martedì 1 marzo 2011

ADHD, IN ITALIA 2 MILA BIMBI TRATTATI CON 
PSICOFARMACI DURATA MEDIA DEI TRATTAMENTI
CON RITALIN O STRATTERA È DI 15 MESI
Sono poco piu' di 2 milai bambini e gli adolescenti tra i 6 e i 18 anni trattati in Italia con Ritalin e Strattera, i due psicofarmaci commercializzati nel nostro paese per il trattamento dell'Adhd, la sindrome da deficit di attenzione e iperattivita'. I dati sono stati raccolti in tre anni di attivita' del Registro italiano dell'Adhd dell'Istituto superiore di sanita', lo strumento di farmacovigilanza che ha monitorato le prescrizioni due farmaci. Secondo i dati raccolti dal registro - che domani saranno presentati a Roma nell'ambito del convegno "Le molte facce dell'Adhd", organizzato da Aifa onlus in collaborazione con Adhd Europe, in media i trattamenti farmacologici hanno avuto la durata di 15 mesi, e dalle rilevazioni risulta che la terapia farmacologica e' stata prescritta in seconda battuta, quando cioe' e' risultato evidente che la psicoterapia da sola non era sufficiente. Dopo un primo periodo in cui e' stato prescritto di piu' lo Strattera, in seguito i due farmaci sono stati prescritti indicativamente nella stessa quantita'.
Un punto di criticita' e' stato individuato nella mancanza di formulazioni a rilascio prolungato dei farmaci in questione, utili per diminuire il numero delle somministrazioni durante il giorno. Altro aspetto critico e' l'uso 'off-label' dei due psicofarmaci quando i soggetti trattati superano i 18 anni d'eta': "I due farmaci, al contrario di quanto avviene in altri paesi, sono prescrivibili sono fino ai 18 anni - spiega Pietro Panei, dell'Istituto superiore di sanita' - ma in alcuni casi in cui sarebbe stato utile prolungare l'assunzione, si e' visto il ricorso ad escamotage". Un altro problema evidenziato e' che i trattamenti non farmacologici non sono ovunque accessibili: a livello geografico ci sono grandi differenze nell'offerta di servizi di assistenza psicologica. Inoltre il registro ha rilevato alcune segnalazioni di effetti collaterali causati dai due psicofarmaci, "ma non in quantita' tali da costituire motivo di allarme", precisa Panei. Inoltre dall'analisi risulta che "le diagnosi sono state effettuate accuratamente e percio' le terapie farmacologiche somministrate sono state ritenute appropriate". Confrontando invece il numero di bambini e adolescenti trattati con altri paesi, risulta che il dato italiano non e' particolarmente elevato "non solo se ci paragoniamo a paesi come gli Stati Uniti, dove in pratica si puo' parlare di prescrizione selvaggia, ma nemmeno se pensiamo ad altri stati europei che applicano controlli stretti, come la Francia, in cui invece le prescrizioni risultano circa 11-12mila". Panei inoltre sottolinea che i circa 2000 casi trattati farmacologicamente, risultano i casi piu' gravi, "quelli per cui non si poteva fare a meno di ricorrere al farmaco".
Notiziario Minori, 1 marzo 2011