mercoledì 12 settembre 2012

L'OCSE: ISTRUZIONE È ARMA CONTRO CRISI, MA FAMIGLIE VANNO SOSTENUTE GURRIA: PREOCCUPANO DISPARITÀ SOCIALI E CRESCITA GIOVANI 'NEET'

Chi ha un livello di istruzione superiore si orienta meglio in un periodo di crisi e continua a guadagnare di piu' rispetto ai lavoratori meno istruiti. E cittadini piu' 'titolati' costituiscono un ritorno economico anche per gli Stati: sono maggiori introiti in termini di tasse. Anche per questo gli Stati membri dell'Ocse devono combattare quei divari sociali che impediscono ai piu' deboli, ancora oggi, di arrivare ai livelli piu' alti dell'istruzione. Ma anche sostenere le famiglie su cui grava gran parte del carico dell'istruzione dei figli. E poi devono fare i conti con quella generazione Neet, quella dei giovani che non studiano e non lavorano, che e' in aumento. Lo ricorda Angel Gurria, segretario generale dell'Ocse, nella sua nota introduttiva al Rapporto 2012 sull'Educazione (Education at a glance 2012 - Uno sguardo all'Educazione 2012) presentato oggi alla stampa. "E' chiaro- spiega Gurria- che avere una maggiore istruzione ha aiutato i cittadini a mantenere o cambiare posto di lavoro durante la recessione. In tutti i paesi Ocse il tasso di disoccupazione nel 2010 e' stato di circa un terzo in meno per gli uomini con istruzione universitaria rispetto a quelli con un'istruzione secondaria superiore. Per le donne con il piu' alto grado di istruzione, e' stato di due quinti in meno". Resta anche il divario negli stipendi che e' "cresciuto" durante la crisi. "Nel 2008 un uomo con un'istruzione di livello universitario poteva aspettarsi di guadagnare il 58% in piu' di uno con al massimo un'istruzione secondaria superiore, nel 2010 questo divario e' aumentato al 67%. Nel 2008, le donne con un'istruzione superiore guadagnavano il 54% in piu' rispetto a quelle con una istruzione secondaria. Nel 2010 il divario e' cresciuto al 59%". In prospettiva chi ha un'istruzione universitaria puo' mettere in conto, al netto delle spese sostenute, un guadagno di 160mila dollari superiore a quello che avrebbe fermandosi alle scuole superiori. Questo per un uomo. Per una donna si parla di 110mila dollari. L'Italia, inverita', e' un po' in controtedenza. Ma restano ovunque eccessivi divari sociali che impediscono ai piu' deboli di arrivare al grado piu' alto dell'istruzione. Ad esempio il Rapporto rileva che "le prestazioni di lettura degli studenti di origine migrante possono essere influenzate in modo negativo quando si frequentano scuole con un gran numero di alunni provenienti da famiglie con bassi livelli di istruzione. Allo stesso modo i politici farebbero bene a prendere atto dell'aumento del numero dei 15-29enni che non sono ne' occupati ne' studiano, i cosiddetti Neet" che ormai sono in media il 16% e sono in crescita. Un dato che "riflette il disagio particolare" dei giovani in tempo di crisi. Giovani la cui disoccupazione ha raggiunto "livelli allarmanti". Per questo "molti paesi Ocse devono fare di piu' per aumentare il loro accesso all'istruzione superiore" oggi negata ai piu' deboli: chi viene da famiglie disagiate ha la meta' delle possibilita' di arrivare all'universita' di un coetaneo piu' agiato. Infine il capitolo famiglie. Per Gurria vanno sostenute di piu': "I paesi dovrebbero trovare un maggiore equilibrio fra il sostegno pubblico fornito per gli studi e la quota chiesta alle famiglie per coprire una parte dei costi". 
Notiziario Minori, 12 settembre 2012