venerdì 12 novembre 2010

94% DA SOLI SUL WEB,
E UNO SU TRE PARLA CON SCONOSCIUTI
RICERCA A BOLOGNA: 60% GENITORI IGNORA;
24% VITTIME CYBERBULLISMO

Gli adolescenti bolognesi sono ormai "assuefatti all'uso di internet e del cellulare". Ma il vero problema e' che "non hanno coscienza dei rischi che corrono" con l'utilizzo delle nuove tecnologie, ne' delle "possibilita' di commettere reati".
Insomma, i ragazzi "non hanno la percezione di cio' che puo' correre sulla rete", nonostante molti siano stati vittime di casi di cyber-bullismo. E i genitori sono il piu' delle volte all'oscuro di come i propri figli usino il web o il telefono. E' questo il risultato della ricerca condotta da Provincia di Bologna, Corecom e Difensore civico regionale su 508 studenti di prima e seconda superiore in sei istituti del capoluogo emiliano, presentato oggi a Palazzo Malvezzi. Il 95,6% di loro ha un collegamento internet in casa e il 93,8% naviga da solo, anche se e' il 47,4% dei ragazzi intervistati ad avere la connessione al web direttamente nella propria stanza.
Quasi un terzo usa internet per parlare con sconosciuti e il 48% e' abbastanza smaliziato da aspettarsi di contattare sul web persone che non dicono chi sono. Da questi sconosciuti, gli adolescenti ricevono moltissimi inviti: il piu' diffuso (60%) e' avere una fotografia, seguito dalla richiesta del numero di cellulare (53%), di farsi vedere in webcam (43%) e di avere un incontro diretto (39%). Il piu' delle volte questi inviti vengono accettati: sei ragazzi su dieci mandano foto e numero di telefono, oltre la meta' e' disponibile al contatto diretto.
"Sono soprattutto le ragazze ad avere atteggiamenti piu' disinibiti su internet- spiega Rossella Tirotta, sociologa del Corecom che ha condotto la ricerca- mentre i maschi sono piu' autori di bullismo elettronico, in particolare contro le ex-fidanzate". Per cyberbullismo si intende l'invio ripetuto di insulti, minacce o foto imbarazzanti via sms o web.
Quasi un quarto degli oltre 500 studenti di Bologna intervistati dichiara di aver subito atti di bullismo elettronico, un fenomeno che e' conosciuto dal 64% dei ragazzi.
Il piu' delle volte si tratta di casi accaduti fuori dalla scuola (66%), che colpiscono una singola persona (89,5%). Nel 35% dei casi l'iniziativa parte dagli stessi compagni di classe, il 20% sono vendette dell'ex fidanzato (o fidanzata). Degli studenti intervistati il 36% affronta direttamente il cyber-bullo, il 31% ignora la cosa finche' non sfuma e il 20% cambia numero di cellulare. Nel 12% dei casi si ricorre all'aiuto delle Forze dell'ordine, mentre il 16% fa intervenire i genitori. E proprio mamma e papa' scontano un grosso gap nei confronti dei figli, essendo il piu' delle volte all'oscuro dell'uso che i ragazzi fanno delle nuove tecnologie.
Dalla ricerca emerge infatti che il 62% dei genitori ignora come i propri figli usino internet, limitandosi a rimproverarli per il troppo tempo perso davanti al computer (il 45%). Solo il 15% controlla come internet e cellulari vengono usati. A loro, i sociologi che hanno condotto l'indagine suggeriscono di "diventare amici dei propri ragazzi su Facebook- spiega Raffaele Lelleri del settore Politiche sociali della Provincia- pero' non sotto falso nome". Ma se il web e' molto diffuso tra gli adolescenti, il cellulare e' pur sempre al primo posto. Sui 508 studenti intervistati, solo due non hanno il telefonino: una ragazza italiana e una straniera, di 14 e 16 anni. In media, il primo cellulare si riceve a 11 anni e lo si usa soprattutto per inviare sms (84%) e fare foto (64%): il 40% non lo spegne mai, a scuola solo il 13% non lo tiene acceso. In media i ragazzi spendono 20 euro al mese, con picchi di 60 euro: per il 70% pagano i genitori.
La ricerca condotta da Provincia, Corecom e Difensore civico regionale rientra nell'iniziativa "La Rete siamo noi", per promuovere un uso sicuro di internet e del cellulare tra i minori. "Il 70% dei ragazzi intervistati non sa che per un reato commesso con il cellulare si e' imputabili gia' a 14 anni", sottolinea il difensore civico della Regione, Daniele Lugli. Lo stesso questionario distribuito in sei scuole a Bologna (Paolini, Belluzzi, Cassiano, Fioravanti, Laura Bassi e Righi) e' stato diffuso anche in alcuni istituti di Ferrara, Piacenza e Rimini, per un totale di oltre 2.000 adolescenti coinvolti. "I dati sono piu' o meno gli stessi anche nelle altre province- spiega Lugli- a Bologna ci sono solo piu' casi di bullismo elettronico".
L'obiettivo dell'iniziativa, spiega l'assessore provinciale alle Politiche sociali, Giuliano Barigazzi, e' "dare strumenti a chi educa e tratteggiare l'utilizzo che i ragazzi fanno dei social network e del cellulare: i rischi sono molti, proprio perche' il web offre opportunita' straordinarie". Per i docenti delle scuole e' stato organizzato un corso di aggiornamento di 15 ore (hanno partecipato in 180), mentre per i genitori sono stati organizzati alcuni eventi pubblici: i prossimi sono domani e il 24 novembre, all'istituto Minguzzi, con la presentazione di due libri sul bullismo elettronico e su quello omofobico. Inoltre e' stata stampata una guida per i genitori, con alcuni consigli su come affrontare il problema e seguire piu' da vicino i figli anche mentre navigano su internet.
Notiziario Minori, 12 novembre 2010