martedì 31 maggio 2011

COLDIRETTI: 8 BAMBINI SU 10 MAI ENTRATI 
IN STALLA LA NOVITÀ DELL'ESTATE 2011
SONO I CAMPI SCUOLA IN CAMPAGNA
Hanno visto gli animali dal vivo nei circhi o negli zoo delle citta', ma otto bambini su dieci non sono mai entrati in una stalla per vedere personalmente come si ottiene il latte che viene servito loro a colazione ogni giorno.
E' quanto emerge, come si legge in una nota, da una indagine on line della Coldiretti, divulgata in occasione della presentazione del primo censimento delle fattorie didattiche italiane realizzata grazie all'accordo della Coldiretti con il ministero della Pubblica istruzione e dell'Universita' (Miur). Una guida di riferimento per le gite nelle aziende agricole, ma anche per i campi scuola in campagna o le vacanze verdi per i piu' piccoli durante la prossima estate che rappresentano una vera novita' del 2011.
Nell'occasione e' stata aperta dalla Coldiretti, nel centro di Roma, una vera e propria fattoria con l'orto da coltivare, il miele da raccogliere e il formaggio da preparare a partire dal latte ottenuto da una vera e propria "gara" di mungitura con mucche, capre e pecore che ha coinvolto intere classi di bambini con maestre e mamme al seguito, per festeggiare la giornata mondiale del latte promossa in tutto il mondo dalla Fao.
L'obiettivo e' fare conoscere le molteplici attivita' che si svolgono nelle 1.189 fattorie didattiche italiane, riconosciute dalle diverse regioni, per colmare una lacuna formativa particolarmente preoccupante nelle giovani generazioni. Secondo una indagine Ipr marketing per Coldiretti/Univerde solo il 16 per cento degli italiani conosce le fattorie didattiche ma ben il 93 per cento e' interessato a visitarle.
Ricostruire un rapporto sano con l'alimentazione e' un obiettivo importante per le scuole italiane dove ben il 34 per cento dei piccoli cittadini italiani di 8 e 9 anni e' lontano dal peso forma: oltre un milione e' sovrappeso (22,1 per cento del totale) e 400mila (11,1 per cento) sono obesi, secondo il monitoraggio effettuato dal progetto 'Okkio alla salute', realizzato dal Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (Cnesps) dell'Istituto superiore di sanita', continua la nota. Dall'indagine e' emerso che il 9 per cento dei bambini salta la prima colazione, il 30 per cento fa una colazione sbilanciata in termini di carboidrati e proteine, mentre il 23 per cento dei genitori dichiara che i propri figli non consumano quotidianamente frutta e verdura e che il 48 per cento assume quotidianamente bevande zuccherate e gassate.
Con circolare del ministero dell'Istruzione, dell'Universita' e della Ricerca e' stata prevista la realizzazione di una unita' didattica di educazione alimentare per le scuole che ne fanno richiesta contattando i referenti del progetto "Educazione alla Campagna amica" promosso dalla Coldiretti. Un via libera di fatto agli agricoltori in cattedra con la formalizzazione di una apposita unita' didattica di educazione alimentare per le scuole, che prevede un momento formativo in aula sui temi dell'alimentazione, dell'ambiente e dell'alleanza con il territorio.
Tra gli obiettivi, aggiunge il comunicato, ci sono quello di far conoscere il lavoro necessario per produrre il cibo, le proprieta' di quello locale e di stagione che non deve percorrere lunghe distanze con mezzi inquinanti, ma anche educare al gusto dei prodotti naturali e insegnare a non sprecare il cibo in una situazione in cui ben il 30 per cento di quello acquistato finisce nella spazzatura con perdita di risorse e inquinamento ambientale.
La possibilita' di trascorrere giornate nelle fattorie didattiche e' stata offerta alle classi vincitrici della prima edizione del concorso promosso dalla collaborazione tra Coldiretti e il ministero dell'Istruzione, dell'Universita' e della Ricerca "dalla tavola alla cittadinanza" per l'anno scolastico 2009/2010 al quale hanno partecipato 211 scuole di tutta Italia. Al terzo posto si e' classificata la scuola primaria dell'istituto comprensivo di Fiumalbo (Mo), al secondo posto la scuola Gianni Rodari di Agliana (Pt) classe 3B e al primo posto la scuola primaria Pietro Baricco di Torino classe 4C.
Le premiazioni sono state fatte da Guido Viceconte, sottosegretario del ministero dell'Istruzione, dell'Universita' e della Ricerca, Paolo Russo, presidente commissione Agricoltura della Camera, Adriana Bucco, responsabile Donne Impresa Coldiretti, Rosario Trefiletti, presidente Federconsumatori, Alfonso Pecoraro Scanio, presidente Fondazione Univerde, Sergio Marini, presidente della Coldiretti, e Sveva Sagramola, giornalista e conduttrice televisiva che ha presentato il suo libro "Secondo natura impariamo a vivere bio".
Notiziario Minori, 31 maggio 2011
LATTE D'ASINA, PER LA LINEA E PER IL CUORE
È MOLTO RICCO DI OMEGA 3 E DI CALCIO
Era il segreto di bellezza di Cleopatra, oggi gli scienziati rivalutano il latte d'asina e gli attribuiscono nuove doti: ad esempio sembra che faccia miracoli per il girovita e per mantenere il peso forma. A rivelarlo e' uno studio made in Italy, realizzato da un gruppo dell'universita' di Napoli e presentata all'European Congress on Obesity (Eco 2011) a Istanbul (Turchia). I ricercatori sono convinti che il latte d'asina sia un alleato della forma fisica per una serie di qualita' che gli sono proprie: ad esempio e' molto ricco di omega 3 e di calcio, fatto che puo' avere effetti benefici anche per il cuore, e che sembra aiuti a mantenere alti i livelli di energia per tutta la giornata. Gli autori della ricerca lo suggeriscono in effetti come alternativa al latte scremato e alla soia, e invitano a fare una prova chi ha a cuore la propria linea e soprattutto chi farebbe bene a perdere qualche chilo. Quella presentata a Istanbul non e' la prima ricerca che descrive il latte di' asina come un elisir di bellezza e salute.
Studi precedenti avevano gia' suggerito che la bevanda potesse rappresentare una buona alternativa al latte vaccino per i bambini allergici e che potesse diventare il futuro pilastro nelle diete di chi e' attento al proprio peso e alla salute.
Nello studio italiano, condotto sui topini di laboratorio, gli scienziati hanno diviso le cavie in due gruppi, nutriti rispettivamente con latte d'asina e latte di mucca, in aggiunga alla loro consueta alimentazione. Alla fine dell'esperimento, gli scienziati hanno notato che gli animali nutriti con latte di mucca sono arrivati a pesare piu' dei ratti normali, mentre quelli a cui era toccato il latte d'asina sono risultati piu' magri della media. In piu', questo secondo gruppo ha presentato livelli inferiori di grasso nel sangue e minor presenza di altri grassi dannosi per arterie e cuore Infine i mitocondri, le 'microbatterie' che alimentano le cellule, risultavano ultra-ricaricati e riuscivano a convertire il cibo in energia a un ritmo piu' veloce. La conclusione a cui arrivano gli scienziati e' che "bisognerebbe incoraggiare il consumo di latte d'asina". Purtroppo, sulla strada di chi desidera consumarlo c'e' qualche difficolta'. La bevanda ha conosciuto molta fortuna in passato, ma oggi non e' piu' di moda ed e' quasi impossibile acquistarla in supermercato.
Notiziario Minori, 31 maggio 2011
GIORNATA SENZA TABACCO, DA RAGAZZI INVITO 
A NON FUMARE ALL'OSPEDALE FORLI' MOSTRA
REALIZZATA DA STUDENTI SCUOLE MEDIE
Parte dai ragazzi l'invito a non fumare. In occasione della XXIV° Giornata mondiale senza tabacco, indetta dall'Organizzazione mondiale della sanita' (Oms) e che si celebra oggi, nell'atrio del padiglione 'Morgagni' dell'ospedale 'Morgagni-Pierantoni' di Forli', e' visitabile, da oggi sino alla fine della settimana, una mostra con i disegni realizzati dagli studenti delle scuole medie forlivesi nell'ambito del progetto 'Liberi di scegliere', promosso dalla pediatria di comunita' dell'Ausl di Forli' per sensibilizzare sull'importanza di dire no alla sigaretta. Il percorso educativo, che dal 1992 coinvolge alunni e insegnanti, quest'anno ha visto la partecipazione delle scuole medie Marco Palmezzano, Benedetto Croce e Pietro Zangheri. Sempre all'interno dell'ospedale, saranno disponibili anche i volantini preparati dall'U.O. di pneumologia dell'Ausl di Forli' e dall'Ammp (Associazione Morgagni malattie polmonari), nei quali si sottolineano i vantaggi di rinunciare per sempre al fumo. Tale materiale verra' distribuito, inoltre, in tutti i bar e locali pubblici della Romagna.
Notiziario Minori, 31 maggio 2011
DORMIRE POCO PUÒ RENDERE I BAMBINI
OBESI UNA RICERCA NEOZELANDESE
I bambini piccoli che non dormono abbastanza hanno piu' probabilita' di essere in sovrappeso, secondo un nuovo studio neozelandese. I ricercatori dell'Universita' di Otago a Dunedin, Nuova Zelanda, hanno trovato che i bambini tra i tre e i cinque anni che dormivano meno rispetto alla media di 11 ore per notte, avevano maggiori probabilita' di avere un piu' alto indice di massa corporea dall'eta' di sette anni.
Per ogni ora di sonno perso nell'eta' compresa tra i tre e i cinque anni, dal settimo compleanno si avranno 0.7kg di grasso in piu', secondo questo studio.
I ricercatori per giungere a tali conclusioni hanno monitorato circa 250 bambini di eta' compresa tra tre e sette anni, studiandone il peso, la dieta, la composizione corporea, l'attivita' fisica e il sonno.
Hanno considerato oltre allo stile di vita anche altri fattori che possono influire sul peso, quali il peso alla nascita, il livello di istruzione dei genitori, il reddito e l'etnia.
Il professor Barry Taylor, dell'Universita' di Otago, ha detto che il sonno ridotto potrebbe aumentare l'apporto dietetico e potrebbe anche influenzare la spesa energetica, riducendo l'esercizio fisico.
La ridotta quantita' di sonno altera gli ormoni che controllano il metabolismo e l'appetito e, quindi, quanto si mangia, ha dichiarato il professor Taylor.
Altri specialisti del settore ritengono che non dormire le giuste ore possa contribuire a lungo termine a far insorgere problemi di salute sia negli adulti che nei bambini.
Notiziario Minori, 31 maggio 2011
MEDIAZIONI FAMILIARI, UNICEF PREMIA 
ASSOCIAZIONE GEA SPADAFORA: SEPARAZIONI
E DIVORZI AUMENTANO PERICOLI PER BIMBI
Un premio, un attestato, per oltre venti anni di attivita' di una associazione come la GeA, 'Genitori ancora', che e' a sostegno di genitori e figli che ha introdotto in Italia la conoscenza e la pratica "della mediazione familiare per prevenire il maltrattamento all'infanzia da cattiva separazione". Il presidente del Comitato italiano Vincenzo Spadafora ha fatto gli onori di casa a Fulvio Scaparro, socio fondatore e direttore scientifico della GeA, a Cesare Rimini, avvocato del Foro di Milano, a Gloria Servetti, presidente della sezione IX civile Tribunale ordinario di Milano. Il presidente Spadafora ha ricordato che se "la nostra attivita'" e' soprattutto "nei paesi in via di sviluppo", e' anche vero che "il ruolo dell'Unicef e' quello di occuparsi di tutti i bambini del mondo, non solo quelli che vivono in aree svantaggiate. Quando si da la possibilita' all'Unicef di porre l'accento per quello che riguardano i bambini italiani per noi e' molto importante". Spadafora ha evidenziato l'aumento di "minacce che a volte stentiamo a riconoscere. Sono in aumento il numero dei divorzi, delle separazioni, in generale di situazioni che possono mettere a rischio e in crisi l'armonia familiare e in modo particolare la crescita e il sano sviluppo dei minori e dei bambini nelle famiglie. Minacce sono dietro l'angolo e in ambienti e situazioni familiari insospettabili".
L'associazione GeA, che fino allo scorso anno ha soltanto formato mediatori familiari, ma che da quest'anno effettua direttamente mediazione, e' nata nel 1987. Si tratta di una associazione privata senza fini di lucro e, tra le cose piu' importanti fatte, c'e' la realizzazione "del primo servizio pubblico italiano di mediazione familiare, il Centro civico di mediazione familiare, realizzato per il Comune di Milano nel 1989". E ancora: "la prima scuola di formazione alla mediazione familiare per operatori pubblici e privati", anche questa nel 1989. "Quello di cui si discute- spiega Scaparro- non e' la separazione, che e' un passo della nostra vita che puo' esserci.
Ma e' come avviene". Per il socio fondatore e' infatti importante "non trasformare il conflitto in guerra".
Notiziario Minori, 31 maggio 2011
IMPIANTI COCLEARI, ANCHE DA PICCOLI: 
E L'UDITO È SALVO CHONG SUN KIM A 
UDINE PER IL CONGRESSO NAZIONALE SIO
L'udito e' il senso che ci da' la consapevolezza di essere immersi nel cosiddetto "bagno sonoro" che ci circonda in ogni istante della nostra vita e che ne e' espressione. E il "bagno" e' il punto di arrivo, il traguardo, se non un vero e proprio sogno della ricerca nel campo degli impianti cocleari. Per ora il presente piu' avanzato si chiama impianto cocleare bilaterale. Perche' sentire con un solo orecchio non solo riduce la capacita' di localizzare la provenienza di un suono, ma ostacola anche la capacita' di seguire una conversazione sia nel silenzio che in un ambiente rumoroso. E durante l'infanzia e l'adolescenza la perdita dell'udito da un orecchio puo' influire negativamente sullo sviluppo. Inoltre, la maturazione delle aree del cervello dedicate all'udito rimane, nelle sordita' di questo tipo, parzialmente deficitaria. Dunque, in attesa che la tecnologia ibrida diventi realta', il presidente della Societa' mondiale di otorinolaringoiatria, Chong Sun Kim ha colto l'occasione del 98^ congresso nazionale Sio, Societa' italiana di otorinolaringologia e chirurgia cervico-facciale per fare il punto sulla situazione: "Negli ultimi decenni c'e' stata una serie di proteste, anche su vasta scala, contro gli impianti cocleari, ma oggi e' una delle metodiche piu' consolidate sia per gli adulti che per i bambini.
Anzi, si puo' dire che l'impianto precoce e' ormai la regola.
L'efficacia negli impianti dopo i 12 mesi d'eta' da' esito favorevole nella maggioranza dei casi, e non c'e' stato un aumento di complicanze chirurgico-anestesiologiche. Certo, abbiamo bisogno di un follow up maggiore per un'evidenza ancor piu' solida di questi risultati, ma abbiamo il futuro dalla nostra parte".
Oggi, nella valutazione di un potenziale candidato all'impianto cocleare, si pone grande attenzione a migliorare le capacita' uditive di entrambe le orecchie. Ai pazienti viene proposta sia la stimolazione "bimodale", ossia con impianto cocleare da un lato e protesi acustica dall'altro, sia la stimolazione bilaterale, con un impianto cocleare per lato.
La scelta di uno dei due metodi non ha generalmente grande importanza se non nel bambino; difatti in questo caso, affinche' il sistema nervoso si sviluppi omogeneamente ed il piccolo possa avere un udito binaurale a tutti gli effetti, e' preferibile utilizzare la stimolazione bilaterale.
Diverse obiezioni in passato ed ancora oggi vengono mosse a questo tipo di impianto. Una di esse si basa sul fatto che il posizionamento dell'impianto in entrambe le orecchie preclude definitivamente l'accesso ad eventuali nuove possibilita' terapeutiche, in particolare alle cellule staminali. Questo e' sicuramente uno svantaggio. Ma lo stesso Chong Sun Kim ci tiene a sottolineare che "sono molto i vantaggi anche negli impianti bilaterali, soprattutto in eta' pediatrica. E' ormai una procedura sicura a tutti gli effetti. Le complicanze principali, poco sotto il 50% del totale, sono dovute solo al malfunzionamento del dispositivo. E in totale solo l'1,7% ha dato problemi. Da molti anni si parla di impianti ibridi, e dobbiamo essere pronti anche a quelli. Ma per ora ci proponiamo sicuramente di aumentare la quota di impianti bilaterali, e cominciare anche prima dei 12 mesi".
Notiziario Minori, 31 maggio 2011

