martedì 31 gennaio 2012

POCHI BIMBI E OBESI, ITALIA PAESE DI 
NONNI SENZA NIPOTI ALIMENTAZIONE 
SREGOLATA, AL NORD QUELLI PIÙ 'IN LINEA'
L'Italia non e' un 'Paese per bambini', che sono pochi e anche tendenzialmente obesi. Nonostante questo, comunque, sono in condizioni di salute complessivamente buone grazie ad una 'rete di protezione familiare che e' una tipica tradizione 'made in Italy'. È questo il quadro, non del tutto roseo, che emerge dal primo 'Libro bianco 2011. La salute dei bambini', un'approfondita analisi dello stato di salute della popolazione pediatrica italiana fino a 18 anni di eta', e della qualita' dell'assistenza sanitaria nelle Regioni italiane ricevuta da questa importante fetta di popolazione, che rappresenta il futuro del Belpaese. Pubblicato dall'Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, che ha sede presso l'Universita' Cattolica di Roma, in collaborazione con la Societa' italiana di pediatria (Sip), presieduta dal professor Alberto Ugazio, e coordinato dal professor Walter Ricciardi, direttore dell'Istituto di Igiene della Facolta' di Medicina e Chirurgia, il Libro Bianco e' presentato oggi all'Universita' Cattolica. 'Il Libro bianco mette in evidenza non pochi elementi di criticita'- afferma Ugazio- la contrazione della spesa sociale per la maternita' e la famiglia, sia a livello nazionale che locale, e' forse uno dei piu' preoccupanti insieme a quello della denatalita' e ai numerosi problemi che continuano a rendere non equa e scarsamente efficace l'assistenza socio-sanitaria ai bambini migranti". Secondo il presidente della Sip 'occorre riportare il bambino e l'adolescente al centro delle scelte sociali e politiche del Paese. Il Libro bianco richiama tutti noi pediatri al nostro ruolo centrale, alla stessa 'mission' del nostro impegno professionale: garantire ai bambini e agli adolescenti la salute globale, cui hanno diritto, giocando un ruolo sempre piu' attivo non soltanto in ospedale e negli ambulatori, ma come protagonisti attivi delle scelte sociali, che sono indispensabili per garantire ai bambini e agli adolescenti la qualita' di vita - fisica, psichica e sociale - cui hanno diritto". Una bassa natalita', quindi, come lo e' il ricambio generazionale. Basti pensare che dal 1871 al 2009 la natalita' si e' quasi dimezzata (-74,25%) e attualmente si assesta al 9,5ë, cioe' nascono 9,5 bebe' ogni 1000 abitanti, contro, solo per fare qualche esempio, 12,8ë della Francia, 10,8ë della Spagna, 12ë della Svezia e 12,8ë del Regno Unito. Il livello della fecondita' e' in lieve aumento grazie all'apporto delle donne straniere.
UN PAESE DI NONNI... SENZA NIPOTI: l'Italia ha un volto sempre piu' vecchio, infatti, sebbene la popolazione italiana dal 2001 al 2010 sia aumentata del 5,9%, tale incremento non ha interessato la fascia di eta' 0-18 anni che, invece, e' diminuita del 2,64%. Questi dati confermano il rapido processo d'invecchiamento che si sta delineando nel nostro Paese. A livello territoriale, la percentuale maggiore di giovani under-18 anni (21,6%) si registra in Campania che, ormai da anni, detiene il record di regione "piu' giovane". Valori elevati vengono riscontrati anche nella Provincia autonoma di Bolzano (21%), in Sicilia (20,2%) e in Puglia (19,6%). Al contrario, la Regione con la struttura per eta' meno sbilanciata verso la classe "giovane", e' la Liguria che presenta il dato piu' basso (14,6%) e che, da anni, risulta essere la regione "piu' vecchia". Seguono il Friuli Venezia Giulia (15,7%), la Toscana (15,9%) e, a pari merito, il Piemonte e la Sardegna (16,1%).
LE DONNE FANNO POCHI FIGLI, LIETI EVENTI SOPRATTUTTO TRA DONNE STRANIERE: l'Italia e' uno dei Paesi europei dove i livelli di fecondita' totale, seppur in crescita, risultano tra i piu' contenuti. Nel 2008, il Tft e' stato pari a 1,4 figli per donna.
Tale valore, anche se in lieve aumento rispetto agli anni precedenti (+0,1 punti percentuali rispetto al 2000), risulta, comunque, inferiore al livello di sostituzione (circa 2,1 figli per donna) che garantirebbe il ricambio generazionale. Questa ripresa, imputabile sia alla crescita dei livelli di fecondita' delle over-30 che all'apporto delle donne straniere, richiede un'attenzione specifica da parte dei servizi sanitari che devono adeguarsi alle esigenze della domanda con reparti, ad esempio, dedicati alla diagnosi perinatale e con personale in grado di poter dialogare efficacemente con l'utenza straniera. Il valore piu' alto si registra nella PA di Bolzano, nella PA di Trento e in Valle d'Aosta (pari merito 1,6 figli per donna) e, in generale, nelle regioni del Centro-Nord, mentre il valore minimo si riscontra in Sardegna (1,1 figli per donna). Dal Libro Bianco emerge chiaramente l'incremento delle nascite da cittadini stranieri, sia con uno che con entrambi i genitori stranieri, soprattutto a partire dall'anno 2003. La quota piu' elevata e' quella dei nati da madre straniera. Questo indicatore, che nel 1999 era pari a 5,4%, si attesta nel 2008 a 15,9%. Le regioni del Nord sono nel 2008 quelle con la piu' elevata incidenza di nati da almeno un genitore straniero: l'Emilia-Romagna (madre 25%; padre 21,7%), il Veneto (madre 24,4%; padre 21,6%) e la Lombardia (madre 23,2%; padre 20,6%). Al contrario, nelle regioni del Mezzogiorno la quota di nati con almeno un genitore straniero risulta non solo inferiore al dato nazionale, ma estremamente contenuta. Sono i romeni, la prima comunita' per presenza (20,5%), a generare il piu' alto numero di nati tra gli stranieri (17,2%). Al secondo posto la comunita' marocchina con il 16,9%.
