venerdì 17 settembre 2010

PICCOLI CANTANTI TV, "PERICOLO? DIPENDE DAI GENITORI"
CASTELBIANCO:
"NO ASPETTATIVE, AI FIGLI DIANO ESPERIENZA GIOCOSA" 

Dopo le vacanze estive si torna al lavoro, a scuola, e ricominciano i programmi televisivi che tengono compagnia a grandi e piccoli. E proprio a proposito di tv, da pochi giorni sono ripartiti programmi come "Ti lascio una canzone", condotto da Antonella Clerici su Raiuno, e "Io canto", presentato da Gerry Scotti su canale 5. In entrambi i casi bambini o adolescenti mettono in campo le loro doti canore, in una specie di talent show. Il pubblico vota da casa e elegge il vincitore. Quanto e' corretto, pero', lasciare che minori partecipino a programmi televisivi che vanno in onda la sera fino a tardi e, nel caso specifico, interpretino testi scritti da adulti e che contengono storie non adatte alla loro eta'? Tutto cio' che effetto puo' avere sulla loro giovane eta'? A rispondere e' Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell'eta' evolutiva e direttore dell'Istituto di Ortofonologia (Ido) di Roma: "E' giusto porsi la questione, ma bisogna tener conto di diversi aspetti. Intanto- spiega- il fatto che bambini partecipino ad una attivita' che riguarda un loro talento (e non ad esempio una sfilata di moda), e partecipano attivamente, non solleva molti aspetti critici. Inoltre, il modo di trattare i bambini in queste trasmissioni e' accudente e rispettoso.
Sicuramente la partecipazione a questo tipo di programmi puo' indurre il bambino ad aspettarsi un futuro da star e nello stesso tempo vantarsi con i propri amichetti, suscitando uno spirito di emulazione. Ma nel complesso- sottolinea Castelbianco- non ci puo' essere un giudizio negativo, anche perche' basta andare in uno dei tanti campetti di calcio di periferia per vedere come i bambini che giocano a pallone vengono spinti e incitati in modo diseducativo da parte dei genitori e di qualche allenatore".
Per quello che riguarda i testi delle canzoni che i piccoli interpretano, l'esperto spiega come "in molti casi non c'e' consapevolezza di quanto cantato". E aggiunge: "Dobbiamo ricordarci che i bambini sono sottoposti quotidianamente a messaggi che trasmettono violenza, amore e sesso da parte di tv, cinema, cosi' come tali sollecitazioni arrivano dai rapporti con coetanei piuttosto che con persone piu' grandi". Ma spesso i messaggi diseducativi vengono trasmessi ai bambini all'interno della famiglia: "Circa il 40% delle coppie con figli si separa- afferma lo psicoterapeuta- e la causa principale, nella quasi totalita', e' un rapporto extra coniugale. In questi casi- avverte- i bambini possono vivere e ascoltare realta' nelle quali si parla di amore e sesso usando insulti e modalita' di comunicazione molto dure".
"Dunque, appare chiaro che il problema non sono i testi delle canzoni o la partecipazione a programmi televisivi. Il problema della partecipazione e' determinato solo dal modo in cui i genitori fanno vivere questa esperienza ai loro figli. Fate vivere ai vostri figli esperienze di questo genere come belle e giocose- consiglia Castelbianco- non come il principio di una carriera nello spettacolo".
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 17 settembre 2010