venerdì 27 maggio 2011

TRIESTE, PRESIDE LASCIA FUORI STUDENTI IN BERMUDA
SUCCEDE A UN ISTITUTO NAUTICO: INTERVENUTA LA POLIZIA
Lo scorso anno in un istituto di Vicenza, e probabilmente non solo. Quest'anno a Trieste, e non sara' l'ultimo caso. Una trentina di studenti, con l'avvicinarsi dell'estate e, di conseguenza con il salire delle temperature, hanno pensato bene di presentarsi a scuola indossando dei pinocchietti, i calzoni a 'mezza gamba'.
All'arrivo a scuola, l'istituto tecnico Nautico di piazza Hortis, la brutta sorpresa: il bidello, su indicazione del preside Raffaele Marchione, non li ha fatti entrare proprio a causa del loro abbigliamento. Secondo quanto scrive il Piccolo di Trieste, il fatto e' successo due giorni fa. L'intervento e' stato preceduto da una circolare fatta passare di classe in classe il 16 maggio scorso:
"Con l'approssimarsi della bella stagione- si leggeva nella nota- si invitano allieve ed allievi dell'istituto ad indossare un abbigliamento adeguato durante le lezioni. Non saranno accolti studenti con abbigliamento da spiaggia (spalle scoperte, pantaloni corti o a mezza gamba)".
"Nessuno di noi portava infradito o pantaloncini corti- dichiarano al Piccolo i ragazzi- il provvedimento ci e' sembrato esagerato e abbiamo deciso di chiamare la Polizia. Abbiamo informato la Digos e segnalato il fatto anche al Provveditorato agli studi".
Gli agenti di Polizia, una volta parlato con la dirigenza dell'istituto, hanno poi riferito ai ragazzi l'esito di un compromesso raggiunto: "Sono andati a parlare con il vicepreside e poi ci hanno riferito che per entrare avemmo dovuto lasciare le nostre generalita' al bidello- riferiscono ancora i ragazzi secondo il Piccolo- rassicurandoci del fatto che non avremmo subito ripercussioni. Perche' allora dovevamo lasciare il nostro nome e cognome?". Infatti non tutti hanno accettato: gli unici sono stati otto studenti che dovevano affrontare la prova pre-esame per la qualifica della terza classe iniziata, con parecchio ritardo visto l'inconveniente.
"La riforma della scuola prevede che il voto in condotta faccia media con le altre materie- precisano gli studenti- e temiamo che chi ha lasciato il nome all'entrata pur di entrare venga penalizzato. Per molti di noi mancano 20 giorni all'esame di maturita'".
E non e' tutto: nel corso della mattinata una decina di alunni ai quali era stato vietato l'accesso si sono intrattenuti con un insegnante con libri e quaderni aperti in piazza Hortis. "Non rilascio dichiarazioni- ha riferito il professore- stiamo chiacchierando e io non sto facendo lezione...".
Notiziario Minori, 27 maggio 2011
LA SCUOLA COSTRUITA DAI RAGAZZI, TUTTA 
ECO-SOSTENIBILE  AULA AUTOCOSTRUITA
ALL'ISIS DI LADISPOLI. IL SINDACO: UN ESEMPIO
Un'aula didattica a impatto zero all'Isis di via Ivon de Begnac a Ladispoli, in provincia di Roma. E' stata realizzata attraverso un cantiere di autocostruzione e costruita interamente dagli studenti e dagli insegnanti dell'istituto tecnico per geometri grazie a un finanziamento comunale di 21 mila euro.
L'Isis di Ladispoli, ha spiegato il sindaco Crescenzo Paliotta, "forma i ragazzi nella complessa e difficile professione di geometra ed e' fondamentale che proprio in questa fase venga garantita un'informazione corretta e sensibile alle tematiche della crisi energetica e dello sviluppo sostenibile.
L'aula didattica, realizzata con materiali totalmente ecocompatibili, e' dotata di tutte le piu' moderne tecnologie seguendo i principi dell'edilizia ecologica. L'illuminazione e' stata realizzata con un pannello fotovoltaico, le pareti a vetrate sono poste tutte a sud mentre quelle a nord sono in legno con uno strato isolante in paglia. Per le pareti, inoltre, e' stato utilizzato un materiale in terracotta che mantiene all'interno dell'aula didattica una temperatura costante sia d'inverno che d'estate senza l'ausilio del condizionamento artificiale".
All'inaugurazione erano presenti, oltre al sindaco, l'assessore provinciale alla Pubblica istruzione, Paola Rita Stella, e la preside dell'istituto, Vincenza La Rosa.
L'esperimento realizzato a Ladispoli sara' inserito sul sito della Provincia come prototipo per future realizzazioni in altre scuole del comprensorio. L'opera, iniziata nel 2009, era inserita nel progetto "Cantieri animati" ed e' stata realizzata sotto la direzione dell'insegnanti dell'Isis di via De Begnac.
Notiziario Minori, 27 maggio 2011