Segue la comunita' albanese con il 12,6%.
ALIMENTAZIONE SREGOLATA, SOPRATTUTTO TRA ADOLESCENTI: niente di buono sul fronte delle abitudini alimentari che, anzi, sono in peggioramento. Le ragazze stanno via via adottando le abitudini meno salutari dei loro coetanei. Ma le differenze tra maschi e femmine si acuiscono al crescere dell'eta'. Per le bambine tra i 3 e 5 anni si osserva un trend crescente per il consumo di alcune verdure, uova e pesce, mentre per i bambini si osserva una preferenza nel consumo delle verdure. Le differenze maggiori tra i due sessi si fanno piu' marcate tra gli adolescenti di 14-17 anni e tra i giovani di 18-24 anni a sfavore del genere femminile per il quale e' in aumento sia il consumo di alcolici fuori pasto, per lo piu' di alcolici diversi da birra e vino, sia il consumo di diversi tipi di alimenti proteici.
Al Nord i bambini con una linea migliore.
BAMBINI E RAGAZZI HANNO MOLTI PROBLEMI CON LA BILANCIA, DI PIÙ AL SUD: il 22,9% dei bambini di 8-9 anni e' risultato in sovrappeso e l'11,1% in condizioni di obesita'. Complessivamente, i dati rilevati nel 2010 risultano leggermente inferiori (sovrappeso
-0,9%; obesita' -3,5%) rispetto a quelli osservati nel 2008, ma confermano livelli preoccupanti di eccesso ponderale. I bambini piu' in linea sono quelli del Nord, quelli con piu' problemi di bilancia vivono nel Centro-Sud. Le regioni che presentano, nel 2010 i valori maggiori sono per il sovrappeso l'Abruzzo (28,3%) seguito dalla Campania (27,9%) e a pari merito da Molise e Basilicata (26,5%), mentre per l'obesita' le regioni maggiormente interessate dal fenomeno sono la Campania (20,5%), la Calabria (15,4%) e il Molise (14,8%). Nelle Province Autonome, invece, si registrano i valori minori (sovrappeso PA di Bolzano 11,4%; obesita' PA di Trento 3,5%).
Dal confronto dei dati 2008-2010 si evidenzia nelle regioni Centro-settentrionali (a eccezione del Veneto che presenta una tendenza opposta dovuta alla notevole riduzione del numero di soggetti obesi che determina l'aumento dei soggetti in sovrappeso) una riduzione dei tassi di sovrappeso che oscilla tra il -17,9% del Friuli Venezia Giulia e il -1,5% del Piemonte. Gli incrementi, invece, riguardano il Meridione, tranne la Sicilia dove il trend e' in diminuzione (-4,1%). La regione in cui si e' registrato l'aumento piu' consistente e' la Sardegna (+11,2%).
Per l'obesita' tra 2008-2010 si registra una diminuzione nelle regioni Centro-meridionali, a eccezione della Toscana e della Basilicata (rispettivamente con +1,4% e +3,7%) e della Sicilia i cui valori risultano stabili. Tra le regioni del Nord, che presentano un trend in aumento, da evidenziare e' la tendenza controcorrente del Veneto (-4,1%), ma soprattutto della Valle d'Aosta che presenta anche la maggiore riduzione in assoluto pari a -31,1%.
'Oggi, purtroppo a tavola comanda il bambino- spiega Ugazio- non c'e' dubbio che oggi i genitori non sono piu' in grado di indicare ai figli le cose giuste e sbagliate a tavola, o non hanno tempo o non sono preparati per farlo". Cosi' i bambini prendono spazio e si comportano come piccoli tiranni: "una delle abitudini che il pediatra nota di piu' oggi - racconta il Presidente SIP Ugazio - e' che i genitori chiedono al bambino anche molto piccolo cosa vuol mangiare, ma il bambino non ha gli strumenti per decidere per il proprio bene". C'e' un insieme di fattori sociologici e psicologici familiari che convergono verso questo. I cambiamenti della struttura familiare hanno fatto moltissimo. Questi, continua il pediatra, sono tutti elementi che favoriscono una alimentazione sregolata. A cio' si aggiungono i ritmi sempre piu' frenetici che impediscono alla famiglia, anche quando e' unita, di vivere insieme il momento dei pasti.
"Il mangiar male (con la conseguente 'piaga' dell'obesita')- continua Ugazio- e' un fenomeno che riguarda tutti i paesi industrializzati e che colpisce di piu' le fasce piu' deboli e socialmente piu' svantaggiate, non e' un caso che, come emerge dal Libro Bianco, in Italia il gradiente di obesita' sia crescente da Nord a Sud. Le cause di questa epidemia di obesita' sono evidenti - sottolinea il pediatra - e legate a un'alimentazione ipercalorica e al fatto che i bimbi si muovono molto meno che in un passato. Noi andavamo a scuola a piedi o in bicicletta, oggi e' impossibile o pericoloso nelle grosse citta', mentre nei piccoli centri dove pure si potrebbe e' ormai invalsa la cattiva abitudine (anche perche' i genitori sono iperprotettivi) di accompagnare ovunque i figli in macchina".
Notiziario Minori, 31 gennaio 2012