domenica 25 marzo 2012

'AMICA': CRESCERE UN FIGLIO COSTA 
300 MILA EURO NEL 1965 20 MLN DI LIRE
Per crescere un figlio dalla nascita all'universita' in Italia nel 1965 servivano 20 milioni di lire, oggi 300 mila euro. Questo quanto emerge dall'inchiesta condotta dal mensile "Amica", in edicola da domani. Un confronto che parte da un articolo pubblicato da Amica nel 1965 con un risultato sorprendente per quei tempi: 20 milioni di lire, l'equivalente, si scriveva: "di una villa in campagna, una ventina di automobili, uno yacht". Erano gli anni del boom economico, quando un corredino da neonato costava circa 40 mila lire, equivalente a 396 euro odierni. Secondo la stima di Francesco Daveri (docente dell'Universita' degli Studi di Parma e dell'Universita' Bocconi) infatti "1.000 lire di allora corrispondono a 9,90 euro di oggi, con una perdita del potere di acquisto di quasi il 50%". Oggi invece crescere un figlio in Italia costa in media 300 mila euro (piu' o meno quanto un piccolo appartamento in una grande citta') e incide per il 35% sulla spesa familiare, lievitando ulteriormente nel caso di genitori separati (Fonte Cisf - Centro Internazionale Studi Famiglia). La societa', poi, non aiuta, come si legge nel rapporto Cisf: "Possiamo dire che un Paese e' tanto piu' arretrato quanto piu' gli interventi pubblici e privati si concentrano sui costi di tipo 1 (minimo vitale). L'Italia e' tra questi Paesi. Una seria politica sociale per le nuove generazioni dovrebbe soprattutto espandersi nella direzione di sostenere i costi del capitale umano e del capitale sociale dei figli".
Dall'inchiesta di 'Amica' emerge che sulla contabilita' familiare pesano soprattutto i costi di istruzione - oggi "l'universita' e' un lusso ormai", afferma un'insegnante di scuola superiore - e sono in aumento le spese per le nuove tecnologie, dal cellulare al computer, mentre per abbigliamento e giochi si cerca di supplire con i regali e il riciclo. In alcuni casi il bilancio obbliga a rinunciare alla baby-sitter o all'asilo nido, considerando anche che, secondo i dati Istat, solo nel 30% dei comuni italiani sono presenti strutture pubbliche. Inevitabile quindi risparmiare con non poche rinunce per i genitori, dagli svaghi alle vacanze, fino alle opportunita' professionali e di studio all'estero. Si cerca poi di educare i ragazzi al senso di responsabilita' e a uno stile di vita meno consumistico, anche se "non e' facile". Tutte le mamme intervistate pero' concordano nel dire che quando si tratta di un figlio "non sono rinunce che pesano".
Notiziario Minori, 25 marzo 2012