martedì 21 dicembre 2010

TRA MUSICA E SPETTACOLI, ECCO ROMA CITTÀ
PER BAMBINI TUTTE LE INIZIATIVE ORGANIZZATE
DA ZETEMA PER I PIÙ PICCOLI
Roma diventa Citta' Natale e si prepara a riempire le sue piazze, le sue chiese e i suoi teatri di iniziative e incontri tutti dedicati alla tradizione natalizia. E Natale, si sa, e' da sempre la festa dei bambini, spettatori privilegiati di concerti e spettacoli organizzati da Zetema Progetto Cultura.
Si parte con la Christmas parade che portera' in piazza Anco Marzio fino al 9 gennaio canti di Natale, poesie in dialetto, folletti e renne magiche, mentre domani andra' in scena all'Auditorium Seraphicum 'Un Natale da favola', il concerto dedicato alle piu' celebri colonne sonore dei film di Walt Disney.
Il 25 dicembre alle 18.30 tutti a Cesano a cantare insieme ai Neri per caso che si esibiranno con un repertorio di canzoni natalizie. Ma l'appuntamento preferito dai bambini sara' il 27 dicembre a piazza di Porta San Giovanni per lo spettacolo 'Aspettando la Befana'. Questa volta i protagonisti saranno proprio i piu' piccoli affiancati da alcuni cantanti del programma televisivo 'Io canto' insieme a Fabio Puglisi e Andrea Bortoloni.
Dal 27 al 29 dicembre ecco una tre giorni a favore dell'ambiente con 'Roma, Natale verde', in programma al Technotown di Villa Torlonia per educare a un Natale ecosostenibile. I bambini dai 4 agli 11 anni potranno imparare a realizzare creazioni natalizie con materiale di riciclo e d'uso comune, mentre per i ragazzi piu' grandi la sera, sempre al Technotown, i Verderame in concerto presenteranno il loro nuovo album. Tra le iniziative organizzate nell'ambito di Roma citta' Natale, anche 'Buon Natale Italia', un concorso artistico natalizio per bambini, e 'Giochi di strada nelle piazze di Roma' previsto oggi, domani, il 23, 29 e 30 dicembre a piazza San Lorenzo in Lucina. Infine, a partire da oggi e fino al 9 gennaio tutta la citta' splendera' di 'Luci di Natale', opere d'arte fatte di luce che saranno esposte in tutte le piu' note piazze della citta' incanteranno grandi e piccoli.
Notiziario Minori, 21 dicembre 2010
REGALI DI NATALE, PEDIATRI: "SOLO 
QUELLI SICURI" 'ATTENTI AI REQUISITI 
DI SICUREZZA: SIGLA 'CE' E FASCIA D'ETÀ'
"Natale e' tempo di regali per i bambini, ma taluni giochi possono costituire un'insidia alla salute dei nostri piccoli. Alcune semplici regole ci aiutano a scegliere meglio i prodotti piu' idonei a garantire la sicurezza dei bimbi e ad evitare rischi". Cosi' Giuseppe Mele, presidente della Federazione italiana medici pediatri (Fimp). "La scelta di un qualsiasi tipo di giocattolo non puo' innanzitutto prescindere dal requisito della sicurezza: occorre comprare articoli che siano in possesso degli standard previsti dalle normative europee e che rispettino parametri determinati- prosegue Mele- La legge tutela i consumatori e la sigla 'CE', obbligatoria in tutta Europa, indica che un prodotto e' in regola con la normativa vigente. Non solo. Anche altri indicatori, come la fascia di eta' presente nelle confezioni, vanno tenuti nel giusto conto per evitare spiacevoli conseguenze derivanti dal non corretto utilizzo dei giochi da parte dei bimbi".
"E' poi di fondamentale importanza- continua il presidente della Fimp- che i genitori stessi 'imparino' a giocare con i figli. Sia per favorire lo sviluppo cognitivo e relazionale del bambino sia per guidarlo nel corretto svolgimento dell'attivita' ludica".
Ogni anno, secondo quanto segnalato dalla Fimp, i maggiori rischi per la salute dei bambini legati al gioco sono determinati non solo da contusioni e traumi da caduta, ma anche da ferite causate da articoli taglienti o appuntiti, da ingestione di oggetti o parti di essi, da inalazione di sostanze pericolose e anche da reazioni allergiche dovute a materiali non a norma.
"Giocare- conclude Mele- e' un diritto dei bimbi, impegnamoci per evitare che si trasformi in un pericolo per la loro salute".
 Notiziario Minori, 21 dicembre 2010


CON L'ALLATTAMENTO AL SENO PIÙ BRAVI 
A SCUOLA SECONDO I RICERCATORI DELLA
UNIVERSITY OF WESTERN AUSTRALIA
Secondo i ricercatori della University of Western Australia guidati da Wendy Oddy, i bambini che vengono allattati al seno per almeno sei mesi crescono piu' intelligenti manifestano capacita' piu' spiccate in matematica, nella capacita' di leggere e nella scrittura fanno meno errori di ortografia. Una dato sorprendente che rende piu' concreto alcune tesi che hanno gia' trattato l'argomento.
L'effetto dell'allattamento al seno, in particolare, funziona nei maschietti piu' che sulle femminucce. Il motivo? Gli esperti sostengono che dipenda da un legame piu' forte che si instaura con la madre durante l'allattamento, a cui i figli maschi sono particolarmente legati. Inoltre, alcune sostanze presenti nel latte materno possono contribuire a sviluppare il cervello.
Per giungere a questo risultato, lo studio ha toccato oltre mille donne dalla 18 esima settimana di gravidanza. Sono state seguite per tutto l'iter della gestazione fino a giungere al decimo anno di vita. Hanno considerato anche elementi culturali della mamma e i relativi risultati scolastici del pupo.
Gli autori hanno spiegato che "l'allattamento al seno per almeno sei mesi e' significativamente associato a un aumento dei punteggi in matematica, lettura, scrittura e ortografia per i ragazzi, mentre nessun effetto e' stato visto sulle ragazze. In media i ragazzi sono meno bravi rispetto alle loro coetanee, ma i loro punteggi migliorano se sono stati allattati per sei mesi o piu'".
Notiziario Minori, 21 dicembre 2010
ADOLESCENTI, IL WEB E LA PERCEZIONE 
DELLA CRISI UNO SU QUATTRO SI RENDE
CONTO DEI PROBLEMI ECONOMICI

Uno su quattro usa il cellulare per oltre quattro ore al giorno, il 17% si innamora su Internet, uno su tre non ama leggere, quasi il 28% dichiara di bere superalcolici e il 17,6% pensa che non c'e' niente di male a ubriacarsi. È l'identikit dell'adolescente italiano secondo l'indagine condotta da Eurispes e Telefono Azzurro attraverso questionari somministrati a ragazzi tra i 12 e i 19 anni.
Dall'indagine emerge una fotografia a tutto campo, che prende in considerazione una molteplicita' di temi: dalla crisi economica ai rapporti in famiglia, passando per media e nuove tecnologie, tempo libero, comportamenti, alimentazione e rapporto con il proprio corpo.
I risultati dell'indagine evidenziano, innanzitutto, che piu' di un adolescente su quattro ritiene che la propria famiglia sia stata colpita dalla crisi economica, mentre una certa percentuale ha dichiarato di aver riscontrato difficolta' della famiglia ad arrivare alla fine del mese. In particolare circa uno su tre afferma che, negli ultimi mesi, in famiglia e' stata fatta piu' attenzione alle spese per cibo e vestiario, mentre sale la percentuale di coloro che indicano una diminuzione delle spese relative al tempo libero. Cio' nonostante la paghetta non risente della crisi e la quasi totalita' degli intervistati dispone settimanalmente di soldi. I maschi spendono soprattutto nelle uscite con gli amici, le femmine nello shopping, ma solo uno su 10 e' attento a risparmiare. In ogni caso il 10,6% del denaro viene speso per le ricariche telefoniche.
Notiziario Minori, 21 dicembre 2010
LA SINDROME DELL'OCCHIO PIGRO? SI CURA CON
L'AGOPUNTURA STUDIO DELL'UNIVERSITÀ DI HONG KONG
Quella dell'occhio pigro, e' una sindrome molto diffusa tra i bambini, che disturba soprattutto quando comincia la scuola. Tecnicamente si chiama ambliopia, ed e' un difettoso coordinamento occhi-cervello, a causa del quale un occhio si sobbarca il lavoro maggiore rispetto all'altro. Si riesce a correggere, ma spesso causando un grosso disagio al bambino, proprio in quanto costretto a tenere coperto l'occhio che ci vede meglio.
Tuttavia, dall'oriente arrivano confortanti notizie a proposito di una nuova tecnica molto efficace per superare questa sindrome.
In realta' si basa di una terapia antichissima: l'agopuntura. I ricercatori dell'Universita' di Hong Kong, coordinati dal dott. Jianhao Zaho, hanno effettuato degli studi su 88 bambini in eta' compresa tra i 7 e i 12 anni, affetti da ambliopia, e divisi in due gruppi.
Una parte del campione e' stata curata tradizionalmente con l'ausilio della benda cerottata e degli occhiali correttivi, e gli altri con sedute settimanali di agopuntura (5 giorni su 7) piu' le lenti correttive. Il tutto per un periodo di 25 settimane. Alla fine della terapia, e' risultato che 17 bambini su 43 che erano stati sottoposti ad agopuntura hanno risolto il loro problema visivo (41,5% del campione), contro i soli 7 pazienti su 45, curati con il cerotto (16,7%).
Alla luce di questi buoni risultati, anche qui in Italia, dove l'agopuntura, antica tecnica orientale che cura stimolando attraverso aghi sottilissimi i punti energetici del corpo, e' assai diffusa, potrebbe sperimentarsi una terapia di questo tipo contro la sindrome dell'occhio pigro. Gli aghi vengono sistemati in zone specifiche in contatto con gli organi interessati, in questo caso il viso, la testa, le mani e le gambe. I risultati dello studio cinese sono stati pubblicati sulla rivista Archives of Ophthalmology.
Notiziario Minori, 21 dicembre 2010
ABITUDINI ALIMENTARI, GENITORI NON INFLUENZANO 
I FIGLI I RISULTATI DI UNO STUDIO AMERICANO
Se i figli hanno cattive abitudini a tavola non sempre e' colpa dei genitori. I comportamenti alimentari di mamma e papa', infatti, influenzano poco quelli dei figli, condizionati piu' da altri fattori. E' quanto sostiene uno studio americano pubblicato sul "Journal Epidemiol Community Health", che ha indagato la formazione del gusto dei ragazzi, con l'obiettivo di individuare misure in grado di orientare a un'alimentazione piu' sana. L'equipe di Youfa Wang, dell'Universita' John Hopkins (Maryland, Usa), ha analizzato tutti gli studi pubblicati su questo tema dal 1980 al 2009, approfondendo il lavoro sulle 39 ricerche considerate piu' complete. I risultati dell'analisi hanno a sorpresa smentito l'idea che la famiglia sia il principale punto di riferimento dei ragazzi. A determinare il loro gusto, invece, contano piu' la scuola, gli amici, i cibi locali e persino le politiche alimentari dei governi e quelle che regolano le scelte delle mense scolastiche.
Notiziario Minori, 21 dicembre 2010
CAFFEINA, INFLUISCE SUL SONNO E COMPORTAMENTO
DIURNO STUDIO AMERICANO PUBBLICATO 
SU JOURNAL OF PEDIATRICS
Troppi bambini consumano caffe' o bevande a base di caffeina. La notizia arriva da una ricerca della University of Nebraska Medical Center e pubblicata su Journal of Pediatrics, che ha anche provato ad individuare le conseguenze per la salute dei piu' piccoli. I dati scientifici sul consumo di caffeina tra i piu' piccoli e gli effetti sulla loro salute sono abbastanza limitati, anche se l'assunzione di caffeina da parte dei bambini e' stata spesso additata come principale causa dei loro disturbi del sonno e della loro abitudine di fare la pipi' a letto. Secondo i ricercatori, circa il 75% dei bambini statunitensi assume caffeina e questa influisce in modo negativo sulla loro qualita' del sonno, in maniera proporzionale alla quantita' assunta.
Nello studio, William Warzak e i suoi colleghi, hanno chiesto ai genitori di 200 bambini di eta' compresa tra i 5 e i 12 anni di riferire quale fosse la quantita' di snack e bibite consumate di media dai bambini nell'arco della giornata. "Alcuni bambini di soli 5 anni consumavano l'equivalente di una bibita in lattina al giorno, talvolta contenente caffeina - spiega il ricercatore - I bambini tra gli 8 e i 12 anni consumavano una media di 109 mg al giorno (di caffeina), l'equivalente di quasi tre lattine di una bibita da 12 once (33 cl)".
Come risultato, piu' caffeina consumavano i bambini e peggiore era il loro sonno notturno. Tuttavia, "contrariamente al credo popolare, non era piu' probabile che i bambini facessero la pipi' a letto se consumavano caffeina, malgrado questa sia un diuretico", ha dichiarato il coautore dello studio Shelby Evans.
Secondo i ricercatori, e' molto importante che i genitori siano a conoscenza del fatto che alcune bevande che i bambini amano sono particolarmente ricche di questa sostanza, che puo' influire negativamente sul loro sonno e sul loro comportamento durante il giorno.
Notiziario Minori, 21 dicembre 2010
PREMATURI, MAMMA CANGURO MEGLIO 
DELL'INCUBATRICE EFFETTI POSITIVI 
DAL CONTATTO PROLUNGATO CON LA MAMMA
Era il 1978 a Bogota' in Colombia quando per far fronte all'esigenza di salvare dei bambini nati prematuri, in assenza delle adeguate apparecchiature - incubatrici - nasce il metodo della mamma canguro. Il contatto per molte ore tra la pelle della mamma e quella del bambino ha salvato e permesso di far crescere molti bambini che altrimenti non sarebbero sopravvissuti.
Se in quel contesto era un'esigenza dettata dall'assenza di attrezzature, oggi questo metodo si sta diffondendo in molti nostri ospedali e a livello internazionale. Le testimonianze a favore di questo metodo riportate su La Repubblica arrivano dall'Ospedale Sant'Anna di Torino, dall'Istituto Neonatologo Burlo Garofalo di Trieste e dal Bambin Gesu' di Roma.
Il metodo sembra portare effetti positivi anche quando sono i papa' ad applicarlo, unica controindicazione gli sbalzi di temperatura che provocano un eccesso di riscaldamento del bambino. Come funziona il metodo della mamma canguro? Alle mamme viene dato un badge per entrare in ospedale per tutto il tempo che desiderano. Stanno sedute su una poltrona reclinata per diverse ore con il loro bambino appoggiato sulla pelle vestito solo di un pannolino e con la schiena coperta con un lenzuolo.
Il contatto con la pelle della mamma ha effetti migliori anche sulla respirazione del prematuro.
Certo il bambino deve avere condizioni stabili per stare fuori dall'incubatrice. Questi bambini continuano comunque ad essere collegati con tutti i loro tubicini.
A testimoniare l'utilita' di questo metodo anche l'associazione Onlus Scricciolo, a Trieste, fondata nel 2007 da un gruppo di genitori che hanno vissuto l'esperienza di figli prematuri e che oggi svolgono un'attivita' di sostegno per quanti si trovano a vivere la stessa esperienza.
Non sono previsti tempi ed orari, le mamme possono decidere di stare con il figlio per quante ore desiderano. Tra gli effetti positivi di questo metodo anche lo stimolo per il bambino a succhiare il seno materno.
Notiziario Minori, 21 dicembre 2010
IN  GERMANIA  LA  PRIMA  SCUOLA
PLURICONFESSIONALE  EBREI, MUSULMANI E 
CRISTIANI CON ATTIVITA' DIDATTICHE CONDIVISE
Apre in Germania la prima scuola pluriconfessionale. Per il prossimo anno scolastico e' prevista, infatti, e nella prima fase solo per gli alunni della scuola primaria, un istituto aperto ad allievi di fede ebraica, musulmana e anche cristiana. L'iniziativa e' delle autorita' scolastiche di Osnabrück, in Bassa Sassonia, e consentira' la frequenza degli alunni secondo accordi comuni dei responsabili delle rispettive comunita' religiose: la diocesi cristiana, la comunita' ebraica e l'associazione locale dei musulmani. I programmi, secondo quanto riportato sul sito tuttoscuola.com, prevedono la reciproca conoscenza delle caratteristiche religiose e culturali delle diverse fedi e attivita' didattiche condivise da tutti gli allievi.
Una commissione interconfessionale e' gia' al lavoro per definire nel dettaglio il progetto operativo.

