venerdì 22 ottobre 2010

VIVERE IN COMUNITA': LA PAROLA AI RAGAZZI
A PADOVA I RISULTATI DEL PROGETTO CHE HA COINVOLTO 150 GIOVANI

Smettere di parlare dei ragazzi, facendo parlare loro per se' stessi: questo l'obiettivo del progetto "Vivere in comunita'" che ha favorito, nell'ultimo anno, il confronto tra 150 giovani temporaneamente ospitati in 41 comunita' venete, consentendo loro di prendere la parola e diventare protagonisti. Il risultato e' una pubblicazione, presentata questa mattina a Padova, nella quale sono raccolti i primi esiti di un lavoro pilota di riflessione che ha visto un team di facilitatori lavorare al fianco dei ragazzi, tutti di eta' compresa tra gli 11 e i 18 anni.
L'iniziativa, durata un anno, si proponeva di incentivare la narrazione di alcune esperienze, il racconto di aneddoti, emozioni, paure dei ragazzi e delle ragazze, dando loro, in generale, la possibilita' di esprimere il loro punto di vista sulle accoglienze e sulla loro esperienza di adolescenti. La prima fase del progetto si e' svolta nelle singole comunita' coinvolte: al racconto si e' affiancato un "gioco post-it", attraverso il quale i partecipanti hanno scritto o disegnato su un biglietto alcune parole chiave connesse alla propria esperienza. La fase 2 ha coinvolto due "portavoce" di ogni comunita' che hanno rappresentato i coetanei in eventi interprovinciali. Infine, il progetto e' culminato con la giornata del 23 gennaio scorso, nella prestigiosa sede del Palazzo del Bo all'Universita' di Padova.
"Con questo progetto - spiega il pubblico tutore dei minori del Veneto, Lucio Strumendo - abbiamo voluto interpellare direttamente i giovani per avviare una riflessione su come costruire processi reali, e non solo retorici, di partecipazione.
Ci interessava, in particolare, capire le opinioni dei ragazzi anche sul contesto in cui vivono". Soddisfatto anche Valerio Belotti, coordinatore del progetto e docente di Sociologia all'Universita' di Padova: "Si e' raccolto via via nei diversi incontri un interesse e un entusiasmo inaspettati da parte dei giovani. Questo soprattutto perche' si sono sentiti partecipanti costruttivi di un progetto universitario e della regione".
Ora che il progetto pilota e' arrivato alla fine, i promotori insistono sulla necessita' che gli venga data continuita', ma su questo aspetto non sono poche le preoccupazioni. Come spiega Belotti, "nonostante le rassicurazioni pubbliche delle autorita' regionali, il cambiamento di legislatura non ha permesso di dare continuita' a questa azione e attualmente si stanno cercando risorse anche in altre direzioni per proseguire il cammino intrapreso e onorare gli impegni presi con i partecipanti". E Strumendo conclude: "Ovviamente le difficolta' economiche di questo periodo rendono difficile continuare a promuovere iniziative di questo tipo". Il progetto e' stato realizzato dall'Ufficio del Pubblico Tutore dei minori, dalla direzione regionale Servizi Sociali, dall'Osservatorio regionale per le Nuove generazioni e la famiglia e dai coordinamenti degli enti gestori di comunita' della regione (Cnca, Cncm, Papa Giovanni XXIII).
Notiziario Minori 22 ottobre 2010