venerdì 18 febbraio 2011

IPERATTIVITÀ, "4% DI INCIDENZA È TERRORE 
PSICOLOGICO"  POMA:   'BUFALA,      LA   SOPSI 
DÀ I NUMERI. ISS CONFERMA: MASSIMO L'1%'
Dal convegno all'Unione industriali di Torino "Il bambino non e' un elettrodomestico" (dal titolo dell'omonimo libro di Giuliana Mieli), levata di scudi contro le dichiarazioni della Sopsi (Societa' italiana di psicopatologia), riunita in congresso a Roma, che denunciava la carenza di diagnosi per l'iperattivita' infantile in Italia, con centinaia di migliaia di bambini non presi in carico e una conseguente potenziale 'emergenza' in relazione ai disturbi antisociali gravi che questi minori maturerebbero con l'eta' se non adeguatamente trattati. "Una vera bufala- denuncia Luca Poma, giornalista e portavoce di 'Giu' le Mani dai Bambini',il comitato italiano di farmacovigilanza pediatrica in Italia (www.giulemanidaibambini.org)- un modo eticamente discutibile di far pressione sui genitori, convincendoli che qualora i loro figli non vengano trattati, spesso con psicofarmaci, finiranno a delinquere, crescendo come disadattati. La Sopsi 'da i numeri'- sottoliena Poma- e' proprio il caso di dirlo, parlando di 300.000 casi in Italia meritevoli di presa in carico, pari, secondo loro, al 4% della popolazione infantile: l'Istituto Superiore di Sanita' conferma per iscritto che la prevalenza italiana e' massimo dell'1%, in certe zone d'Italia anche meno. Inoltre, ci sono studi scientifici, come quello di Lambert, che provano esattamente il contrario rispetto a quanto affermato dalla Sopsi, ovvero che c'e' una piu' elevata predisposizione alla dipendenza da alcool cocaina e tabacco nei bambini e adolescenti iperattivi trattati con psicofarmaci, il che e' quasi ovvio se si pensa che il minore si abitua a trovare nel farmaco una soluzione pronta all'uso, esterna da se la soluzione a tutti i problemi. Ma non stupisce la posizione della Sopsi: basta indagare- conclude Poma- su chi finanzia abitualmente i loro convegni negli ultimi anni, sono le piu' importanti case farmaceutiche produttrici di psicofarmaci per bambini". Emilia Costa, medico e professore emerito all'Universita' Sapienza di Roma aggiunge: "Non sono d'accordo con i colleghi, queste diagnosi di iperattivita', invocate a gran voce, sono spesso inconsistenti e vaghe, piu' che altro una moda importata dagli Usa. Bisogna indagare il motivo profondo del disagio dei bambini, di cui l'iperattivita' e solo un sintomo". Infine, Poma ricorda: "Lode all'Istituto Superiore di Sanita', che con il registro nazionale dei bambini in terapia lavora per contenere le diagnosi. Anche negli Usa stanno facendo marcia indietro su questa epidemia di diagnosi, mentre noi in Italia invece cerchiamo di copiare in ritardo il modello americano: non ha nessun senso, dobbiamo piuttosto esportare il modello italiano all'estero".
Notiziario Minori, 18 febbraio 2011