martedì 15 febbraio 2011

SM,    IN   GRAVIDANZA    L'INTERFERONE 
E' RELATIVAMENTE SICURO I DATI DELLO 
STUDIO   SIN REALIZZATO SU 388 PAZIENTI
L'incidenza della Sclerosi multipla (Sm) tra le donne in eta' riproduttiva e' molto elevata: si stima che circa 2 milioni di persone al mondo ne soffrano, con frequenza due volte superiore nelle donne rispetto agli uomini. Fortemente sentita e diffusa e' l'esigenza tra le pazienti, future mamme, in cura con Inteferone ß, un farmaco modificante il decorso della malattia, di conoscere gli effetti di tale terapia sulla gravidanza, i rischi legati all'esposizione del farmaco, la necessita' o meno di sospendere il trattamento prescritto per il controllo della Sm, o addirittura di sospendere la gravidanza, per scongiurare effetti sul feto esposto in utero.
Il gruppo di studio Sm-Sin (Societa' italiana di neurologia), coordinato dalla professoressa M.P. Amato, neurologa presso il dipartimento di Neurologia dell'Universita' di Firenze, ha condotto una ricerca per valutare l'andamento della gravidanza e le conseguenze per il feto dell'esposizione in utero a Interferone ß, valutando inoltre rischio di aborto spontaneo.
Le pazienti intervistate sono state suddivise in due gruppi: un gruppo costituito da pazienti che avessero sospeso l'IFN- ß, a meno di quattro settimane dal concepimento, e quindi considerate "esposte" al farmaco ed un gruppo rappresentato da chi aveva sospeso la terapia piu' di quattro settimane prima del concepimento o che non era mai stata trattata. Sono state analizzate 396 gravidanze di 388 pazienti, e di queste, 88 sono state classificate come "esposte" (esposizione media 4,6+/-5,8 settimane). I dati hanno mostrato che in queste pazienti la terapia non ha provocato alcun aumento di aborto spontaneo (OR 1,08, CI 95% 0,4-2.9), mentre e' risultata associata con valore significativo a un peso ( PS ß - 113,8 p < 0.0001) e a una lunghezza inferiori alla nascita (PS-adjusted ß
-1.102, p < 0.0001) L'incidenza di aborto spontaneo nelle pazienti "esposte" si e' collocato in un range sovrapponibile a quella della popolazione generale italiana in quello stesso periodo. L'esposizione a IFN - ß e la necessita' di parto con taglio cesareo sono stati i soli fattori predittivi di un parto prematuro. Nei nati dalle pazienti "esposte" non si sono registrate complicanze significative a carico del feto e, nel corso del follow up durato in media 2,1 anni, non sono state riscontrate malformazioni o anomalie dello sviluppo.
"In conclusione- ha dichiarato Angelo Ghezzi, segretario gruppo di studio Sm-Sin- l'esposizione a IFN ß fino a quattro settimane dal concepimento e' relativamente sicura e cio' rappresenta un riferimento importante per i neurologi che seguono pazienti con sclerosi multipla che progettano una gravidanza. Inoltre- ha concluso Ghezzi- questo studio, condotto su un'ampia casistica e con la partecipazione di molti centri clinici italiani, rafforza i dati di osservazioni precedenti condotte su piccoli numeri e dimostra l'alta qualita' della ricerca italiana".
Notiziario Minori, 15 febbraio 2011