Notiziario Minori, 21 dicembre 2010

martedì 14 dicembre 2010

MINORI.IN ITALIA TRIPLICATI QUELLI
IMMIGRATI RAPPORTO ISMU: 295 MILA 
NEL 2001, 941 MILA NEL DICEMBRE 2009
Triplicata la presenza di minori stranieri in Italia: da 295 mila unita' nel 2001 a 941mila al 31 dicembre 2009, piu' della meta' (581mila) sono nati in Italia. È quanto emerge dal XVI rapporto Ismu, presentato a Milano. Secondo gli ultimi dati Istat, relativi al 1^ gennaio 2009, il numero complessivo di minori stranieri presenti in Italia erano 862mila (con un aumento di 102mila unita' rispetto al 1° gennaio 2008): quasi i 2/3 di questo incremento sono determinati da bambini nati nel nostro Paese da genitori entrambi stranieri. "Si tratta di un contributo importante alla vitalita' demografica del nostro Paese, ma non risolutivo per invertire la tendenza al calo della natalita' in Italia", commenta il demografo Gian Carlo Blangiardo.
Il tasso di fecondita' delle donne straniere che vivono in Italia, e in modo particolare nelle grandi citta', sta diventando sempre piu' simile a quello delle italiane: si e' passati infatti da 2,5 figli per donna nel 2006 a 2,05 figli per donna nel 2009.
I valori si abbassano ancor di piu' nelle grandi citta' come Milano e Palermo (1,5), Roma (1,3), Napoli (1,2), dove il numero medio di figli per donna non raggiunge neppure tra le straniere il livello di ricambio generazionale. "Paradossalmente, proprio nelle grandi citta' del Sud il tasso di fecondita' delle donne straniere e' piu' basso", conclude Blangiardo.
Nel 2009 in Italia sono nati 74mila bambini stranieri. "Resta comunque alta la quota di minorenni che sono arrivati nel nostro Paese per ricongiungersi con i genitori", puntualizza Blangiardo.
Nel 2009, infatti, sono state presentate 71mila domande di ricongiungimento familiare, per un totale di 190mila persone.
"Per il 60% si tratta dei figli degli immigrati che vivono qui- spiega Bangiardo-. Nel 30% dei casi si tratta del coniuge".
Notiziario Minori, 14 dicembre 2010
ARRIVA LA "GUIDA AI FILM PER RAGAZZI"
OLTRE 700 SCHEDE E 200 FOTO PER 
CREARE PERCORSI CINEMATOGRAFICI
Una guida al cinema che parla il linguaggio dei ragazzi, con competenza, divertimento, precisione e passione e che puo' essere una preziosa alleata nella formazione dello sguardo di futuri spettatori. E' l'idea della 'Guida ai film per ragazzi' (Editrice Il Castoro), compilata da Michele Ravasio, Mattia Mariotti, Francesco Zurlo con Barbata Sorrentini e Orietta Mizzoni, frutto di un intenso lavoro redazionale durato tre anni. Si tratta di una guida ragionata, ricca di informazioni e curiosita', coloratissima e scritta con un linguaggio adatto ai piu' piccoli.
Uno strumento prezioso per orientarsi nell'universo del cinema per ragazzi. La Guida passa in rassegna oltre 700 schede di film disponibili sul mercato, reperibili in DVD, tutti regolarmente passati dalle sale cinematografiche. Uno strumento destinato a bambini e ragazzi (da 0 a 14 anni) - per la semplicita' di lettura e la grafica -, e a quei genitori che hanno bisogno di orientarsi nelle scelte, agli insegnanti che vogliono creare dei percorsi didattici e a tutti gli operatori che cercano una guida nel mare dei film per ragazzi.
La guida e' corredata da oltre 200 fotografie su 520 pagine ed e' uno strumento utile per costruire dei veri e propri percorsi tematici all'interno della cinematografia per ragazzi.
In ogni scheda di un film, infatti, oltre ai dati tecnici, sono indicate le principali categorie tematiche di riferimento, il genere e il suggerimento sull'eta' ideale dello spettatore.
Ogni scheda, inoltre, riporta anche la dicitura: "Se ti piace vedi anche", con cui si consigliano alcuni titoli che potrebbero essere apprezzati da chi ha amato un determinato film. Si tratta, pero', di consigli talvolta anche poco prevedibili, in grado magari di allargare un po' gli orizzonti pur rimanendo in territori contenutistici e/o formali simili.
Notiziario Minori, 14 dicembre 2010
PARTO NATURALE E I NEONATI SONO
PIU' AGITATI GLI STUDIOSI: "COLPA ALTI 
LIVELLI DELL'ORMONE DELLO STRESS"
I bambini nati con il cesareo sono piu' calmi di quelli nati con il parto naturale. La notizia arriva dallo studio condotto su 4000 bambini, pubblicato dalla rivista BJOG, "An International Journal of Obstetrics and Gynaecology". Gli autori dell ricerca, portato avanti nell'Institute of Reproductive and Child Health di Pechino, sono arrivati a questa conclusione intervistando i genitori di bambini in eta' prescolare, ponendo domande sul comportamento dei figli e incrociando le risposte con il metodo di nascita. E' risultato che i nati con il parto naturale sono bimbi piu' agitati di quelli messi al mondo con il cesareo. Ma gli effetti piu' evidenti sono stati rilevati per i figli avuti tramite parto naturale assistito dal forcipe.
La spiegazione di queste differenze comportamentali potrebbe risiedere nei livelli di cortisolo, l'ormone dello stress, che sono elevati nei bambini nati naturalmente, e che restano tali per almeno otto settimane, contribuendo a modificare lo sviluppo cerebrale del neonato. Secondo gli esperti, infatti, "un alto livello di cortisolo alla nascita e' anche legato a un maggior rischio di problemi psicologici nell'infanzia".
Notiziario Minori, 14 dicembre 2010
TAPPETTINI E PUZZLE, ANCHE IN FRANCIA 
DIVIETO IN VISTA COLPA DELLA 
FORMAMMIDE PRESENTE NEI PRODOTTI
Anche la Francia potrebbe mettere al bando tappetini e puzzle di gomma usati per far gattonare i bambini. Dopo il Belgio, anche le autorita' d'oltralpe decidono di vederci chiaro sulla possibile presenza, in questi oggetti, di formammide, sostanza tossica e cancerogena.
I tappetini, composti da diverse parti di colori differenti, sono fabbricati con un materiale plastico simile a quello utilizzato nelle palestre. La formammide, presente nella maggioranza di questi prodotti, si utilizza per renderli piu' morbidi. Ma questa sostanza se inalata o ingerita e' irritante per gli occhi e per la pelle, oltre ad essere cancerogena sul lungo periodo. La decisione del Belgio sembra anticipare solo un'indicazione della Ue che, a partire dal 2013, bandira' definitivamente la formammide in tutti i Paesi.
Notiziario Minori, 14 dicembre 2010