martedì 24 maggio 2011

LA CRISI, I BAMBINI E IL RUOLO DELLE 
NONNE RAPPORTO ISTAT: DI GRANDE 
AIUTO AI GENITORI LAVORATORI
Cambiano profondamente anche le direttrici dei flussi di aiuto: crescono quelli rivolti alle famiglie con almeno un minore di 14 anni e madre occupata, le quali dal quinto posto nella graduatoria delle famiglie aiutate nel 1983, guadagnano la prima posizione (37,5%); diminuiscono, invece, gli aiuti informali rivolti alle famiglie con ultraottantenni. Al contempo, diminuisce il peso delle ore dedicate dalla rete informale all'assistenza di adulti e alle prestazioni sanitarie, mentre aumentano quelle rivolte alla cura dei bambini, che rappresentano ora il 40% del totale.
Afferma l'Istat: "Dopo il forte calo registrato tra 1983 e 1998, la quota di famiglie che riceve sostegno dalle reti informali registra una sostanziale stabilita'. Crescono pero' le famiglie che si avvalgono di servizi di assistenza o di aiuti economici da parte di enti pubblici (dal 2,8 del 1998 al 6,9%) e di servizi a pagamento (dall'8,9 al 9,6%)". Se il Nord-est spicca per una rete di aiuto informale piu' diffusa e attiva, il Mezzogiorno appare particolarmente penalizzato da una rete piu' esigua (con meno care giver e meno famiglie aiutate) pur a fronte di bisogni derivanti da una poverta' materiale piu' diffusa e da peggiori condizioni di salute della popolazione anziana.
Sempre l'Istat: "Nel corso del tempo e' poi aumentata in misura considerevole la quota di popolazione anziana, anche grazie alle migliori condizioni di vita; cio' ha incrementato la percentuale di chi, pur anziano, si attiva all'interno delle reti di aiuto informale. Nel contempo, e' cresciuta anche quella degli ultraottantenni (i cosiddetti "grandi anziani") con nuovi bisogni di assistenza. Si e' ridotto, inoltre, il numero di componenti della famiglia a causa della diminuzione delle nascite, dell'aumento della speranza di vita nelle eta' anziane e dell'instabilita' coniugale". Se, quindi, si tiene conto della maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro e dell'aumento della speranza di vita, risulta evidente come la rete di parentela sia diventata sempre piu' "stretta e lunga": ogni potenziale care giver ha, cioe', meno persone con cui condividere l'aiuto nella rete di parentela, meno tempo da dedicare agli altri e un maggior numero di persone bisognose di aiuto per un periodo piu' lungo dell'esistenza.
In questo quadro assume particolare rilevanza il ruolo delle nonne che, tuttavia, secondo l'Istat, "considerato anche l'innalzamento dell'eta' pensionabile, avranno sempre maggiori difficolta' ad assolvere ai compiti che sono loro assegnati, schiacciate tra la cura dei nipoti, quella dei genitori anziani, spesso non autosufficienti, e, a volte, dei figli grandi ancora presenti in casa. L'auspicata crescita dell'occupazione femminile e il presumibile prolungamento dell'attivita' lavorativa fara' si' che le nuove nonne avranno meno tempo da dedicare all'assistenza e alla cura degli altri membri della famiglia, cosicche' il mutuo sostegno tra le generazioni di madri e di figlie diventera' sempre meno agevole".
Notiziario Minori, 24 maggio 2011
PER GLI STRANIERI LA FAMIGLIA CONTA PIÙ DEGLI AMICI
PERO' PERCEPISCONO MENO IL PERICOLO DELLO 'SBALLO'
Per i ragazzi stranieri la famiglia, e in particolare i fratelli, sono le persone con cui si puo' parlare meglio. Anche rispetto ai compagni di scuola e agli amici. Cosa che invece non vale per i giovani bolognesi, quelli del capoluogo in primis, per i quali la 'company' vale piu' di mamma e papa', fratelli e sorelle. Fuori citta', invece, e' ancora la famiglia il luogo dove ci si confida. Per tutti, italiani o stranieri che siano, internet e in particolare i social network sono la maniera preferita per comunicare, mentre la tv sta scivolando nell'oblio. In compenso, per le femmine la comunicazione verbale e' ancora fondamentale.
E' quanto emerge da uno studio presentato al liceo Sabin di Bologna dall'associazione Nuovamente, che ha concluso, con la collaborazione della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, un lavoro su 'Disagio giovanile, comunicazione e partecipazione".
A 1.806 studenti di dieci scuole superiori di Bologna e provincia e' stato proposto un questionario di 33 domande di vario genere: dal rapporto con gli amici e la famiglia, al disagio, al bullismo, al rapporto con il proprio corpo, le tecnologie, la scuola, le istituzioni. Tra le domande ce n'erano anche alcune che chiedevano gli studenti quali misure si potrebbero adottare per accorciare le distanze col mondo degli adulti e molti non hanno dato risposta.
Un probabile segnale di indifferenza alla questione. Del totale degli intervistati, tra i 15 e i 19 anni, la maggioranza (981) e' di Bologna, 158 sono nati all'estero, il resto in varie zone d'Italia anche se prevalentemente nella provincia di Bologna. Il 40% vive in una famiglia formata da quattro persone e il 43%, in casa, si trova meglio con la mamma, il 23% col padre, il 19% con fratelli e sorelle, il 6% coi nonni.
Notiziario Minori, 24 maggio 2011
2010, FUGA DALLA SCUOLA: GLI ABBANDONI SFIORANO 
IL 19% IN SICILIA OLTRE UN QUARTO CON LICENZA MEDIA
Nel 2010 gli abbandoni della scuola sfiorano il 19%. È quanto emerge dal Rapporto annuale sulla situazione del Paese nel 2010 diffuso dall'Istat.
Ad abbandonare gli studi senza il diploma di scuola superiore sono stati esattamente il 18,8%, contro una media europea del 14,4%.
In Italia sono occupati la meta' dei giovani che hanno lasciato gli studi. È occupato il 31,9% delle giovani donne che hanno abbandonato gli studi contro tassi di abbandono e di occupazione tra i maschi rispettivamente del 22% e 56,8%. Le differenze territoriali sono marcate: particolarmente grave la situazione della Sicilia, dove piu' di un quarto dei giovani lascia la scuola con al piu' la licenza media. Percentuali superiori al 23% si registrano anche in Sardegna, Puglia e Campania. Piu' in linea con il traguardo europeo del 2020 (soglia del 10% indicata nella Strategia Europa 2020) appare il Nord-est, con un tasso di abbandono scolastico intorno al 12 per cento nella provincia autonoma di Trento e in Friuli-Venezia Giulia. Dai dati dell'indagine Excelsior nel periodo compreso fra l'anno scolastico 2004/05 e quello 2007/08 il numero di diplomati degli istituti tecnici italiani e' sceso da 181.099 a 163.915, con un gap rispetto alla domanda potenziale da un minimo di circa 24 mila unita' (nel 2005) a un massimo di oltre 127 mila diplomati tecnici (nel 2007).
Notiziario Minori, 24 maggio 2011
I PEDIATRI: SI AMMALANO? EVITARE LA CORSA 
AI FARMACI I CONSIGLI DELLA SIPPS PER 
LE INFEZIONI CHE COLPISCONO I BAMBINI
Il bambino si ammala spesso nel periodo dell'inizio della scuola d'infanzia o nei primi mesi di frequenza al nido? Non e' poi cosi' negativo, almeno secondo i pediatri della Societa' italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps). "Il piccolo bambino- spiegano- deve costruirsi pian piano un corredo anticorpale che nel tempo lo difenda poi dalle infezioni". Le infezioni che colpiscono i bambini creano una risposta immunitaria persistente e duratura, per cui, dopo queste fasi della vita in cui si ammalano spesso, in seguito i bambini risultano immuni e possono affrontare indenni le stagioni a rischio (autunno-inverno-primavera), frequentando senza problemi la scuola dell'obbligo.
"I genitori devono farsi una ragione del perche' i bambini si ammalano cosi' frequentemente nei primi tempi di frequenza in una collettivita' infantile: l'immunita' che i bambini acquisiscono li proteggera' dalle malattie nelle epoche successive- dichiara il presidente nazionale della Societa' italiana di pediatria preventiva e sociale, Giuseppe Di Mauro- E' come se l'organismo dovesse pagare un pegno all'inizio per poi costruirsi un corredo immunitario importante e necessario per il futuro. I pediatri queste cose le conoscono e non si stancano di dirle ai genitori dei loro assistiti, ma serve ribadirle piu' volte, anche attraverso i media e la stampa, per far si' che la consapevolezza aumenti e risulti piu' accettata da tutti".
Correlato al tema delle malattie in comunita' infantile, esiste poi il discorso della cura di queste forme morbose, che per almeno l'80% sono di origine virale e quindi non necessitano di cure antibiotiche specifiche. La Sipps ribadisce l'importanza di evitare la corsa ai farmaci come sistema di difesa del bambino. "Se e' vero che le malattie infantili guariscono da sole, senza particolari cure, e' nostro compito tranquillizzare i genitori nel non pretendere medicine per guarigioni veloci e immediate dei loro figli. Un comportamento di attesa, responsabile, legato ai consigli che inevitabilmente il pediatra dara' loro, mette al riparo da un eccessivo ricorso ai farmaci, ma anche da mantenere l'attenzione giusta ai problemi di salute del bambino- precisa Leo Venturelli, pediatra e componente del direttivo Sipps- In questo modo si ribadisce l'importanza di lasciare all'organismo del bambino e alla natura la risposta migliore alla malattia, garantendo una alimentazione giusta, ricca in frutta e verdura, uno stile di vita attivo, prevalentemente all'aria aperta e non in ambienti chiusi anche al bambino convalescente, con l'obbligo di evitare la riammissione rapida in collettivita' dei nostri figli. Per questo servirebbe anche una tutela maggiore della famiglia, in particolare della madre, nell'ambito della previdenza sociale". Secondo la Sipps, dunque, "i nostri bambini devono essere certamente curati, ma solo quando serve veramente, devono poi aver diritto a maggiori attenzioni da parte delle istituzioni sociali, che garantiscano loro spazi e tempi idonei ad una vita in salute", conclude Giuseppe Di Mauro, presidente della Sipps.
Notiziario Minori, 24 maggio 2011

