venerdì 18 febbraio 2011

ROMA, COSÌ MUORE LUNEUR, TRA DEGRADO E OBLIO
IL PARCO GIOCHI CAPITOLINO ORMAI ALLO SFASCIO
Erbacce e vegetazione fitta, cumuli di rifiuti. Degrado.
L'elefantino sta li' da solo, seduto in mezzo al nulla. Intorno a lui, in una situazione 'fotografata' dall'agenzia Dire, i tetti crollano contrapposti a scheletri di altre costruzioni che vengono su e si fermano a un passo dalla fine. Il silenzio ha preso il posto di schiamazzi e risate. Le giostre non girano piu', forse riescono solo a cigolare mosse dal vento, e a rincorrersi sono rimasti animali randagi, cartacce e foglie secche. E mentre sabato scorso e' partita una raccolta firme, l'attesa e' per il Tar del Lazio perche' faccia almeno un po' di chiarezza smuovendo le acque.
E' ancora calma piatta sul versante Luneur, ormai in una situazione piu' immobile delle giostre che stanno la', abbandonate e fatiscenti a tre anni dalla chiusura del parco divertimenti piu' antico d'Italia. E 150 famiglie, quelle che avevano investito nella struttura fin da quando nel 1961 il parco e' diventato permanente, si trovano in crisi. Senza guadagno e senza prospettive, senza aver avuto la possibilita' di fare manutenzione sugli impianti, la maggior parte ormai pericolante e da smantellare. Il divertimento vive solo nel ricordo della gente, degli abitanti del quartiere, dei ragazzi che hanno passato l'adolescenza tra pesciolini rossi e giri sul rotor.
Basta digitare su facebook per rendersi conto di quanti sono i gruppi nati per supportare la riapertura di quello che era il cuore gioioso di Roma, quando i centri commerciali non c'erano ancora e il sabato pomeriggio 'tutti al Luneur dopo scuola', le giostre battono il cinema uno a zero.
A rilanciare la questione 'Luneur' ci hanno pensato nei giorni scorsi due consiglieri del Municipio XII, Matilde Spadaro e Vincenzo Vecchio, animatori del movimento 'Atuttaleur' che, dopo la "prima vittoria" relativa al ritiro del progetto F1, si sta impegnando per arrivare alla riapertura del parco. La raccolta firme e' solo al primo atto ("E' stata raggiunta quota 400") ma i cittadini dell'Eur non hanno intenzione di tirarsi indietro mentre e' partito il conto alla rovescia per la sentenza del Tar.
Attesa prima per l'11 novembre 2010, poi rinviata al 25 gennaio scorso quando i giudici amministrativi si sono riservati una decisione entro sessanta giorni, ovvero per la fine di marzo.
Il ricorso, presentato dai sub concessionari, riguarda la validita' del bando che ha assegnato la locazione del parco a Cinecitta' Entertainment, risultata vincitrice nel giugno del 2008 ed entrata poi a condurre il gioco prevedendo un investimento di circa 16 milioni di euro. Ma in campo c'e' anche La Luneur Park Spa, titolare del contratto di locazione dal febbraio 2008 e in possesso dell'area dal 30 luglio 2009. E se il Tar dovesse dare un giudizio di non validita' si potrebbe aprire "uno scenario drammatico", come spiega, all'agenzia Dire, Saverio Pedrazzini della Luppro, societa' che ha gestito il luna park dal 1961 fino al 31 dicembre del 2007, quando e' scaduta la concessione da parte di Eur spa.
La denuncia di Pedrazzini e' chiara: "Non e' stato presentato alcun progetto da Cinecitta' Entertainment, non si capisce con quali basi hanno vinto il bando di gara, visto che dovevano presentare un progetto preliminare e la riorganizzazione delle attrazioni, il business plan: tre punti legati al bando di gara pena la non ammissibilita'. Alla fine questi non sono stati considerati mentre si e' dato credito alla lettera a latere, nient'altro che cambiamento del bando di gara, con la firma di un nuovo contratto di locazione".
Solo una delle recriminazioni di chi al Luneur ha legato la propria vita e fino all'ultimo ha cercato di non vederlo morire lentamente. Proprio la Luppro, anche dopo la fine della concessione nel 2007, aveva tentato di rientrare in corsa.
"Avevamo presentato un progetto all'Eur spa con investimenti per 20 milioni di euro per le attrazioni, di 6 milioni per la riqualificazione del parco, e nel frattempo, in attesa di avere un parere favorevole, avevamo gia' effettuato interventi preliminari. Addirittura- continua Pedrazzini- ci fu un tavolo a cui portammo anche una ditta costruttrice e presentammo una proposta salvaguardando gli operatori che gia' c'erano. L'Eur spa, pero', ha ritenuto non interessante il progetto e ha predisposto il bando di gara. La conseguenza? E' sotto gli occhi di tutti: un parco chiuso da tre anni e 150 famiglie a spasso".
La richiesta, stando cosi' le cose, non e' difficile da intuire.
"Vogliamo riaprire il Luneur, devono darci delle risposte". Anche chi finora "non ha mai voluto prendere iniziative, come l'informatissimo sindaco Alemanno". L'ultimo incontro con Eur spa e l'ad Riccardo Mancini c'e' stato "due mesi fa, durante una presentazione del progetto di F1". Pedrazzini, sempre all'agenzia Dire, ricorda: "Mi avvicinai al loro tavolo e feci vedere una copia della mozione presentata al Comune da Andrea Alzetta.
Mancini disse che lui si era rivolto alla magistratura, io risposi che l'avevo fatto con un esposto in procura per conoscere le modalita' di applicazione del bando di gara". Gia', perche' oltre al ricorso al Tar e all'esposto, esistono mozioni e una interrogazione parlamentare presentata il 12 gennaio scorso al ministro dell'Economia (che detiene il 90% di Eur spa) addirittura dalla Lega Nord, a firma di Paolo Grimoldi. Tanto rumore, al momento per nulla. Roma e il parco attendono, e ormai sono quasi tre anni.
Notiziario Minori, 18 febbraio 2011