sabato 11 dicembre 2010

SCUOLA, L'85% DEI PROF ORGOGLIOSI DI INSEGNARE 
STUDIO CISL: MA IL 75% BOCCIA GELMINI
Lamentano paghe troppo basse, poco riconoscimento sociale e la difficolta' di lavorare in strutture inadeguate con mezzi spesso scarsi. Ma restano orgogliosi della loro professione. Non si rassegnano gli insegnanti italiani: l'85% di loro ama il proprio lavoro ed e' soddisfatto di stare in cattedra. E piu' del 60% e' pronto a farsi mettere i voti, a farsi valutare. Negativo, invece, il giudizio sulla riforma Gelmini, che incassa una sonora bocciatura dal 75% dei docenti. A scattare la fotografia del corpo docenti e' una ricerca che la Swg ha condotto per conto della Cisl Scuola dal titolo, presentata oggi a Roma, dal titolo 'Energie per il domani. La scuola italiana: valori e consapevolezza a servizio dei giovani e del paese'.
L'ORGOGLIO DI STARE IN CATTEDRA - I prof non mollano, sono consapevoli del loro ruolo sociale. Anche per questo, nonostante i tagli e le paghe basse, l'85% di loro si dice orgoglioso di stare in cattedra. Sono soprattutto i piu' anziani ad avere un forte senso di appartenenza. I piu' giovani soffrono un po' a causa della precarieta'. Davanti al cambiamento e all'innovazione non tutti sono pronti a buttarsi a capofitto: il 23% dei docenti e' 'tenace e virtuoso' e pronto a lanciarsi, il 26% resta 'timoroso', il 30% e' 'conservatore', i 'disincantati', secondo lo studio, sono il 21%. Quanto al rapporto con i giovani, solo il 46% (59% nel Nordest) dei docenti crede nelle capacita' e nella forza delle nuove generazioni. I ragazzi sono percepiti come fragili, disorientati e impacciati. Ma la scuola e' pronta a rimboccarsi le maniche per aiutarli. La nota dolente e', pero', la busta paga: per il 51% e' insufficiente. Manca, poi, il giusto riconoscimento sociale. E, secondo il 27% dei prof, scarseggiano i mezzi e le strutture.
RIFORMA KO, 75% LA BOCCIA - Giudizio nettamente insufficiente per il ministro Gelmini che incassa un voto medio di 3,6. Ben il 75% dei prof intervistati la boccia perche' "mette a repentaglio la qualita' dell'offerta formativa". I motivi della bocciatura? Per il 72% dei docenti le classi sono troppo numerose, il 54% boccia il maestro unico alle elementari, il 31% non ha apprezzato la riforma delle superiori. I tagli sono aspramente criticati.
ANCHE I PROF VOGLIONO LA PAGELLA - Il 66% degli intervistati vuole l'introduzione della valutazione mentre solo il 26% e' contrario. Sei docenti su dieci vedono di buon occhio l'idea di legare la loro carriera a sistemi che consentano a chi fa piu' dell'ordinario di emergere. Il 56% e' d'accordo anche a dare stipendi piu' alti ai meritevoli. Ma non mancano alcune riserve: non convince l'introduzione di meccanismi competitivi fra scuole per migliorare la qualita' del sistema educativo.
Notiziario Minori, 11 dicembre 2010
PARACETAMOLO, CON USO PRECOCE CAUSA 
ALLERGIE E ASMA STUDIO DELL'OTAGO UNIVERSITY 
DI WELLINGTON, IN NUOVA ZELANDA
Il paracetamolo, farmaco analgesico e antipiretico diffusissimo, conosciuto in Italia non tanto per il nome della sostanza ma per i nomi commerciali dei farmaci che lo contengono, circa 120 diversi farmaci, come la Tachipirina, l'Efferalgan, lo Zerinol, il Tachifudec, la Neocibalgina, il Buscopan, l'Actigrip ecc., secondo una ricerca dell'Otago University di Wellington, in Nuova Zelanda, condotta su 1500 bambini e pubblicata sulla rivista Clinical and Experimental Allergy, potrebbe essere causa dell'insorgenza di allergie e asma, soprattutto nei bambini che abbiano assunto la sostanza nei primi 15 mesi di vita.
L'autore dello studio, Julian Crane, ha dichiarato: "I bambini che hanno utilizzato il paracetamolo prima di aver compiuto 15 mesi, cioe' il 90% del campione monitorato, hanno il triplo di probabilita' in piu' di diventare sensibili agli allergeni e il doppio di probabilita' in piu' di sviluppare sintomi come l'asma verso i 6 anni. Le cause che legano il farmaco all'insorgenza di questi effetti collaterali, non sono ancora chiare e serviranno altre ricerche per far luce su questo aspetto. Inoltre, il paracetamolo, presente in molti farmaci per la cura del raffreddore e della tosse, e' stato dato molto liberamente ai bambini piccoli".
Per verificare gli effetti del farmaco sulla salute dei piu' piccoli, l'equipe neozelandese ha preso in esame quasi 1.500 bambini. Per farlo hanno reclutato, tra il 1997 e il 2001, 1.105 donne in gravidanza in due centri della Nuova Zelanda, Christchurch e Wellington. Una volta nati, i loro figli sono stati controllati a tre mesi, a 15 mesi ed a sei anni di eta'. Le mamme, di volta in volta, compilavano questionari in cui rispondevano a domande sul consumo di paracetamolo e sulla prevalenza dei sintomi dell'allergia quali respiro sibilante, febbre da fieno, rinite ed eczemi, asma ed eruzioni cutanee.
Quando i bambini hanno compiuto sei anni, i ricercatori li hanno sottoposti a test cutaneo per valutare la loro sensibilita' ad alcuni dei principali allergeni locali: erba di segale, latte di vacca, peli di gatto, cane e crine di cavallo. Hanno raccolto dei campioni di sangue e hanno analizzato la presenza degli anticorpi IgE, quelli che aumentano in presenza di allergia.

Notiziario Minori, 11 dicembre 2010
MAMME AL CELLULARE, BIMBI CON PROBLEMI 
COMPORTAMENTALI STUDIO DELLA UNIVERSITY 
OF CALIFORNIA DI LOS ANGELES
Un gruppo di ricercatori guidato dal Dott. Leeka Kheifets, epidemiologo presso la University of California di Los Angeles, afferma di aver trovato la prova che quando le donne in gravidanza li usano regolarmente, i loro figli hanno piu' probabilita' di avere problemi comportamentali. Lo studio non dimostra che l'uso del cellulare e' causa di questi problemi ma i ricercatori affermano che sarebbe interessante approfondirne i risultati.
Kheifets e il suo team hanno esaminato i dati provenienti da un campione di 28.000 bambini di 7 anni e delle loro madri che hanno preso parte ad uno studio danese che ha monitorato 100.000 donne che erano incinte tra il 1996 e il 2002.
Le madri di circa il 3 per cento dei bambini hanno dichiarato che i loro figli hanno problemi di comportamento cosiddetti "borderline" mentre un altro 3 per cento ha rilevato un comportamento anomalo, quali obbedienza o problemi emozionali.
Notiziario Minori, 11 dicembre 2010
I VIDEOGAMES NON FANNO MALE,
MA SOLO AI MASCHI MENTRE PREDISPONGONO 
LE RAGAZZE AD ATTEGGIAMENTI VIOLENTI
Se i vostri figli adolescenti vi hanno chiesto dei videogiochi come regalo di Natale, e voi siete restii perche' pensate che siano dannosi, ebbene, dovrete ricredervi, ma con delle riserve. I videogiochi non fanno male, non inducono all'abuso di alcool e sigarette, non danno dipendenza, non incitano alla violenzaà i figli maschi.
Ovvero, ritorna l'annosa questione dei giochi di "genere".
Ebbene, stavolta la fonte e', pero', piuttosto autorevole:
nientemeno che la prestigiosa Universita' di Yale, la quale si e' incaricata di monitorare 4018 teenagers, sia maschi che femmine, tra i 14 e i 18 anni, soliti dilettarsi con costanza ai videogiochi.
Il risultato di questa indagine statistica, pubblicato sulla rivista Pediatrics, ha evidenziato come solo il 5% circa dei giovani sia a rischio di sviluppare una forma di dipendenza da videogioco. Il restante 95%, non ne risente in alcun modo e, anzi, giocare alla playstation&co allontanerebbe da ben piu' pericolose abitudini, quali il fumo e la cannabis. L'unico problema in questo quadro confortante, e' che interessa i giocatori maschi.
Per quanto riguarda le ragazze campionate, invece, non solo l'attivita' ludica considerata non avrebbe effetti deterrenti sull'inclinazione al fumo, ma, in piu', predisporrebbe le giovani ad assumere atteggiamenti violenti e prevaricatori. In definitiva, i videogiochi non sono adatti alle bimbe. O meglio, un uso moderato non produce effetti di rilievo (anche se lo studio americano parla di un aumentato consumo di caffe' per entrambi), ma l'abuso, invece, avrebbe appunto una conseguenza sull'aggressivita' femminile.
Notiziario Minori, 11 dicembre 2010