martedì 17 maggio 2011

SE LA COLAZIONE ACCENDE L'INTELLETTO L'IMPORTANZA 
DEL PRIMO PASTO DELLA GIORNATA PER I BAMBINI
In occasione del 23° congresso nazionale di Andid (Associazione Dietisti Italiani), e' stato presentato un recente studio sugli effetti della colazione, coordinato dal Prof. Claudio Maffeis, pediatra dell'Universita' di Verona, condotto su un gruppo di bambini obesi con l'obiettivo di esaminare le correlazioni tra performance cognitive e variazioni ormonali e metaboliche post-colazione e a digiuno.
"L'importanza del primo pasto della giornata nell'ambito di un'alimentazione equilibrata e' stato finora confermato da numerose osservazioni scientifiche - commenta il Professor Maffeis - che suggeriscono benefici sullo stato di salute sia a breve che a lungo termine." Ed in effetti una corretta colazione porta vantaggi sul controllo del metabolismo, stimolando la sazieta' e difendendo nel lungo termine da malattie cardiovascolari e da diabete. Ma nel caso dei ragazzi agisce anche come attivatore di attenzione e di memoria. Commentando i risultati dello studio, il Professor Maffeis ha affermato: "Una prima colazione a base di alimenti ricchi in carboidrati mantiene il rifornimento di glucosio al sistema nervoso centrale migliorando quindi la performance neurofunzionale e scolastica nei bambini e negli adolescenti. Poiche' e' importante che gli zuccheri vengano assorbiti lentamente, quello con fibra si rivela il prodotto migliore da inserire in una buona colazione, che non puo' essere priva di carboidrati, meglio se a lento assorbimento". Una corretta alimentazione impone il consumo a colazione del 15-20% delle calorie giornaliere ma da un recente sondaggio emerge che in Italia sarebbero 1 milione e 300 mila i bambini in eccesso ponderale di cui quasi 400 mila obesi. In particolare, e' emerso che il 9% dei bambini salta la prima colazione, il 30% fa una colazione non adeguata (ossia sbilanciata in termini di carboidrati e proteine) e il 68% fa una merenda di meta' mattina troppo abbondante.
Notiziario Minori, 17 maggio 2011
GIOVANI AGRICOLTORI A ROMA: IL FUTURO È NEI CAMPI
DUEMILA IMPRENDITORI 'UNDER 30' OGGI ALL'AUDITORIUM
Duemila imprenditori agricoli under 30 provenienti da tutte le regioni italiane, "per affermare la necessita' di puntare sul ricambio generazionale per rinnovare e rilanciare il Paese". E' la "prima grande assise dei giovani agricoltori", l'Assemblea di Coldiretti Giovani Impresa dal titolo 'Italia 150: il Paese che si rinnova- La filiera agricola tutta italiana per il ricambio generazionale' in corso all'Auditorium Parco della Musica di Roma, in sala Sinopoli. Un evento che "per dimensioni ed eta' dei partecipanti e' un appuntamento storico per l'agricoltura italiana". La riscossa dell'economia "vera", segnala l'associazione agricola, capace di attrarre giovani imprenditori che "alla guida delle imprese agricole producono reddito e nuova occupazione".
All'appuntamento c'erano, tra gli altri, il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, il vice segretario nazionale del Pd, Enrico Letta, il sottosegretario alle Politiche Agricole, Roberto Rosso, e il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, insieme al presidente della Coldiretti, Sergio Marini, e al delegato Coldiretti Giovani Impresa, Vittorio Sangiorgio.
Chi sono, perche' hanno scelto di lavorare in campagna, quale sara' il cibo del futuro ma anche come oggi si diventa agricoltori sono alcune delle risposte dei giovani dell'Assemblea di Coldiretti Giovani Impresa, da cui arrivano racconti di esperienze concrete di innovazioni imprenditoriali. 
Notiziario Minori, 17 maggio 2011
A PARMA ARRIVA L'ECO BABY BAR (ANCHE  PER 
LE MAMME) UN LOCALE A MISURA DI FAMIGLIA
Un locale a misura di famiglie e bambini, con una speciale attenzione all'ambiente.
Qui le mamme potranno prendere un aperitivo con le amiche e prendersi allo stesso tempo cura dei loro bimbi. I piu' piccoli, dal canto loro, non avranno modo d'annoiarsi perche' potranno fruire di spazi dove giocare e laboratori ludico/didattici in cui cimentarsi. Il tutto nella splendida cornice del Parco Ducale. A Parma arriva l'Eco Baby Bar. L'inaugurazione e' fissata per sabato 21 maggio, alle 16.30. L'esperienza gia' diffusa negli Stati Uniti, in Germania e nei paesi scandinavi, approda cosi' per la prima volta anche in Italia. A far da apripista sara' proprio la nostra citta', grazie all'idea di Lorenza Mazzoni e Valentina Bersiga, due giovani mamme divenute imprenditrici dopo aver vinto il bando per l'imprenditoria giovanile e femminile 2010 indetto dal Comune e gestito dalla societa' comunale Parma Sviluppo. Il bando per l'imprenditoria giovanile e femminile si colloca nell'ambito dei progetti che l'Amministrazione comunale ha messo in campo per sostenere la crescita del capitale umano. Nel caso dell'Eco Baby Bar il Comune ha messo a disposizione delle due mamme/imprenditrici (ora riunite nella 'Eco Love srl') a canone d'affitto agevolato i locali noti come "Serre Petitot" all'interno del Parco Ducale. Negli spazi dell'Eco Baby Bar gli adulti potranno gustare aperitivi e prodotti tipici, in buona parte biologici, di stagione e a km zero. Per i piu' piccoli saranno a disposizione piatti ad hoc, con tanto di pappe per lo svezzamento. All'interno dell'Eco Baby Bar si possono trovare attrezzature specifiche per mamme e neonati, una zona fasciatoio dove sara' possibile cambiare i pannolini e perfino l'angolo per l'allattamento. Oltre, naturalmente, le zone gioco.
Notiziario Minori, 17 maggio 2011
PERICOLOSA LA 'VETRINA' DEI PICCOLI SU FACEBOOK
REPORT PUBBLICATO SU CONSUMER REPORT
Lo rivela un report pubblicato sulla rivista statunitense Consumer Report, il numero dei minori che sono iscritti con tanto di profilo a Facebook e' molto alto. La ricerca, condotta sugli utenti statunitensi del social network, ha mostrato che sono in totale 7,5 milioni gli under 13 che hanno un loro profilo, e circa 5 milioni di essi sono sotto i 10 anni. ''Il dato piu' preoccupante della ricerca - spiega Jeff Fox, uno degli autori - e' che la maggior parte dei genitori non e' a conoscenza dell'attivita' dei figli, o sottovaluta i pericoli che potrebbero venire dall'uso del social network''. Genitori distratti, dunque, e bimbi ingegnosi, che riescono ad interagire con internet ed i network sociali sin dai primi anni di vita. Facebook dal canto suo ha di recente rimesso a punto il "Family Safety Center" per tutelare le famiglie e i minorenni con tool di sicurezza, ma non riesce comunque a rispettare la policy prefissata all'origine che impone l'impossibilita' ad iscriversi al di sotto dei 13 anni.
Secondo gli autori dello studio bambini cosi' piccoli sono esposti a una serie di rischi, che vanno dall'infezione dei pc con virus al furto di identita', fino a bullismo e molestie sessuali.
Notiziario Minori, 17 maggio 2011

