sabato 26 novembre 2011

LA PEDAGOGISTA: LA SCUOLA EDUCHI ALLA NONVIOLENZA
"NECESSARIA LA FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI"
La ricerca europea Daphne III sul danno ai minori che hanno assistito a violenze sulle madri, nella sezione italiana invita alla sensibilizzazione e alla formazione sul tema degli insegnanti di ogni ordine e grado. Serve una vera e propria educazione alla nonviolenza. "Per la scuola dell'infanzia, elementare e di primo grado - dice Sandra Chistolini responsabile scientifico dell'indagine e docente di Pedagogia generale e sociale all'Universita' Roma Tre
- c'e' urgenza di attivare forme di sensibilizzazione per far comprendere ai docenti il fenomeno e aiutare i minori con una robusta educazione alla nonviolenza, in grado di contrastare i messaggi ricevuti sul fronte opposto e costruire una barriera di prevenzione e resistenza al danno e al bullismo". Nella scuola secondaria si possono affrontare questi temi con "documenti scientifici e anche di carattere narrativo", utili per dare un nome alla violenza, saperla riconoscere e sapervi reagire con modalita' costruttive. "Educare al rifiuto della violenza come mezzo di risoluzione dei conflitti indirizza alla scelta di via alternative alla riproduzione del trauma". Dalla ricerca Daphne III si evince che "a livello comparativo l'Italia emerge come il Paese nel quale il senso di identificazione con il modello materno e' particolarmente rilevante". Per quanto riguarda la variabile di genere, nel gruppo di bambini esposti alla violenza, sono state rilevate differenze significative tra i bambini e le bambine circa l'immagine di se'. I bambini tendono ad avere una percezione di se' superiore a quella maturata dalle bambine, spiegano i curatori. . Il dato dell'Italia incide sulla valutazione comparativa generale soprattutto per le prestazioni scolastiche delle bambine: i risultati scolastici se sono eccellenti per le bambine scelte a caso, arrivano al massimo ad essere buoni nelle bambine esposte a violenza.
Notiziario Minori, 26 novembre 2011