martedì 7 dicembre 2010

LO SBADIGLIO È CONTAGIOSO, MA NON PER I 
NEONATI STUDIO DELLA UNIVERSITÀ DI STIRLING
Lo sbadiglio e' contagioso, ma non per i neonati. Almeno secondo un nuovo studio della Universita' di Stirling. Lo studio e' stato suddiviso in due parti. Nella prima fase e' stato chiesto alle neomamme di registrare quante volte il loro bambino sbadigliava.
Dai dati raccolti si e' potuto stabilire che in media, i neonati di eta' compresa tra i 6 e i 34 mesi, sbadigliavano due volte al giorno. Questo poi accadeva appena dopo il risveglio al mattino o dopo il sonnellino durante la giornata.
Una media sostanzialmente bassa, se paragonata a quella di un adulto, che si attesta a circa sette/nove volte al giorno.
Alla domanda se avevano notato qualche sbadiglio fatto dopo che qualcun altro aveva sbadigliato, le mamme hanno riferito di non aver riscontrato alcun sbadiglio "da contagio".
Nella seconda fase dello studio sono stati reclutati altri bambini di eta' media di due anni e, insieme ai neonati di prima, gli sono stati mostrati dei video in cui vi erano altri bambini.
Di questi alcuni sbadigliavano e altri no.
Alla fine delle proiezioni, solo 3 dei 22 bambini partecipanti al test ha sbadigliato dopo aver visto un altro bambino sbadigliare nel video.
Notiziario Minori, 7 dicembre 2010
VISITE AI MUSEI? NIENTE SPIEGAZIONI 
DAI DOCENTI E'ACCADUTO AD ASSISI E
DENUNCIATO DA TUTTOSCUOLA.COM
I turisti che dall'Italia si recano in Egitto sanno che le spiegazioni su piramidi, faraoni, mummie e tombe possono essere fornite solamente da guide egiziane autorizzate, tant'e' che, come capita a comitive italiane con guida al seguito, le autorita' locali impediscono l'impiego dell'esperto portato da casa. Si tratta di un monopolio discutibile, frutto probabilmente della politica di controllo e valorizzazione dei beni dell'antico Egitto da parte del famoso plenipotenziario dr. Zahi Hawass, Segretario Generale del Consiglio Supremo delle Antichita' (SCA).
Ma che l'obbligo di utilizzare solamente guide autorizzate ci fosse anche in Italia e' davvero sorprendente, tanto piu' se il divieto colpisce i docenti accompagnatori di scolaresche.
È capitato nei giorni scorsi ad una classe di una scuola media romana in visita alla Basilica di Assisi. Quando l'insegnante, all'interno della Basilica quasi deserta, ha cominciato ad illustrare ai propri alunni gli affreschi di Giotto e altri aspetti artistici del luogo sacro, e' stata avvicinata dai custodi e invitata a sospendere la sua spiegazioni. Alle proteste dell'insegnante che precisava di parlare ai propri alunni, continuando le informazioni gia' fornite in classe, i custodi sono stati fermi e irremovibili, invitando l'insegnante a sospendere qualsiasi spiegazione non consentita e, se credeva, di avvalersi soltanto delle guide autorizzate oppure delle audio guide fornite, a pagamento, all'ingresso della Basilica.
Ovviamente l'insegnante ha rifiutato.
"Temiamo che l'episodio non sia un caso isolato - scrive tuttoscuola.com sul proprio sito - e che simili immotivati e non accettabili divieti nei confronti di comitive scolastiche, che si avvalgono del proprio insegnante come guida, vengano imposti in altri luoghi di interesse artistico a Roma, Pompei o Firenze.Ci piacerebbe sapere - conclude la nota - cosa ne pensano i ministri dei Beni Culturali e dell'Istruzione, che spesso esortano ad una maggiore attenzione e impegno della scuola e dei docenti per i viaggi di istruzione".
Notiziario Minori, 7 dicembre 2010
INFLUENZA, FIMP: "I BIMBI PIU' COLPITI"
OLTRE H1N1, ARRIVANO ALTRI DUE VIRUS
DI ORIGINE AUSTRALIANA
"Anche quest'anno l'influenza stagionale rischia di mettere a letto molte persone.
Le stime parlano di un numero compreso tra i 2 e i 5 milioni di italiani che verranno colpiti dai virus influenzali. Oltre agli anziani, la fascia d'eta' piu' a rischio e' quella pediatrica, che va da 0 a 14 anni. Vaccini, antipiretici e antinfiammatori sono le 'armi' di cui tradizionalmente disponiamo contro questo male di stagione, ma anche alcune semplici regole di condotta possono aiutarci a combattere nel migliore dei modi l'influenza".
Cosi' Giuseppe Mele, presidente della Federazione italiana medici pediatri (Fimp). "Sappiamo che quest'anno circoleranno tre virus.
Oltre all'ormai noto virus 'pandemico' H1N1, ce ne saranno due stagionali di origine australiana. Virus che sono comunque coperti dall'attuale vaccino antinfluenzale. Cio' che manca semmai - prosegue Mele - e' un messaggio adeguato circa l'opportunita' della vaccinazione per proteggere anche i nostri bambini. Per ottenere un'efficace protezione contro l'influenza occorrerebbe infatti somministrare il vaccino a tutti i bambini e non solo a quelli che soffrono di malattie croniche, ai quali viene offerto gratuitamente". Quanto ai consigli del pediatra per superare il periodo influenzale, il presidente della Fimp ricorda che "la terapia dell'influenza e' sintomatica e, in particolare, prevede gli antipiretici. L'antibiotico si potra' rendere utile solo in una seconda fase, qualora cioe' si verificassero delle complicazioni, ad esempio alla vie respiratorie del bambino.
Durante il periodo invernale - continua Mele - e' meglio evitare di stare troppo a lungo in luoghi chiusi affollati e occorre arieggiare regolarmente i locali in cui si soggiorna. Anche un semplice gesto quotidiano come il lavarsi spesso le mani puo' risultare efficace per prevenire l'influenza stagionale. In caso di influenza invece - conclude il numero uno della Fimp - e' bene che i bimbi stiano a casa da scuola a riposarsi per recuperare le energie e che seguano una dieta adeguata, cioe' leggera e con molti liquidi che aiutano a riequilibrare la perdita degli stessi causata dall'alta temperatura data dalla febbre".
Notiziario Minori, 7 dicembre 2010
OGGI RACCONTO IO', LE FIABE SCRITTE
DAI BAMBINI UN MODO NUOVO PER IMPARARE
LA STORIA E SVILUPPARE LA CREATIVITA'
Un modo nuovo per imparare la storia e, al tempo stesso, sviluppare la propria creativita' attraverso la scrittura. A proporlo, con un invito rivolto a bambini e ragazzi tra gli 8 e i 14 anni a raccontare delle fiabe sul tema dei simboli di culture antiche e moderne, e' il concorso 'Oggi racconto io. La fantastoria del popolo migrante'. La settima edizione dell'iniziativa,organizzata dall'Associazione Youkali di Bologna in collaborazione con la Provincia, il Dipartimento di discipline storiche dell'universita' e altre realta' e con il contributo della cooperativa Coop Reno, offre a bambini e ragazzi residenti nel capoluogo emiliano o in altri Comuni limitrofi indicati nel bando un'occasione, originale e divertente, per approfondire conoscenze gia' acquisite o apprenderne di nuove, attingendo anche alla propria fantasia. I giovani partecipanti, dunque, dovranno impegnarsi a ricercare il significato di uno o piu' simboli legati a culture antiche o moderne, scoprendo come hanno influenzato o influenzano la vita quotidiana delle persone e raccontandone, poi, con l'invenzione di una trama avventurosa, l'origine e la storia. Il concorso non si rivolge, pero', solo a bambini e ragazzi, ma anche alle loro famiglie. Un aspetto interessante di 'Oggi racconto io. La fantastoria del popolo migrante' e' proprio questo: i genitori potranno fare le ricerche e costruire le fiabe insieme ai figli, offrendo stimoli e idee, ma ricevendone altre in cambio, in una logica di collaborazione e aiuto reciproco. Cinque le sezioni del concorso a cui si puo' scegliere di partecipare: le prime due rivolte ai singoli, rispettivamente dagli 8 ai 10 e dagli 11 ai 14 anni; la terza e la quarta rivolte ai gruppi, rispettivamente dagli 8 ai 10 e dagli 11 ai 14 anni e la quinta, infine, dedicata alle famiglie (in questo caso la fiaba potra' essere composta da almeno un ragazzo sotto i 14 anni e da uno o piu' adulti).
Al concorso, nato con l'intento di promuovere sul territorio la conoscenza delle culture "altre" di cui sono portatrici le famiglie di origine straniera, e' legata una serie di iniziative, fra cui la trasmissione radiofonica 'Il polverone magico', in cui le storie che risultano piu' votate vengono drammatizzate e una maratona di lettura in programma il prossimo 14 maggio alla Casa della conoscenza di Casalecchio di Reno, durante la quale i piccoli scrittori potranno leggere in pubblico il proprio racconto. Le fiabe, che possono essere votate sia per posta sia su Internet, verranno pubblicate sul sito dell'associazione.
Le storie e la scheda di partecipazione firmata da un genitore dovranno essere inviate all'associazione per posta - all'indirizzo Associazione culturale Youkali, via del Pratello 97, 40122 Bologna - o via mail all'indirizzo info@youkali.it, e dovranno pervenire entro il 24 gennaio 2011. Le modalita' di partecipazione sono indicate nel bando pubblicato sul sito dell'associazione.
Notiziario Minori, 7 dicembre 2010
SCUOLA, GELMINI: I RISULTATI OCSE 
CI RENDONO ORGOGLIOSI
"ITALIA FINALMENTE INVERTE IL TREND NEGATIVO"
"È un risultato che ci rende orgogliosi". Cosi' il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini commenta i risultati dell'indagine Pisa (Programme for International student assessment) svolta nell'aprile 2009, resi noti dall'Ocse. Il rapporto segnala un grande successo dell'Italia che risale nelle classifiche europee di sei posizioni nella comprensione dell'italiano rispetto al 2006, di tre nella matematica e di una nelle scienze. L'Italia e' dunque tra i Paesi che migliora maggiormente nella qualita' scolastica a livello mondiale come riconosciuto dall'Ocse. "L'Italia inverte finalmente il trend negativo che durava da dieci anni- continua il ministro- Le classifiche internazionali mettono il nostro Paese tra quelli che hanno avuto tra i piu' significativi miglioramenti. In questi anni si e' investito tanto sulla valutazione degli apprendimenti e ora i risultati ci premiano. Cresciamo nelle materie piu' importanti salendo di sei posizioni nelle classifiche europee per la comprensione della lingua italiana, di tre per la matematica e di una per le scienze. Sono risultati eccezionali che dimostrano come la scuola italiana sia migliorata e non peggiorata".
Notiziario Minori, 7 dicembre 2010
MATEMATICA E SCIENZE, L'OCSE PROMUOVE 
I 15ENNI ITALIANI DAI NUOVI TEST SCOLASTICI
INTERNAZIONALI, ITALIA IN RISALITA
Italia promossa dall'Ocse. Nel 2009 i nostri 15enni si sono cimentati di nuovo con i test internazionali Pisa (Programme for international student assessment, il programma che valuta gli apprendimenti) e stavolta non e' stata un'ecatombe come nel 'girone' del 2006. Si registrano infatti miglioramenti in tutti e tre gli ambiti valutati: matematica, scienze, lettura e comprensione del testo.
È quanto emerge dal Rapporto Ocse-Pisa pubblicato oggi. Per la lettura l'Italia torna ai livelli del 2000, anno d'esordio dei test, dopo un calo dei risultati registrato nelle edizioni 2003 e 2006. Ancora piu' netti i miglioramenti nell'area matematico-scientifica nel confronto con gli anni scorsi.
L'Italia resta sotto la media Ocse in tutti e tre gli ambiti, ma, rispetto al passato, c'e' un minore scostamento. IL POSIZIONAMENTO DELL'ITALIA - Al Pisa 2009 hanno partecipato 30.905 studenti italiani e 1.097 scuole. Nell'ambito della 'reading literacy', la capacita' di comprensione e rielaborazione di testi scritti, lo 'score', il punteggio medio dell'Italia, e' 486 (media Ocse 493). In classifica siamo 29esimi, nel 2006 eravano 33esimi. Al vertice primeggia la regione di Shanghai-Cina (il punteggio e' 556). Seguono Corea e Finlandia. Germania, Francia, Regno Unito fanno meglio di noi. Restano alle nostre spalle Spagna, Grecia, Russia. L'Italia e' sotto la media Ocse, ma meno che in passato. Discorso che vale anche per la matematica dove siamo 35esimi con un punteggio di 483 (media Ocse 496), nel 2006 eravamo 38esimi con 462 punti. In testa sempre Shanghai (600 punti), seguono Singapore e Hong Kong. Il primato e' asiatico.
Gli Usa soffrono e finiscono oltre il 30esimo posto in matematica. Nelle Scienze l'Italia e' 35esima con 489 punti (media Ocse 501). Spagna e Grecia restano alle nostre spalle. Nel 2006 eravamo 36esimi con 475 punti. In questo ambito primeggia ancora Shanghai (575 punti). Seguono Finlandia e Hong Kong. Fra le nazioni della vecchia Europa la miglior performance e' della Germania. Nella lettura solo lo 0,4% dei nostri studenti si piazza al top dei risultati (livello 6), contro una media Ocse dello 0,8%. Per la matematica raggiungono il livello piu' alto l'1,6% dei nostri 15enni, la media e' del 3,1%. Per le scienze i 'best performers' in Italia sono lo 0,5%, la media Ocse e' dell'1,1%.
LETTURA, SI TORNA AI LIVELLI DEL 2000 - Comprensione del testo, l'Italia torna a 'galla' con 486 punti medi ottenuti dagli studenti, vicinissimi ai 487 del 2000, anno del primo test Pisa.
Nel 2003 in punteggio medio era sceso a 476, nel 2006 a 469.
Rispetto all'ultimo test il punteggio medio dei nostri 15enni sale percio' di 7 punti. Nel 2009 il divario nella lettura dalla media Ocse e' di soli 7 punti, mentre era di 13 nel 2000, di 18 nel 2003, di 23 nel 2006. La risalita e' netta.