venerdì 13 maggio 2011

APPESANTITI E SEDENTARI, COSÌ UN TERZO DEGLI 
ITALIANI IL 32% TRA I 7 E I 16 ANNI È IN SOVRAPPESO
Il 32% dei ragazzi tra i 7 ed i 16 anni e' in sovrappeso e il 36,2% ha uno stile di vita sedentario. Questi i dati che emergono da una ricerca condotta dagli esperti dell'Osservatorio Nutrizionale Grana Padano che hanno analizzato peso, altezza e stile di vita di 2.530 bambini e adolescenti di eta' compresa tra i 7 e 16 anni (48,5 % femmine e 51,5 % maschi, dei quali il 51% del nord e 49% del sud).
"Sapevamo purtroppo che la popolazione italiana, compresi i bambini, tende all'obesita'- ha commentato la dottoressa Michela Barichella, responsabile medico della Struttura di Dietetica e Nutrizione clinica degli Istituti Clinici di Perfezionamento di Milano- ma quello che piu' stupisce e' il dato sulla sedentarieta' dei ragazzi obesi, ovvero quelli che avrebbero piu' bisogno di muoversi. La ricerca inoltre evidenzia che il consumo di frutta raccomandato, di almeno tre frutti al giorno, mediamente non e' rispettato e le abitudini peggiori da questo punto di vista si possono purtroppo riscontrare nei bambini piu' piccoli e in quelli che hanno una circonferenza vita piu' ampia.
Per questo e' importante educare i genitori, in particolar modo le mamme, che normalmente organizzano le attivita' e la giornata alimentare dei loro figli, con particolare attenzione a pasti come colazione e merenda".
La ricerca dell'Osservatorio Nutrizionale Grana Padano ha utilizzato due specifici metodi di misurazione. Il primo, molto semplice, consiste nel rapporto tra la misura della vita e l'altezza del bambino, e puo' essere un ottimo metodo di verifica anche per i genitori: quando questo valore e' maggiore di 0,5 e' indice di obesita' viscerale, anche se il peso del bambino risulta essere nella norma. Dai dati rilevati con questa tipologia di misurazione emerge che, nel campione osservato, il 32% dei ragazzi ha un indice maggiore di 0,5 e presenta quindi un rischio metabolico piu' elevato rispetto ai coetanei con valori inferiori. L' accumulo di grasso a livello addominale e' piu' presente nei ragazzini del Sud rispetto a quelli del Nord (57,7% versus 42,3%) e nelle femmine rispetto ai maschi (51,6 % versus 48,4).
Gli stessi risultati sono emersi con il secondo metodo, che utilizza i percentili di Cole, ovvero parametri che considerano le curve di crescita: il Bmi (rapporto tra il peso e quadrato dell'altezza) differenziato per sesso e fascia d'eta'. A partire da questa valutazione, normalmente eseguita dal pediatra, emerge la medesima percentuale: il 32% dei ragazzi presenta un peso al di sopra della normalita', e si conferma la presenza di maggior sovrappeso e obesita' nelle regioni meridionali.
I dati mostrano inoltre che i ragazzi che hanno un peso nella norma fanno piu' attivita' fisica dei coetanei sovrappeso, e che la tendenza alla sedentarieta' praticamente raddoppia (36,2% contro il 16,8 dei normopeso) nei giovani con un peso in eccesso. "Attenzione: il grasso accumulato nell'addome puo' ridursi e anche di molto se viene eseguita con regolarita' attivita' motoria e sportiva- avverte il professor Claudio Maffeis, docente di Pediatria presso l'Universita' di Verona e componente del Comitato Scientifico dell'Osservatorio Nutrizionale Grana- Per migliorare o risolvere il problema e' quindi importante affiancare all'alimentazione corretta una buona pratica motoria in tutti i bambini ed adolescenti".
Il peso di bambini e adolescenti non e' dunque il solo elemento da monitorare: in particolare, l'aumento di grasso a livello di girovita, importante fattore di rischio di problemi al cuore, di pressione e di grassi nel sangue, e' una questione particolarmente rilevante nei piu' giovani, che hanno bisogno di essere seguiti e controllati, anche al fine di prevenire gravi problematiche da adulti.
Dieci consigli per i genitori:
1. Occhio a peso, altezza e circonferenza vita, bisogna monitorare costantemente la crescita dei ragazzi. Per qualsiasi dubbio non esitare a chiedere consiglio al pediatra.
2. Attenzione nella scelta dei cibi: occorre privilegiare alimenti come frutta e verdura che, oltre ad essere salutari, sono ricchi di fibre, che favoriscono la sazieta' ed aiutano a controllare l'eccessivo apporto calorico.
3. Non solo dieta: favorire l'attivita' fisica regolare, meglio se dando il buon esempio!
4. Non solo attivita' sportiva: camminare, fare le scale, andare in bici sono attivita' che dovrebbero sottrarre tempo a televisione e giochi elettronici.
5. Giocare con gli amici, magari all'aperto, aiuta a prevenire il sovrappeso e a ridurre i chili in piu'.
6. Nella scelta dei campi estivi, privilegiare quelli che offrono anche la possibilita' di svolgere attivita' fisica, come i campus all'aperto.
7. Organizzare passeggiate e vacanze "attive" che siano un'opportunita' per conoscere posti nuovi e nuove attivita'.
8. Suggerire sport facilmente praticabili in tutte le stagioni (in spiaggia o in palestra, per esempio) come il tennis, il calcetto, la pallavolo e la pallacanestro.
9. Regalare la bicicletta per la promozione puo' essere un'ottima idea.
10. Soprattutto d'estate, l'idratazione e' molto importante: spesso e' opportuno incentivare i ragazzi a bere acqua, dato che puo' capitare che, presi da giochi e impegni, si "dimentichino" di farlo.
Notiziario Minori,13 maggio 2011
EUROBAROMETRO: GIOVANI NON LASCIANO 
ITALIA PER LAVORARE ULTIMI IN EUROPA PER 
VOLONTARIATO, E MOLTI VANNO A VOTARE
Solo il 38% dei giovani italiani e' disposto a recarsi altrove, a spostarsi in un altro paese europeo, per lavorare. È quanto emerge dall'ultima indagine condotta da Eurobarometro, il servizio della Commissione europea che misura ed analizza le tendenze dell'opinione pubblica negli stati membri. L'indagine e' ovviamente condotta su tutti i giovani europei, oltre la meta' dei quali (il 53%) e' pronta a lasciare il proprio paese natale. Nel particolare, il 24% e' disponibile per un periodo limitato, il 14% a lungo.
Tornando all'Italia, un altro passaggio dell'indagine riguarda quei giovani che hanno ricevuto prestiti o borse di studio nazionali o regionali per finanziare il loro periodo all'estero.
Nel caso dell'Italia, quelli che si sono avvalsi di questo strumento sono il 14%. Ma i giovani italiani sono in linea con quelli del resto d'Europa per quello che riguarda l'iscrizione ad una qualsiasi organizzazione, che sia una associazione sportiva, a un club giovanile o a una organizzazione culturale. In Europa, infatti, si parla di una media del 46%, nel particolare dell'Italia la percentuale sale al 48%. Appena sotto la media, invece, il dato relativo alla porzione di giovani "che hanno trascorso un periodo all'estero per ricevere una formazione o un'istruzione". In Europa si arriva al 14%, in Italia non si va oltre il 12%. Ma i giovani italiani sono gli ultimi in Europa in quanto a volontariato. Se circa un quarto di quelli del Vecchio Continente, il 24%, ha affermato di aver partecipato a una attivita' organizzata di volontariato nei 12 mesi precedenti l'indagine, conferma di averlo fatto appena il 13% degli italiani ovvero il dato piu' basso tra tutti i paesi. Decisamente piu' alto il dato relativo alla partecipazione dei giovani alle elezioni politiche: in media in Europa ha risposto positivamente il 79%, in Italia il dato raggiunge il 71%.
Spiega Androulla Vassiliou, commissaria europea responsabile per l'istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventu': "L'indagine mette in evidenza l'interesse dei giovani a lavorare all'estero. Questa e' una buona notizia per l'Europa! Sfortunatamente pero' questo loro desiderio si scontra con troppi ostacoli. È necessario facilitare lo studio, la formazione e il lavoro dei giovani all'estero e sensibilizzarli in merito ai contributi finanziari disponibili attraverso i programmi dell'Ue, come Erasmus, che possono dar loro un primo assaggio della vita fuori dal proprio paese. Due delle principali sfide cui ci troviamo confrontati oggi sono la disoccupazione giovanile e la bassa crescita economica: una maggiore mobilita' degli studenti e dei lavoratori contribuisce alla soluzione del problema".
Notiziario Minori,13 maggio 2011
ALLATTARE AL SENO PER AVERE BAMBINI SERENI
I RISULTATI DI UNO STUDIO DELLA OXFORD UNIVERSITY
I bambini allattati al seno durante i primi 4 mesi della loro vita piu' difficilmente evidenziano anomalie comportamentali, almeno fino ai 5 anni, rispetto ai bambini nutriti sin dalla nascita con latte formulato. Lo rileva uno studio condotto presso la Oxford University e pubblicato sulla rivista Archives of Disease in Childhood.
Gli autori dello studio hanno analizzato i dati relativi a circa 9500 mamme e loro bambini; le famiglie hanno compilato dei questionari per valutare il profilo comportamentale dei bambini.
Gli studiosi hanno sottolineato come i problemi comportamentali sono piu' frequenti fra quei bambini che sono stati nutriti con latte formulato, piuttosto che fra quelli allattati al seno.
Spiegare quest'evidenza non e' facile: secondo i ricercatori i bambini allattati al seno dispongono di una maggiore quantita' di Pufa (acidi grassi polinsaturi a lunga catena), fattori di crescita e ormoni che ne permettono uno sviluppo cerebrale e nervoso ottimale e poi, forse, l'allattamento al seno crea un rapporto talmente speciale fra madre e figlio che si ripercuote positivamente anche sul comportamento del bambino.
Notiziario Minori,13 maggio 2011
LA VOCE DEI RAGAZZI 'CONTA' IN FAMIGLIA, 
MENO A SCUOLA STUDIO DEL CENTRO 
NAZIONALE: "FARSI LARGO TRA GLI ADULTI"
I ragazzi "contano" in famiglia e tra gli amici, meno a scuola e nelle attivita' sportive: e' questa la percezione degli adolescenti italiani sui propri spazi di autonomia e decisione, che emerge dal volume "Costruire senso, negoziare spazi. Ragazze e ragazzi nella vita quotidiana" (Quaderno numero 50 del Centro nazionale), curato da Valerio Belotti. Il volume e' stato presentato a Firenze nel convegno "Farsi largo tra gli adulti, il punto di vista dei ragazzi", organizzato all'Istituto Innocenti. La ricerca coordinata da Belotti ha voluto mettere in risalto, come spiegato nell'introduzione, "il punto di vista delle ragazze e dei ragazzi sulla formazione delle decisioni che si prendono nei diversi ambienti della loro vita quotidiana (famiglia, gruppo dei pari, classe scolastica, associazionismo, pratica sportiva) e sulla natura e il rispetto dei loro diritti di cittadini".
Il campione e' composto da circa 21 mila tra ragazzi e ragazze di 11, 13 e 15 anni. "La particolarita' di questa ricerca- spiega Belotti- e' che rappresenta una delle pochissime occasioni in cui si interpellano direttamente i ragazzi sulla loro quotidianita'".
È stato loro chiesto quanto prendono parte ai processi decisionali che li riguardano a casa, a scuola, tra amici, quali i loro spazi di autonomia. "È emerso che in famiglia, sulle decisioni che li riguardano direttamente, i ragazzi hanno la percezione che la loro voce conti- spiega il curatore della ricerca- Quindi c'e' una valutazione positiva: la famiglia e' descritta come pacificata, senza conflitti". E questo vale indistintamente per maschi e femmine, contraddicendo le previsioni iniziali: "Ci aspettavamo di incontrare differenze di genere, ma cosi' non e' stato. Probabilmente questo puo' essere spiegato con il fatto che i maggiori motivi scatenanti dei conflitti familiari, come ad esempio le uscite serali, sono prematuri per questa fascia di eta' e interverranno piu' avanti".
Una valutazione positiva viene data dai ragazzi anche in merito agli spazi di azione e negoziazione all'interno della rete di amici e delle associazioni di cui fanno parte.
Meno margine di autonomia e' percepito invece a scuola e nello sport. La prima viene vissuta come un "obbligo forzato", senza sufficienti spazi di confronto e di partecipazione. "Questo solleva interrogativi su come colmare questa lacuna e rendere la scuola un luogo in cui gli studenti possano diventare soggetti attivi" rilancia Belotti. La stessa percezione critica riguarda anche lo sport: "I ragazzi vanno volentieri a fare attivita', si divertono, esprimono la propria corporeita', ma lamentano la poca negoziazione sulla gestione degli allenamenti, delle vittorie, delle sconfitte, degli errori, della squadra".
Notiziario Minori,13 maggio 2011
SE MAMMA E PAPÀ FUMANO SALGONO I LIVELLI  DI 
NICOTINA I RISULTATI DI UNO STUDIO SPAGNOLO
Dormire in camera con genitori fumatori non e' consigliabile. Ne qualcosa i bambini che mostrano livelli di nicotina nel sangue tre volte superiori rispetto a quelli che dormono in un'altra stanza. È il cosiddetto 'fumo di terza mano', uno step successivo al fumo passivo, quello cioe' che rimane sugli abiti o sulla pelle dei genitori e che viene cosi' trasmesso ai neonati.
Questi i dati emersi in uno studio condotto da un gruppo di ricercatori catalani pubblicato sulla rivista Bmc Public Health, i cui risultati sono in corso di analisi. Il team, guidato dal professor Ortega, ha voluto sondare il Bibe, Breve intervento sui neonati, un protocollo studiato per i genitori fumatori al fine di ridurre i danni ai neonati prodotti dal fumo passivo. Danni che nei piccoli possono causare asma, crescita rallentata dei polmoni, problemi respiratori e in certi casi persino la morte.
Per questo sono stati presi in esame un gruppo di controllo e un gruppo sperimentale composto da padri e madri di bambini fino ai 18 mesi di eta', con almeno un genitore fumatore. Ai genitori e' stata fatta un'intervista, mentre a circa 250 neonati e' stato prelevato un campione di capello all'inizio dello studio e successivamente dopo 3 e dopo 6 mesi per determinare il livello di nicotina nei piccoli.
Dal confronto tra le analisi del capello e le dichiarazioni rilasciate dai genitori e' emersa una larga corrispondenza. Il 73% degli adulti affermava di fumare in casa e l'83% delle analisi del capello dei neonati mostravano alti livelli di nicotina. Durante lo studio, al gruppo sperimentale viene proposto un breve percorso educativo per i genitori che consiste in una serie di consigli mirati che insegnano loro come evitare situazioni di fumo passivo per i bimbi e i danni ad esso correlati. La presenza di nicotina nei capelli ha permesso di capire che, anche comportamenti apparentemente protettivi nei confronti del bambino, come fumare alla finestra o cambiare aria alle stanze, non serviva ad eliminare le sostanze nocive.
Secondo gli esperti, infatti, l'unica alternativa possibile e' quella di fumare fuori casa. Gli stessi stanno lavorando all'individuazione dei fattori che maggiormente influiscono sul bambino esposto al fumo passivo per fornire uno strumento in piu' ai pediatri.
Notiziario Minori,13 maggio 2011

