venerdì 13 maggio 2011

LA VOCE DEI RAGAZZI 'CONTA' IN FAMIGLIA, 
MENO A SCUOLA STUDIO DEL CENTRO 
NAZIONALE: "FARSI LARGO TRA GLI ADULTI"
I ragazzi "contano" in famiglia e tra gli amici, meno a scuola e nelle attivita' sportive: e' questa la percezione degli adolescenti italiani sui propri spazi di autonomia e decisione, che emerge dal volume "Costruire senso, negoziare spazi. Ragazze e ragazzi nella vita quotidiana" (Quaderno numero 50 del Centro nazionale), curato da Valerio Belotti. Il volume e' stato presentato a Firenze nel convegno "Farsi largo tra gli adulti, il punto di vista dei ragazzi", organizzato all'Istituto Innocenti. La ricerca coordinata da Belotti ha voluto mettere in risalto, come spiegato nell'introduzione, "il punto di vista delle ragazze e dei ragazzi sulla formazione delle decisioni che si prendono nei diversi ambienti della loro vita quotidiana (famiglia, gruppo dei pari, classe scolastica, associazionismo, pratica sportiva) e sulla natura e il rispetto dei loro diritti di cittadini".
Il campione e' composto da circa 21 mila tra ragazzi e ragazze di 11, 13 e 15 anni. "La particolarita' di questa ricerca- spiega Belotti- e' che rappresenta una delle pochissime occasioni in cui si interpellano direttamente i ragazzi sulla loro quotidianita'".
È stato loro chiesto quanto prendono parte ai processi decisionali che li riguardano a casa, a scuola, tra amici, quali i loro spazi di autonomia. "È emerso che in famiglia, sulle decisioni che li riguardano direttamente, i ragazzi hanno la percezione che la loro voce conti- spiega il curatore della ricerca- Quindi c'e' una valutazione positiva: la famiglia e' descritta come pacificata, senza conflitti". E questo vale indistintamente per maschi e femmine, contraddicendo le previsioni iniziali: "Ci aspettavamo di incontrare differenze di genere, ma cosi' non e' stato. Probabilmente questo puo' essere spiegato con il fatto che i maggiori motivi scatenanti dei conflitti familiari, come ad esempio le uscite serali, sono prematuri per questa fascia di eta' e interverranno piu' avanti".
Una valutazione positiva viene data dai ragazzi anche in merito agli spazi di azione e negoziazione all'interno della rete di amici e delle associazioni di cui fanno parte.
Meno margine di autonomia e' percepito invece a scuola e nello sport. La prima viene vissuta come un "obbligo forzato", senza sufficienti spazi di confronto e di partecipazione. "Questo solleva interrogativi su come colmare questa lacuna e rendere la scuola un luogo in cui gli studenti possano diventare soggetti attivi" rilancia Belotti. La stessa percezione critica riguarda anche lo sport: "I ragazzi vanno volentieri a fare attivita', si divertono, esprimono la propria corporeita', ma lamentano la poca negoziazione sulla gestione degli allenamenti, delle vittorie, delle sconfitte, degli errori, della squadra".
Notiziario Minori,13 maggio 2011