venerdì 4 febbraio 2011

BAMBINI PLUSDOTATI: L'8-10% DEGLI STUDENTI
ITALIANI RAGAZZI DOTATI DI PARTICOLARI 
ABILITÀ.      SEMINARIO     ALLA      BOCCONI
I bambini plusdotati (o gifted, come vengono definiti nel resto d'Europa) rappresentano l'8-10% della popolazione studentesca italiana. Sono dotati di particolari abilita', competenze e capacita' superiori rispetto ai coetanei, spesso pero' il loro talento non viene riconosciuto e stimolato dagli insegnanti. "Manifestano difficolta' scolastiche, emotive e relazionali. Con il rischio, paradossale, che nonostante le loro qualita' alcuni finiscano persino con l'abbandonare la scuola", spiega Anna Maria Roncoroni, presidente dell'Associazione italiana per lo sviluppo del talento e della plusdotazione (Aistap) e corrispondente italiana dell'European council for high ability.
Il tema e' al centro di un seminario in programma oggi all'universita' Bocconi di Milano durante il quale viene presentata la rete internazionale "Ulisse" che vede la partecipazione di sei partner internazionali (tra cui l'universita' olandese di Nijmegen, l'universita' spagnola di Laguna, l'Aistap) e che si pone l'obiettivo di sensibilizzare sulle tematiche del talento e della plusdotazione tutti coloro che, a diverso titolo, sono interessati a questo tema. L'obiettivo della rete, spiega Roncoroni, e' mettere in collegamento tra di loro le associazioni, gli enti, le associazioni e le istituzioni che si occupano di plus-dotazioni per formare una piattaforma comune. "Per condividere materiale, esperienze e buone pratiche che da tempo sono state avviate all'estero- aggiunge-. Nel nostro Paese, al di la' di qualche sporadica esperienza, mancano competenze specifiche". Durante la giornata verra' inoltre presentato il corso di formazione biennale sulla plus-dotazione organizzato dall'Aistap che prendera' il via entro fine anno a Milano.
Nonostante il loro talento, questi bambini non riescono a ottenere i risultati normalmente attesi dall'ambiente scolastico in cui sono inseriti. "Non solo le loro doti faticano a emergere
-puntualizza Anna Maria Roncoroni- ma vengono misconosciuti, si crede che siano bambini in difficolta', da aiutare". Chi poi ha alle spalle una situazione di disagio familiare, sociale o economico e' esposto a un rischio piu' elevato di dispersione scolastica: per loro stare a scuola e' frustrante, fanno fatica, non si sentono integrati nel gruppo dei pari. In tanti, quindi, abbandonano.
Notiziario Minori, 4 febbraio 2011