martedì 10 maggio 2011

LO STRESS DELLA GRAVIDANZA FA UN 
BAMBINO  INDISCIPLINATO RICERCA INGLESE: 
TUTTA UNA QUESTIONE DI ORMONI
Stress e gravidanza, partoriscono come risultato bambini con problemi di comportamento e irascibilita'. Questo problema pare sia dovuto all'influenza che hanno gli ormoni sul feto durante questo periodo. E se la maggioranza di ormoni circolanti sono proprio quelli dello stress, il bambino ne fa una scorpacciata, insieme al resto del nutrimento. Ecco quanto suggerito da un recente studio dell'Istituto di Psichiatria del King's College di Londra, coordinato dalla professoressa Alina Rodriguez.
Gli scienziati londinesi hanno seguito oltre 1.700 mamme e i relativi figli dalla gravidanza alla scuola. Il risultato e' stato che nei bambini nati da mamme sotto stress durante i nove mesi avevano maggiori probabilita' di soffrire di disturbo da deficit di attenzione e iperattivita' (o ADHD) e, in linea generale, mancanza di autocontrollo.
Questa esposizione agli ormoni, potrebbe avere riflessi anche sulle capacita' manuali dei bambini i quali, secondo gli scienziati, ne acquisiscono il pieno controllo piu' tardi nelle vita. Questo fattore potrebbe anche essere un indicatore per una diagnosi precoce di ADHD, sostengono i ricercatori.
Notiziario Minori, 10 maggio 2011
AUTISMO, PIÙ A RISCHIO I BIMBI NATI IN INVERNO
RICERCA PUBBLICATA SULLA RIVISTA EPIDEMIOLOGY
L'autismo e' una malattia che compromette sia le abilita' cognitive dei bambini che ne soffrono, sia la capacita' di rapportarsi in modo naturale al mondo esterno. Il piccolo autistico appare isolato in una sua bolla protettiva, disinteressato a cio' che avviene attorno a lui. Ancora avvolta in parte nel mistero, questa patologia ha probabilmente piu' cause, da quella genetica a fattori ambientali o traumatici. Comunque sia, la ricerca medica continua a studiare l'autismo per giungere a stabilire delle terapie che possano, se non guarire chi ne e' affetto, almeno attenuarne i sintomi.
A volte, tra le varie scoperte, alcune sembrano piu' che altro curiosita' statistiche. Stando ai ricercatori americani, i bambini che sono stati concepiti nei mesi invernali, avrebbero il 16% in piu' di probabilita' di sviluppare questa malattia. Gli studiosi dell'Universita' della California, per giungere a queste conclusioni, hanno esaminato 7 milioni di bambini nati tra gli anni '90 e i primi del 2000, diagnosticando 19mila casi di autismo.
Attraverso un'indagine incrociata con il mese di nascita dei piccoli affetti da autismo, hanno scoperto che quelli concepiti nei mesi invernali (con un picco massimo a marzo), sono piu' numerosi rispetto a quelli concepiti in estate (con picco minimo a luglio). "Questo potrebbe essere dovuto a diversi fattori ambientali - hanno spiegato i ricercatori californiani - come l'esposizione a virus stagionali o la carenza di vitamina D".
E chissa' se veramente il fattore stagionale ha un peso oppure si tratta di un mero caso, certo che programmare un figlio sulla base di queste notizie mi sembrerebbe davvero un po' esagerato.
Comunque sia, tutti i dati relativi a questo (peraltro imponente) studio sono stati pubblicati sulla rivista Epidemiology.
Notiziario Minori, 10 maggio 2011
MARCHE, LA REGIONE DEGLI ORATORI: IN 2 ANNI 
DECUPLICATI VENTISEI I PROGETTI IN CORSO
Il presidente della Conferenza Episcopale Marchigiana monsignor Luigi Conti e il presidente della regione Marche Gian Mario Spacca hanno rinnovato stamattina la sottoscrizione del protocollo d'intesa per la valorizzazione della funzione socio-educativa degli oratori nel corso di un incontro a Colle Ameno di Ancona. Pochi i cambiamenti rispetto al precedente accordo e tutti di carattere tecnico finalizzati alla semplificazione burocratica dei rapporti tra i due soggetti. "E' con particolare piacere - commenta Spacca - che sottoscriviamo l'accordo proprio in questi giorni. E' anche questo un modo per rendere omaggio, mentre sono ancora vive nella nostra mente le immagini della sua beatificazione, a Papa Wojtyla, una figura che continua ad essere un faro per i milioni di giovani in tutto il mondo a cui ha sempre prestato la massima attenzione. E' quello che nel nostro piccolo proviamo a fare anche noi con questo protocollo convinti che il futuro dei nostri figli sia il futuro di tutta la comunita' e che gli oratori abbiano una funzione sociale ed educativa preziosa nei confronti dei giovani. Parliamo infatti di luoghi di aggregazione che, in stretto rapporto con le famiglie, favoriscono da decenni la crescita delle migliori doti dei ragazzi e lo sviluppo delle loro potenzialita'. Il pallone, la chitarra, la batteria, il gruppo, il nuoto, il campeggio, il canto, le letture, raccolti dentro il contenitore "oratorio" permettono di trovare armonie tra fisico, psiche ed etica e di prevenire situazioni di rischio o disagio.
Questo accordo ha gia' dato frutti importanti: sono stati avviati ben 26 progetti volti ad aumentare le capacita' di discernimento dei ragazzi di fronte ad una realta' estremamente complessa. Su questa strada vogliamo continuare".
"È proprio questa tradizione dei nostri oratori - sottolinea monsignor Conti - che ha formato numerose generazioni di uomini e donne che oggi ci ricordano l'importanza insostituibile dell'educazione e, allo stesso tempo, degli oratori come luoghi di incontro, di crescita umana e spirituale e di formazione per i giovani. Questa intesa tra autorita' civile e religiosa favorira' sicuramente tale dinamica virtuosa e gli oratori da sempre deputati ed attenti alle necessita' della gioventu' e luoghi di ascolto, accoglienza, condivisione. Luoghi aperti a tutti, cattolici e non, pronti a trovare ed affrontare le nuove sfide dell'educazione, pronti a rispondere agli orientamenti dei Vescovi italiani con la necessita' di Educare alla vita buona del Vangelo: "l'oratorio. Esso accompagna nella crescita umana e spirituale le nuove generazioni e rende i laici protagonisti, affidando loro responsabilita' educative. Adattandosi ai diversi contesti, l'oratorio esprime il volto e la passione educativa della comunita', che impegna animatori, catechisti e genitori in un progetto volto a condurre il ragazzo a una sintesi armoniosa tra fede e vita. I suoi strumenti e il suo linguaggio sono quelli dell'esperienza quotidiana dei piu' giovani: aggregazione, sport, musica, teatro, gioco, studio". Il Vangelo, la buona notizia di cui tutti hanno bisogno e, in modo speciale i nostri giovani, oggi dove la cultura dominante non e' la positivita' della vita ma l'oscuramento delle belle prospettive che la vita ha e propone di affrontare e vivere. Questo accordo puo' dare un sostegno ma sta a tutti noi dare senso alle scelte e alle priorita' che si devono sviluppare all'interno dei percorsi educativi a cui tutti dobbiamo contribuire: Vescovi, sacerdoti, laici".
"La necessita' di modificare dopo appena due anni il protocollo e' motivata da un suo completamento e allargamento", dichiara l'assessore ai Servizi sociali Luca Marconi. "Da una parte - prosegue Marconi - semplifichiamo la procedura come richiesto dalla ConferenzaEpiscopale Marchigiana facendo raccogliere i progetti nell'unica sede regionale dove verranno presentati e approvati. Dall'altra introduciamo unpunto significativo che consente l'erogazione dei finanziamenti anche per il semplice funzionamento strutturale dell'oratorio. Infatti in soli due anni il numero degli oratori e' quasi decuplicato e la fase di formazione degli operatori, per la quale sono stati impiegati i fondi relativi ai 25 progetti per primi due anni, e' stata brillantemente completata. La rete degli oratori si unisce ad altre operanti e da attivare per l'infanzia, la famiglia e l'aggregazione giovanile, tutte realta' destinate a svolgere un lavoro prezioso e insostituibile di educazione e prevenzione delle dipendenze che colpiscono in modo sempre piu' pesante i giovani marchigiani. Offriamo cosi' alle famiglie luoghi di ritrovosani puliti e liberi per i loro figli dove impiegare il tempo libero e crescere con punti di riferimento solidi".
Notiziario Minori, 10 maggio 2011
SIPPS: PARTE LA CAMPAGNA 'LA SALUTE DI MANO IN MANO'
PREVENZIONE PER 22.000 BAMBINI NELLE SCUOLE PRIMARIE
La Societa' italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps) da' il via ad una campagna educativa rivolta a bambini e insegnanti delle scuole primarie, promossa nell'ambito delle iniziative dell'Organizzazione delle Nazioni Unite e dell'Unicef per la Giornata mondiale della pulizia delle mani, con l'obiettivo di incoraggiare l'igiene delle mani nelle scuole. La campagna 'La salute di mano in mano', e' in partenza dalle regioni Campania e Lombardia e coinvolge circa 150 scuole primarie e 1.000 classi elementari, per un totale di 20.000 bambini e 1.000 insegnanti.
Le malattie infettive continuano ad occupare i primi posti fra le priorita' sanitarie; eppure basterebbe un semplice gesto di prevenzione quotidiana, come lavarsi le mani, per ridurne la diffusione nelle scuole, negli ospedali e nei principali luoghi di incontro. Una corretta igiene delle mani, secondo l'Oms, riduce infatti l'incidenza delle infezioni gastrointestinali del 30% e di quelle respiratorie del 40%. La scuola e' uno degli ambienti a maggior diffusione di infezioni, in particolare respiratorie e gastrointestinali.
Alcune abitudini tipiche degli alunni, infatti, come mettere in bocca gli oggetti o utilizzare i bagni comuni, associate ad una scorretta igiene personale, facilitano la diffusione di microrganismi che possono causare malattie. Il progetto, effettuato in collaborazione con l'Associazione italiana genitori (A.Ge.), prevede la realizzazione di riunioni fra i docenti delle scuole primarie coinvolte con i pediatri delle sezioni regionali Sipps, in cui vengono trattati i diversi aspetti dell'igiene delle mani nella scuola. Ad ogni classe viene, invece, consegnata una cartellina contenente un vademecum sull'igiene delle mani per i docenti, e materiale didattico e ludico per gli alunni, per avvicinarli all'igiene delle mani attraverso giochi di societa' (tra cui il 'Manopoli', adattamento dello storico gioco), cruciverba, giochi enigmistici, schede didattiche e poster, appositamente ideati per sensibilizzarli a questo tema.
Sotto la guida dei loro insegnanti, ogni classe potra' realizzare materiale visivo (poster, disegni, filmati, ecc.) o descrittivo (temi, reportage, ecc.) sull'igiene delle mani, con cui partecipare ad un concorso indetto dalla Sipps, in collaborazione con la Casa Editrice Scientifica Editeam. Gli elaborati dovranno essere inviati a Editeam, via Gennari, 81 - 44042 Cento (Fe), entro il 10 Giugno 2011. La premiazione dei vincitori si svolgera' sabato 15 ottobre 2011 in occasione della Giornata Mondiale per la pulizia delle mani.
"L'eta' scolare e' quella in cui i bambini creano le basi del loro stile di vita, per questo motivo la Societa' ha portato avanti un importante progetto di prevenzione per diminuire l'incidenza delle malattie infettive- ha dichiarato il presidente Sipps, Giuseppe Di Mauro- Attraverso le attivita' ludiche e di divertimento i bambini riescono ad apprendere piu' velocemente abitudini di vita salutari e per questo che la Sipps punta sui bambini anche per fare applicare dalle loro famiglie le regole per l'igiene delle mani apprese dalla scuola".
Notiziario Minori, 10 maggio 2011
ORA IL LATTE SI SCAMBIA ON LINE, RISCHIO
DI INFEZIONI L'AGENZIA FRANCESE DELLA
SANITÀ LANCIA L'ALLARME IN EUROPA
Latte materno online. Gia', questa e' la nuova tendenza. Molte donne mettono il loro latte su siti internet e lo scambiano con donne meno fortunate, soprattutto tramite Facebook. La moda sta dominando soprattutto negli Usa ed e' arrivata anche in Europa. In Italia per fortuna non ha ancora riscosso molto successo, ma la preoccupazione e' tanta. Questo il motivo che ha spinto l'Agenzia francese di sicurezza sanitaria (Afssaps) a lanciare, nei giorni scorsi, un'allerta sui rischi di trasmissione di agenti infettivi, come le meningiti, rosolia, epatiti, Hiv.
Il problema di base sta nel fatto che questo latte non e' controllato e di conseguenza potrebbe portare gravi infezioni.
L'ente francese ha deciso di mettere "vivamente in guardia" le persone tentate a seguire questa pratica a causa dei numerosi rischi sanitari per il neonato.
Sono proprio i nostri bambini a essere particolarmente a rischio: purtroppo non viene fatto nessun controllo microbiologico e sierologico se la donazione e' fatta al di fuori di strutture dedicate. Quello quindi che puo' sembrare un valido aiuto e' un pericolo. Non bisogna farsi tentare, ne' affidarsi quindi solo alla rete globale The Human Milk for Human Babies Global Network.
Se si vuole sapere quali sono i centri autorizzati, l'agenzia sanitaria francese ricorda che la lista delle strutture accreditate e' disponibile in tutte le Agenzie regionali di sanita'.
Notiziario Minori, 10 maggio 2011

