i videogiochi più di 2 ore al giorno; 1 bambino su 4 si reca a scuola a piedi o in bicicletta". Infine, c'è scarsa consapevolezza da parte dei genitori circa lo stato ponderale del proprio figlio: dai dati emerge che "il 38% delle madri non ritiene che il proprio figlio sia in eccesso ponderale e solo il 29% pensa che la quantità di cibo da lui assunta sia eccessiva".

 Notiziario Minori, 24 gennaio 2015

venerdì 16 gennaio 2015


MINORI. 30% bambini a scuola a 5 anni rischiano diagnosi Adhd

È una ricerca canadese. L'esperto: stesso pericolo per plusdotati

-"In Canada gli esiti di una ricerca su grande scala indicano che la possibilità di ricevere una diagnosi di Adhd è molto più frequente, nella misura del 30%, se il bambino va a scuola a 5 anni e non a 6. In pratica sono bambini solamente immaturi per la richiesta di prestazioni". Lo scrive Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell'età evolutiva, nel primo numero della newsletter Dire Psicologia, dedicata alla sindrome da deficit di attenzione e iperattività.

"A conferma dell'importanza dei tempi giusti, anche in Italia se i bambini vanno a scuola troppo presto rispetto alla loro maturità- chiarisce lo psicoterapeuta- rischiano l'attribuzione di diagnosi inadeguate, come per esempio la dislessia (che generalmente si attesta al 3% ma che sale al 14% se il campione è composto di bambini di 5 anni in prima elementare)".

L'esperto conclude: "La beffa forse più pesante è che venga comminata la diagnosi di Adhd anche ai bambini plusdotati, cui non viene riconosciuta la plusdotazione ma solo l'iperattività e il disturbo dell'attenzione che ne definiscono un quadro di inadeguatezza".
Notiziario Minori, 16 gennaio 2015