LA MATEMATICA FA MENO PAURA - In paesi come la Francia, il Belgio, la Danimarca e l'Australia calano le performance in matematica. In altri, come l'Italia, spiega l'Ocse, il miglioramento che emerge confrontando i test del 2009 con quelli del passato e' "considerevole". Nel 2003 il punteggio medio degli studenti italiani era di 466, nel 2009 c'e' stato un miglioramento di 17 punti, siamo a 483. Nel 2006 il 32% degli studenti aveva performance di basso livello, nel 2009 sono scesi al 25%. Sale, invece, la percentuale dei piu' bravi. Quanto allo scostamento dalla media Ocse, la distanza oggi e' di 13 punti, nel 2006 lo scarto era di 36 punti, nel 2003 di 34.
SCIENZE, BALZO IN AVANTI - In Scienze ben 11 paesi hanno incrementato i risultati. In Italia la percentuale dei meno bravi e' calata di 5 punti, sono cresciuti i best performers. Il punteggio medio ottenuto nel 2009 e' 489, 13 punti sopra i test del 2006. La distanza con il punteggio medio Ocse si e' dimezzata: oggi e' di 12 punti nel 2006 era di 25.
AL NORD I PIU' BRAVI, MA SUD MIGLIORA DI PIÙ - I dati confermano i migliori esiti degli studenti dell'Italia settentrionale. Al contempo pero' sono gli studenti del Sud, in questa edizione dell'indagine, a registrare gli incrementi maggiori. La Lombardia e' nel 2009 la regione italiana con i migliori risultati (lettura: 522, matematica: 516, scienze: 526).
Non meno significativo il dato della Puglia che, unica regione del sud, ottiene risultati migliori rispetto alla media nazionale, segnando un recupero davvero sorprendente che in matematica supera i 50 punti.
Notiziario Minori, 7 dicembre 2010

venerdì 3 dicembre 2010

FUMO, SE NON LO VEDI LO EVITI
ELIMINARE L'ESPOSIZIONE DEI PRODOTTI
AIUTA LE SCELTE DEI GIOVANI
Togliere i prodotti da fumo dalle esposizioni dei negozi puo' cambiare l'atteggiamento dei giovani nei riguardi del fumo senza danneggiare, al contempo, i rivenditori.La scoperta viene dai ricercatori del Centro studi di controllo sul tabacco dell'Universita' di Notthingam, in Gran Bretagna, che hanno analizzato l'effetto della rimozione dei prodotti da fumo dai negozi irlandesi, in seguito a una norma di legge entrata in vigore nel 2009 e prossima ad essere applicata anche in Gran Bretagna. In un primo studio, il team di ricerca ha scoperto che il numero di teenagers che ricordava i prodotti da fumo (dopo averli visti nei negozi) era sceso dall'81% al 22% dopo il 1 luglio, data a partire dalla quale i prodotti da fumo sono stati tolti dalle esposizioni dei negozi irlandesi. Dopo la rimozione, pochi ragazzi credevano che il fumo fosse diffuso tra i loro coetanei (46%) mentre in precedenza la percentuale arrivava al 62%. Il 38% dei giovani intervistati riteneva, inoltre, che l'eliminazione dei prodotti da fumo dalle esposizioni potesse aiutare i ragazzi ad evitare di fumare e il 14% degli adulti pensava che questa legge potesse essere d'ausilio per smettere di fumare. La ricerca ha inoltre evidenziato che il gradimento per il provvedimento e' passato dal 58% al 66% dopo la sua entrata in vigore. In un secondo studio, il team ha mostrato come l'eliminazione dei prodotti da fumo dalle esposizioni non abbia comportato alcun danno economico per i rivenditori, in quanto la decisione non influenza le scelte degli adulti ma ha un impatto sui bambini e giovani. I ricercatori concludono osservando che i dati emersi dallo studio sottolineano come eliminare i prodotti da fumo dalla vista nei negozi aiuti a modificare il modo in cui i giovani pensano al fumo e a far si' che i ragazzi non pensino continuamente al fumo entrando nei negozi.

Notiziario Minori, 3 dicembre 2010
SACCONI ANTI-CRISI: GIOVANI ACCETTINO 
QUALSIASI LAVORO "PURCHÉ REGOLARE"
Oltre 2 milioni di giovani non studiano, non lavorano e non cercano lavoro? La risposta e' "investire in competenze e sollecitare a una scelta responsabile: accettare qualsiasi lavoro purche' regolare, in attesa di realizzare le proprie aspirazioni". Cosi' il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, commenta i dati rilevati dal Censis. Interpellato a margine di un convegno dell'Anmil, Sacconi osserva che in generale dal rapporto emergono "luci e ombre di una societa' ansiosa, impegnata in una transizione difficile e nella quale ci sono segnali di vitalita'". Riguardo i giovani preoccupa il "forte disallineamento tra competenze che si hanno e quelle richieste dal mercato del lavoro" e la "poca disponibilita' a fare lavori diversi da quelli legittimamente desiderati, a partire da quello manuale".

Notiziario Minori, 3 dicembre 2010
NEL MONDO 115 MILIONI SOTTOPOSTI A FORME
PEGGIORI DI LAVORO A ROMA IL CONVEGNO 
DELL'ASSOCIAZIONE 'LEGALE NEL SOCIALE'
Un convegno sul tema del lavoro minorile -dal titolo "I minori nel mondo del lavoro: norme, fenomeno e contesto psico-sociale"-, in programma oggi a Roma, sposta l'attenzione su un tema drammatico. Una iniziativa per tornare a riflettere su una realta' complessa e varia, che secondo le stime 2010 dell'Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) coinvolge 215 milioni di bambini in tutto il mondo.
Di questi piccoli lavoratori, 115 milioni sono bambini sottoposti alle "forme peggiori di lavoro", che comprendono lavori pericolosi e prostituzione.
"Con il convegno vogliamo proporre uno stimolo per nuove analisi di un fenomeno complesso e sfuggente, persino difficile da definire a causa delle diverse leggi che nei vari Paesi regolano la materia, cosi' come per esempio cambia l'eta' fissata per la maggiore eta'", osserva l'avvocato Marco Carlizzi, presidente dell'associazione "Legale nel sociale", che ha promosso il convegno.
"Cerchiamo di affrontare con un taglio multidisciplinare l'argomento, confrontando le esperienze in materia di lavoro minorile dal punto di vista giuridico, sociologico e psicologico, dando spazio anche alle varie associazioni e organizzazioni non governative che se ne occupano sul campo", spiega Carlizzi, che puntualizza: "Per non confondere il contributo che i minori possono dare in famiglia e le forme accettabili di attivita' da parte dei minori, si distingue tra child work, quello accettabile, e child labour, che indica le forme di sfruttamento dannose per il minore".
Uno degli aspetti di cui si discutera' e' quello delle differenze giuridiche e culturali in fatto di lavoro minorile, diversita' che va riconosciuta per agire con efficacia, spiega Carlizzi: "Un caso emblematico e' quello dei migranti minori, i cosiddetti minori non accompagnati, che emigrano da soli perche' secondo le loro famiglie sono responsabili e maturi, pronti per lavorare, e spesso nei loro paesi d'origine sono anche maggiorenni. Ma quando arrivano in Italia si ritrovano minorenni, sono considerati bambini mentre loro si sentono gia' adulti, sono stati incoraggiati a esserlo dalla loro famiglia e dalla cultura del loro Paese. L'unica risorsa che l'Italia mette a disposizione per loro sono le strutture di accoglienza, da cui pero' i giovani migranti fuggono", perche' le percepiscono come forme di limitazione o addirittura di reclusione. "Una proposta interessante in questo senso - prosegue Carlizzi - e' arrivata dalla cooperativa sociale Dedalus di Napoli, che cerca di coinvolgere i migranti piu' giovani direttamente nelle strade, dando loro informazioni e proponendo azioni di responsabilizzazione, senza per forza portarli nella struttura di accoglienza, ma cercando di renderli consapevoli".Durante il convegno si discutera' anche del lavoro minorile in Italia, con attenzione ad alcuni casi specifici come i cinesi minori di Prato o la situazione dei rom, cui per cultura viene chiesto fin da bambini di rendersi produttivi e indipendenti.
Notiziario Minori, 3 dicembre 2010
LATTE MATERNO DONATO, BAMBIN GESÙ 
PREMIA MAMME GENEROSE IL PROGETTO
'VIA LATTEA' A SOSTEGNO DEI PICCOLI PAZIENTI
Premiate le neomamme che donano il latte. E' il senso del progetto 'La Via Lattea', un piano di interventi a sostegno della 'Banca del Latte Umano Donato - BLUD' dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesu' di Roma, punto di raccolta del latte donato da neomamme e distribuito tramite l'ospedale ai piccoli pazienti che ne hanno assoluto bisogno, perche' nati fortemente prematuri o a causa di malformazioni e malattie rare che interessano l'assorbimento intestinale. Il presidente del Bambino Gesu', Giuseppe Profiti, l'assessore alle Politiche della sicurezza della Provincia di Roma, Ezio Paluzzi e l'assessore provinciale alle Politiche sociali, Claudio Cecchini, hanno premiato le madri che hanno preso parte al progetto.La Banca del Latte Umano Donato dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesu' e' l'unico centro per la raccolta del latte umano nella Regione Lazio, mentre le strutture italiane sono in totale 21. Ogni anno in Italia nascono circa 50.000 bambini prematuri che necessitano di latte naturale.Per la prima volta in Italia una istituzione si e' occupata della raccolta del latte presso il domicilio delle madri donatrici su tutto il territorio della provincia di Roma e del successivo trasporto dello stesso presso la Banca del Latte Umano Donato, grazie all'impiego di agenti della Polizia Provinciale.Il piano 'La Via Lattea' fornisce alle madri donatrici tutto il necessario per la donazione (tiralatte elettrici e contenitori sterili) e mette a loro disposizione seggiolini per il corretto trasporto in auto dei bambini e un corso di sicurezza stradale proprio su questo tema.
Notiziario Minori, 3 dicembre 2010
UNICEF: L'ITALIA NON È UN PAESE
PER BAMBINI ALL'ULTIMO POSTO TRA I PAESI
DELL'OCSE PER IL LORO BENESSERE
L'Italia e' all'ultimo posto della classifica dei Paesi Ocse, insieme a Grecia e Stati Uniti, per quanto riguarda il benessere dei bambini. In particolare per la disuguaglianza che i bambini vivono all'interno dei confini nazionali: alcuni restano sempre indietro rispetto alla qualita' media della vita dei loro coetanei, hanno piu' difficilmente accesso all'istruzione, stanno peggio di salute, vivono in poverta'. Rispetto alla media dei 24 paesi ricchi dell'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) dunque, messi a confronto, l'Italia e' al penultimo posto davanti all'Ungheria per disuguaglianza di bambini e adolescenti in tema di salute, e' al quartultimo posto (seguono Austria, Francia e Belgio) per benessere nell'istruzione e al quintultimo posto (seguono Polonia, Ungheria, Stati Uniti e Slovacchia) per quanto riguarda il benessere materiale. A fotografare un paese indifferente ai piccoli di eta', che "tollera" piu' degli altri le disuguaglianze e non intraprende azioni efficaci per colmare il divario e' il Centro di ricerca Innocenti dell'Unicef di Firenze, istituito nel 1988 per potenziare le capacita' dell'Unicef nell'attivita' di ricerca e che oggi presenta il rapporto "Bambini e adolescenti ai margini.
Un quadro comparativo sulla disuguaglianza nel benessere dei bambini nei paesi ricchi". Lo studio evidenzia che nei paesi con disuguaglianze piu' elevate, come appunto l'Italia, i bambini svantaggiati sono a rischio di rimanere al margine nella societa' in cui vivono e restare lontani dai livelli di benessere normali per il loro Paese. Sono invece Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi e Svizzera i paesi dove le disparita' sono piu' contenute. "Le politiche economiche e sociali hanno un ruolo importante nel contrastare il rischio di esclusione", sottolinea il rapporto, e questi paesi "suggeriscono il successo delle politiche di equita'". Anche se il rapporto mostra che tutti i paesi hanno aree in cui devono migliorare. Reddito. I dati derivano da inchieste e si riferiscono al periodo 2005-2008. L 'analisi delle disuguaglianze di reddito per i bambini si basa sui dati sul reddito disponibile delle famiglie con bambini da 0 a 17 anni (includendo nel reddito i trasferimenti monetari pubblici agli individui e alle famiglie, deducendo le imposte ed applicando fattori di aggiustamento per tener conto delle economie di scala). Cio' premesso, la disuguaglianza di reddito familiare per i bambini registra il valore piu' basso in Norvegia, con i paesi nordici e i Paesi Bassi che occupano sei delle prime otto posizioni. All'altro estremo Italia, Canada, Spagna, Portogallo e Grecia sono i Paesi con i piu' alti livelli di disuguaglianza nel reddito dei bambini. Condizioni abitative. Insieme a Ungheria e Stati Uniti, in Italia i bambini svantaggiati vivono in condizioni peggiori rispetto agli standard prevalenti nel loro Paese. In Islanda, Germania e Svizzera gli standard sono molto omogenei e la disuguaglianza abitativa, in termini di spazio disponibile, e' molto contenuta.
Risorse di base per l'istruzione: ci si riferisce a studenti di 15 anni e all'accesso a strumenti come dizionari, pc, internet, un luogo silenzioso per studiare. L'Italia si trova in una posizione intermedia, con livelli di disuguaglianza leggermente inferiori alla media Ocse. Danimarca, Svizzera e Paesi Bassi hanno i livelli di disuguaglianza piu' contenuti. Il divario piu' grande e' in Grecia, Slovenia, Messico. Benessere nell'istruzione. Si prende a indicatore la competenza in tre ambiti: lettura, matematica e scienza (dati dai test Pisa del 2006). Per competenze in lettura l'Italia e' al 22° posto su 23 paesi; nella matematica e' 19° su 24 paesi; nelle scienze e' 16° su 24. Emerge il profilo della Finlandia, che - evidenziano i ricercatori - combina livelli di medi di eccellenza con alti livelli di equita' distributiva. Salute. Tre gli indicatori: per i problemi di salute (riferiti dagli adolescenti) l'Italia e' al 20° posto su 24. Paesi Bassi, Austria e Portogallo registrano livelli di disuguaglianze molto contenute, oltre ad avere i livelli mediani di salute migliori.
Anche per la sana alimentazione l'Italia e' tra i paesi con diseguaglianze superiori alla media (18° posto). Per l'attivita' fisica intensa - praticata al di fuori della scuola - l'Italia figura al 22° posto della classifica, seguita da Spagna e Francia.
Notiziario Minori, 3 dicembre 2010