venerdì 6 maggio 2011

ESSERE MAMMA: LA MAPPA MONDIALE 
DELLE DISUGUAGLIANZE LA NORVEGIA  E'
IN  CIMA ALLA LISTA DEI PAESI MIGLIORI
Se la Norvegia e' il paese in cui le madri vivono nelle migliori condizioni, l'Afghanistan e' invece all'estremo opposto. Lo riferisce l'Indice delle madri, contenuto nel 12esimo "Rapporto sullo stato delle madri nel mondo" di Save the Children, che stila una classifica mondiale e mette nero su bianco le disuguaglianze a livello planetario. La graduatoria e' stata elaborata considerando il livello di benessere materno-infantile in 164 paesi presi Ne e' emerso che la top ten dei peggiori paesi e' composta da Afganistan, Niger, Guinea Bissau, Yemen, Chad, Repubblica Democratica del Congo, Eritrea, Mali, Sudan, Repubblica Centro Africana. Al contrario, i 10 paesi in cui il benessere di madri e bambini e' massimo sono Norvegia, Australia, Islanda, Svezia, Danimarca, Nuova Zelanda, Finlandia, Belgio, Paesi Bassi, Francia. L'Italia scivola da 17esimo al 21esimo posto (vedi lancio successivo). I parametri presi in esame per la classifica sono vari e vanno dagli indici di mortalita' infantile e materna all'accesso delle donne alla contraccezione, dal livello di istruzione femminile e di partecipazione alla vita politica ai tassi di iscrizione dei bambini a scuola.
Confrontando i dati delle performance migliori e peggiori si evidenziano profondi squilibri e disuguaglianze. Alcuni esempi: in Norvegia ogni parto avviene in presenza di personale qualificato, mentre in Afganistan questo accade solo nel 16% dei casi. Ancora: una donna norvegese in media studia per 18 anni e vive fino a 83 anni, mentre una donna afgana studia per meno di 5 anni e vive mediamente fino a 45. Se l'83% delle norvegesi fa uso di contraccettivi e unanie infantile e materna,iori. dei paesi migliori, l' vita.ssivo)dizioni, l' primo mese di vita, 8 milioni zi o per tradizione su 175 perdera' il proprio bambino prima dei 5 anni, in Afghanistan meno del 16% delle donne ricorre alla contraccezione e una ogni 5 vedra' morire il proprio figlio nei suoi primi 5 anni di vita (cosi' come in Chad e Repubblica Democratica del Congo). "Il che significa che ogni donna, in Afganistan, va incontro alla perdita di un figlio nell'arco della sua vita". In Finlandia, Grecia, Islanda, Giappone, Lussemburgo, Norvegia, Singapore, Slovenia e Svezia solo un bambino ogni 333 muore prima dei 5 anni.
Gli squilibri non sono meno evidenti considerando altri paesi:
una donna ogni 14 in Chad e Somalia rischia di morire durante la gravidanza o il parto, mentre in Italia il rapporto e' meno di uno a 15 mila. Non esistono donne in parlamento in Qatar, Arabia Saudita e Isole Solomon, mentre in Svezia quasi il 50% dei posti e' occupato da donne. Infine, in Somalia 2 su 3 non sono iscritti alla scuola primaria, ma in Italia, Francia, Spagna e Svezia la maggioranza dei bambini frequenta tutti gli ordini scolastici.
Notiziario Minori, 6 maggio 2011
LA DURA VITA DELLE 10 MILA 'MAMME 
TEEN' ITALIANE SAVE THE CHILDREN 
PRESENTA LA RICERCA "PICCOLE MAMME"
In Italia ci sono oltre diecimila "mamme teen", cioe' giovani madri di eta' compresa fra i 14 e i 19 anni. Di queste, 2.500 sono minorenni, l'82% italiane e il 71% residenti al Sud. Sulla base di questa fotografia scattata dall'Istat nel 2008, Save the children ha deciso di indagare la situazione italiana attraverso la ricerca "Piccole mamme", realizzata coinvolgendo tre organizzazioni non profit di Milano, Roma e Napoli (rispettivamente Caf onlus, Il Melograno, L'Orsa Maggiore). L'indagine e' stata svolta intervistando 23 mamme giovani (10 italiane e 13 straniere) e 28 operatori.
Entrando nel merito dei dati, a Milano "emerge con particolare evidenza la percentuale, piuttosto alta, di mamme adolescenti di nazionalita' straniera (il 2,62% sul totale delle mamme straniere)". Nel territorio cresce anche l'incidenza delle giovani madri rispetto al totale delle madri: dallo 0,92% del 2005 allo 0,97% del 2008. Non si discosta molto Roma (1,82% di mamme straniere contro lo 0,74% delle madri italiane), mentre a Napoli il rapporto si capovolge: la percentuale di madri italiane e' piu' alta (3,46%) in confronto a quella delle mamme teen non italiane (1,41%). In termini assoluti, i dati partenopei risultano "molto significativi, se si considera che sono stati ben 377 i bambini nati nel 2008 da una mamma con meno di 18 anni e 1.169 i bambini con una mamma che non ha compiuto vent'anni" si legge nello studio.
I problemi e gli ostacoli per una madre teen sono numerosi, a iniziare dall'interruzione degli studi, l'abbandono delle relazioni con i coetanei, le difficolta' nell'inserimento sociale e lavorativo. "La famiglia di origine assume in molti casi un ruolo fondamentale - si legge nella ricerca -. Se da un lato questo legame rappresenta un sostegno indispensabile nel percorso di crescita dei due minori, mamma e bambino, dall'altra parte, come sottolineano gli operatori, esso tende ad assumere talvolta un ruolo dominante e a complicare il percorso di raggiungimento di un'autonomia". Per evitare questo, secondo Save the children e' necessario rafforzare la rete di protezione, con interventi specifici di sostegno.
"Le mamme adolescenti sono ragazze doppiamente vulnerabili - spiega Raffaela Milano, responsabile Programmi Italia-Europa di Save the children -, poiche' al delicato momento dell'adolescenza si aggiunge la maternita'. Il risultato e' spesso un sentirsi impreparate e inadeguate". Capita anche, a volte, che la gravidanza si inserisca in un quadro gia' multiproblematico "per cui e' necessaria una rete di supporto, da parte dei servizi sociali e sanitari, prevedendo anche una formazione ad hoc per gli operatori". A questo proposito Save the children formula precise raccomandazioni, chiedendo l'istituzione di una figura professionale di riferimento, interventi domiciliari, la predisposizione di servizi sanitari a misura delle giovani mamme, sostegno all'autonomia lavorativa e abitativa. Per quanto riguarda le straniere, si sottolinea che "la gravidanza precoce in situazione migratoria assume significati complessi e deve essere presa in carico con modalita' attente al versante transculturale".
Notiziario Minori, 6 maggio 2011
SCUOLA, PIEMONTE PIÙ EFFICIENTE, MA IL SUD RIMONTA
PRESENTATO A ROMA IL RAPPORTO TUTTOSCUOLA
Le scuole migliori di Italia? Carcatele a Biella, Torino e Lodi. Maglia nera del sistema scolastico, invece, le province di Napoli, Catania e Isernia. Sono alcuni dei risultati del secondo rapporto della qualita' nella scuola realizzato dal mensile Tuttoscuola, che ha messo insieme la classifica delle province e delle regioni piu' efficienti in base alla qualita' del sistema di istruzione misurato sulla base di 96 indicatori.
Dall'analisi emerge che la regione piu' efficiente e' il Piemonte: qui studenti e famiglie possono godere di servizi di alta qualita'. Quattro anni fa, in occasione del primo rapporto, la regione migliore era risultata l'Emilia Romagna e ora scivola al quarto posto. Comunque, complessivamente, negli ultimi 4 anni il sud ha fatto meglio del nord e del centro e ha recuperato parte dei suoi storici ritardi. Quanto alla classifica delle province, tra le grandi citta' Milano e' stabile al settimo posto, Bologna sale al 23mo, Venezia e' 40ma, Roma scende al 71mo posto.
Il Nord Ovest si conferma, come nel 2007, l'area territoriale dove la scuola e' piu' efficiente. Segue il Nord Est, poi il Centro. Sud e Isole sono fanalino di coda. Ma le novita' non mancano. Si parte dal primato del Piemonte che scalza l'Emilia Romagna. Mentre il Sud rimonta grazie anche ad una certa stabilita' del corpo docente. Resta forte, in tutta Italia, il divario fra maschi e femmine, problematica anche la dispersione scolastica.
Notiziario Minori, 6 maggio 2011
I BURATTINI DEL MOIGE CONTRO I BAMBINI FUMATORI
A 15 ANNI LA PRIMA SIGARETTA PER IMITARE GLI AMICI
Arrivano in Emilia-Romagna "Alessio e Sara in tour per la prevenzione al fumo minorile", i burattini del Moige, animati da artisti professionisti, che si esibiranno in spettacoli teatrali per scoraggiare le sigarette tra i giovanissimi. L'iniziativa nazionale itinerante e' promossa dal Movimento Genitori, con il patrocinio scientifico della Sipps, Societa' Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale. Saranno coinvolti oltre 18.000 bambini e piu' di 30.000 genitori, che dalla mattina fino al tardo pomeriggio potranno assistere agli spettacoli. Al termine ai ragazzi sara' donato un fumetto in ricordo della campagna, mentre alle famiglie sara' fornito un pamphlet informativo con i suggerimenti degli esperti per favorire il dialogo tra genitori e figli sul tema e promuovere una corretta conoscenza dei rischi derivanti dal fumo attivo e passivo.
I dati sul fumo sono allarmanti. Secondo la rilevazione Doxa del 2010 realizzata per l'Istituto Superiore di Sanita', in Italia fuma il 21,7% delle persone di 15 anni e piu', ovvero 11,1 milioni di cittadini italiani. La prima sigaretta viene accesa a 15 anni, anche se oltre il 34% dei ragazzi intervistati ha dichiarato di aver iniziato prima. Piu' di 8 giovani su 10 (85,3%) under 24 iniziano a fumare prima del diciottesimo anno di eta'. Sono molte le sigarette consumate: quasi il 13% dei minorenni ne fuma meno di 15 al giorno, mentre il 7,9% si spinge fino a 24 e c'e' un 1,3% che consuma oltre le 25 sigarette giornaliere. Sono allarmanti anche i motivi che spingono i giovanissimi a fumare: 7 intervistati su 10 (73%) hanno dichiarato che lo fanno perche' influenzati dagli amici.
Notiziario Minori, 6 maggio 2011