martedì 30 novembre 2010

SENZA REGOLE (DEI GENITORI): 
BASTA TV, MEGLIO FACEBOOK
INDAGINE DELLA SOCIETÀ ITALIANA
DI PEDIATRIA SUI 12-14ENNI

Internet batte la tv, diminuisce il consumo di alcol e sigarette, ma non quello degli spinelli. E, a sorpresa, i ragazzi lamentano le "troppe poche regole" imposte dalle famiglie. In un poche parole: i genitori sono assenti. Da una indagine della Societa' italiana di pediatria (Sip) viene fuori il ritratto degli adolescenti italiani. A dominare, ovviamente, il web. È "inarrestabile l'ascesa di facebook: il 67% ha un profilo sul social network piu' famoso al mondo, contro il 50% dello scorso anno". Aumentano i comportamenti a rischio nella rete, come dare il numero di cellulare a uno sconosciuto.
Piu' in generale, si riduce il consumo di alcol e sigarette, ma non quello di droghe leggere. Dilagano le 'diete fai da te'. I genitori influiscono sulle scelte dei figli meno di quanto gli stessi figli ritengono giusto e aumenta il numero di adolescenti che reputa "troppo poche" le regole date dalla famiglia. Si riduce la fiducia verso tutte le figure istituzionali (insegnanti, forze dell'ordine, medici, magistrati, preti, politici). L'unica in controtendenza? I giornalisti.
L'indagine -"Abitudini e stili di vita degli adolescenti"- viene effettuata dalla Sip da quattordici anni su un campione nazionale di 1.300 studenti delle scuole medie inferiori, ragazzi di eta' compresa tra i 12 e i 14 anni. Patrocinata dal ministero della Gioventu', sara' presentata al convegno "la societa' degli adolescenti", il 2 dicembre a Salsomaggiore. IL WEB BATTE IL PICCOLO SCHERMO - E' la prima volta. La prima volta che tra gli adolescenti si assiste al "sorpasso", quello di internet sulla televisione. Gli intervistati che passano sul web piu' di 3 ore al giorno (17,2%) superano quelli che passano piu' di 3 ore al giorno davanti al piccolo schermo (15,3%), dato in calo rispetto allo scorso anno quando la percentuale dei ragazzi che guardava la tv piu' di tre ore al giorno era pari al 22%. E' Facebook il protagonista indiscusso del web. Oltre il 67% degli adolescenti ha un profilo sul social network, con un incremento di circa il 35% rispetto allo scorso anno. Ancora una volta le donne cybernaute superano i loro coetanei maschi (68,7 contro 65,8%). Frequentare You Tube e chattare sono di gran lunga le attivita' principali per le quali gli adolescenti si collegano in Internet e perde sempre piu' terreno la "ricerca di informazioni" per studio. Si conferma la tendenza, da parte degli adolescenti, ad un uso sempre piu' "privato" di TV e Internet.
Piu' della meta' ha tv e computer nella propria camera da letto, circa uno su due guarda la tv e oltre il 20% naviga in Internet.
Sempre elevatissima (86%) la cattiva abitudine di guardare la tv durante i pasti.
AUMENTANO COMPORTAMENTI A RISCHIO SUL WEB - Inviare foto, dare informazioni personali, farsi vedere in webcam, accettare incontri con sconosciuti: crescono rispetto allo scorso anno i comportamenti potenzialmente a rischio. Oltre il 16% (contro il 12,8% del 2009) dichiara di aver dato il proprio numero di telefono a uno sconosciuto, ed il 24,6% (contro il 20,7% del 2009) non ha esitato a inviare una sua foto. Ma e' nel sud che il fenomeno assume proporzioni maggiori, dove quasi un adolescente su tre dichiara di aver dato informazioni personali, come il proprio numero e di telefono e l'indirizzo della scuola, a sconosciuti. CALA CONSUMO SIGARETTE E ALCOLICI, SALE L'USO DI 'CANNE'. L'ECSTASY APPARE SEMPRE MENO COME PERICOLOSA - Meno di uno su tre dichiara di fumare sigarette, dato in lieve calo rispetto allo scorso anno (27,7 contro 29,5). In leggera diminuzione anche il consumo di alcolici, che comunque rimane alto (beve birra il 47%, vino il 40%, liquori il 18%). Cresce (dato molto probabilmente anche sottostimato) il consumo di "canne": il 9% del campione dice di aver provato almeno una volta uno "spinello" contro l'8% dello scorso anno. L'1,5% del campione (contro lo 0,3% di un anno fa) ammette di aver provato l'ecstasy che viene percepita sempre di meno come una droga pericolosa. Si riduce, infatti, di 9 punti percentuali, passando dal 77,5% al 66,3%, il numero di coloro che ritengono l'ecstasy "una droga pericolosa", mentre passa dal 5,2 al 9,3% il numero di coloro che la ritengono poco pericolosa.
BULLISMO IN CALO, MA GUAI A FARE LA SPIA - Si conferma l'attenuazione (in termini di frequenza) del fenomeno (in calo dal 2008), ma cresce - seppure relativo ad una minoranza - la percentuale di chi considera "fifone o spia" chi denuncia di essere vittima di atti di bullismo o,peggio, di chi considera il bullo "un tipo in gamba". Se nel 2009 chi va a "raccontare ai genitori o agli insegnanti di subire prepotenze da parte di altri ragazzi" viene considerato una spia secondo il 9%, nel 2010 lo e' per il 10,5%. In calo chi e' convinto che faccia "la cosa giusta": 81,3% nel 2009, 78,4% nel 2010.
DILAGA LA "DIETA FAI DA TE" - Essere piu' belli, piu' alti ma, soprattutto, non avere brufoli, sono i maggiori "desiderata" degli adolescenti rispetto al proprio aspetto fisico. Ma per le femmine anche avere gambe piu' belle (59,1%) e domina il modello "maggiorate": il 45,4% delle ragazze infatti vorrebbe avere piu' seno. Circa un adolescente su due vorrebbe essere piu' magro, percentuale che tra le ragazze arriva al 59,3%. E nel tentativo di perdere peso il 22% del campione ha gia' fatto una dieta dimagrante, ma solo il 32% (era il 36% nel 2009) si e' rivolto ad un medico (26% delle femmine). Dilaga dunque la dieta fai da te: l'ha sperimentata il 35%, degli adolescenti, percentuale che arriva al 43% tra le ragazze. Oltre il 60% ha dovuto ricorrere, almeno una volta, alle cure di un pronto soccorso e raddoppia (passando dal 4,6 al 9) la percentuale di coloro ai quali e' capitato di prendere farmaci per dormire.

Notiziario Minori, 30 novembre 2010
RISCHIO DOPPIO DI ALCOL PER CHI VA MALE A SCUOLA
I RISULTATI DI UNO STUDIO INGLESE

Gli adolescenti che rifiutano la scuola hanno il doppio di probabilita' di consumare bevande alcoliche. A mostrare il legame uno studio pubblicato su Substance Abuse, Treatment, Prevention and Policy che ha investigato abitudini e preferenze di 3.641 teen ager tra gli 11 e i 14 anni. I ricercatori della John Moores University di Liverpool affermano che i ragazzi che vivono con maggiore infelicita' il tempo scolastico hanno non solo una piu' forte attrazione verso gli alcolici ma anche una maggiore predisposizione ad anticipare l'attivita' sessuale, 10 volte piu' che i coetanei. "Questi minori possono allontanarsi dal sostegno di famiglia e scuola e avere un rischio piu' alto di malattie sessualmente trasmissibili", dice Mark Bellis, uno dei ricercatori.

Notiziario Minori, 30 novembre 2010
FUMO PASSIVO, SONO I BAMBINI LE PRIME VITTIME
600MILA MORTI ALL'ANNO

Seicentomila persone, pari all'intera popolazione della citta' di Genova, muoiono ogni anno nel mondo a causa delle conseguenze del fumo passivo. Lo ha rivelato uno studio pubblicato sulla rivista Lancet e realizzato da due ricercatori dell'Organizzazione Mondiale della Sanita', Armando Peruga e Annette Pruss-Ustun, che hanno utilizzato i dati del 2004 e quelli piu' recenti disponibili in 196 nazioni.
Secondo quanto elaborato dagli studiosi, le prime vittime del tabagismo passivo risultano essere i bambini: ben oltre centocinquantamila e al di sotto dei cinque anni. Questo perche' i piccoli di quella eta' sono ovviamente incapaci di sottrarsi a quella che nel documento e' citata come la prima fonte di esposizione, ossia i genitori che fumano fra le mura domestiche.
Cio' succede soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito.
Laddove il benessere prende il posto della poverta', il rispetto per la salute dei bambini porta a un calo nella statistica dei decessi. Qui sono infatti gli adulti le vittime principali, sebbene i minorenni siano ancora al primo posto fra coloro che risultano coinvolti loro malgrado con una percentuale pari al quaranta per cento dei casi. Seguono il trentacinque per cento delle femmine non fumatrici e il trentatre' per cento dei non fumatori (dati Oms riferiti al 2004). La stima fatta da Peruga e Pruss-Ustun ha calcolato che tali esposizioni abbiano provocato 379mila morti per ischemia, 165mila per infezioni respiratorie, 36.900 per asma, 21.400 per cancro ai polmoni. Che in totale fanno appunto 603mila morti, tutti attribuibili al fumo passivo e cosi' divisi: quarantasette per cento donne, ventisei uomini, ventotto bambini.
Il tabagismo passivo e' inoltre responsabile della perdita di 10,9 milioni di anni di vita in buona salute, il sessantuno per cento dei quali sottratti a minorenni. Questi dati, gravissimi gia' a una prima lettura, fanno ancora piu' riflettere se si considera che la stima dei decessi rappresenta l'uno per cento di tutti morti globali annui. Lo studio si conclude esaminando anche gli aspetti legislativi del fenomeno: se le leggi che hanno proibito il tabacco all'interno dei locali pubblici hanno fatto molto per arginare i danni del fumo passivo, la strada per una corretta prevenzione appare ancora distante, perche' spesso e' nelle case che il vizio lascia il segno.
Di pochi giorni fa e' la notizia, presentata dagli esperti dell'Universita' del Minnesota all'American Association for Cancer Research, che nelle urine dei neonati di pochi mesi figli di coppie di fumatori e' presente la nitrosammina, una sostanza cancerogene riconducibile alle sigarette, nicotina e cotinina. E nel febbraio scorso un altro studio, pubblicato su Pnas da un gruppo di ricercatori americani del Lawrence Berkeley National Laboratory, aveva evidenziato che il fumo di terza mano, quello residuo in tendaggi, tappeti, parati e arredi vari, nuoce come quello diretto perche' la nicotina si combina con altri inquinanti rimanendo a lungo nei locali. Un guaio che va moltiplicato per 1,2 miliardi, pari cioe' alla stima della popolazione mondiale di fumatori.
Notiziario Minori, 30 novembre 2010
NON ABUSARE DEL SAPONE, PIÙ ESPOSTI ALLE ALLERGIE
UNA RICERCA DELL'UNIVERSITÀ DEL MICHIGAN