martedì 3 maggio 2011

CREA LA TUA CANZONE PER 150ESIMO DELL'UNITA' 
D'ITALIA DIREGIOVANI.IT RILANCIA 
L'INIZIATIVA DEL GR1 RAGAZZI-RADIO 1
Diregiovani.it rilancia l'iniziativa del Gr1 Ragazzi 'Crea la tua canzone per i 150° dell'Unita' d'Italia'. I ragazzi appassionati di musica ed impegnati in laboratori musicali scolastici possono candidarsi ed arrangiare a modo loro, parole e partitura di 'L'Italia e' patria, e' liberta'', canzone inedita dedicata alle nuove generazioni, scritta e musicata da Mariella Nava e Franco Migliacci. Gli autori dei migliori arrangiamenti saranno invitati in studio come protagonisti di una puntata del Gr 1 Ragazzi. Per partecipare:
www.diregiovani.it/news/crea-la-tua-canzone-per-i-150-dellunita-di ta.d (Wel/ Dire)
Notiziario Minori, 3 maggio 2011
LAZIO, "DAL TURISMO MIGLIAIA OPPORTUNITÀ 
PER I GIOVANI" ZEZZA: "STANZIATI QUASI 3 MLN 
PER POTENZIARE OFFERTA FORMATIVA"
"Il settore turistico-alberghiero rappresenta una valida e qualificata possibilita' occupazionale per tanti giovani della nostra Regione. Solo lo scorso anno, nonostante le oltre 11 mila nuove assunzioni, un'azienda su tre ha avuto difficolta' nel reperire il personale qualificato di cui aveva bisogno. Per questo la Giunta Polverini sta mettendo in campo numerose iniziative per favorire l'incrocio tra la domanda e l'offerta di lavoro nei settori strategici dell'economia laziale". Lo ha dichiarato l'assessore al Lavoro e Formazione della Regione Lazio, Mariella Zezza, partecipando ad un incontro organizzato dall'Associazione direttori d'albergo, per presentare due nuove iniziative per la formazione nel settore alberghiero.
Nello specifico, i due interventi riguardano l'istituzione di borse di studio, con tirocini in Italia e all'estero, per gli studenti piu' meritevoli degli Istituti di Formazione Superiore del Lazio e l'avvio di un corso di laurea triennale in Scienze del Turismo organizzato in collaborazione con la scuola di istruzione a distanza dell'Universita' Tor Vergata.
Notiziario Minori, 3 maggio 2011
3 ORE DI TV AL GIORNO, SPUNTINI E BIMBI 
FUORI FORMA 'A SCUOLA INFORMA', MODAVI 
ONLUS CON IL MINISTERO DELLA GIOVENTÙ
Tre ore di tv al giorno, attivita' fisica prossima allo zero e pienone di spuntini a tutte le ore. Ecco come i bimbi italiani vanno fuori forma. A mettere insieme il quadro e' stata la Modavi Onlus che, con il patrocinio del ministero della Gioventu' e del dipartimento per le Pari Opportunita', ha raccolto una serie di dati sulle abitudini dei nostri bambini nel corso del progetto 'A Scuola InForma', nato per promuovere i corretti stili di vita. Sono stati coinvolti 20 mila bimbi fra 13 e 18 anni insieme ai loro genitori e docenti.
Toccate le cinque regioni (Lazio, Puglia, Calabria, Campania, Sicilia) dove il problema dell'obesita' infantile e' piu' sentito. Un comitato scientifico si riunisce periodicamente per valutare gli esiti del progetto. Ne fanno parte, fra gli altri, Emanuela Rampelli, dirigente del Dipartimento per la Gioventu', e la specialista in Scienze dell'alimentazione Carla Favaro. I dati sono stati presentati oggi a Roma.
PASTI, SI SALTA SOLO LA COLAZIONE - Il 39% dei ragazzi non fa colazione regolarmente. Chi la fa opta per prodotti classici (il 67% mangia latte, il 48% biscotti). Solo il 5% consuma frutta.
Rispettato il pranzo con quasi il 100% dei bambini che consuma pasta o riso. Bassissimo, intorno all'8%, il consumo di pesce.
Irrinunciabile anche la cena dove vincono panini imbottiti (49%), pizza 829%), patatine fritte (14%) a scapito di cibi piu' sani.
SPUNTINI CHE PASSIONE - Merendina a meta' mattinata, spuntino di pomeriggio, sgarro dopo cena. Il fuori pasto e' un must per i piu' piccoli. Il 60% fa merenda la mattina, il 75% di questi mangia panini o pizza. Il 17% preferisce gli snack. Solo il 3% consuma frutta. A meta' pomeriggio il 39% degli intervistati mangia regolarmente di nuovo anche se ha pranzato. Il 47% lo fa saltuariamente. Per il pomeriggio (38%) vincono gli snack, seguiti da merendine e dolci (24%). Dopo cena solo il 9% mangia di nuovo, il 27% lo fa qualche volta. Vincono snack (28%), seguiti da pizza e panini (24%).
POCO SPORT, MA TANTA TV - Oltre un terzo degli intervistati ha ammesso di non fare mai sport. Solo il 15% va a scuola in bici o a piedi. Il 47%, comunque, fa sport regolarmente, il 13% saltuariamente. Vincono le attivita' sedentarie. Nel tempo libero il 34% usa il Pc, il 13% guarda la Tv. Il 64% degli intervistati guarda piu' di tre ore di televisione al giorno. Davanti al Pc si passano in media da una a due ore.
I COMMENTI - Il progetto 'A Scuola InForma' commenta Irma Casula, presidente di Modavi Onlus, "ha il merito di educare i ragazzi ad una corretta alimentazione, incentivandoli a praticare quotidianamente una attivita' sportiva". Sovrappeso e obesita' "sono fattori di rischio per numerose patologie croniche- commenta Carla Favaro, specialista in Scienze dell'alimentazione- Per questo e' importante educare gli adolescenti a corretti stili di vita".
Notiziario Minori, 3 maggio 2011
CHI NASCE IN PRIMAVERA "PORTATO" 
PER L'ANORESSIA BAMBINI PIÙ SOGGETTI
ANCHE ALLE ALLERGIE ALIMENTARI
La primavera e' un amante crudele, almeno quando si parla di anoressia. I bambini nati durante tale stagioni sono infatti piu' soggetti a malattie alimentari, come l'anoressia nervosa.
Cio' e' sostenuto da una ricerca del Wellcome Trust Centre for Human Genetic, (Regno Unito) diretta dal dottor Lahiru Handunnetthi e pubblicata sul "British Journal of Psychiatry".
Gia' studi precedenti avevano indicato nei mesi primaverili un periodo particolarmente delicato per disturbi mentali come depressione maggiore, disturbo bipolare e schizofrenia. Allora la squadra del Welcome Trust ha indagato su una possibile relazione tra disturbi alimentari e periodo dell'anno in questione. A tale scopo sono sono stati selezionati 1.300 malati di anoressia nervosa, esaminando stato di salute e giorno di nascita.
Risultato, e' stato individuato un numero di pazienti nato in primavera significativamente maggiore rispetto a quelli nati in stagioni diverse.
Nonostante i dati siano notevoli, la ricerca e' ancora in corso:
primo obiettivo da raggiungere, capire il perche' di tale relazione tra disagio psichico e momento temporale.
Notiziario Minori, 3 maggio 2011