Chi l'avrebbe mai detto che la troppa igiene potrebbe essere una nemica della salute? E invece sembra proprio cosi'. I giovani che abusano di saponi antibatterici contenenti triclosan sembrerebbero maggiormente esposti alle allergie. Ad affermarlo una ricerca dell'universita' del Michigan.
Per giungere a questa conclusione gli esperti hanno preso in esame un campione tra bambini, adolescenti e adulti. Di questi hanno confrontato i loro livelli di triclosan e bisfenolo A (bpa) nelle urine con i risultati delle diagnosi di allergia o raffreddore allergico e i livelli di anticorpi citomegalovirus.
Ma ora cerchiamo di capire nel dettaglio cosa siano queste sostanze: il triclosan e' una sostanza chimica molto diffusa, con potente attivita' antibatterica. È utilizzato sia come conservante nei cosmetici, sia come antibatterico. Per il suo uso sono stabiliti attualmente dalla normativa dei limiti precisi, a seconda del prodotto in cui e' contenuto (nei cosmetici e' consentito come conservante fino allo 0,3%). Il bisfenolo A, invece, e' un composto organico con due gruppi fenolo. In particolare il BPA sembra essere imputato in numerose malattie dello sviluppo sessuale maschile nel feto, e nel calo di fertilita' nell'uomo adulto.
Ebbene stando dai risultati della ricerca e' risultato che i soggetti con piu' di 18 anni di eta', che erano entrati a contatto con livelli piu' elevati di bisfenolo A, avevano una concentrazione esagerata di anticorpi citomegalovirus. Mentre i ragazzi con meno di 18 anni, che si erano esposti a maggiori quantita' di triclosan, soffrivano in modo anomalo di allergie e febbre da fieno.
Notiziario Minori, 30 novembre 2010

sabato 27 novembre 2010

STUDIO E LAVORO, SACCONI AI GIOVANI:
'SCELTE RAGIONATE' GUARDARE IL MONDO
DEL LAVORO QUANDO SI SCEGLIE IL CORSO DI STUDI
Guardare con attenzione e concretezza alle esigenze del mondo del lavoro quando si sceglie il corso di studi: e' una pratica poco usata dai giovani italiani, che si trovano spesso con in mano un titolo poco vendibile e con poche garanzie, mentre ci sono posti in alcuni settori che restano vacanti. Per fermare questo circolo vizioso e' necessario promuovere scelte ragionate, mettere in vetrina le opportunita' e favorire l'incontro tra scuola e lavoro. È questo l'obiettivo di Job&Orienta, la mostra-convegno nazionale che si e' aperta in Fiera a Verona e che durera' fino a domani. Ospite d'eccezione, per l'apertura, il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, in collegamento video: "In Italia piu' di un terzo dei giovani sceglie il liceo in contrasto col mercato del lavoro che chiede competenze tecniche".
Sacconi registra un "disallineamento tra le richieste e la disponibilita' nel mercato del lavoro, a causa soprattutto delle debolezze dei percorsi educativi e formativi". Il problema e' che "si punta troppo poco a un orientamento serio: sulla scelta dei licei, ad esempio, pesa ancora troppo la convenzione sociale.
Inoltre, i ragazzi e le famiglie hanno scarse conoscenze rispetto alle professionalita' piu' richieste". L'esigenza di maggiore informazione potra' trovare risposta nell'ipotizzato aggiornamento trimestrale (oggi annuale) dei dati del Rapporto Excelsior di Unioncamere, annunciato dal ministro. Domani mattina sara' presentata un'elaborazione dei dati, realizzata appositamente per l'evento veronese, per dar modo al pubblico di conoscere quali siano i titoli di studio (diplomi e lauree) piu' spendibili nel mercato del lavoro a partire dalle figure professionali piu' difficilmente reperibili.
Ma secondo il ministro non basta investire sulla scuola: bisogna incentivare l'incontro con il lavoro "eliminando percorsi inutilmente lunghi che non danno robuste competenze e favorendo un maggior dialogo tra i due sistemi". E per frenare l'abbandono scolastico Sacconi chiede di valorizzare la possibilita' dell'apprendistato "offrendo ai ragazzi gia' dai 15 anni, come dice la recente legge varata dal Parlamento, la possibilita' di un contratto di apprendistato particolare a forte contenuto formativo". Uno strumento, quello dell'apprendistato, spendibile anche nell'alta formazione. Il ricco programma di Job&Oreinta, con dimostrazioni, presentazioni di dati, incontri faccia a faccia tra candidati e aziende e con i seminari a cura di esperti e' reperibile nel sito
Notiziario Minori, 27 novembre 2010
"O BEVI O GUIDI": IN MACCHINA SENZA ALCOL
AL VIA LA SECONDA CAMPAGNA 
DI SENSIBILIZZAZIONE ASSOBIRRA-UNASCA
Nel nostro Paese ogni anno quasi 6.000 incidenti hanno come unica causa l'abuso di alcol e almeno un incidente su 3 avrebbe tra le cause scatenanti proprio l'assunzione di alcolici. In quest'ottica si inseriscono le nuove norme introdotte dal Codice della strada nel 2010, che hanno stabilito l'obbligo di guida "a tasso alcolemico zero" per i conducenti professionali, i neo-patentati con meno di 3 anni di esperienza e i giovani inferiori a 21 anni: un provvedimento che si stima possa interessare oltre 3,5 milioni di italiani.
Le nuove norme sposano appieno la filosofia della campagna "O bevi O guidi", che gia' nel 2009 nasceva con l'intento di sensibilizzare i guidatori - e in particolare i piu' giovani - a rinunciare del tutto all'alcol quando ci si mette alla guida.
In appena 6 mesi sono stati raggiunti e sensibilizzati oltre 200 mila neopatentati: ovvero il 40% di quanti hanno preso la patente in quel periodo. E la speranza e' che anche questa iniziativa abbia contribuito a un incoraggiante risultato documentato dai dati della Polizia stradale: nei primi 10 mesi del 2010, le contravvenzioni per guida sotto l'influenza dell'alcol sono diminuite, del -9,8%.
La campagna "O bevi O guidi", dunque, torna con una seconda edizione, presentata a Roma. Dopo aver contribuito all'inserimento nei quiz d'esame dal 3 gennaio 2011 di alcune domande dedicate al tema alcol e guida, l'iniziativa firmata AssoBirra (Associazione degli industriali della birra e del malto) e Unasca (Unione nazionale autoscuole e studi consulenza automobilistica), quest'anno si svolgera' in 3.000 autoscuole e anche nei piu' rappresentativi atenei italiani.
Il suo messaggio di responsabilita', cosi', si rivolge oggi anche ai giovani che hanno preso la patente da meno di tre anni e che sono interessati dal provvedimento della guida a "tasso alcolemico zero".
Secondo una ricerca Makno-AssoBirra condotta quest'anno su un campione di 1.500 maggiorenni rappresentativi della popolazione italiana, 13 milioni di guidatori, piu' di uno su 3 afferma di stare attento a quanto beve, ma senza rinunciare del tutto all'alcol prima di mettersi alla guida.
"Rimanere al di sotto del limite di legge- dichiara Piero Perron, presidente di AssoBirra- non vuol dire essere esenti da rischi, tanto che gli studi scientifici in materia dimostrano che, anche assumendo un quantitativo di alcol inferiore al limite legale di 0,5 g/l, il rischio di incidente aumenta comunque del 40% rispetto a quando si guida da sobri. Secondo AssoBirra l'unico modo efficace di eliminare il rischio per la propria incolumita' e' quello di non bere prima di mettersi alla guida".
La seconda edizione di "O bevi o guidi", da gennaio a marzo 2011, coinvolgera' 9 tra gli atenei piu' rappresentativi distribuiti dal Nord al Sud Italia (mentre da gennaio a giugno 2011 saranno organizzati nelle autoscuole dei moduli formativi sugli effetti dell'alcol e sulle nuove regole previste dal codice della strada).
Gli atenei coinvolti saranno quelli di di Torino, La Sapienza di Roma, l'Universita' degli studi Perugia, la Federico II di Napoli, l'Universita' degli Studi di Firenze, l'Universita' Aldo Moro di Bari, l'Universita' degli studi di Palermo e quella di Padova, l'Universita' degli studi di Bergamo diventeranno, per qualche giorno, una scuola guida all'aria aperta, con addetti Unasca che spiegheranno ai neo-patentati le novita' del nuovo Codice della strada.
Inoltre, verranno consegnati 10.000 alcol-test per l'auto-misurazione del grado alcolemico nel sangue, uno strumento semplice da usare ma anche indispensabile a garantire la totale assenza di alcol prima della guida e 20.000 leaflet che lanciano il messaggio della campagna.
Notiziario Minori, 27 novembre 2010
REGALI DI NATALE 2010: 
LE TRE "S" PER NON SBAGLIARE
SICURI, SELEZIONATI, SOSTENIBILI:
LE DRITTE DEL BAMBINO GESU'
A un mese dal Natale scatta puntuale la corsa all'acquisto dei regali piu' accattivanti per i piccoli e, a proposito di giochi e giocattoli, le festivita' 2010 portano con se' un dato significativo: nel periodo compreso tra il 15 novembre 2009 e il 7 gennaio 2010 al Pronto Soccorso dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesu' di Roma sono stati registrati 6.616 accessi totali con una flessione di ben il 22,3% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, dato che indica una sensibile diminuzione del numero degli incidenti avvenuti tra le pareti di casa, in larga parte legati a momenti di gioco. Ma se la percentuale da' la misura di una crescente attenzione da parte dei genitori, anche nella scelta dei giochi piu' adatti ai loro bambini e dell'efficacia delle campagne di prevenzione intraprese sul tema, deve tuttavia essere interpretata come un punto di partenza e non di arrivo per una sempre maggiore attenzione sul fronte sicurezza. Secondo il monitoraggio del Dipartimento di emergenza e accettazione del Bambino Gesu' - osservatorio privilegiato dei rischi piu' comuni per la salute dei bambini e degli adolescenti
- gli incidenti domestici rappresentano ancora il 4,2% del totale degli accessi (277 su 6.616). Rientrano in questa casistica le ferite causate da giocattoli ridotti in pezzi, i traumi dovuti a giochi appuntiti o taglienti, le cadute, sovente in casa, da pattini o skate, gli infortuni generati dai trasformatori di trenini e piste elettriche o piu' in generale da congegni elettronici, l'ingestione o l'inalazione (nel naso e nelle vie respiratorie) di piccoli oggetti come gli occhi dei pupazzi o le pile. Piuttosto frequente anche la presenza di corpi estranei nel condotto uditivo.
A questo tipo di insidie sono esposti soprattutto i piu' piccoli, bimbi da 1 a 3 anni che ancora non hanno sviluppato appieno il concetto di pericolo.
Pertanto, tenere alta la guardia nell'individuazione del giocattolo ad hoc resta un imperativo: scelte fatte con leggerezza, cedendo alle richieste dei propri figli tentati dal personaggio del momento o dalle proposte che si moltiplicano durante le festivita' natalizie, possono infatti rappresentare un serio pericolo per l'incolumita' del bambino. Proprio per accompagnare i genitori verso una scelta sicura e consapevole dei giocattoli da mettere sotto l'albero, gli esperti dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesu' hanno raccolto i consigli utili in due vademecum: "tutelare l'incolumita' fisica del bambino" e "doni a misura di bambino", disponibili online sul portale www.ospedalebambinogesu.it. Tra le indicazioni per un acquisto in piena sicurezza: fare attenzione alla presenza dei marchi di qualita' e conformita' alle norme, specie sui prodotti meccanici o elettrici, evitare giocattoli che rompendosi possono creare schegge acuminate o taglienti e oggetti con parti che staccandosi possono essere inalate o ingerite. Inoltre, fare attenzione ai materiali che possono essere colorati con sostanze tossiche. Nel quadro del "regalo-perfetto" che vada incontro all'esigenza di sicurezza del genitore e alle disponibilita' economiche, senza pero' trascurare i desideri del bambino, non potevano mancare anche le indicazioni degli psicologi del Bambino Gesu'.
Considerare l'eta' di chi lo riceve, non lasciarsi condizionare dagli schemi convenzionali della divisione tra bambini e bambine, non lasciarsi sopraffare dai suggerimenti della pubblicita', ma soprattutto tenere sempre a mente che non e' certo il peso economico del dono che fa la felicita', ma la condivisione del gioco che porta il bambino ad imparare a non accumulare giocattoli senza dar loro alcun valore.
Scartare il regalo insieme ai propri figli puo' essere infine, ma non per ordine di importanza, un'occasione di educazione al rispetto dell'ambiente, cominciando - ad esempio - dal corretto smaltimento degli involucri, in genere molto voluminosi, e divertendosi insieme a riconoscere e a separare i diversi materiali per poi gettarli negli appositi contenitori.
Notiziario Minori, 27 novembre 2010
CARENZA DI FERRO, L'ALTERAZIONE 
PIÙ DIFFUSA NEL MONDO INTERESSA
I BAMBINI AL DI SOTTO DEI TRE ANNI
La carenza di ferro e' l'alterazione nutritiva piu' diffusa nel mondo e interessa principalmente i bambini al di sotto di 3 anni di eta', che nel 15% dei casi non assumo abbastanza ferro con la dieta. La rivista 'Pediatrics' ha recentemente pubblicato le raccomandazioni da seguire per contrastare la carenza di ferro nei bambini, che interessa anche i piccoli dei Paesi industrializzati e puo' avere ripercussioni importanti sulla loro salute.
"Conosciamo bene gli effetti irreversibili a lungo termine che tale carenza puo' avere sullo sviluppo cognitivo e comportamentale dei bambini. È di importanza cruciale per la loro salute che si migliorino i livelli di a partire dall'infanzia ", spiega Frank Greer, membro dell'American Academy of Pediatrics.
Nel loro report presentato alla National Conference & Exhibition di San Francisco, Greer e i colleghi sottolineano come sia necessario garantire nei bambini il fabbisogno di ferro con una dieta adeguata che includa carne rossa, legumi, frutta, verdura e cereali fortificati. Oltre al ferro, e' importante che i piccoli assumano anche molta vitamina C, che ne favorisce l'assorbimento da parte dell'organismo.
Ai bambini che non manifestano problemi nel mangiare cibi solidi dai 6 mesi a un anno di eta', i ricercatori raccomandano di far mangiare carne rossa e verdure ricche di ferro, in modo da poter soddisfare il loro fabbisogno giornaliero di 11 mg di ferro.
Questo si riduce a 7 mg al giorno tra 1 e 3 anni di eta', periodo in cui i piccoli devono comunque nutrirsi di alimenti appropriati, con la possibilita' di utilizzare supplementi vitaminici sotto controllo del pediatra. Per le mamme che allattano il piccolo oltre i 4 mesi, il consiglio e' quello di far assumere loro 1 mg di in supplementi al giorno, in modo da compensare l'eventuale carenza fino a che il piccolo non comincia a nutrirsi di alimenti solidi. Fino ai 4 mesi di vita, invece, il latte materno e' sufficiente a garantire al piccolo l'assunzione adeguata di questo minerale.

Notiziario Minori, 27 novembre 2010
BAMBINI: SE PIANGONO MAMMA SI SVEGLIA PIU' DI PAPA'
UNIVERSITA'DEL MICHIGAN STUDIA INTERRUZIONI NOTTURNE DEI BIMBI
Al richiamo del piccolo di casa le mamme si svegliano due volte e mezzo piu' dei papa'. La notizia arriva da uno studio della University of Michigan in attesa di pubblicazione sulla rivista Social Forces.
I ricercatori hanno analizzato i dati raccolti da circa 20.000 genitori sui loro orari lavorativi dal 2003 al 2007: nelle coppie in cui lavorano entrambi i partner con un bambino di eta' inferiore a un anno, il 32% delle donne ha riferito di prendersi cura del bimbo anche di notte rispetto all'11% degli uomini.Le interruzioni notturne diminuiscono con l'eta' del bambino: 10% delle mamme contro 2% dei padri per i bambini da 1a 2 anni, fino ad arrivare al 3% delle madri lavoratrici e all'1% dei padri per i bambini dai 3 ai 5 anni. "Quello che e' davvero sorprendente - dichiarano i ricercatori - e' che questa differenza di genere permane anche dopo l'aggiustamento per livelli di occupazione, status, reddito e istruzione".
Notiziario Minori, 27 novembre 2010
ONE TREE FOR CHILD', UN ALBERO PER OGNI NEONATO
INIZIATIVA FORUM GIOVANI-ANCI
PER RIFORESTAZIONE E SOSTENIBILITÀ

Un albero per ogni bimbo, per salvare il nostro pianeta dalla deforestazione e dal surriscaldamento globale. L'ambiziosa iniziativa 'One tree per child', lanciata nel dicembre dello scorso anno in occasione della Cop15 di Copenhagen, e' una campagna internazionale del Forum internazionale dei giovani che si propone, con la collaborazione dell'Anci ed il patrocinio del ministero dell'Ambiente, di sensibilizzare gli enti locali affinche' applichino una normativa gia' esistente in Italia, la legge 'Rutelli' 113/92, che impone ad ogni Comune la piantumazione di un albero per ogni bambino registrato all'anagrafe, ma che, a parte alcune virtuose realta', raramente viene applicata.
L'idea del Forum, promossa e ribadita in un incontro nella sede dell'Associazione nazionale dei Comuni italiani, e' quella di riuscire a far applicare la legge nel nostro Paese, per poi esportarla, sotto forma di direttiva, in tutti gli Stati membri dell'Unione europea, tramite l'appello alla raccolta di un milione di firme di cittadini Ue. Dall'inizio del ventesimo secolo e' andato distrutto, a causa dell'edizione del suolo e dello sfruttamento umano, piu' del 50% dell'estensione originale delle foreste pluviali, e ogni anno nel mondo si perdono oltre 13 milioni di ettari di foresta - piu' di 25 ettari al minuto, praticamente un campo di calcio al secondo - con gravi ripercussioni per l'uomo e l'ambiente.
La soluzione proposta dall'associazione e' semplice: per ogni bambino si dovra' piantare un albero che sara' si' demaniale, ma formalmente ed individualmente intitolato ai neonati e di cui sara' garantita la tracciabilita'. Ai genitori, o magari ai nonni, il compito, assieme al proprio pargolo, di prendersene cura.
'One tree one child' partira' da Nettuno, il Comune sopra i 50mila abitanti con il sindaco piu' giovane d'Italia, e il primo albero, su proposta diretta del Forum, sara' piantato in onore di Francesco Cossiga, ex presidente della Repubblica da poco venuto a mancare.
Questa iniziativa, spiega Rafi Korn, portavoce della campagna per conto del Forum, si pone "due obiettivi generali:
sensibilizzare le istituzioni e avviare la campagna. Prevediamo azioni a livello locale, affinche' sposino l'iniziativa, e a livello europeo, in modo che tramite una direttiva si impegnino a fare lo stesso tutti i Paesi membri". Da far suo, evidenzia Andrea Di Sorte, presidente della Consulta nazionale Anci Giovane, "l'Associazione attivera' la propria rete di amministratore per sensibilizzare tutti i Municipi sull'iniziativa. In particolare noi, come Anci Giovane - la struttura Anci che riunisce gli amministratori locali under 35 - non possiamo non esprimere soddisfazione per il fatto che la campagna parta proprio dai giovani, ovvero da coloro che piu' hanno a cuore le tematiche ambientale".
Notiziario Minori, 27 novembre 2010

martedì 23 novembre 2010

ALIMENTAZIONE, 83% GENITORI FA FARE 
5 PASTI AL GIORNO I DATI DEL PROGETTO
NUTRIKID SULL'EDUCAZIONE ALIMENTARE
Da Nutrikid, programma di educazione alimentare nelle scuole primarie voluto da Nestle', emerge il fatto che i genitori ritengono importante l'educazione nutrizionale, ma che serve maggiore attenzione alla qualita', alla varieta' dei pasti, soprattutto degli spuntini, e all'attivita' fisica. Questi i risultati principali che emergono dall'analisi pilota di oltre 1.000 questionari compilati dalle famiglie nell'ambito del progetto di educazione alimentare Nutrikids - I segreti degli Alimenti, giunto alla sua 3^ edizione, con 140.000 bambini coinvolti e oltre 7.000 classi. I questionari, elaborati ed analizzati in collaborazione con la Clinica pediatrica dell'Ospedale San Paolo di Milano e con Spes, Societa' per l'educazione alla salute, hanno evidenziato come la corretta alimentazione passi per due buone abitudini: ben l'83.5% del campione dichiara di far fare ai figli gli ideali 5 pasti al giorno - 3 principali e 2 spuntini - e solo il 12.5% dichiara di prevederne 4 al giorno, testimoniando quindi l'attenzione all'alimentazione quotidiana, sia a casa sia fuori casa. Inoltre, il 71,1% del campione dichiara di far fare massimo un pasto veloce alla settimana, rispetto a solo il 15 % che ne stima fare da 2 a 5 alla settimana: l'elogio della lentezza vale quindi anche per i pasti che devono ritornare ad essere dedicati alla convivialita' e alla conversazione in famiglia. Atteggiamento dunque attento e proattivo, quello di padri, madri e nonni, che sembrano aver accolto il richiamo ad un'alimentazione corretta ed equilibrata fin da bambini, e che nel 77.2% del campione intervistato, ritengono essere il principale punto di riferimento nell'educazione alimentare.
"Dall'Osservatorio - commenta Giuseppe Banderali, vicedirettore della Clinica pediatrica dell'Ospedale San Paolo di Milano - emerge un ruolo attivo della famiglia che richiede il confronto con le figure competenti per evitare una valutazione soggettiva e personale dello stato fisico dei figli e degli interventi nutrizionali necessari". Passando poi dalla teoria alla pratica, ovvero alla tavola di ogni giorno, vi sono ancora passi decisivi da compiere: se infatti l'importanza di una colazione sembra ormai acquisita a livello familiare (circa il 90% del campione dichiara di farla regolarmente) e seppur il latte risulti essere consumato in abbondanza (86% del campione lo cita come alimento centrale della colazione), ancora il 20% dei bambini non consuma una prima colazione completa.Ugualmente, se pur i pasti sono previsti per la maggior parte in cinque momenti della giornata, lo spuntino di meta' mattina e di meta' pomeriggio sembrano ancora non avere dignita' di pasto, ma di consistere in un solo alimento, spesso nutrizionalmente non adeguato.

Notiziario Minori, 23 novembre 2010